Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Mr Black    15/10/2010    2 recensioni
Una what-if che riscrive la fine di Eclipse, stravolgendo poi Breaking Dawn.
Mentre si fa sempre più vicina l'armata di Victoria e dei vampiri neonati, il triangolo amoroso Edward-Bella-Jacob esplode con tragiche conseguenze. Così, Edward e Bella andranno incontro ad un destino radicalmente diverso.
Non faccio altro che ripetere gli stessi sogni ed ormai, francamente, lo trovo pure stancante. Prima - non saprei esattamente dire quanto "prima" fosse - era solo dolore. Il dolore perfetto. Sognare un'eternità radiosa e svegliarsi in un'eternità di buio nero, nerissimo.
Altro che alba dirompente... la mia vita è più una notte polare. Anche di giorno, c'è sempre buio. Il sole non sorge mai.
Il sole non sorgerà mai più.
La storia che la Meyer non ha avuto il coraggio di raccontarvi.
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen | Coppie: Bella/Edward, Bella/Jacob
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

INTERLUDIO: JACOB BLACK

 

 

Di tutti i personaggi coinvolti in questa storia, umani e non umani, licantropi e vampiri e vampiri neonati e vampire amazzoni, Jacob Black è quello che ha avuto la vita più breve e singolare. Nei suoi sedici anni di vita ha subito le esperienze più disparate. Soprattutto, è l'unico ad aver avuto almeno tre vite.

C'è un Jacob Black nato e cresciuto come un Quileute, che ha conosciuto una Bella bambina e, una volta ritrovatala adolescente, se ne è innamorato perdutamente.

C'è un Jacob Black rinato come licantropo nel suo sedicesimo anno di età, che ha continuato ad amare Bella malgrado tutto e tutti.

C'è un Jacob Black che infine è rinato come fantasma, come spettro, come materializzazione del senso della mancanza, come frutto dell'immaginazione di Bella, come personaggio dei suoi sogni.

Così, grazie a Bella, alla sua disperazione, al suo dolore, alle lotte quotidiane della sua coscienza martoriata, Jacob Black ha preso a vivere la sua terza vita.

Jacob è rinato come fantasma per la prima volta in un sogno di Bella, quando la sua coscienza si era lasciata inglobare completamente dalle mostruosità dell'inconscio. Ha vissuto come fantasma cieco e senza identità, perché di tutti quei sogni Bella non aveva memoria né consapevolezza. E i fantasmi non sono tali per se stessi, ma per gli altri che li invocano. Questo Jacob fantasma non vive per se stesso, ma per il desiderio inconscio di Bella: e in quei giorni di oblio, ha vissuto cieco e privo d'identità, in attesa che il cielo si squarciasse e facesse entrare un po' di luce in quel piccolo mondo piegato su se stesso.

Anche quando, con l'aiuto di Edward, Bella si è risvegliata, il destino di questo Jacob non è cambiato. Bella continuava a sognarlo, ad invocarlo, a gridare il suo nome la notte, ma senza mai rendersene conto davvero. Era ancora resa cieca dal suo dolore.

Soltanto in un secondo momento, quando la sua memoria ha ripreso a funzionare, inondandola progressivamente di ricordi rimpianti e desideri, ecco, finalmente Jacob cominciò a vivere, conscio di sé, come creatura mentale propria di Bella.

Con dolcezza e lentezza e segretezza, con una sorta di infantile bisogno, Bella cominciò ad immaginare conversazioni con Jacob. Cominciò ad immaginarlo vivo, presente fisicamente in una stanza insieme a lei. Immaginava di vederlo, di specchiarsi nei suoi occhi, di sentirne il calore del corpo, immaginava di sentirlo parlare, le domande e le risposte che le dava.

E', questo, un bisogno del quale ha sempre provato una sottile vergogna, ma anche una inevitabile dipendenza. Jacob, questo Jacob fantasma, vive per lei, per il suo bisogno. Ancora una volta, anche da fantasma, da pura creazione dell'immaginazione, Jacob si ritrova a vivere in funzione di Bella.

E così accade anche questa sera. Bella è sola nella sua stanza, stravolta dagli ultimi eventi, stordita e per certi versi resa finanche insensibile. E allora sente di averne nuovamente bisogno, e allora lo chiama, chiama il suo Jacob, che così appare, in piedi accanto all'ampia finestra, sinistramente illuminato dai bagliori serali dell'Alaska, adornato del triste sorriso proprio dei fantasmi.

Ciao, Bella.

“Jacob...”

Allora... cosa sta succedendo, questa volta?

“Domanda topica, Jacob... così tante cose, così tanti eventi, rischio veramente il sovraccarico, da dove comincio?”

Non avere fretta, Bella, vai con calma. Lo sai. Io sono qui per te. Abbiamo tutto il tempo che vogliamo.

“Sta succedendo tutto così in fretta...”

... procedi con calma, Bella. Una cosa alla volta.

“Alice ha avuto un'altra visione.”

E?

“I Volturi saranno qui questa notte.”

Mi ricorda qualcosa, questa situazione di visioni che anticipano gli eventi.

