Eccomi
di
nuovo!!
Adorate
lettrici,in questo capitolo non c’è nulla di
concreto,lo ammetto,infatti temo
di aver perso la grinta da scrittrice Dark-visioniana... mi scuso per
questo,ma
davvero non so che fare per riscattarmi... comunque,vorrei farvi una
richiesta...
potete dirmi quante siete? Perché a me dice solo le entrate
nei capitoli,non il
numero. Dovete solo scrivere “eccomi” o
“io” o anche un segno di punteggiatura xD
tanto per segnalare la vostra presenza.
Grazie
un
bacio
Marty occhiblu
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Kait
& Gabriel
capitolo
9
IL
SOLE E IL BUCO NERO: DI NUOVO
INSIEME
<<
Eppure deve essere
da queste parti…>> mormorai,poi, ripiegata la
cartina stradale aprii
il finestrino per una boccata d’aria
fresca. Ahhh,meglio. Poi un brivido
mi percorse la spina dorsale e sorridendo mi affacciai.
Non
rabbrividivo per l’aria
frizzante che mi sferzava il viso ma per l’eccitazione che
avevo da quella
mattina e che,nonostante i tentativi di renderla meno
evidente, andava crescendo mano a mano che ci avvicinavamo.
L’unico
lato negativo della
giornata era il rifiuto che diedi a Patrice quando mi
suggerì di andare a fare
shopping insieme,e il conseguente faccino triste triste con cui
tentò di
convincermi alla fine. “
Oggi proprio
non posso, P. , devo vedermi con un vecchio e caro amico che non sento
da anni,
si trattiene qui solo per un paio di giorni e poi se ne và
” Questa fu la scusa
usata; non originalissima lo so, ma, a dirla tutta,non era neanche una
bugia.
<<
Ma non fa un po’
freddo? >>borbottò Gabriel. Guardò
i miei capelli scompigliati con
disapprovazione.
<<
Perché,tu senti
freddo? Vuoi che chiuda?>> Mi rivolsi al
guidatore,ritirando la testa .
<<
No,no… dicevo per
te,Kait…>> si affrettò a rispondere.
<
Spensi
la radio. L’edificio
era più piccolo di quanto mi fossi immaginata,ma a pensarci
bene,faceva al caso
di Rob: l’evidente bisogno di aiuto dell’ospedale
lo aveva spinto a lavorare
qui,per aiutare quelli meno fortunati…in un luogo povero e
con povere persone.
Gabriel era d’accordo.
<<
Non mi sarei stupito
se avesse deciso di fare un medico senza
frontiera…>>
Commentammo
per qualche
minuto la situazione,e arrivati a destinazione parcheggiammo. Scendendo
dalla
macchina,avvertii un prurito strano,che avevo imparato a
riconoscere.Non
frenetico,proveniente dalla mano,ma da una parte indefinita del mio
corpo…
Avvertivamo Rob. Stavo anche per chiamarlo telepaticamente quando
qualcosa di
invisibile soffocò grido mentale. Gabriel mi
guardò severamente .
<<
Pensi davvero che
sia questo il giusto approccio? >>
<<
No,hai ragione. Però
prima o poi dovremmo farglielo capire che è uno psichico, e
anche noi lo
siamo,no? >> Lui annuì serio,ed entrammo.
Lì -in quello che si poteva
chiamare ospedale solo per via degli strumenti medici- chiedemmo ad una
infermiera piuttosto anziana del dottor Kessler. Appena pronunciammo il
suo
nome i suoi occhi presero a brillare come se considerasse Rob un
santo,una
persona a cui rivolgere la propria devozione più assoluta,di
cui diventare un seguace
fedele.
Era evidente il rispetto che
queste persone
nutrivano per lui, la fiducia nelle sue capacità sfiorava
l’adorazione per i
miracoli.
