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Autore: storyteller lover    07/10/2010    1 recensioni
"Ricordami, quando me ne sarò andata via,
via, lontano nella silente terra,
quando non potrai più tenermi per mano…
soltanto ricordami…
Tuttavia, se dovessi dimenticarmi a volte
e poi ricordami, non addolorarti:
perché se l’oscurità e la corruzione lasciassero
un segno dei pensieri che ebbi un tempo,
sarebbe meglio per te dimenticare e sorridere
che ricordare ed essere triste."

(Traduzione libera da Christina Rossetti, Remember, 1860)
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Weasley, Harry Potter, Nuovo personaggio, Severus Piton, Un po' tutti
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Cap. 4:  Hogwarts

 

La partenza per Hogwarts fu particolarmente movimentata, almeno più di quanto lo era stata gli anni precedenti. Il Quartier Generale risuonava delle urla della signora Weasley, tutta rossa e presa nello sgridare Fred e George, e di quelle decisamente più offensive del ritratto della signora Black.
I ragazzi si erano alzati piuttosto di buon’ora per completare gli ultimi preparativi. 
Ron e Harry incontrarono Ella ed Hermione mentre erano intenti a trasportare i propri bauli giù per le scale.
…meglio muoversi, la mamma è fuori di sé, dice che perderemo il treno…”* Disse Ron.
“Buongiorno, Ella. Ciao Hermione.” Disse Harry alle due ragazze. 
“E i vostri bauli? Perché non li avete con voi?” Chiese Ron, tutto rosso in viso per lo sforzo.
“Il professor Lupin e Sirius sono venuti ad aiutarci qualche minuto fa. Hanno pensato che quei bauli erano troppo pesanti per noi.” Gli rispose prontamente Hermione. 
“Vorrei sapere perché nessuno pensa mai che siano troppo pesanti anche per noi.” Continuò Ron, infastidito.
“Ti do’ una mano io, Ron. Non ho neanche la borsa.” Si fece subito avanti Ella, ma le urla della signora Weasley li fecero sobbalzare tutti e quattro.
VOLETE SCENDERE TUTTI QUANTI, PER FAVORE?”*

Il ritratto della signora Black ululava dalla rabbia, ma nessuno si diede la pena di chiuderle le tende in faccia; tutto il fracasso nell’ingresso l’avrebbe risvegliata comunque.*
Erano tutti pronti. I bauli furono stipati accanto all’ingresso. Edvigde ed Errol erano chiusi nelle loro gabbiette e Grattastinchi cercava, invano, di sfuggire dalle braccia di Hermione.. 
Perfino Sirius, nonostante le insistenze della signora Weasley, attendeva con ansia di poter uscire. 
Era particolarmente eccitato: avrebbe respirato dell’aria fresca e accompagnato i ragazzi al binario 9 e ¾, seppur  nelle sembianze di un grosso cane nero che scodinzola. 
Tutti aspettavano che Moody desse il via per uscire. Una scorta era stata organizzata in modo che Harry raggiungesse il binario sano e salvo. Si divisero perciò in piccoli gruppi: Harry sarebbe andato con Tonks e la signora Weasley. Ron e i suoi fratelli sarebbero andati insieme a Moody, mentre Lupin avrebbe accompagnato Ella ed Hermione.  

