Capitolo 2 (Giorno 1): Stavolta ci farà
morire!
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uand’era
uscito dall’Accademia Biologica col suo bel diploma di Fisiologia, ottenuto col
massimo del punteggio, il futuro responsabile della Muscolare moroboshiana aveva
sperato di doversi occupare di un atleta o almeno di un uomo d’azione: un
soldato, un pompiere o un tutore dell’ordine. Mai avrebbe immaginato di ritrovarsi ad azionare le membra d’un mediocre
adolescente immaturo e svogliato, con soltanto cibo e sesso come unici
interessi prevalenti!
Lui,
Burt Racer, che aveva addirittura presentato una tesi sull’energia muscolare,
ritenuta dalla stessa commissione d’esame meritevole di un Nobel, per via delle
innovative dissertazioni sui sistemi per raggiungere il massimo rendimento di
fluidi e comburenti, miranti a minimizzare il consumo calorico dell’organismo.
Non v’è dubbio che, se l’unico figlio dei signori Moroboshi si fosse
interessato a una qualche disciplina sportiva, avrebbe potuto, in tempi
relativamente brevi, aspirare senz’altro alla conquista dell’oro olimpico!
Macché…
tutta la scienza del suo insigne responsabile biologico era stata adoperata
soltanto per vuotare innumerevoli bento a velocità supersonica (col sommo
disappunto del collega Larry Meals[1]) o
per correre dietro alle gonnelle. Che spreco!
Poi,
all’improvviso… ecco arrivare dallo spazio profondo una singolare
rappresentante del gentil sesso a lanciare alla sezione di Racer una sfida
tanto sciocca quanto vitale per l’intero consorzio umano. La questione aveva certamente
stimolato in modo forte il capo della Motoria di Ataru, se non altro per l’importanza
della posta in gioco. Tuttavia, nei giorni susseguitisi verso la fatale
conclusione della corsa, il malcapitato capo-sezione aveva dovuto affrontare le
dodici epiche fatiche d’Ercole - seppur scontate a dieci, quanti erano i giorni
della gara - rassegnandosi gradualmente al fatto che non sarebbe mai e poi mai riuscito
ad afferrare le fatidiche corna di quella formidabile avversaria.
Alla
fine, quando tutto sembrava perduto per l’umanità, ecco il colpo di genio di
Fewer:[2]
utilizzare il reggiseno dell’aliena come esca,
in modo da farle scordare per un attimo essenziale il contesto della corsa,
potendole quindi agguantare le corna nell’istante in cui fosse stata occupata a
riprendersi l’indumento, strappatole in precedenza dallo stesso Ataru!
“È
stata la vittoria più ridicola che potessimo ottenere!” aveva commentato Racer.
“E
anche l’unica!” aveva precisato poi Fewer.
Unica
o ridicola, era stata comunque una vittoria di Pirro. Certo, la Terra era
libera (sempre che quegli strambi alieni avessero veramente avuto l’intenzione
di occuparla) ma più non lo era il suo malcapitato salvatore, ritrovatosi per
conseguenza impalmato proprio dalla sua stessa concorrente… che adesso, in
circostanze di gran lunga più gravi, si ripresentava ancora come tale nel
rimettere il destino del Pianeta sulle spalle di quel discusso dongiovanni. E sulla
sua Motoria in particolare…
***
*Ma
perché sono sempre io che ci devo
andare di mezzo?!* si chiese il malcapitato pilota mentre sedeva sulla sua
poltroncina di comando. Fatto questo, fece un rapido check-up della situazione
cardio-energetica, per aprire poi il collegamento con la Sensitiva.
Subito
il display visivo gli rimandò l’immagine della fiera Lamù, pronta alla sua
linea di partenza. L’affascinante aliena si voltò verso il suo antagonista,
scuotendo armoniosamente i capelli verdi e lo sguardo scambiato con l’ex promesso
sposo aumentò, se possibile, le preoccupazioni di Racer.
“Guarda
i suoi occhi, Brad” disse questi al collega della Cerebrale, che stava in piedi
dietro di lui “le hai mai visto quello sguardo? È furiosa…!”
“E
dove starebbe la novità?” chiese Fewer, bonariamente.
“Non
è la solita rabbia da gelosia” tentò di spiegarsi il capo della Motoria
“stavolta è veramente in collera con lui, Brad: una collera ferita. Ci farà
morire…!” gemette, a mo’ di conclusione.
“Senti,
Burt…” Fewer gli posò una mano sulla spalla “…lascia questi problemi sul
groppone di Simons e pensa a far muovere quelle gambe! Intesi?”
“Ricevuto”
sospirò l’altro “farò del mio meglio!”
