Libri > Il diario del vampiro
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Autore: iosnio90    07/10/2010    1 recensioni
Questa è la terza parte della mia serie: il linguaggio della resa. Dopo tutti gli avvenimenti del Labirinto, quando tutto sembrava andare per il meglio, ecco che la magia sembra avere la meglio e Samuel e Samia rapiscono Bonnie lasciando Damon da solo. Cosa succederà? Per scoprirlo dovrete leggere, ma per chi non lo avesse ancora fatto, vi consiglio di leggere prima le prime due parti di questa serie altrimenti non si capisce nulla. Ovviamente è una Damon/Bonnie! BACIONI...IOSNIO90!
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il linguaggio della resa'
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Capitolo quattordicesimo

Il viaggio verso il Palazzo del Consiglio fu il più lungo e il più angosciante della vita di Bonnie.
Aveva capito poco e niente di quello che stava succedendo tranne che doveva fidarsi di Katie, non doveva parlare con nessuno di Damon e che, soprattutto, Damon poteva morire da lì a breve perdendo l’opportunità di aggirare il patto con il Consiglio e di andarsene sano e salvo prima dello scadere dei sette giorni.
Bonnie era sempre più confusa e sentiva un enorme magone in gola.
- Samuel e Samia non sono chi dicono di essere e non vogliono il tuo bene….Maddy non ti è amica…. - le parole di Katie vorticavano senza sosta nella sua mente.
Aveva sempre creduto che tra le due fosse Maddy quella che davvero le voleva bene, mentre Katie la considerava soltanto un peso e, invece, adesso le dicevano che era l’esatto opposto.
- Possibile che il mio intuito faccia davvero così schifo? -
Ma Damon si fidava di Katie e lei amava Damon e sapeva che lui la ricambiava, quindi l’unica cosa sensata da fare in quel momento era quella che le sembrava davvero la più folle: fidarsi di una che non si era mai mostrata proprio aperta nei suoi confronti in modo da salvare da morte certa, per mano di coloro che si supponeva volessero il suo bene, il proprio ragazzo vampiro con fratello vampiro al seguito.
Sembrava davvero un’assurdità, ma Bonnie sentiva qualcosa dentro di lei, una vocina lontana chilometri, che le diceva che era quella la cosa giusta da fare.
E più Bonnie sentiva il calore della presa di Katie sulla sua mano, più sentiva che qualcosa di distante e familiare si risvegliava.
Lei voleva fidarsi di Katie.
Katie, quella sempre riflessiva, quella saggia, quella con i capelli scuri, le piaceva davvero, le  era sempre piaciuta come le era sempre piaciuto quel suo modo di rapportarsi più pacato e silenzioso, ma, a quanto pareva, immensamente più sincero di quello brioso e solare, ma finto, di Maddy.
“Io mi fido di te!” - disse Bonnie risoluta e Katie si voltò per rivolgerle un sorriso incoraggiante e tenero come quello che le sorelle maggiori rivolgono alle sorelline minori finite nei guai.
La sensazione di familiarità di poco prima crebbe ed esplose.
Bonnie parlò senza rendersene conto.
“Ti voglio bene, Meredith!” - furono le parole che Bonnie non riuscì a frenare.
Parole che le risultarono senza senso e completamente fuori luogo, perchè lei non conosceva nessuno che si chiamasse Meredith e a cui volesse bene.
Ma a destabilizzare Bonnie fu la veridicità e la purezza dei sentimenti che avevano accompagnato quelle parole.
Immediatamente sentì un cerchio alla testa e venne colta da un lieve capogiro che la costrinse a chiudere gli occhi e a riaprirli più e più volte sotto lo sguardo attento e preoccupato di Katie.
Bonnie si sentiva strana, si sentiva fluttuare.
Provava la stessa sensazione di quando ci si risveglia con la consapevolezza di aver sognato qualcosa, ma non si ricorda esattamente cosa. E più ci si sforza, più il sogno scompare, ma più il sogno scompare, più la sensazione di aver sognato e la voglia di ricordare cresce.