Harry e il suo gruppo furono i primi ad uscire. 
Impiegarono venti minuti per raggiungere Kong’s Cross a piedi, e l’unico evento significativo fu quando Sirius spaventò un paio di gatti per divertire Harry.*
Con cautela e facendo molta attenzione, oltrepassarono la barriera tra i binari 9 e 10, raggiungendo il binario 9 e ¾  dove l’espresso per Hogwarts li attendeva. Il marciapiede e l’area vicino al treno erano gremiti di gente. 
Subito Harry si sentì felice. L’idea di tornare ad Hogwarts lo rincuorava. 
Spero che gli altri arrivino in tempo Disse la signora Weasley preoccupata…*
Ma i suoi timori furono presto sciolti. Uno ad uno, tutti gli altri attraversarono la barriera. 
Moody trasportava i bagagli e Sirius era più euforico che mai.
Si salutarono e tutti raccomandarono a Harry di fare attenzione. 
Il grosso cane nero andava da Harry a Ella e viceversa, saltando e rizzandosi sulle zampe e spingendoli verso il treno. La signora Weasley rimproverava Sirius, dicendo che quello non era un comportamento molto canino*, ma i due ragazzi lo apprezzarono molto. Era bello vederlo felice almeno per quella volta.
Presto furono tutti sul treno e le porte si richiusero.
Ci vediamo! Gridò Harry dal finestrino aperto mentre il treno cominciava a muoversi. 
Presto le figure dei signori Weasley e degli altri divennero sempre più piccole fino a scomparire. 
L’ultimo che videro fu Sirius, intento a rincorrere il treno, e che scomparve una volta che ebbero oltrepassato la prima curva. Felici per la partenza, i ragazzi dovevano trovarsi per prima cosa uno scompartimento. 
Sebbene in imbarazzo, Ron e Hermione lasciarono Harry, Ella e Ginny, diretti alla carrozza dei prefetti, promettendo che sarebbero passati a trovarli. Fred e George invece erano già scappati da Lee Jordan.
Andarono nell’ultima carrozza, dove incontrarono Neville e trovarono posto in uno scompartimento dove fecero tutti la conoscenza di Luna Lovegood, detta Lunatica.
Trascorsero il resto del viaggio quasi in completa tranquillità, tranne quando Neville fece esplodere un bulbo della sua nuova pianta (una mimbulus mimbletonia,  una sottospecie di cactus rachitico tutto coperto di bolle) e quando l’ingresso di Ron ed Hermione nella carrozza fu seguito da quello di Draco Malfoy insieme a Tiger e Goyle. Era venuto per canzonare Harry e Ron e lo fece, anche se Harry gli tenne testa egregiamente. 
Ella pensò che quel ragazzo si desse parecchie arie, ma non si fece intimidire da lui neanche quando Draco spostò la sua attenzione da Harry a lei.
“E questa chi sarebbe, la tua nuova ragazza, Potter? Non l’avevo mai vista.” Gli disse Draco , sogghignando. “Devo dire che questa volta l’hai scelta molto più carina del solito.” 
“Non è la mia ragazza e non sono affari tuoi.” Rispose Harry.
“Se non fosse una Grifondoro ci farei anche un pensierino, ma lo sai che non mi abbasso a certi livelli.” Continuò Draco, mentre Tiger e Goyle si sbellicavano dalle risate.
“Se anche non fossi una Grifondoro non darei conto di certo a te. Non ho tempo da perdere coi bambini viziati.” Gli rispose Ella, sorprendendo tutti, Malfoy compreso.
“Lascia in pace mia cugina, Malfoy!” Disse Ron, cercando di aiutare Ella.
“Lascia perdere, Ron.” Gli fece eco Ella.
“Ah, è tua cugina, Weasley? Non l’avrei mai detto, visti i suoi abiti nuovi di zecca. Quelli che porti tu di chi erano? Come minimo appartenevano a tuo nonno.” Disse Malfoy, e stava per continuare se qualcosa di inaspettato non lo avesse bloccato.
