Note dell’autore: Eccomi
finalmente sono riuscita a concludere questo capitolo, spero che sia di vostro
gradimento e che continuerete a seguirmi, anche con le altre storie, prometto
di non metterci così tanto per il prossimo capitolo.
Ringrazio
la mia socia (e sorellina anche) LittleAshes e
LaTuM per aver recensito il capitolo precedente, spero che questo nuovo
capitolo piaccia ad entrambe.
Scusate in
anticipo qualunque errore di grammatica o altro, grazie ancora, buona lettura.
Capitolo IX
Grave pericolo
Rose e il Dottore raggiunsero la sala controllo di Torchwood,
da lì Jack coordinava due squadre, in giro per Londra, Pete e Chris
assistevano.
“Che succede?” chiese Rose entrando, Chris notò che il
Dottore stringeva la mano di Rose, nonostante si erano fermati.
“Ci sono stati degli strani fenomeni in tre punti diversi
della città, Jack ha mandato due squadre a controllare.” Spiegò brevemente
Chris, il Dottore si allontanò da Rose, si mise gli occhiali e iniziò a dare un
occhiata ai dati che arrivavano.
“Che tipo di fenomeni?” chiese senza smettere di leggere.
“Sono stati avvistati due strani esseri, solo per pochi
secondi.” Spiegò il ragazzo, Rose si avvicinò a Jack.
“Che generi di esseri?” chiese il Dottore.
“Abbiamo mandato due squadre per capirlo.” Gli rispose
garbatamente.
“Non abbiamo neanche un indizio, qualcosa su cui
lavorare?” chiese il Dottore.
“Non ancora.” Intervenne Pete, un uomo entrò nella stanza
con dei fogli.
“Signore, abbiamo uno schizzo di quegli esseri.” Disse
l’uomo appena entrato, consegnandolo direttamente al Dottore, Rose si avvicinò.
Il disegno era molto preciso, si trattavano di specie di
meduse che sembravano galleggiare in aria*.
“Hai idea di cosa siano?” chiese Pete.
“E’ la prima volta che ne vedo uno così.” Rispose confuso.
“Sembrano grosse meduse.” Aggiunse Rose.
Improvvisamente all’interno della struttura scattò un
allarme.
“Che sta succedendo?”” chiese Pete preoccupato, il
Dottore fece cadere i fogli avvicinandosi al sistema di allarme.
“Qualcuno è riuscito a entrare nella struttura.” Disse
preoccupato.
“Com’è possibile?” chiese
Jack confuso.
“Guardate.” Disse Rose indicando il pannello elettrico,
con la piantina della struttura.
“Sta sigillando i vari piani.” Disse Chris osservando con
attenzione, improvvisamente la luce se ne andò, facendo partire le luci di
emergenza.
“Maledizione che sta succedendo?” chiese Pete.
“Siamo sotto attacco, le letture vengono dal settore
7-C.”spiegò Jack alzandosi e armandosi.
“E' dove teniamo i reperti alieni catalogati, giusto?”
chiese conferma Rose.
“Jack dove vai?” chiese invece Pete, vedendo il ragazzo
dirigersi fuori dalla sala.
“Vado a vedere che sta succedendo, prima di rimanere
bloccato qui.” Disse uscendo, nessuno riuscì a fermarlo.
“Noi che facciamo?” chiese Rose al Dottore.
“Non lo so, cerchiamo di scoprire di cosa si tratta.
Chris mantieni il contatto con Jack e la sua squadra, digli di non entrare in
azione per nessun motivo. Dobbiamo prima capire chi abbiamo di fronte.” Ordinò
il Dottore, pigiando dei tasti sul panello di sicurezza.
“Non c’è abbastanza corrente da fare partire il sistema
di sicurezza.” Disse Pete avvicinandosi.
“Devo almeno tentare, mi serve solo per sbloccare le
porte.” Spiegò, spostò la sedia che c’era e s’inginocchiò, smontando il panello
di protezione, facendo uscire tutti i fili.
“Rose ho bisogno che tu e Pete trovate un percorso
alternativo per raggiungere la zona attaccata.” Ordinò iniziando a manomettere i
fili, i due si allontanarono mettendosi subito a lavoro.
“Jack e la sua squadra sono rimasti bloccati nell’atrio,
non sono riuscita a raggiungere il settore 7C.” spiegò Chris avvicinandosi.
“Lo immaginavo!” borbottò il Dottore.
