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Autore: Giuly_Stewart    07/10/2010    4 recensioni
Seguito di Breaking Dawn...molto particolare
Renesmee dopo essere rimasta sconvolta dalla storia dell'imprinting...dovrà affrontare una situazione che va al di là della sua immaginazione....
Il rating è un misto...ma di questo ce ne occuperemo dopo
il genere è romantico/drammatico
BUONA LETTURA
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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- REMEMBER ME -

 

Capitolo 1

 

Erano passati nove mesi, nove mesi da quando LUI non c'era più e tre mesi che non parlavo con i miei genitori, solo ringhi soffocati di mio padre e occhi tristi di mia madre, l'avevo combinata grossa parecchio grossa e me ne rendevo conto.

- Agli ordini signora – avevo sussurrato tra i denti, avevo chiuso gli occhi e avevo individuato l'odore dei miei e in mezzo secondo ero davanti a loro, roba da gente normale, eccome!

- Renesmee fai poco la melodrammatica! - ringhiò tra i denti mio padre

Libertà di pensiero alla grande. L'unica risposta che ricevetti uno sguardo glaciale. Eravamo tre statue, in silenzio, completamente in silenzio,l'unica cosa che si avvertiva era il suono del bosco, quei mille suoni che in altre circostanze sarebbero stati terribilmente rilassanti, e poi c'era il mio cuore che batteva, veloce, ma se batteva era per un fatto puramente fisiologico. Per me poteva anche smettere per sempre. Ormai era malato e spezzato in due.

Mio padre tentò di abbracciarmi, ma mi scansai.

- Renesmee, ti prego parla, lo so che la perdita di Jacob è stata un brutto colpo ma noi ti avevamo detto di non prendere decisioni affrettate...- mia madre non riuscì a finire il discorso che la interruppi.

- ah davvero??!! non prendere decisioni affrettate?? dopo che ho cacciato via...Ja...Lui per sempre perchè pensavo che questa vita era un schifo...perchè eravamo troppo diversi...voi cosa avete fatto??? mi avete spiattellato tutta la verità in faccia...dicendomi quella cosa bestiale sull'imprinting ma ormai era troppo tardi...- Non mi piaceva piangere davanti ai miei...

- Piangi pure, ti capiamo – si avvicinò mio padre. I suoi occhi erano carichi di disperazione avrebbe versato lacrime se non fosse morto.

L'espressione di mia madre era glaciale. Quegli occhi ambrati ma con delle sfumature ancora rosse erano angosciati. C'era qualcosa che non sapevo, ancora.

- No voi non capite. Punto, non avete mai capito nulla...era meglio se non fossi mai esistita- dissi sussurrando ma capii subito che era la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso. Mia madre sgranò gli occhi e corse via nel bosco. Mio padre mi ringhiò e mi disse che questa volta l'avevo esagerato e che non sarebbe finita qui e corse via anche lui. Rimasi sola, come sempre, avevo perso le scie dei miei da un bel po'. Mi misi a sedere su un sasso e piansi le lacrime più amare che avevo. Avevo cacciato via Jacob per un'assurdità, alla prima incomprensione avevo detto le parole più brutte che avevo. Perchè i miei si erano presi il disturbo di crearmi? Quante cose mi sfuggevano? Perchè ogni volta che parlavo di quanto stessi male mia madre non parlava e mio padre si bloccava? Tante domande, poche risposte.

Non mi pentivo nemmeno un po' di quello che avevo detto, dopotutto i miei si erano amati e si amavano e si sarebbero amati. Capivo che mia madre era morta nel darmi alla luce, perchè lo ricordavo chiaramente, ogni singolo momento della mia nascita, ma non capivo come mai si ostinassero a dire che mi capivano. NO. Basta, c'erano troppe cose che dovevo sapere.

Mi apparve mia madre davanti, seguita da mio padre, sconvolta i suoi occhi erano quasi neri, non l'avevo mai vista perdere così la calma, ma a quanto pare papà le aveva riferito ogni mio pensiero.

- SMETTILA! SE NON VUOI CHE TI RINCHIUDIAMO IN CASA PER IL RESTO DEI TUOI GIORNI, OVVERO PER SEMPRE, SMETTILA! IO TI CAPISCO MOLTO Più DI QUANTO TU POSSA CREDERE, TU NON SAI COSA SIA IL DOLORE.

- Bella...aspetta...non....- mio padre cercò di bloccarla.

- NO...EDWARD DEVE SAPERE! -

- COSA???!!!! quanto si soffre per amore?? non lo sai, hai sempre vissuto la tua favola con papà! Il dolore che provo io è questo. - detto ciò le misi con forza una mano sulla guancia e le feci vedere tutto e tutti, quanto ero felice e quanto il mondo mi fosse caduto addosso dopo la notizia dell'imprintig, tutti i momenti che avevo passato con Jacob e poi il buio più totale. E infine tutti gli incubi che ogni notte mi venivano a trovare.

- NON BASTA – rimasi un po' perplessa sia dall'espressione di mia madre che da questa risposta. -E' ben altro il dolore.- Parlava velocemente, con la voce spezzata e mi riversò tutto il suo dolore in me. Mi sentivo uno schifo. Come sempre aveva ragione lei. Un'altra verità sopra le mie spalle. Mio padre mi osservava e io cominciai a piangere. Mia madre aumentò il tono di voce finchè non si mise le mani agli occhi e si chinò. Cominciò a sussurrare parole contro la mia reazione.

