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Autore: Unsub    07/10/2010    1 recensioni
Un inaspettato ritorno nella squadra. Qualcuno il cui passato riguarda ognuno di loro. A volte la memoria gioca brutti scherzi...
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sarah Collins '
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Capitolo VIII Capitolo VIII:  Me and who?

Sentiva quel corpo muoversi sopra di lei. Si sentiva leggera e avvertiva il proprio corpo rabbrividire di piacere. Era una sensazione piacevole, cosi come sentire le proprie mani scivolare su quel corpo maschile. Non voleva aprire gli occhi, voleva perdersi in quelle sensazioni. Sentiva i gemiti uscire dalla propria bocca, mentre le labbra di lui le percorrevano il collo. Le loro mani erano intrecciate in un gesto intimo. Anche se non voleva, doveva aprire gli occhi. Doveva sapere lui chi era. Due visi si soprapposero. Reid e Hotchner. Non riusciva a distinguere chi dei due fosse.
Si svegliò sudata. Il sogno era stato piacevole fino a che non aveva cercato di sapere a chi erano connesse quelle sensazioni. Si tirò su a sedere. Era un ricordo? Con chi dei due aveva fatto sesso? Decise di farsi una doccia. Sentiva la necessità di togliersi di dosso quelle sensazioni e quell’angoscia che l’avevano attanagliata all’improvviso.
Mentre si lavava, ritornava con la mente a quel sogno. Forse era stata l’amante di Hotchner e il viso di Reid si era sovrapposto a quel ricordo per i sentimenti che nutriva per lui. Sospirò. Avrebbe voluto chiedere a Emily. Era la sua migliore amica, lei sicuramente sapeva a chi si era legata. Ma Emily era stata categorica la sera prima. Non le avrebbe detto niente del passato, i dottori si erano raccomandati. La memoria sarebbe tornata a tempo debito. Già, se mai fosse tornata….
Emily cercava solo di proteggerla, come avrebbe fatto lei a parti invertite. Ma aveva un disperato bisogno di sapere! Non voleva far soffrire Reid, dopo cosi poco tempo si sentiva legata a lui in un modo che le era incomprensibile. Poi sorrise. Aveva letto con attenzione la scheda del ragazzo. Anche lui era stato un ragazzo prodigio. Avevano un passato in comune, sapeva cosa voleva dire crescere fra adolescenti prepotenti che ti prendevano di mira solo perché eri più intelligente di loro.
Forse per questo si sentiva cosi legata a lui. O forse era per quel suo sorriso dolce che riusciva a scombussolarla. Ricordava la sensazione delle sue labbra sulle proprie. Erano morbide come se le era immaginate. Ricordava di essere arrossita quando lui le aveva sussurrato quel “buonanotte”, ma non dall’imbarazzo… era arrossita dal piacere. Il suo alito caldo nell’orecchio l’aveva fatta rabbrividire.
Scrollò la testa. Doveva smetterla di pensare a lui, almeno finché non avesse scoperto quello che era successo con Hotchner.
La sua mente si rivolse al suo capo. Era un bell’uomo, senza dubbio. Il classico maschio alfa, uno che sapeva come prendersi cura di una donna. Se aveva scelto lui era per sentirsi protetta. Ricordava le parole di Garcia. Che si fosse innamorata di un uomo che la faceva sentire al sicuro?
Continuare a rimuginare era del tutto inutile. La sua memoria non sembrava disposta a darle aiuto. Sbuffò. Meglio vestirsi e uscire. Era sabato, non voleva stare lì a rimuginare per due giorni tutta sola. Avrebbe potuto chiamare Emily, ma lei probabilmente era con Morgan… non voleva disturbare. Che almeno lei potesse viversi la sua storia d’amore in santa pace.
Decise di provare a indossare uno di quei vestiti che aveva ammirato per tutta la settimana, ma che non le sembravano adatti all’ufficio. Ne individuò uno che le piaceva in particolar modo. Era blu, senza maniche e abbottonato sul davanti. Come gli altri finiva in una morbida gonna ampia. Se lo provò e notò che le stava bene. Essere sottopeso non era il massimo, che che ne dicessero tante adolescenti. I vestiti cadevano male e in biancheria intima faceva spavento. Vedere le costole di una donna sporgere dalla pelle non era proprio il massimo del sexy…
Comunque quel vestito sembrava nascondere bene la sua recente perdita di peso. Andò in bagno per finire di prepararsi. La visita dal parrucchiere era servita. I capelli erano molto belli cosi curati, mentre solo lunedì sembrava uno spaventapasseri. Sorrise. Di punto in bianco le importava molto come appariva agli occhi degli altri. Doveva stare attenta altrimenti sarebbe diventata vanitosa.
Ormai era pronta ma non sapeva bene dove andare. Poi ricordò di aver ricevuto per e-mail un invito ad una conferenza sulla psicologia criminale. Doveva essere una cosa normale ricevere quel genere di inviti visto il lavoro che faceva. L’accademia non era lontana e lei avrebbe fatto in tempo. Perché no? Cos’altro aveva da fare? Si incamminò tutta contenta verso la sua metà. Forse ci sarebbe stato anche il dr Reid… lui si che sembrava un tipo che andava a quel genere di eventi.