“Che cosa devo dirgli?” chiese il ragazzo, il Dottore
roteò gli occhi infastidito.
“La porta d’ingresso è a vetri, digli di spaccarla e
raggiungere il settore dalla rete fognaria.” Spiegò infastidito, Chris si
allontanò ancora.
Qualche minuto dopo Rose ritornò dal Dottore, che ormai
era immerso nei cavi e nei fili.
“Forse abbiamo trovato un modo per raggiungerli senza
l’ausilio della corrente.” Disse la ragazza sorridendo, il Dottore la guardò
stupito.
“Dici sul serio?” chiese speranzoso, la ragazza si
inginocchiò accanto a lui. “Guarda qui!” Disse mostrandogli un foglio.
“Qualche giorno fa, è arrivato questo aggeggio da New
York. Si tratta di un affare che apre ogni tipo di chiusura. In pratica, è come
un cacciavite sonico” Spiegò, il viso del Dottore si illuminò e la guardò.
“Oh Rose, sei brillante.” Disse orgoglioso.
“Inizio a crederci davvero.” Disse divertita la ragazza.
I due si alzarono e presero una mappa cartacea della
struttura, Pete si avvicinò a loro.
“Per fortuna il mio ufficio è qui vicino e quell’aggeggio
si trova proprio lì” disse il Dottore indicando sulle carte la stanza.
“Pensate davvero che possa funzionare?” chiese
speranzoso, mentre i due si sistemavano gli auricolari.
“Abbiamo solo un modo per scoprirlo. Pete rimani qui e tienici
informati dei movimenti di Jack e della sua squadra.” Disse prendendo la mano
di Rose.
I due corsero fino ad arrivare al suo ufficio dove iniziò
a cercare tra i vari scatoloni.
“Ti stai divertendo vero?” chiese Rose sorridendo.
“Di che parli?” chiese lui facendo finta di non capire.
“Avanti che lo sai. Avere il totale controllo della
situazione, cercare di trovare una soluzione.” Continuò a sorridergli.
“Rose, siamo in una piena crisi aliena, e non mi sembra
una cosa molto divertente.” Aggiunse il Dottore senza guardarla.
“Peccato perché io mi sto divertendo, mi sembra che siamo
tornati ai tempi in cui viaggiavamo nel Tardis, e dovevamo affrontare la
classica crisi aliena.” Disse ancora la ragazza avvicinandosi, finalmente il Dottore
riuscì a trovare ciò che cercava, lo prese vittorioso e guardò Rose.
“Hai ragione, mi sto divertendo.” Disse sorridendo
soddisfatto.
“Dottore, Jack è appena arrivato vicino alla sezione 7C,
sembra che il nemico è uno degli scienziati che lavorano ai laboratori.” Giunse
la voce di Chris dagli auricolari, Rose lo guardò confusa.
“Come sarebbe a dire?” chiese la ragazza.
“C’è di più, è molto interessato alla capsula che ha
ucciso Kate.” Continuò a spiegare, i due si guardarono preoccupati, non poteva
essere vero, com’era possibile che l’alieno fosse sopravvissuto dopo la morte
di Kate.
“Dì a Jack che stiamo arrivando.” Disse il Dottore, prese
la mano di Rose e iniziarono a correre più che potevano, utilizzando l’oggetto
alieno riuscirono ad attraversare i blocchi di sicurezza che l’intruso aveva
inserito.
Camminavano tenendosi per mano, guardandosi attorno con
molta attenzione, aveva una stranissima sensazione, un presentimento che forse
la stava avvertendo di un pericolo imminente, respirò lentamente, guardò in
basso concentrandosi sulla mano del Dottore che stringeva la sua.
“Tutto bene?” chiese improvvisamente il Dottore,
osservandola.
“Si, certo!” rispose cercando di non dare molto peso a
quella sensazione.
Arrivarono nel corridoio che precedeva la sezione,
sdraiato a terra il corpo di un uomo, uno della squadra di Jack, Rose si chinò
a controllare i battiti, ma ormai era troppo tardi.
“E’ morto.” Disse con calma rialzandosi.
“Questa storia non mi piace per niente.” Disse il
Dottore, si guardò ancora attorno e si mise davanti a Rose.
“Rimani dietro di me, intesi?” chiese guardandola, la
ragazza annuì e lo seguì aggrappandosi quasi disperata alla sua giacca.
Arrivarono davanti alla porta designata, il Dottore diede un’occhiata
dall’oblò, ma non vide nulla, solo tanta confusione.