Ella si era alzata di scatto e, senza preamboli, aveva dato a Malfoy uno schiaffo in pieno viso. Non che ci avesse messo molta forza anzi, senza dubbio il colpo non era stato doloroso per Draco, ma fu sufficiente a fargli perdere l’equilibrio, facendolo cadere a terra. Tiger e Goyle cercarono di rimetterlo in piedi.
Draco era bianco più che mai e guardava Ella con stupore, ma non sembrava intenzionato a parlare.
“L’hai finita?” Gli chiese Ella. Harry si accorse che aveva il respiro affannato, ma non osò intromettersi.
Draco si rialzò. Non le rispose. Continuava a premersi la mano sulla guancia e uscì, seguito a ruota libera da Tiger e Goyle.
Una volta richiusa la porta, nello scompartimento scese il silenzio più totale.
Perfino Luna aveva abbandonato la lettura del Cavillo e si gustava la scena, rapita dalla suspense.
Ella si voltò verso i ragazzi. Era ancora rossa in viso e tremava leggermente. Prese un respiro profondo e tornò a sedersi, ancora nel più completo silenzio.
“Chi era quel ragazzo?” Chiese con un filo di voce. Gli altri si guardarono impressionati. 
“Hai zittito Malfoy con uno schiaffo, gli hai dato del viziato e ora ti chiedi chi era?” Le chiese Ron, attonito.
Ella sembrava imbarazzata. Non sapeva cosa le era preso, sapeva solo che l’aveva fatto e basta.
“Mi dispiace, io, ecco non so che mia sia preso, io…”
“Ti dispiace? Ma sei stata grandiosa! Per la miseria!” Le disse Ron. “Che dico? Magnifica! Eccezionale!” 
“Io non ci sarei riuscito. Sei stata fantastica, Ella.” Disse Neville con ammirazione.
Ella arrossì ancora di più, ma era più tranquilla.
“Non è da me perdere il controllo, non volevo.” Disse Ella, ma Ron non la pensava così e, francamente, neanche gli altri. In più Malfoy non sarebbe andato in giro con quella sua aria arrogante per un bel po’.
“Hai fatto bene. Gliele hai cantate a quell’idiota di un Serpeverde. Fred e George ne saranno entusiasti.” Continuò Ron. Anche Hermione e Harry erano sorpresi, ma anche elettrizzati.
“Non si può essere dispiaciuti per Malfoy.” Disse Ginny.
“È stato anche meglio di quando Hermione gliele diede di santa ragione al terzo anno, vero Harry?” Disse Ron.
“Ti ricordi? Non ci ho visto più dalla rabbia quella volta.” Disse Hermione e Ron iniziò a raccontare a Luna, Neville e Ginny l’accaduto.
Nel mentre, Harry ed Ella parlavano tra loro.
“Stai bene?” Disse tutt’un tratto Harry a Ella. 
Lei gli disse di sì, che era stata l’ansia del momento. 
Harry capì da come parlava che era sinceramente affranta da quanto era successo. 
“Non devi dispiacertene. Come ha detto Ginny, nessuno si dispiacerebbe per Malfoy.” Le disse Harry, ma le sue parole non ottennero il risultato sperato.
“Ma non dovevo agire così. Spero di non essere stata troppo brusca. Non lo conoscevo neanche.” Continuò Ella.
“Ella, sinceramente, non devi pensarci. Malfoy va in giro pensando di essere migliore di chiunque altro. Tu gli hai solo dato una lezione.” 
Ella sembrò appena, appena rincuorata da quelle parole, e dopo un po’ stava già ridendo e scherzando con gli altri, senza più rimuginarci su. Presto videro il paesaggio cambiare. 
Ormai si stavano inoltrando nell’aperta campagna e la notte era calata.
Il treno iniziò a rallentare.
Meglio cambiarsi”* Disse Hermione. Lei e Ron tornarono rapidamente alla carrozza dei prefetti mentre Harry e gli altri si davano un gran da fare con i bagagli.
Scendendo dal treno si addentrarono nell’aria notturna. 
Non sentendo la familiare voce di Hagrid che richiamava gli allievi del primo anno, Harry e gli altri si allarmarono, ma non potendo fare molto in quella situazione, si diressero verso le carrozze.
Fu allora che Harry notò qualcosa che non aveva mai visto prima.

