Eccomi,
con un nuovo capitolo! Ho visto, con tanta gioia, che alcune di voi hanno recensito
dopo il mio messaggio “d’avviso”. Spero continuerete a farlo e che a loro, si
aggiungano molte altre di voi!
Prima di
lasciarvi alla lettura, rispondo alle vostre recensioni!
Sidney93: Grazie mille per il pensiero, i com0plimenti e la recensione! Se
continuerò a vedere interesse continuerò sicuramente a
postare. Se scrivi, sai bene quanto per le autrici le
recensioni siano importanti! Grazie ancora per tutto e speriamo che anche
questo capitolo ti piaccia. ^^ Un bacio.
The host: Oh ma ciao! Una “vecchia” conoscenza!
XD. Il tuo parere, così come quello di tutte le altre lettrici per me è
fondamentale, davvero… è da voi che dipende la continuazione delle mie storie e
di quelle delle altre autrici quindi, grazie mille per avermi dedicato cinque
minuti del tuo tempo, spero di rivedere presto un tuo
commento, magari sulla storia XD. Un bacione!
nAnA_Cullen: Ciao! Sono contentissima che la mia
storia ti piaccia e ti ringrazio di vero cuore per il
complimenti ed il commento! ^^ Spero davvero che possa continuare a piacerti e
che, magari, il mio finale fosse quello che anche tu ti eri immaginata. Alla
prossima ^^.
Bene, ora
vi lascio alla lettura del nuovo capitolo! ^^
Capitolo 6
Non era possibile, tutto quello su cui avevo contato in
quegli ultimi giorni era svanito… perso per sempre.
Più nulla era rimasto dell’uomo che amavo; il suo splendido
sorriso, la meravigliosa luce dei suoi occhi.
Il suo volto ora, era un’orrenda
maschera di orrore e tristezza.
Mi sembrava di poter sentire il mio cuore sanguinare tanto
era il male che stavo provando.
«Bree, fermati!». La voce di Fred mi raggiunse, forte e
prepotente.
Ma io non arrestai la mia corsa, al
contrario, accelerai il passo tanto da toccare appena il morbido terriccio,
erano sentimenti come la rabbia e la delusione a muovere il mio corpo.
Balzai su una roccia ed atterrai
violentemente al suolo, creando una crepa in asso, squarciando in due il
cemento ricoperto d’erba.
Ringhiai, forte, senza controllare le mie azioni, senza controllare il mio corpo.
In quel momento ero solo un animale che doveva dare sfogo a
tutta la sua ira.
«No!». Sentii urlare Carlisle.
Un attimo dopo, un enorme lupo balzò fuori da dietro un
cespuglio, la sorpresa m’immobilizzò per pochi attimi.
All’istante balzai all’indietro, per scattare nuovamente in
avanti ma pochi istanti prima del contatto con quell’enorme cane, due braccia
forti e decise mi lanciarono in aria, allontanandomi dall’imminente
combattimento.
Solo allora mi fermai ad osservare
la scena, Fred era davanti a me con le braccia allargate, come a farmi da
scudo, Carlisle in mezzo, con i palmi rivolti da entrambi i lati e lo sguardo
preoccupato, Esme appena dietro di lui.
Lo sconforto mi assalì all’improvviso, portai le mani al
volto e mi lasciai scivolare a terra.
«Ahhhhhhhhhh!»… «Nooooo! Perché?!»… «Ahhhh!». Iniziai ad urlare in
modo incontrollato, stringendo i miei capelli tra le dita e strizzando gli
occhi tanto, che se fossi stata umana, avrei sicuramente avvertito il dolore.
Sentivo la mia anima spezzata, strappata! Potevo vederne i
brandelli ed i miseri resti che ne erano rimasti.
Singhiozzai, senza lacrime, lasciandomi guidare solo dalla
forza della disperazione.
«Calma Sam, non voleva invadere il vostro territorio… è
nuova e in questo momento non è in lei». Avvertii appena la voce di Carlisle
che parlava con l’animale che avevo appena cercato di attaccare.
Era impazzito? O forse lo ero io?
Sollevai la testa, riaprendo appena gli occhi, confusa, spossata e notai che il lupo non c’era più.
Esme sospirò, ed entrambi si riavvicinarono a me, mentre
Fred abbandonò la sua posizione.
«Sono licantropi. Persone che si
trasformano in lupi, nonché nemici giurati dei vampiri.
Devi fare attenzione, avrebbe potuto ucciderti in pochi secondi».
Scossi la testa, nel vano tentativo di riprendermi dallo
stato di semi incoscienza cui mi trovavo.
Ora ricordavo, uno di loro aveva staccato la testa al mio
amico in una frazione di secondo, ma non mi ero certo soffermata a farmi
domande sulla loro natura.
«Cara è normale che tu abbia questi
sbalzi d’umore. Sei una neonata e gestire le nostre emozioni non è facile. Sono
mille volte più amplificate di quelle umane…». Esme provò a consolarmi,
avvicinandosi appena ma senza mai toccarmi.
Asserii, capendo quello che mi stava dicendo.
«Torniamo a casa». Suggerì Carlisle.
Osservai ancora per un secondo quel luogo… Era triste,
spoglio, o forse ero io a vederlo così.
All’improvviso immaginai il dolore che poteva aver provato
quell’umana, nel vederci strappare dalla sua vita due persone alle quali
teneva.
Rividi l’immagine del suo volto distorto dal terrore, dalla
disperazione e l’ennesima fitta colpì il mio cuore.
Mi ero fatta tanto impressionare dalla nuova natura di
Diego, ed io per prima mi ero lasciata andare non appena avevo visto
quell’orribile scena.