“Vedi nulla?” chiese lei.
“Niente!” rispose senza nascondere la sua preoccupazione.
I due si addentrarono nella sala principale, attorno a
loro il caos, a quanto sembrava l’alieno era alla ricerca di qualcosa.
“Hai qualche piano?” chiese la ragazza guardandosi
attorno.
“Ehi c’è nessuno?” chiese a voce alta il Dottore,
guardandosi attorno, rimanendo davanti a Rose.
“Ottimo piano!” esclamò la ragazza.
“Chi sei?” chiese mentre finalmente la figura era a
vista, notando che era dinanzi alla capsula.
“Dov’è lei?” chiese con voce roca, Rose ebbe un brivido,
in mente le tornò Kate e quello che le era successo?
“Cosa cerchi? Perché sei qui?” chiese ancora il Dottore.
“Rivoglio indietro la mia compagna.” Disse con freddezza.
“Ti ordino di dirmi chi sei?” ordinò ancora il Dottore
con voce autoritaria.
“Non puoi ordinarmi nulla!” urlò ancora, Rose chiuse gli
occhi e deglutì lentamente.
“Vi distruggerò come insetti, stupidi umani.” Urlò
ancora.
“Ok, ok calmati.” Disse il Dottore con più calma,
cercando di calmare l’alieno.
“Sono qui solo per capire come posso aiutarti.” Continuò
il Dottore facendo un passo in avanti, l’alieno rise freddamente.
“Credi davvero che dirò a te, stupido essere il mio
piano?” chiese con scherno.
“Beh, no! Vorrei aiutarti se è possibile.” Continuò con
calma.
“Rivoglio la mia compagna, ma l’avete uccisa! Quindi,
adesso io distruggerò voi, inutili esseri.” Sentenziò, facendo scattare
qualcosa nella capsula.
“Dottore, cos’è quello?” chiese la ragazza avvicinandosi
a lui.
“Questo, signorina Tyler è una bomba.” Disse voltandosi
verso di lei, il Dottore istintamente si mise davanti
a lei.
“Come fai a sapere il mio nome?” chiese confusa.
“Posso accedere alla memoria di Tom” spiegò inclinando in
un lato la testa.
“So molte cose su voi, e sul Torchwood.” Disse con un
ghigno sul viso.
“Quindi, sai che possiamo fermarti.” Disse il Dottore, ma
l’alieno sorrise divertito.
“Una sola mossa sbagliata da parte vostra e il vostro
stupido mondo finirà in piccoli pezzettini.” Disse accarezzando la capsula. in
quel momento Jack e la sua squadra irruppero nella sala, da dietro l’alieno.
“Fermo dove sei!” urlò Jack.
“Non muovetevi!” urlò il Dottore, facendo segno di stare
fermi.
“Se fate la mossa sbagliata, salteremo tutti in aria.”
Avvertì Rose, in quel momento il Dottore lo vide, una piccola goccia di sangue
scendere dal naso dell’uomo, la luce si accese e spense a intermittenza per
pochi minuti, e il corpo fu invaso da una forte contrazione, Jack e la sua
squadra ne approfittarono per avvicinarsi e bloccarlo.
“Non muoverti amico” intimò il ragazzo puntandogli
l’arma, il Dottore si avvicinò cautamente, seguito da Rose, ma prima che i due
raggiunsero la capsula e gli altri, un’onda d’urto li investì in pieno
facendoli cadere a terra.
“Che cosa è successo?” chiese Rose sotto il peso del
Dottore.
“Non ne ho idea.” Rispose lui scuotendo la testa, i due
si alzarono anche Jack e la sua squadra erano stati atterrati, per fortuna
nessun ferito.
“Jack!” urlò Rose avvicinandosi, il Dottore invece si
avvicinò alla capsula e la esaminò.
“Sto bene, non preoccuparti.” Rispose il ragazzo
rialzandosi, si assicurò che nessuno dei suoi era gravemente ferito o peggio.
“E’ ancora attiva?” chiese Rose avvicinandosi al Dottore.
“Si, purtroppo” rispose togliendosi di fretta i suoi
occhiali.
“Avete visto da che parte è scappato?” chiese il Dottore.
“Sì, è andato da quella parte.” Disse uno dei ragazzi,
indicando la zona da cui loro erano arrivati. Il Dottore stava per correrli
dietro, ma si fermò si colpo.
