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Autore: DeaEris    15/10/2010    1 recensioni
Un temporale apre il cuore, ma cosa succede se quel cuore appartiene ad
un bambino di cinque anni? Leggete e capirete!
Capitolo due: Il sereno non può durare per sempre, niente
è immutabile nel tempo. A volte basta un niente per
sconvolgere un equilibrio, altrimenti destinato a rimanere in Eterno.
Capitolo Tre: Una sera, dopo il coprifuoco, un bambino cerca il suo
dolce amico in ogni angolo. Lo trova piangente e decide di sacrificarsi
per lui. Può un bambino sacrificarsi per un angelo?
Capitolo Quattro: In Spiaggia tutto può succedere. La
fiducia di un bambino dipende da poco, a volte un gesto è
sufficiente a farlo sentire a casa.
Capitolo Cinque: un bambino malato in un giardino pieno di rose,
portato fin lì dal suo amico. Cosa mai sognano i bambini in
un giardino di rose.
Capitolo Sei: Uno scherzo crudele farà piangere una bimba,
ma cosa succede se è pronto di già un eroe per
proteggerla?
Capitolo Sette: Una promessa è una promessa. I bambini sanno
bene che le promesse vanno mantenute, specie se fatte con il cuore.
Capitolo Otto: Due bambini così simili e così diversi si ritrovano dopo anni, scoprendo una parentela. Troppo chiusi per parlarsi direttamente.
Capitolo Nove: Dolce è la Neve, specie se ha il viso di dolce fanciulla fragile ed indifesa, eppure così tanto dipende dal suo volere. Solo uno ha vicino, pronto a proteggerla in una tenera storia d'amore.
Capitolo Dieci: Fidarsi è la cosa giusta da fare, ma a volte dietro ad una proposta gentile si nasconde un intento non troppo sincero. Due bambini soli, simili, ma diversi fanno le spese con il bisogno di sentire vicinanza e di fidarsi l'uno dell'altro.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve a tutti!
Scusate per questa attesa indecorosa, ma ho avuto molti pensieri/problemi/barra inizio dell'università. Allora...son qua per scrivere un nuovo capitolo e ho, secondo suggerimento di Kanon, deciso di portare Hilda e Siegfried, che piacciono molto anche a me! La storia è sempre dedicata alla mia piccola Marty!!


Era un giorno di festa in tutta Asgard.
Dopo mesi di freddo, era finalmente giunto un momento di gioia per tutti i cuori: la piccola principessa compiva gli anni.
Era per tutti un momento di gioia, sia per la Regina, la Sacerdotessa, sia per il Re, consci che quella piccola bambina che della neve portava bellezza, grazia ed eleganza sarebbe divenuta la Nuova Sacerdotessa.
Entrambi si recarono, com'era tradizione, primi su tutti nella camera della figlioletta per parlarle.
Era una data importante quella dei cinque anni, in quanto la principessina avrebbe fatto la sua prima preghiera ad Odino-Sama e, secondo il Cosmo, avrebbero compreso tutti assieme se la principessa era degna di divenire la Suprema Celebrante.
La madre andò verso il letto della figlia ed un urlo scaturì dalle labbra rosee della donna, mentre si voltava in direzione del marito.
Egli si avvicinò in pochi passi al letto e lo trovò vuoto: non vi era la bimba dentro al lettino.
Tastò il letto e sentì il freddo delle coperte, simbolo evidente che la principessina si era data alla fuga.
Subito dette un ordine secco alle guardie, urlando e sbraitando contro ogni inserviente per l'assenza della piccola.
*Trovatela...Trovate immediatamente mia figlia. Il rituale non può proseguire se manca!*
Esclamava, mentre si univa alle ricerche.
In quel mentre, in una casa poco distante dalla reggia, vi era una famigliola riunita a colazione: il padre, capitano delle guardie, venne disturbato dalle guardie che si recarono subito da lui; la madre ascoltò la conversazione e si voltò verso il suo bambino.
Lui, il bambino, era il più grazioso bambino di Asgard innevata: gli occhi di un azzurro chiarissimo richiamavano quasi l'azzurro del cielo durante le belle, anche se fredde, giornate di primavera, lunghi boccoli di un delicatissimo biondo incorniciavano un bellissimo visetto, il corpo svelto, agile e robusto per un bambino di quell'età.
Aveva gli occhi puntati alla porta ed ascoltava tutto con le orecchie innocenti.
Vide rientrare il padre, che disse.
*Siegfried, dobbiamo rimandare l'addestramento di oggi. La principessina è scomparsa.*
A quelle parole, Siegfried non potè che mostrare la sua delusione e subito dopo la preoccupazione.