- NON è POSSIBILE...perchè? Com'è che siamo arrivati a ciò! Vuoi sapere cos'è il vero dolore?! Questo, vedere la propria figlia ingrata...non è possibile...- tremava. Cominciai a singhiozzare. Con un movimento impercettibile mi ritrovai le mani di mia madre sulle guancie, il suo volto era sconvolto, un mix di emozioni che mi facevano morire. Sapevo quello che voleva fare voleva farmi vedere ma io non avrei visto nulla.

- Amore mio...non servirebbe a nulla, lei non ti può sentire, sentirei solo io...ti prego non farlo...penso che abbia capito – disse mio padre cercando di bloccarla.

Ma mia madre era troppo sconvolta...sentii lo scudo rimbalzare però non vidi né udii niente...sentii solo un vuoto profondo...come se il mio cuore fosse stretto in una morsa, chiusi gli occhi e poi quando mia madre staccò le mani sentii nel profondo del cuore come un urlo, aprii gli occhi e vidi mio padre accasciato con le mani sulle orecchie e gli occhi chiusi. Mia madre aveva gli occhi sgranati si guardò le mani cominciò a farfugliare qualcosa.

- Non posso averlo fatto veramente. Non...-

cercai di abbracciarla, sentivo il bisogno di stringerla tra me...ma non me lo permise, si coprì il volto con le mani e scomparì nel bosco. Mio padre mi guardò male e andò via anche lui. E io rimasi sola!”.

Ripensare a quel giorno mi faceva morire. Avevo provato più volte a parlare con i miei. Ma niente, mia madre mi sfuggeva, mio padre seguiva in ogni movimento mio padre.

Non poteva andare avanti così. La mia famiglia era preoccupata. Mio nonno cercava di rassicurarmi ma niente, le cose non tornavano al loro posto.

Andai al frigorifero, c'erano tantissime cose, frigorifero degno di un grande supermercato in miniatura. Tutti avevano sempre sperato che smettessi di bere sangue, ma niente, non c'era paragone, ogni tanto mangiavo delle merendine o bevevo latte ma lo facevo con forza. Presi dei cereali in una tazza e andai a sedermi sul divano. Mangiare roba normale mi irritava, mi faceva pensare. Pensare perchè mia madre mi teneva ancora il muso, dopotutto avevo cercato di scusarmi ma niente, mio padre sembrava avesse perso il suo potere. Era tutto un disastro! Ed era tutta colpa mia...se non avessi lasciato Lui tutto questo non sarebbe successo...se qualche buon'anima mi avesse parlato prima tutto questo FORSE non sarebbe successo.

- Nessieeeeeeee...se eviti di spezzare il servizio di posate, tua nonna sarebbe molto contenta!

Mia zia Alice si era seduta vicino a me, ritornai alla realtà e mi accorsi che il cucchiaio che tenevo in mano era completamente piegato in due.

Il silenzio che susseguì era alquanto irritante. La storia ormai era nota ad ogni membro della famiglia, tutti avevano provato a risanare il rapporto con quei due...ma niente! Io...io ero scioccata.

Non sapevo cosa dire.

- em....- dissi per rompere il ghiaccio

- si???!!!! vuoi sapere sapere se tornerà tutto normale?? la risposta è si! Però non so quando- mi rispose tutta sorridente mia zia, aveva un'energia paurosa. In realtà non volevo sapere proprio quella cosa, ma andava bene lo stesso. Volevo sapere se avrei mai rincontrato Jacob, ma sapevo già la risposta: “ non riesco a vedere il tuo futuro”.

- Grazia zia- fine della mia conversazione. Avevo bisogno di tranquillità. E mentre lasciavo il soggiorno sentii zia Alice dire qualcosa a nonna, qualcosa del tipo: “ dobbiamo aspettare”. Si aspettare era la cosa migliore, ma quanto avremo dovuto aspettare? Fra un po' cominciava anche la scuola, solita routine, sentire sempre le stesse cose, quanto fosse bello mio padre, quanto fosse misteriosa e affascinante mia madre. Uscii dalla porta-finestra del soggiorno e mi lanciai a tutta velocità verso casa, aveva cominciato a nevicare, l'Alaska era tremenda, peggio di Forks. Alcuni ricordi affioravano quando meno me l'aspettavo. Ogni tanto vedevo me con Jacob. Le lacrime cadevano sulle mie guance. Stavo per raggiungere l'ingresso di casa e stavo rallentando quando qualcosa mi passò davanti alla velocità della luce. Mi impaurii e sbattei una spalla e la testa contro il muro della casa. Non badai minimamente al dolore che la botta mi procurava, ma volevo sapere cosa mi avesse tagliato la strada, non era un vampiro dei nostri, avrei riconosciuto la scia. Ma non riuscivo bene a sentire l'odore, dopotutto non avevo il senso dell'olfatto tanto sviluppato come i normali vampiri. Non sapevo cosa potesse essere stato; quando vidi una figura osservarmi dall'ombra del bosco....licantropo. Il dolore della botta affiorò tutto insieme. Non vidi più niente, sentii solo il suolo umido contro la mia guancia.

 

  
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