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Autore: AKA FOREVER    11/10/2010    1 recensioni
In un isola disabitata nel grande blu si riuscivano a scorgere anche da una discreta distanza la Moby Dick e tutte le navi della flotta di Barbabianca attraccate. Tutti si erano riuniti per un qualche motivo sconosciuto.
Più ci si avvicinava e più si percepivano gli schiamazzi e le urla, voci felici , suono di strumenti e canti festosi.Chi udirà gli schiamazzi dei pirati?Cosa sta accadendo sulla nave di Newgate?
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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La sua stanza era come se la ricordava,solo le lenzuola erano diverse.Quando era piccola aveva fatto comperare al padre ogni singolo lenzuolo che fosse con gli angoli o senza,che fosse una coperta o un piumone invernale,rigorosamente di colore viola,a pallini a strisce,sfumature,triangoli di qualsiasi trama ma viola.Le guardò,erano rosso scarlatte,si sedette su di esse,anche il materasso era cambiato lo ricordava morbido,anche il cuscino non era il suo,era duro,e lei l' aveva smepre preferito morbido.Si guardò attorno,le pareti erano del solito colore bianco slavatomagli oblò che davano sull esterno della nave vi erano le tendine che aveva scelto per il suo sesto compleanno.Sorrise,era felice di essere tornata a casa,anche se a breve sicuramente sarebbe dovuta ripartire.Si stiracchio,era veramente stanca,raramente si faceva lunghi sonni coordinare una ciurma non era mai una cosa facile.Si alzò spogliandosi,posando poi tutti gli indumenti nell' armadio,dentro notò che c' era un cappotto nero lungo,sembrava da uomo.Lo guardò,lo provò,sapeva di cenere,di fumo di sigaretta,o sigaro.Lo ripose nell' armadio e chiuse.Alzò le coperte infilandosi sotto,si era scordata del pigiama e non aveva affatto voglia di percorrere dinuovo tutta la nave per arrivare alla sua con la rpobabilità di svegliare sia la ciurma del padre che le altre,per prenderlo e tornare indietro,decise di dormire in intimo.Si nascose sotto,in posizione fetale,chiuse gli occhi seguendo il rumore delle onde.

Mentre al di fuori il più della roba utilizzata per la festa veniva tolta lui camminava lentamente per la coperta della nave diretto nella sua stanza. Continuava a pensare con fare assorto a quello che era successo, a quanto quella scena fosse strana, lui che si comprotava in tal modo di fronte ad una donna.
Entrò nella sua stanza, era buaia data l'ora, ma a lui bastava un debole magliore emanato dal proprio corpo per orientarsi in quell'ambiente che conosceva a memoria. Si stiracchiò leggermente, facendo tutto in silenzio per non svegliare gli altri. Si tolse il prezioso cappello riponendolo sul tavolo, successivamente si tolse i calzari e i pantaloni riponendo anch'essi con cura nell'armadio.
Senza perdere troppo tempo alzò le coperte e si introdusse nel grande letto. I pensieri però continuavano a venire fuori come una cascata.
Improvvisamente nel rigirarsi sentì una presenza vicino a se, la mano stava toccando qualcosa di morbido al tatto. Dal suo corpo una luce simile alla precedente, ma maggiore in intensità si irradiò mostrando una scena piuttosto imbarazzante. Mayoko era accanto a lui e, anche se erano sotto le coperte, ormai sapeva che cosa si trovava nella sua mano. Ritirò velocemente l'arto.
La scosse leggermente, doveva togliersi da quella situazione in qualche modo.
-Mayoko, mi dispiace svegliarti, ma cosa ci fai nella mia stanza??-
Sperava che non si fosse svegliata con un istinto omicida nel cuore.