Cosa voleva che la principessa Hilda era scomparsa?
Era sempre a palazzo, lei che era la grazia e la bellezza personificate, poi quello non era il giorno in cui sparire nel nulla.
Doveva esser dichiarata la nuova celebrante di Odino-Sama.
Siegfried dall'alto dei suoi sei anni finì la colazione e chiese alla madre di uscire per giocare ed andare a cavallo.
Amava il suo cavallo il piccolo Siegfried e la madre era totalmente incapace di resistere a quei suoi occhioni innocenti e quelle guanciotte rosee e decise.
Lasciò la sua casa sul suo bellissimo cavallo e si diresse verso il bosco.
Nessuno conosceva Hilda di Polaris come quel bambino, oltre ad esser cresciuti assieme tra loro vi era già a quel tempo un rapporto speciale.
Siegfried sapeva sempre dove si trovava Hilda e se stava bene oppure se non si sentiva bene.
Ricordava tutta la città, quando due anni prima Hilda piangeva silenziosamente nella sua camera e nella sua casa Siegfried pretese di andare da lei, perchè sosteneva che non stesse bene.
Giunse al Castello con il padre e corse in camera della piccola principessa, trovandola in lacrime.
In quel momento Siegfried correva nelle foreste sul dorso del suo cavallo.
Sapeva dell'esistenza di una grotta e sapeva bene che quella grotta era con della lava al suo interno.
Conosceva esattamente l'ubicazione di quel posto, avendola scoperto lui stesso, ma non usandola mai.
Hilda era entrata lì a nascondersi per la paura.
Giunse il piccolo vichingo nei pressi della grotta e lasciò fuori il cavallo.
Vi entrò con passo sicuro e fiero e vide poco lontano un cumulo candido, sorridendo tra sè si avvicinò e si inginocchiò davanti alla figura.
Hilda aveva levato gli occhi a quell'apparizione, occhi adombrati da un fitto velo di lacrimoni infantili.
I lunghi capelli d'argento incorniciavano il più bel viso che Asgard avesse mai visto, la pelle candida era risaltata da quella dolcezza nello sguardo e tutta la figurina trasudava più innocenza di una bimba normale.
Era come se la piccina fosse stata un timido fiocco di neve, che bellissimo cade dal cielo in mille volteggi eleganti.
Le lunghe ciglia scure avvolgevano in un morbido abbraccio due occhi color zaffiro e lei era l'immagine della bellezza e della purezza dei ghiacci.
Siegfried si era inginocchiato dinnanzi a lei, cosa abituale per lui.
Lei guardò il viso dolce del suo amico, dolce solo quando si rivolgeva a lei.
*Principessina Hilda...lo sai vero che non dovresti essere qui? La Regina ti attende e così anche tuo padre, il Re.*
La bambina chinò lo sguardo colpevole, annuendo e facendo danzare i capelli d'argento.
Tuttavia non sembrava possedere la forza per alzarsi e neppure la voglia di compiere alcun movimento.
Siegfried si mise seduto al suo fianco e continuò a guardarla.
*Non voglio tornare...*
Rispose con la dolcezza del miele nella voce la bimba.
Siegfried ascoltò quella risposta, pensando che lui aveva compreso benissimo che la bimba non voleva spostarsi, ma perchè? Qual'era il motivo di quella decisione? Perchè era scappata?
Fu in quel momento che sentirono il nitrito di cavalli e gli zoccoli che percorrevano la neve incessanti.
Siegfried vide negli occhi della principessa il terrore di esser sorpresa e con un fischio richiamò a sè il cavallo, in modo che nessuno notasse la sua presenza.
Il cavallo entrò nella caverna e gli uomini passarono oltre, con sommo sollievo dei due piccoli fuggiaschi.
Nessuno aveva notato le tracce di neve che portavano alla caverna.
A quel punto, una volta che furono di nuovo soli, Siegfried voltò il capo verso la principessa in attesa.
*Perchè?*
Domandò solamente.
Non era mai stato un bambino di molte parole.
Lui era un bambino d'azione, ogni sua parola era studiata e pronunziata in modo da creare effetto e lui doveva assolutamente essere perfetto anche nella parola.
Le sue parole non eran vento, eran sferzate di vento: non si disperdevano mai nell'aria gelida, ma colpivano con inaudita forza il proprio avversario o la persona dinnanzi a lui, senza temere alcuna reazione.
Attendeva in quel momento una risposta, una qualunque risposta e non dovette attender molto.