“Bravo…
vado in Centrale.” disse Brad, nel congedarsi.
Il
comunicatore intersezionale era già aperto; il capo della Motoria poté quindi udire,
attraverso i ricevitori di Humper, le parole di Lord Rupa, che aveva assunto il
ruolo dello starter: “Spiegherò ancora le regole del gioco: se entro dieci
giorni Ataru riuscirà ad afferrare almeno una delle corna di Lamù, manderò i
miei maiali a eliminare i funghi…”
“Ma
non è giusto” protestò con veemenza la folla degli astanti “Lamù può volare…!!”
“Non
preoccupatevi per questo” ribatté il Signore del Pianeta dell’Oscurità “verrà
penalizzata: non potrà volare più in alto delle cappelle dei funghi!”
“E
questo, secondo lui, sarebbe un handicap?” commentò Racer, sarcastico “Buffone!!”
Lo
sparo a salve della pistola di Rupa fu peggio d’una frustata per il pilota di
Ataru, il quale, mettendo alfine mano sui comandi degli arti, sospirò stancamente:
“Bene… anzi, male… partiamo!”
***
L’uomo
più allupato di tutto l’universo ritornò così a rincorrere quella che - gli
piacesse o no - era la donna più importante della sua vita, se non altro perché,
unica fra tutte le persone con le quali aveva interagito, aveva potuto mettere
in discussione il suo originale modo
di essere.
“Per
me è una coglioneria…!” commentò asciutto Meals.
“Avevamo
forse altra scelta?” chiese Dick Hoffman, dall’Immunitaria.
“Naturalmente
no” rispose Percival, dalla Genetica “come al solito!”
“Silenzio
al comunicatore” ordinò Wellington “Motoria da Centrale, prepararsi al piano 1.”
“Ricevuto,
Centrale!” rispose Racer, con un tono assai poco entusiasta.
Lungo
il percorso della gara, fra la folla degli spettatori, pullulavano decine di
giovani ragazze (e Simons si chiedeva per chi stessero facendo il tifo) e, all’improvviso,
Ataru Moroboshi si fiondò fra di esse, producendosi nel consueto rituale: “Ehi,
bellezza… usciamo, stasera? Dove abiti? Mi dai l’indirizzo e il numero di
telefono?”
Alcune
di loro (non troppe, a dire il vero) trasecolarono: era mai possibile che quel disgraziato
non prendesse sul serio nemmeno una situazione così drammatica?
“Cosa
fai, idiota?!” gli urlarono “Vattene via, disgraziato!!” “Non lo vedi che ti
sta lasciando indietro?”
Quelle
gentili donzelle non potevano certo immaginare che stavolta, dietro al
comportamento dell’incorreggibile libertino, risiedeva la speranza di Brad Fewer
che Lamù interrompesse la corsa pur di scendere a fargliela pagare… ma
purtroppo la bella oni, dopo avergli
lanciato uno sguardo di puro astio, manifestò la sua totale indifferenza con un
energico Pfui e riprese il suo volo a
media quota. Non rimaneva che accettare la sfida.
“È
andata male!” commentò Fewer.
“Chissà
perché, ma me lo sentivo!” aggiunse A1 con una smorfia.
“Tocca
a te, Burt” disse allora il capo della Cerebrale, nel comunicatore “vedi se ti
riesce di scalare uno di quei funghi: dobbiamo cercare di piombarle addosso.”
“Io
so per certo che piomberemo a terra: dite a Hoffman di metterlo nel conto!”
“Tutte
le squadre d’emergenza sono pronte” confermò il responsabile immunitario “confidiamo
naturalmente sulle tue doti di cascatore.”
“Contenti
voi…!” replicò l’altro, ironico, affondando le dita di Ataru nella polpa di un
fungo particolarmente alto.
Grazie
alle potenziali doti atletiche del suo organismo, Ataru riuscì facilmente a
raggiungere la quota di volo dell’aliena, arrampicandosi lungo il gambo. Ma quando
l’avversaria fu a portata di tiro e Racer diede ai muscoli il comando di
saltare, a Lamù bastò appena uno scarto leggero per evitare la sua “presa al
volo”…
“Reggetevi”
annunciò Burt “comincia la discesa!!”
Tutto
il personale biologico s’affrettò a distendersi sul fondo delle camere
operative e dei condotti, aggrappandosi a degli appigli opportunamente
preparati. Per fortuna l’impatto col terreno venne discretamente attenuato
dal’ottima tecnica caprioleggiante adottata dalla Motoria.
“Uno
a zero per l’orca assassina!”
commentò Percival, con filosofia.
