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Autore: Lumik Lovefood    11/10/2010    1 recensioni
[SOSPESA, GUARDA PROFILO]
Il Villaggio della Sabbia. Quanto le era mancato.
In due anni d'assenza, aveva sempre sognato di poter rivedere e riattraversare quel crepaccio di roccia rossa che circondava la città che le aveva dato natale, aveva sempre atteso il momento in cui le sue narici potessero sentire l'odore caldo ed arido della sabbia e che la sua pelle potesse scontrarsi con il Sole giallo alto nel cielo.

Nel Villaggio della
Sabbia fa ritorno una ragazza del clan della Sabbia Rossa.
La ragazza ha viaggiato
per due anni e si troverà di fronte a se numerosi
combiamenti, primi fra questi:
La nomina di un nuovo e
giovane Kazekage.
La perdita di un
famigliare.
Riprendere il normale
ritmo di vita cui lei aveva spezzato sarà dura.
Prima fic che scrivo su questo fandom.
Accetto consigli/critiche/pareri/ecc... ^_-
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Matsuri, Nuovo Personaggio, Sabaku no Gaara
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
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7- passato e emozioni

Ãḳäĭ Ṡųṅã Ŋō Șẫƃáĸǘ

Passato e Emozioni.






Polvere, polvere ed ancora polvere.
Ma da quant'è che la sabbia non veniva tolta dai corridoi di quel maledetto palazzo? Le si appiccicava nei capelli e nelle narici, facendola starnutire ogni tanto.
Hanako correva a perdifiato tra i vari corridoi in cerca della stanza del nonno, era più di una settimana che frequentava quel posto ma ancora sapeva orientarsi al meglio e si perdeva come di consueto.
Dopo essere entrata in un bagno, essere piombata nel pieno di una riunione di qualcuno che a suo parere puzzava di vecchio e dopo aver sbattuto contro delle aiutanti che portavano delle lenzuola pulite, la ragazza finalmente riuscì a trovare Ebizo seduto vicino alla piccola riva del laghetto della sua stanza.
“Nonno!”
“Hana, come stai?” La ragazza s'avvicinò all'anziano e l'abbracciò per poi sedersi accanto a lui, osservando lo specchio d'acqua.
“Bene, tu?”
“Oh, come deve sentirsi un vecchio come me? Ahahahah!” rise il vecchio Ebizo.
“Ma che dici nonno, stai meglio di me...”
“I tuoi allenamenti con Kankuro?”
Uno sbuffo uscì dalle labbra della castana, che si ritrovò a scuotere il capo ed a guardarsi intorno “Bah, potrebbero andare meglio se ci fosse un altro Sensei...”
“Secondo me, voi due vi scontrate perché siete due teste calde...” rifletté l'anziano alzandosi in piedi e camminando un po'.
Hanako lo seguì immediatamente “Nonno, io non sono una testa calda! Sono molto... Emotiva, ecco!” si giustificò seria.
“A no? Chi è stato ha fare un putiferio per un albero tagliato? Stavi per linciare il boscaiolo...”
La risposta di Hanako fu uno sbuffo scocciato.
“Povera tua madre...” commentò sconsolato l'anziano.
“Quanta scena... Gli alberi sono un bene, me lo diceva anche il mio Sensei!”
“E chi sarebbe? Sembra che abbia molto influito sulla tua formazione...”
“Era un ninja viaggiatore originario del Villaggio della Roccia, molto esperto e borioso a volte...” squittì felice Hanako ricordando il maestro.


Ehi, ragazzina!”.
Una voce le entrava nelle orecchie e cercava di svegliarla ma non ce la faceva, era troppo stanca e affamata. Poi ci mancava solo di aver incontrato un ninja della Nuvola a darle il colpo di grazia, affondandole una katana nella spalla. Se solo non avesse preso quel maledetto percorso nelle vicinanze del Paese del Fulmine...
Aprì faticosamente gli occhi e vide uno strano tizio con degli improponibili capelli rosso fuoco tenuti a bada da una semplice coda che tentava di farla rinvenire.