*Non voglio tornare, perchè loro vogliono qualcosa che io non sono sicura di poter dare. Siegfried se io non fossi la celebrante...tutti rimarrebbero delusi da me. Nessuno mi vorrebbe più bene. Io sono la Principessa, la figlia della regina, ma non ho cosmo...non sono mia madre...ho paura...io ho tanta paura....nessuno mi vorrà più bene...se fallisco...*
Disse, scoppiando infine in un nuovo pianto e prendendo fiato tra una parola e l'altra.
Siegfried aveva ascoltato ogni parola di quello sfogo, senza mai interrompere la sua principessa, ascoltando ogni singola emissione di fiato.
Allungò un braccio e con la serietà tipica di un piccolo guerriero cinse la bimba, che si appoggiò a lui piangente.
La sentì piangere ed allora parlò in risposta, mentre teneva stretta a sè la principessa.
*Hilda, tu hai un ruolo importante, come ce l'ho io. Non devi temere di rimanere sola e senza affetto. Tu sei la degna Celebrante di Odino-Sama...io lo so. Ed anche se tu non lo fossi, ci sarei sempre io. Pensi che il mio affetto dipenda da che cosa sei tu? Io ti voglio bene perchè sei tu. Continuerò. Darò la vita per te. Ti prometto ed è una parola di futuro guerriero e capitano delle guardie, che non ti lascerò mai.*
Disse serio, mentre avvertiva la bambina che aveva smesso di singhiozzare e lo ascoltava, fissandolo con i dolci occhioni spalancati.
Si asciugò gli occhi convinta, ma ancora non si decise ad alzarsi.
Si era accorta che l'abbraccio protettivo di Siegfried era qualcosa di bellissimo, a cui era difficile rinunziare.
Fu quando Siegfried propose di levarsi ed andare, che sicuramente tutti erano preoccupati, che Hilda annuì.
Siegfried si alzò in piedi e prese per mano la piccola principessa, aiutandola ad alzarsi e recarsi all'uscita della grotta.
Salì il piccolo sul cavallo e con una mano sollevò la principessina per metterla davanti: tra il muso dell'animale ed il suo torace.
Arrivarono poco dopo ad Asgard e lui scese, aiutandola a scendere dalla cavalcatura.
Fu in quel momento che il padre di Hilda li vide e si avvicinò innervosito per quel comportamento ed interrogando la bimba.
Hilda si tormentava le ditina, conscia di essere nei guai e disperata per la punizione, ma un vocino infantile di bimbo parlò.
*Perdono, Re. Hilda non ha fatto nulla. Sono stato io. Ho chiesto alla principessa di incontrarci per darle il mio regalo.*
Hilda volse il capo verso il bambino, curiosa e il padre guardò la mano della figlia, in cui non vi era nulla.
*Dov'è questo fantomatico regalo, allora?*
Domandò.
I due bambini si guardarono in viso e Siegfried parlò.
*E' il cavallo. E' sempre piaciuto ad Hilda, così ho deciso di regalarlo.*
Disse con il cuore infantile contratto in una smorfia di dolore.
Lui voleva bene al suo cavallo, ma voleva più bene ad Hilda.
Il Re prese la figlia in braccio e il cavallo con l'altra mano ed andarono via insieme.
Siegfried era davanti al padre in quel momento, che lo guardava, conscio del fatto che il bambino aveva compiuto un grande sacrificio per la piccola principessa.
Siegfried levò gli occhi, coperti da un velo sottile di lacrime e disse.
*Padre...ho dovuto...non volevo che Hilda venisse punita, ma quello era mio...*
Disse, scoppiando in lacrime e lasciando che il padre lo consolasse da quella sofferenza.
Si recarono subito dopo a palazzo per la celebrazione, in cui si palesò il Cosmo della bimbetta.

Eran passati dieci anni da quel giorno lontano.
La Principessa Hilda ora era regina e governava su Asgard innevata.
La sua elegante figura nobile era nei cuori del suo popolo e tutti volevano proteggerla con il cuore ardente di desiderio protettivo, eppure vi era tra i giovani un ragazzo il cui sguardo spesso indugiava sul corpo della Regina, il cui sguardo spesso era bramoso di ardente desiderio e di dolcezza candida.
Siegfried era divenuto il giovane più vicino ad Hilda.
Era colui che più la proteggeva, praticamente la sua intera esistenza era data per stare accanto alla fanciulla e proteggerla con la potenza del suo braccio.
Davanti alle persone, lui era il fedele Capitano delle Guardie e lei la Celebrante di Odino, ma quando eran soli potevano levarsi quella maschera, che eran costretti ad indossare.
