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Autore: Ulissae    11/10/2010    1 recensioni
Auguri di buon compleanno, Frè!
[Una what if...? che ipotizza il ritorno di Jake a La Push, il matrimonio di Sam e una Leah intenta a deprimersi in un pomeriggio di fine estate]
Era finalmente tornato e Leah, senza rendersene conto, stava finalmente sciogliendo il ghiaccio dentro di sé.
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jacob Black, Leah Clearweater
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
- Questa storia fa parte della serie 'Ululati vari'
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8 Sproloqui: ehehe, ti pare che non facevo una Jake Leah per il tuo compleanno?
La storia è una what if...? dove ipotizzo che Jake alla fine sia tornato a La Push e che Bella se ne sia andata a Denali dopo il matrimonio con Edward. Niente Nessie per Jake, babe, solo la mia adorata Leah.
La canzone a cui mi sono ispirata è Sunny Afternoon dei Kinks (che amo <3). La traduzione del testo è opera mia, per cui alcune parole sono state tradotte in un modo un po' particolare per dare un'idea più precisa del testo (es. non ho tradotto lussuria, ma lascività, perché la prima mi sembrava sviare un po' il senso di pigrizia di Leah che è più lasciata a sé stessa che altro).
Vi consiglio di ascoltarla mentre leggete, scandisce un bel ritmo.


Sunny Afternoon
The tax man's taken all my dough,
And left me in my stately home,
Lazing on a sunny afternoon. 
[Il fisco mi ha tolto tutti i quattrini,
e mi ha lasciato nella mia casa statale,
ad oziare in un pomeriggio assolato]

Leah non seppe mai cosa le accadde quel pomeriggio di fine estate. Stava buttata sul divano di casa sua, sentendo la madre al piano di sopra prepararsi come un'adolescente eccitata la sera prima del ballo.
Charlie Swan, il nuovo pretendente. Lei non aveva nulla in contrario, doveva essere sincera. Che si sposassero pure, tanto quella scema della figlia stava in Alaska -e lì stava bene.
Il fatto era che le sembrava estremamente squallida l'idea che sua madre si stesse preparando per un appuntamento, mentre lei poltriva insoddisfatta lì, davanti all'ennesimo reality show senza senso.
Era colpa sua, di quell'idiota di Sam, se stava in quella situazione.
Era venuto, l'aveva amata, e ora l'aveva lasciata così. A poltrire in casa, anziché uscire e farsi una vita.
Perché, ne aveva ancora una?

And I can't sail my yacht,
He's taken everything I've got,
All I've got's this sunny afternoon. 
[E non posso far salpare il mio yacht,
Si è preso tutto quello che avevo,
E tutto ciò che mi rimane è questo pomeriggio assolato]

Quando sentì il telefono squillare non voleva neanche alzarsi per rispondere, ma la madre la intimò ad alzare la cornetta. Così fece e sospirando chiese chi era.
Billy. Eccitato e allegro, come da tempo non lo era.
A quanto pareva quel cetriolo sott'aceto di Jake era finalmente tornato a casa. Sì, era tornato. Depresso, distrutto, lagnoso. Ma era tornato.
Leah gli passò la madre e si ributtò sul divano.
Bene, era tornato Jacob Black a La Push. Uno scemo in più da sopportare.

Save me, save me, save me from this squeeze.
I got a big fat mama trying to break me. 
[Salvami, salvami, salvami da questa restrittezza
Ho una mamma cicciotta e grande, che prova a spezzarmi]

Quel pomeriggio, però, sembrava non voler passare, non appena la madre uscì di casa Leah si mise alla finestra, sbuffando.
C'era il sole, perché non usciva? Perché non si metteva sull'erba, sdraiata e tranquilla? Dopotutto... poteva migliorare un po' la giornata, no?
Giornata dopo giornata, poteva migliorare la vita, vero?
Sospirò e decise di sdraiarsi sul prato curatissimo davanti casa, che una volta tanto non era umido e bagnato.
Si stese e osservò il sole che brillava in cielo. Non sentì subito il rumore dell'auto che si fermava davanti a casa, era ormai caduta in un assopimento lieve, che rende tutti i suoni soffusi, finché non ce ne sta uno più deciso che ci risveglia.
Nel suo caso fu la cassetta delle lettere. Aprì gli occhi e vide Emily. Imbarazzatissima infilò una piccola bustina color crema nella cassetta e si infilò in macchina, salutandola a mezza bocca.
Leah si alzò e andò a vedere di cosa si trattava. Ma lo sapeva, lei, lo sapeva bene.
Infatti, la sera la madre la passò a convincerla a partecipare al matrimonio di sua cugina.
La sua migliore amica.
Si scordò di dire che quel matrimonio, probabilmente, sarebbe stato il suo.

