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Autore: Andy Grim    12/10/2010    3 recensioni
Tutti i fan della saga Urusiana conoscono a memoria il film citato nel titolo, soprattutto la parte finale relativa alla seconda (e ultima) sfida all’onigokko da parte di Lamù verso l’uomo della sua vita. Chi scrive ha letteralmente demolito una videocassetta, a furia di vederla, soprattutto alla ricerca dei “fermo immagine” più significativi (spero di non fare altrettanto col DVD)!
C’è qualcuno che si è chiesto (oltre al sottoscritto, ovviamente) come l’abbiano vissuta, quell’epopea conclusiva, dentro al protagonista maschile? Come abbiano reagito quei Fewer, Simons, Humper, Percival, Racer (lui, in particolar modo…) che tutti i lettori della mia demenziale Storia Segreta dei SISAS hanno potuto vedere all’opera?
Mentre le immagini del cosiddetto Capitolo Finale mi scorrevano davanti agli occhi, già alienato dalla mia versione introspettiva, non potevo fare a meno di chiedermi come si stavano comportando i membri biologici dell’individuo più discusso dell’Universo e mi stuzzicava l’idea di metterlo nero su bianco! Se non che, l’idea della trama parallela che concludeva idealmente la “Spacelove Story” dei nostri due eroi partendo dal finale di Only You, ha preso (malauguratamente?) il sopravvento.
Tuttavia, leggendo le ultime fanfic dedicate alla nostra fantastica aliena cornuta (averne di cornute così...) mi è tornato un certo stimolo che... beh, vediamo cosa ne salta fuori!
Dedico questa fanfic ai miei "seguaci" Achille88 e Kitsune no Pao (alias Ryoda & Oropa) che mi hanno permesso di rivivere un poco di me stesso nelle loro bellissime storie!
Genere: Demenziale, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Atarù Moroboshi, Lamù
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 2 (Giorno 1): Stavolta ci farà morire

Capitolo 2 (Giorno 1): Stavolta ci farà morire!

 

 

Q

uand’era uscito dall’Accademia Biologica col suo bel diploma di Fisiologia, ottenuto col massimo del punteggio, il futuro responsabile della Muscolare moroboshiana aveva sperato di doversi occupare di un atleta o almeno di un uomo d’azione: un soldato, un pompiere o un tutore dell’ordine. Mai avrebbe immaginato di ritrovarsi ad azionare le membra d’un mediocre adolescente immaturo e svogliato, con soltanto cibo e sesso come unici interessi prevalenti!

Lui, Burt Racer, che aveva addirittura presentato una tesi sull’energia muscolare, ritenuta dalla stessa commissione d’esame meritevole di un Nobel, per via delle innovative dissertazioni sui sistemi per raggiungere il massimo rendimento di fluidi e comburenti, miranti a minimizzare il consumo calorico dell’organismo. Non v’è dubbio che, se l’unico figlio dei signori Moroboshi si fosse interessato a una qualche disciplina sportiva, avrebbe potuto, in tempi relativamente brevi, aspirare senz’altro alla conquista dell’oro olimpico!

Macché… tutta la scienza del suo insigne responsabile biologico era stata adoperata soltanto per vuotare innumerevoli bento a velocità supersonica (col sommo disappunto del collega Larry Meals[1]) o per correre dietro alle gonnelle. Che spreco!

Poi, all’improvviso… ecco arrivare dallo spazio profondo una singolare rappresentante del gentil sesso a lanciare alla sezione di Racer una sfida tanto sciocca quanto vitale per l’intero consorzio umano. La questione aveva certamente stimolato in modo forte il capo della Motoria di Ataru, se non altro per l’importanza della posta in gioco. Tuttavia, nei giorni susseguitisi verso la fatale conclusione della corsa, il malcapitato capo-sezione aveva dovuto affrontare le dodici epiche fatiche d’Ercole - seppur scontate a dieci, quanti erano i giorni della gara - rassegnandosi gradualmente al fatto che non sarebbe mai e poi mai riuscito ad afferrare le fatidiche corna di quella formidabile avversaria.

