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Autore: amy_m88    13/10/2010    1 recensioni
Lei, 22 anni; Lui, anni 24..
Lei, crede nel vero amore; Lui, vive d'avventure..
Lei, è single; Lui, è stato lasciato, abbandonato..
Lei, io, Amy; Lui, lui, lui!
Amy è a Parigi; Lui è a Parigi..
Quando il passato bussa alla porta lei risponderà. Risponderà perchè deve rispondere, o no?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '..Così Lontani..'
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Capitolo 20 - Alessia e Antonio

 

Robert sta dormendo. Robert sta dormendo, nel mio letto. Robert sta dormendo alla grossa, nel mio letto.

Sì, ieri è passato da me per un happy hour ( o forse per il thè delle cinque, credendo di essere in Inghilterra); e non è andato via per cena.

Non potevo farlo uscire con le tenebre. Non sarei stata tranquilla. Come avrebbe reagito, se il Signore Oscuro lo avesse visto? E’ già morto una volta per colpa di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato! E non voglio si ripeta! Non voglio essere la causa del ritorno di Voldemort!

Di Prescelto ne basta uno! E non ho alcuna intenzione di fargli compagnia.

La sveglia suona, la mano di Robert la spegne non curante dell’orario. Mi piace, quanto mi piace! Se non fosse per la colazione starei ore, ad ascoltare il suo respiro. Trasmette una tranquillità che va ben oltre il mio essere Miss Riservatezza.

Vogliamo essere dirette, Amy? D’accordo, El!

 

Rob Tom Pattz!! Alza quel bel “dove la schiena perde il suo casto nome” dal mio letto!” io adoro questa definizione. L’ho sentita per caso da un certo Cristobal, anni fa! Forse non sono stata diretta come avrebbe voluto El, ma credo possa bastare.

Credo… non per niente!

Ronfa sempre di più!

Allora, Amy? El, sempre rigorosa! Va bene, va bene!

“Robert Thomas Pattinson!! Steph è qui!” dico, alzando il tono della mia voce. A mo' di Carramba, che sorpresa! Carramba, che incubo! Anche se i Carramba Boys avevano un loro perchè... comunque...

I suoi occhi si aprono di scatto. Tutto il suo corpo scatta come una molla. Un corpo greco scatta come una molla. E gli rido palesemente in faccia.

 

“Dove devi andare vestita di tutto punto?” è sorpreso, e mezzo addormentato. “E’ l’alba!” afferma, convinto.

“Sì due ore fa, era l’alba! Il sole è alto, non è nero, quindi doccia e preparati!” gli ordino, sorridendo al pensiero di un sole nero. “La colazione non aspetta noi!” vero, Antonio?

Antonio! Chissà che fine ha fatto! Cioè, chissà se sarà tornato nella città della Lanterna! Sì, Amy! Cassano ha fatto gli onori di casa con Gasparini. Chi è l’allenatore dei blucerchiati? Cioè, so che ora come ora c’è Del Neri! Ma l’anno prossimo? Se Del Neri preferisce la Vecchia Zebra… Gasparini è il Grifone..

Grifondoro! Hermione Granger: la migliore signorina-so-tutto-io. Quella ragazza mi è sempre stata simpatica: in fondo, non era così sfacciatamente rigorosa come voleva far credere. Anche lei aveva un cuore nel petto. Come Darcy! Darcy per me è come il prezzemolo, ormai. Lo ammetto! Ma non faccio ammenda!

Ascolta, Amy! Credo che questi siano problemi delle società e del calciomercato. Tu non devi pensare al prossimo calciomercato, tanto De Rossi rimane giallorosso! Giallorosso: Grifondoro! E Dajeee! Giallorosso: Tassorosso! Fa anche rima, meglio El? Non risponde. Forse, è un no!

Una voce mi riporta a Parigi. “E tu?” io? Io parteciperò alla prossima sessione di calciomercato, ovvio! Cercando di scoprire chi sarà l’allenatore della Sampdoria. Cosa c’è di meglio?

“Io ti aspetto qui, non scappo!” che uomo! “E grazie, per ieri!” dico, baciandolo velocemente. “Ti amo!” rassicurato, chiude la porta del bagno. Ed io mi siedo sul letto, pronta a scattare! No, non serve scattare! Mi siedo sul letto, comodamente in attesa! Di Carlo, Mimmo Di Carlo, ecco chi! Ma chi è Mimmo Di Carlo? Sì, okay! Rinuncio, stanotte dormirò comunque, con o senza informazioni.

Amy Florent! Amy Florent! Amy!

Cioè, spiegami Amy! Vado a Norland per tre giorni, e ti ritrovo a Parigi con Robert? Di nuovo! Sì, El! Scu… Fammi finire Mizuno! Devi lasciare finire un discorso! Alleluia, Amy! El, ti adoro! Mi manchi, quando non ci sei! Fingerò di crederti!

