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Autore: iosnio90    11/10/2010    3 recensioni
Questa è la terza parte della mia serie: il linguaggio della resa. Dopo tutti gli avvenimenti del Labirinto, quando tutto sembrava andare per il meglio, ecco che la magia sembra avere la meglio e Samuel e Samia rapiscono Bonnie lasciando Damon da solo. Cosa succederà? Per scoprirlo dovrete leggere, ma per chi non lo avesse ancora fatto, vi consiglio di leggere prima le prime due parti di questa serie altrimenti non si capisce nulla. Ovviamente è una Damon/Bonnie! BACIONI...IOSNIO90!
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il linguaggio della resa'
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Capitolo quindicesimo

“Sono in ritardo!” - i nervi di Bonnie erano messi a dura prova in quel momento.
“Bonnie, calmati! Saranno qui tra breve, vedrai! E poi Damon ci aveva avvertito che dovevano seminare le spie del Consiglio prima di poterci raggiungere!” - Katie sembrava del tutto tranquilla.
Bonnie si chiese come facesse a mantenere sempre un così saldo autocontrollo.
A dire il vero, quella era una domanda che si era fatta spesso nelle ultime ore.
Katie dava sempre l’impressione di avere tutto sotto controllo, che tutto fosse apposto nonostante stesse trasgredendo a praticamente tutte le regole del Regno, fosse in combutta con dei vampiri, stesse mantenendo chissà quale sordido segreto e, cosa più importante di tutte, il Consiglio fosse sulle tracce di un traditore che equivaleva a dire che il Consiglio era sulle sue tracce.
Ma Katie sembrava sempre tanto rilassata che, nelle ultime ore, aveva portato Bonnie sull’orlo di una crisi isterica.
Era come se Bonnie sentisse il bisogno di agitarsi anche per Katie visto che lei non lo faceva.
Avevano passato tutta la sera precedente e tutta la mattinata senza rivolgersi la parola, nella più assoluta indifferenza.
Katie era sorprendente nella parte della guardia carceraria leale e ligia al dovere. Se Bonnie non avesse saputo che, in realtà, Katie era dalla loro parte avrebbe avuto senz’altro una paura matta di lei.
Per quanto riguardava Maddy….
Ad ogni ora che trascorreva Bonnie si rendeva sempre più conto della cecità e della stupidità di quella strega.
La vedeva sogghignare sotto i baffi ogni volta che lei era nei paraggi e la vedeva correre da Katie ogni volta che poteva solo per metterla a parte di ogni minima mossa nel piano del Consiglio per scovare la talpa, neanche minimamente consapevole che stava raccontando tutto alla talpa stessa.
Forse era per questo che Katie era così tranquilla: perché Maddy con la sua infinita brama di potere e la sua immensa idiozia era facile da raggirare e per di più le stava dando inconsapevolmente una mano a nascondersi.
Ma era anche vero che il Consiglio non aveva dato prova di essere poi così furbo.
Quella mattina Samuel e Samia avevano solo distribuito guardie su tutto il territorio di Kemet e avevano triplicato la sorveglianza nei pressi della casa di Bonnie, convinti di poter prendere nel sacco Damon e il fratello.
Ogni volta che si affacciava alla finestra della sua stanza Bonnie aveva visto sempre due o tre guardie pronte a scattare che si davano il cambio ad ogni ora.
Aveva quasi perso le speranza di riuscire ad uscire di casa in tempo, ma Maddy, ancora una volta, si era dimostrata talmente sciocca da lasciare campo libero a Katie e da accompagnarle addirittura alla porta dicendo alle guardie che non c’era bisogno che le seguissero visto che Bonnie era sotto la sorveglianza di Katie, la persona più fidata di tutto il Regno Magico.
Un frullio d’ali distolse Bonnie dai suoi pensieri.
Quando si voltò, si ritrovò faccia a faccia con un corvo nero piombato fuori dal nulla e che adesso le svolazzava intorno allegramente.
Gli occhi di Bonnie si spalancarono.
“Oddio! Ma da dove è uscito?” - ma non riuscì neppure a finire la frase che il corvo si trasformò sotto i suoi occhi.
Al suo posto ora c’era Damon.