L’inseguimento
riprese, implacabile. Ma tutti i ripetuti tentativi d’acchiappare la Principessa degli Oni si rivelarono costantemente
vani. A parte le volte in cui la tenacia di Racer non riusciva a vincere la
scivolosità di quei maledetti gambi, sprecando preziose quantità d’adrenalina
mentre il loro assistito ricadeva verso il suolo, sperare d’avere la meglio
sull’estrema agilità di una ragazza che poteva fluttuare nell’aria con la leggerezza
di una libellula spendendo porzioni irrisorie di energia, era semplicemente ed
eufemisticamente assurdo!
A
un tratto l’inseguitore si vide affiancare da un furgoncino che trasportava il Lamù Fan Club al completo, con Megane
che si sgolava ad un megafono, imitato dai suoi degni compari: “LAMÙ… LAMÙ…
LASCIA PERDERE ATARU… TE LO DICIAMO NOI TI AMO!! VIENI GIÙ…!!”
Preoccupanti
scariche di frustrazione furono registrate dagli strumenti di Humper, incidendo
negativamente sul tasso psicofisico a disposizione della Motoria.
“Racer,
faccia tacere quegli imbecilli!” ordinò il Coordinatore.
Il
“motorista” non se lo fece ripetere. Appressatosi al camion, strappò il
megafono dalle mani di quel fanatico, rivolgendolo contro di lui…
“Emissione
vocale a tutta potenza!!” affermò Humper, dopo che la Cardiaca gli ebbe
riempito i polmoni.
“FATTI
I CAVOLACCI TUOI, CHIARO??!!” urlò Ataru direttamente nei timpani
dell’ossessionato spasimante di Lamù, per poi sbattergli l’apparecchio in
testa.
“Ben
fatto, Sensitiva e Motoria” commentò Wellington “c’è costato un po’ d’ossigeno,
ma ne valeva la pena! Ora, via col piano 2.” dispose infine.
Portato
alle labbra lo strumento, Ataru lanciò quindi un accorato appello alla sua testarda
concorrente: “Lamù, lascia perdere… dammi retta, ti stai sbagliando! Non serve
a niente dire ti amo o non ti amo. Non capisci che…”
Ma
poi, visto che l’aliena faceva orecchie da mercante, tappandosi pure le
medesime, il tenace orgoglio di Moroboshi ebbe il sopravvento: “Sei una stupida
testarda bisbetica…” urlò, nel megafono “STUPIDA, STUPIDA, STU…”
Per
tutta risposta la bella aliena si girò su sé stessa, tese le candide braccia e gli
sparò una scarica micidiale, che Humper constatò essere una delle più alte mai
registrate dall’organismo: non meno di 4 Gigavolt![3]
“È
TUTTO QUI QUELLO CHE HAI DA DIRMI?!!” urlò subito dopo, mentre il suo “caro
nemico” si accasciava al suolo, friggendo disinvoltamente…
***
“Immediato
rapporto danni da tutte le sezioni...!” ordinò A1, non appena fu nuovamente in
grado d’intendere.
Anche
il povero Hoffman dovette metterci un po’ a rispondere: “Sezioni Sensitiva e
Neuro completamente inibite… Cardiaca in pieno stato di fibrillazione… Cerebrale
e Genetica sembrano non aver subito danni!”
“Non
avevo dubbi” grugnì A1, con eloquenza[4] “e la
Motoria?”
“Fuori
uso per almeno tre ore” rispose lo stesso Racer, dalla sua postazione “ho tutti
i relais dei muscoli saltati!”
“Bene…
per oggi è finita” dichiarò Wellington dopo aver dato un’occhiata all’orologio
“il primo round se l’è aggiudicato la squadra di Rowena… come volevasi
dimostrare!”
Il
Coordinatore scrutò quindi profondamente Fewer, che ritenne di dover ribadire:
“Ce ne rimangono sempre altri nove…”
“Ottima
risposta, Brad” gli sorrise A1 “mi compiaccio altamente della sua fiducia: è
proprio questo lo spirito che ci
vuole!”
“Certo,
signore…” rispose il subordinato, ostentando un artificioso ottimismo.
Dopo
avergli dato due pacchette sulla spalla, il Coordinatore si ritirò nel suo alloggio,
lasciando alle varie equipes il gravoso compito di rianimare il povero Ataru,
per poterlo poi trascinare fino al suo letto.
Il primo giorno della singolar tenzone era infine giunto al termine.
[1] Il responsabile della Metabolica.
[2] E di chi, se no?
[3] Giga è il prefisso per indicare il miliardo di unità.
[4] Anche Minerva Platos, l’omologa lamuttiana di Brad Fewer, si sarebbe detta sicura che la Cerebrale di Ataru si rivelasse refrattaria ai danni, dal momento che conteneva assai poco da danneggiare!