Cap. 4:
Hogwarts
La partenza per
Hogwarts fu particolarmente movimentata, almeno più di
quanto lo era stata gli anni precedenti. Il Quartier Generale risuonava
delle urla della signora Weasley, tutta rossa e presa nello sgridare
Fred e George, e di quelle decisamente più offensive del
ritratto della signora Black.
I ragazzi si erano alzati piuttosto di buon’ora per
completare gli ultimi preparativi.
Ron e Harry incontrarono Ella ed Hermione mentre erano intenti a
trasportare i propri bauli giù per le scale.
“…meglio muoversi, la mamma è
fuori di sé, dice che perderemo il treno…”*
Disse Ron.
“Buongiorno, Ella. Ciao Hermione.” Disse Harry alle
due ragazze.
“E i vostri bauli? Perché non li avete con
voi?” Chiese Ron, tutto rosso in viso per lo sforzo.
“Il professor Lupin e Sirius sono venuti ad aiutarci qualche
minuto fa. Hanno pensato che quei bauli erano troppo pesanti per
noi.” Gli rispose prontamente Hermione.
“Vorrei sapere perché nessuno pensa mai che siano
troppo pesanti anche per noi.” Continuò Ron,
infastidito.
“Ti do’ una mano io, Ron. Non ho neanche la
borsa.” Si fece subito avanti Ella, ma le urla della signora
Weasley li fecero sobbalzare tutti e quattro.
“VOLETE SCENDERE TUTTI QUANTI, PER FAVORE?”*
Il
ritratto della signora Black ululava dalla rabbia, ma nessuno si diede
la pena di chiuderle le tende in faccia; tutto il fracasso
nell’ingresso l’avrebbe risvegliata comunque.*
Erano tutti
pronti. I bauli furono stipati accanto all’ingresso. Edvigde
ed Errol erano chiusi nelle loro gabbiette e Grattastinchi cercava,
invano, di sfuggire dalle braccia di Hermione..
Perfino Sirius, nonostante le insistenze della signora Weasley,
attendeva con ansia di poter uscire.
Era particolarmente eccitato: avrebbe respirato dell’aria
fresca e accompagnato i ragazzi al binario 9 e ¾, seppur nelle
sembianze di un grosso cane nero che scodinzola.
Tutti aspettavano che Moody desse il via per uscire. Una scorta era
stata organizzata in modo che Harry raggiungesse il binario sano e
salvo. Si divisero perciò in piccoli gruppi: Harry sarebbe
andato con Tonks e la signora Weasley. Ron e i suoi fratelli sarebbero
andati insieme a Moody, mentre Lupin avrebbe accompagnato Ella ed
Hermione.
Harry e il suo gruppo
furono i primi ad uscire.
Impiegarono venti
minuti per raggiungere Kong’s Cross a piedi, e
l’unico evento significativo fu quando Sirius
spaventò un paio di gatti per divertire Harry.*
Con cautela e facendo molta attenzione, oltrepassarono la barriera tra
i binari 9 e 10, raggiungendo il binario 9 e ¾ dove
l’espresso per Hogwarts li attendeva. Il marciapiede e
l’area vicino al treno erano gremiti di gente.
Subito Harry si sentì felice. L’idea di tornare ad
Hogwarts lo rincuorava.
“Spero che gli altri arrivino in tempo” Disse
la signora Weasley preoccupata…*
Ma i suoi timori furono presto sciolti. Uno ad uno, tutti gli altri
attraversarono la barriera.
Moody trasportava i bagagli e Sirius era più euforico che
mai.
Si salutarono e tutti raccomandarono a Harry di fare attenzione.
Il grosso cane nero andava da Harry a Ella e viceversa, saltando e
rizzandosi sulle zampe e spingendoli verso il treno. La signora Weasley
rimproverava Sirius, dicendo che quello non era un comportamento molto canino*,
ma i due ragazzi lo apprezzarono molto. Era bello vederlo felice almeno
per quella volta.
Presto furono tutti sul treno e le porte si richiusero.
“Ci vediamo!” Gridò
Harry dal finestrino aperto mentre il treno cominciava a muoversi.
