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Autore: clacli87    14/10/2010    1 recensioni
Cosa accadrà al "e vissero felici e contenti" dopo BD? è la domanda che ci siamo poste io e Dagmar, abbiamo scritto capitoli alternati da diversi punti di vista,esplorando così tutti i personaggi.
Saranno davvero finiti i pericoli per la famiglia?
Scopritelo...
ps. Io e Dagmar speriamo che la storia vi piaccia e che ci saranno presto commenti..
Genere: Avventura, Azione, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
Capitoli:
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Cari lettori, il momento c è ormai arrivato. 
La Fan-Fiction di Michela e Claudia è giunta al termine e dedichiamo con tanto affetto l'ultimo capitolo a tutti voi.
Questo capitolo è stato scritto in comune da entrambe e unito in uno e scritto da un punto di vista particolare come per gli altri, ma in terza persona.
Anche noi, umili autrici di questo ultimo atto, abbiamo voluto essere "spettatrici" delle vicende dei nostri eroi come tutti voi. 
Concedeteci le varie licenze narrative che avrete modo di leggere strada facendo, questa è un'opera di fantasia e credeteci, la magia esiste... anche se sembra bizzarra a volte. 
Detto questo, non vi facciamo attendere oltre e buona lettura a tutti con l'ultimo atto della nostra storia. 



PARTE PRIMA 

VOLTERRA, DOMUS SILENTII, ORA IMPRECISATA
.



In quel momento nessuno di loro riuscì a formulare un pensiero coerente. Era come se tutte le loro forze si fossero prosciugate lasciando il posto alla sconfitta, non alla paura. 
L'aria era satura di qualcosa di innaturale, come tutti loro messi insieme. Statue viventi che respiravano la loro ultima danza di morte e di sangue. 
L'eternità poteva davvero essere un'arma a doppio taglio per gli esseri immortali? Poteva davvero scandire i suoi ultimi istanti in qualsiasi momento, come una clessidra che, inesorabile, ricorda il tempo che sta per scadere con ritmo imperturbabile e costante? 
Neanche il fuoco o una spessa muraglia di ferro potevano allontanare la mostruosità di ciò che stava per accadere. 
Il fuoco brucia e distrugge ma le ceneri esalano il loro fumo di vendetta fino al cielo. E anche attraverso le muraglie si può udire l'odio del nemico che chiede la morte di una persona cara.
Di sicuro questi pensieri attraversavano la mente di tutti, persino dei Volturi, nonostante mantenessero il loro contegno freddo e severo. 
Ed ora eccolo lì, il motivo di tutta l'agitazione e il terrore costante degli ultimi mesi. 
Elton Kane, in carne ed ossa. Un ragazzo quasi trentenne, metà vampiro ma con istinti umani, proprio come Renesmee.
Il suo sguardo pieno di disprezzo fissava tutti con pazienza, come se volesse imprimerli nella sua memoria dopo un'attenta osservazione. 
L'atteggiamento tipico dello scienziato assetato di curiosità ma anche di vendetta.
La sua pelle non era perfetta, ma la levigatezza era qualcosa da cui non si riusciva a distogliere lo sguardo, come se tanta precisione fosse contrastante e fuori luogo in un volto umano. 
Esattamente come Renesmee. 
I Cullen non sapevano quale altro potere avesse acquisito Kane in seguito alla sua semi-trasformazione, tuttavia erano vigili, in guardia e pronti anche al minimo attacco. 
L'unico potere mentale che il nemico possedeva era quello di seminare panico e ira in quelli che lo circondavano, e il fatto che tutti ne fossero sopraffatti anche nei momenti meno opportuni dimostrava che Kane non sapeva controllare il suo potere e forse non voleva neanche farlo. 
Quell'incontro esigeva un sacrificio e tutti si guardavano l'un l'altro come se fosse l'ultima volta, donandosi a vicenda un ultimo sguardo come segno d'addio. 
Fu Aro a rompere quel silenzio di ghiaccio. Camminava lentamente, quasi controcorrente rispetto alle sue reali capacità. 