Stava camminando lungo i giardini davanti all’accademia quando sentì una voce di bambino chiamarla.
-    Sarah!
Si voltò e vide un bel bambino castano correre verso di lei e aggrapparsi alla sua gonna. Aveva un’aria famigliare, ma lei non riusciva a collocarlo. Mentre era intenta a studiare il volto sorridente del bambino, sentì una voce maschile che riconobbe subito.
-    Jack! Non devi scappare cosi!
-    Ma aveva visto Sarah – cominciò il bambino con una punta di pianto nella voce.
-    Collins, mi dispiace – Aaron la guardò preoccupato, lei non poteva ricordarsi di Jack.
-    Non importa, agente Hotchner – detto questo si inginocchiò per guardare il bambino negli occhi – Ciao. Mi dispiace ma… io non mi ricordo di te. Eravamo amici?
Il tono di Sarah era dolce. Quel bambino le piaceva. Inoltre se era stata l’amante di Hotchner sicuramente aveva avuto modo di conoscerlo.
Jack annuì piano e la guardò triste.
-    Si. Papà mi ha detto che soffri di ammesica… che non ti ricordi di noi… Quando vengo a trovare papà in ufficio tu mi regali sempre delle caramelle…
-    Oh, un amore disinteressato, eh? – disse lei sorridendo al bambino e facendo l’occhiolino – Però oggi purtroppo non ne ho con me… alla mensa vendono anche dei gelati, può andare lo stesso?
-    Si! – rispose Jack entusiasta prendendole la mano.
-    Collins, non devi…
-    Per me è un piacere. I vecchi amici vanno trattati bene, non è vero Jack?
Il bambino annuì tutto contento.

Entrarono nella mensa che era stranamente piena per un sabato mattina. Le matricole erano tutte presenti per assistere alla conferenza. Sarah non era sicura neanche di chi fossero gli oratori, ma non le importava molto. Era solo un modo per passare il sabato senza rimanere da sola con i suoi pensieri. Si rese conto che molti suoi ex compagni di corso guardavano insistentemente lei e Hotchner. Cercò di non farci caso. Che pensassero quello che volevano. Lei era lì per la conferenza e il fatto di aver incontrato il suo capo con il figlio era una mera coincidenza.
Comprò il gelato a Jack e pagò due caffè per lei e Hotchner, poi si misero tutti e tre seduti ad un tavolo libero.
-    E’ buono? – domandò Sarah contenta di vedere il bambino mangiare di gusto e sporcarsi la faccia.
-    Si. Grazie! – rispose lui regalandole un altro sorriso.
Era bello vedere quel bambino sorridere, specialmente vista la tragedia che aveva colpito quella famiglia da cosi poco tempo. Ed era ancora più bello sapere che quel sorriso era merito suo.
Sollevò lo sguardo verso il suo capo. Stava guardando il figlio sorridendo. Aveva un bel sorriso che trasmetteva sicurezza. Avrebbe dovuto sorridere più spesso. Poi si voltò verso di lei e le regalò uno dei suoi rari sorrisi.
-    Grazie, Collins.
-    Di cosa? Mi fa piacere passare del tempo con un amico – rispose la ragazza scompigliando leggermente i capelli del bambino – Come mai anche voi qui di sabato?
-    Sono uno degli oratori e Jack è sempre contento di venire qui. Credo che voi della squadra lo viziate troppo! Non capisco cosa ci trovi in questo posto.
Il bambino sentendosi chiamato in causa, dimenticò per un attimo il suo gelato e guardo il padre come se fosse sorpreso che lui non capisse.
-    Reid! Magia! – lo disse come se fosse la cosa più naturale del mondo.
-    Ah, già… i giochi di magia del dr Reid – rispose il padre tutto serio cercando di assecondare il figlio.
Sarah trovò la scena tenera e comica insieme e non riuscì a trattenere una risata.
-    E cosi il nostro dr Reid è un mago? – disse all’indirizzo del bambino.
-    Già! Il più grande mago del mondo – rispose il bambino tutto soddisfatto.
-    Grazie, Jack. E’ sempre un piacere avere un ammiratore.
Il giovane si era avvicinato non visto al tavolo con una tazza di caffè fra le mani. Si avvicinò al bambino e allungò una mano verso l’orecchio di questi. Poi con un rapido movimento delle dita fece comparire una moneta.
-    Ehi Jack, dovresti stare più attento. Guarda cosa avevi nell’orecchio!
Il bambino afferrò la moneta tutto contento e rivolse a Reid uno sguardo adorante.
-    Siediti Reid. Stavamo parlando giusto di te e delle tue magie! – disse Hotch spostando una sedia.
Il ragazzo si mise a sedere cautamente. Era evidente che il ginocchio gli faceva ancora male.
-    Spero che non abbiate spaventato Collins raccontando chissà che cosa… - riprese lui fissando Hotch in modo strano.
Sarah non sapeva perché, ma aveva l’impressione di trovarsi fra due cani rabbiosi e che lei fosse l’osso intorno al quale litigavano.
-    L’ultima volta che abbiamo affrontato una conversazione del genere eri stato abbastanza chiaro – rispose Hotch con acredine.
Perfetto! Questi due litigano per me… ma la mia decisione personale non conta niente?
-    La conferenza sta per cominciare… allora Reid siamo d’accordo? Finito l’intervento passo a riprendere Jack su in ufficio.
-    Non c’è problema.
-    Collins, tu sei venuta per la conferenza, giusto? Andiamo?
-    Io… ehm… - non voleva rimanere sola con Hotch non dopo quello scambio fra lui e Reid.
-    No! Sarah con me! Sarah con me! – intervenne prontamente Jack.
-    Credo che Jack abbia esposto le sue rimostranze – intervenne Reid – Vieni con noi, Collins?
E adesso che faccio?

Continua…

Per Benny: Quanto mi sei mancata! :'( Non sparire più!

Ah! Prima che mi dimentichi... Ecco Sarah!

   
 
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