Alla fine, quando tutto sembrava perduto per l’umanità, ecco il colpo di genio di Fewer:[2] utilizzare il reggiseno dell’aliena come esca, in modo da farle scordare per un attimo essenziale il contesto della corsa, potendole quindi agguantare le corna nell’istante in cui fosse stata occupata a riprendersi l’indumento, strappatole in precedenza dallo stesso Ataru!

“È stata la vittoria più ridicola che potessimo ottenere!” aveva commentato Racer.

“E anche l’unica!” aveva precisato poi Fewer.  

Unica o ridicola, era stata comunque una vittoria di Pirro. Certo, la Terra era libera (sempre che quegli strambi alieni avessero veramente avuto l’intenzione di occuparla) ma più non lo era il suo malcapitato salvatore, ritrovatosi per conseguenza impalmato proprio dalla sua stessa concorrente… che adesso, in circostanze di gran lunga più gravi, si ripresentava ancora come tale nel rimettere il destino del Pianeta sulle spalle di quel discusso dongiovanni. E sulla sua Motoria in particolare…

 

***

*Ma perché sono sempre io che ci devo andare di mezzo?!* si chiese il malcapitato pilota mentre sedeva sulla sua poltroncina di comando. Fatto questo, fece un rapido check-up della situazione cardio-energetica, per aprire poi il collegamento con la Sensitiva.

Subito il display visivo gli rimandò l’immagine della fiera Lamù, pronta alla sua linea di partenza. L’affascinante aliena si voltò verso il suo antagonista, scuotendo armoniosamente i capelli verdi e lo sguardo scambiato con l’ex promesso sposo aumentò, se possibile, le preoccupazioni di Racer.

“Guarda i suoi occhi, Brad” disse questi al collega della Cerebrale, che stava in piedi dietro di lui “le hai mai visto quello sguardo? È furiosa…!”

“E dove starebbe la novità?” chiese Fewer, bonariamente.

“Non è la solita rabbia da gelosia” tentò di spiegarsi il capo della Motoria “stavolta è veramente in collera con lui, Brad: una collera ferita. Ci farà morire…!” gemette, a mo’ di conclusione.

“Senti, Burt…” Fewer gli posò una mano sulla spalla “…lascia questi problemi sul groppone di Simons e pensa a far muovere quelle gambe! Intesi?”

“Ricevuto” sospirò l’altro “farò del mio meglio!”

“Bravo… vado in Centrale.” disse Brad, nel congedarsi.

Il comunicatore intersezionale era già aperto; il capo della Motoria poté quindi udire, attraverso i ricevitori di Humper, le parole di Lord Rupa, che aveva assunto il ruolo dello starter: “Spiegherò ancora le regole del gioco: se entro dieci giorni Ataru riuscirà ad afferrare almeno una delle corna di Lamù, manderò i miei maiali a eliminare i funghi…”

“Ma non è giusto” protestò con veemenza la folla degli astanti “Lamù può volare…!!”

“Non preoccupatevi per questo” ribatté il Signore del Pianeta dell’Oscurità “verrà penalizzata: non potrà volare più in alto delle cappelle dei funghi!”

“E questo, secondo lui, sarebbe un handicap?” commentò Racer, sarcastico “Buffone!!”

Lo sparo a salve della pistola di Rupa fu peggio d’una frustata per il pilota di Ataru, il quale, mettendo alfine mano sui comandi degli arti, sospirò stancamente: “Bene… anzi, male… partiamo!”

***

L’uomo più allupato di tutto l’universo ritornò così a rincorrere quella che - gli piacesse o no - era la donna più importante della sua vita, se non altro perché, unica fra tutte le persone con le quali aveva interagito, aveva potuto mettere in discussione il suo originale modo di essere.

