Capitolo 20 -
Alessia e Antonio
Robert
sta dormendo. Robert sta dormendo, nel mio letto. Robert sta dormendo alla
grossa, nel mio letto.
Sì,
ieri è passato da me per un happy hour ( o forse per
il thè delle cinque, credendo di essere in
Inghilterra); e non è andato via per cena.
Non
potevo farlo uscire con le tenebre. Non sarei stata tranquilla. Come avrebbe
reagito, se il Signore Oscuro lo avesse visto? E’ già morto una volta per colpa
di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato! E non voglio
si ripeta! Non voglio essere la causa del ritorno di Voldemort!
Di
Prescelto ne basta uno! E non ho alcuna intenzione di fargli compagnia.
La
sveglia suona, la mano di Robert la spegne non curante dell’orario. Mi piace,
quanto mi piace! Se non fosse per la colazione starei ore, ad ascoltare il suo
respiro. Trasmette una tranquillità che va ben oltre il mio essere Miss
Riservatezza.
Vogliamo essere
dirette, Amy?
D’accordo, El!
“Rob Tom Pattz!! Alza quel bel
“dove la schiena perde il suo casto nome” dal mio letto!” io adoro questa
definizione. L’ho sentita per caso da un certo Cristobal, anni fa! Forse non
sono stata diretta come avrebbe voluto El, ma credo
possa bastare.
Credo… non per niente!
Ronfa
sempre di più!
Allora, Amy? El, sempre rigorosa! Va bene, va bene!
“Robert
Thomas Pattinson!! Steph è
qui!” dico, alzando il tono della mia voce. A mo' di Carramba,
che sorpresa! Carramba, che incubo! Anche se i Carramba Boys avevano un loro perchè... comunque...
I
suoi occhi si aprono di scatto. Tutto il suo corpo scatta come una molla. Un
corpo greco scatta come una molla. E gli rido palesemente in faccia.
“Dove
devi andare vestita di tutto punto?” è sorpreso, e mezzo addormentato. “E’
l’alba!” afferma, convinto.
“Sì
due ore fa, era l’alba! Il sole è alto, non è nero, quindi doccia e preparati!”
gli ordino, sorridendo al pensiero di un sole nero. “La colazione non aspetta
noi!” vero, Antonio?
Antonio!
Chissà che fine ha fatto! Cioè, chissà se sarà tornato nella città della
Lanterna! Sì, Amy! Cassano ha fatto gli
onori di casa con Gasparini. Chi è l’allenatore
dei blucerchiati? Cioè, so che ora come ora c’è Del Neri! Ma l’anno prossimo?
Se Del Neri preferisce la Vecchia Zebra… Gasparini è il Grifone..
Grifondoro! Hermione Granger: la migliore signorina-so-tutto-io. Quella ragazza mi è sempre stata
simpatica: in fondo, non era così sfacciatamente rigorosa come voleva far
credere. Anche lei aveva un cuore nel petto. Come Darcy!
Darcy per me è come il prezzemolo, ormai. Lo ammetto!
Ma non faccio ammenda!
Ascolta, Amy!
Credo che questi siano problemi delle società e del calciomercato. Tu non devi
pensare al prossimo calciomercato, tanto De Rossi rimane giallorosso! Giallorosso: Grifondoro! E Dajeee! Giallorosso: Tassorosso!
Fa anche rima, meglio El? Non risponde. Forse, è un
no!
Una
voce mi riporta a Parigi. “E tu?” io? Io parteciperò alla prossima sessione di
calciomercato, ovvio! Cercando di scoprire chi sarà l’allenatore della
Sampdoria. Cosa c’è di meglio?
“Io
ti aspetto qui, non scappo!” che uomo! “E grazie, per ieri!” dico, baciandolo
velocemente. “Ti amo!” rassicurato, chiude la porta del bagno. Ed io mi siedo
sul letto, pronta a scattare! No, non serve scattare! Mi siedo sul letto,
comodamente in attesa! Di Carlo, Mimmo Di Carlo, ecco chi! Ma chi è Mimmo Di
Carlo? Sì, okay! Rinuncio, stanotte dormirò comunque, con o senza informazioni.
Amy Florent!
Amy Florent! Amy!
Cioè, spiegami
Amy! Vado a Norland per tre giorni, e ti ritrovo a
Parigi con Robert? Di nuovo! Sì, El! Scu… Fammi finire
Mizuno! Devi lasciare finire un discorso! Alleluia, Amy! El, ti adoro! Mi manchi, quando non ci sei! Fingerò di crederti!
Sorrido.
Alle
otto e mezza, sono nella sala buffet con Robert. E due english breakfast ci
osservano dai vassoi che abbiamo davanti, pronti per il loro nuovo inizio.
Perché la fine è sempre un nuovo inizio, sì sì! Io
amo l’Inghilterra. Io amo London City. Non sopporto Carlo e Camilla!