“Ma come….?” - Bonnie era sconcertata.
“Vampiro, sai!” - fece Damon indicando se stesso - “Parecchio Potere fa questo effetto!”
“Ah! Buono a sapersi!”
Damon le rivolse un sorriso, poi si voltò: “Tana libera tutti! Vieni fuori!” - disse e da uno degli alberi lì vicino spuntò fuori l’altro vampiro e andò ad affiancare Damon.
“Perché lui non si è trasformato?” - la curiosità di Bonnie prese il sopravvento.
“Perché è un povero pivellino!” - Damon rispose facendo un gesto frettoloso della mano come a voler liquidare in fretta la questione.
Ma Bonnie non ci aveva capito nulla e aggrottò le sopracciglia.
“Damon vuole dire che io non sono molto potente come lo è lui e non avendo abbastanza Potere non posso trasformarmi in un animale!” - il vampiro dagli occhi verdi prese la parola.
“E’ perché bevi sangue animale?” - chiese Bonnie.
Il vampiro annuì.
“Ok! Adesso che ne dite di andare al dunque! Voi non avete tutto il giorno e qualcuno potrebbe avvistarci!” - li interruppe saggiamente Katie guardandosi intorno.
“Sì, hai ragione! Ma prima spostiamoci!” - disse il fratello di Damon.
Bonnie e Katie si guardarono, ma non commentarono e seguirono i due vampiri.
Arrivarono dopo qualche minuto in una stradina adiacente completamente deserta.
Si fermarono davanti alla porta in ferro di quello che aveva tutta l’aria di essere un magazzino abbandonato.
Damon afferrò la maniglia arrugginita e aprì la porta senza il minimo sforzo e stando attento ad ogni rumore.
Entrarono tutti in una specie di grossa scatola di sardine con un oblò sul soffitto da cui filtrava la luce. Non c’era nulla all’interno tranne una vecchia panchina con la vernice scrostata e quelli che sembravano chili e chili di polvere.
“Bel posto!” - commentò Katie.
“Qui saremo al sicuro! A nessuno verrà mai in mente di venire fino a qui!” - disse Damon.
Un silenzio imbarazzante calò nella stanza.
Bonnie andò a sedersi sulla panchina di fianco a Katie.
“Direi di cominciare!” - disse il vampiro con gli occhi verdi.
Bonnie annuì.
“Bene! Bonnie quello che ti diremo ti sembrerà del tutto folle, ma ti assicuro che è la verità!” - cominciò il vampiro.
“Ok! Va bene!”.
“Per farla breve, la tua vita, quella vita che credi di avere, quella vita che ricordi di aver vissuto è solo un’immensa bugia!” - cominciò il vampiro.
“Una bugia? Come sarebbe….una  bugia?” - Bonnie credette di avere sentito male.
“Tu non sei nata qui! Non ci sei mai stata e fino a poco tempo fa non sapevi neppure che esisteva una Regno Magico! Tu vivevi nel mondo umano con la tua famiglia e i tuoi amici! Qualche anno fa hai scoperto di essere una strega, ma la cosa non ti è piaciuta molto tanto che ti facevi venire un attacco di panico ogni volta che qualcuno ti chiedeva di usarla! Poco dopo io e Damon arrivammo a Fell’s Church, la cittadina in cui vivevi, e da quel momento ne sono successe talmente tante che non so neppure da che parte cominciare! So che credi che i tuoi genitori siano morti, ma non è così, sono vivi e stanno bene! So che credi che queste persone ti siano amiche, ma non è così…i tuoi veri amici siamo noi, noi e le persone che sono rimaste fuori e che aspettano solo che tu ritorni!” - spiegò il vampiro.
“I miei veri amici?” - quello di Bonnie fu quasi un sussurro.
“Sì! Posso dirti i loro nomi, se vuoi! Hai due migliori amiche: una si chiama Elena ed è la mia fidanzata, l’altra si chiama Meredith….”
“Meredith? Ma questo è il nome che….” - Bonnie si voltò verso Katie.
“Sì! E’ il nome che inconsapevolmente ti è uscito di bocca quando mi hai detto che ti fidavi di me! Te l’avevo detto che c’era una ragione!” - le sorrise Katie.
