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Autore: virgily    11/10/2010    2 recensioni
“Un nuovo Jack lo squartatore sta terrorizzando l’intera nazione. Nessuno sa’ chi sia ma ovunque vada lascia il segno di bellissime donne morte. Tuttavia sembra che lo psicopatico serial killer abbia una preda precisa da eliminare, lo testimonia il fatto della presenza di scritte insanguinate su muri o pavimenti ritrovate assieme ai cadaveri delle donne uccise. La prima risale a due mesi fa con su scritto “questo e’ per te Juliet”; la seconda invece e’ di qualche settimana piu’ tardi dicente “sarai soltanto mia Juliet” e l’ultima invece appartiene al cadavere della donna ritrovata questa mattina alle cinque: “sto venendo a prenderti Juliet”. Si presume quindi che questa Juliet sia colei che quest’uomo brama piu’ di ogni altra cosa al mondo. Per il momento la polizia sta indagando ma ne Jack e ne Juliet sono stati trovati.”
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ronnie Radke
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Con quelle parole Ronald si era addormentato profondamente. Come un bimbo rannicchiato sulla sua compagnia, tenendola stretta a se come se fosse il suo tesoro piu’ grande. Aveva il cuore cosi’ leggero, si sentiva cosi’ pulito dentro, come se la sua anima si fosse risciacquata della lussuria che lo aveva sporchiato e macchiato con il suo veleno nero. Senti’ una mano dolce e premurosa coccolargli la testa, delle dita fine e calde annodargli appena i capelli e una voce teneramente famigliare chiamarlo. Sapeva bene di chi era e quasi non voleva crederci: la donna stava sedut sotto di lui, e lo coccolava come non faceva da anni. La donna del suo passato era tornata per un ignoto motivo, e sebbene non volesse vederla, ma bensi’ respingerla e scacciarla dalla sua vita, una parte profonda del suo cuore non riusciva di fare a meno di stringerla forte e piangere; ripensando al male che quella genitrce gli aveva procurato quel maledetto giorno incui non torno’ a casa a giocare con lui; non gli rimbocco’ le coperte e tantomeno lo bacio’ prima di andare a dormire

-p-perche? Mamma perche’?- singhiozzo’ accarezzandole la pancia avvolta da una soffice tunica candida, quasicose si fosse vestita come un angelo, come se avesse ricevuto la luce divina dopo tutto il male che aveva recato ad ambe due i Radke. Non oso’ alzare lo sguardo, come se rispecchiarsi in quelle iridi scure che da sempre lo avevano fissato con dolcezza e amore  gli facessero paura

-mamma? Ti prego...- ora le sue lacrime macchiavano quella pallida seta che ricopriva il suo grembo, la culla serena in cui aveva trascorso i nove mesi piu’ belli della sua vita. Una luce disturbo’ la sua celestiale visione, uno strano bagliore fece sparire nel silenzio e nel fumo la donna di quel sogno magico e surreale. Risvegliandosi di getto dunque alzo’ il capo facendo vorticare i capelli corvini in aria, gridando come mai aveva fatto prima. Dal canto suo la moretta al suo fianco lo strinse forte: era sudato e piangeva come un bimbo. Mai aveva visto il suo Ron ridotto cosi’; mai aveva pensato di vederlo versare lacrime per il suo passato; lui che era cosi’ forte difronte a lei, lui che non esitava a proteggerla da tutto quello che la sconfortava. E sebbene tutto questo la sconcertasse, poteva ammettere di essere onarata di vederlo fragile e docile, quasi come se la vera essenza del suo essere stesse mano a mano uscendo fuori. Asciugandogli le lacrime con soffici baci lo afferro’ tra le braccia, facendogli poggiare la testa contro il suo petto, cosi’ che ascoltasse la melodia del suo cuore che batteva solanto per lui. Senza dire una parola Radke rimase aggomitolato alla sua amante, le labbra discuse, la manina stretta a pugno poggiata al meno e gli occhi rossi e gonsi socchiusi. Respirava piano, cosi’ che potesse calmarsi e godere dell’odore della pella della sua Armony, della sua ragione di vita

-e’ andata via non e’ vero?- sussurro’ improvvisamente la ragazza aggiustandogli una ciocca dietro l’orecchio

-e-ero troppo piccolo... non ricordo neanche il suo viso. Eppure sembrava cosi’ vera...- un sussulto quasi inesistente trapelo’ dalle sue labbra carnose e rossicce

-mi dispiace molto Ron. Si lo so non sono di aiuto...- comincio’ a donna sfiorandogli appena il viso, e il quel tocco il giovane ci trovo’ il tutto e il niente: non era sua madre quella donna, ma bensi’ la sua dolce meta’ quella con cui aveva consumato una delle notti piu’ belle della sua vita; e la sua vicinanza, il suo calore e il suo tepore gli avevano sprigionato nell’inconscio il ricordo della madre. Perche’ Armony, con la sua dolcezza e le sue movenze tipicamente materne, era riuscita a colmare quella voragine che da anni gli logorava il petto: il vuoto di un amore mai trovato, e il buco lasciato da una madre troppo giovane per badare a lui.

-Armony... Tu sei e sarai sempre di aiuto per me. Solo la tua presenza mi rasserena piccola mia. Mi sento onorato di essere innamorato di te-

-d-davvero?- domando’ osservandolo mentre prendevaposizione su di lei, tenendola stretta al suo petto caldo e ancora nudo

-ti amo piu’ della mia stessa vita Armony. Non dimenticarlo mai.-  

 

*angolino di Virgy*

era molto tempo che volevo scrivere questo pezzo, tuttavia ho paura di non essere riuscita a cogliere nel pieno le emozioni di Ronnie.e per di piu' mi e' venuto spaventosamente corto! T.T credo proprio che sto regredendo! spero comunque ci vi piaccia lo stesso!

rencensite presto un bacino

-V-    

 

  
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