Presto le figure dei signori Weasley e degli altri divennero sempre
più piccole fino a scomparire.
L’ultimo che videro fu Sirius, intento a rincorrere il treno,
e che scomparve una volta che ebbero oltrepassato la prima curva.
Felici per la partenza, i ragazzi dovevano trovarsi per prima cosa uno
scompartimento.
Sebbene in imbarazzo, Ron e Hermione lasciarono Harry, Ella e Ginny,
diretti alla carrozza dei prefetti, promettendo che sarebbero passati a
trovarli. Fred e George invece erano già scappati da Lee
Jordan.
Andarono nell’ultima carrozza, dove incontrarono Neville e
trovarono posto in uno scompartimento dove fecero tutti la conoscenza
di Luna Lovegood, detta Lunatica.
Trascorsero il resto del viaggio quasi in completa
tranquillità, tranne quando Neville fece esplodere un bulbo
della sua nuova pianta (una mimbulus
mimbletonia, una
sottospecie di cactus rachitico tutto coperto di bolle) e quando
l’ingresso di Ron ed Hermione nella carrozza fu seguito da
quello di Draco Malfoy insieme a Tiger e Goyle. Era venuto per
canzonare Harry e Ron e lo fece, anche se Harry gli tenne testa
egregiamente.
Ella pensò che quel ragazzo si desse parecchie arie, ma non
si fece intimidire da lui neanche quando Draco spostò la sua
attenzione da Harry a lei.
“E questa chi sarebbe, la tua nuova ragazza, Potter? Non
l’avevo mai vista.” Gli disse Draco , sogghignando.
“Devo dire che questa volta l’hai scelta molto
più carina del solito.”
“Non è la mia ragazza e non sono affari
tuoi.” Rispose Harry.
“Se non fosse una Grifondoro ci farei anche un pensierino, ma
lo sai che non mi abbasso a certi livelli.”
Continuò Draco, mentre Tiger e Goyle si sbellicavano dalle
risate.
“Se anche non fossi una Grifondoro non darei conto di certo a
te. Non ho tempo da perdere coi bambini viziati.” Gli rispose
Ella, sorprendendo tutti, Malfoy compreso.
“Lascia in pace mia cugina, Malfoy!” Disse Ron,
cercando di aiutare Ella.
“Lascia perdere, Ron.” Gli fece eco Ella.
“Ah, è tua cugina, Weasley? Non l’avrei
mai detto, visti i suoi abiti nuovi di zecca. Quelli che porti tu di
chi erano? Come minimo appartenevano a tuo nonno.” Disse
Malfoy, e stava per continuare se qualcosa di inaspettato non lo avesse
bloccato.
Ella si era alzata di scatto e, senza preamboli, aveva dato a Malfoy
uno schiaffo in pieno viso. Non che ci avesse messo molta forza anzi,
senza dubbio il colpo non era stato doloroso per Draco, ma fu
sufficiente a fargli perdere l’equilibrio, facendolo cadere a
terra. Tiger e Goyle cercarono di rimetterlo in piedi.
Draco era bianco più che mai e guardava Ella con stupore, ma
non sembrava intenzionato a parlare.
“L’hai finita?” Gli chiese Ella. Harry si
accorse che aveva il respiro affannato, ma non osò
intromettersi.
Draco si rialzò. Non le rispose. Continuava a premersi la
mano sulla guancia e uscì, seguito a ruota libera da Tiger e
Goyle.
Una volta richiusa la porta, nello scompartimento scese il silenzio
più totale.
Perfino Luna aveva abbandonato la lettura del Cavillo e si gustava la
scena, rapita dalla suspense.
Ella si voltò verso i ragazzi. Era ancora rossa in viso e
tremava leggermente. Prese un respiro profondo e tornò a
sedersi, ancora nel più completo silenzio.
“Chi era quel ragazzo?” Chiese con un filo di voce.
Gli altri si guardarono impressionati.
“Hai zittito Malfoy con uno schiaffo, gli hai dato del
viziato e ora ti chiedi chi era?” Le chiese Ron, attonito.
