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Autore: yukina_chan    06/11/2005    0 recensioni
La magia, gli amori, gli intrighi, le battaglie, le tragedie, le risate e i pianti che popolano i giorni precedenti al Natale, vista da un gruppo di adolescenti bizzarri e molto diversi tra loro (tratti liberamente dal num 3 dell'album grafico MANGAKA:"Renga"). Non è una fiction d'azione. Non è una fiction complessa o profondamente studiata. E' semplicemente la VITA di questi protagonisti... Con un tocco di fantasia in più!
Genere: Romantico, Commedia, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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24 DICEMBRE-Ci siamo

24 DICEMBRE-Ci siamo!!-15 Minuti a Mezzanotte

Sakiko tornò in salotto con un’aria a dir poco allucinata. Tutti la guardarono preoccupati, chiedendole “Ehi, ma che ti è successo?!” Lei si scostava senza rispondere, per poi sedersi sul divano e rimanere immobile a fissare il vuoto. Tsugumi le andò incontro “Kiko! Cos’hai?!” La ragazza la guardò facendo un’espressione adirata, e digrignando i denti sibilò “Giuro che me la pagherà… E’ un lurido schifosissimo porco…” Tsugumi fece un’espressione totalmente confusa. Tutti si guardarono perplessi. Poco dopo Nao e Louisa tornarono nella sala con dei normalissimi sorrisi sui volti come nulla fosse. Solo Louisa aveva ancora un po’ di turbamento nella voce. “Ehm… Allora, a che punto siamo con il film?”Sakiko li guardò malissimo. “Beh, in realtà sarebbe il caso tra poco di fermarlo, manca poco al grande momento!” dsse Lauri cercando di non guardare gli occhi furiosi di Sakiko. “Giusto! Quasi dimenticavo… Ehi, che ne dite di mangiare qui in salotto? I tavoli li abbiamo!” affermò Kaya. “Ottima idea, Kaya!” dissero i genitori di Oriha trasferendo i primi piatti succulenti per la gioia e gli applausi di tutti. Era pollo arrosto. “Uuuh! Cena più televisione, che spasso!!” esclamò Akane prendendo il suo posto. Sakiko si sedette di fronte a Nao, fissandolo trucida. Lui era un po’ intimorito e chiese piano “Va tutto bene, piccola?” Sakiko fece un sorrisino, prendendo un po’ di vino e versandoselo nel bicchiere. “Ma certo amore, come potrebbe andare meglio?” disse con più sarcasmo possibile. Tutti si lanciarono delle occhiate. “Ehm… Io andrei a chiamare Oriha…” disse Mei alzandosi. Si avviò verso il balcone, quando Nao chiese “Ma che sta succedendo qui? Avete tutti delle facce strane…” Sakiko esclamò “Ascoltami bene, Nao. Se qui c’è qualcuno che fa il doppio gioco sei solo tu!!” Il ragazzo la guardò allibito. Calò il silenzio più imbarazzante che possa esserci. “Ma cosa…” Sakiko non gli permise di finire la frase “Non fare il finto tonto!! Sai, sei stato molto bravo a recitare la parte del bravo fidanzato, dell’innocente, del povero piccolo amante rifiutato, ma potevi perlomeno avere la decenza di dirmi in faccia come stavano veramente le cose, invece di lasciare che io le scoprissi da sola!!” Nao si alzò in piedi esclamando “Ho capito dove vuoi arrivare… Se vieni di là ne parliamo, perché ti garantisco che non è affatto come pensi tu!” Sakiko divenne tutta rossa in faccia, e perdendo il controllo prese il bicchiere e lo gettò competamente in faccia a Nao. Ci fu un sussulto generale. Si alzò ulendosi, mormorando “Scusatemi…” si avviò verso l’altra stanza. Louisa era pallidissima in faccia. Nao si asciugò appena per poi correre dietro a Sakiko. “Kiko! Aspetta ti prego!” La ragazza si fermò a prendere la sua giacca nella stanza da letto “Che cosa? Cosa dovrei aspettare? La tua rivelazione dell’avermi tradita con la tua vecchia amica d’infanzia mezza matta e ridicolmente vestita?” Nao le afferrò entrambe le braccia strepitando “Quello che hai visto prima non era un tradimento!! Se ti calmi un istante posso spiegarti il motivo di ogni cosa, questa non è la Sakiko che conosco, è una bambina viziata che si chiude nel suo guscio senza voler sentire le ragioni degli altri!!” Sakko lo guardò a bocca aperta, ma poi riflettendo