“Perché ti sei fermato?” chiese Rose dietro di lui, si
voltò per guardarla e le prese le mani.
“Devi restare qui.” Disse semplicemente, ma la ragazza
non era per niente d’accordo.
“Cosa? Non se ne parla.” Rispose lasciandogli le mani.
“Non ti lascio andare da solo.” Continuò con insistenza.
“Ti prego Rose, fai come ti dico.” Insistette lui.
“Verrò con te che ti piaccia o no!” continuò invece lei,
il Dottore le prese nuovamente le mani e la guardò fissa negli occhi.
“Voglio saperti al sicuro.” Disse in un sussurrò.
“Lo sarò.” Gli rispose con calma ricambiando lo sguardo,
il Dottore fu il primo a distogliere lo sguardo, si rivolse a due dei ragazzi
di Jack.
“Restate qui con lei, non deve succederle niente, siamo
intesi?” ordinò con voce autoritaria.
“Agli ordini signore!” risposero insieme.
“Cosa? No io vengo con te.” Disse invece lei, il Dottore
le prese il viso tra le mani.
“Rose, tornerò ok?Io torno sempre da te.” Disse infine
sorridendo e le diede un bacio leggero sulle labbra.
“Jack muoviamoci.” Urlò allontanandosi da lei e prendendo
la direzione del nemico, Rose rimase ferma in mezzo alla sala, senza avere la
forza di replicare.
Era passato un po’ di tempo da quando il Dottore era
andato via, lasciandola indietro, camminava nervosa avanti e indietro.
Detestava quando faceva in quel modo, detestava rimanere ad aspettare. Voleva
aiutarlo, voleva stargli accanto.
La sensazione di prima, tornò più forte, confondendole
ancora le idee, il Dottore sicuramente era in pericolo e lei doveva aiutarlo ad
ogni costo.
Senza pensarci seguì i passi del Dottore, i due soldati
gli furono subito dietro.
“Signorina non può andare.” Disse uno di quelli
inseguendola.
“Oh vi prego ho sempre fatto così, e continuerò a farlo.
Non sarete certo voi a fermarmi.” Disse addentrandosi in stretto corridoio
fatto di tubature.
Il Dottore si fermò improvvisamente, quando si accorse
che l’uomo era fermo, come in attesa di qualcosa, fece segno a Jack e gli altri
di tornare indietro a cercare una strada per circondarlo, lui nel mentre lo
avrebbe trattenuto il più possibile.
“Hai un odore inconfondibile Dottore” lo schernì
improvvisamente, lui si avvicinò molto lentamente.
“Si, curo molto il mio aspetto.” Disse con sarcasmo
cercando di capire perché si era fermato.
“Non serve che reciti con me Signore del Tempo.” Lo
schernì voltandosi a guardarlo, il Dottore si fermò.
“Anzi non lo sei più!” disse inclinando la testa.
“Non completamente!” continuò con disgusto.
“Sei molto debole lo sai?” chiese invece lui, spostando
l’attenzione dell’essere su se stesso.
“Tra molto non lo sarò.” Disse e il corpo fu attraversato
da una nuova fitta.
“Non si direbbe.” Continuò il Dottore osservandolo.
“Quel corpo non è abbastanza forte da reggerti ancora a
lungo.”
“Potrei prendere il tuo. Un umano con la conoscenza di un
Signore Del Tempo. Potrei dominare l’intero universo.” Schernì ancora, ma il
Dottore non era per niente impressionato, cosa che anche l’alieno notò.
“Magari potrei prendere il corpo della tua compagna,
quella ragazza ha qualcosa di davvero particolare.” Minacciò avvicinandosi.
“Non te lo permetterò” disse digrignando i denti, Jack
arrivò alle spalle dell’uomo puntandogli l’arma.
“Non penserete davvero di farmi paura con quelle?”
schernì ancora, ma il suo corpo fu attraversato da una nuova fitta, stavolta
urlò scatenando una nuova onda d’urto, il terreno tremò, il Dottore si tenne ad
alcune tubature, altre invece si spezzarono fuoriuscendo acqua e gas, alcuni
dei ragazzi di Jack vennero feriti.
“Guardati, non riesci più a controllare il tuo corpo, sai
bene che non resisterà a lungo, lascia questo pianeta finché sei in tempo.”
Urlò il Dottore rimettendosi in piedi, aggrappandosi alle tubature non saltate.
“Voi stupidi essere umani morirete con me.” Urlò ridendo
malignamente.
