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Autore: bianfre    13/10/2010    1 recensioni
“Inverno!”“Pomodoro,mozzarella,radicchio e grana!”“Rustica!”“Pomodoro,mozzarella,tonno,cipolla,salamino piccante…e…..”“AH, FREGATO! Olive nere!”e detto ciò il biondo non tardò a fuggire mentre il bruno cercava invano di scagliarvisi contro.
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas, Sud Italia/Lovino Vargas, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“ma ti rendi conto??”
“incredibile!”
“ti giuro, come se fosse normale!”
“hai proprio ragione!”
“che sollievo, sapevo che almeno tu mi avresti capito!”
“mmh… cameriereeehhh, un altro per favoreeee” e il bicchiere ormai vuoto venne riempito di uno strano liquido rossastro fino all’orlo, lasciando sconvolto il giovane italiano. Fissò lo spagnolo ingurgitare il decimo bicchiere di sangria senza batter ciglio, come fosse acqua.
Antonio si voltò verso il giovane, fissandolo vacuo. “dicevi?” e scoppiò a ridere, premendosi le mani sullo stomaco. 
Romano sentì  la tempia sul capo ingrossarsi, ordinando un bicchiere dello stesso alcolico. “Ma cosa parlo a fare con te…” sussurò a denti stretti, sorseggiando la bevanda, passandosela appena sulle labbra per sentirne il sapore. Era dolce.
“Scusa, scusa… beh, seriamente, non ci trovo nulla di male nel fatto che tuo fratello si trovi un compagno…” disse  l’ispanico, fissando con disinteresse le assi di legno del bancone, sforandole con le falangi. Il meridionale si voltò esterrefatto. “Ehi… guarda che Feliciano mica è gay!” disse sorridente, trovando estremamente comica quella insinuazione. Lo spagnolo lo fissò con la coda dell’occhio, per poi tornare a concentrarsi sulla lunga fila di liquori di fronte.
“Ma l’hai detto tu… lui ha usato la parola ‘compagno’ quando intendeva rimorchiare qualcuno” l’italiano fece per ribattere ma un improvviso flashback lo ammutolì.
”"Posso andare a rimorchiare anch'io qualcuno o siccome te sei single lo devo rimanere pure io per solidarietà? No, grazie..."
Perdiana, lo aveva detto sul serio!
“e comunque..” continuò questo, svuotando l’undicesimo bicchiere “sono troppo ubriaco per parlare di queste cose” e si buttò a peso morto sul bancone, mugolando. Romano sospirò, notando poi il barista lanciargli certe occhiatacce da far accapponare la pelle, così decise di caricarsi l’amico in spalla, pagare e uscire da quel posto ormai troppo affollato.
 
L’aria pungente gli entrava fin dentro al colletto, costringendo il moretto a coprirsi con il braccio dello straniero, totalmente abbandonato sulla sua schiena.
Strascicando i piedi riuscì a raggiungere l’auto dell’ispanico. Fortunatamente avevano parcheggiato non troppo lontano.
Brandendo le chiavi nella tasca del cappotto del moro si costrinse ad appoggiare l’amico, mentre la apriva.
Non appena Antonio toccò la fredda portiera, scivolò silenziosamente a terra, cadendo sopra un tombino, cominciando a ridere.
“Cristo…”imprecò l’italiano, sollevandolo da terra.
“Romanoooo” esalò questo, stringendosi maggiormente al giovane che aveva preso un colore tendente al carminio.
“A-Antonio! cristo, sei ubriaco marcio!” urlò in preda all’agitazione, allontanandolo da sé, ma sempre tenendolo saldamente per le spalle in modo che non crollasse.
Lo spagnolo lo guardò sorridente, sospirando. “Hai ragione, sono ubriaco. Non mi fido a guidare in queste condizioni” ammise grattandosi il capo, ridacchiando. Romano lo fissò, aspettando che continuasse. “Non è che posso stare da te per sta notte?”concluse questo, riprendendo a ridere, poggiando gli avambracci sul tettuccio dell’auto, nascondendovi il volto in mezzo. L’italiano rimase per un primo momento sbigottito, ma visto lo stato in cui era l’amico non era certo il caso di fare il vergognoso.
“Sei irrecuperabile. Dai, andiamo.”e cingendogli la vita s’ incamminarono ciondolanti verso l’appartamento.
 
