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Autore: Ulissae    11/10/2010    1 recensioni
Tanti auguri di buon compleanno, Frà, è tutta per te.
[Ambientata durante la Gloriosa Rivoluzione inglese, un ipotetico conflitto tra Inghilterra e Francia, che offre riparo ai Reali dell'isola.]
Arthur sapeva che Francis era un tipo frivolo. Lo si vedeva da ogni piccolo dettaglio della sua persona: i capelli sempre acconciati, i pregiati e morbidi laccetti di raso che li tenevano, la cura maniacale con cui si sceglieva gli abiti.
E, logicamente, la noncuranza totale rispetto al resto nella qualeviveva.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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2 Sproloqui: auuuuuguri! <3 *saltiamo e passiamo alle piccole note*
Leggendo sul libro di Letteratura Inglese ho studiato che nel 1642 scoppiò la guerra Civile inglese contro la monarchia. Nel 1649 Charles I fu ucciso dal popolo e la sua famiglia scappò, trovando asilo tra le braccia del Re Luigi XIV a Parigi. (wikipedia insegna)

Panni Sporchi

Arthur sapeva che Francis era un tipo frivolo. Lo si vedeva da ogni piccolo dettaglio della sua persona: i capelli sempre acconciati, i pregiati e morbidi laccetti di raso che li tenevano, la cura maniacale con cui si sceglieva gli abiti.
E, logicamente, la noncuranza totale rispetto al resto nella quale viveva.
Ancora sporco di sangue e sudore, Inghilterra, si imbarcò una notte con le stelle brillavano sul Canale della Manica.
Per un attimo ricordò gli occhi di Francia, socchiudendo le labbra e rimanendo fermo a fissare le onde scure del mare infrangersi contro la chiglia della nave, spezzando il riflesso del cielo sull'acqua.
Ma non poteva cadere in un tale trucchetto. No, non doveva cedere!
Aggrottò le folte sopracciglia e scosse la testa.
No, questa volta Francis aveva superato il limite.

Approdato sulla costa francese, immediatamente si mise in viaggio verso l'entroterra. Era piuttosto scocciato, poiché il cavallo era lento, massiccio e non seguiva i suoi comandi. Con passi pesanti fendeva le strade fangose e melmose.
-Stupidi Francesi- borbottò durante tutto il viaggio, non riuscendo a non pensare all'impudenza del suo nemico, così stupido e impiccione.
Arrivò a Parigi che era ormai l'alba. L'aria fresca delle prime ore del mattino lo sferzò, facendolo sospirare.
Camminò veloce per le vie eleganti della città: le boutique lo mettevano a disagio, così come i palazzi e tutto quel lusso che sembrava uscire e avvolgerlo morbosamente.
Si sentiva a disagio, man mano che si avvicinava al Palazzo Reale, e per la prima volta si rese conto del sudiciume che aveva addosso: i capelli scompigliati e lerci di terra e fango, il viso con le lacrime mischiate al sangue ormai entrambi secchi, gli abiti laceri, strappati e sporchi.
Rimase fermo davanti ai cancelli, immobile.
Francis lo avrebbe preso in giro, stuzzicandolo come suo solito.
Ma lo avrebbe ascoltato. Lo doveva ascoltare.
Si era intromesso in affari che non lo riguardavano e ora doveva farsi da parte.