“Bonnie è tutto ok?” - la voce di Katie irruppe gentilmente nei suoi pensieri.
Bonnie vi si aggrappò per tornare in sé.
“Sì! E’ tutto apposto…credo!” - disse tirando un sospiro e sorridendo all’altra strega.
“Come mi hai chiamata prima? Meredith?”  chiese Katie.
Bonnie non sapeva cosa rispondere: doveva negare, oppure doveva dire che era vero e farsi prendere per pazza?
Optò per la verità…tanto ormai ogni cosa, nella sua via, era una pazzia.
“Sì, credo di sì! Ma non chiedermi il perché….non lo so!” - rispose sincera.
A quel punto era pronta per altre domande, ma Katie la sorprese ancora una volta: le sorrise felice.
“Non preoccuparti, Bonnie! Domani ti verrà spiegato anche questo!” - le disse riafferrandole la mano e ricominciando a camminare.
“Fantastico! Non  vedo l’ora che sia domani visto che dovete darmi un sacco di spiegazioni! Inoltre io non…” - lo sproloquio di Bonnie venne interrotto bruscamente da Katie.
“Basta! Dovrai essere paziente, Bonnie! Adesso ricorda che c’è altro da fare! Comportati normalmente e stà attenta a Maddy e a quello che dirai fino a che non saremo di nuovo sole!”.
Entrarono silenziosamente nel Palazzo del Consiglio e vennero scortate fino alla Sala delle Udienze, dove aveva visto Damon per la prima volta e dove, si sperava, non fosse costretta a vederlo per l’ultima.
Raggiunsero Maddy e Sean sulla prima fila di spalti e Bonnie cercò di comportarsi il più normalmente e innocentemente possibile, ma Maddy gliela rendeva davvero dura con i suoi stupidi commenti e le sue assurde insinuazioni.
“Oggi risolveremo il tuo problema, Bonnie cara!” - le disse.
Bonnie cercò di fare l’indifferente: “Perché? Io ho un problema?”.
“Certo! Il vampiro! Non dirmi che non è come dico io!” - continuò Maddy.
“Non so davvero di cosa tu stia parlando!” - rispose Bonnie accompagnando le parole con il suo sguardo più innocente e disorientato.
Sentì la stretta di Katie sulla sua mano diventare più forte, in segno di approvazione e, come un flash, Bonnie si ricordò di una cosa importante.
Non era solo Damon a rischiare la vita, in quel  momento, ma anche Katie.
Lei aveva aiutato i due fratelli vampiri, li avrebbe aiutati in seguito, si era schierata dalla loro parte tradendo il Consiglio e tradendo il Regno.
Samuel e Samia stavano cercando un traditore e quel traditore era Katie.
Se avessero capito che la sua amica era la talpa l’avrebbero uccisa seduta stante e Bonnie sarebbe stata costretta a vedere il massacro delle persone a lei più care in quel momento, svolgersi sotto i suoi occhi senza che lei fosse in grado di fare nulla.
Non poteva permetterlo.
Ricambiò la stretta di Katie con ancora più energia e forza.
Quando le porte si aprirono per lasciare entrare i due vampiri, Bonnie sentì chiaramente il suo sguardo emanare una risolutezza mai avuta prima.
Si sarebbe fidata, avrebbe fatto tutto il possibile per far sì che i dubbi del Consiglio non diventassero certezze.
Non avrebbe permesso al massacro di compiersi.

Erano le 20 in punto quando Stefan e Damon avevano rimesso piede a Palazzo e le guardie non avevano perso tempo prendendoli in custodia e trascinandoli verso la Sala in cui erano stati trascinati appena arrivati nel Regno.
Stefan aveva dovuto sorbirsi le raccomandazioni unite alle imprecazione di Damon per tutto il tragitto, ma non gli aveva dato molto peso.
Sapeva che dietro ogni parola del fratello era celata una profonda preoccupazione e una grande angoscia.