Sorrido.

 

Alle otto e mezza, sono nella sala buffet con Robert. E due english breakfast ci osservano dai vassoi che abbiamo davanti, pronti per il loro nuovo inizio. Perché la fine è sempre un nuovo inizio, sì ! Io amo l’Inghilterra. Io amo London City. Non sopporto Carlo e Camilla!

Carlo e Camilla!

Carlo d’inghilterra e Camilla Parker Bowles!

Sembrano il Re (Principe) Fasullo e Lady Catherine de Bourgh!

Non puoi proprio fare a meno di Jane, eh? Già! Tu dovresti ringraziarmi, non staresti parlando se fosse stato altrimenti! E la zittisco!

Carlo e Camilla: amanti da una vita; matrimonio di pochi mesi ( anni)!

Sono stupida, lo so! Sono stupida a credere ancora nel ballo di tutta una vita. Sono stupida a crederci ancora, nonostante papà! Quell’uomo ( non più uomo) che telefona davanti a me, senza ritegno o vergogna. Non lo sopporto, lui e quella sua risata ridicola.

Pusillanime di un cromosoma Y! Passo oltre!

Passare oltre! Passare oltre! Passare oltre!

Non ti curar di lui, ma guarda e passa! Senza infamia e senza lodo! Senza infamia e senza lodo! Non ti curar di lui, ma guarda e passa! Non ti curar di..

I Karma sono tornati!

 

“Ehi!” la voce di Robert “Tutto bene?” chiede, sollevandomi il viso. E’ preoccupato! Forse perché fisso la colazione con lo sguardo perso nel vuoto, da dieci minuti.

Annuisco, e riprendo ( inizio) a svuotare il vassoio, senza sentire gli odori! Le vie Gustofino e Naso-al-vento oggi sono bloccate!

Sì, tutto bene! La risposta di circostanza per tutte le situazioni.

Una delle mie più care amiche, lo aveva detto. Aveva scritto un intervento circa questa risposta. E io, non ho potuto che quotare le sue affermazioni: quanto davvero ti interessa il mio ‘tutto bene’ quando non sai come mi chiamo? Non dico ‘conoscere ogni significato della mia cicatrice’, il mio nome!

Parere? Nulla! Niente!

Questa è la verità: nulla!

Perché cerco di essere fine anche quando l’ira funesta comanda le mie azioni e domina le mie emozioni. Come ora!

Cinque minuti dopo, il vassoio è vuoto! Robert sempre più preoccupato. Uno sguardo si avvicina.

 

“Piccola!” sento una mano sulla spalla.

Amyyyyyyy!” e quasi cado dalla sedia. Sarà meglio che mi alzi! Alessia mi abbraccia, contenta di vedermi a quanto pare!

“Ehi, calmati Ale!” la riprende divertito il nonno. “Lascia che la saluti anch’io!” continua, aprendo le braccia e tirandomi verso di sé!

E’ veloce, ma il suo cuore è calmo. Ed è il suo battito che ascolto. Mi riprendo dopo qualche secondo.

“Ciao Robert!” saluta Ale. E Cullen ricambia con un sorriso. Cullen? Sì, vabbè…

“Ah, ecco! Giusto!” io mi sono persa in questo periodo. “Robert, loro sono…

“Alessia e Antonio!” finisce per me. “Ho avuto il piacere di conoscerli, ieri!” ah, bene! Ieri!

“Già!” conferma Antonio. “Ti stava aspettando con un’ansia, a dir poco, incredibile!” perché è così diretto?

Arrossisco, lo sento! Perché quest’uomo deve essere così? Perché adoro quest’uomo, che ora è seduto tra me e Robert?

“Esatto, poi l’attesa lo snervava ed è salito lui! E’ vestito come ieri!” il mio rossore è diventato rosso fuoco! Ale non ha cinque anni. Ne ha quattro, Amy. No, lei mente sulla sua età. Mente, prendendosi gioco di me.

“Anche Ken è vestito sempre uguale, piccola!” risponde Robert.

“Tu non sei una bambola!” ribatte decisa Ale. E si siede sulle ginocchia del nonno, il quale fa di tutto fuorchè bloccare la bambina. Anzi, a dirla tutta, è divertito.

Tu non sei una bambola! Come darle torto?

“E sappi che con le bambole ci faccio i legni di porta!” legni? Io amo questa bambina! Qualunque sia la sua età. E’ fantastica!

E Robert aggiunge un’altra bandiera di resa. E’ buffo: il capo chino e due tovaglioli bianchi che sventolano. Sarebbe meraviglioso come fratello maggiore! Chissà come sarebbero Rob e Tom come fratelli maggiori…

 

Io non cambierei Luca per nulla al mondo.