Quelle carrozze non erano senza cavalli. C’erano delle creature tra le stanghe… Erano completamente privi di carne, i manti neri aderivano allo scheletro, di cui era visibile ogni osso. Avevano teste di drago, con occhi senza pupille bianchi e sgranati.*
Gli fu presto evidente che era il solo a vederli. Ne Ron, Hermione, Neville o Ella erano in grado di vederli.
Stai tranquillo disse una voce sognante accanto a Harry… Non stai impazzendo. Li vedo anch’io”.*
Era Luna Lovegood e, sebbene Harry non fosse pienamente rassicurato dalle sue parole, tutti salirono sulla carrozza, diretti a Hogwarts.
“Ah, dimenticavo. Benvenuta a Hogwarts, Ella.” Disse Harry.

 

 

Al castello

Il loro viaggio in carrozza fu abbastanza tranquillo e silenzioso. Man mano che si avvicinavano al castello, Harry notò che dalla capanna di Hagrid non proveniva alcuna luce.
Sperava che non se ne fosse andato per sempre.
La carrozza si fermò davanti al portone di quercia. Harry scese per primo** e tutti gli altri lo seguirono.
“Il castello di Durmstrang non era così grande.” Disse Ella, sovrappensiero.
“Victor mi aveva detto che lì il parco è molto più grande.” Rispose prontamente Hermione.
“E cos’altro ti ha detto Victor?” Chiese Ron scontroso.
“Non eri tu quello che voleva il suo autografo?” Rispose Hermione stizzita.
“State parlando di Victor Krum?” Chiese Ella.
“Sì, proprio lui. Era il campione di Durmstrang al torneo Tre Maghi. Bhè, Ron non ha apprezzato che avesse invitato Hermione al ballo del ceppo.” Spiegò Ginny.
“Era un gran zuccone. Un grandissimo campione, certo, ma proprio zuccone. E cosa centra il ballo del ceppo, Gimmy?” Continuò Ron.
“Con me era piuttosto gentile. Mi chiedeva spesso com’era l’Inghilterra. Non parla così male l’inglese.” Disse Ella. Lei ed Hermione si guardarono e fecero un risolino che lasciava poco da immaginare.
Ron continuò a borbottare tra sé e sé ma ben presto oltrepassarono il portone e si diressero verso la sala grande.
“Da questa parte si scende verso i sotterranei. Mentre salendo a sinistra arrivi ai piani superiori. Quella è la strada per arrivare alla torre nord, noi ci facciamo Divinazione lassù.” Cominciò a dire Ron.
“Credo che Ella farebbe meglio a imparare ad arrivare alla Sala Comune e poi, Hermione sarà sempre con lei. Non c’è il rischio che si perda.”  Disse Harry, credendo che Ron stesse confondendo Ella più del dovuto.
“Potter, Weasley, Granger e Paciok.” Disse una voce autoritaria in cima alle scale.
I ragazzi alzarono lo sguardo e proprio sul ciglio della scalinata c’era la professoressa McGranitt che li scrutava con aria seria.
“Andate alla sala grande. Anche tu, signorina Weasley. Singorina Davies, seguimi.” Disse loro, e il tono della sua voce non ammetteva repliche.
“Ti terremo un posto accanto a noi. “ Disse Ron ad Ella.
“Ci vediamo dopo.” Le disse Harry.
“A dopo.” Rispose Ella, e col cuore un po’ più pesante, seguì la professoressa McGranitt fino al suo studio.
Era una stanza molto ordinata, con dei luminosi candelabri che pendevano dal muro. Molti libri erano stati riposti su degli scaffali dietro la scrivania.
“Siediti pure, signorina Davies. Ti ho fatto venire qui perché prima dell’inizio delle lezioni, cioè domani, dovrai scegliere quali corsi seguire. Li sceglieremo insieme, in base anche alle tue preferenze e ai programmi che seguivi a Durmstrang. Sono stata chiara?” Le chiese. Ella annuì, ma non disse niente.
“Seguirai tutte le materie di base insegnate qui ad Hogwarts, che bene o male corrispondono a quelle della tua precedente scuola: Erbologia, Incantesimi, Storia della Magia, Difesa contro le arti Oscure, Trasfigurazione, Pozioni.” Disse la McGranitt. “Ora è il caso di scegliere le materie che saranno oggetto di esame ai GUFO.” 
“Vorrei seguire Cura delle creature magiche, aritmanzia e antiche rune.” Disse Ella.
“Dovrai metterti in pari con gli altri allievi. Sono materie complesse, specialmente aritmanzia e antiche rune. Ma dal momento che, da quanto mi è stato detto, i tuoi voti sono sempre stati ottimi, non credo avrai problemi.” Le disse la McGranitt.