Qualcosa mi dice che kessler sa
già del suo potere… pensò sarcasticamente
Gabriel. E mentre l’infermiera
ci guidava da Rob,la percezione della sua presenza si
acutizzò, e riuscimmo a
proseguire da soli. Non mi accorsi dell’occhiata confusa
dell’anziana
signora,né del beeeeep assordante che giunse d’un
tratto alle mie orecchie,né
del crollo delle mie barriere mentali . Senza saperlo mi ritrovai a
correre
verso la luce,la luce dorata e pulsante tanto familiare, fino a
che…
…
andai a sbatterci contro,e
Gabriel dopo di me. Ansante per la corsa mi scusai immediatamente,
anche prima
di controllare se fosse Rob.
<<
Oh,mi spiace,ti sei
fatta male? >> Un uomo biondo mi guardò da
sopra gli occhiali da vista,
visibilmente preoccupato per me. Lo fissai intensamente negli occhi,e
solo
grazie a quel oro liquido riuscii a riconoscere il nostro vecchio
amico.
Lacrime mi offuscarono la vista e mi mossi istintivamente per
abbracciarlo.
Gabriel mi bloccò in tempo, e dissi frettolosamente
<< No,no,
assolutamente no. >>
Meno male… questo
fu il primo pensiero proveniente da Rob. La voce mentale era molto
cambiata,più
profonda,da uomo maturo,un timbro basso assai differente da quello di
tanti
anni fa. Comunque sia,la mia attenzione era rivolta ad altri argomenti.
Piuttosto
demoralizzanti,anche. Se la vista di
noi due non aveva risvegliato niente di niente in Rob,neanche un
“ci siamo già
incontrati?”, come potevamo ripristinargli la memoria
dall’inizio? Senza un
punto di partenza? Più in fretta possibile,innalzai le
barriere,rendendomi
invisibile al suo “sonar”.
<<
Ehm-ehm… Dottor
Kessler suppongo. >>
<<
Esattamente. Posso
aiutarvi? >> Era decisamente curioso,quello sguardo
indagatore diceva <
Chissà come fanno a sapere il mio nome… >.
Ma più che altro
lo diceva il suo cervello.
<<
Dottore, vorremmo
parlarle in privato di una questione delicata…
>>
Ma adesso dovrei vedere la
signorina Fairchild… <<
Oh,mi
spiace,ora proprio non posso, ho un appuntamento con una paziente. Ma
se volete
dalle 5 alle 6 sono disponibile. >> Poi fece per
andarsene.
<<
Dottor Kessler,
aspetti! Sono io Kaitlyn Fairchild. Quella paziente che stava
aspettando.
>>
<<
Ah,allora sei in
perfetto orario –un bel sorriso gli si stampò sul
volto– e
lei è..?
<<
Gabriel,Gabriel
Wolf. >>
<<
Ok, se volete seguirmi
nel mio studio… >> così si
voltò e prese a camminare.
Mentre
lo seguivo guardai
Gabriel,ansiosa di conoscere la sua opinione.
“
Secondo te ha sentito la
nostra presenza? ”
“
Improbabile ”
“
E’ un fatto negativo o
positivo? ”
“
mmm…positivo perché non si
scandalizzerà, negativo perché…
”
“
…perché forse non sa
proprio cosa sia un contatto telepatico… ”
conclusi per lui.
Stavo
peggio di prima.
“
Ehm,cosa faccio quando mi
visiterà? Non ho il malore che gli ho descritto nella e-mail!!
” esclamai d’un tratto.
Gabriel
sfoderò un ghigno
malefico e disse a
bassa voce <<
Di questo non ti dovrai preoccupare,Kait…
>>
“
Vuoi farlo svenire?! Ma… ”
“
c’è altra soluzione? ”
“
No,ma… ”
“C’è altra
soluzione?”ripetè.
Ammutolii.
<< Eccoci arrivati… >> disse Rob. E aprì una porta davanti a noi.