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Autore: PiccolaPerfidaSplendidaMarty    08/10/2010    1 recensioni
E’ passato tantissimo tempo da quando Gabriel ha abbandonato Anna,Rob,Lewis e Kaitlyn, fuggendo dalla casa bianca e proseguendo per la sua strada;ne è passato davvero tanto da quando ha sconfitto Zetes e lo ha comunicato agli altri.
Nessuno ne ha mai sentito parlare da allora
La mia prima FF,spero vi piaccia.
P.S. solo per chi ha letto dark visions "il dono" e "il vampiro psichico"
Recensite in tanti!!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi di nuovo!!

Adorate lettrici,in questo capitolo non c’è nulla di concreto,lo ammetto,infatti temo di aver perso la grinta da scrittrice Dark-visioniana... mi scuso per questo,ma davvero non so che fare per riscattarmi... comunque,vorrei farvi una richiesta... potete dirmi quante siete? Perché a me dice solo le entrate nei capitoli,non il numero. Dovete solo scrivere “eccomi” o “io” o anche un segno di punteggiatura xD tanto per segnalare la vostra presenza.

Grazie

un bacio

Marty occhiblu

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Kait & Gabriel

 

capitolo 9

 

IL SOLE E IL BUCO NERO: DI NUOVO INSIEME

 

<< Eppure deve essere da queste parti…>> mormorai,poi, ripiegata la cartina stradale  aprii il finestrino per una boccata d’aria fresca. Ahhh,meglio. Poi un brivido mi percorse la spina dorsale e sorridendo mi affacciai.

Non rabbrividivo per l’aria frizzante che mi sferzava il viso ma per l’eccitazione che avevo da quella mattina e che,nonostante i tentativi di renderla meno evidente, andava crescendo mano a mano che ci avvicinavamo.

L’unico lato negativo della giornata era il rifiuto che diedi a Patrice quando mi suggerì di andare a fare shopping insieme,e il conseguente faccino triste triste con cui tentò di convincermi alla fine.   “ Oggi proprio non posso, P. , devo vedermi con un vecchio e caro amico che non sento da anni, si trattiene qui solo per un paio di giorni e poi se ne và ” Questa fu la scusa usata; non originalissima lo so, ma, a dirla tutta,non era neanche una bugia.

<< Ma non fa un po’ freddo? >>borbottò Gabriel. Guardò i miei capelli scompigliati con disapprovazione.

<< Perché,tu senti freddo? Vuoi che chiuda?>> Mi rivolsi al guidatore,ritirando la testa .

<< No,no… dicevo per te,Kait…>> si affrettò a rispondere.

<> In effetti le sue mani erano così strette al volante che non so come facesse a girare in questo stato di … come potrei definirlo… nervosismo paralizzante. Per sciogliere la tensione misi una canzoncina allegra e tentai di farlo cantare insieme a me. “Lo so che la conosci,si capisce da come ondeggi la testa quando la senti su MTV.” gli comunicai con un sorrisetto infantile. Ma quando si schiarì la voce e prese fiato per intonare il ritornello, vedemmo l’ospedale davanti a noi. Niente scritte o segnali a indicarne la posizione,né cancelli controllati…sembrava di più un anonimo edificio scolastico di un paesino sperduto,con la vernice che si stava scrostando da un lato e le finestre vecchio stile. Un microscopico parcheggio con tanti posti riservati ai disabili-tutti pieni- e una piccola parte per le persone sane- quasi tutti vuoti.

Spensi la radio. L’edificio era più piccolo di quanto mi fossi immaginata,ma a pensarci bene,faceva al caso di Rob: l’evidente bisogno di aiuto dell’ospedale lo aveva spinto a lavorare qui,per aiutare quelli meno fortunati…in un luogo povero e con povere persone. Gabriel era d’accordo.

<< Non mi sarei stupito se avesse deciso di fare un medico senza frontiera…>>

Commentammo per qualche minuto la situazione,e arrivati a destinazione parcheggiammo. Scendendo dalla macchina,avvertii un prurito strano,che avevo imparato a riconoscere.Non frenetico,proveniente dalla mano,ma da una parte indefinita del mio corpo… Avvertivamo Rob. Stavo anche per chiamarlo telepaticamente quando qualcosa di invisibile soffocò grido mentale. Gabriel mi guardò severamente .