La professoressa consigliò ad Ella dei libri di testo da acquistare che l’avrebbero senza dubbio aiutata a recuperare rapidamente quanto fatto negli anni precedenti.
“Manderò un gufo al Ghirigoro domani mattina con i tuoi ordini. In più questa è un’autorizzazione speciale per prendere in prestito tutti i libri che riterrai necessari dalla biblioteca. Basterà che prima verrai ad informarmi. Ora puoi andare al banchetto, signorina Davies.” Le disse la McGranitt, porgendole un foglio di pergamena arrotolata.
“Professoressa?” Disse Ella, timidamente.
“Sì?”
“Non…” Stava per dire, ma la porta dell’ufficio si aprì, cigolando appena, e sulla soglia apparve una figura familiare.
“Cosa posso fare per te, Severus?” Chiese la McGranitt.
Piton scrutò Ella per qualche momento, prima di rispondere.
“Ho interrotto qualcosa?” Disse pacatamente. 
“No, io e la signorina Davies abbiamo finito.” Gli rispose la McGranitt.
“Il professor Silente mi ha mandato a chiamarla. Il banchetto è quasi iniziato. Non vorrà perdersi l’inizio?” Spiegò Piton. Da quanto le aveva detto Ron, era importante che tutti i professori assistessero al discorso di inizio anno del preside e alla presentazione del nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure.
“No, certamente no.” Rispose la McGranitt. “Verrò subito. Ho bisogno di qualche minuto per compilare questi moduli.” Disse la McGranitt, e poi si rivolse a Ella. “Stavi dicendo, signorina Davies?”
Ella diventò subito rossa. Pensò che, fortunatamente, volgeva le spalle verso il professor Piton, anche se difficilmente questi non avrebbe notato l’agitazione nella sua voce.
“Allora?” Le chiese la McGranitt.
Ella sentiva il respiro farsi più rapido.
“Ecco, io non… non… non so come raggiungere la sala grande.” Disse, balbettando un po’ e nascondendo le mani dentro le tasche della divisa.
“Ah, giusto. Non ci avevo pensato. Sii gentile, Severus. Accompagna la signorina Davies alla sala grande. È la nuova allieva del quinto anno di cui ci ha parlato il preside. Dì al professor Silente che vi raggiungerò a breve.” Disse la McGranitt e, a quelle parole, Ella trasse un profondo respiro. L’aveva immaginato.
Si voltò e incrociò lo sguardo di Piton. Questi non disse una parola. Si limitò soltanto a uscire dalla stanza. 
Ella lo seguì in silenzio lungo i corridoi. Il passo felpato del professore si accompagnava al svolazzare del suo mantello nero mentre il suono dei suoi passi riecheggiava per i corridoi. 
Lui non disse una parola ed Ella pensò di adeguarsi.
Ron e i gemelli le avevano detto di quanto Piton odiasse gli studenti di Grifondoro. Sapeva che tra lui e i membri dell’Ordine non c’era mai stata molta simpatia e, pertanto, non voleva infastidirlo minimamente.
Mentre camminavano, Piton avanti ed Ella dietro di lui, il rumore dei loro passi fu sovrastato da un grande chiacchiericcio. Molte voci si sovrapponevano le une sulle altre. 
Si vedeva una grande luce provenire dalla parte più in fondo del piano. 
Improvvisamente, però, Piton smise di camminare e si voltò verso Ella. Il suo sguardo era gelido. 
Ella cercò si sostenerlo, ma sperava che tornasse a voltarsi.
“La Sala Grande è in fondo, girando a destra. Non credo ti perderai.” Le disse e, rapidamente, tornò indietro. 
Ella aspettò che voltasse l’angolo, prima di rilassarsi.
In fondo a destra. No, non si sarebbe persa.
Si incamminò verso la luce e ben presto arrivò di fronte al grande arco di pietra che faceva da entrata al sala. Quattro tavoli lunghi erano posti al centro della sala, mentre il tavolo dei professori era in fondo.
Sul soffitto si poteva osservare un immenso cielo stellato, e miriadi di candele fluttuavano nell’aria, illuminando tutto l’ambiente. Ella vide le figure argentee dei fantasmi volteggiare lungo i tavoli.
Ci volle un po’ di tempo, ma finalmente Ella intravide delle teste rosse in fondo al secondo tavolo, sedute in fondo. Prese un altro respiro ed entrò nella sala.