“Sì! Meredith è più di un’amica per te…è come una sorella, è come se fosse la tua sorella maggiore! E’ sempre lì a sorreggerti, a proteggerti e a consolarti ogni volta che ne hai bisogno! E poi c’è Matt…lui…beh non so di preciso cosa lui provi in realtà per te, ma so che tu lo consideri un tuo grandissimo amico e gli vuoi un gran bene!” - continuò il vampiro.
“E tu? Anche tu sei mio amico?” - chiese Bonnie.
“Sì! Il mio nome è Stefan Salvatore! Sono il fratello minore di Damon e sono un tuo amico, si!”
“Ma io non ricordo nulla! Voi state qui a dirmi tutte queste cose, a dirmi che la mia vita è finta, ma è l’unica che ricordo!” - protestò Bonnie sempre più confusa.
“Lo so! Questo dipende da quello che ti hanno fatto Samuel e Samia, da quello che hanno fatto a te e a Damon!” - rispose Stefan.
“A me e a Damon?” - chiese Bonnie puntando i suoi occhi su Damon che se ne stava semplicemente lì davanti a lei a fissarla senza dire una parola.
“Sì! Tu e Damon vi amavate già da prima che noi venissimo qui! Ne avete passate tante per stare insieme, ma alla fine ce l’avete fatta! Siete partiti per un viaggio in giro per l’Europa e al vostro ritorno uno stregone, Ted, il cugino di Katie, vi tese una trappola per ordine di Samuel e Samia utilizzando un incantesimo chiamato Il Labirinto, ma anche quella volta voi ce l’avete fatta e Damon è riuscito ad ucciderlo. Però, proprio quando pensavate che tutto fosse finito, Samuel e Samia sono arrivati e ti hanno portato via! Ti hanno portato qui, nel Regno, e ti hanno fatto un incantesimo, Il Sigillo, con il quale hanno bloccato tutti i tuoi veri ricordi rendendoteli inaccessibili e ti hanno instillato nella mente una nuova vita con nuovi ricordi! Ma è tutto falso, Bonnie! E’ per questo che siamo qui, per farti ricordare e per portarti con noi, nel tuo mondo!” - raccontò Stefan.
“E come faccio a ricordare?” - chiese Bonnie.
“Non c’è un contro incantesimo! L’unico modo è il ricordo-chiave! In poche parole, bisogna stimolare la tua mente in modo che i ricordi comincino a spingere per far spazio al ricordo più importante della tua vita, il ricordo-chiave, appunto! Solo quando questo particolare ricordo tornerà a galla tu recupererai tutto!” - intervenne Katie poggiandole una mano sulla spalla.
“Quindi potrei non ricordare mai!” - concluse Bonnie con le lacrime agli occhi.
“Invece ce la farai! Ma l’importante è che tu creda a quello che ti abbiamo detto! Tu ci credi, vero Bonnie?” - le chiese quello che era risultato essere il suo amico Stefan.
Bonnie abbassò lo sguardo e chiuse gli occhi.
Era confusa. Non sapeva se crederci oppure fuggire via di lì.
Il suo cuore le diceva di fidarsi di Katie, le diceva che Stefan non era in grado di mentire, e le urlava che amava Damon.
Ma la sua ragione….la sua ragione le diceva che lei non ricordava.
Ma, pensandoci bene, anche Stefan le aveva detto che lei non ricordava, solo che le aveva spiegato anche il perché.
Ma era proprio vero?
Era possibile che Samuel e Samia fossero così malvagi?
La ragione le diceva che i Consiglieri si erano sempre presi cura di lei, che non doveva dubitare.
Ma il cuore le diceva che di motivi per dubitare ne aveva, eccome.
E poi c’erano tutti quegli episodi misteriosi, tutte quelle strane sensazioni.
Lei aveva davvero detto < ti voglio bene, Meredith >  e aveva sentito davvero che quell’affetto c’era, che quelle parole non erano prive di senso.