Ella sembrava imbarazzata. Non sapeva cosa le era preso, sapeva solo
che l’aveva fatto e basta.
“Mi dispiace, io, ecco non so che mia sia preso,
io…”
“Ti dispiace? Ma sei stata grandiosa! Per la
miseria!” Le disse Ron. “Che dico? Magnifica!
Eccezionale!”
“Io non ci sarei riuscito. Sei stata fantastica,
Ella.” Disse Neville con ammirazione.
Ella arrossì ancora di più, ma era più
tranquilla.
“Non è da me perdere il controllo, non
volevo.” Disse Ella, ma Ron non la pensava così e,
francamente, neanche gli altri. In più Malfoy non sarebbe
andato in giro con quella sua aria arrogante per un bel po’.
“Hai fatto bene. Gliele hai cantate a quell’idiota
di un Serpeverde. Fred e George ne saranno entusiasti.”
Continuò Ron. Anche Hermione e Harry erano sorpresi, ma
anche elettrizzati.
“Non si può essere dispiaciuti per
Malfoy.” Disse Ginny.
“È stato anche meglio di quando Hermione gliele
diede di santa ragione al terzo anno, vero Harry?” Disse Ron.
“Ti ricordi? Non ci ho visto più dalla rabbia
quella volta.” Disse Hermione e Ron iniziò a
raccontare a Luna, Neville e Ginny l’accaduto.
Nel mentre, Harry ed Ella parlavano tra loro.
“Stai bene?” Disse
tutt’un tratto Harry a Ella.
Lei gli disse di sì, che era stata l’ansia del
momento.
Harry capì da come parlava che era sinceramente affranta da
quanto era successo.
“Non devi dispiacertene. Come ha detto Ginny, nessuno si
dispiacerebbe per Malfoy.” Le disse Harry, ma le sue parole
non ottennero il risultato sperato.
“Ma non dovevo agire così. Spero di non essere
stata troppo brusca. Non lo conoscevo neanche.”
Continuò Ella.
“Ella, sinceramente, non devi pensarci. Malfoy va in giro
pensando di essere migliore di chiunque altro. Tu gli hai solo dato una
lezione.”
Ella sembrò appena, appena rincuorata da quelle parole, e
dopo un po’ stava già ridendo e scherzando con gli
altri, senza più rimuginarci su. Presto videro il paesaggio
cambiare.
Ormai si stavano inoltrando nell’aperta campagna e la notte
era calata.
Il treno iniziò a rallentare.
“Meglio cambiarsi”* Disse
Hermione. Lei e Ron tornarono rapidamente alla carrozza dei prefetti
mentre Harry e gli altri si davano un gran da fare con i bagagli.
Scendendo dal treno si addentrarono nell’aria notturna.
Non sentendo la familiare voce di Hagrid che richiamava gli allievi del
primo anno, Harry e gli altri si allarmarono, ma non potendo fare molto
in quella situazione, si diressero verso le carrozze.
Fu allora che Harry notò qualcosa che non aveva mai visto
prima.
Quelle carrozze
non erano senza cavalli. C’erano delle creature tra le
stanghe… Erano completamente privi di carne, i manti neri
aderivano allo scheletro, di cui era visibile ogni osso. Avevano teste
di drago, con occhi senza pupille bianchi e sgranati.*
Gli fu presto evidente che era il solo a vederli. Ne Ron, Hermione,
Neville o Ella erano in grado di vederli.
“Stai tranquillo” disse
una voce sognante accanto a Harry… “Non
stai impazzendo. Li vedo anch’io”.*
Era Luna Lovegood e, sebbene Harry non fosse pienamente rassicurato
dalle sue parole, tutti salirono sulla carrozza, diretti a Hogwarts.
“Ah, dimenticavo. Benvenuta a Hogwarts, Ella.”
Disse Harry.
Al castello
Il loro viaggio in carrozza fu
abbastanza tranquillo e silenzioso. Man mano che si avvicinavano al
castello, Harry notò che dalla capanna di Hagrid non
proveniva alcuna luce.
Sperava che non se ne fosse andato per sempre.
La carrozza si fermò davanti al portone di quercia. Harry
scese per primo** e
tutti gli altri lo seguirono.