Proprio adesso che aveva ritrovato l’amore di Bonnie, guarda cosa gli era capitato: Stefan era davvero dispiaciuto per Damon.
- Mi dispiace, Damon! - gli inviò mentalmente.
- Di che diavolo stai parlando? -
- Beh! Senti, capisco che tu ti senta angosciato soprattutto visto che tra tutti i momenti possibili sono venuti a rovinarti proprio questo! Sì, insomma…proprio adesso che tu e Bonnie vi eravate….mmh…ritrovati, diciamo! - Stefan non sapeva come fare a spiegarsi.
- Fratellino ti conviene chiudere il becco subito - la risposta di Damon fu gelida.
- Io volevo solo dirti che… -
- Non ti azzardare mai più a parlare di me e di Bonnie e di quello che facciamo quando siamo da soli, intesi? E smettila di spiare - lo interruppe Damon.
- Guarda che non stavo spiando! Superudito da vampiro, ricordi? - rispose offeso Stefan.
- Caro Stefan se non la smetti subito, sai cosa sentirai dopo che avrò finito con te?….Niente! Perché sarai morto -
- Ok! Ok! Calmati! Ho capito….facciamo finta che non ti abbia detto nulla - si scusò Stefan.
- Bene! Adesso taci e ricordati di non fare nulla di stupido! Il che, con te, equivale a dire < ricordati di non muovere nemmeno un muscolo > perché tutto quello che fai è stupido! - Damon doveva avere sempre l’ultima parola non ci si poteva fare nulla.
Pochi secondi dopo le porte della Sala delle Udienze si aprirono.
Quando vi entrarono Stefan notò subito che le cose erano diverse rispetto alla prima volta.
Sugli spalti non c’era nessuno tranne Bonnie, Katie, la strega Maddy e lo stregone Sean, e la stanza non era illuminata solo dall’enorme braciere e da qualche fiaccola, adesso vi era un lampadario in cristallo a riempire di luce l’intera sala.
Visto alla luce quel posto sembrò ancora più surreale e spaventoso che al buio.
Arrivati al centro della Sala e al centro del cerchio di troni, si fermarono.
Stefan aveva notato che Damon non aveva lanciato neppure un’occhiata a Bonnie e lei sembrava del tutto indifferente così come Katie.
“Buonasera!” - li salutò Samuel.
“A cosa  si deve l’onore?” - chiese ironico Damon accentuando di parecchio la parola < onore >.
“Mi sembra ovvio! Vorremmo parlare con voi di come state passando le vostre giornate qui nel Regno!” - rispose il Consigliere.
“Bene! Cosa vuoi sapere?” - chiese Damon.
“Beh! Potremmo cominciare con il chiedervi, come vi sembra il Regno? Che impressione vi hanno fatto le persone del posto? Oppure…”
“Samuel, taglia corto e vai al punto!” - lo interruppe Damon tranquillamente agitando una mano con nonchalance.
Samuel si zittì per un attimo e li guardò incuriositi, poi si alzò dal suo trono e si schiarì la voce con due colpi di tosse prima di ricominciare a parlare.
“Bene, allora! So cosa succede tra te e Bonnie, Damon!” - disse.
“E sarebbe?” - rispose Damon.
“So che probabilmente l’hai avvicinata! Che forse le hai mandato addirittura dei fiori e che se non vado errato eri al ballo del Regno con lei!” - disse Samuel portandosi una mano al mento.
“Mmmh…probabilmente….forse…se non vado errato! Non mi sembri così sicuro di quello che dici Samuel! PROBABILMETE non ti senti molto bene in questi giorni, FORSE stai cominciando a sentirti confuso, SE NON VADO ERRATO la vecchiaia comporta tutte queste cose!” - la risposta di Damon fu acuta e tagliente e colpì dritto nel segno.
Mentre Stefan si sforzava per trattenere le risate, notò che il colorito di Samuel si era fatto più acceso e che stentava a trattenere la rabbia: credeva che li avrebbe fatti vacillare invece era lui che stava vacillando.