E quante volte Damon le aveva detto cose che non era riuscita a capire? Quante volte lo aveva sentito farfugliare di un < inizio > di cui lei non aveva memoria? E poi c’era la volta in cui le aveva detto che l’amava, che l’amava da molto tempo, come era possibile se la conosceva da soli cinque giorni? E perché si era sentita così angosciata quando era stato condannato a morte? Perché si era sentita così presa dal suo sguardo? Perché il suo nome le aveva risvegliato dentro un turbinio di sensazioni fortissime? Come aveva fatto ad innamorarsi di lui, un vampiro, in così poco tempo?
Ma forse non si era innamorata di lui in così poco tempo….forse Stefan aveva ragione e il suo cuore era semplicemente tornato a fare quello che era sua abitudine fare cioè amare Damon incondizionatamente.
Ad un tratto tutto le fu chiaro.
Come poteva essere finto un sentimento tanto forte?
Lei amava Damon con tutto il cuore e la ragione non aveva dati né certezze che potessero mettere in dubbio il suo amore per lui.
Bonnie aveva deciso.
“Io vi credo!” - disse mentre una lacrima le solcava il viso, poi si rivolse a Damon - “Adesso ho capito perché mi dicevi di amarmi da prima di venire qui, ho capito perché dicevi di conoscermi da tanto e ho finalmente capito perché sei venuto qui: sei qui per riuscire a farmi tornare quella di prima, la Bonnie che amavi!” - disse.
A quelle parole vide gli occhi di Damon illuminarsi di una strana scintilla rossa e vide i tratti del suo volto irrigidirsi fino a dargli un’ espressione a metà tra il confuso e l’irritato.
Con un unico passo Damon annullò la distanza che c’era tra loro, si inginocchiò davanti a lei e le prese le mani tra le sue, incatenando i loro occhi.
“No!” - disse - “Se c’è una cosa che ho capito è che non esiste una Bonnie del passato e una Bonnie del presente! Esisti solo tu! Se sono qui è perché voglio che Samuel la paghi per quello che ci ha fatto, è perché quando ti ha portato via da me io ho visto il terrore nei tuoi occhi, è perché ti ha strappato ad una vita felice, ti ha strappato al posto a cui appartieni, ti ha strappato a persone che ti amano e che vogliono che tu ritorni! Se sono qui è perché ti amo! E ora come ora non mi importa se recuperi o no la memoria, l’unica cosa che voglio è andare via da qui…con te!” - e detto questo le afferrò il viso e la baciò.
Bonnie si aggrappò a Damon e in un attimo di lucidità sentì le lacrime, le sue lacrime bagnarle il viso e scendere a mischiarsi al bacio.
Bonnie era felice.

Stefan tirò un sospiro di sollievo: Bonnie sapeva e credeva.
Ma non era così stupido da illudersi che fossero state le sue parole a farle prendere una decisione. Stefan sapeva bene che ciò che lui aveva detto aveva potuto destabilizzarla, ma a farle decidere davvero era stato l’amore di Bonnie per suo fratello.
Amore che si stava ancora concretizzando lì davanti ai suoi occhi e che lo stava mettendo decisamente in imbarazzo.
Spostò lo sguardo su Katie e si rese conto che anche lei lo stava fissando impacciata.
“Forse è meglio se….” - bisbigliò indicando la porta.
Katie annuì e, lentamente, per non disturbare i due innamorati, lo affiancò.
“Credo sia il caso di lasciarli soli!” - sussurrò lo strega sorridendo.
“Già!” - commentò Stefan.
Erano ad un passo dalla porta quando questa si spalancò.
Stefan arretrò di scatto trascinando di peso Katie. Nel frattempo Damon si era alzato e stringeva a se Bonnie con gli occhi puntati sulla porta aperta.
E lì una figura ricurva si stagliava in controluce.
Stefan notò che Damon aveva cominciato a tremare dalla rabbia e ne capiva bene il motivo: non potevano permettere che andasse tutto a rotoli proprio adesso che erano ad un passo dall’andarsene.
La figura avanzò lentamente tenendoli con il fiato sospeso.
Era un uomo, era anziano e quando si richiuse la porta alle spalle e poterono vederlo meglio, tutti rimasero a bocca aperta.
