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Autore: nini superga    15/10/2010    2 recensioni
bene, il primo tentativo è andato a vuoto- anche con le istruzioni faccio fatica a capire tutte queste storie sull'HTML e così via...speriamo di farcela!!! ma questa storia non parla di questo,no no, parla di come sarebbe potauta andare se il mio personaggio preferito, Boromir, avesse trovato qualcuno sulla sua via in grado di farlo ragionare, di sviarlo dalla guerra e di curare i pensieri oscuri rivolti all'Anello...chi sarà mai questo personaggio così importante?ma io, ovviamente!!! leggete e recensite, qui c'è bisogno di consigli!!
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Boromir, Denethor, Faramir, Gandalf, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I Gioielli di Anna.'
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Matilde mi svegliò che il sole era sorto da poco e una leggera nebbia aleggiava sulla bianca città.

Durante la colazione mi porse un biglietto ripiegato << Questo è il messaggio che devi dare a Boromir, capitano della Torre Bianca. E' strettamente riservato, e desidero che lo legga lui di persona. Inoltre, voglio una riposta immediata e dovrai restare a attenderla. >>

<< Davanti a lui ? >>

<< Se te lo chiede, si. >>

<< Fantastico... >>


Ero di umore nero quando mi avviai verso la cittadella.

Rimpiansi che Gandalf non fosse accanto a me: Matilde mi aveva spiegato che dopo avermi messa a letto era subito ripartito, probabilmente per non far diffondere la notizia che era giunto in città, e non si sapeva quando sarebbe tornato. “ Abbandonata nel momento del bisogno. “ Mi dicevo con aria sconsolata mentre attraversavo Minas Tirith nelle prime ore del mattino.

Le vie iniziavano a animarsi. Le botteghe aprivano i battenti, i locandieri pulivano il loro uscio e spazzavano lo sporco accumulatosi nei vicoli, le porte della città venivano aperte e la gente della campagna entrava per vendere le proprie merci, guadagnare qualcosa e magari avere notizie di quanto si preparava al' Est, e cosa aveva intenzione di fare il Capitano al riguardo.

“ Il Capitano...” Sorrisi a quel nome. Il prinicpe Boromir era ben voluto in città, amato e rispettato, quasi venerato da quanto mi aveva raccontato Matilde. Lo era per forza! In tempo di guerra chiunque fosse in grado di sconfiggere i nemici era un'eroe e Boromir ne aveva sconfitti molti salvando Osghiliart e Minas Tirith più volte. Però nei frammenti di conversazione che riuscivo a percepire al mio passaggio, il principe Faramir era nominato raramente, probabilmente perchè Faramir era di animo gentile, e la gente non apprezzava la gentilezza e la cortesia in tempo di guerra.

Mentre ero già in vista del portone della Cittadella, non potei fare a meno di pensare a come Boromir si era comportato con me. “ Scommetto che i suoi sudditi non conoscono questo lato del suo carattere. “ Mi dissi avvicinandomi a una delle due guardie che proteggevano il portone aperto “ Se no, non so quanto potrebbero rispettarlo! “.

Oltre il grande arco si vedeva alla luce del giorno la via buia percorsa con Gandalf due notti prima: sui lati della strada vi erano delle costruzioni tutte uguali in resistente pietra, a due piani, con finestre a bifora su ogni piano, intervallate da vicoli bui. Nella via, vi era un gran via vai di uomini in diverse uniformi: chi con la cotta di maglia e il farsetto nero della Cittadella, chi con l'armatura argentata di Gondor, chi vestito di verde.

Vedendo che mi avvicinavo, un soldato mi impose di fermarmi. << Chi sei? Fatti riconoscere. >>

<< Sono Anna, la nuova apprendista di Matilde. Reco un messaggio della mia signora al principe Boromir. Dove posso trovarlo? >>

La guardia mi squadrò e annuì. Dandomi le spalle, mi condusse davanti all'ultimo edifico sulla destra, su cui svettava lo stemma di Gondor, e mi fece cenno di aspettare. Bussò alla porta e entrò, lasciandomi sulla strada.