Carlo
e Camilla!
Carlo
d’inghilterra e Camilla Parker Bowles!
Sembrano
il Re (Principe) Fasullo e Lady Catherine de Bourgh!
Non puoi proprio
fare a meno di Jane, eh? Già! Tu dovresti ringraziarmi, non staresti
parlando se fosse stato altrimenti! E la zittisco!
Carlo
e Camilla: amanti da una vita; matrimonio di pochi mesi ( anni)!
Sono
stupida, lo so! Sono stupida a credere ancora nel ballo di tutta una vita. Sono
stupida a crederci ancora, nonostante papà! Quell’uomo ( non più uomo) che
telefona davanti a me, senza ritegno o vergogna. Non lo sopporto, lui e quella
sua risata ridicola.
Pusillanime
di un cromosoma Y! Passo oltre!
Passare
oltre! Passare oltre! Passare oltre!
Non ti curar di
lui, ma guarda e passa! Senza infamia e senza lodo! Senza infamia e senza lodo!
Non ti curar di lui, ma guarda e passa! Non ti curar di..
I
Karma sono tornati!
“Ehi!”
la voce di Robert “Tutto bene?” chiede, sollevandomi il viso. E’ preoccupato!
Forse perché fisso la colazione con lo sguardo perso nel vuoto, da dieci
minuti.
Annuisco,
e riprendo ( inizio) a svuotare il vassoio, senza sentire gli odori! Le vie Gustofino e Naso-al-vento oggi
sono bloccate!
Sì,
tutto bene! La risposta di circostanza per tutte le situazioni.
Una
delle mie più care amiche, lo aveva detto. Aveva scritto un intervento circa
questa risposta. E io, non ho potuto che quotare le sue affermazioni: quanto
davvero ti interessa il mio ‘tutto bene’ quando non sai come mi chiamo? Non
dico ‘conoscere ogni significato della mia cicatrice’, il mio nome!
Parere?
Nulla! Niente!
Questa
è la verità: nulla!
Perché
cerco di essere fine anche quando l’ira funesta comanda le mie azioni e domina
le mie emozioni. Come ora!
Cinque
minuti dopo, il vassoio è vuoto! Robert sempre più preoccupato. Uno sguardo si
avvicina.
“Piccola!”
sento una mano sulla spalla.
“Amyyyyyyy!” e quasi cado dalla sedia. Sarà meglio che mi
alzi! Alessia mi abbraccia, contenta di vedermi a quanto pare!
“Ehi,
calmati Ale!” la riprende divertito il nonno. “Lascia
che la saluti anch’io!” continua, aprendo le braccia e tirandomi verso di sé!
E’
veloce, ma il suo cuore è calmo. Ed è il suo battito che ascolto. Mi riprendo
dopo qualche secondo.
“Ciao
Robert!” saluta Ale. E Cullen
ricambia con un sorriso. Cullen? Sì, vabbè…
“Ah,
ecco! Giusto!” io mi sono persa in questo periodo. “Robert, loro sono…”
“Alessia
e Antonio!” finisce per me. “Ho avuto il piacere di conoscerli, ieri!” ah,
bene! Ieri!
“Già!”
conferma Antonio. “Ti stava aspettando con un’ansia, a dir poco, incredibile!”
perché è così diretto?
Arrossisco,
lo sento! Perché quest’uomo deve essere così? Perché adoro quest’uomo, che ora
è seduto tra me e Robert?
“Esatto,
poi l’attesa lo snervava ed è salito lui! E’ vestito come ieri!” il mio rossore
è diventato rosso fuoco! Ale non ha cinque anni. Ne ha quattro, Amy. No, lei mente sulla
sua età. Mente, prendendosi gioco di me.
“Anche
Ken è vestito sempre uguale, piccola!” risponde Robert.
“Tu
non sei una bambola!” ribatte decisa Ale. E si siede
sulle ginocchia del nonno, il quale fa di tutto fuorchè
bloccare la bambina. Anzi, a dirla tutta, è divertito.
Tu
non sei una bambola! Come darle torto?
“E
sappi che con le bambole ci faccio i legni di porta!” legni? Io amo questa
bambina! Qualunque sia la sua età. E’ fantastica!
E
Robert aggiunge un’altra bandiera di resa. E’ buffo: il capo chino e due
tovaglioli bianchi che sventolano. Sarebbe meraviglioso come fratello maggiore!
Chissà come sarebbero Rob e Tom come fratelli maggiori…
Io
non cambierei Luca per nulla al mondo.
Parli
di Florent, e spunta! Spuntano le mani di Orlando.
Sono uniche!
“Non
ho più quattro anni, Luca! Riconoscerei le tue mani dovunque!” dico,
voltandomi. “Marta?” cioè, in realtà non sono sorpresa di vedere Marta. Sono
sorpresa di vedere Luca, con Marta! Cioè non…
Parole tue Amy! Elinor!