un attimo capì che aveva ragione. Prese fiato, abbassando lo sguardo. Una lacrima le solcò la guancia. “Perché lo hai fatto? Credevo mi amassi!” Nao la strinse a sé. “Ma io ti amo, Sakiko! E ti assicuro che se ho baciato in quel modo Louisa era perché aveva bisogno del mio aiuto per capire!” “Capire?” Sakiko divenne improvvisamente curiosa. “Si, avevo bisogno di capire…” Entrambi si voltarono verso l’amica appena entrata. “Sakiko… Tu devi sapere che io sono sempre stata una ragazza molto attaccata alla religiosità, o almeno lo era la mia famiglia… Solo che di recente ho scoperto una cosa che mi ha messo paura, e avevo bisogno di verificarla per chiarirmi le iddee…” Sakiko la guardò stranita. Si calmò, addolcendosi di colpo, e sbarrando gli occhi mormorò “Sei omosessuale?” Louisa annuì timidamente. “Si insomma l’ho scoperto da molto poco… Da quando Nao se ne è andato da Sydney ho molto legato con una ragazza di un anno più di me e non credevo di provare niente per lei fino a qualche tempo fa.”Si fermò un istante, prendendo fiato. “E’ stata una cosa da nulla, un bacio e niente più, eppure da quel momento mi sono sentita strana, diversa, più libera, più felice.” Sakiko guardò Nao, incrociando il suo sguardo. Poi si morse un labbro, e invitò Louisa a sedersi. “Su, avanti, che è successo poi? Se ti sentivi felice qual’era il problema?” Louisa tremava ma rispose lo stesso “Beh ho detto che la mia famiglia è sempre stata molto attaccata alla religione, e una figlia gay sarebbe stata una vergogna per i miei genitori. Io non avrei saputo come dirglielo. E poi era una cosa tutta nuova per me, mi spaventava, capisci? Avevo bisogno di certezze, ho evitato per un po’ la mia compagna trattandola anche un po’ male, ma era più forte di me. Finchè non decisi di venire qui per farmi aiutare da Nao, il ragazzo per il quale avevo avuto una cotta da bambina…” Sakiko sorrise appena. D’un tratto dimenticò tutto l’odio che aveva provato per i due un attimo prima. “Se baciando il ragazzo che mi piaceva un tempo non avessi provato nulla di lontanamente paragonabile a quello che avevo provato per lei, allora il mio destino sarebbe stato segnato.” Nao guardò Sakiko che iniziò a sentirsi seriamente in colpa. “E… E a che conclusione sei giunta?” domandò timida. Louisa trattenne il respiro, per poi rispondere “Credo di essere gay. Martha mi manca troppo… Non resisterò ancora per molto senza di lei, e anche se i miei genitori non saranno d’accordo io non rinuncerò al mio amore per lei!” Louisa aveva lo sguardo rosso, e Sakiko dopo averla fissata con ammrazione l’abbracciò forte. “Sei una ragazza molto coraggiosa, Louisa… E ti chiedo scusa per essere stata così superficiale…” “Figurati… Chiedo io scusa a te per non averti detto nulla. E’ stata un po’ colpa di tutti.” Nao tossicchiò, e le ragazze lo abbracciarono ridendo “Si, Nao, anche a te dobbiamo delle scuse!” Fecero capolino gli altri, che vedendoli così gioiosi pensarono che tutto si era ormai risolto. In quel momento suonò il campanello. “Uh? Chi altro può essere?” disse la madre di Oriha andando alla porta. Aprì, era una ragazza molto alta e snella e portava dei capelli mossi sull’arancio. Aveva l’aria stravolta, e un accento fortemente inglese. “E’ qui Louisa Smith? Per favore, devo trovarla…” Louisa al sentire la voce si illuminò. “Martha!” le due ragazze nel vedersi scoppiarono di felicità, e corsero ad abbracciarsi quasi piangendo. “Perdonami, Martha. Non dovevo scappare in quel modo, avevo bisogno di riflettere!” “E’ tutto a posto ora. Mia carissima Lou…” Tutti assstettero perplessi, mentre Nao e Sakiko si mettevano a braccetto sorridendo come pasque. “Martha? Ehm… Sei una sua amica?” chiese la madre di Nao. Louisa si voltò fiera “Non esattamente. E’ la mia ragazza…” Ci fu un attimo di stupore generale, finchè il padre di Oriha esclamò “Beh, è più che la benvenuta!” Erano ormai le 11.50. Mancava davvero poco, e finalmente ogni problema e ogni incomprensione era stata risolta. O forse no…