Era il Consigliere Hugh, quello che sembrava vecchissimo, che con la sua tunica gialla e, sorretto da un bastane in ottone con il pomello in oro, attraversò tranquillamente quella specie di bunker in cui si trovavano e si sedette sulla panchina arrugginita alle loro spalle.
“Devo dire, ragazzi miei, che vi sapete nascondere bene! Ci ho messo un po’ a trovarvi!” - disse l’anziano signore guardandoli con un lampo di divertimento e approvazione negli occhi.
“Consigliere Hugh! Cosa ci fa lei qui?” - chiese Katie.
“Potrei farti la stessa domanda, ma credo di sapere la risposta! Qui tutti stanno cercando la talpa e a quanto pare ce l’hanno sotto il naso perché sei tu, giusto?” - ribattè il Consigliere.
“E’ venuto per arrestarci tutti e per farci uccidere?” - chiese tremante Bonnie.
“Oh, no di certo, ragazza mia! Sono contro la violenza io!” - rispose l’anziano.
“Certo, come no! Mi scusi tanto, ma con tutto quello che il Consiglio ci ha fatto e ha ancora in programma di farci, stento a credere che ci sia qualcuno contro la violenza qui!” - commentò acido Damon.
“Lo capisco! Lo capisco! Ma io sono qui per aiutarvi!” - rispose annuendo Hugh.
“Come, prego? E perché lo farebbe?” - chiese Damon.
“Per due ragioni! Primo: Conoscevo la vostra signora Flowers e sebbene abbia passato poco tempo con lei, so che è una delle persone con la maggior capacità di giudizio che io abbia mai conosciuto e vi posso assicurare che, alla mia età, di persone ne ha conosciute parecchie. Quindi se lei vi è amica e si fida di voi vuol dire che siete brave persone, quindi vi aiuterò! Secondo: non mi è mai piaciuta tutta questa faccenda, l’ho sempre trovata orribile! Ho trovato atroce il Labirinto e quello che vi è successo lì dentro e ho trovato ancora più atroce e ingiusto quello che hanno fatto a Bonnie! Ma io sono solo un povero, vecchio Consigliere inferiore e nonostante quello che si sa e si dice in giro, Samuel non prende mai in considerazione le nostre opinioni e fa tutto di testa sua supportato dalla sorella. Noi non abbiamo diritto di replica! Così molti di noi si sono semplicemente annoiati e hanno deciso di lasciar perdere tutto e far governare lui! Ma questa volta ha passato il limite e quindi ho deciso di unirmi alla vostra banda di furfantelli!” - spiegò il Consigliere.
“E noi dobbiamo crederti?” - chiese Damon.
“Secondo me dice la verità e poi è venuto da solo!” - commentò Katie.
“Anche secondo me! Non mi sembra cattivo!” - disse Bonnie.
“Stefan?” - chiese Damon.
“Non lo so! Ho dei dubbi come ce li avevo su Katie, ma ci ha dato due buone ragioni e altro aiuto non ci farebbe male!” - rispose Stefan.
“Io non lo so! Non sono convinto!” - disse Damon.
“Vuoi una prova?” - chiese Hugh.
“Magari!” - rispose Damon.
“Bene! La prova è che nessuno è ancora venuto a prendervi nonostante l’ora!” - disse Hugh.
“Che significa?” - chiese Bonnie.
“Significa che siete stati un po’ distratti! Sono le 16:05! Avete un ritardo di cinque minuti eppure non ci sono guardie! E sapete perché?” - disse Hugh.
Tutti annuirono. Stefan, in particolare, annuì maledicendosi per la sua sbadataggine.
“Perché quando i due ragazzi vampiri torneranno nella loro cella troveranno due copie esatte di loro stessi che sono comparse dal nulla esattamente sei minuti fa e che scompariranno non appena ritornerete!” - spiegò il Consigliere.
“L’hai fatto per proteggerci?” - chiese Stefan sbalordito.
“Certo! Qualcuno deve pur pensarci mentre voi siete impegnati nelle vostre riunioni!” - rispose Hugh.
Stefan si voltò verso Damon che stava continuando a fissare l’uomo.
“Ok! Ti credo! Ma tradiscici e prima di morire giuro che uccido te!” - disse, alla fine, Damon.