Il Dottore guardò l’essere davanti a lui, la rabbia che
era in lui sarebbe scoppiata da un momento all’altro. Attorno a loro molte
tubature perdevano e delle fiamme stavano divorando una parte della struttura.
“Visto che ancora hai i ricordi di Tom. Perché non
controlli com’è morta la tua compagna?” Lo sfidò digrignando i denti. L’alieno
rimase in silenzio per qualche minuto, dopo di che chiuse gli occhi abbassando
la testa.
“Lascia questo pianeta e non tornarci più, siamo intesi?”
minacciò rimanendo impassibile a lui. Un fascio di luce lasciò il corpo di Tom,
che ormai esamine cadde sul pavimento.
“Lavoro eccellente come sempre.” Disse Jack
avvicinandosi, mentre i suoi controllavano le condizione dell’uomo. Una strana
sensazione prese il corpo del Dottore, il pericolo era passato, allora perché
non era tranquillo, si voltò di scatto verso Jack.
“Rose” urlò, il ragazzo non capì, venne travolto dal
Dottore che corse verso il tunnel che lo aveva portato lì, Jack gli fu subito
dietro.
Attorno a loro le fiamme causate dal gas fuoriuscito
stavano invadendo la zona e l’aria era diventata irrespirabile.
“Signore, dobbiamo andare via di qua.” Disse uno dei
ragazzi di Jack.
Il Dottore sperava, che il morso al cuore che stava
provando fosse solo momentaneo che una volta riabbracciata Rose sarebbe
passato, ma ben presto si rese conto che si sbagliava, il sangue gli si gelò
nelle vene, qualche metro di distanza vide il suo corpo disteso a terra,
circondata da fiamme, non si muoveva, era immobile.
“Voglio
saperti al sicuro.”
“Lo sarò.”
La sua voce gli ritornò in mente, non riusciva a muovere
nessun muscolo era pietrificato, deglutì a fatica.
“Oddio!” esclamò Jack avvicinandosi a lui. Una parte
della struttura, crollò proprio vicino alla ragazza, rendendo il soccorso
impossibile.
“Rose” urlò disperato con la voce rotta dalle lacrime,
non poteva essere una cosa del genere, si mosse nella sua direzione, ma Jack lo
fermò.
“E’ troppo tardi.” Disse, mentre i suoi tornavano
indietro.
“Non la lascerò da sola.” Disse, strattonò il ragazzo e
cercò di raggiungere la sua Rose, non l’avrebbe abbandonata, lei non l’avrebbe
mai fatto.
“Rose” disse ancora, voltandola dalla sua parte. Era
priva di sensi, e aveva un taglio sulla fronte, i suoi capelli macchiati del
suo sangue. Il Dottore la prese tra le sue braccia, non riuscendo più a
trattenere le lacrime.
“Ci sono io qui con te, non preoccuparti.” Disse
spostandole una ciocca di capelli dal viso, ma la ragazza non respirava.
“Dottore, dobbiamo muoverci, sta crollando tutto qui.”
Urlò Jack distante da loro.
“Ti prego Rose, non puoi farmi questo.” Sussurrò tra le
lacrime, disperato.
“Non lasciarmi, ti prego.” Continuò ancora, le accarezzo
il viso e le diede un leggero bacio sulle labbra, erano ancora calde, forse
c’era una piccola speranza. “Non puoi mollare così” disse il Dottore e prese a
farle la respirazione bocca a bocca quasi con disperazione.
“Avanti Rose, riprenditi.” Urlò mentre le praticava il
massaggio cardiaco, non voleva mollare, perché sapeva che lei non avrebbe
mollato, non ha mai mollato. Aveva passato anni per ritrovarlo, avrebbe potuto
farsi una vita, ricominciare da zero, ma la sua Rose non si era mai arresa al
loro addio, e non poteva cerco arrendersi adesso che si erano trovati, adesso
che avrebbero potuto passare la vita insieme, adesso che avrebbero potuto avere
una famiglia, con una vita normale.
Improvvisamente la ragazza si riprese tossendo
convulsivamente.
“Sono qui, sono qui.” Le disse cullandola tra le sue
braccia, quando senti le sue dita aggrapparsi alla sua giacca si sentì più
tranquillo, la strinse al petto e le bacio la testa, sospirando.
“La mia Rose, la mia meravigliosa Rose.” Disse
cullandola, lasciando che le sue lacrime bagnassero il viso.
Fine
Capitolo IX