“Go! Mi hai… Mi hai spaventata…” mormorò Oriha di fronte al ragazzo comparso di fronte a lei. “Cosa ci fai qui?” chiese dopo aver ripreso a respirare regolarmente. “Volevo fare un salto alla festa… Vedo che c’è molto rumore, deve essere successo qualcosa…” “Infatti dovrei rientrare, mancano solo 10 minuti alla mezzanotte… Su, entra.” Go non si mosse, e Oriha dopo averlo fissato per un po’ chiese “Beh? Vuoi rimanere lì per molto?”Go fece un sospiro. “Una cosa che ho imparato molto da questo Natale è che per riuscire a mantenere vivo un rapporto con le persone che amiamo dobbiamo soffrire indicibilmente ogni minuto che passa, ogni nostro istante di vita deve essere dedicato solo e solamente a loro…” Oriha rimase zitta ad ascoltarlo. “E’ incrediile quanto dolore può portare il sentimento più bello di tutti… L’amore… Ciò che disprezzavo così tanto anni fa. Finalmente ho capito che è l’amore a dare significato alla nostra esistenza, l’amore ci da speranza e gioia di vivere. L’amore per la famiglia, per i fratelli, le madri, l’amore per la persona che è destino ci appartenga per sempre… Non ne comprendo ancora molto bene il significato, ma so finalmente che l’amore esiste, abbiamo solo paura di farlo emergere in superficie. Forse siamo tutti dei vigliacchi, forse ci nascondiamo dietro all’ipocrisia dell’infelicità perché temiamo prima di tutto di essere felici. Io ho molta paura della felicità. Perché mi è ignota e estranea. L’unico momento di felicità me lo ha saputo dare la tua amica Akane, in quella notte magica della battaglia. La notte in cui è iniziato tutto… Mai amerò nessuno come ho amato lei, e come sempre continuerò ad amare…Vivrò dentro di lei, nel suo cuore, come lei vivrà in me. Spero che con ciò che le ho lasciato abbia capito che non la lascerò mai veramente… MAI… E ogni volta che vorrà sentire di nuovo l’odore del mio respiro, il calore delle mie labbra, basterà che chiuda gli occhi e sogni. Sogni il mondo che ci appartiene, dove nessuno potrà mai disturbarci e interrompere la nostra felicità. Questo è il mio unico desiderio.” Rimase zitto per un po’. Oriha sapeva di sorridere. “Non avere paura dellaverità, Oriha. Mei deve sapere quello che hai fatto, ha bisogno di sentirlo.” Oriha abbassò lo sguardo, mormorando “Ma se sapesse il mio gesto, di sicuro mi amerebbe per gratitudine, e non per ciò che sono veramente…” “Lui già ti ama, ma ancora non lo sa. Ha bisogno di questo per capirlo. Allora ogni volta che sentirai quei brividi che ti assalgono, quando saprai che la tua metà di anima a cui hai rinunciato 7 anni fa per salvare la vita di Mei ti sta osservando da qualche parte nell’aria, tu non avrai più paura, piccola Ori, perché ci sarà con te un'altra persona a cui metà del suo corpo è stata estirpata per dare vita all’essere perfetto, il divino…” si guardò le mani, con un’espressione irata mista al disgusto “Il gemello privo di sentimenti… Il Dio. Questo era lo scopo di nostro padre… Beh, è fallito miseramente, e proprio perché io non sono affatto perfetto. Ho un difetto orribile, la mancanza di amore. O almeno l’ho avuto fino a quando ho incontrato Akane. Ma non potrò mai donarle il mio corpo, perché privo di quel sentimento imperfetto e meraviglioso. Per questo rimarrò con lei solo con l’anima, col cuore. Perché la mia anima ha finalmente imparato ad amare… Ma tu, Oriha, non dovrai fare questa scelta, perché la tua anima, anche se ora è incompleta, è pura e umana, come lo è quella di mio fratello. Amatevi come quanto io non saprò mai fare… Amatevi. E siate felici…” Oriha stava piangendo. Piangendo silenziosa. Mai aveva sentito parole più sincere e dettate dall’anima. Senza capire più nulla, si ritrovò abbracciata al ragazzo. “Addio Go. Spero di rivederti…” mormorò. “Anche io, piccola. Mi raccomando, salutami tutti, e… Buon Natale…” Oriha alzò il capo sorridendo