“Il castello di Durmstrang non era così
grande.” Disse Ella, sovrappensiero.
“Victor mi aveva detto che lì il parco
è molto più grande.” Rispose
prontamente Hermione.
“E cos’altro ti ha detto Victor?” Chiese
Ron scontroso.
“Non eri tu quello che voleva il suo autografo?”
Rispose Hermione stizzita.
“State parlando di Victor Krum?” Chiese Ella.
“Sì, proprio lui. Era il campione di Durmstrang al
torneo Tre Maghi. Bhè, Ron non ha apprezzato che avesse
invitato Hermione al ballo del ceppo.” Spiegò
Ginny.
“Era un gran zuccone. Un grandissimo campione, certo, ma
proprio zuccone. E cosa centra il ballo del ceppo, Gimmy?”
Continuò Ron.
“Con me era piuttosto gentile. Mi chiedeva spesso
com’era l’Inghilterra. Non parla così
male l’inglese.” Disse Ella. Lei ed Hermione si
guardarono e fecero un risolino che lasciava poco da immaginare.
Ron continuò a borbottare tra sé e sé
ma ben presto oltrepassarono il portone e si diressero verso la sala
grande.
“Da questa parte si scende verso i sotterranei. Mentre
salendo a sinistra arrivi ai piani superiori. Quella è la
strada per arrivare alla torre nord, noi ci facciamo Divinazione
lassù.” Cominciò a dire Ron.
“Credo che Ella farebbe meglio a imparare ad arrivare alla
Sala Comune e poi, Hermione sarà sempre con lei. Non
c’è il rischio che si perda.” Disse
Harry, credendo che Ron stesse confondendo Ella più del
dovuto.
“Potter, Weasley, Granger e Paciok.” Disse una voce
autoritaria in cima alle scale.
I ragazzi alzarono lo sguardo e proprio sul
ciglio della scalinata c’era la professoressa McGranitt che
li scrutava con aria seria.
“Andate alla sala grande. Anche tu, signorina Weasley.
Singorina Davies, seguimi.” Disse loro, e il tono della sua
voce non ammetteva repliche.
“Ti terremo un posto accanto a noi. “ Disse Ron ad
Ella.
“Ci vediamo dopo.” Le disse Harry.
“A dopo.” Rispose Ella, e col cuore un
po’ più pesante, seguì la professoressa
McGranitt fino al suo studio.
Era una stanza molto ordinata, con dei luminosi candelabri che
pendevano dal muro. Molti libri erano stati riposti su degli scaffali
dietro la scrivania.
“Siediti pure, signorina Davies. Ti ho fatto venire qui
perché prima dell’inizio delle lezioni,
cioè domani, dovrai scegliere quali corsi seguire. Li
sceglieremo insieme, in base anche alle tue preferenze e ai programmi
che seguivi a Durmstrang. Sono stata chiara?” Le chiese. Ella
annuì, ma non disse niente.
“Seguirai tutte le materie di base insegnate qui ad Hogwarts,
che bene o male corrispondono a quelle della tua precedente scuola:
Erbologia, Incantesimi, Storia della Magia, Difesa contro le arti
Oscure, Trasfigurazione, Pozioni.” Disse
“Vorrei seguire Cura delle creature magiche, aritmanzia e
antiche rune.” Disse Ella.
“Dovrai metterti in pari con gli altri allievi. Sono materie
complesse, specialmente aritmanzia e antiche rune. Ma dal momento che,
da quanto mi è stato detto, i tuoi voti sono sempre stati
ottimi, non credo avrai problemi.” Le disse
La professoressa consigliò ad Ella dei libri di testo da
acquistare che l’avrebbero senza dubbio aiutata a recuperare
rapidamente quanto fatto negli anni precedenti.
“Manderò un gufo al Ghirigoro domani mattina con i
tuoi ordini. In più questa è
un’autorizzazione speciale per prendere in prestito tutti i
libri che riterrai necessari dalla biblioteca. Basterà che
prima verrai ad informarmi. Ora puoi andare al banchetto, signorina
Davies.” Le disse
“Professoressa?” Disse Ella, timidamente.
