Legati
ad un filo
Le
loro vite sembravano legate
ad un filo sottile di un variopinto aquilone: Naomi, Narmin, Genny e
Rajiv,
tanto diversi tra di loro ma così uguali, uguali nella loro giovinezza,
spensieratezza.
Uscendo
dall’aeroporto Naomi
lasciò il suo numero di cellulare a Narmin con la speranza di
risentirsi, visto
che era l’unica persona che conosceva a Londra.
Rajiv
e Genny si
incamminarono insieme alla ricerca di un taxi che li portasse al
College di
Cambridge non per
studiare ed essere
studenti esemplari bensì per lavorare, lì
cercavano giovani baristi ed era un primo passo verso un’indipendenza
economica
in una città di cui avevano solo sentito parlare.
Genny,
aveva abbandonato l’idea
della Grande Mela perché
non possedeva soldi
sufficienti per acquistare il biglietto per New York e quindi aveva
deciso che
anche Londra poteva andar bene, fin quando non avesse messo da parte un
gruzzoletto per poi
andare nella città che sin da piccolo
sognava.
Rajiv
era atteso al quartiere
americano, la madre lo aveva affidato ad una sua amica, con la quale
aveva condiviso
i cruenti momenti della guerra in Afghanistan e che gli aveva procurato
un monolocale
dove abitare, fu allora che gli balenò un’idea:-Genny, perché non vieni
a
vivere da me? Ci potremmo così dividere l’affitto e farci compagnia.-
Grazie
Rajiv, ma non voglio darti fastidio- rispose perplesso Genny,
- Nessun fastidio!- disse
arrabbiato Rajiv.-
Te l’ho chiesto io, no?- , - Ok, amico !- annuì Genny.