“Per me è una coglioneria…!” commentò asciutto Meals.

“Avevamo forse altra scelta?” chiese Dick Hoffman, dall’Immunitaria.

“Naturalmente no” rispose Percival, dalla Genetica “come al solito!”

“Silenzio al comunicatore” ordinò Wellington “Motoria da Centrale, prepararsi al piano 1.”

“Ricevuto, Centrale!” rispose Racer, con un tono assai poco entusiasta.

Lungo il percorso della gara, fra la folla degli spettatori, pullulavano decine di giovani ragazze (e Simons si chiedeva per chi stessero facendo il tifo) e, all’improvviso, Ataru Moroboshi si fiondò fra di esse, producendosi nel consueto rituale: “Ehi, bellezza… usciamo, stasera? Dove abiti? Mi dai l’indirizzo e il numero di telefono?”

Alcune di loro (non troppe, a dire il vero) trasecolarono: era mai possibile che quel disgraziato non prendesse sul serio nemmeno una situazione così drammatica?

“Cosa fai, idiota?!” gli urlarono “Vattene via, disgraziato!!” “Non lo vedi che ti sta lasciando indietro?”

Quelle gentili donzelle non potevano certo immaginare che stavolta, dietro al comportamento dell’incorreggibile libertino, risiedeva la speranza di Brad Fewer che Lamù interrompesse la corsa pur di scendere a fargliela pagare… ma purtroppo la bella oni, dopo avergli lanciato uno sguardo di puro astio, manifestò la sua totale indifferenza con un energico Pfui e riprese il suo volo a media quota. Non rimaneva che accettare la sfida.

“È andata male!” commentò Fewer.

“Chissà perché, ma me lo sentivo!” aggiunse A1 con una smorfia.

“Tocca a te, Burt” disse allora il capo della Cerebrale, nel comunicatore “vedi se ti riesce di scalare uno di quei funghi: dobbiamo cercare di piombarle addosso.”

“Io so per certo che piomberemo a terra: dite a Hoffman di metterlo nel conto!”

“Tutte le squadre d’emergenza sono pronte” confermò il responsabile immunitario “confidiamo naturalmente sulle tue doti di cascatore.”

“Contenti voi…!” replicò l’altro, ironico, affondando le dita di Ataru nella polpa di un fungo particolarmente alto.

Grazie alle potenziali doti atletiche del suo organismo, Ataru riuscì facilmente a raggiungere la quota di volo dell’aliena, arrampicandosi lungo il gambo. Ma quando l’avversaria fu a portata di tiro e Racer diede ai muscoli il comando di saltare, a Lamù bastò appena uno scarto leggero per evitare la sua “presa al volo”…

“Reggetevi” annunciò Burt “comincia la discesa!!”

Tutto il personale biologico s’affrettò a distendersi sul fondo delle camere operative e dei condotti, aggrappandosi a degli appigli opportunamente preparati. Per fortuna l’impatto col terreno venne discretamente attenuato dal’ottima tecnica caprioleggiante adottata dalla Motoria.

“Uno a zero per l’orca assassina!” commentò Percival, con filosofia.

L’inseguimento riprese, implacabile. Ma tutti i ripetuti tentativi d’acchiappare la Principessa degli Oni si rivelarono costantemente vani. A parte le volte in cui la tenacia di Racer non riusciva a vincere la scivolosità di quei maledetti gambi, sprecando preziose quantità d’adrenalina mentre il loro assistito ricadeva verso il suolo, sperare d’avere la meglio sull’estrema agilità di una ragazza che poteva fluttuare nell’aria con la leggerezza di una libellula spendendo porzioni irrisorie di energia, era semplicemente ed eufemisticamente assurdo!

A un tratto l’inseguitore si vide affiancare da un furgoncino che trasportava il Lamù Fan Club al completo, con Megane che si sgolava ad un megafono, imitato dai suoi degni compari: “LAMÙ… LAMÙ… LASCIA PERDERE ATARU… TE LO DICIAMO NOI TI AMO!! VIENI GIÙ…!!”