“Sì?”
“Non…” Stava per dire, ma la porta
dell’ufficio si aprì, cigolando appena, e sulla
soglia apparve una figura familiare.
“Cosa posso fare per te, Severus?” Chiese
Piton scrutò Ella per qualche momento, prima di rispondere.
“Ho interrotto qualcosa?” Disse pacatamente.
“No, io e la signorina Davies abbiamo finito.” Gli
rispose
“Il professor Silente mi ha mandato a chiamarla. Il banchetto
è quasi iniziato. Non vorrà perdersi
l’inizio?” Spiegò Piton. Da quanto le
aveva detto Ron, era importante che tutti i professori assistessero al
discorso di inizio anno del preside e alla presentazione del nuovo
insegnante di Difesa contro le Arti Oscure.
“No, certamente no.” Rispose la McGranitt.
“Verrò subito. Ho bisogno di qualche minuto per
compilare questi moduli.” Disse
Ella diventò subito rossa. Pensò che,
fortunatamente, volgeva le spalle verso il professor Piton, anche se
difficilmente questi non avrebbe notato l’agitazione nella
sua voce.
“Allora?” Le chiese
Ella sentiva il respiro farsi più rapido.
“Ecco, io non… non… non so come
raggiungere la sala grande.” Disse, balbettando un
po’ e nascondendo le mani dentro le tasche della divisa.
“Ah, giusto. Non ci avevo pensato. Sii gentile, Severus.
Accompagna la signorina Davies alla sala grande. È la nuova
allieva del quinto anno di cui ci ha parlato il preside. Dì
al professor Silente che vi raggiungerò a breve.”
Disse
Si voltò e incrociò lo sguardo di Piton. Questi
non disse una parola. Si limitò soltanto a uscire dalla
stanza.
Ella lo seguì in silenzio lungo i corridoi. Il passo felpato
del professore si accompagnava al svolazzare del suo mantello nero
mentre il suono dei suoi passi riecheggiava per i corridoi.
Lui non disse una parola ed Ella pensò di adeguarsi.
Ron e i gemelli le avevano detto di quanto Piton odiasse gli studenti
di Grifondoro. Sapeva che tra lui e i membri dell’Ordine non
c’era mai stata molta simpatia e, pertanto, non voleva
infastidirlo minimamente.
Mentre camminavano, Piton avanti ed Ella dietro di lui, il rumore dei
loro passi fu sovrastato da un grande chiacchiericcio. Molte voci si
sovrapponevano le une sulle altre.
Si vedeva una grande luce provenire dalla parte più in fondo
del piano.
Improvvisamente, però, Piton smise di camminare e si
voltò verso Ella. Il suo sguardo era gelido.
Ella cercò si sostenerlo, ma sperava che tornasse a voltarsi.
“La Sala Grande è in fondo, girando a destra. Non
credo ti perderai.” Le disse e, rapidamente, tornò
indietro.
Ella aspettò che voltasse l’angolo, prima di
rilassarsi.
In fondo a destra. No, non si sarebbe persa.
Si incamminò verso la luce e ben presto arrivò di
fronte al grande arco di pietra che faceva da entrata al sala. Quattro
tavoli lunghi erano posti al centro della sala, mentre il tavolo dei
professori era in fondo.
Sul soffitto si poteva osservare un immenso cielo stellato, e miriadi
di candele fluttuavano nell’aria, illuminando tutto
l’ambiente. Ella vide le figure argentee dei fantasmi
volteggiare lungo i tavoli.
Ci volle un po’ di tempo, ma finalmente Ella intravide delle
teste rosse in fondo al secondo tavolo, sedute in fondo. Prese un altro
respiro ed entrò nella sala.
Il mattino seguente
“La Sala Grande
è da quella parte?” Chiese Ella ad Hermione. Si
era svegliata quella mattina molto presto.
Fuori era ancora buio e tutte le ragazze dormivano. Era rimasta sul
letto a pensare a dove si trovava, con chi e come. Dalla finestra
provenivano dei leggeri spifferi d’aria. Il castello era
silenzioso.
