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Autore: Unsub    07/10/2010    1 recensioni
Un inaspettato ritorno nella squadra. Qualcuno il cui passato riguarda ognuno di loro. A volte la memoria gioca brutti scherzi...
Genere: Erotico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Sarah Collins '
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Capitolo IX Capitolo IX:  The man behind the man

Era lì ferma nella mensa a fissare i due uomini che fissavano lei. Cosa poteva fare? Sembrava che nessuno dei due volesse lasciarla solo con l’altro e lei si trovava fra l’incudine e il martello. Sentiva che qualsiasi decisione avesse preso sarebbero stati guai seri. Per togliersi da quel pasticcio ci sarebbe voluto un miracolo.
Ma a volte i miracoli capitano…
-    Eccoti finalmente! – la voce di Emily alle sue spalle le fece tirare un sospiro di sollievo – Morgan ha già occupato i posti e… Hotch, Reid non vi avevo visti, buongiorno.
-    Buongiorno – risposero i due uomini abbassando lo sguardo.
-    Beh credo che ci vedremo più tardi dopo la conferenza – dicendo cosi prese sotto braccio Sarah che la guardò grata – Se volete scusarci… non vorrei perdere l’introduzione di Rossi. Buona giornata.
-    Buona giornata Hotch, Reid – poi Sarah si avvicinò al piccolo Jack scompigliandogli i capelli – Ci vediamo presto Jack, ok?
-    Si! Ciao Sarah.

Camminava lungo il corridoio a fianco di Emily, che se la rideva sotto i baffi.
-    Divertente, Emily, divertente! Da sbellicarsi dalle risate!
-    Dai, un po’ divertente lo è. Vedere Hotch e Reid che litigano per te è esilarante – disse Emily cercando di trattenere le risate – Chissà cosa sarebbe successo se non fossi passata li davanti e non avessi capito cosa stava succedendo.
A quel pensiero Emily scoppiò a ridere.
-    Forse per te è divertente! Ma io mi ci trovo in mezzo e… non so cosa fare.
-    Tu cosa vorresti fare? – Emily la fissava con uno sguardo dolce e le mise una mano sulla spalla.
-    Non lo so… io… so che dovrei tenermi alla larga da tutti e due, ma…
-    Sarah, per il momento forse la cosa migliore sarebbe che tu non prendessi decisioni in nessun senso. Aspetta, vedi se la memoria ti aiuta un poco.
-    E nel frattempo? Quei due finiranno con lo sbranarsi a vicenda, a meno che…
-    A meno che?
-    Se io dicessi a tutti e due che non sono interessata?
-    Ma tu sei interessata, vero? Almeno a uno di loro sei interessata…
Sarah arrossì. Fino a pochi giorni prima lei era tutta presa da Reid, ma ora… ricordava il bacio di Hotch e il modo in cui lui le aveva sorriso poco prima. Che fare?

Ascolto la conferenza in modo discontinuo. Il cervello perso in altre elucubrazioni. Reid o Hotch? Hotch o Reid? Sospirò. Non riusciva a trovare una soluzione al suo dilemma. Il problema è che sapeva troppo poco del suo passato per riuscire a prendere una decisione. Ripensò alla conversazione tra quei due. Forse lei aveva avuto una relazione con Hotch e poi l’aveva lasciato per Reid. Oppure viceversa? Quei due si comportavano come due ragazzini che volevano lo stesso giocattolo e lei non era disposta a farsi trattare cosi.
Si voltò verso Emily. Morgan si era messo fra loro due e non aveva fatto domande sulla sua presenza improvvisa. Pensava che lui non avrebbe gradito quell’intromissione, invece era stato gentile e sembrava contento di averla li con loro. Finito l’intervento di Hotchner, tutti si alzarono.
-    Vieni a pranzo? – chiese Morgan con un sorriso smagliante.
-    Non ho molta fame – rispose lei imbronciata.
-    Ehi, bambolina, sei già più magra del nostro Reid, che è decisamente sotto peso. Cosa c’è, vuoi scomparire?
Magari fosse stato possibile diventare cosi magra da sparire alla vista di quei due. Sbuffò e si alzò.
-    Ha vinto, Morgan, andiamo a mangiare.
Lui le posò una mano sulla spalla e la spinse verso la porta dell’aula.
-    Sono un ragazzo fortunato! Oggi siederò al tavolo con le due più belle agenti di Quantico – le disse facendole l’occhiolino.