Ehi, sei ancora viva?” tentò di nuovo una risposta il tizio e la ragazza cercò di dargliela anche se a fatica.
S-Si...” rispose debolmente, cercando di muovere un po' le dita della mano.
Ti hanno ridotta abbastanza maluccio. Vedi di non morire...” le disse l'uomo prendendola delicatamente in braccio “Dopo pretendo di essere ringraziato!” borbottò poi facendo fiorire un piccolo sorriso sulle labbra di Hanako.
Camminò a lungo, alle volte doveva anche rallentare perché il peso della ragazza cominciava a farsi sentire e con esso anche i borbottamenti del rosso, che scherzosamente chiamava Hanako “Finta magra”. Raggiunse una piccola grotta che affacciava ad un fiume, la posò dentro di essa e andò a prendere dell'acqua.

Tieni, bevi un po'...” le disse il ninja porgendole un piccolo bicchiere di legno con dentro dell'acqua. La bevve forzatamente e si ributtò a terra per la stanchezza.
L'uomo la guardò e scosse il capo “Siamo messi bene. Senti, ora ti curerò ma vedi di non urlare troppo...”
Hanako lo guardò con gli occhi socchiusi e cercò di mettere a fuoco il più quella figura, concentrandosi di più sul suo coprifronte marrone. Era del Villaggio della Roccia.

Mi chiamo Roshi, sono un ninja viaggiatore della Roccia...” disse notando lo sguardo della ragazza concentrato sulla sua fronte “Non c'è bisogno che tu ti presenta date le tue condizioni...” aggiunse poi vedendo le labbra sottili di Hanako intente a cercare di emettere dei suoi, non riuscendoci.
Lo vide trafficare con delle creme che puzzavano, vide numerosi panni intrisi di sangue volare alla spalle dell'uomo e sentì l'acqua gelida passare sulla sua spalla ferita. Si costrinse a non urlare dal dolore, mordendosi anche le labbra per tacere il più possibile.
Quando Roshi ebbe finito, si ritrovò bendata a dovere, disinfettata e stanchissima, stava per allontanarsi quando Hanako lo bloccò per un polso, costringendolo a rimanere ed a voltarsi.

Che c'è?” chiese l'uomo come se fosse scocciato.
Mi... Mi chiamo Hanako, Hanako della Sabbia Rossa...” soffiò prima di addormentarsi.
Roshi la guardò stupito poi si sciolse in un sorriso. Prese una coperta e la coprì per non farle prendere freddo
“Che strana ragazzina...” pensò.


“Perché era?” chiese Ebizo curioso.
Hanako non rispose e guardò oltre le spalle del nonno, notando una ricca libreria.
“Uao!” disse per sviare il discorso “Sono tutti tuoi e di zia Chiyo?” chiese avvicinandosi ai tomi ed accarezzandone qualcuno.
“Esatto! Qui ci sono tutte le tecniche, gli studi ed i segreti della Sabbia Rossa. Li custodisco con molta cura...” disse orgoglioso Ebizo, prendendone uno e soffiandoci sopra per togliere un po' di polvere.
“Incredibile... Si potrebbe dire che tutto il nostro clan sia racchiuso qui dentro, in questi libri!” esclamò entusiasta la castana prendendo tra le mani quello che l'anziano aveva tra le sue.
“Questo è molto particolare...” disse Ebizo indicandone la copertina con un dito “Leggilo e capirai un po' di più la mentalità di tua zia. E' una delle ultime cose che ha fatto in vita, forse la più grande!”
“Davvero posso?”
“Certo, se non lo do a te a chi devo darlo? Ahahahah!”
“Grazie nonno! Ora scusa, ma devo scappare da una parte! Ci vediamo prima della mia partenza...”
“Sono stato avvisato che partirai per il Villaggio della Foglia... Mi raccomando, rendi fiero il clan della Sabbia Rossa!”.
Hanako rispose con un pollice alzato prima di correre altrove.



