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Autore: MeggyElric___    13/10/2010    3 recensioni
"Che cosa senti, Alphonse?
Cosa percepisce quel tuo corpo? Io sono qui, che fingo di dormire, come molte altre notti."
Altro non posso aggiungere. E' una storia talmente corta! Piccola shot incentrata sui pensieri Edward, in una notte qualunque della sua avventura come alchimista d'acciaio.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Konnichiwa! Eccomi di nuovo qui, con una nuova one-shot scritta durante l’ora di chimica a scuola.

Eh sì, ormai scrivere fanfiction di FMA a scuola è diventato un hobby! xD Comunque sia, il prof stava

spiegando una cosa impossibile circa i legami degli atomi, che a un certo punto mi è sembrata un po’

la nostra amata teoria dello “scambio equivalente”. Così, interessata, ho cercato di seguire un po’ la

lezione, ma mi sono persa circa 3 minuti dopo. Allora. Ho provato ad andare avanti con “Gold in the

Blue” ma penso di aver perso qualcosa. Gli ultimi capitoli non sono stati un gran che e allora voglio

impegnami per bene.

 

Mi sono detta: forse con qualcosa di nuovo riesco a “tirarmi un po’ su”. Così, con la Elf che scriveva

una fanfiction su DEATH NOTE e mio moroso che cercava in qualsiasi modo di fregarmi il foglio

di questa storia dalle mani, ho cominciato a scrivere.

 

E, oddio. È una vera cazzata. Non significa assolutamente niente. È solo un piccolo estratto di vita,

alcuni pensieri di Edward durante una notte, mentre lui e Al sono ancora in viaggio alla ricerca dei

loro corpi. In alcune righe si potrebbe notare un accenno di EdxAl, ma non traete conclusioni

affrettate (come ha fatto QUALCUNO di mia conoscenza) e leggete fino alla fine.

 

Bene, finita la storiella che non interessava assolutamente a nessuno, vi lascio alla storia. Vi chiedo

solo di lasciare una recensione. Grazie, e buona lettura.

 

 

Night

Che cosa senti, Alphonse?

Cosa percepisce quel tuo corpo? Io sono qui, che fingo di dormire, come molte altre notti.

Non voglio farmi scoprire da te.

Non so che penseresti se scoprissi che io, la notte, invece di addormentarmi come tu credi,

rimango sveglio a guardare te. Ma i miei occhi mi ingannano.

 

Sei davvero tu, Al?

Sei il mio fratellino? Quello con cui ho trascorso la mia infanzia? Quello con cui ho superato

la devastante perdita della mamma?

Non girarti, Al. Sto dormendo.

Non immagino che penseresti se riuscissi a leggere nei miei pensieri, in questo momento,

forse scoppieresti a piangere.

 

Tu puoi piangere?

 

No, non puoi. Il tuo corpo, quello di adesso, d’acciaio, non è provvisto di lacrime. È così

tanto che non ti vedo piangere. Mi mancano i tuoi occhi, così preziosi, lo specchio dei miei.

Mi mancano i tuoi capelli e la loro morbidezza. Mi manca il tuo profumo.

Non scoprirmi, Al. Continua a pensarmi addormentato.

Chissà cosa penseresti di tutte queste mie vogliose mancanze.

 

Penseresti male, fratellino?

 

No. sei troppo piccolo per capire. Per me sei troppo piccolo, anche se in realtà, solo un anno

li divide. Quando nascesti, io piansi per un giorno intero. Pensai che la mamma non mi

Avrebbe più voluto bene. Che stupido. Ora non potrei mai dividermi da te.

Non parlarmi, Al. Non sono sveglio.

E tu? Cos’hai pensato di me, quando sei nato? Non lo saprò mai.

 

Ti amo, Alphonse?

 

Sì, certo che ti amo, ma non come si intende di solito. Tu sei il mio fratellino, e il nostro

legame è indissolubile. Forse, se tu non fossi mio fratello, non sarei qui a torturarmi con

certi pensieri.

Non chiedermi niente, Al. Non posso rispondere.

Non so come reagiresti, se sapessi che la notte faccio certi ragionamenti, mentre tu mi credi

pacificamente addormentato.

 

Sei arrabbiato con me?

 

Provi odio nei miei confronti? Dopo tutto, è colpa mia se ora sei ridotto così, se sei costretto

dentro – anzi, ad essere – un’inumana armatura. Perdonami, fratellino. Non è quello che

desideravo. Darei tutto, l’altra gamba, il braccio, il mio cuore. Tutto, per riaverti qui.

Non ti avvicinare, Al. Sto sognando.

Non so che penseresti se sapessi che io mi sacrificherei fino a quel punto per te.

 

Sei vivo, fratellino?

 

Io lo so. So che tu sei vivo, che ci sei, in questo mondo e dentro di me. E se la tua anima è

qui, il tuo corpo non sarà molto distante. Lo ritroveremo insieme, te lo prometto.

Non svegliarmi, Al. Sono in un luogo perfetto.

Chissà che penseresti se sapessi che la notte fuggo via da tutto, per incontrarti nel più bello

dei miei sogni.

 

Oh, fantastico. È più lunga l’introduzione della storia in sé. E va beh, poco importa, tanto sono solo (a mio

parere almeno) quattro righe senza senso. Aspetto vostre recensioni!

Baci! J

MeggyElric___

 

   
 
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