al ragazzo che svaniva nel nulla. “Buon Natale Go.” Lo vide sorridere per quell’ultima volta, mentre alzava una mano in segno di saluto. E d’un tratto, decise che era ora di sovrastare ogni dubbio della sua coscienza. Doveva dire tutto a Mei. Si voltò, trovandoselo proprio davanti. Per poco non le venne un infarto. “Mei! Sei qui…” Il ragazzo la guardava con occhi luminosi. “Oriha… Tu hai dato metà della tua anima per me… Ecco cosa avevi fatto 7 anni fa. L’esperimento stava sfuggendoci di mano, e dopo la battaglia sarei morto senza l’energia vitale di un’anima umana. Ma mentre una metà di te entrava in me, un’altra parte si era dispersa nell’aria, e ancora oggi la puoi sentire quando ti ritrovi sola nell’oscurità della notte… E’ così, Ori, non è vero?! E’ così?!” Mei l’aveva afferrata per le spalle. Oriha era senza fiato. Annuì lievemente. “Oddio, Oriha. Quanto ti amo…” la baciò, e il bacio era ancora più bello di quello che avevano avuto quel pomeriggio. Sentirono i fuochi esplodere e le grida felici degli altri. Dunque era giunta la mezzanotte. Le stelle e la luna uniche spettatrici della loro gioia infinita di amare. “Oriha, Mei! Venite, hanno preparato le stelle di vaniglia e crema!” esclamò Tsugumi irruppendo, seguita da tutti gli altri. I due ragazzi, ancora abbracciati e molto vicini, si guardarono con dei sorrisi “Sul serio?! Ma sono i nostri biscotti preferiti!!” “Su, avanti, si mangia!! Buon Natale a tutti!” esclamarono. Kaya si distaccò un momento da Lauri e prese dalla tasca la sfera contenente l’energia. “Dimenticavate il mio regalo per tutti voi…” Con un gesto, tutta l’energia del mondo si espanse nell’aria, riempiendo i cieli e le foreste, i mari, i popoli isolati, ogni centimetro della Terra era diventato più ricco di prima. Il gruppo scoppiò in un applauso fragoroso. Le luci erano spettacolari. I problemi sembravano molto più leggeri. Non erano stati completamente risolti. No, questo no. Di sicuro oriha e Mei avrebbero avuto altre incomprensioni, Nao e Sakiko non era detto che sarebbero rimasti insieme per sempre, Tsugumi aveva ancora dentro un pizzico di sofferenza e paura per quell’amore del fratello che non potrà mai avere, Kaya avrebbe avuto altri scontri con i genitori, Lauri non l’avrebbe passata liscia con gli Arawaki, i genitori di Oriha erano ancora all’oscuro del fatto della discoteca, Akane non sapeva se avrebbe più rivisto Go, Louisa doveva trovare la forza di rivelare ai genitori la verità, e molte altre cose erano rimaste irrisolte. Ma a nessuno pesavano più questi problemi. Non per quella notte. Quella notte in cui, per la prima volta, dopo 7 anni, la neve ricominciò a cadere candida per le strade di Tokyo. Nessuno sapeva cosa avrebbe serbato per loro il tempo e gli avvenimenti del domani. Ma che importava? Era una festa, e non se ne occupavano minimamente. Ci avrebbero pensato un’altra volta, chi lo sa, magari domani…

Fine

Note dell’autrice:

Eccoci qui alla conclusione della fanfiction. Spero di essere stata all’altezza delle vostre aspettative, spero di aver divertito, fatto riflettere, magari commuovere. Spero comunque di aver espresso qualcosa di importante, e spero che non ci siano stati risentimenti di alcun tipo. Grazie a Mokarta, che mi ha seguita dall’inizio alla fine e che è stata presente e gentile in tutto. Grazie anche a tutti quelli che abbiano letto la fic senza commentarla, che l’abbiano trovata bella o no. Grazie a tutti^^

E in ultimo, auguro a tutti di realizzare i propri sogni, perché i sogni sono ciò che di più importante abbiamo, e non ascoltate quelli che li deridono. Sono solo persone scontente che hanno rinunciato a vivere, o forse solo imbecilli che non capiscono una mazza dei sentimenti umani.

Ho finito le mie formalità, bacione a tuttiiiiiiiiii ^_*

  
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