“Che
bello incontrarti qui!” questa volta non mi dimentico delle presentazioni. “Lui
è Robert Pattinson!” il mio ragazzo? No! Sì! Vabbè! Robert! Come se avesse bisogno di presentazioni
questo David che cammina.
“Piacere!”
rispondono all’unisono.
“Mia
sorella parla molto di te! Tasso immortale!” okay, forse mi sono persa una
battuta. Dove sono quando succedono le cose migliori?Fuori, probabilmente! Dal bar, s’intende! Elinor
ha sempre la risposta pronta. Comunque fingo di non aver sentito.
“E
loro…” proseguo, indicando la bambina. “Sono Alessia
e Antonio!”
“Una
piccola Ale, quindi!” constata Marta, giocando con la
bambina. Perchè ho l'impressione che si rivolga a me?
“Ciao, io sono Marta!” e si presenta anche al nonno con una stretta di mano.
“Luca,
il fratello…”
“Di
Miss Florent!” anche Antonio mente. E’ Sean, non è
Antonio. “Piacere nostro!” conclude, fingendo un inchino.
LUCA POV
Amy
ha pianto. L’ho sentito quando le ho coperto gli occhi. Se non fosse per
Antonio, forse starebbe ancora piangendo.
E
non per Robert!
Uomo
avvisato, mezzo salvato! La mia parte è finita: non ho intenzione di
influenzare le scelte di mia sorella. Non sono un baronetto presuntuoso, io!
Ed
Amy è forte!
“Cinque
italiani e un inglese, cosa ci fanno in terra francese?” sono curioso di sapere
qualcosa in più. Giusto quel qualcosa in più che potrebbe eliminare uno strato,
seppur sottilissimo, di quel velo che ci circonda chiamato mistero! Oh cielo,
sembra la citazione che Iago usa per qualificare la gelosia. The Green-ey'd monster! Non che io
possa anche solo essere paragonato a Sir William, sia chiaro! Lungi da me!
Luca
Florent! Luca Florent!
Luca!
Il
primo a rispondere è Mr Pattinson,
Robert, Rob; perfettamente a suo agio nella cerchia
italiana “Io mi sono auto-assegnato un mese di vacanza, ventiquattro anni si
fanno una volta sola!”
“Sì,
perché i ventitre li compi più volte l’anno, cappellaio!” ribatte Amy
colpendogli il braccio, e rivolta a me “La città della Senna è di famiglia!”
“Volevo
che Ale visitasse quello che non ha potuto visitare
Amy!”
Marta
sta mescolando il cappuccino pensando ad altro. Non credo abbia sentito una
sola risposta. “Io sono in terra francese per un milanese!” ecco, in questo
momento ha otto occhi su di lei.
Io
non ho il coraggio di guardarla. E il suo sguardo è solo per me. Non lo so, non
so proprio che pensare!
Mai
avrei creduto che le nostre strade si sarebbero orientate verso quella
direzione.
Invece,
è successo.
Io
e i miei occhi scuri siamo diventati grandi insieme, e ora ho paura di rovinare
quello che ho costruito con Marta in questi anni.
Ho
paura!
Io
non voglio rovinare il nostro legame. Perché ieri, dopo anni di tacita
ammirazione, ho trovato il coraggio di dimostrarle chi è per me.
Tutto!
Lei!
Punto!
Ho
paura!
Perché
un bacio non è mai nulla. Difficile crederlo, lo so! Anche che, in realtà, non
so nulla.
Mi
sento ridicolo, ridicolo e pazzo. I’m crazy! No, non
sono io ad essere masochista. Non sono Edward Cullen.
Sono uno Scorpio! Faccio ammenda!
Siamo
cresciuti insieme. Io, lei, e i nostri occhi scuri.
Perché
quando le ragazze erano ancora guerriere; io ero l’eroe mascherato, armato di
rose rosse. Perché tutte erano innamorate di Marzio.
Gli
occhi a cuoricino erano rivolti a Milord, ma amavano Marzio. Come Superman: lui
è l’uomo d’acciaio, ma ci si innamora di Clark.
Io
sono solo Luca, il gemello di Amy! E non credo proprio di fare questo effetto.
Non
Cullen, non Darcy sono!
Io
e Marta siamo cresciuti insieme!
Perché
quando, dieci anni fa, erano tutte ( quando dico ‘tutte’ intendo mia sorella
maggiormente) impressionate dal quadro svedese ( che non è esattamente un
quadro, tanto meno è inerente con la palestra); lei rimase impassibile al
fascino nordico. Perché forse era già mia. O io già suo!
Perché
c’era lei, davanti al cimitero, ad aspettarmi!