“Anche a me.”

E sei spaventata per questo motivo.

“Non dovrei esserlo?”

Ovviamente hai tutte le buone motivazioni di questo mondo per esserlo.

“Dimmi qualcosa che non so.”

Come potrei?

“Già. Che stupida che sono.”

Jacob vede Bella rinchiudersi per un attimo nel suo silenzio, e per un po' smette di esistere anche lui, ma poi Bella sembra riprendersi, ed ecco che torna a vivere, soltanto per lei, solo perché lei ne ha bisogno.

“Ci sono così tanti pensieri che mi affollano... ma non voglio pronunciarli. Tutte quelle frasi mi sembrano così stupide, così dannatamente stupide... ed inutili.”

A volte però è meglio buttarle fuori, le parole, invece di tenersele dentro.

“Hai ragione di nuovo. E' che... è ovvio. Ho paura, sono terrorizzata, e mi manchi, mi mancano i miei genitori... vorrei che tutto sparisca come per magia. Vorrei che tu fossi di nuovo vivo, e che Edward tornasse ad amarmi come faceva prima, senza esitazioni e senza tristezza. E... No, ok, basta. Mi sento così stupida a dire queste cose.”

Ma è la verità, Bella, è la verità. E la verità, a volte, ha anche il dono di farci sentire un po' stupidi.

“E poi c'è Alice, è così strana... vorrei proprio sapere cos'è che vede continuamente. Ma non ne parla nemmeno a Jasper... tutto ciò mi intristisce, davvero. Ho sempre visto quei due come un'unica entità, due persone capaci di dirsi sempre tutto. E guarda adesso...”

Vedila come una prova, una prova anche per loro.

“Ultimamente sembra ci siano prove per tutti.”

Così è la vita.

“...”

Vuoi ancora diventare una vampira?

“Io... non so. Non credo. So che lo volevo disperatamente. Ma a volte mi chiedo perché. Ma poi mi chiedo: è davvero così sbagliato desiderare, semplicemente, di passare l'eternità insieme all'uomo che ami?”

Sai come la pensavo al riguardo.

“Umpf. Anche da fantasma continui a dirmi quel che non voglio sentirmi dire.”

E di cui forse hai bisogno.

“Già...”

Dove sono gli altri? Ed Edward?

“E' successo il finimondo, ovviamente... Immaginati la scena. Il consiglio di guerra riunito nel salone. Tutti i vampiri lì a parlare, finché Alice ha una visione ed annuncia che i Volturi sono vicini. Il caos!”

E' il minimo...

“Per almeno dieci minuti non si è capito nulla. Tutti hanno cominciato ad urlarsi contro, ad impartire ordini. E' emerso subito, a quel punto, che ci voleva un leader generale, e finalmente Carlisle è riuscito ad imporre l'ordine. A quel punto Alice è stata interrogata, finché ha detto a Carlisle quel che voleva sentirsi dire, e poi è andata via. Si è chiusa nella sua stanza, esausta come non credevo un vampiro potesse essere. Jasper non l'ha mollata un solo istante.”

E tu hai assistito a tutto questo?

“In parte. Edward voleva tirarmi fuori dalla situazione, ma io volevo capire. Per un po' ho avuto la meglio, ma quando la calma è tornata Edward mi ha praticamente chiuso qua dentro. Per il mio bene e la mia salvaguardia, ovviamente.”

Ovviamente.

“E così sta per scoppiare la guerra. Ed io ancora non ho capito che parte abbia tutto questo nella mia vita.”

Dipende da cosa vedi nel tuo futuro.

“E' questo il punto... io non vedo più alcun futuro.”

Le tue certezze sono venute via, è normale.

“O forse semplicemente sto crescendo. Sai una cosa, Jacob? Una cosa che forse nemmeno a me stessa riesco ad ammettere... mi sono sentita così stupida, così maledettamente stupida. Prima, prima che succedesse tutto questo, prima di Victoria e dei Volturi io mi sentivo felice. E mi sentivo una ragazza fortunata, ma soprattutto, mi credevo una persona matura. Mi sentivo diversa dalle mie compagne di classe, preoccupate solo da che vestiti indossare sabato sera e che ragazzo portare al ballo. Io mi sentivo diversa, e forse mi sentivo pure migliore di loro, perché credevo di avere trovato l'amore della mia vita e di essere pronta a compiere il grande balzo, a diventare una vampira, sposare Edward e tutto quanto. Solo adesso mi rendo conto di come sia stata solo una ragazzina troppo accecata dai suoi sogni... ora tutto mi sembra così assurdo!”

Sei solo sconvolta per l'imprevisto corso degli eventi.

“Sì, è questo, ma... no, quello che voglio dire è che grazie a tutto questo casino, adesso me ne sto rendendo conto. Io ho vissuto un sogno, il più bel sogno potessi mai desiderare, e adesso mi sono svegliata. Tutto qua.”

E adesso cosa vuoi fare?

“Sopravvivere?”

Direi sia già qualcosa.