Era volutamente lento, come un mortale che avanza riluttante verso qualcosa cui stenta a credere. 
Ma tutti sapevano che dietro quella maschera ben costruita si nascondeva uno spietato assassino. E Kane lo immaginava? 
Con simulato ardore batté lievemente le mani e sorrise in modo angelico. "Ecco finalmente il nostro gradito ospite. Ti aspettavamo con ansia, sai". 
Kane aveva a malapena osservato il suo interlocutore. Era stato distratto dai Cullen ed era in cerca dell'ibrido, di cui sembrava non esserci traccia. Tuttavia ne percepiva la presenza, anche se non sapeva in che modo.
Era stato curioso trovarsi davanti quell'individuo apparentemente eccentrico, dai lunghi capelli neri, le mani affusolate e gli abiti solenni. I suoi occhi di un violento rosso scarlatto gli confermarono la sua natura. 
Un altro mostro come loro, solo più potente. Negli occhi dei Cullen non vi era malvagità, mentre quell'essere dominava tutto. 
L'aria, i presenti, la stessa stanza in cui si trovavano emanava una particolare energia.
Guardò in alto verso il soffitto ed ebbe appena il tempo di leggere "Domus silentii" che dietro il suo ospite si fecero avanti altre persone. Tutte vestiti come lui, in maniera antica e datata. 
Kane pensò che non sarebbe stata una buona idea farglielo notare. C'era una ragazzina bionda, un uomo alto dai lunghi capelli castano scuri e ondulati e un altro biondo, poco più che adolescente.
Sembravano una famiglia, tutti della stessa razza maledetta, pensò Kane. Se credevano di intimorirlo si sbagliavano di grosso.
"Il piacere di incontrarvi è tutto mio" replicò Kane con lo stesso tono falsamente cordiale.
"Ma sei... un ragazzo. Un bel ragazzo devo dire. Non mi sarei mai aspettato che tutto questo trambusto fosse provocato da un semplice ragazzo nel fiore degli anni. So che hai grandi poteri, sei uno stregone. E a quanto vedo, non sei più soltanto umano come pochi giorni fa. Sei leggermente cambiato" Aro lo fissava con gli occhi spalancati per la curiosità, tuttavia ai Cullen era noto quel profondo disprezzo che trapelava dalle sue parole. Disprezzo per motivi che Kane non poteva neanche immaginare.
"Beh, è stato uno della tua dannata razza a farmi questo!" Kane si guardò in giro in cerca di Jasper. Dopo averlo visto, Jasper gli restituì lo sguardo carico d'odio. 
"Sono stato fin troppo gentile, scienziato dei miei stivali... avrei dovuto ucciderti" Jasper cercava di dominarsi ma in realtà avrebbe voluto recuperare il tempo perduto. Alice gli mise una mano sulla spalla.
"Ma non l'hai fatto... e ti ringrazio. Non mi sarei perso il divertimento di questo momento per niente al mondo..." Kane continuò a guardarsi in giro, sperando di vedere Renesmee da un momento all'altro.
"Il tuo "divertimento" non avrà neanche inizio... qualunque cosa tu abbia pensato di fare, qualunque piano tu abbia progettato... fallirà". Era stato Carlisle a parlare, avanzando leggermente verso Kane con i suoi modi tranquilli. Cercava sempre di mitigare la tensione ma anche lui era carico d'odio per quell'individuo. Esme provava gli stessi sentimenti di suo marito e fissava Kane con disapprovazione. 
"So chi siete... so tutto di voi. Vi mescolate agli altri come comuni mortali ma so bene che non lo siete. Non dovreste neanche trovarvi su questo pianeta. Siete..." 
"Ehm ehm... " Emmett tossì lievemente come per schernirlo e Kane rivolse la sua attenzione verso di lui. "Dimentichi che ora anche tu sei per metà della nostra razza... quindi, pensa con calma prima di aprire bocca e rifletti. Certo, sempre se le tue psicosi non ti hanno del tutto mangiato il cervello" Emmett sorrise divertito e mostrò i denti con fare provocatorio. 