 

 

Il mattino seguente

 

“La Sala Grande è da quella parte?” Chiese Ella ad Hermione. Si era svegliata quella mattina molto presto. 
Fuori era ancora buio e tutte le ragazze dormivano. Era rimasta sul letto a pensare a dove si trovava, con chi e come. Dalla finestra provenivano dei leggeri spifferi d’aria. Il castello era silenzioso.
Poi le ragazze si erano svegliate, una ad una, e insieme si erano sciacquate, vestite e scese nella sala comune. Ron ed Harry non erano ancora pronti. Così Hermione ed Ella erano scese direttamente per andare a colazione.
“Sì, girando a destra. Stai iniziando ad ambientarti?” Le chiese Hermione.
“Mi ci vorrà un po’ per riuscire ad andare in giro da sola.” Rispose Ella.
“Visto che frequentiamo gli stessi corsi non avrai problemi.” Le disse Hermione. “Più tardi ti farò vedere dov’è la biblioteca. Non posso credere a quanta fortuna hai! La McGranitt ti ha dato il permesso per ritirare tutti i libri che vuoi, anche quelli proibiti! Sarebbe davvero interessante poterli leggere.” 
“Potrò sempre leggerli con te.” Le disse Ella, intuendo che Hermione non vedeva l’ora di poter leggere quei pochi libri della biblioteca che non era ancora riuscita a procurarsi.
Entrando nella sala grande, tra i pochi studenti che erano lì, Ella riconobbe quel ragazzo dal viso spigoloso, i capelli biondi e la pelle chiara che aveva preso in giro Harry e Ron il giorno prima sul treno.
In pochi secondi, Ella poteva rivivere gli avvenimenti del giorno prima, accaduti sul treno.
Notando che anche il ragazzo, Malfoy le sembrava che si chiamasse, la guardava, arrossì e distolse lo sguardo.
Raggiunsero il tavolo dei Grifondoro e si sedettero, ma subito Hermione saltò in piedi, agitata.
“Devo andare in biblioteca. Ho dimenticato un libro. Aspettami qui, Ron ed Harry arriveranno tra poco.” Disse Hermione. Così Ella restò sola, con il suo porridge come unica compagnia.
Il suo sguardo si spostò di nuovo verso il tavolo dei serpe verde, ma Malfoy, per fortuna, non guardava più verso di lei. Accanto a lei, qualcuno aveva lasciato una copia della Gazzetta del Profeta. 
La data risaliva al giorno prima. In prima pagina spiccava la foto del Ministro della Magia. 
Ella pensò che era invecchiato parecchio nell’ultimo periodo. In formato più piccolo, la foto della Umbridge sorrideva e si prestava generosamente agli scatti fotografici.

 
Il Ministero della Magia ridimensiona l’insegnamento alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

Dolores Jane Umbridge, Sottosegretario al Ministero, sarà la nuova insegnante di Difesa contro le Arti Oscure.


Chiuse il giornale, decisa a dedicarsi con più lena al suo porridge. 
Aveva quasi finito quando vide Ron ed Harry avvicinarsi al tavolo.
“Ciao Ella!” Disse Ron, gettandosi sulle fette di pane tostato. 
“Ciao Ella.” Le disse Harry, sedendosi di fronte a lei. 
Lei sorrise a tutti e due. 
“Passata bene la prima notte ad Hogwarts?” Le chiese Harry, versandosi del latte sui cereali.
“Oh, sì. Davvero molto tranquilla.” Disse Ella. 
“Harry mi passi quelle salsicce?” Chiese Ron, che ormai doveva aver finito col pane tostato.
“Possibile che non pensi altro a mangiare?” Chiese la voce familiare di Hermione, appena ritornata.
“Perché? Ho solo fame. Non ci vedo nulla di strano.” Le rispose Ron con la bocca piena.
“Sei senza speranze, Ronald Weasley.” Gli rispose. “Questo è il nuovo orario. Me lo hanno appena dato.”
Si misero tutti e quattro a sfogliare dettagliatamente l’orario.
“Miseriaccia!” Esclamò Ron, ingoiando anche l’ultima salsiccia. “Guarda qui, Harry. Due ore di Pozioni il primo giorno. Mi do malato. Non ci voglio venire. E poi abbiamo Divinazione e Difesa contro le arti oscure il pomeriggio. Abbiamo Piton, quella squilibrata della Cooman e persino l’insegnate di Difesa contro le arti oscure, tutti il primo giorno. L’ho già detto che mi do malato?”
“Piantala, Ron. Io ed Ella dobbiamo anche andare ad Antiche Rune.” Disse Hermione.
“Non hai scelto Divinazione?” Chiese Harry ad Ella.
Ella gli rispose a bassa voce.
“La McGranitt non me l’ha consigliata.”
“Lei e la Cooman non vanno molto d’accordo. Anzi, si può dire che si destestano cordialmente.” Disse Ron.
“E’ una branca della magia molto incerta. Non è il caso che Ella sprechi tempo prezioso. Deve recuperare quello che abbiamo fatto negli ultimi due anni.” Disse prontamente Hermione.
In quel momento arrivò Neville e si sedette vicino a loro. Era paonazzo e sudava freddo.
“Visto il nuovo orario?” Chiese Ron, senza molta delicatezza.
Neville annuì, sconfortato.
“Lo vedi, Hermione? Non sono il solo a non essere d’accordo sul nuovo orario.” Le disse Ron.
Hermione non rispose. Sapeva che Neville aveva il terrore del professor Piton. Si limitò a infilare nella borsa il foglio con l’orario delle lezioni.
“Io vado. Devo passare prima dalla McGrabitt a consegnare i compiti delle vacanze. Ci vediamo a lezione.” Disse Hermione e si allontanò rapida. 
“Ma come fa? Parola mia, Harry, un giorno o l’altro le scoppierà il cervello.” Disse Ron, addentando un muffin al cioccolato.
“Hai finito? Non vorrei arrivare in ritardo. Ci manca solo che Piton tolga dei punti a Grifondoro proprio il primo giorno perché siamo in ritardo.” Disse Harry.
“Mangio per strada.” Disse Ron, prendendosi altri due muffin.
“Sì, andiamo.” Disse Ella. “Così possiamo tenere un posto anche per Hermione. Neville, vieni con noi?”
“Si. Meglio con voi che solo.” Gli rispose il ragazzo. 
Alzandosi dal tavolo, Ella notò che il professor Piton non era venuto a colazione.
Rabbrividì leggermente, pensando che li stava sicuramente già aspettando in aula.