“Gaara, la partenza sarà fissata tra giorni. Ci saremo io, Kankuro, Matsuri e la nuova allieva di Kankuro, Hanako.”
“Temari, occupati delle ultime cose da sistemare.” disse Gaara guardando la sorella.
“D'accordo.” rispose questa efficiente.
“Ancora capisco perché vuoi portarti dietro quella ragazzina...” esclamò il marionettista verso il fratello minore, ma esso non rispose.
“Kankuro, ormai non fai altro che parlare della tua allieva. Se Gaara la vuole con se, avrà delle capacità, no?” lo rimbeccò la bionda, ormai stufa della domanda retorica del fratello.
“L'unica capacità che le riscontro è la sfacciataggine...” esordì Kankuro con un grugnito.
“Ora basta.” s'intromise il Kazekage per placare il fratello “Occupati della preparazione di Matsuri e Hanako, Kankuro. Devono essere pronte per il viaggio senza effettuare soste. Tutto chiaro?”
“Sì, Gaara.”
“Bene, e in quanto alla mia scelta, ne abbiamo già parlato, per cui niente più domande in proposito.” lo seccò il Kazekage con uno sguardo gelido.
“Ricevuto!” rispose con uno sbuffo il marionettista, che si beccò un'occhiataccia da Temari.
“C'è altro, Gaara?” chiese la maggiore.
“Partiremo la mattina, nel caso Matsuri e Hanako non fossero abituate a correre per tre giorni di fila e faremo una pausa, arriveremo nel pomeriggio del terzo giorno in questo caso...”
“D'accordo. Andiamo Kankuro!” disse Temari richiamando il fratello e salutando il Kazekage con un cenno del capo.
Usciti fuori dall'ufficio del fratello, Temari e Kankuro si dirigevano nelle loro rispettive occupazioni.
“Ancora capisco cos'ha di male la tua allieva... Ne parli come se fosse la più grande scocciatura del mondo!” lo sgridò la bionda con una vena pulsante.
“Lo diresti anche tu se l'avessi come allieva! E' smemorata, cocciuta, sfacciata, una testa calda che se la prende per tutto e chiacchierona a volte!” si lamentò Kankuro roteando gli occhi ad ogni aggettivo pronunciato.
“Un po' come te allora...” lo schernì la sorella.
“Non paragonarmi a lei!” urlò stizzito provocando una risata di Temari, che si bloccò all'improvviso. Davanti a loro c'era una ragazza con della roba in mano che si guardava in giro in cerca di qualcosa.
Il marionettista sbuffò scocciato “Da aggiungere alla mia lista: “Non ha il minimo senso dell'orientamento”.”
“E' lei?” chiese Temari indicandola con un dito.
“Purtroppo sì...” disse sconsolato “Hanako! Che diavolo stai facendo questa volta?” urlò contro la sua allieva.
La castana alzò il viso davanti a se e strinse gli occhi riconoscendo la figura incavolata nera del suo maestro insieme alla ragazza che lo aveva chiamato prima.
“Sto... Sto cercando mio nonno e visto che non lo trovavo, ho pensato di... Di... Di andare in... Bagno! In Bagno, ma non trovo neppure quello!” disse imbarazzata guardandosi attorno per trovare una scusa plausibile. Guardò sottecchi i due jonin di fronte a se: la bionda sembrava confusa e stupita mentre Kankuro si notava lontano un miglio che era arrabbiato.
“Qui c'è solo l'ufficio del Kazekage! Dove cavolo hai la testa?” la sgridò inviperito il marionettista “Il bagno si trova al secondo piano, seconda porta a sinistra.”
“G-Grazie Sensei...”
“Kankuro! Non hai il minimo di tatto!” lo rimbeccò Temari furiosa “Lascialo perdere Hanako, non è capace di trattare con le donne...”
“Non l'avevo capito...” pensò sarcasticamente la Sabbia Rossa ma si vide bene a non dirlo apertamente.
“Io sono Temari. Viaggeremo insieme verso Konoha.”
“Piacere di conoscervi!” s'inchinò la ragazza con rispetto “Io sono Hanako della Sabbia Rossa.”