Non ricordava che fosse cosi caldo in quella stanza,anzi se la ricordava piuttosto freddina.Senti improvvisamente una morsa sul seno,calda anche essa.Apri gli occhi trovandosi davanti gli occhi nero pece di Ace.Le ci volle un po' per capire se stesse sognando o se fosse la realtà,ma quando lo vide ritrarre la mano dal suo seno e domandarle cosa facesse nella sua stanza,capi che era realtà.Sgranò gli occhi battendo le lunghe cicglia piu e piu volte.Si alzò a sedere lasciando che le coperte rosse le scivolassero di dosso lasciandole il busto scoperto.
-La tua stanza!?-
Si guardò attorno un ennesima volta,non c' era dubbio non era la stanza di lui ma quella di lei quando abitava sulla Moby Dick.Lo guardò,precisamente percorse con lo sguardo tutto il suo viso,fino a scendre al collo dal quale si vedevano alcune vene sottili,le clavicole alle spalle,la pelle bianca,i muscoli delle braccia,la stessa mano che l' aveva afferrata,e poi quegli addominali scolpiti.
-Gaurda che ti sbagli di gorsso questa è la mia stanza!-
Disse avvicinandosi a lui con aria di accusa.
-E tu sei nel mio letto,sotto le...no aspetta le mie coperte sono sempre state viola,quindi sotto le coperte di qualcun altro,e...mi ai toccato una tetta!-
Disse indicandosi il seno destro.Poi con la mano si avvicinò toccando il torace del moro come lui aveva fatto con lei.
-Ora siamo pari,ma mi spieghi che ci fai qui?Se volevi venire a letto con me bastava dirlo Pugno di Fuoco-Rise maliziosa.

Le coperte scivolarono via dal corpo di lei, rimase stupito da quella improvvisa visione del suo corpo fantastico. Si destò competamente quando lo toccò al petto e rise, ricambio con altrettanta malizia.
-Dolcezza non esageriamo, l'hai detto tu stessa, queste coperte non sono quelle che usavi te perchè le ho scelte io, perchè adesso questa è la MIA stanza! Se non sei informata chiedi prima di entrare in una stanza che non usi più da 15 anni o quanti sono...-
Sospirò profondamento dopo quello sfogo, che lo facesse anche passare per un bugiardo no. La guardò nuovamente, in intimo non semvra più la ragazza sul ponte, era messa a nudo, però doveva ammetere che di corpi in quel modo ne aveva visti ben pochi.
-Comunque penso che ora stiano tutti dormendo, se vuoi puoi tranquillamente rimanere qui senza malizia ne doppi fini, non potrei lasciare una ragazza a dormire nei corridoi della nave. Il letto è grande e ci possiamo stare benissimo in due senza toccarci.-
Si distese di fianco dandole le spalle.
-Così dovresti essere al sicuro, spero che tu passerai una buona nottata.-

Lo guardò,aveva un fisico perfetto anche se non capiva perchè essendo un pirata non era molto abbronzato nonostante stesse a torso scoperto durante tutto l' arco  della giornata.Si voltò dandole le spalle,si mise distessa nuovamente.In effetti aveva ragione,se si fosse alzata non avrebbe saputo dove andare a dormire,non poteva certo dormire con il padre che russava e probabilmente l' avrebbe schiacciata.Ma più calava il buio più non riusciva a dormire,era distesa accanto ad uno degli uomini più affascinanti che avesse mai conosciuto.Guardò la sua schiena,quel tatuaggio che tanto le apparteneva.Il freddo si insinuò sotto le coperte,le venne un brivido,poi un altro.Si sentiva anche in colpa per quella sitauzione,e soprattutto perchè Ace aveva ragione,lei non era più figlia di quella casa.Posò una mano sulla schiena di lui avvicinandosi con la testa a quello stesso tatuaggio rannicchiandosi tra le sue scapole pronunciate.
-Ace...posso dormire vicino a te...fa freddo."
Le veniva da piangere,non se ne era andata,suo padre l' aveva cacciata.

La sentì spostarsi lentamente verso di lui finche non sentì la testa appoggiarsi fra le sue scapole.
-Certo piccola, che puoi, non ci sono preoblemi.-
Si girò abbracciandola. Un gesto che magari poteva sembrarle troppo confidenziale, ma sperava che ci passasse sopra. La sua pelle era così liscia e vellutata, era una piratessa ma anche una vera ragazza che curava il suo corpo.

Si voltò abbracciandola.Aveva gli occhi chiusi,sentiva il suo calore,cavolo se era caldo,quelle braccia muscolose,l' odore di salsedine sulla pelle chiara.Lo guardò gli accarezzò semplicemete una guancia.
-Ora che ci penso...sei mio fratello,se chiami Edward Babbo!..."
Sorrise.
-Mi piace il tuo viso,il tuo calore...per fortuna non abbiamo legami di sang..."
Si assopì dolcemente tra le sue braccia posando la fronte sul suo sterno le labbra leggermente dischiuse.

Sorrise a quelle parole.
-Però non lo siamo e questo direi che è un bene così non abbiamo restrizioni nel nostro rapporto... Forse per Edward non acconsentirebbe uguale...-
La sentì addormentarsi appoggiata al suo petto. Il respiro tranquillo e regolare, che lentamente portò anche lui all'addormentarsi profondamento.
  
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