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Autore: Luz_    07/10/2010    2 recensioni
Ho bisogno di spendere.
Questa parola rimbomba nella mia testa e fa male, tanto male.
Spendere! Spendere! Spendere!
Giro famelica per quella via, quella meravigliosa, ma tremenda via di New York, e non so dove andare.
E’ tutto così bello, scintillante, glamour.
I manichini sembrano chiamarmi verso di loro, sembrano tirarmi con una corda invisibile verso le porte dei negozi e come non poter seguire il canto delle sirene? Sarebbe stato impossibile.
Ed eccola..la luce. Lì, davanti a me, dietro quel doppio vetro, di quella boutique...
"..." Corro a prendere le buste e con un gesto teatrale, tiro fuori le mie incredibili, meravigliose, divine anime gemelle. Le pongo davanti gli occhi di Luke, che le osserva inespressivo.
“Sai cosa sono queste?”gli chiedo quasi con la bava alla bocca. Lui scrolla le spalle e con fare semplice risponde “Delle scarpe.”
Delle scarpe! Mantieni la calma Becky, non è colpa sua, non è colpa sua.
“Queste non sono delle scarpe. Guarda attentamente..suola rosso sangue.”gli suggerisco.
“Ci hanno ucciso qualcuno?”
“No!”quasi grido indignata. “Sono delle incantevoli Louboutin, le ultime..che io dovevo avere.”
“Cosa hanno di speciale?”
Spalanco gli occhi. Sono al massimo dell’indignazione, non potrei sopportare altro. Rinfilo bruscamente le scarpe nella scatola, mentre osservo Luke che cerca di trattenere una risata.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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7.


Okay. Niente panico. E’ tutto sotto controllo. Ho tutto sotto controllo. Non devo farmi prendere dall’ansia in questo momento, devo rimanere tranquilla.
Osservo il desktop del mio portatile e picchietto con le unghie ben smaltate sulla superficie della scrivania.
Do un’altra occhiata alla pagina ormai perennemente aperta sul desktop, poi uno schiarirsi di voce mi ricorda che dovrei dire qualcosa di utile e costruttivo.
Mi schiarisco la voce e siedo sulla scrivania di fronte loro. “Bene. Avete ricevuto tutti l’e-mail di Christine?”
Guardo i miei collaboratori, Jack, Sarah, Liam, Jennifer, Robyn e Susan, che da oggi saranno sotto le mie direttive e tutti annuiscono prontamente.
“Perfetto. Allora potremmo..”
Jennifer alza la mano con il suo solito atteggiamento da donna altezzosa e mi blocco, facendole segno di parlare. “Se posso permettermi, non sarebbe meglio partire dal visualizzare l’organizzazione degli scorsi anni? Potremmo confrontarci sui pro e contro. No?” Tutti annuiscono compiaciuti.
“Ci stavo arrivando, ma grazie lo stesso.”mi precipito a dire, mentre sento il sangue fluire leggermente sulle mie guance.
“Questo è un buon modo per iniziare, ma non ci focalizzeremo solo su questo, il tempo non è molto. Perciò tu, Jennifer, ti dedicherai alla tua proposta, assieme a Susan.”
Ignoro il suo cambio d’espressione e gongolo per un attimo tra me e me..amo essere il capo!
“Robyn e Sarah, vorrei che voi cercaste i contatti dei migliori tecnici delle luci, della musica, del palco. Solo i migliori, non voglio scherzi, poi li selezioneremo assieme. Invece tu Jack assieme a Liam vi dedicherete alla lista degli ospiti. Star, attrici, uomini d’affari, giornalisti, tutti quelli che ritenete adatti, la disposizione la organizzeremo quando avremo la lista definitiva.”Sospiro soddisfatta. “Avete qualche domanda?”aggiungo in un sorriso, ma tutti scuotono la testa con un’espressione tra il divertito e l’ammirato, tutti tranne Jennifer ovviamente, che come loro, non credeva che avrei potuto avere una tale fermezza.
“Perfetto, allora la scadenza è fissata per il fine settimana, in cui ci aggiorneremo e fisseremo nuovi dettagli. Potete andare..e grazie.”
Susan mi lancia un sorriso, mentre Liammi fa l’occhiolino ed insiemeraggiungono le proprie scrivanie, tornando a lavoro.
Sprofondo nella poltrona e sorrido compiaciuta per come me la sono cavata.
Cavolo, non pensavo potesse essere così gratificante avere in mano la situazione! Mi ero preoccupata inutilmente!
Uscita da lavoro sarei passata da Barneys per farmi un regaluccio, niente di eccessivo, ma insomma, me lo merito!
Una borsa casomai, una Marc Jacobs..oh si! La nuova Rio Bag! Devo farvi un salto assoluta..
“Becky?”
Alzo la testa e trovo un Jack sorridente davanti alla scrivania. “Ehi, dimmi.”
“Permettimi di dirlo, ma sei stata fantastica prima.”
“Oh, grazie Jack, sono contenta di saperlo.”dico imbarazzata e chino il capo nascondendo il volto arrossato.
“Christine ha fatto un’ottima scelta, dandoti il comando dell’organizzazione, ne sono convinto.”continua, accomodandosi tranquillamente sulla mia scrivania.
Gli sorrido sincera, ma non posso non dare voce ai miei pensieri. “Come mai tutta questa gentilezza?”
Jack sembra per un attimo sorpreso, poi torna nuovamente al suo solito sorriso. Poveri muscoli facciali. “Cerco di essere semplicemente sincero con te e gentile. Se ti dà fastidio mi limiterò..”
“Oh no. Non intendevo questo. E’ solo che mi pare strano, tutto qui. Ma sono contenta che la pensi così, davvero.”
“Perfetto.”
Il suo sguardo è fermo nel mio ed ho come la sensazione che cerchi di entrarmi dentro, cerchi di trasmettermi qualcosa, ma non sono così forte da sostenerlo a lungo; abbasso lo sguardo sull’orologio e mi accorgo che è giunta l’ora del pranzo: avevo promesso a Luke di vederci.
“Scusami Jack, ma devo scappare. Continuiamo dopo ok?”
Non ha neppure il tempo di rispondere, che sono già volata via verso gli ascensori, mentre infilo il cappotto e il basco.
Nell’ascensore osservo il mio riflesso allo specchio e opto per un ritocco al rossetto; quel mascara tenuta 24 ore è un toccasana per le donne!
Il dlin dell’ascensore mi avvisa che sono arrivata nella hall e lo attraverso accompagnata dal solito ticchettio dei miei tacchi sul marmo lucido e immacolato.
“Eccomi!”esclamò in un sorriso, gettando le braccia attorno al collo di Luke, che mi attende al di là delle porte di vetro.
“Ehi! Cos’è tutta questa foga?”ride e il mio cuore non può non perdere un battito osservando quel sorriso così genuino e al tempo stesso incantevole.
“Questa mattina è stata..utile, si.”affermo, annuendo a me stessa.
Sarebbe meglio un “fantastica, eccezionale, da sballo!” ma meglio che mi trattenga..sono un capo, non posso perdermi in eccessive esclamazioni.
“Ossia?”mi domanda Luke senza abbandonare il suo sorriso e prende a camminare con me sottobraccio.
“Ho avuto la prima riunione, per così dire, con la mia squadra e devo dire che mi sono fatta valere.”
Per quanto mi sia sforzata, il senso di fierezza che provo è stato più che palese. “E Jack mi ha fatto i suoi complimenti personali..”aggiungo con indifferenza, ma con la coda dell’occhio non perdo nulla della sua possibile reazione. “Molto sentiti soprattutto.”
“Sono felice per te amore, davvero.”
Cavolo. Perché ha mantenuto quel sorriso a trecentosessanta denti dipinto sul viso e mi ha guardato con tutta la dolcezza del mondo, senza alcun segno di essere stato scalfito?No, non va.
“Anche tu sembri particolarmente allegro. Dai, racconta; cos’è successo?”mormoro tirandogli il braccio e lui abbasso lo sguardo con un sorriso e mi passa un braccio attorno alle spalle.
“Diciamo che i nuovi clienti hanno avuto buone impressioni sul lavoro che abbiamo svolto per loro fino ad ora e saranno particolarmente generosi con noi, se tutto continua ad andare nel verso giusto.”
Sbeng. Ecco che mi guarda divertito, mentre la mia bocca assume la perfetta forma di un uovo e i miei occhi si aprono come due padelle. Ha precisamente toccato il mio punto debole la sua rivelazione.
“E’ grandioso, Luke!”esclamò abbracciandolo più forte che posso, ma è lui a sollevarmi da terra, mentre le sue labbra si scontrano contro le mie e intraprendono la mia danza preferita.
E lì, su quel marciapiede di Manhattan, gioiamo come due bambini che hanno ricevuto il loro giocattolo preferito a Natale, e non ci curiamo delle occhiate dei passanti, che ci osservano ambigui.