And I love to live so pleasantly,
Live this life of luxury,
Lazing on a sunny afternoon.
In the summertime 
[E io amo vivere così felicemente
Vivere questa vita di lascività
Oziando in un pomeriggio assolato
durante l'Estate]

Il giorno dopo venne a casa Jake, il padre lo aveva obbligato a fare il giro di tutte le case, a salutare, per lo meno, tutti i componenti del branco. Compresi Leah e Seth, logicamente.
Quando il ragazzo entrò in casa, accolto calorosamente da Sue, Leah lo guardò con disprezzo e scocciatura -aumentata notevolmente dopo il ricevimento del piccolo biglietto di invito.
Lui la fissò e sorrise sarcastico: «Sei come gli yogurt, giorno che passa sempre più acida»
Leah fu profondamente tentata di sputargli in faccia e iniziare a pestarlo fino a farlo diventare un mucchietto di carne e ossa, ma si rese conto che la madre non glielo avrebbe permesso. Così si limitò a fissarlo in cagnesco, ringhiargli contro e buttandosi scontenta sul divano.
Era quasi autunno. La Bella si era sposata e la Bestia giaceva di fronte a lei, in attesa che sua madre gli portasse un'aranciata.
Faceva schifo, faceva tutto schifo.

My girlfriend's run off with my car,
And gone back to her ma and pa,
Telling tales of drunkenness and cruelty. 
[La mia ragazza è scappata con la mia macchina
e io sono tornato dalla sua mamma e dal suo papà
raccontando storie di ubriachezza e crudeltà]

Non passò molto che il telefono di casa Clearwater squillasse e che Seth, un po' titubante, passasse la cornetta a Leah. Era una vecchia amica del liceo. Quella che stava sempre con loro e che ora stava sempre con Emily.
Stavano organizzando un addio a nubilato e credevano che anche lei dovesse partecipare.
Un po' come dire al Diavolo: “hey, bello, perché non vieni in chiesa, domenica? Ci si diverte, sai?
Leah stava per declinare l'invito poco educatamente, ma l'occhiata sbilenca che la madre le lanciò dalla cucina non le permise di portare a compimento la sua azione.
Perciò sospirò e, a malincuore, accettò.
Era solo un addio a nubilato in fin dei conti, no?
Solo un fottutissimo addio a nubilato.

Now I'm sitting here,
Sipping at my ice cold beer,
Lazing on a sunny afternoon.
[ora sto seduto qui,
scivolando la mia fredda, ghiacciata birra,
oziando in un pomeriggio assolato]

Passò tutto il pomeriggio prima della serata a fissare il vuoto, giocherellando con una bottiglia di birra ormai bollente. Faceva caldo, straordinariamente per il periodo e per il luogo. Faceva caldo e tutti erano allegri e contenti. Attorno a lei, però, e dentro di lei, rimaneva solo una calotta polare che sembrava ignorare perfino il cambiamento climatico globale.
Si chiese se era questo che aveva provato Jake quel pomeriggio sulla scogliera, se era questa rabbia, questo odio, questa profonda tristezza a farlo reagire e a renderlo un furioso coglioncello pieno di ormoni.
No. Lui non era andato all'addio a nubilato della sanguisuga. Lui non aveva visto il pipistrello sbrilluccicante aspettare estasiato l'impiastro che inciampava verso l'altare.
Invece lei avrebbe visto tutto ciò.
E doveva pure fare l'allegra commare commossa.
No, in definitiva, Jake non sapeva niente. O per lo meno, lei era l'esperta, lui il novizio.

Help me, help me, help me sail away,  
[Aiutami, aiutami, aiutami a salpare via.]