"Non voglio sapere chi sei... non mi interessi. E neanche la Barbie al tuo fianco" Kane stava per lasciarsi andare ad una sonora risata quando all'improvviso si ritrovò scaraventato dall'altra parte della stanza. 
Sbatté la testa contro il freddo muro di marmo e atterrò con violenza al suolo dall'altezza di sei metri. 
Non provò troppo dolore, forse a causa del suo nuovo DNA, tuttavia un lieve fastidio alla schiena lo invase, come se qualcuno lo avesse spinto con troppa forza da un trampolino. 
Stava per rialzarsi quando si trovò faccia a faccia con la Barbie in questione. Il suo viso era vicinissimo ed emanava un dolcissimo odore.
Ma per Kane ogni essere malefico si mostrava agli altri attraverso uno sguardo d'angelo.
Rosalie gli ringhiò contro ferocemente, i suoi occhi erano due fessure dorate e scintillanti nella penombra delle candele accese. 
"Credo che ti stupirebbe vedere il tuo cervello ridotto ad una poltiglia da una Barbie come me... Sei curioso? Perché se vuoi potrei spaccarti quella testa vacua e bere il tuo sangue, brindando alla tua morte..." 
Rosalie sorrise angelicamente e Kane cominciò ad agitarsi. 
"Ripensandoci... no. Sarebbe troppo facile ucciderti così, Ken. Chiamami ancora Barbie e l'idea della morte ti sarà sembrata una cosa piacevole fino al momento in cui ti distruggerò".
Rosalie lasciò andare il colletto della sua camicia e con passo fulmineo raggiunse Emmett. Gli prese il braccio e gli sorrise affettuosa.
"Adoro quando sei così aggressiva" sussurrò Emmett al suo orecchio e la lieve risata argentina di Rosalie riecheggiò nella sala come una musica prodotta dal tintinnio di mille bicchieri di cristallo. 
Kane ne percepiva tutte le sfumature, tutte le piccole tonalità e non gli piacque per niente la sete di vendetta che scorse in essa. 
Tuttavia si rialzò con determinazione e fu riportato alla realtà dalla sonora risata di Aro.
"Perdona i miei amici, gli rimprovero sempre la loro impulsività. Io preferisco di gran lunga la tortura lenta e dolorosa... Ma oggi siamo qui per discutere."
"Tu credi?" replicò Kane alzando un sopracciglio. 
"Tu cosa credi di fare? Sono davvero curioso..." Edward intervenne facendo un passo avanti, il volto teso e perfetto. 
Bella rimase dietro di lui vigile e perfettamente lucida. Fissava Kane non con odio ma come la causa di un dolore incredibile che minacciava di lacerarle lo spirito. 
"Sei tu... il padre dell'ibrido. Oltre al "mostro" sei tu quello che mi incuriosisce di più e che più disprezzo. Come hai potuto intrometterti così nel mondo degli esseri mortali? Come hai osato? Non potevi lasciar in pace quella ragazza accanto a te, che suppongo ora sia come voi, e darle l'opportunità di vivere una vita felice?" 
Era un colpo basso per Edward che, anche se sapeva di aver agito per il bene di Bella e di averla salvata da morte certa dopo aver messo al mondo Renesmee, non riuscì a controbattere a quell'affermazione che gli bruciava ancora dentro.
Bella si fece avanti. "Tu non sai nulla della mia vita con Edward. Anche tu ormai sai bene che in questo mondo ci sono cose che vanno al di là della nostra comprensione. Mortale o immortale. Non sai nulla del dolore, della sofferenza, dell'essere vicino alla morte costantemente e non perché lui sia un pericolo per me. Non voglio neanche elencarti le altre cose che non sai e che probabilmente non saprai mai. E' vero, prima ero diversa, ero mortale, ma quella donna non esiste più. Ho incontrato l'amore, l'ho conosciuto, l'ho vissuto. E in quel momento sono diventata immortale, ancor prima della trasformazione, grazie a lui. Ho accolto l'amore nel mio cuore, senza dare importanza alla forma in cui mi si era presentato. Io e Edward ormai siamo un unico essere, indivisibile anche dopo la morte. Ed è questo che tu non capirai mai". 