Poi le ragazze si erano svegliate, una ad una, e insieme si erano
sciacquate, vestite e scese nella sala comune. Ron ed Harry non erano
ancora pronti. Così Hermione ed Ella erano scese
direttamente per andare a colazione.
“Sì, girando a destra. Stai iniziando ad
ambientarti?” Le chiese Hermione.
“Mi ci vorrà un po’ per riuscire ad
andare in giro da sola.” Rispose Ella.
“Visto che frequentiamo gli stessi corsi non avrai
problemi.” Le disse Hermione. “Più tardi
ti farò vedere dov’è la biblioteca. Non
posso credere a quanta fortuna hai!
“Potrò sempre leggerli con te.” Le disse
Ella, intuendo che Hermione non vedeva l’ora di poter leggere
quei pochi libri della biblioteca che non era ancora riuscita a
procurarsi.
Entrando nella sala grande, tra i pochi studenti che erano
lì, Ella riconobbe quel ragazzo dal viso spigoloso, i
capelli biondi e la pelle chiara che aveva preso in giro Harry e Ron il
giorno prima sul treno.
In pochi secondi, Ella poteva rivivere gli avvenimenti del giorno
prima, accaduti sul treno.
Notando che anche il ragazzo, Malfoy le sembrava che si chiamasse, la
guardava, arrossì e distolse lo sguardo.
Raggiunsero il tavolo dei Grifondoro e si sedettero, ma subito Hermione
saltò in piedi, agitata.
“Devo andare in biblioteca. Ho dimenticato un libro.
Aspettami qui, Ron ed Harry arriveranno tra poco.” Disse
Hermione. Così Ella restò sola, con il suo
porridge come unica compagnia.
Il suo sguardo si spostò di nuovo verso il tavolo dei serpe
verde, ma Malfoy, per fortuna, non guardava più verso di
lei. Accanto a lei, qualcuno aveva lasciato una copia della Gazzetta
del Profeta.
La data risaliva al giorno prima.
Ella pensò che era invecchiato parecchio
nell’ultimo periodo. In formato più piccolo, la
foto della Umbridge sorrideva e si prestava generosamente agli scatti
fotografici.
Il Ministero della Magia ridimensiona l’insegnamento alla
scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Dolores Jane Umbridge, Sottosegretario al Ministero, sarà la
nuova insegnante di Difesa contro le Arti Oscure.
Chiuse il giornale, decisa a
dedicarsi con più lena al suo porridge.
Aveva quasi finito
quando vide Ron ed Harry avvicinarsi al tavolo.
“Ciao
Ella!” Disse Ron, gettandosi sulle fette di pane tostato.
“Ciao
Ella.” Le disse Harry, sedendosi di fronte a lei.
Lei sorrise a tutti e
due.
“Passata
bene la prima notte ad Hogwarts?” Le chiese Harry, versandosi
del latte sui cereali.
“Oh,
sì. Davvero molto tranquilla.” Disse Ella.
“Harry mi
passi quelle salsicce?” Chiese Ron, che ormai doveva aver
finito col pane tostato.
“Possibile
che non pensi altro a mangiare?” Chiese la voce familiare di
Hermione, appena ritornata.
“Perché?
Ho solo fame. Non ci vedo nulla di strano.” Le rispose Ron
con la bocca piena.
“Sei senza
speranze, Ronald Weasley.” Gli rispose. “Questo
è il nuovo orario. Me lo hanno appena dato.”
Si misero tutti e
quattro a sfogliare dettagliatamente l’orario.
“Miseriaccia!”
Esclamò Ron, ingoiando anche l’ultima salsiccia.
“Guarda qui, Harry. Due ore di Pozioni il primo giorno. Mi do
malato. Non ci voglio venire. E poi abbiamo Divinazione e Difesa contro
le arti oscure il pomeriggio. Abbiamo Piton, quella squilibrata della
Cooman e persino l’insegnate di Difesa contro le arti oscure,
tutti il primo giorno. L’ho già detto che mi do
malato?”
“Piantala,
Ron. Io ed Ella dobbiamo anche andare ad Antiche Rune.” Disse
Hermione.
