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Autore: Dea Elisa    14/10/2010    4 recensioni
Fabrizio propone ad Anna di fidanzarsi e sposarsi, ma lei... lei pensa a qualcun'altro.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pairing: Anna/Antonio.
Prima persona: Anna
Seconda persona: Antonio





Il mio sposo




Aspetto.
Ma che cosa aspetto, io?
Qualcosa che mi faccia cambiare idea sulla mia vita, qualcuno che mi rapisca per l’eternità, una catastrofe che distrugga la mia casa affinché possa chiedere soccorso e ospitalità a te.
Come posso ostinarmi a cercare qualcosa che non accadrà mai o qualcuno che non ha nessuna intenzione di tornare?

“Non sono più in età da marito” avevo risposto a mio fratello che mi consigliava di trovare qualcuno da sposare finché avevo ancora un aspetto decoroso.
Ma dove potevo andare a cercare qualcuno che stesse al mio fianco per tutto il resto di una vita?
Se anche un uomo mi avesse in moglie, non sarei mai riuscita a concedergli il mio cuore e la mia anima come idealmente si dovrebbe fare nei confronti di un marito, perché sai bene anche tu chi sia l’unica persona che posso permettermi di amare.

“Non credi che il marchese Salvati sia un ottimo partito?”
Alzo gli occhi disgustata alla pronuncia di quel nome che credevo di aver già sentito.
Era sicuramente uno dei tanti amici ricchi di mio marito, che magari si era anche indebitato con lui.
“In quanto ai soldi, di certo non gli mancano” continuava Fabrizio come se fosse quello il principale problema da evitare in caso di acquisto di un nuovo membro in famiglia.
 
“Anna, devi farlo per te” interviene Elisa appoggiando una mano su quella di mio fratello.
 
“Ma soprattutto per la tenuta, non è così?” smaschero i loro piani.
 
Mio fratello sospira e poi guarda la sua compagna scuotendo la testa. “Si ostina a non capire.”
 
Mi alzo in piedi e lascio la stanza.
Che cosa avrei dovuto capire? Che ero l’unica alternativa per salvare le finanze della tenuta? Pensavo che mio fratello, proprio colui che voleva sposarsi per amore, avesse capito che non ne volessi sapere di un matrimonio per convenienza.
Non un altro.
Mi chiudo in camera mia e mi appoggio con la schiena alla porta, di modo che il fiatone causato dalla corsa scemasse via via.
Volevo piangere, ma non ci riuscivo, perché ormai ho capito di quanto anche questo sia inutile.
 
Allora aspetto, e continuo a farlo da quindici anni.
Si dice che la speranza sia l’ultima a morire… menzogne.
La mia, da speranza che era, si è trasformata nell’illusione di un sogno dove vivo quotidianamente per sopportare le mie sventure.
 
Quello che aspetto è l’ultimo battito del mio cuore, così che finalmente io possa essere libera di non sentirmi più legata a te. Forse, invece, starò ancora più male, mi sentirò ancora più lontana, e rimpiangerò di non avere agito in vita come avrei dovuto.
 
Perché io so cosa dovrei fare.
Io so dove andare, io so cosa cercare.
 
---
 
“Il dottor Ceppi non è a casa, signora, ehm…”
 
“Anna Ristori. Contessa.”
 
Giovanni annuisce ed esce dalla piccola stalla strofinandosi le mani in un panno grigio.
“Mi dispiace non avervi riconosciuto” s’inchina appena.
 
Sorrido. “È molto tempo che non vengo qua.”
 
“Ora mi ricordo perfettamente di voi: il vostro sorriso è rimasto lo stesso di quando eravate una fanciulla.”
 
Abbasso lo sguardo un po’ in imbarazzo.
 
“Qui i complimenti posso farli solo io.”
 
Mi volto barcollando e il mio cuore aumenta vertiginosamente le pulsazioni quando scorgo il tuo sorriso.
Cedi a Giovanni il cavallo che stavi accompagnando per le briglie e aspetti che lui se ne vada.
 
“Temo sia stato troppo sfacciato.”
Mi prendi una mano su cui posi un delicato bacio.
 
E in quel momento sento come questo sia il posto che cercavo.
 
“Avete bisogno?”
 
“Volevo mettervi al corrente del mio matrimonio che si terrà a breve.”
 
Mi lasci la mano e con sguardo oscurato mi fissi negli occhi.
“Con chi, se mi è lecito chiedervelo?”
 
Mi mordo il labbro inferiore.
“Con voi.”




   
 
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