“Bene! Allora io direi di rivederci domani mattina alle 7: 30 a casa mia, in periferia! E’ un posto tranquillo e nessuno ci seguirà! Katie sa dov’è e ci porterà Bonnie! Per quanto riguarda voi…creerò altre copie e le terrò nella vostra cella per tutto il giorno così da farvi avere la giornata completamente libera e vi invierò in sogno delle mappe per arrivare al luogo esatto dell’incontro! Lì parleremo di come farvi uscire dal Regno! Che ne dite?” - propose il Consigliere.
Tutti si ritrovarono di nuovo d’accordo.
Ma mentre stavano per lasciare la stanza e separarsi, Bonnie li fermò.
“Aspettate! Ho un’ultima domanda da fare….a Katie!” - disse.
Stefan aveva già intuito cosa volesse chiedere e si sorprese che lo facesse solo adesso.
“Dimmi!” - fece Katie.
“Stefan ha detto che Ted, lo stregone inviato dal Consiglio per tenderci una trappola, lo stregone che Damon ha ucciso, era tuo cugino! Volevo sapere…perché ci aiuti se abbiamo ucciso un tuo parente?” - chiese Bonnie.
Katie non esitò a rispondere.
“Perché quello finito davvero in trappola è stato proprio Ted. Samuel e Samia lo hanno mandato in missione sapendo che contro Damon lui non avrebbe mai vinto e sarebbe morto! E, addirittura, quando si è ritrovato ad un passo dalla morte e ha chiesto aiuto, loro glielo hanno negato restando semplicemente lì a guardarlo morire! Voglio vendetta e questo è il modo migliore per ottenerla!”
Bonnie la fissò per qualche istante, poi Stefan la vide farsi avanti e stringere Katie in un abbraccio di sincera comprensione.

Erano le 23:00 passate ormai.
Damon aveva trascorso tutto il resto del giorno a pensare e a ripensare a quello che era successo quel pomeriggio: a Bonnie, alla loro riunione, a Bonnie, all’arrivo di Hugh, a Bonnie, all’incontro del giorno dopo, a Bonnie e poi ancora a Bonnie.
Alla fine non aveva resistito e nonostante le guardie decise di andare da lei.
Aveva pensato per ore intere ad un modo per passare del tempo con lei senza che li scoprissero e aveva finalmente trovato un’idea a dir poco perfetta.
Sotto forma di corvo, si appollaiò su un albero proprio fuori alla finestra di Bonnie, da dove poteva guardarla senza che nessuno si accorgesse di lui e cominciò  a chiamarla telepaticamente: - Streghetta! -

- Streghetta! - quella voce risuonò all’improvviso nella mente di Bonnie.
Era così presa a cercare di addormentarsi in modo da far arrivare prima il giorno dopo e quindi prima il momento in cui avrebbe rivisto Damon, che si spaventò.
Ma nemmeno lo spavento le impedì di riconoscerlo.
“Damon…” - sussurrò da sotto le coperte.
- Non c’è bisogno che parli! Io ti parlo telepaticamente, tu limitati a pensare le risposte…io posso leggertele nella mente - le disse la voce telepatica di Damon.
- Ok! Mi senti? -
- Forte e chiaro! - rispose divertito Damon.
- Non prendermi in giro! -
- Perché? E’ divertente! - e la risata di Damon le risuonò nella mente.
- Vabbè..tanto con te è inutile! Piuttosto…sentiamo un po’: il mio vampiro mi sta forse invitando ad un appuntamento telepatico? - chiese Bonnie.
- Era questa l’idea! -
- Originale e fantastica - rispose entusiasta Bonnie.
- Lo so! Tutto quello che faccio è fantastico! - si pavoneggiò il vampiro.
- Scommetto che anche quando avevo i miei ricordi mi complimentavo con te per la tua assoluta modestia - rispose sarcastica Bonnie.
- A dire il vero, si! Certe cose non cambiano - fece Damon.
A Bonnie venne un’idea.
- Damon? -
- Sì? -
- Tu potresti inviarmi delle immagini mentali? - chiese Bonnie.
- Sì, certo! Perché? Cosa vuoi vedere?Il mare? Il sole? Il mio corpo da urlo? - chiese Damon.