 

Parli di Florent, e spunta! Spuntano le mani di Orlando. Sono uniche!

 

“Non ho più quattro anni, Luca! Riconoscerei le tue mani dovunque!” dico, voltandomi. “Marta?” cioè, in realtà non sono sorpresa di vedere Marta. Sono sorpresa di vedere Luca, con Marta! Cioè non…

Parole tue Amy! Elinor!

 

“Che bello incontrarti qui!” questa volta non mi dimentico delle presentazioni. “Lui è Robert Pattinson!” il mio ragazzo? No! Sì! Vabbè! Robert! Come se avesse bisogno di presentazioni questo David che cammina.

“Piacere!” rispondono all’unisono.

“Mia sorella parla molto di te! Tasso immortale!” okay, forse mi sono persa una battuta. Dove sono quando succedono le cose migliori?Fuori, probabilmente! Dal bar, s’intende! Elinor ha sempre la risposta pronta. Comunque fingo di non aver sentito.

“E loro…” proseguo, indicando la bambina. “Sono Alessia e Antonio!”

“Una piccola Ale, quindi!” constata Marta, giocando con la bambina. Perchè ho l'impressione che si rivolga a me? “Ciao, io sono Marta!” e si presenta anche al nonno con una stretta di mano.

“Luca, il fratello…

“Di Miss Florent!” anche Antonio mente. E’ Sean, non è Antonio. “Piacere nostro!” conclude, fingendo un inchino.

 

LUCA POV

 

Amy ha pianto. L’ho sentito quando le ho coperto gli occhi. Se non fosse per Antonio, forse starebbe ancora piangendo.

E non per Robert!

Uomo avvisato, mezzo salvato! La mia parte è finita: non ho intenzione di influenzare le scelte di mia sorella. Non sono un baronetto presuntuoso, io!

Ed Amy è forte!

 

“Cinque italiani e un inglese, cosa ci fanno in terra francese?” sono curioso di sapere qualcosa in più. Giusto quel qualcosa in più che potrebbe eliminare uno strato, seppur sottilissimo, di quel velo che ci circonda chiamato mistero! Oh cielo, sembra la citazione che Iago usa per qualificare la gelosia. The Green-ey'd monster! Non che io possa anche solo essere paragonato a Sir William, sia chiaro! Lungi da me!

Luca Florent! Luca Florent! Luca!

Il primo a rispondere è Mr Pattinson, Robert, Rob; perfettamente a suo agio nella cerchia italiana “Io mi sono auto-assegnato un mese di vacanza, ventiquattro anni si fanno una volta sola!”

“Sì, perché i ventitre li compi più volte l’anno, cappellaio!” ribatte Amy colpendogli il braccio, e rivolta a me “La città della Senna è di famiglia!”

“Volevo che Ale visitasse quello che non ha potuto visitare Amy!”

Marta sta mescolando il cappuccino pensando ad altro. Non credo abbia sentito una sola risposta. “Io sono in terra francese per un milanese!” ecco, in questo momento ha otto occhi su di lei.

Io non ho il coraggio di guardarla. E il suo sguardo è solo per me. Non lo so, non so proprio che pensare!

Mai avrei creduto che le nostre strade si sarebbero orientate verso quella direzione.

Invece, è successo.

Io e i miei occhi scuri siamo diventati grandi insieme, e ora ho paura di rovinare quello che ho costruito con Marta in questi anni.

Ho paura!

Io non voglio rovinare il nostro legame. Perché ieri, dopo anni di tacita ammirazione, ho trovato il coraggio di dimostrarle chi è per me.

Tutto!

Lei!

Punto!

 

Ho paura!

Perché un bacio non è mai nulla. Difficile crederlo, lo so! Anche che, in realtà, non so nulla.

Mi sento ridicolo, ridicolo e pazzo. I’m crazy! No, non sono io ad essere masochista. Non sono Edward Cullen. Sono uno Scorpio! Faccio ammenda!

 

Siamo cresciuti insieme. Io, lei, e i nostri occhi scuri.

Perché quando le ragazze erano ancora guerriere; io ero l’eroe mascherato, armato di rose rosse. Perché tutte erano innamorate di Marzio.

Gli occhi a cuoricino erano rivolti a Milord, ma amavano Marzio. Come Superman: lui è l’uomo d’acciaio, ma ci si innamora di Clark.

Io sono solo Luca, il gemello di Amy! E non credo proprio di fare questo effetto.

Non Cullen, non Darcy sono!

Io e Marta siamo cresciuti insieme!

Perché quando, dieci anni fa, erano tutte ( quando dico ‘tutte’ intendo mia sorella maggiormente) impressionate dal quadro svedese ( che non è esattamente un quadro, tanto meno è inerente con la palestra); lei rimase impassibile al fascino nordico. Perché forse era già mia. O io già suo!

 

Perché c’era lei, davanti al cimitero, ad aspettarmi!