“Ma allora ciò che tuo padre ha detto quella sera a casa nostra su John Stewart?”domando, mentre addento un sandwich al formaggio.
Luke fa spallucce e beve un sorso della sua Coca per mandare giù il boccone. “Non posso seguire i pregiudizi di mio padre, Becky. E’ vero, Stewart non è l’uomo migliore del mondo, ma io sono un avvocato e se qualcuno ha bisogno di me, devo fare il mio lavoro, che a quanto pareha dato ottimi risultati fin’ora.”
“Si, ma forse non dovresti trascurare completamente ciò che tuo padre ti ha detto. Alla fin fine ha anni di esperienza alle spalle, saprà cosa..”
“Non dico di non considerare le parole di mio padre..”mi interrompe, scuotendo il capo. “Ma ora come ora i suoi avvertimenti non mi sono utili, anzi tutt’altro.”
“L’importante è che tu ne sia convinto..”
“Certo che lo sono.”conclude, poi si apre nuovamente in un sorriso, più felice di prima. “Ho prenotato per domani sera in un posto carino.”
Mi avvicino ad una spanna dal suo viso e sorridendo, mormoro: “E come mai?Cos’altro si festeggia?”
“Mi voglio far perdonare per i venerdì sera e i sabati in cui sono stato impegnato.”
Lo guardo severa. “Sai che non ce n’è bisogno.”
“Lo so?”
“Devi.”sorrido sulle sue labbra, che bacio con estrema delicatezza.
“Devi per forza tornare a lavoro ora?”mi sussurra Luke con voce roca, sfiorando la mia guancia con la punta del naso.
Abbasso lo sguardo sul mio orologio e mi accorgo di essere in ritardo già di dieci minuti, perciò salto giù dallo sgabello e infilo il cappotto velocemente.
“Ci vediamo a casa.”lo saluto con un ultimo, breve bacio e corro fuori dalla caffetteria, mentre il suo sguardo sorridente non mi lascia finchè non svolto l’angolo.
   
 
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