- No, scemo! Vorrei che mi mostrassi i nostri momenti, quelli che io non ricordo! - rispose Bonnie.
- Sicura? -
- Sì! Sicurissima! -
- Allora mettiti comoda! - fece Damon.
Bonnie chiuse gli occhi e all’improvviso si ritrovò in un  altro mondo.
Nella sua mente vedeva immagini che si susseguivano a raffica e che sentiva che non le appartenevano.
Ma al centro di ogni immagine c’era lei!
Solo che era diversa: era avvolta da una specie di luce, i suoi capelli sembravano ricci e ribelli, ma, allo stesso tempo, lisci e morbidi come seta, la sua pelle era delicata e vellutata, il suo profumo era dolce e piccante insieme, il suo sorriso era radioso e, in generale, tutta la sua persona era avvolta da un’aura di purezza e candore che la rendeva più simile ad un dea che ad una ragazza.
Bonnie si sentiva sulle nuvole, sentiva il cuore che le esplodeva nel petto. Non aveva mai creduto possibile che qualcuno la vedesse in quel modo eppure Damon lo faceva.
Poi la scena tremò e si mosse.
Adesso vedeva se stessa inginocchiata sull’erba secca, in mezzo ad un trionfo di mistero e natura; di fronte a lei, inginocchiato anche lui c’era Damon e aveva un’aria così stravolta…
Damon adesso le stava chiedendo qualcosa…un attimo dopo si stavano baciando e in lontananza la voce di Damon le suggerì che quello era il loro primo, vero bacio.
Poi la scena cambiò.
Adesso Damon era a terra, era ferito, lei era spaventata. Dietro  di loro un vampiro dai tratti asiatici li guardava minacciosamente. Adesso lei e Damon stavano parlando, ma questa volta riuscì a sentire bene quello che dicevano: si stavano dicendo < Ti amo > per la prima volta.
Bonnie sentì le lacrime premere per venire liberate.
Poi la scena cambiò ancora e cambiò ancora sempre più velocemente.
Bonnie si vedeva per strada, mano nella mano con Damon e ad ogni cambio di immagine erano in un posto nuovo e favoloso.
Quello doveva essere il viaggio di cui aveva parlato Stefan.
Poi Damon ricordò ancora e ricordò un bacio: loro due erano in pericolo per via del…Labirinto?…si! Per via del Labirinto…e il ragazzo che li guardava doveva essere il cugino di Katie, Ted!
Poi un altro bacio: erano all’interno di una struttura di pareti verdi e luminose, avevano creduto di perdersi, ma si erano ritrovati.
Poi le mostrò un ricordo che era anche suo: Bonnie rivide la Sala delle Udienze, il primo giorno, rivide quando il loro occhi si erano incontrati e assaporò tutta la gioia di Damon per il fatto di averla ritrovata.
- Grazie - pensò.
- Buonanotte, uccellino! -








NOTE:
Ciao a tutti!
Come è andata la vostra domenica?
La mia è stata orribile con la febbre che mi sono ritrovata!
Allora, com'era il capitolo? Vi è piaciuto il modo in cui Bonnie ha scoperto la verità oppure doveva avvinire in modo diverso?
Personalmente io ho preferito far parlare Stefan in questo momento perchè l'ho sempre creduto più pacato e quindi più adatto di Damon a gestire situazioni delicate come questa! Voi che mi dite?
Vi avevo detto che qualcuno li avrebbe aiutati e sopresa.....era il Consigliere Hugh!
Qui non ha detto molto di lui, ma nel prossimo capitolo racconterà la sua storia con la signora Flowers....almeno per come l'ho pensata io!
Cosa ne pensate dell'appuntamento telepatico? A me è piaciuta l'idea visto che non potevano incontrarsi con la casa di Bonnie piene di guardie!XDXDXDXDXD
Stiamo giungendo lentamente al termine...mancano altri due, tre capitoli!
Quindi un grazie enorme a chi mi segue e a chi si prende persino la briga di recensirmi....Vi voglio proprio bene!
A giovedì sera.....BACIONI..IOSNIO90!

   
 
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