Non seppe neanche lei perché iniziò a ballare sul tavolo come una scema, ubriaca tanto da ridere e piangere insieme, maledire Emily e augurarle tanti figli maschi, per poi riprendere l'argomento improperi e augurarle di rimanere sola come una vecchia zitella acida. Come lei, insomma.
Aveva bevuto nonostante tutte le avessero chiesto di smettere e ora si ritrovava fuori dal locale, a vomitare pure l'anima nel parcheggio.
Tremava ed era sudata, piangeva, questa volta consapevole di ciò che era successo.
Non era abbastanza ridicola di suo, no, ci mancava pure la scenata da alcolizzata depressa.
Rimase ferma, scostandosi e fissando le macchine immobili. Dal dentro il pub si sentivano le risate del resto del mondo, la loro felicità. Il loro ignorarla completamente.
Rimase ferma, e si accorse che non era totalmente sola.
Jacob la fissava silenzioso, poggiando la schiena al cofano della sua auto. Non si avvicinò subito, sembrava titubare. Poi con uno scatto secco si alzò e le andò incontro.
«Cosa vuoi?» ululò Leah non appena lui si avvicinò. Ma il suo era più un guaito disperato che una vera minaccia di attacco.
E neanche Jake seppe mai perché, ma decise di aiutarla.
Senza trasformarsi, senza neanche doverla sentire parlare aveva capito che loro due erano più simili di quanto pensassero.
Vivendo nella totale solitudine nel mese precedente, vivendo come un lupo solitario, si era reso conto che nel branco, l'unica che ora come ora poteva capire la sua azione era lei.
Perché glielo leggeva negli occhi. Glielo riusciva a vedere: se nessuno l'avesse fermata, lei sarebbe scattata subito, pronta a fuggire.
Le sfiorò una spalla e mormorò: «Senti, stavo tornado a casa, vuoi un passaggio?»
Leah non rispose, lo fissò a lungo e infine, alzandosi pesantemente, annuì.


Well give me two good reasons why I oughta stay.
[Allora dammi due buone ragioni per le quali dovrei rimanere]

Jake la portò a casa senza dirle né chiederle nulla. Lei teneva gli occhi chiusi, mentre cercava di trattenere i piccoli gemiti dovuti al mal di testa della sbornia.
Scese dalla macchina barcollando, ma subito la spalla pronta di Jake la sostenne.
Era diverso, Leah lo notava da tanti piccoli gesti che compiva. Il modo con cui le stringeva un braccio facendola camminare verso casa, il modo con il cui la fece sedere sui gradini della veranda.
Si sedette accanto a lei e mormorò: «Ti ho visto»
Leah lo guardò in cagnesco e borbottò: «Per favore, non ricordarmi quello che è successo. Non... non sarei dovuta andare, lo sapevo. Lo sapevo, io, che era tutta una stupidaggine»
Frustrata strinse i pugni e chiuse gli occhi, arrabbiata.
Jacob rimase in silenzio per un po' poi sospirò e si sistemò meglio: «bhé, io ti ammiro. Nel senso... sei stata coraggiosa» provò a sorridere.
Era intrinseca in lui questa natura che lo portava ad assistere chiunque avesse bisogno. Era colpito dalla sindrome del crocerossino, solo che, questa volta, non stava aiutando un piccolo gattino, bensì un cane che era pronto a morderlo da un momento all'altro.
«Sempre più di te, che ti sei dato» ribatté scontrosa lei.
Se c'era una cosa peggiore di Leah, era Leah ubriaca. Poiché l'acidume era sempre lo stesso, solo che totalmente incontrollato.
Jake la guardò male, poi sospirò e si alzò: «senti, io vado... non mi va di farmi trattare male»
Con un passo svelto si allontanò per un attimo, poi si fermò e posò una mano sul tettuccio della macchina.
Leah si era alzata e lo fissava, lui se ne era accorto e per questo la stava aspettando.
«Perché sei tornato?» mormorò sottovoce. Non riusciva a capacitarsene, non trovava una singola ragione per la quale sarebbe tornata lì, a La Push.
Il ragazzo si voltò lentamente e la fissò. Intorno a loro c'era il buio, ma entrambi si distinguevano perfettamente. Si fissarono negli occhi, due punti bianchi nella notte.
«Non lo so, non lo so proprio» sussurrò a testa bassa.
Lei non le chiese altro, si risiedette nuovamente sugli scalini e chiude gli occhi, poggiando la testa sulle ginocchia.
«Però... una ragione c'è» sorrise Jake, mentre entrava nella macchina e spariva nella notte.
C'era una ragione, e lui aveva sorriso.
Leha pensò a questo tutta la notte, mentre stava in bagno a vomitarsi anche l'anima: Jacob Black, il musone Jacob Black, aveva sorriso.

