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Autore: Hayley Black    06/10/2010    7 recensioni
«Ancora una volta abbiamo visite, signorina Granger.» trillò, sedendosi, mostrando che, ancora una volta, Fred Weasley era stato messo in punizione con lei.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger, Il trio protagonista, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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- Questa storia fa parte della serie 'Neutron star collision ~ '
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Hermione percorreva velocemente i corridoi, Grattastinchi sotto braccio, e le lacrime che le scendevano sulle guancie. Aveva appena litigato con Ron, perché lui insinuava che tra lei e Fred c’era qualcosa, però non poteva nascere niente. Lei ovviamente aveva negato tutto, e dopo una sfuriata, se n’era andata via, con Grattastinchi che le trotterellava dietro come se volesse proteggere la padrona. Era sera, in cielo la luna splendeva e illuminava il cortile di pietra, dove Hermione si sedette su una panchina, asciugandosi le lacrime. Oh, stava piangendo parecchio in quegli ultimi giorni. Di solito se ne andava nella baracca sul lago, oppure andava lì, ogni giorno sulla stessa panchina, perché sapeva che ormai gli studenti evitavano quel cortile. Faceva troppo freddo, sia di giorno che di sera, quindi lo evitavano. Inoltre, le statue dei due gargoyle erano minacciose e di sera potevi prendere un colpo se te le trovavi di faccia, con quegli occhi corrosi dalla pioggia, la pittura nera un po’ scrostata sulle palpebre.
Grattastinchi fece le fusa girando intorno alle sue caviglie, quindi balzò sulla panchina e si acciambellò in grembo alla Grifondoro, che non aveva potuto impedire alle lacrime di ricominciare a scendere.
-Allora è vero che vieni ogni sera qui-. Una voce la fece trasalire e voltare di scatto. Fred spuntò da dietro uno degli archi di pietra, lo scavalcò e le si sedette accanto.
-Si può sapere che ti prende?- aggiunse, mettendole sulle spalle una delle tante coperte fatte a mano dalla signora Weasley. Era rosso fuoco e aveva una F dorata al centro. Grattastinchi gli fece le fusa e lui lo accarezzò sulla testa, fissando Hermione, che gli aveva appoggiato la testa sulla spalla.
-Dai che si sistemerà tutto- le disse, accarezzandole i folti capelli. Poi rise, e la sua risata lacerò il silenzio –Io devo ancora farmi perdonare per averti fatta arrabbiare in biblioteca- sussurrò, e lei rise. Ormai era raro sentirla ridere, si era chiusa in sé stessa. Non poteva andare in biblioteca per più di due ore e non poteva portare più di un libro alla settimana in sala comune. Per lei questo era uno strazio.
-E cosa vorresti fare, Fred?- disse, guardandolo negli occhi. Lui sorrise, e, da una borsa che la ragazza non aveva neanche notato, tirò fuori tre libri.
-Ho visto che li guardavi quando eri in biblioteca, quindi ho pensato di prenderteli- spiegò, mettendoglieli tra le mani. La ragazza lo fissò, poi il suo sguardo cadde sulla mano del ragazzo, che però la nascose in fretta sotto la manica del giubbino.
-Fred, ti avevo detto di non metterti nei guai…- mormorò, accarezzando la copertina dei libri con amore. Poi gli prese la mano e la fissò. C’era una cicatrice sopra, ma non riuscì a capire cosa dicevano le parole. Percorse il filo della cicatrice con il dito, quando lui ritirò la mano.
-Non preoccuparti per me. Tu avevi bisogno di quei libri. Mi accorgevo che tu stavi male- disse, stavolta il sorriso era scomparso dalla sua faccia. Era serio, troppo serio.
-Ma non avresti dovuto prenderli… non devi farti mettere in punizione per me, Fred!- esclamò lei, appoggiando i libri sulla panchina.
-Per farmi perdonare questo ed altro, Hermione- sorrise lui, e finalmente diventò il solito Fred, sempre con il sorriso sulla faccia. Lei gli sorrise triste, quindi lui le asciugò le lacrime dalla faccia.