“Non hai
scelto Divinazione?” Chiese Harry ad Ella.
Ella gli rispose a
bassa voce.
“La
McGranitt non me l’ha consigliata.”
“Lei e la
Cooman non vanno molto d’accordo. Anzi, si può
dire che si destestano cordialmente.” Disse Ron.
“E’
una branca della magia molto incerta. Non è il caso che Ella
sprechi tempo prezioso. Deve recuperare quello che abbiamo fatto negli
ultimi due anni.” Disse prontamente Hermione.
In quel momento
arrivò Neville e si sedette vicino a loro. Era paonazzo e
sudava freddo.
“Visto il
nuovo orario?” Chiese Ron, senza molta delicatezza.
Neville
annuì, sconfortato.
“Lo vedi,
Hermione? Non sono il solo a non essere d’accordo sul nuovo
orario.” Le disse Ron.
Hermione non rispose.
Sapeva che Neville aveva il terrore del professor Piton. Si
limitò a infilare nella borsa il foglio con
l’orario delle lezioni.
“Io vado.
Devo passare prima dalla McGrabitt a consegnare i compiti delle
vacanze. Ci vediamo a lezione.” Disse Hermione e si
allontanò rapida.
“Ma come fa?
Parola mia, Harry, un giorno o l’altro le
scoppierà il cervello.” Disse Ron, addentando un
muffin al cioccolato.
“Hai finito?
Non vorrei arrivare in ritardo. Ci manca solo che Piton tolga dei punti
a Grifondoro proprio il primo giorno perché siamo in
ritardo.” Disse Harry.
“Mangio per
strada.” Disse Ron, prendendosi altri due muffin.
“Sì,
andiamo.” Disse Ella. “Così possiamo
tenere un posto anche per Hermione. Neville, vieni con noi?”
“Si. Meglio
con voi che solo.” Gli rispose il ragazzo.
Alzandosi dal tavolo,
Ella notò che il professor Piton non era venuto a colazione.
Rabbrividì
leggermente, pensando che li stava sicuramente già
aspettando in aula.
To be
continued….
In ogni caso, voglio dirvi che come sempre mi sforzo di seguire le
linee essenziali della trama, cercando di inserire Ella in maniera
coerente.
Rispetto agli altri capitoli, Ella prevale un po’ di
più. Diciamo che se lo meritava. In fondo, è
intorno a lei che ruota la storia. Fin qui il quadro è
semplice: Ella si deve ambientare nella nuova scuola, conoscere i suoi
compagni e abituarsi ai nuovi ritmi di vita e studio. Spero di non
essere caduta nell’OOC. È una mia eterna
fissazione.
Nella prima parte del capitolo, le frasi in corsivo e contrassegnate
dall’asterisco sono tratte da * Harry
Potter e l’Ordine della Fenicie, 2003, Salani Editore, dal Capitolo 10, Luna
Lovegood,*
Comunque, ringrazio
tutti colore che hanno letto e in particolare:
Breathless e
Ladyhawke25 per aver inserito la storia tra le seguite.
Aya88 per i tuoi consigli
mora, la tua pazienza e le idee geniali. Nel prossimo capitolo ci
sarà la lezione.^^
Breathless: oh cara, che
emozione. La tua recensione mi ha lasciata a dir poco senza parole. Sei
stata molto gentile e piena di complimenti.^^ Grazie mille per tutti i
tuoi bellissimi complimenti. Sono d’accordo con te. Le fan
fiction su Harry Potter che presentano un personaggio originale sono
interessanti. Perché c’è qualcosa di
nuovo da dire, in un certo senso. Sono felice di sapere che Harry
è IC. Ho sempre paura di sbagliare coi personaggi non
miei.^^ Come ho detto a Hotaru_Tomoe, l’interesse di Ella per
Piton è puramente ispirato dai commenti e dai racconti dei
cugini. Credo che tu abbia fatto centro. Ella spezzerà il
cuore di più di una persona, e anche il suo cuoricino ne
uscirà leggermente provato. Ma non voglio anticiparti nulla,
perché il bello deve ancora venire.
Grazie mille di tutto, sei
stata davvero molto gentile.^^