Bella aveva espresso i suoi sentimenti tutti d'un fiato, come una perfetta statua parlante e soltanto i suoi occhi tradivano un'intensa angoscia che la rendeva ancora simile a un comune essere mortale. 
"Molto commovente... immagino che questa vostra "unione"... abbia prodotto quello che cerco" sorrise Kane con crudeltà. 
"Cosa cerchi? Di distruggere una famiglia? La vita delle persone? Sei solo assetato di vendetta e tutto ciò che rincorri è una falena la cui fiamma ti condurrà alla morte" Esme aveva dato voce ai suoi sentimenti e Carlisle le sorrise con soddisfazione. Erano due persone meravigliose, ma Kane non riusciva a comprenderle. Sembravano quasi i genitori che lui non aveva mai avuto, ma questo non lo distrasse. 
Faceva tutto parte dei loro crudeli piani trabocchetto. Convenevoli innocui prima dell'assalto. Ma lui avrebbe attaccato prima... doveva solo riflettere. 
L'atmosfera si stava facendo pesante e la notte oscura che si stendeva fuori dalle grandi finestre minacciava di sopraffarlo. 
Aveva la sensazione che fossero tutti in un universo parallelo e che qualcuno li stesse osservando mediante un occhio astratto situato in quello stesso spazio. 
Misteri, oscurità, dannazione, solitudine. Come potevano convivere con sentimenti del genere? 
"Mi avete accolto senza lottare. Sapevate che stavo arrivando, perché non mi avete fermato?" esordì Kane con curiosità. 
"Noi ti aspettavamo. E non uscirai da qui tanto facilmente" replicò Felix alle sue spalle, affiancato da Demetri accanto alla porta. 
La sua voce era fredda, dura, tagliente. La perfetta controparte della sua forza sovrumana. Kane li guardò con indifferenza poi si rivolse ad Aro. 
"I cani da guardia?" chiese sarcastico. Felix ringhiò sottovoce e stava per attaccarlo quando Aro lo fermò con il suo sguardo d'acciaio. Felix tornò al suo posto fremente d'ira. 
"No... loro sono La Guardia. E ti consiglio di non essere così spiritoso, oggi non sono di buonumore. In effetti non lo sono mai, vero Jane?" chiese Aro sorridendo alla sua pupilla.
"Verissimo, Maestro. Posso punirlo comunque per il suo oltraggio senza alzare un dito?" chiese Jane seria senza staccare lo sguardo da Kane. 
"Oh cara, so che devi sempre tenerti in esercizio con il tuo dono ma ora non è il momento. Non sciupiamo tutto, il bello deve ancora venire" replicò Aro avanzando verso Kane. 
"C'è qualcosa che ti stupirà sapere ma d'altronde muoio dalla voglia di dirtelo... " Aro sorrise e i suoi occhi brillarono in modo sinistro. Kane lo ascoltava incuriosito. 
Ma c'era anche altro; lo sguardo di Aro era ipnotizzante e avrebbe costretto chiunque a fare qualunque cosa volesse. 
"Io e te siamo legati più di quanto tu possa immaginare... " esordì Aro con serietà.
"Non vedo in che modo" Kane era ancora più curioso.
"Sì, è comprensibile. Beh, credo che avrai capito che in passato non sempre sono stato così... ero un gran bravo ragazzo una volta, quando ero mortale... " Aro iniziò il suo racconto e tutti lo fissavano. D'un tratto si fermò. "Ma a chi voglio darla a bere... sicuramente il gene del Male era in me anche allora, solo che ancora non lo sapevo" rise di gusto fissando Kane. 