Il viaggio verso casa mi sembrò brevissimo, mentre
sospettavo che le ore seguenti, sarebbero state infinitamente lunghe.
Per che cosa avrei vissuto ora? Prima era solo una questione
di sopravvivenza, il più forte mangiava il più debole.
Ma da quando lui, Diego, era entrato nella mia vita,
tutto era cambiato.
Avevo scoperto quanto poteva essere bella quell’esistenza, quanto
poteva essere bello l’amore, quanto poteva essere
bello… dividere tutto quello con lui.
Quando varcai la porta, sentii tutti gli sguardi addosso,
tutta la famiglia, meno Edward, era radunata in quella stanza.
Sicuramente sapevano già tutto grazie ad Alice ed al suo potere di vedere nel futuro.
Eppure, sentivo una strana tensione nell’area, come se il
mio comportamento fosse il problema minore.
«E’ arrivata Carlisle». Fu proprio la piccola veggente a
parlare per prima, in tono serio, grave.
Solo in quel momento la notai, era una busta giallognola,
con un timbro di cera rosso a chiuderla.
Carlisle la prese in mano, aprendola lentamente. Io trovavo
inutili tutte quelle scene, sicuramente c’era chi già sapeva che cosa c’era
scritto e poi, non riuscivo a capire che cosa potesse essere di tanto grave.
Ci fu qualche secondo di silenzio prima che tutti i Cullen,
portarono i loro sguardi su me e Fred.
Lo sentii irrigidirsi, come se si stesse preparando ad un imminente attacco.
Io non riuscivo più a sentire nulla, era come se tutte le
mie emozioni si fossero azzerate. Che cos’altro poteva essere successo?
«Aro ha accettato di venire qui da
noi, per leggere la tua testimonianza
a proposito del piano che hai sentito esporre da alcuni Volturi». Mi fissavano
tutti seri, come se si aspettassero una mia dipartita…
Come si sbagliavano…
«Okay Carlisle. La vostra parte
l’avete fatta, ora io farò la mia». Risposi solamente, prima di voltare le
spalle a tutti e dirigermi nuovamente nel giardino adiacente
la casa.
Mi inginocchiai di fronte al
piccolo fiumiciattolo che scorreva lento di fronte ai miei occhi.
Abbassai le palpebre, stanca di tutta quella sensazione e
quando le rialzai, i miei occhi si spalancarono, fissando un punto fermo
nell’acqua, nella quale era riflessa l’immagine di Diego che mi fissava dalla
sponda opposta alla mia.
E ancora, il mio cuore si strinse…
«Che cosa ci fai qui?». Domandai fredda, cercando di tenermi
il più lontana possibile da lui e sollevando la testa
per osservarlo.
Strinse gli occhi, addolorato e frustrato.
«Mi dispiace». Sussurrò appena.
Se non fossi stata una vampira, nemmeno sarei riuscita a
sentirlo.
Scossi la testa. No, non mi sarebbero bastate quelle parole,
non mi sarebbero bastate nemmeno le sue scuse.
Niente poteva rimarginare la ferita che aveva provocato al
mio essere.
«Ma davvero Diego? E sai che cosa
dispiace a me? D’aver sprecato il mio tempo con di te,
d’aver buttato questi giorni della mia esistenza a preoccuparmi di te, di come
potessi stare, di dove potessi essere! Mi dispiace d’aver posato le mie labbra
sulle tue, mi dispiace d’averti toccato… Mi dispiace, d’averti conosciuto!».
Gli urlai addosso tutto quello che passava per la mia
mente, senza soppesare le mie parole, fregandome, proprio come aveva fatto lui.
«Bree ascolta ero disperato, non ero io…».
«Sparisci». Fred intervenne, sibilando e ringhiando contro
Diego.
Quel gesto mi stupì tanto quanto mi confuse.
Erano stati richiamati tutti dalle mie urla, ed ovviamente, si erano riversati in giardino.
Arretrai di qualche passo, consapevole di quello che stavo
facendo.
Per quanto potevo amarlo, non avrei mai potuto
accettare un tradimento, non così sfacciato, non così doloroso.
«Ti sei innamorato di lei Fred? Sei
tornato dal mondo dei morti per rubarmi la compagna?». Diego si mise in
posizione d’attacco e Fred l’imitò.
Le sue parole mi lasciarono di sasso, ma solo il tempo
necessario per assimilarle.
«Io non sono più la tua compagna
Diego, ricordi? Ora c’è Adelaide…». Parlai con calma,
senza alzare la voce, senza scompormi.
Con la coda dell’occhio, notai Emmett e Jasper muoversi
nella nostra direzione, ed affiancare il mio amico.
«Vattene». Ripeté Jasper. «Adesso». Aggiunse Emmett.
Lui cercò ancora il mio sguardo, ma appena i nostri occhi
s’incrociarono, io voltai il capo di scatto.
Se non volevo avere cedimenti, avrei dovuto comportarmi in
quella maniera.
Diego si addrizzò lentamente, senza mai spostare lo sguardo
dalla mia figura.
«Mi dispiace davvero per quello che
è successo. E per quanto mi riguarda, non rimpiango nemmeno uno dei secondi che
ho diviso con te Bree… Per quanto può valere e per quanto tu possa crederci, ti
amo e non ho mai smesso di farlo». Il tono con cui pronunciò quelle parole, mi diede il colpo di grazia.
Quando tornai a guardarlo, davanti a me c’era solo il nulla,
se n’era andato e ne ero certa, non sarebbe più tornato, questa volta sarebbe
stato per sempre.
Spero che
anche questo possa essere stato di vostro gradimento, aspetto con ansia e
speranza (XD) le vostre recensioni,
Morsetti.
Amalia