“Allora? Era solo questo?” - lo incalzò Damon.
Stefan vide Samuel che esplodeva, letteralmente.
“Ascoltami bene, vampiro! Puoi fare tutti i giochi di parole che vuoi ma io so cosa stai cercando di fare, so per cosa sei venuto!” - gridò.
Lo sguardo di Damon si assottigliò.
“Intendi dire che sai che sono venuto per capire cosa le hai fatto e per cercare di liberarla? Hai ragione, è così! Intendi dire che sai che voglio trovare il modo per far sì che ricordi ed è per questo che ho voluto dei giorni di libertà nel tuo stupido Regno? Hai ragione anche questa volta!” - Damon sputò la verità di quelle parole dritto in faccia a Samuel consapevole che non c’era nulla che lui potesse fare.
Ma a Stefan parve che Samuel interpretò quella confessione nel modo sbagliato: lo vide illuminarsi.
“Quindi ammetti che l’hai avvicinata? Che lei hai regalato dei fiori e che sei venuto al ballo per lei?” - chiese.
“Affatto! Ammetto che l’ho spiata senza che lei se ne accorgesse, senza importunarla e senza avvicinarmi per non darti una buona ragione di uccidermi anzitempo perché avevo violato il patto interagendo con una essere magico! Ammetto anche che le ho regalato dei fiori, ma ho lasciato il biglietto in bianco e probabilmente ha pensato che fosse stato lo stregone a mandarglieli! Per quanto riguarda il ballo…ammetto di esserci passato verso le 23, quando mi hanno liberato, per spiarla ancora, ma lei non c’era e io me ne sono andato in giro! Se non mi credi puoi sempre chiederlo a lei! Se c’è una cosa che ho capito è che l’avete cambiata nel profondo e che adesso vi è schifosamente devota e non vi mentirebbe mai!”
Ogni cosa detta da Damon poteva essere vera e se il Consiglio non aveva prove che confutassero la tesi di Damon, allora nessuno poteva sostenere che Damon avesse detto il falso e a giudicare dall’ira a stento repressa di Samuel, Stefan capì che il Consiglio non aveva nessuna prova: il loro piano era farli cedere, ma avevano incontrato degli ossi duri.
“Chiediamo a lei, allora!” - intervenne Samia a frenare la prossima esplosione del fratello.
Samuel si voltò verso di lei e annuì.
“Bonnie! Alzati!” - urlò.
Stefan si voltò verso gli spalti dove vide una tesissima Bonnie alzarsi di scatto.
“Conosci questo vampiro?” - chiese Samuel.
Bonnie annuì.
“Come fai a conoscerlo? Dove lo hai visto?” - chiese Samia.
Stefan cominciava a preoccuparsi: Bonnie sembrava impaurita e temeva che la paura e l’incertezza potesse spingerla a confessare tutto.
“Tutti lo conoscono! Io l’ho visto durante la sua condanna!” - la risposta di Bonnie mise a tacere ogni dubbio di Stefan.
“Allora perché tremi? Di cosa hai paura?” - chiese il Consigliere.
“Mi sembra ovvio! Ho capito che state parlando di me e ho appena scoperto che un vampiro mi spia! E’ normale che sia in preda al panico!” - rispose Bonnie.
Stefan dovette ammettere che la parte della strega impaurita le veniva benissimo.
“Quindi non vi siete mai incontrati…privatamente!” - disse Samuel sull’orlo della follia: il suo piano stava andando miseramente in frantumi.
Bonnie fece di no con la testa.
“Te l’ho detto io che ti è schifosamente devota!” - intervenne Damon.
Samuel tornò a guardarlo con gli occhi colmi d’ira.
“Non ci credo! Non credo a nulla di quello che avete detto! Voi vi incontrate, eccome!” - tuonò Samuel agitando le braccia.
Stefan ebbe l’impressione che se avesse potuto avrebbe cominciato a saltare sul posto come i bambini che fanno i capricci.
