Crilin stava vagando nella nebbia di una delle tante città fantasma,quel giorno.
Stava camminando con calma,saltando da un palazzo all’altro.
Solitamente si sarebbe divertito,ma
non oggi...
Ovviamente era stata 18 a mandarlo li. Il suo obbiettivo? Cercare
altri umani.
Sospirò al pensiero. Un solo giorno era passato dal massacro,e lei stava già cercando altra gente da uccidere. A
lui,questa sembrava una ossessione.
Non riusciva però a dirle questo; “uccidere è sbagliato…” Era solo un
pensiero.
Non poteva ricordare come,o perché lo pensava.
In lui però vi era solamente questa certezza. Era così.
Bisognoso di dirlo,non poteva però
farlo – specialmente a lei, il cui ideale di “giusto e sbagliato” era tanto
confuso quanto lo era lui stesso.
E sfortunatamente,la notte prima non erano così vicini da capirsi l’un l’altro…
Quel mattino,tra loro due era
apparsa una sorta di tensione,e Crilin non aveva il
coraggio di disobbedire,o di replicare negativamente.
Doveva cercare. Così “Diciottina” aveva ordinato.
Per quanto a lungo avesse cercato,non avrebbe più
ucciso.18 aveva detto che poteva…
-A patto ovviamente di far qualcos’altro…-
Non andava bene? Cercare la distruzione,ma non
crearla lui?
Non era sicuro. A dire il vero,Crilin stava prendendo una prospettiva di vita grigia...
-Del tipo che non ci si può fidar mai di niente…-
Che gli era successo? Si chiedeva ogni tanto.
Quando era rinato,risvegliato dal sonno eterno,la sua mente non era nemmeno lontanamente turbata,rispetto ad ora. Non aveva ancora capito che doveva dolorosamente accettare la realtà.
Prima il mondo per lui era puro,bianco,ed
era felice.
Ora la sua mente era un caos – sentendosi colpevole,o perlomeno un sentimento
di questo genere. E…confusione! Quattro,cinque volte il normale
disorientamento.
Anche se quel tempo l’aveva passato con lei,si sentiva solo.
Tutto quello che conosceva era solo 18.
E 18 era un assassina.
Gli aveva salvato la vita...e questa era una bella cosa.
Lo aveva aiutato a volare…dato un’identità…e anche questo era bene.
E poi aveva ucciso un intera città
di persone. Questo aveva perplesso Crilin.
Cosa era giusto?Cosa sbagliato? Era quello che sentiva lui nel cuore,o
quello che diceva 18?
Sospirò a fondo,posandosi su un bordo di un palazzo in rovina.
Guardò poi l’orizzonte,cercando in qualche modo di non pensare troppo.
Forse,pensava,se non avesse pensato
troppo a questo,le risposte sarebbero arrivate da sole…
D’un tratto,un lieve suono attirò la sua attenzione.
Rimase basito al vedere un piccolo gruppo di persone camminare sotto di lui.
Marciavano lenti,sull’orlo della
stanchezza. Ovviamente avevano camminato molto– forse
per fuggire dalla furia dell’androide...
Crilin provò pietà per loro. Che sfortuna
per loro trovarsi in quel momento,in quel luogo così
pericoloso ora. Se 18 li avesse visti,non sarebbero scampati...
Stanchi ed incapaci di proseguire,gli umani collassarono
sul marciapiede.
Una piccola bimba corse tra le braccia del padre. Anche
lui pareva al limite.
“Non siamo lontani abbastanza,mammina?”
la sua voce sfiorò delicatamente le orecchie di Crilin.
La donna lanciò uno sguardo all’ipotetico marito. Poco dopo,egli annuì.
Evidentemente,volevano accamparsi... Crilin venne sorpreso dall’ironia
della loro posizione.
Perchè in tutti i luoghi,proprio
a Satan city? Perchè proprio vicini a 18?
Rimase ancora seduto dov’era,ad osservarli da
lontano. Non lo sapeva ancora,un qualcosa in lui lo costringeva a restare,
stare vicino ai membri della sua stessa razza.
Posò quindi il mento sul palmo di una mano.
Il padre e il figlio più vecchio stavano girando,guardando
dentro gli edifici per trovar qualsiasi tipo di cibo,o altro. Tutti gli
altri erano contigui,seduti a riposare.
Fu allora che quella bimba,saltando giù dalle braccia materne,si mise a
gironzolare.
In quella maniera inutile e allegra dei bimbi.