Perché quando suo padre è partito; io sono entrato nella sua camera, mi sono seduto, e sono stato in silenzio. Con lei!

 

“E il gruppo italo-inglese ha intenzione di alzarsi da tavola, o mettiamo radici vita natural durante?” domanda Antonio, dopo dieci minuti di silenzio assordante. “Sono le nove e un quarto!” ci comunica, guardando l’orologio bussola. Così chiamavo l’orologio da tasca. Così chiamavamo l’orologio da tasca dello zio. “Chi vuole segua questa bandierina!” dice, sventolando un tovagliolo, rimettendo in tasca un coltellino multiuso rosso. “Luca, tu chiudi la fila! Squadra, avanti!” ma chi è? E’ il mio idolo!

Cerco lo sguardo di Amy, e anche lei è sorpresa. Forse più di me!

 

AMY POV

 

Cerco lo sguardo di Luca, e anche lui è stupito. Forse quanto me!

 

Antonio vuole far visitare ad Ale quello che io non sono riuscita a visitare! Cosa significa?

Chi sono queste due persone che sono entrate così nella mia vita? Chi è davvero Antonio?

 

Siamo in fila indiana, e stiamo seguendo la bandierina che quest’uomo di Torino sventola da qualche minuto. Io non lo so! Come possiamo aver superato i venti anni, e seguire ancora una bandierina sventolata da un anziano signore che ha la familiarità di uno zio? E’ fuori ogni logica. Ma lo adoro. Mi piace.

E’ incredibile, ma anche lui ha un orologio bussola. Conosciuto come orologio da tasca. Ad essere sincera, il termine ‘orologio bussola’ è stato inventato da me.

Ho detto che prima o poi scriverò il dizionario Amy-Italiano, Italiano-Amy? Bene!

Antonio continua a controllare l’ora come se in un secondo potessero passare ore. E io puntualmente ho quell’immagine davanti gli occhi.

Ho una strana sensazione su quest’uomo: mi piace, ma è come se nascondesse qualcosa. Non di sospetto, ma molto simile all’ambiguo. Non sono sicura di essere stata chiara.

Ogni tanto mi fissa! Paranoia, Amy! Si chiama paranoia! El, sempre e comunque, qualcosa devi dire, eh? Sì! Altrimenti i tuoi ragionamenti diventano un dedalo. E questa volta mi zittisce lei! Una volta ciascuno!

 

“Amy!” Robert mi si avvicina in modo che nessuno senta. “Io torno a casa, ti chiamo!” annuisco. Non vedo cosa ci sia di tanto segreto nel tornare a casa. La sua è stata una precauzione futile.

Mi saluta e si allontana sotto lo sguardo curioso di tutti. Precauzione futile, appunto!

Lo stesso sguardo che, poi, rivolgono a me; e al quale rispondo con un’alzata di spalle. Io non sono la sua agente!

 

E’ passato solo un quarto d’ora da quando Antonio ha controllato il cipollone ( l’altro nomignolo con cui viene chiamato l’orologio da tasca), e noi siamo ancora ammaliati da quel certo non so che.

Siamo seduti nella hall, intorno al tavolo delle riviste. Mathieu ci fissa perplesso. Mathieu ultimamente sembra l’eterno perplesso, ad essere sinceri. Prima o poi scoprirò il perché. Più poi che prima.

 

“A questo punto, Luca!” inizia Antonio. “Direi, ‘cosa fanno cinque italiani a Maggio, in quel di Parigi?’ non credi?”

“Certo! Che ci fanno?” ribatte Luca, pur essendo perso in chissà quali pensieri.

“Potrebbero ascoltare una storia!” e adesso nella hall Mathieu non è più solo. Marta ha sempre la risposta pronta. E le risposte di Marta stupiscono sempre la sottoscritta.

Antonio sorride notando i nostri sguardi. “Una fiaba! Che ne pensate?” propone.

Prende per mano Alessia, avviandosi verso l’uscita.

E noi gli andiamo dietro.

 

Dopo una buona e salutare camminata per la città ( le camminate salutari non sono quelle urbane, lo ammetto); ci fermiamo in un parco.

Antonio si siede a gambe incrociate con la schiena contro un tronco, Alessia si accomoda alla sua sinistra. E noi tre chiudiamo il cerchio.

Adesso non mi stupirei, se cantassimo Dentro un vaso di porcellana.

 

 

 

 

“Sarà come tornare indietro nel tempo, Mizuno!” mi sussurra Marta all’orecchio. “Ricordi?” sorrido e annuisco.

 

Tornare indietro nel tempo!

E’ quello che temo di più.

E quello che desidero con tutta me stessa.

 

Anche solo per oggi!

 

 

Buongiorno,  ecco un nuovo  capitolo di questa storia nata per gioco..

   
 
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