Trovarono un tavolo vuoto e si accomodarono con i loro vassoi. Sarah sperava che Hotch avesse preso Jack e se ne fosse andato. Non voleva vedere un altro scontro tra lui e Reid per causa sua. Poi pensò che certamente anche Reid era tornato a casa.
Vana speranza. Vide un vassoio scivolare sul tavolo accanto a lei e la sedia venire spostata da due mani magre e sottili. Le mani di Reid.
-    Allora? Come sta andando la conferenza? – chiese a nessuno in particolare.
-    Bene. L’intervento di Hotch è stato molto incisivo. Il prossimo oratore avrà serie difficoltà a eguagliarlo – disse Morgan, che ancora non si era reso conto della tensione che proveniva di Sarah.
-    E tu, Collins, lo trovi interessante? – riprese Spencer voltandosi verso di lei con un sorriso.
Lei si voltò lentamente e lo guardò con astio. Quella mattina l’aveva trattata come un oggetto e ora faceva tutto il carino? Era ora che qualcuno rimettesse a posto il dottorino.
-    Troverei molto più interessante vedere i miei colleghi che si comportano da persone adulte e non da bambini dell’asilo!
Spencer rimase spiazzato dall’uscita di Sarah, mentre Emily cercava di soffocare una risata nel tovagliolo. Morgan che era all’oscuro dell’accaduto spostava lo sguardo dall’uno all’altra cercando di capire cosa fosse successo.
-    Mi dispiace se ti abbiamo dato un’impressione sbagliata… ehm… non è come credi.
-    Adesso sai anche cosa credo? Nessuno ha chiesto la mia opinione! Troppo pieni di testosterone! Mi meraviglio di lei dr Reid – detto questo si alzò e si allontanò senza voltarsi.
-    Ehi, genietto, cosa hai combinato? – intervenne Morgan allibito dal comportamento di Sarah.
-    HANNO combinato,  tesoro. Il dottorino qui e il nostro Hotch hanno avuto uno scontro di testosterone per accaparrarsi la compagnia di Sarah mettendola in imbarazzo davanti a tutta la mensa – svelò Emily con uno sguardo di rimprovero rivolto a Spencer.
-    Tu e Hotch? Ancora? Ma mi domando io… mi sembrava di averti detto di non forzare la mano.
-    Non forzare la mano non vuol dire che lui possa fare il cascamorto con lei! – Spencer era veramente arrabbiato con Hotch. Cavoli! Sarah era la sua ragazza dopotutto!
-    Reid, credo che questo discorso dovrò farlo anche a Hotch – Emily emise un sospiro – Hai provato a chiedere a Sarah qual è il suo ultimo ricordo?
-    No… perché?
-    La sua memoria si ferma al funerale del padre.
-    Ma… aveva solo diciassette anni! – Spencer era incredulo.
-    Già. Tu e Hotch avete messo una diciassettenne in una situazione che persino una donna adulta troverebbe difficile da gestire. Non si ripeta più! Tenete i vostri ormoni sotto controllo – detto questo si alzò in cerca della sua amica.

Era nel parcheggio intenzionata a prendere la propria macchina e tornarsene a casa. Non era stata una buona idea venire a quella conferenza. Voltando l’angolo si ritrovò di fronte a Hotch che cercava di mettere Jack in macchina senza svegliarlo. Finalmente era riuscito a metterlo sul seggiolino e ad allacciare le cinture. Con una mano accarezzò i capelli del bambino e poi gli diede un tenero bacio sulla fronte. Sarah rimase stupita di quel gesto cosi dolce e tenero da parte del composto e serio Hotch. C’erano cose di lui che non mostrava.
Hotch chiuse la porta dalla macchina piano per non svegliare il bambino e si voltò trovandosi di fronte Collins.
-    Collins, io… mi dispiace per la scena in mensa questa mattina. Non so cosa mi abbia preso.
Lei si avvicinò piano guardandolo negli occhi. Si, era decisamente un uomo che sapeva prendersi cura dei suoi cari e si stava scusando con lei, una semplice subordinata.
-    Hotchner…
-    Hotch.
-    Hotch – si sentiva stranamente insicura, voleva fargli la ramanzina come l’aveva fatta a Reid, ma qualcosa la tratteneva. Il ricordo di quel bacio.
Si accostò a lui e gli poggiò una mano sull’ampio petto virile. Non sapeva cosa dire o cosa fare. Non era più sicura di niente. Lui mise la propria mano su quella di lei e le accarezzò piano una guancia con l’altra. Poi lentamente si chinò verso di lei a sfiorarle le labbra. Si ritrasse all’improvviso come spaventato.
-    No, non sarebbe giusto. Tu non ricordi e io non voglio approfittarmi di te.
Sarah lo guardò ancora un momento. Era bello quello che aveva detto, lui non voleva approfittarsene. Fu lei ad annullare le distanze fra loro e baciarlo. Non sapeva perché ma le sembrava giusto cosi. Come con Reid fu un bacio a fior di labbra e lei si ritrasse quasi subito.
-    Io… io ricordo il nostro primo bacio – dicendo cosi abbassò lo sguardo mentre diventava rossa per l’imbarazzo.
-    Tu non ricordi tutto, sei confusa – dicendo cosi lui le afferrò le spalle e la scostò da se – Collins, non fare niente di cui poi potresti pentirti.
Poi l’avvicinò di nuovo a se e la baciò teneramente su una guancia.
-    Se e quando sarai sicuro, io ci sarò. Ma fino ad allora, i nostri rapporti saranno meramente professionali. E… dimentica quel “primo bacio”. Reputati libera di fare le scelte che ritieni più giuste per te.
Dicendo cosi salì in macchina e se ne andò.
Che uomo! Poteva approfittarsi di me, poteva farmi fare quello che voleva dopo la mia ammissione eppure mi ha lasciata libera. Che uomo!
Una nuova consapevolezza del suo capo si stava facendo largo in lei. L’ammirazione che provava per lui in quel momento, cominciò a farglielo vedere sotto un’altra luce. Non l’uomo più grande e di grado superiore, ma semplicemente… l’uomo.

Continua…

Per Benny: grazie dei commenti... almeno so che la mia storia piace a qualcuno ^^

P.S. riprovo a postare la foto di come io ho immaginato Sarah
   
 
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