“E dove sarebbero le prove?” - chiese beffardo Damon.
Samuel si zittì fissando Damon ad occhi sbarrati.
Samia gli mise una mano sul gomito e gli sussurrò di calmarsi.
Samuel fece una grande respiro e si guardò intorno fino a soffermarsi con lo sguardo proprio su Stefan.
- Attento! Non ci è riuscito con me, e adesso vuole far vacillare te! - l’ennesima raccomandazione di Damon risuonò nella mente di Stefan e si propagò ad ogni fibra del suo essere che si mise sulla difensiva.
“Prima di lasciarvi andare, vorrei fare due chiacchiere con te, Stefan! Non ne abbiamo mai avuto modo finora!” - Samuel tornò a sedersi ritrovando, almeno all’apparenza, il suo buonumore.
Stefan annuì.
“Bene! Come ti trovi qui? E perché sei venuto nel nostro Regno?” - chiese Samuel.
“Per lo stesso motivo di mio fratello!” - rispose serenamente Stefan.
“Quindi anche tu spii Bonnie!” - concluse Samuel.
“A volte, non sempre!” - rispose Stefan.
“E cosa fai quando non sei con Damon?” - chiese Samuel assottigliando lo sguardo.
“Me ne vado in giro!” - rispose Stefan.
“Ah giusto! La biblioteca…mi hanno detto che ti hanno visto spesso lì! Ti volevo informare che se cerchi un rimedio a ciò che ho fatto, lì dentro non lo troverai!” - rispose Samuel.
- Questo qui ci ha preso davvero per idioti totali! Attento a quello che rispondi! - lo avvertì Damon.
Stefan si era reso conto della minaccia che rappresentava quell’affermazione apparentemente innocua.
La risposta di Stefan sarebbe stata cruciale perché se si fosse fatto prendere dalla foga e avesse risposto che sapeva benissimo che non avrebbe trovato nulla sui libri allora avrebbe dato la conferma a Samuel che sapevano cosa aveva fatto davvero, sapevano del Sigillo e sapevano del ricordo-chiave e questo equivaleva a confessare l’esistenza di una talpa visto che da soli non potevano aver scoperto nulla non avendo niente da cui partire.
E Stefan sapeva benissimo che in quel momento il Consiglio non stava soltanto cercando le prove che esisteva davvero una sorta di relazione tra Damon e Bonnie, ma stava anche cercando di far uscire allo scoperto la talpa, la persona che aveva osato tradirli.
“Provare non costa nulla! Quindi se non ti dispiace continuerò ad andare in biblioteca!” - con la sua risposta Stefan fece crollare definitivamente il castello di carte di Samuel.
Il Consigliere scattò in piedi e Stefan sapeva che stava per giocarsi il tutto per tutto.
“Adesso, basta! Secondo le mie fonti tu dovevi essere il fratello più riflessivo tra i due, quindi ti renderai conto che devi essere sincero con me! Ti porrò la domanda in modo diretto! Avevamo architettato un piano che è andato a monte. Questo ci fa supporre che ci sia qualcuno che vi aiuti, che vi passi delle informazioni, un traditore del nostro Regno e tu devi dirmi chi è! Non me la bevo che vai in biblioteca a passare il tuo tempo tra i libri! Secondo me ci vai per incontrarti con la talpa, altrimenti quale spiegazione vera ci sarebbe?” - sbottò Samuel.
- Secondo te è possibile incontrarci con Katie in biblioteca, fratellino? Se così fosse ci ha dato un’idea con le sue paranoie…dovevamo pensarci prima! - la voce mentale di Damon era calma e quasi divertita.
Come lui, anche suo fratello aveva capito che ormai il pericolo era passato.
“La spiegazione c’è! Io vado in biblioteca perché voglio capire cosa hai fatto e una persona che conosco all’esterno mi ha detto che quello era un buon posto per cominciare le mie ricerche!” - rispose Stefan scandendo bene le parole come si fa con chi non capisce.