 
 “mmmhhh”
“beh?”
“no, è che…”
“che c’è?!”
“hahahahaha mi chiedevooooo… sei libero sabato?”
“è appena martedì, che vuoi che ne sappia???”
“appunto, così ora puoi tenerti libero!” e Antonio gli diede un leggero sbuffo sulla spalla, mentre sentiva l’amico rigirarsi tra le lenzuola, irrequieto.
Mai aveva trovato così scomodo quell’UNICO LETTO MATRIMONIALE.
“E sentiamo, grande genio, che avresti da propormi?”buttò lì il meridionale, più per arrivare al nocciolo della questione e poter così dormire, che per reale curiosità. Anche se, comunque -lui non l’avrebbe mai ammesso- quell’invito lo aveva mandato K.O.
“Hai presente quella grande discoteca che stanno costruendo davanti alla vostra pizzeria?”
Romano si alzò di scatto dal materasso, fissandolo. La luce della luna filtrava attraverso le vetrate alle spalle dell’italiano, donandogli un bagliore aureo alle spalle. Antonio pensò che fosse divino.
“Starai scherzando, voglio sperare!”
“Oh no no, affatto! Questo sabato ci sarà la vera e propria apertura e visto che è gratis mi chiedevo se avevi voglia di farmi compagnia” e sorrise, sfoggiando quel suo sguardo ammaliatore a cui soltanto un cieco poteva non cedere.
Il meridionale si voltò dalla parte opposta, indeciso.
“Non so… ci penso” e si rimise sotto le coperte, fissando il soffitto.
“Daaaaaaiiiii…”insistette questo, avvicinandosi lentamente all’italiano, nascostosi ora sotto le lenzuola. Con la destra cominciò ad accarezzargli la chioma bruna, mentre lo osservava stregato. Romano non riusciva a fare nulla, solo se ne stava con il viso coperto, tremante.
“Ok”
“Eh?”
“HO DETTO CHE CI VENGO!” urlò spuntando da sotto le coperte, lasciando lo spagnolo di sasso che poi sorrise, donandogli un piccolo bacio sulla fronte, augurandogli la ‘buena noches’.
Romano osservava in coma lo spagnolo dargli le spalle, indeciso se tirargli un pugno o buttarlo fuori di casa direttamente.
Chi gli dava il permesso per atteggiamenti tanto confidenziali!? Neanche fossero amici di vecchia data!
Ma quel batticuore incessante, quel tremore invadergli il corpo, quel rossore alle guance… maledetto.
 
 
 
***
 
 
 
“…oddio….”
“….”
“…oddio!”
“… uh… e-eh?che succede?”
“Romano io… non volevo, cioè… non che non mi sia dispiaciuto, anzi, ma… non ero in me, te lo giuro!”
“ma-ma che cazzo stai dicendo?!”
Intontito l’italiano si girò in direzione dell’ispanico, il quale se ne stava seduto sul materasso, mentre si rigirava nervosamente le mani.
Il meridionale si mise in ginocchio, strofinandosi gli occhi con la manica del pigiama.
“Come va il mal di testa?”
“eh!?”
“la testa, non soffri il dopo sbornia?” chiese, sbadigliando.
“ecco…” si grattò il capo. “beh si, mi fa un po’ male ma è tutto a posto, davvero”
Romano fissò inebetito il compagno. “si può sapere che ti prende?”
Il moro ricambiò lo sguardo, sorpreso. “ma… scusa, ieri notte… non è.. accaduto nulla? Insomma, dico…  di quel genere…”
L’italiano spalancò gli occhi per poi arrossire vistosamente. “M-m-ma che ti salta in mente, ovvio che no, razza di maniaco!!!” sbraitò lanciandogli in pieno viso il cuscino, facendolo cadere a terra.
“ohiii, la testaaaa…” piagnucolò questo togliendosi la morbida cosa di dosso.
“così impari!” sentenziò l’altro andando in cucina, seguito goffamente dall’amico che camminava appoggiato al muro.
Sedutosi sul divano si vide comparire davanti al naso un vassoio con sopra dei croissant e una tazza di caffelatte. Romano appoggiò il tutto sul tavolino adiacente,  prendendo poi un bicchiere d’acqua e buttandoci dentro un’aspirina.
“Mangia, sennò non puoi prenderla” spiegò. Antonio lo ringraziò e prese a mangiare, bevendo poi la medicina e ristendendosi sul divano.
“quanto ho bevuto?”chiese poi, sentendo ancora le farfalle nello stomaco.
“un bel po’, non stavi neanche in piedi da solo”
“mmmhh, grazie ancora Romano, se non mi avessi ospitato chissà dove cavolo sarei finito”
“di nulla” e alzandosi il meridionale portò il vassoio al lavello, pensando che poi a lavare ci avrebbe pensato Feliciano.
Un momento.
Dov’era Feliciano?
 
 
 
 
Continua…

   
 
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