Preoccupanti scariche di frustrazione furono registrate dagli strumenti di Humper, incidendo negativamente sul tasso psicofisico a disposizione della Motoria.

“Racer, faccia tacere quegli imbecilli!” ordinò il Coordinatore.

Il “motorista” non se lo fece ripetere. Appressatosi al camion, strappò il megafono dalle mani di quel fanatico, rivolgendolo contro di lui…

“Emissione vocale a tutta potenza!!” affermò Humper, dopo che la Cardiaca gli ebbe riempito i polmoni.

“FATTI I CAVOLACCI TUOI, CHIARO??!!” urlò Ataru direttamente nei timpani dell’ossessionato spasimante di Lamù, per poi sbattergli l’apparecchio in testa.

“Ben fatto, Sensitiva e Motoria” commentò Wellington “c’è costato un po’ d’ossigeno, ma ne valeva la pena! Ora, via col piano 2.” dispose infine.

Portato alle labbra lo strumento, Ataru lanciò quindi un accorato appello alla sua testarda concorrente: “Lamù, lascia perdere… dammi retta, ti stai sbagliando! Non serve a niente dire ti amo o non ti amo. Non capisci che…”

Ma poi, visto che l’aliena faceva orecchie da mercante, tappandosi pure le medesime, il tenace orgoglio di Moroboshi ebbe il sopravvento: “Sei una stupida testarda bisbetica…” urlò, nel megafono “STUPIDA, STUPIDA, STU…”

Per tutta risposta la bella aliena si girò su sé stessa, tese le candide braccia e gli sparò una scarica micidiale, che Humper constatò essere una delle più alte mai registrate dall’organismo: non meno di 4 Gigavolt![3]

“È TUTTO QUI QUELLO CHE HAI DA DIRMI?!!” urlò subito dopo, mentre il suo “caro nemico” si accasciava al suolo, friggendo disinvoltamente…

 

***

“Immediato rapporto danni da tutte le sezioni...!” ordinò A1, non appena fu nuovamente in grado d’intendere.

Anche il povero Hoffman dovette metterci un po’ a rispondere: “Sezioni Sensitiva e Neuro completamente inibite… Cardiaca in pieno stato di fibrillazione… Cerebrale e Genetica sembrano non aver subito danni!”

“Non avevo dubbi” grugnì A1, con eloquenza[4] “e la Motoria?”

“Fuori uso per almeno tre ore” rispose lo stesso Racer, dalla sua postazione “ho tutti i relais dei muscoli saltati!”

“Bene… per oggi è finita” dichiarò Wellington dopo aver dato un’occhiata all’orologio “il primo round se l’è aggiudicato la squadra di Rowena… come volevasi dimostrare!”

Il Coordinatore scrutò quindi profondamente Fewer, che ritenne di dover ribadire: “Ce ne rimangono sempre altri nove…”

“Ottima risposta, Brad” gli sorrise A1 “mi compiaccio altamente della sua fiducia: è proprio questo lo spirito che ci vuole!”

“Certo, signore…” rispose il subordinato, ostentando un artificioso ottimismo.

Dopo avergli dato due pacchette sulla spalla, il Coordinatore si ritirò nel suo alloggio, lasciando alle varie equipes il gravoso compito di rianimare il povero Ataru, per poterlo poi trascinare fino al suo letto.

Il primo giorno della singolar tenzone era infine giunto al termine.



[1] Il responsabile della Metabolica.

[2] E di chi, se no?

[3] Giga è il prefisso per indicare il miliardo di unità.

[4] Anche Minerva Platos, l’omologa lamuttiana di Brad Fewer, si sarebbe detta sicura che la Cerebrale di Ataru si rivelasse refrattaria ai danni, dal momento che conteneva assai poco da danneggiare!

  
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