“E chi sarebbe questa persona? Qual è il suo nome?” - chiese Samuel scettico.
“Oh! Per noi lei è la signora Flowers!” - la velocità e la sicurezza con cui rispose Stefan mise a tacere Samuel e il suo scetticismo.
“Io non conosco nessuna Flowers!” - rispose Samuel.
“Io sì!” - gracchiò una voce alle spalle di Stefan.
Lui e Damon si voltarono e si ritrovarono di fronte a quel Consigliere molto vecchio e vestito di giallo che avevano incontrato la prima volta che erano stati lì dentro.
“Hugh! Conosci davvero questo nome?” - chiese Samuel annoiato dall’interruzione.
Ma Hugh non gli rispose piuttosto si rivolse a Stefan e con uno strano scintillio negli occhi stanchi chiese: “Flowers? Hai detto proprio Flowers? La conosci?”.
Stefan annuì: “Sì, molto bene! E’ la proprietaria del posto in cui vivo ed è una nostra buona amica! Ci ha aiutati spesso!”.
“Nonostante sia una vecchina piuttosto bizzarra!” - aggiunse Damon.
Il Consigliere Hugh si accasciò sul suo trono sospirando e sorridendo contento ad occhi chiusi.
Stefan si voltò a guardare Damon che scrollò le spalle.
“Ok! Basta! Andatevene! Ma vi tengo d’occhio! Non mi avete convinto per niente!” - Samuel era parecchio irritato, furibondo.
“Come vuoi!” - rispose Damon con un mezzo inchino di scherno.
“Aspettate! E finisce così?” - a parlare fu la strega Maddy, a Stefan non piaceva per niente.
“Zitta, Maddy!” - tuonò Samuel alzandosi dal suo trono e lasciando la Sala seguito dalla sorella.
Stefan e Damon si incamminarono insieme verso l’uscita consapevoli che quello era solo l’inizio è che le cose sarebbero peggiorate.

- Ascoltatemi Bonnie, Katie e Stefan! Non guardatemi e non fate capire all’esterno che vi sto parlando mentalmente! Domani ci rivedremo alle 15 in punto nel vicolo dove ho avvicinato Bonnie la prima volta! Non possiamo incontrarci a casa vostra perché di sicuro la sorveglieranno quindi è meglio un luogo all’aperto e diverso per ogni nostro incontro! Katie fai in modo di convincere l’altra strega che tu farai da guardia a Bonnie domani e assicuratevi di non essere seguite! In quanto a noi…sicuramente Samuel ci metterà qualcuno alle costole quindi non preoccupatevi se dovessimo tardare! E’ l’unico modo per vederci tutti insieme e per spiegare tutto a Bonnie! Sono stanco della recita! - il messaggio mentale di Damon li raggiunse tutti e tre forte e chiaro.
E Damon aveva ragione: se volevano farcela basta con le recite, basta con i segreti e basta con i sotterfugi.
L’unica opzione era la verità.







NOTE:
Ciao a tutti!
Nuovo capitolo postato in tempo...grazie al mio pc che ha capito, dopo tutte le maledizione che gli ho mandato, che con me non si fanno vacanze...XDXDXDXDXD
Grazie a chi ha letto e a chi ha recensito lo scorso capitolo!
In questo capitolo viene fuori tutta la stupidità degli stregoni...perchè...parliamoci chiaro: se non hai neppure uno straccio di prova concreta, come fai a fare accuse? Davvero pensi che Damon sia così idiota da venirti a raccontare tutto?
Vabbè...comunque....
Nel prossimo capitolo Bonnie scoprirà finalmente la verità e anche lei comincerà a chiedersi quale sia il suo ricordo-chiave, che non è detto che venga fuori...Bonnie potrebbe pure rimanere così com'è ora...non so...XDXDXDXDXD
Inoltre riceveranno una visita piuttosto inaspettata....chi sarà?
Ma vi ho già detto troppo.....adesso vi lascio.....a domenica...BACIONI...IOSNIO90!




   
 
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