Potevano tornare ad essere Siegfried ed Hilda, due ragazzini spaventati che si nascondevano nelle profondità di una caverna per poter promettersi vicinanza a vicenda.
Primavera e Freja camminava per il palazzo.
Vide una scena particolare: Hilda si allontanava verso un angolo del palazzo che aveva precluso a chiunque, compresa a lei.
Continuò a camminare e vide Siegfried, che lasciava solo Hagen per andare nel medesimo angolo del palazzo.
Freja non sapeva cosa ci fosse e neppure Hagen: sapevano solo che era proibito a chiunque per ordine della Regina.
Hilda quel giorno aveva affrontato una prova veramente dura, difficile e tremendamente ingiusta: la precedente Sacerdotessa era morta e lei aveva dovuto partecipare al funerale di colei che era sua madre, pregando Odino, mentre in realtà quello che voleva era rannicchiarsi su sè stessa e piangere.
Purtroppo ciò che Hilda voleva, non era ciò che il popolo di Asgard desiderava e lei, come regina e Sacerdotessa, doveva sempre mettere i propri desideri al di là di quelli del suo popolo.
In quell'angolo di palazzo, Hilda poteva tornare ad essere una fanciulla, come un'altra, piangere la morte della madre, piangere la propria insicurezza e debolezza, mentre tutti la volevano forte e dura come un ghiacciaio.
Lei non si sentiva forte come ghiaccio, ma friabile come tenera neve fresca.
Fu in quel momento che sentì due braccia forti cingerle le spalle e stringere in quello che era un gesto di unione e di dolcezza.
Hilda voltò il viso e vide diversi centimetri sopra al suo quello serio e composto di Siegfried, addolcito da un'ombra delicata.
Siegfried era divenuto un giovanotto alto e distinto, imponente e bellissimo.
In Asgard non vi era donna che non lo ammirava per quella cascata di meravigliosi capelli biondissimi, per quegli occhi azzurri color del ghiaccio più puro e per quel carattere duro ed intransigente.
Eppure il giovanotto quando vedeva la sua Principessa sorrideva e la guardava come se nella sua vita non avesse mai visto una fata delle nevi così bella.
Hilda era anch'ella alta e distinta, ma sottile e talmente delicata da dar l'impressione di potersi spezzare.
Occhi meravigliosamente dolci eran circondati da lunghe ciglia scure, mentre lunghi e lisci capelli d'argento incorniciavano la sua intera snella figura, rendendola ancora più graziosa.
Mai in Asgard vi fu un simile fiore...un simile cristallo di neve, la cui apparente fragilità contrastava con il potente Cosmo, che la fanciulla era in grado di usare.
In quel momento, tuttavia, Hilda non si sentiva potente e l'ausilio del Cosmo era qualcosa di lontano nella sua mente.
Si sentiva bambina spaventata per esser stata lasciata sola, con il timore di esser abbandonata da tutti e con un compito troppo grande per le esili spalle candide.
Si volse in quell'abbraccio e si appoggiò completamente a Siegfried, singhiozzando dolcemente, cullata da quel respiro e dal battito cardiaco, che era aumentato.
Siegfried cullò la Regina di Asgard, ringraziando che alcun individuo poteva vedere quell'attimo di forte debolezza della sua principessa.
Abbassò, però, il capo ed incontrò il bellissimo profilo della sua Fata delle nevi e non potè resistere.
Poteva contare ogni singola goccia di rugiada, che lenta scendeva sulle gote candide, rese colorite dalle lacrime.
Le vedeva scendere dalle magnifiche ciglia scure ed avvicinò le labbra a quelle della sua principessa.
Un bacio dolce e salato per quelle lacrime che inesorabili cadevano dalle gote candide.
Sentiva il corpo arrendevole di Hilda tra le sue braccia e la strinse a sè con la forza di un Drago di Ghiaccio.
Erano avvinghiati, mentre lui la teneva sollevata da terra, sulle braccia possenti e la baciava con la dolcezza del miele e la passione di una tormenta di neve.
*Siegfried..non lasciarmi anche tu...non mi rimarrebbe più nulla...*
Disse la bella principessa, guardandolo con quei meravigliosi occhi, gemme rare in Asgard per la loro limpidezza di squisita fonte.
Siegfried ricambiò lo sguardo con delicatezza e rispose con voce ferma.
*Rimango io, Hilda. Io che per te darei la mia stessa vita.*
Hilda lo guardò teneramente e poi rispose.
*Non dimenticare mai queste tue parole, Siegfried.*
E Siegfried non le dimenticò mai.
Non le dimenticò quando Asgard venne invasa.