Cause i love to live so pleasantly,
Live this life of luxury,
Lazing on a sunny afternoon. 
[perché amo vivere così oziosamente,
vivere questa vita di lascività
oziando in un pomeriggio assolato]

Arrivò il giorno del matrimonio e la madre la spinse fuori a forza, aiutata da un imbarazzato Seth che non aveva gran voglia di inimicarsi la sorella.
Entrò nella sala e guardò tutta la gente sorridente e contenta. Come sorridevano, quei beoti.
Passò tutta la mattinata e tutto il pomeriggio in perfetto silenzio. Vide la sposa sfilare, lo sposo guardarla estasiato, i parenti in visibilio, ma non disse nulla.
L'espressione cupa del viso esprimeva tutto ciò che aveva nel cuore.
Una volta libera, scappata dalla sala del ricevimento, dove tutti si abbuffavano, festeggiando il lieto evento, andò a rifugiarsi in un angolo del giardino. Non c'era nessuno, finalmente, e poté chiudere gli occhi.
Pianse, Leah. Pianse come mai aveva fatto da quasi un anno. Pianse e neanche pensò che qualcuno potesse stare a guardarla.
Qualcuno che, a sua volta, ne aveva abbastanza di quell'ambiente gioioso, che non faceva che ricordargli un amore perduto.
Jake stava fermo dietro di lei, ancora una volta sorpreso di trovare Leah così fragile e indifesa.

Ah, save me, save me, same me from this squeeze. 
[Ah, salvami, salvami, salvami da questa stretta]

Leah si voltò con un gesto secco, avvertendo la rottura di un piccolo ramoscello.
Fissò il ragazzo con un'espressione sorpresa, gli occhi gonfi, rossi e lucidi. Si passò una mano veloce sul viso, per cancellare le tracce di quella tristezza.
«Oh, Jake» mugugnò, non riuscendo a guardarlo negli occhi.
Il ragazzo le sorrise a disagio e la salutò a sua volta.
Era bella, Leah. Se ne era accorto quando l'aveva vista a casa, davanti alla tv, il viso rilassato e una volta tanto non furioso.
Era bella, Leah, ed era così disperata e fragile che in quel momento desiderava solo stringerla a sé.

I got a big fat mama trying to break me. 
[Ho una grande grossa mamma, che mi spezza]

Ci sono delle persone che, non sappiamo neanche noi perché, ci provocano lo strano desiderio di stringerle a noi. Con forza, con passione. Sembra come se i loro corpi urlassero questo bisogno.
Jake lo avvertì, perché Leah, tutta lei stava gridando.
La strinse a sé senza dire nulla. Le baciò la fronte un po' impacciato e mormorò soltanto, dopo un lungo minuto di silenzio: «se vuoi, rimango qui con te. Non mi va di salutare di nuovo tutti» provò a scherzare, ironicamente.

And I love to live so pleasantly,
live this life of luxury,
Lazing on a sunny afternoon.
In the summertime 

Si sedettero sul prato e guardarono i loro piedi disegnare piccolo ghirigori astratti, le mani si sfiorarono più volte, sempre ritraendosi imbarazzati.
Rimasero seduti, a guardare le foglie, gli alberi e i fili d'erba. E c'era il sole, lì a La Push.
Era finalmente tornato e Leah, senza rendersene conto, stava finalmente sciogliendo il ghiaccio dentro di sé.




Angolo Autrice:
Ta daaaaaan!
Non ho molto da dire <3 Se non: Auguriiiiiiiiiii mia adorata Fré <3
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Se avete un livejournal, questo è il mio: [info]ulissae
Idem per anobii (ha trovato il giochino, la bimba): Ulissae anobii
 

Se invece volete farmi una qualsivoglia domanda, ecco il mio formspring: Ulissae
   
 
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