"Ad ogni modo, quando ero ancora mortale... uno stregone della tua stirpe profetizzò ai miei genitori quello che sarei diventato. Un tuo antenato, vissuto duemila anni fa. I miei genitori non gli hanno creduto e lui come ricompensa li assassinò, sperando di eliminare anche a me e tutta la mia gente" Aro alzò una mano per prevenire quello che Kane stava per dire. "Non sto mentendo e farai meglio a credermi perché, non so, tutto d'un tratto sono anch'io di malumore. Come credi che debba sentirmi? L'ignoranza e la superstizione del tuo trisavolo lo hanno spinto ad uccidere la mia famiglia, credendo che tutta la mia stirpe fosse dannata... dopo quell'episodio la mia vita è andata perduta, sbriciolata come pane tra le dita di uno come noi. Non avevo più sollevato quel velo fin quando non sei apparso. A quanto pare anche tu non sei cresciuto come il tipico bravo ragazzo. In un certo senso siamo simili, io e te. Ma tu agisci senza logica, senza originalità. Ora... cosa ne facciamo di te?" chiese Aro incrociando le dite e sorridendo in modo demoniaco. 
"Se anche fosse vero, non mi interessa... non mi interessa quello che un mio ipotetico antenato potrebbe aver fatto alla tua famiglia. Non posso fare a meno di lodare le sue azioni ed è un peccato che non abbia portato a termine il suo compito".
L'audacia di Kane paralizzò tutti i presenti che fissarono Aro attendendo una sua mossa. Quest'ultimo si limitò a sorridergli e a mormorare: "Mmm..."
Kane a disagio gli restituì il sorriso sforzandosi di sembrare naturale. In realtà avrebbe voluto fuggire ma all'improvviso ricordò la ragione per cui era lì e per cui aveva messo a rischio la sua vita. 
"Sono qui per un motivo e non rinuncerò tanto facilmente" sentenziò con decisione. Il suo potere di diffondere panico e agitazione doveva essersi azionato perché chi ne risentì di più fu Jacob.
Aveva ascoltato anche troppo ed era stanco. Avrebbe voluto portare Renesmee al sicuro e invece era a portata di mano del nemico. 
Maledizione ad Aro e alle sue condizioni! Aro con la sua curiosità infinita minacciava di ucciderli tutti. 
Non sapeva cos'avrebbe fatto se avesse perso Renesmee, solo il pensiero era inconcepibile. Quell'essere doveva assolutamente morire. 
"Rinuncerai... perché non hai altra scelta" Jacob parlò senza spostarsi di un millimetro. Kane lo fissò per un secondo. Non aveva idea di chi fosse, non era un vampiro. 
Il suo sguardo era furioso, i suoi occhi neri come la notte. Non gli era particolarmente simpatico ed emanava un'energia negativa che i suoi poteri di stregone riuscivano a percepire. 
Quell'intrusione irritò Kane oltremisura e non riuscendo a contenere la sua rabbia allungò una mano come se stesse accogliendo qualcuno. 
L'effetto fu che Jacob venne scaraventato sulla parete dietro di lui e tutto accadde molto velocemente. 
I Cullen assunsero le fattezze di statue pietrificate dalla sorpresa, come i Volturi. L'oggetto che Jacob aveva cercato di nascondere si presentò agli occhi di Kane, che stentava a credere a ciò che vedeva.
Renesmee era lì, piccola e minuta, nel suo completo rosso scarlatto e fissava il suo nemico senza rancore, quasi con compassione. Teneva le manine giunte e lo guardava negli occhi.
Nessuno avrebbe potuto rivoltarsi contro tanta dolcezza ma Elton Kane sentì il suo animo placarsi e la sua sete di vendetta aumentare. 
Finalmente quello che cercava aveva un volto e ai suoi occhi era il più demoniaco mai esistito. Non voleva più fare esperimenti, voleva soltando vendicarsi di tutti loro. 
Il suo corpo scattò pronto all'attacco quando con un balzo un enorme lupo dallo sguardo infuriato ringhiò contro di lui proteggendo il motivo di tanto odio. Renesmee. 
   
 
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