Perché
quando suo padre è partito; io sono entrato nella sua camera, mi sono seduto, e
sono stato in silenzio. Con lei!
“E
il gruppo italo-inglese ha intenzione di alzarsi da
tavola, o mettiamo radici vita natural durante?”
domanda Antonio, dopo dieci minuti di silenzio assordante. “Sono le nove e un
quarto!” ci comunica, guardando l’orologio bussola. Così chiamavo l’orologio da
tasca. Così chiamavamo l’orologio da tasca dello zio. “Chi vuole segua questa
bandierina!” dice, sventolando un tovagliolo, rimettendo in tasca un coltellino
multiuso rosso. “Luca, tu chiudi la fila! Squadra, avanti!” ma chi è? E’ il mio
idolo!
Cerco
lo sguardo di Amy, e anche lei è sorpresa. Forse più di me!
AMY POV
Cerco
lo sguardo di Luca, e anche lui è stupito. Forse quanto me!
Antonio
vuole far visitare ad Ale quello che io non sono
riuscita a visitare! Cosa significa?
Chi
sono queste due persone che sono entrate così nella mia vita? Chi è davvero
Antonio?
Siamo
in fila indiana, e stiamo seguendo la bandierina che quest’uomo di Torino
sventola da qualche minuto. Io non lo so! Come possiamo aver superato i venti
anni, e seguire ancora una bandierina sventolata da un anziano signore che ha
la familiarità di uno zio? E’ fuori ogni logica. Ma lo adoro. Mi piace.
E’
incredibile, ma anche lui ha un orologio bussola. Conosciuto come orologio da
tasca. Ad essere sincera, il termine ‘orologio bussola’ è stato inventato da
me.
Ho
detto che prima o poi scriverò il dizionario Amy-Italiano,
Italiano-Amy? Bene!
Antonio
continua a controllare l’ora come se in un secondo potessero passare ore. E io
puntualmente ho quell’immagine davanti gli occhi.
Ho
una strana sensazione su quest’uomo: mi piace, ma è come se nascondesse
qualcosa. Non di sospetto, ma molto simile all’ambiguo. Non sono sicura di
essere stata chiara.
Ogni
tanto mi fissa! Paranoia, Amy! Si chiama
paranoia! El, sempre e comunque, qualcosa devi
dire, eh? Sì! Altrimenti i tuoi
ragionamenti diventano un dedalo. E questa volta mi zittisce lei! Una volta
ciascuno!
“Amy!”
Robert mi si avvicina in modo che nessuno senta. “Io torno a casa, ti chiamo!”
annuisco. Non vedo cosa ci sia di tanto segreto nel tornare a casa. La sua è stata
una precauzione futile.
Mi
saluta e si allontana sotto lo sguardo curioso di tutti. Precauzione futile,
appunto!
Lo
stesso sguardo che, poi, rivolgono a me; e al quale rispondo con un’alzata di
spalle. Io non sono la sua agente!
E’
passato solo un quarto d’ora da quando Antonio ha controllato il cipollone (
l’altro nomignolo con cui viene chiamato l’orologio da tasca), e noi siamo
ancora ammaliati da quel certo non so che.
Siamo
seduti nella hall, intorno al tavolo delle riviste. Mathieu
ci fissa perplesso. Mathieu ultimamente sembra
l’eterno perplesso, ad essere sinceri. Prima o poi scoprirò il perché. Più poi
che prima.
“A
questo punto, Luca!” inizia Antonio. “Direi, ‘cosa fanno cinque italiani a
Maggio, in quel di Parigi?’ non credi?”
“Certo!
Che ci fanno?” ribatte Luca, pur essendo perso in chissà quali pensieri.
“Potrebbero
ascoltare una storia!” e adesso nella hall Mathieu
non è più solo. Marta ha sempre la risposta pronta. E le risposte di Marta
stupiscono sempre la sottoscritta.
Antonio
sorride notando i nostri sguardi. “Una fiaba! Che ne pensate?” propone.
Prende
per mano Alessia, avviandosi verso l’uscita.
E
noi gli andiamo dietro.
Dopo
una buona e salutare camminata per la città ( le camminate salutari non sono
quelle urbane, lo ammetto); ci fermiamo in un parco.
Antonio
si siede a gambe incrociate con la schiena contro un tronco, Alessia si
accomoda alla sua sinistra. E noi tre chiudiamo il cerchio.
Adesso
non mi stupirei, se cantassimo Dentro un
vaso di porcellana.
“Sarà
come tornare indietro nel tempo, Mizuno!” mi sussurra Marta all’orecchio.
“Ricordi?” sorrido e annuisco.
Tornare
indietro nel tempo!
E’
quello che temo di più.
E
quello che desidero con tutta me stessa.
Anche
solo per oggi!
Buongiorno, ecco un nuovo
capitolo di questa storia nata per gioco..