“E non è poco. Sopravvivere non è così facile... ma tu che ne sai, tu te ne sei andato. Non sai cosa significa per noi, per quelli che, come noi, sono rimasti.”

No, infatti, non lo so.

“Forse dovrei pensare positivo, dovrei cominciare a pensare seriamente al mio futuro. Che cosa ne sarà di me ed Edward, una volta sconfitti i Volturi? Potrò tornare a Forks? E riabbracciare mia madre? Non sai quanto mi manca... eppure, finché rimango qui, mi sembra di essere fuori dal mondo. Ho come l'impressione che soltanto quando tornerò allora sì che ne sentirò la mancanza. Ho paura proprio di questo, ho paura che se mai dovessi tornare a Forks mi cadrebbe addosso il peso di tutte le mancanze.”

E che mi dici di Edward?

“... Ecco la domanda che temevo di sentire.”

Ehi, ricorda che sono solo una proiezione del tuo inconscio. Evidentemente volevi sentirla, questa domanda, davvero.

“Sì, è così. Non lo so, non so cosa più pensare.”

Sembra che da quando non ci sono più io, non riesci più a calibrare il tuo rapporto con Edward.

“Non avrei saputo dirlo meglio.”

In realtà le hai pensate... ma non importa.

“Appunto. Risparmiamoci i dettagli freudiani.”

C'è ancora una cosa che però rimane a galleggiare nel tuo inconscio.

“Lo so. Non ho cosa farci. Penso che potrebbe pure rimanere lì tutta la vita.”

E allora dillo, no?

“Cosa vuoi che dica, Jacob, cosa vuoi che dica? Che lo ammetta con tanta naturalezza, come se stessi parlando del tempo? Il rimorso ed il senso di colpa non mi abbandoneranno mai. Una parte di me continuerà a credere che tutto questo è opera di un dio crudele e sadico, che ha volutamente modificato il nostro universo. Perché tu, davvero, non avresti dovuto morire. Ecco tutto.”

Bella riaffoga nel suo silenzio, e di nuovo Jacob si spegne per un po'. La mente di Bella viaggia in luoghi familiari, che però nel profondo del suo subconscio si presentano distorti: la casa di Charlie, la casa dei Cullen a Forks, i corridoi della scuola, la sala mensa affollata... tutti si ripresentano in lei, ma distorti, come un oggetto visto attraverso l'acqua.

Ad un tratto una voce si fa sentire oltre la porta. Esme pronuncia un paio di frasi di circostanza, Bella risponde, Esme prende atto che Bella è viva e tranquilla e la lascia sola con i suoi pensieri, finché Jacob si rimaterializza accanto la finestra, ancora una volta chiamato a fare da testimone invisibile dei dolori di Bella.

Cosa succede?

“Era Esme, voleva solo accertarsi stessi bene.”

Esme è sempre molto premurosa. Me lo ricordo bene.

“Già. Non so come farei senza di lei. Non che gli altri siano da meno, ma ho come l'impressione che in lei, più di tutti gli altri, si sia conservato qualcosa di umano.”

Magari è perché non ha strani poteri speciali, come Edward o Alice.

“Oh, e non solo loro! Dovresti vedere tutti quegli altri vampiri stranieri... ognuno ha qualcosa che li contraddistingue. A volte, sai... a volte m'immagino una vampira anch'io, penso a che potere potrei mai avere... sempre che ne possa avere uno, ovviamente. Ma non mi vedo una supervampira come Alice o Jane, per dire, no, davvero, non mi ci vedo proprio.”

Io non ti ci vedo proprio come vampira e basta, lo sai.

“Sì, lo so. Ma questo è un altro problema, e ora come ora non ho voglia di pensarci.”

Eppure prima non vedevi l'ora.

“Adesso mi trovo nuovamente in pericolo mortale. Diventare una vampira neonata assetata di sangue proprio in questa situazione non mi pare il massimo. Ci ho pensato, è vero, ne ho discusso, ma mi sono lasciata convincere da tutti gli altri. Hanno ragione.”

Benissimo.

Bella si richiude nei suoi silenzi, ma giusto un attimo. Si alza in piedi, passeggia per la stanza, si guarda intorno senza alcuna apparente ragione. Getta lo sguardo fuori la finestra, la sera che avanza.

E' tempo di andare.

“Già. Sono stanca di aspettare.”

Coraggio, allora. Vai a riprenderti il tuo Edward.

“Jacob?”

Sì?

“Non sono mai riuscita a dirti grazie.”

Per cosa?

“Per tutto.”

Non importa.

“Vorrei poter fare qualcosa, vorrei poterti parlare, davvero, ma...”

Il passato è passato, Bella. Indietro non si torna. Ed io qui non me la passo mica male. Il tuo inconscio è parecchio affollato, sai?

“Sì. E meno male che Edward ha messo un po' di ordine...”

Dai, vai adesso. E mi raccomando. Vedi di sopravvivere. Fallo anche per me.

“Lo farò, Jake. Lo farò.”

 

E così Jacob Black torna ad essere un ricordo prezioso custodito nella memoria di Bella.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Mr Black