Con grandi e veloci falcate raggiunse la piccola sala da thé, inseguito da dei servetti assonnati, che emettevano grida di frustrazione, più preoccupati per il lerciume lasciato sul pavimento che per il fatto che uno sconosciuto era entrato come una furia nell'abitazione del Re Sole.
Arthur varcò l'entrata della sala rotonda sbattendo le porte.
La tappezzeria rosata brillava grazie all'oro intarsiato e ai primi raggi del sole, che filtravano dalle tende tirate. L'orologio batté le 7 del mattino e, finalmente, Francis alzò lo sguardo.
Studiò attentamente Inghilterra, ansante e dall'aspetto sconvolto. Posò la piccola tazzina dalla quale stava sorseggiando il suo thé e gli sorrise mellifluo.
«Angleterre! Che piacere vederti, çher!» esclamò, mantenendo il tono della voce basso.
«Piacere unicamente tuo, disgraziato! Dove sono!?» tuonò furibondo l'altro, spostandosi e andandogli di fronte.
«Shhh, su, abbassa la voce» sussurrò scherzosamente Francia.
«Te lo ripeto un'ultima volta: dimmi dove sono i Reali! ORA!» sibilò. Con una mossa rapida lo prese per il colletto della giacca, alzandolo.
Gli occhi di Francia brillavano di furia, la fiacchezza calcolata sparì all'istante e la voglia di scherzare anche. Fissava cupo le iridi brillanti di Inghilterra, lo spinse via con un gesto secco, sistemandosi gli abiti e guardandolo con odio.
«Non osare, Arthur. Non osare.» ringhiò minacciosamente.
Inghilterra rimase in silenzio, scrutandolo. Il suo viso era più accaldato e roseo, ma il respiro era ancora calmo, differente da quello veloce e agitato di lui.
«Dimmi dove sono. Questi non sono affari che ti riguardano, Francia» ripeté testardo, unendo le sopracciglia in un'espressione tesa.
Francis scoppiò a ridere, serafico, interrompendosi bruscamente, trasformando il suo volto in una maschera seria e pericolosa. Gli occhi celesti erano diventati ghiaccio, gelido e impenetrabile.
«Hai ragione, Arthùr: i panni sporchi si lavano a casa» ridacchiò malignamente, facendo un cenno con la testa in direzione dei suoi vestiti.
Inghilterra strinse i pugni, furioso.
«Ma... i tuoi carissimi Reali hanno chiesto aiuto al nostro paese. Chi sono io per negarglielo?» rise sommessamente e nuovamente si bloccò, tetro.
«Sparisci» sibilò secco, «non sono intenzionato a dare alla tua massa di banchieri e contadini assetati di sangue la famiglia reale Inglese. Non ci penso proprio. Per cosa poi? Eh? Siete ridicoli, veramente ridicoli.»
Francis socchiuse lo sguardo e si voltò, volendo far intendere che la discussione era conclusa, ma Arthur non si mosse.
Tremava di rabbia. Sentiva la gola bruciargli e le vecchie ferite della guerra civile bruciargli di nuovo. Era debole, e Francis lo sapeva, per questo si era permesso di trattarlo così.
«Sei uno stupido» sussurrò tristemente, «non riesci a capire le piccole cose, lo vedi?» si fermò, vedendo l'altro voltarsi e fissarlo.
«Questo lusso... fino a quando credi che durerà? Sei solo un triste omuncolo, Francis» commentò amaramente, girandosi e facendo per andarsene.
«Quando ti accorgerai che questo mondo che ti circonda è solo materia marcia, capirai la tua follia.»
Sparì zoppicando, il coraggioso Arthur. Ritornò tra la sua gente, lasciando il vecchio Francis in quella stanza rosa, carica e pesante a pensare.
Solo, rimase fermo, maledicendo quella lingua biforcuta inglese, capace di annientarlo anche in punto di morte.



Angolo autrice:
Auguri, mia adorata.
Mi spiace, ma non ho potuto scrivere una USA UK, purtroppo non ci sono proprio riuscita XD Così eccoti qui una Francis Arthur.
Probabilmente questo periodo storico fu l'unico in cui l'Inghilterra usò la violenza per affermare il potere del Parlamento -solitamente tutte le rivoluzioni inglesi si sono svolte in modo pacifico e non violento.
Non ho altro da aggiungere, ma vi lascio qui la lista di regali <3
Regalo 1 | Regalo 2 | Regalo 3 | Regalo 4 | Regalo 5 | Regalo 6 | Regalo 7 | Regalo 8 | Regalo 9 | Regalo 10 | Regalo 11 | Regalo 12 | Regalo 14 | Regalo 15.


Se avete un livejournal, questo è il mio: [info]ulissae
Idem per anobii (ha trovato il giochino, la bimba): Ulissae anobii
 

Se invece volete farmi una qualsivoglia domanda, ecco il mio formspring: Ulissa

   
 
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