-E’ brutto piangere! E ora fammi un bel sorriso, mi piace quando sorridi!- esclamò, e lei, arrossendo – aveva detto che gli piaceva quando lei sorrideva – si aprì nel sorriso più grande che avesse mai fatto. Per lui, per Fred. Perché lei lo amava, si. Come poteva non farlo, quando oramai per lei lui c’era sempre? La consolava quando era triste, quando era arrabbiata. E anche ora, le aveva fatto ritornare il sorriso. Si era fatto mettere in punizione, si era fatto lacerare la carne del dorso della mano, per lei. Solo e soltanto per lei.
Anche Fred si aprì in un sorriso, i suoi capelli apparivano più chiari alla luce della luna.
Hermione fissò i libri, quindi lo guardò
-Come hai fatto a prenderli?- chiese, fissando le copertine impolverate
-Oh, non ho fatto niente di che…- rispose lui. Bene, voleva sviare il discorso. Gli prese di nuovo la mano e fissò la cicatrice chiara come la luce della luna che la illuminava, quindi la lasciò, e il ragazzo la nascose sotto la manica.
-Beh, comunque grazie- sorrise la Grifondoro, accarezzando Grattastinchi, che le si era acciambellato in grembo, desideroso di coccole.
-Ma di niente, Hermione!- esclamò lui, osservando Grattastinchi con invidia. Si, invidiava quel gatto. Immaginò di posare la sua testa sulle gambe di Hermione e lasciarsi accarezzare i capelli con la tenerezza con cui lei accarezzava la testa pelosa del gatto. Scosse la testa divertito, stava perdendo la testa.
Grattastinchi lo guardò come se gli avesse letto nel pensiero, quindi continuò imperterrito a fare le fusa alla sua padrona, che ormai sembrava serena.
-Spero di averti tolto dalla mente ciò che ti rendeva triste- sorrise lui, accarezzando la testa dell’animale. Lei sorrise, e annuì
-Ci riesci sempre- disse, e solo in quel momento si rese conto di quanto fossero vicini. Sarebbe bastato avvicinarsi un po’…
All’improvviso qualcosa di appiccicoso le bagnò il mento.
-Grattastinchi!- gridò. Il gatto le aveva leccato il mento, offeso perché la sua padrona stava donando le sue attenzioni ad un altro. Rossa in viso, prese il gatto in braccio e si alzò, sorridendo imbarazzata.
-Beh Fred, ora vado. Ho un gran sonno- disse, sbadigliando. Lui le sorrise, e si alzò, e lei si sentì piccola, lui era quasi quindici centimetri più alto di lei. La prese per mano e, insieme, ritornarono alla Sala Comune.
Faceva uno strano effetto dare la mano a Fred, era stupendo, la sua mano era calda e morbida, solo il dorso era un po’ rovinato per via delle miriadi di punizioni che la Umbridge gli infliggeva. Arrivati a destinazione, in Sala Comune non c’era quasi nessuno. Due ragazzini del primo anno sedevano su due poltrone davanti al fuoco, facendo i compiti.
Hermione, in preda ai suoi doveri di Prefetto, li mandò a dormire, quei compiti non erano per il giorno dopo e i due ragazzini avevano bisogno di dormire.
-Ecco la Prefetta di sempre!- sghignazzò Fred, e lei lo fulminò con lo sguardo.
-Dovremmo andare anche noi a dormire, sai?- disse lei, lasciando Grattastinchi a terra, che sgattaiolò via. Fred sorrise, e le diede un bacio sulla guancia.
-Buonanotte, Hermione- sorrise, quindi si dileguò su per le scale del dormitorio dei ragazzi.
Hermione rimase lì ancora per un po’, a fissare il punto dove prima c’era Fred. Quindi si sfiorò la guancia, dove lui le aveva dato il bacio, e sorrise. Salì le scale del dormitorio femminile e si addormentò subito, felice come non mai.

Sììì! Sto aggiornando velocissimamente (?)!! Non vi do neanche il tempo di recensire! Muhahaha!
Bene, eccoci ad un altro capitolo... Vi aspettavate il bacio, al chiaro di luna? E invece no, perchè quel gatto schifosissimo si intromette! @_@ Sì, Fred si farà perdonare... ma siamo sicuri che Hermione non l'abbia già perdonato?
Grazie ancora per le recensioni çç Vi adoro! :* <3

   
 
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