Temari accennò ad un sorriso e trascinò via il fratello, che stava per rimettersi a predicare, dicendole “A presto Hanako. Preparati a dovere per il viaggio!”
La castana le sorrise da lontano e si avvicinò lentamente davanti alla porta del Kazekage.
Alzò un pugno per bussare ma rimase a mezz'aria.
Come doveva entrare? Doveva prima bussare e poi aprire la porta? O viceversa? Oppure doveva aspettare che gli dicesse “Avanti!”?
Ritirò la mano e si controllò i vestiti. La solita felpa azzurra.
Stava bene con quel lercio straccio azzurro che lei osava chiamare “felpa”? L'aveva già vista con quel indumento, forse preferiva qualcosa di nuovo?
E come doveva far cadere il discorso della giacca che gli aveva prestano la notte prima? Si presentava e gli diceva “Ecco la sua giacca pulita e profumata”?
Poi, un altro dramma.
Avvicinò il naso verso l'indumento di Gaara e se lo schiaffò sotto il naso per vedere se profumava a dovere. Successivamente, lo aprì dalla perfetta ripiegatura di sua madre e ne osservò ogni centimetro per vedere se c'erano macchie o aloni. Tutta precisa, profumata e pulita.
Si chinò a terra e cercò di ripiegarla nella maniera più consona che riusciva a fare, facendo attenzione alle maniche come le aveva spiegato sua madre, e si rimise in piedi con la giacca ed il libro su una mano e l'altra a mezz'aria pronta a bussare alla porta di legno dell'ufficio di Gaara.
Ce l'avrebbe fatta! Ce l'avrebbe... No!
Si piegò sulle ginocchia e posò a terra quello che aveva in mano, insieme al libro che suo nonno le aveva dato. Svogliò il tomo nelle ultime pagine per trovare un pezzetto di carta sul quale scrivere, si mordicchiò il mignolo sinistro e strappò un pezzo di carta, sul quale scrisse qualcosa molto velocemente, scusandosi mentalmente con la zia per la blasfemia appena commessa. Lo ripiegò e lo posò sulla giacca di Gaara. Si alzò in piedi e bussò fortemente sulla porta dell'ufficio, per poi correre via alla velocità della luce per evitare di completare in bellezza la figuraccia fatta.
Dall'altra parte si sentì un lieve “Avanti!” e poi silenzio. Il Kazekage ripeté di nuovo ma nessuno entrava da quella porta.
Si ritrovò a sbuffare scocciato ed avvicinarsi a passi pesanti verso l'uscio, ed aprì la porta violentemente, affacciandosi con sguardo minaccioso sul corridoio.
Nessuno, non si vedeva nessuno.
Borbottò qualcosa come “Scherzi di poco gusto...” e fece per rientrare ma il suo sguardo freddo fu catturato da qualcosa che era per terra. Si chinò e riconobbe la sua giacca ripiegata e lavata a dovere con sopra un bigliettino strappato e ripiegato.
Rientrò nell'ufficio e posò sulla scrivania il capo, avvicinandosi con il biglietto in mano verso la finestra. Lo aprì curioso e notò una calligrafia frettolosa ed imprecisa di color rosso con solo una parola scritta
Grazie.






n.d.a. Questa volta sono venuta un po' prima... ^^ L'ispirazione sta tornando pian pianino. Forse aiuta la nuova sigla di One Piece... Bah! X°D
Comunque sia, spero che questo capitolo vi abbia almeno strappato un sorrisino... I battibecchi tra Kankuro e Hanako, le figuracce che lei fa... Spero proprio che vi abbiano divertito un pochino o almeno a me ha divertito! ^^''

Ringrazio chiunque abbia letto e chi ha recensito, ovvero la cara FeyM che mi segue sempre e che la ringrazio infinitamente per questo e per segnalarmi i miei errori! Un bacione fortissimo dalla Lu! =*

   
 
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