Crilin la vide raggiungere un negozio in rovina,dalla cui insegna contorta pareva un negozio di capsule di
cibo. La piccola probabilmente non era in grado di leggere,ma la sua
ricerca fu un
successo lo stesso…
“Papà!Papà!” urlò poi lei,cercando di attirare l’attenzione “Guarda! Capsule!”
Queste magiche parole animarono all’istante la gente,che si mise a correre
verso di lei
più veloce che poteva.Poi il padre giunse appresso
alla piccola.
“C’è una fessura qui!Qui dentro può esserci del cibo,ma
l’entrata è bloccata da questo blocco di cemento... Dobbiamo provare
tutti a sollevarlo…”
Vi fu un mormorio attorno all’immenso blocco di cemento.
Ma tutti si radunarono,e,con la loro forza,iniziarono
a spingere.
Il cuore di Crilin ebbe una fitta,al vederli. Non
sarebbero mai stati in grado di sollevarlo.
Il piccolo gruppo era troppo poco,e c’erano solo due adulti.
Qualcosa nella sua mente riconobbe i cinque come una
famiglia...
Infine,il gruppo cedette. Un bimbo piccolo era a
terra,ansimante.
Nonostante la distanza,lui potè vedere le lacrime della bimba,mentre fissava il
piccolo buco
da dove si scorgevano delle capsule.
Era una delle agonie più crudeli. Il cibo era a meno di un metro da loro,e non potevano prenderlo…
Osservando da un pilastro,Crilin sentiva il suo corpo
pulsare.
Più di ogni altra cosa sentiva il
dovere di aiutare quella gente...
Qualcosa dentro di lui lo stava pregando...qualcuno...dentro di lui....mormorava.
Un’altra persona,dentro di lui…gli stava parlando con voce fioca…
Crilin sentì il suo cranio scuotersi violentemente,facendogli perdere per un attimo il senno…
Qualcuno che lo scuoteva da dentro….una sorta di trance.
Per un attimo gli mancò il fiato,poi
strinse la testa dolorante tra le mani.
”Cosa stavo pensando?” pensò,riaprendo
gli occhi.
Per un piccolissimo attimo,lui
aveva visto un'altra persona,chiusi gli occhi.
Qualcuno uguale a lui,ma stranamente…in qualche modo…differente…
“L’ho perso...” si lamentò “Sì...se ne è
andato...”
Lanciò uno sguardo al gruppo.
Con la forza della disperazione erano ancora li a spingere,invano.
E poi...capì cosa aveva sentito – Quella persona gli aveva detto “VAI!AIUTALI!!!”
Così si alzò in piedi a fatica. Pensando a cosa avrebbe detto 18,se fosse venuta a sapere di quello
che stava facendo,si diresse verso il gruppo senza far il minimo rumore.
Aveva deciso che era meglio non farsi vedere – meglio per entrambi.
Così,almeno,18 non avrebbe
attaccato il gruppo,vedendolo vicino al loro.
Si posò nel lato opposto del blocco-grande abbastanza da nasconderlo- e attese
il momento propizio.
“Ok…proviamo di nuovo”mormorò il padre.
Appena questi iniziarono a spingere,Crilin sorrise,e
afferrò con le mani i bordi del pesantissimo
blocco di cemento. Sforzandosi solo un poco,e
mugugnando leggermente,alzò piano piano il masso.
Dal lato opposto si udivano lamenti e respiri affannati.
Poi Crilin vide la madre correre dentro l’edificio a prendere le capsule.
Gli altri mebri della famiglia
tremavano allo sforzo,non sapendo però che non erano
loro a tenere il peso...
Il sorriso di Crilin divenne splendente. Era tutto
perfetto.
E così sarebbe stato...per solamente altri due secondi...
Due grandi e curiosi occhi blu apparirono dal buio,dove stava Crilin,sorprendendolo.
Lui quasi mollò la presa,capendo all’istante di esser stato scovato.
Gli occhi della bambina lo squadrarono in volto,per poi posarsi sulle sue braccia muscolose,per poi finire sulle sue mani,infilate sotto il blocco di cemento.
Non appena la piccola capì che Crilin stava tenendo sollevata la roccia,si illuminò in volto.
E poi la bocca della bambina si contorse in un grande sorriso.
“Mamma!!!” urlò,alzando la testa. “C’è qualcuno qui,penso sia un
angelo!!!!”
Il risultato del grido fu istantaneo. I tre mollarono la presa,scoprendo che esso era ancora sospeso in aria. Segno evidente di qualcuno che lo teneva dall’altra parte.