<< Pensi davvero che sia questo il giusto approccio? >>

<< No,hai ragione. Però prima o poi dovremmo farglielo capire che è uno psichico, e anche noi lo siamo,no? >> Lui annuì serio,ed entrammo. Lì -in quello che si poteva chiamare ospedale solo per via degli strumenti medici- chiedemmo ad una infermiera piuttosto anziana del dottor Kessler. Appena pronunciammo il suo nome i suoi occhi presero a brillare come se considerasse Rob un santo,una persona a cui rivolgere la propria devozione più assoluta,di cui diventare un seguace fedele.

 Era evidente il rispetto che queste persone nutrivano per lui, la fiducia nelle sue capacità sfiorava l’adorazione per i miracoli.

Qualcosa mi dice che kessler sa già del suo potere… pensò sarcasticamente Gabriel. E mentre l’infermiera ci guidava da Rob,la percezione della sua presenza si acutizzò, e riuscimmo a proseguire da soli. Non mi accorsi dell’occhiata confusa dell’anziana signora,né del beeeeep assordante che giunse d’un tratto alle mie orecchie,né del crollo delle mie barriere mentali . Senza saperlo mi ritrovai a correre verso la luce,la luce dorata e pulsante tanto familiare, fino a che…

… andai a sbatterci contro,e Gabriel dopo di me. Ansante per la corsa mi scusai immediatamente, anche prima di controllare se fosse Rob.

<< Oh,mi spiace,ti sei fatta male? >> Un uomo biondo mi guardò da sopra gli occhiali da vista, visibilmente preoccupato per me. Lo fissai intensamente negli occhi,e solo grazie a quel oro liquido riuscii a riconoscere il nostro vecchio amico. Lacrime mi offuscarono la vista e mi mossi istintivamente per abbracciarlo. Gabriel mi bloccò in tempo, e dissi frettolosamente << No,no, assolutamente no. >>

Meno male… questo fu il primo pensiero proveniente da Rob. La voce mentale era molto cambiata,più profonda,da uomo maturo,un timbro basso assai differente da quello di tanti anni fa. Comunque sia,la mia attenzione era rivolta ad altri argomenti.

 Piuttosto demoralizzanti,anche. Se la vista di noi due non aveva risvegliato niente di niente in Rob,neanche un “ci siamo già incontrati?”, come potevamo ripristinargli la memoria dall’inizio? Senza un punto di partenza? Più in fretta possibile,innalzai le barriere,rendendomi invisibile al suo “sonar”.,i siamo già incontrati?"un "ista di noi due non aveva risvegliato

<< Ehm-ehm… Dottor Kessler suppongo. >>

<< Esattamente. Posso aiutarvi? >> Era decisamente curioso,quello sguardo indagatore diceva < Chissà come fanno a sapere il mio nome… >.

Ma  più che altro lo diceva il suo cervello.

<< Dottore, vorremmo parlarle in privato di una questione delicata… >>

Ma adesso dovrei vedere la signorina Fairchild…  << Oh,mi spiace,ora proprio non posso, ho un appuntamento con una paziente. Ma se volete dalle 5 alle 6 sono disponibile. >> Poi fece per andarsene.

<< Dottor Kessler, aspetti! Sono io Kaitlyn Fairchild. Quella paziente che stava aspettando. >>

<< Ah,allora sei in perfetto orario –un bel sorriso gli si stampò sul volto–  e lei è..?

<< Gabriel,Gabriel Wolf. >>

<< Ok, se volete seguirmi nel mio studio… >> così si voltò e prese a camminare. 

Mentre lo seguivo guardai Gabriel,ansiosa di conoscere la sua opinione.

“ Secondo te ha sentito la nostra presenza? ”

“ Improbabile ”

“ E’ un fatto negativo o positivo? ”

“ mmm…positivo perché non si scandalizzerà, negativo perché… ”

“ …perché forse non sa proprio cosa sia un contatto telepatico… ” conclusi per lui.

Stavo peggio di prima.

“ Ehm,cosa faccio quando mi visiterà? Non ho il malore che gli ho descritto nella     e-mail!! ” esclamai d’un tratto.

Gabriel sfoderò un ghigno malefico e disse  a bassa voce << Di questo non ti dovrai  preoccupare,Kait… >>

“ Vuoi farlo svenire?! Ma… ”

“ c’è altra soluzione? ”

“ No,ma… ”

C’è altra soluzione?”ripetè. Ammutolii.

<< Eccoci arrivati… >> disse Rob. E aprì una porta davanti a noi.

  
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