Non le dimenticò quando si rese conto che la sua bella principessa, colei che lui aveva promesso di non lasciare e di proteggere, era soggiogata.
Non le dimenticò mentre si levava alto nel cielo sotto gli occhi folli, ma comunque dolci e preoccupati di una regina che non conosceva.
La protesse fino alla fine, mentre si spegneva nell'oscurità di una notte, ma non importava.
Non importava che lui fosse sordo.
Non importava che Hilda fosse a terra con il capo levato verso l'alto.
Importava solo che lei stava soffrendo e che lui doveva proteggerla ora e per sempre, come aveva promesso.
Era oramai a pochi metri da morte certa, quando il suo cosmo parlò alla sua Hilda, non ad un fantoccio.
*Hilda, sei stata una magnifica Celebrante di Odino. Io lo sapevo e l'ho sempre pensato e saputo. Hai pensato in passato che l'amore delle persone per te fosse dovuto da quello che rappresentavi, ma non è così. Non per tutti, almeno. Per me non è sicuramente così. Io ti ho amata sempre per quello che eri: una Fata delle Nevi. Il mio corpo si spegne, bruciato nel fuoco astrale, ma il mio amore è eterno come i nostri beneamati ghiacciai. Non temere, mia Principessa, io ti proteggerò sempre. Sto dando la vita per te, ma ciò non conta. Ti prometto, come guerriero e capitano delle guardie, che non ti lascerò mai.*
Disse, parlando con il cuore in mano all'unica donna che lui avesse mai amato.
Hilda pianse a lungo la sua scomparsa, intrappolata in un corpo e con un'anima non sua.
Ricordò per sempre quelle parole.

Note dell'Autrice:
Cosa dire? Secondo me una donna sola al potere ha dei momenti di ripensamento, di dolore, in cui l'indole femminile vuole uscire, perchè è sopraffatta dalle emozioni, ma non può, perchè dev'essere forte, perchè la sua forza è la forza del popolo. Ebbene io vedo Hilda come una persona che può essere fragile, che può aver paura di quello che è la sua forza e per questo ha bisogno di un angolo dove recarsi e sfogare la sua debolezza. Siegfried lo ammetto mi piace moltissimo, in quanto è il classico eroe senza macchia e senza paura...ma è anche un ragazzo spettacolare*_*! Lo adoro proprio un mondo e mezzo. Mi piace molto il rapporto che hanno tra loro, come sono dolci e si vede che si amano, anche se non si sfiorano neppure per mezzo secondo. Mi piacciono...non ci posso fare niente!
Risposte alle Recensioni:
KanondiGemini96:
Ciao carissima!! Devo dire che anzittutto pure a me piacciono un sacco i rapporti tra gemelli, la cosa bella è che odio con tutto il cuore il rapporto Incest, ma mi piace il Twincest..non capisco neppure io come son fatta! XD! Per quanto riguarda gli attacchi di pucciosite non oso immaginare cosa ti possa procurare questa..che volevo a tutti i costi come dolce. E' quella più dolce che ho scritto e me ne rendo conto, perchè loro due mi ispirano dolcezza! I rapporti tra fratelli...li ritengo dolci solo nei manga e negli anime, sinceramente io e mia sorella ci scanniamo ogni giorno, altro che non vivere l'una senza l'altra...io senza quella piattola starei anche meglio, ma queste sono opinioni personali. Generalmente vogliono mostrare i manga come sono tutti dolci e carini ed io trovo più naturale un rapporto tipo quello tra Syd e Bud, piuttosto che un rapporto Ikki e Shun..mi sa di autentico.Ti assicuro che sei tenerissima, visto che mi recensisci ogni singolo capitolo!
Vi informo che la prossima coppia che tratterò sarà obbligatoriamente AlberichXFenrir, quindi non dovete sciegliere e poi si concluderà in bellezza con la splendida coppietta IkkiXEsmeralda...poi se qualcuno vorrà tratterò le coppie che mi richiederete oppure chiuderò semplicemente la storia...dipende da voi! Fatemi sapere, miei cari! Sappiate solo che io non scrivo le IkkiXShun...non mi piacciono e a meno che non tratti solo il loro rapporto tra fratelli non scriverò nulla, che tenda ad assomigliare allo yaoi tra loro.
Ringrazio coloro che hanno messo la mia storia tra le Preferite, le Ricordate e le Seguite:
Aoede, Jeje_12 e Lady Pandora; LoVe_PeAcE; Bliss_93, Fenicex8, KanondiGemini96.
Un bacio a tutte e scusate l'attesa, ma l'uccello peregrino dell'ispirazione era volato su nuovi lidi.
  
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