Guardandomi attorno, notai che tutti i soldati mi osservavano incuriositi- e non c'era nemmeno Jadis: con lei accanto, avrei capito il motivo di tanta curiosità!

L'attesa si faceva lunga, e mi appoggiai al muro della casa cercando di rendermi invisibile: non ero abituata a restare sola a lungo, e Isengard era sicuramente meno popolata del quartier generale da Gondor! Finalmente, la porta si aprì e ne uscì non solo la guardia che mi aveva fatto da guida, ma anche altri cinque soldati. L'ultimo mi disse che potevo entrare.


Entrai in un vasto salone con un unico grande tavolo sommerso da carte posto davanti alla finestra, in modo che chi vi sedesse potesse godersi anche l'ultimo raggio di sole, delle scale che salivano a un soppalco e un grande camino in cui ardeva un bel fuoco che scaldava l'intero ambiente. Lungo le pareti erano accatastati degli sgabelli e appese diverse armi, ma io non feci caso a tutto questo se non in un secondo momento. La prima cosa che notai fu che in quella sala non c'era nessuno.

<< C'è nessuno? >> Chiamai << Sono Anna, l'apprendista di Matilde, e devo consegnare un messaggio al principe Boromir, che dovrebbe essere qui. C'è nessuno? >>

La voce di Boromir arrivò dal soppalco << Il principe ora è impegnato, dovrai aspettare. >>

<< Matilde desidera una risposta immediata. Dove attendere? >>

Finalmente, Boromir si affacciò dalla balaustra del soppalco e mi salutò << Ah, sei la piccola insolente! E così ora ti fai usare dalla Maestra come galoppina, eh? Bell'aiuto! >> E rise, sarcastico.

<< La maestra HA bisogno di qualcuno che l'aiuti, e Gandalf ha pensato fossi la persona giusta. >> risposi innervosita << Devo attendere ancora molto? >>

<< Che genere di messaggio mi invia la Maestra? >> Chiese appoggiandosi alla balaustra e cambiando argomento volutamente.

<< Non ho idea di cosa si tratti! Scenda e lo legga! >> Sbottai, pentendomi di quanto detto : avevo promesso niente discussioni. Addolcii il tono << Principe, la mia signora mi ha ordinato di consegnarvi la lettera di persona, e ora sono qui: leggetela, e datemi una risposta. >>

Boromir rimase ancora un poco fermo sul soppalco, poi si diresse verso le scale e le scese velocemente. Visto alla luce del giorno, sembrava ancora più alto e grosso: io gli arrivavo a malapena al petto, e ero la metà di lui, una massa di muscoli. “E senza cervello.. “ fu la continuazione del pensiero mentre gli sorridevo e gli consegnavo la lettera ripiegata.


Ma grazie alla luce del giorno, notai una cosa che prima non avevo notato.

Boromir era bello. I lineamenti che avevo appena notato alla luce della luna, quegli stessi lineamenti distorti dalla rabbia per essere stata insolente con lui, ora nella lettura della lettere di Matilde risaltavano stupendi: i capelli castani dai riflessi ramati lisci sulle spalle, il naso dritto,il mento squadrato dalla barba rossiccia in cui era disegnata l'ombra di una cicatrice, gli occhi grigi dall'espressione acuta.

Fu il tono della voce a riportarmi nel mondo reale.

<< Cosa significa questo! >> Esclamò sventolandomi la lettera davanti << Spero che sia uno scherzo! >>

<< Perchè, cosa dice la lettera della mia signora? >>

<< Leggi e dimmi cosa ne pensi. >> mi diede la lettera e si mise a camminare avanti e indietro nella stanza, evidentemente arrabbiato.

Intanto, io leggevo e restavo allibita. Non era una lettera molto lunga, e recitava più o meno così:


Caro allievo e mio principe, tempo fa in una determinata occasione mi giuraste di tornarmi un favore: vi chiedo di mantenere la parola data, e di allenare la mia nuova apprendista all'arte delle armi, perchè quando scenderemo in guerra anche lei si possa difendere.