Inutilmente,Crilin cercò di
posare il masso a terra,ormai era stato scoperto!
Il padre fu in un attimo dalla sua bimba,trovandola in compagnia.
Era un ragazzo piccolo,dai capelli neri. Aveva una
faccia a metà tra lo sconvolto e il sorpreso.
Sua figlia frattanto,saltava e
batteva le mani contenta.
“è un angelo,papà!” esultò lei
felice,indicando un Crilin in panico. “Proprio
come avevo pregato!”
Il resto della famiglia arrivò,e vedendo Crilin,rimasero
sorpresi.
Poi il bambino più grande fece un passo in avanti e lo indicò con l’indice.
“Tu hai sollevato quel masso enorme?...D…Da…da solo?”
domandò,balbettando.
Crilin annuì esitando un poco. “Voi tutti sembravate bisognosi d’aiuto...”
Solo la piccola non era sorpresa.
Si avvicinò a lui,ignorando il richiamo della madre,preoccupata.
Sorrise,rivolgendo gli occhi pieni
di ammirazione verso il ragazzo.
“Grazie infinite,angelo!” urlò,per poi afferrarlo per le ginocchia,senza dargli
tempo di saltare indietro.
Crilin sudò freddo,sentendo la stretta della bimba più forte. “Sapevo ci
avresti aiutato!”
Crilin non era per nulla sicuro su cosa
rispondere. “Ah....prego…”
Il padre poi corse dalla figlia,e la tirò via da lui,dandogli uno strattone.
Si mise poi di fronte a lui,notando la statura quasi pietosa.
Tuttavia,quel piccoletto dai capelli corvini,gli
faceva quasi paura…
La bambina si dimenava tra le braccia della madre.
“Ehi!Voglio parlare con il mio angelo!!!Lasciami,mamma!!!”
“Non è un angelo,tesoro...” spiegò la
mamma,malavoglia.
Ma poi la madre sorrise,guardandolo. “Ma è una persona davvero buona…”
Gli sorrise. “Grazie mille per l’aiuto.Stavamo iniziando a pensare di non farcela...”
Crilin rimase silenzioso e freddo.
Il padre continuava a fissarlo,ma poi sorrise e gli
porse la mano destra.
“Il mio nome è Mochizuki. E tu...chi sei?”
Crilin rimase a guardare la mano,ma non ricambiò il
gesto. Pensava all’avviso di 18:
”Non dovrai mai dire il tuo nome a nessuno…”
“I…io non posso dirti il mio nome…” rispose poi,nervoso.
Ci fu poi uno scambio di occhiate dal marito alla donna.
Forse si chiedevano che tipo di persona era,da non
poter dire come si chiamava…
Così,iniziarono a nascere altre
domande.
“Dov’è la tua famiglia?”
Ci fu una pausa.
“Sono solo.” rispose poi lui,con
tristezza quasi naturale.
Credendo subito alla perdita dei suoi cari,la donna lo guardò triste. In fondo,non era il solo…
“Poverino...e vivi qui tutto da solo?”
Non vi fu risposta. Ma poi la donna chiese al marito
”Perché non lo facciamo venire con noi?Viver qui tutto solo…”
Crilin interruppe all’istante la donna.
“Io non posso venire con voi...”
C’erano molte altre domande da fare a quel tizio. Ma i
cinque si rassegnarono.
Quindi fecero come nulla e partirono in avanti.
“NO!” urlò d’istinto Crilin,senza rendersene conto.
Tutti si voltarono a guardarlo,sorpresi.
“Che succede,angelo?” chiese la bimba.
“Non dovete andar di la!!!Non è sicuro!!!”
“Ma che stai dicendo?” domandò l’uomo,con aria spaventata.
”Se andate per di la,domani sarete morti!!Vi prego,credetemi,e andate via!!!”
Fortunatamente,il gruppo annuì,e cambiò direzione.
Tutti passarono al suo fianco,e la piccola bimba gli
sfiorò i capelli con la mano.
Tutti fecero un cenno di addio al piccoletto,e la
donna si voltò cerso di lui.
“Io spero proprio che tu trovi chi sei…”disse,con voce fioca.
Crilin li vide allontanarsi,fino a sparire
all’orizzonte.
Il ricordo di quella bimba,di certo sarebbe rimasto nella sua carne per tanto
tempo...
E come nulla,la sua testa riprese a esser confusa,pesante.
Perfino peggio di prima.
Ma io chi sono? la
domanda risuonava nella sua mente...