  

To be continued….

Oh, ce l’ho fatta. Questo capitolo è stato sofferto. Mi dispiace che sia venuto lungo, anche più del previsto, ma ho dovuto. Purtroppo, iniziando un capitolo, non si sa mai come andrà a finire.
In ogni caso, voglio dirvi che come sempre mi sforzo di seguire le linee essenziali della trama, cercando di inserire Ella in maniera coerente. 
Rispetto agli altri capitoli, Ella prevale un po’ di più. Diciamo che se lo meritava. In fondo, è intorno a lei che ruota la storia. Fin qui il quadro è semplice: Ella si deve ambientare nella nuova scuola, conoscere i suoi compagni e abituarsi ai nuovi ritmi di vita e studio. Spero di non essere caduta nell’OOC. È una mia eterna fissazione.
Nella prima parte del capitolo, le frasi in corsivo e contrassegnate dall’asterisco sono tratte da 
* Harry Potter e l’Ordine della Fenicie, 2003, Salani Editore, dal Capitolo  10, Luna Lovegood,*

Comunque, ringrazio tutti colore che hanno letto e in particolare:

Breathless e Ladyhawke25 per aver inserito la storia tra le seguite.
Aya88 
per i tuoi consigli mora, la tua pazienza e le idee geniali. Nel prossimo capitolo ci sarà la lezione.^^

Hotaru_Tomoe: Tranquilla, anzi grazie di aver recensito.^^ Sono contenta che Ella ti piaccia. Confesso che piace anche a me. Le citazioni sono una mia ossessione. Mi piace inserirle spesso e volentieri, con motivazione ovviamente. La curiosità di Ella per Piton è un fatto puramente normale. Ha sentito i cugini ed Harry parlarne in maniera molto negativa. Quindi non sa effettivamente come comportarsi con lui. Sono contenta che la scena delle bacchette ti sia piaciuta. Per avere a che fare con la Umbridge ci vorrà un pochino.  Ma ti darò soddisfazione, non temere. Grazie ancora di aver recensito.^^

Breathless: oh cara, che emozione. La tua recensione mi ha lasciata a dir poco senza parole. Sei stata molto gentile e piena di complimenti.^^ Grazie mille per tutti i tuoi bellissimi complimenti. Sono d’accordo con te. Le fan fiction su Harry Potter che presentano un personaggio originale sono interessanti. Perché c’è qualcosa di nuovo da dire, in un certo senso. Sono felice di sapere che Harry è IC. Ho sempre paura di sbagliare coi personaggi non miei.^^ Come ho detto a Hotaru_Tomoe, l’interesse di Ella per Piton è puramente ispirato dai commenti e dai racconti dei cugini. Credo che tu abbia fatto centro. Ella spezzerà il cuore di più di una persona, e anche il suo cuoricino ne uscirà leggermente provato. Ma non voglio anticiparti nulla, perché il bello deve ancora venire.

Grazie mille di tutto, sei stata davvero molto gentile.^^
Anche per oggi è tutto, alla prossima

 

 

 

storyteller lover

 

 

   
 
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