Anna è una ragazza sveglia e credo che imparerà molto da voi- che, in fondo, avete imparato da me. E' solo molto petulante e decisamente testarda, ma ho già imparato ad amarla (almeno a sopportarla), e così farete voi un giorno.

In quanto vostra maestra, per quel briciolo di autorità che ancora ho su di voi e vostro fratello, vi chiedo di comunicare a Anna la vostra risposta, cioè si: voi la allenerete.

Vi rammento la parola data, e non accetterò rifiuti.

Sapete già quando allenarla.

Forza e onore, Matilde.”


<< Hai letto? La mia Maestra d'infanzia è impazzita! >> esclamò Boromir evidentemente scocciato, strappandomi la lettera dalle mani e sbattendola sulla scrivania. Rimase a fissarla, poi disse lentamente << E non posso nemmeno rifiutare. >> Tornò a guardarmi << Tu sapevi qualcosa? >>

<< Io? Assolutamente nulla! Questa era l'ultima cosa che mi aspettavo! >> Ribadii avvicinandomi alla scrivania e girando la lettera verso di me.

<< Essere allenata da un principe... che razza di idea! >>

<< Io supervisiono l'allenamento delle reclute ogni giorno, mi alleno con loro per essere io stesso in esercizio. E' uno dei compiti di Capitano della Torre. >> Si grattò la barba << Solo che fra questi compiti non c'è quello di allenare insolenti. >>

<< Amo solo dire la mia, e è giusto così. >> Sbottai, rileggendo la frase “E' solo molto petulante e decisamente testarda, ma ho già imparato ad amarla (almeno a sopportarla), e così farete voi un giorno. “. Guardai il principe sorridendo.

<< Ve la sentite di rispettare la parola data a Matilde? >>

<< Certo che rispetterò la parola data! Sono un uomo d'onore, e non sarà sicuramente un'antipatica ragazzina con la metà dei miei anni a farmela mancare! Domani mattina all'alba ti voglio davanti all'arco della Cittadella. Non posso farti allenare col resto dei miei uomini, li distrarresti con le tue chiacchere sciocche, quindi farò una sessione straordinaria di allenamento. >>

<< Solo per me? >>

Lui annuì << Ovviamente, se resisterai al primo allenamento. >>

Alzai un sopracciglio con aria interrogativa << Non mi credete all'altezza? Bene:scommettiamo. >>

Boromir sembrò divertito e si appoggiò alla scrivania vicino a me. Fissandomi con quei suoi incredibili occhi grigi chiese con voce morbida << E cosa scommetti, insolente? >>

<< Voi cosa scommettereste? >>

<< Io scommetterei un vestito da donna, visto che tu non hai l'aria molto femminile... >>

“ Che bastardo! “ Esclamai dentro di me, mentre gli sorridevo e annuivo << Ah si? be... io scommetto...scommetto... scommetto che vi taglierete la barba! >>

<< Ragazzina, bada che quel vestito ha valore per me, vedi di scommettere qualcosa di serio. Potresti scommettere... >>

<< Cosa? >>

<< La tua lupa. >>

<< No! Jadis non è un oggetto, è un essere a cui sono affezionata >>

Boromir si alzò e ripiegò la lettera con grande cura << Meglio, così avrai un motivo in più per resistere. >> Mi guardò da sopra una spalla << Non avrò pietà solo perchè sei una ragazza, Anna, quindi vedi di non deludermi o la tua lupa diventerà mia. E ora vattene, ho del lavoro da fare. >>

Senza neanche salutare, scesi dalla scrivania e sbattei la porta. Da dentro, giunse la voce di Boromir che diceva << Mi raccomando, vestiti da allenamento! Niente fronzoli domani! >>

Mentre tornavo alla quinta cerchia, l'unica cosa a cui pensavo era la scommessa: non era un oggetto qualsiasi in gioco, ma Jadis, la MIA Jadis.

<< Bastardo. >> Sussurrai tra me e me << Bastardo, ti farò vedere chi vincerà la scommessa. Quel vestito sarà mio. >>

  
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