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Autore: bianfre    16/10/2010    1 recensioni
“Inverno!”“Pomodoro,mozzarella,radicchio e grana!”“Rustica!”“Pomodoro,mozzarella,tonno,cipolla,salamino piccante…e…..”“AH, FREGATO! Olive nere!”e detto ciò il biondo non tardò a fuggire mentre il bruno cercava invano di scagliarvisi contro.
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nord Italia/Feliciano Vargas, Sud Italia/Lovino Vargas, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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ve

(Tadaaan!!! Questa sarebbe la copertina della storia, è un mio piccolo disegnino <3 X3)




 
“Veeee”
“…mmmh?”
“Doitzu, ho fameee”
“zzzzzz- uhm, eh?c-che ore sono?”
“mezzogiorno, Doitzuuuu”
 “m-ma che vuol dire ‘Doitzu’? E poi—C-CHE CI FAI NEL MIO LETTO!?”
‘Veeee’ e sorridendo beffardamente l’italiano si accoccolò meglio al suo guanciale mentre il tedesco lo fissava imbarazzato, tenendosi sugli avambracci.
“Era così caldo qui!” spiegò il moretto, stirando gli arti lungo tutto il materasso.
Ludwig sospirò rassegnato, passandosi malamente la mancina sui biondi capelli, tirandoli indietro.
“che vuoi mangiare?”chiese, cambiando argomento, osservando ancora assonnato la sveglia sul comodino.
L’italiano stette a pensarci un po’, rispondendo ovviamenteche un buon piatto di pasta al sugo ci sarebbe stata benissimo. Il teutonico però spiegò che in casa non aveva nulla del genere e così Feliciano propose di andare da lui.
“E con tuo fratello come la mettiamo?” chiese.
Il veneziano lo guardò stupito. Come aveva fatto a capire di non piacere a Romano?
“Guarda che lo so” rispose l’altro alla faccia interrogativa del più giovane. “Ho visto che occhiatacce mi lancia non appena ti sono accanto, e non solo. Ma non preoccuparti, te vai pure.”concluse sedendosi sopra il materasso, dandogli le spalle.
Un rumore di lenzuola, e due flebili braccia gli coprirono le spalle, un petto gli si posò sulla schiena, e una chioma bruna gli solleticò la guancia.
“non voglio andare da solo!” piagnucolò l’italiano, stringendosi maggiormente al biondo a cui erano diventate rosse pure le dita dei piedi. “te vieni a casa con me, chi se ne frega di quello che pensa mio fratello! Siamo amici, no!?”
Non lo avrebbe mai detto. Non avrebbe mai detto che due piccole parole potessero renderlo cosìfelice. Siamo amici.
Il teutonico annuì, accarezzandogli amorevole il capo.
“ok…”
“e allora, PASTAAAAA!!!”
 
 
 
Poche rampe di scale, così pochi gradini ed era sempre più convinto che fosse una pessima idea.
Guardava silente la minuta figura del compagno saltellare allegramente davanti a lui, tirandolo appena per la manica del giubbotto. Si, era una pessima idea.
“Feliciano?” lo richiamò il tedesco, aspettando che l’amico si voltasse. “Uhm?”
“Forse non è il caso, sai… non vorrei che litigaste per causa mia” ammise preoccupato. L’italiano gli sorrise, brandendo le chiavi di casa.”Doitzu non devi preoccuparti di nulla!” e finalmente arrivarono sul pianerottolo. Tre colpi di serratura e la porta si aprì, lasciando entrare un dolce aroma di sugo misto pesce. “Che profumino nii-chan!!!” esclamò il castano entrando, trovando però ai fornelli Antonio.
“Hola!” salutò gioviale questo, mollando padelle e pentole per correre ad abbracciare il giovane, che ricambiò l’abbraccio sotto lo sguardo sorpreso del teutonico.
“Antonio?” biascicò il tedesco, incredulo. Lo spagnolo lo fissò un secondo. “Ludwig?”
“Antonio!!!” e gli andò incontro mollandogli una leggera pacca sulla schiena, approfittando per staccare Feliciano dalle sue braccia. “non ci posso credere, anche tu qui?? Aspetta che lo venga a sapere mio fratello!”
“Lud! non mi avevate detto che sareste venuti in Italia! C’è pure Gilbert??? Allora dobbiamo assolutamente trovarci!!” ed entrambi scoppiarono a ridere, riprendendo a ciarlare, fissati da un Feliciano spaesato e confuso.
“Ehm…” biascicò, catturando l’attenzione dei due. “Voi due come fate a conoscervi?” domandò palesemente. I due stavano per rispondere quando un certo meridionale non fece la sua comparsa, guardando sbigottito prima Antonio e poi Ludwig. Quel crucco di merdaera nel suo…
“FELICIANOOOO!!!” sibilò velenoso contro il fratello che di tutta risposta si nascose dietro all’ispanico, tremante.
“Andiamo Romano” cercò di calmarlo lo spagnolo. “è un amico di tuo fratello dopotutto, e questa non è solo casa tua, altrimenti nemmeno io potrei stare qui se Feli avesse qualcosa in contrario, o no?” spiegò calmo verso il meridionale che si ammutolì, volgendo uno sguardo d’odio al tedesco. Effettivamente aveva ragione. “tzè, stì crucchi…” e senza aggiungere altro si mise a preparare la tavola, mentre un Feliciano sprizzante di gioia saltò addosso a un certo teutonico, con di sottofondo le risa dell’ispanico.
In fondo, un po’ di movimento in casa non faceva male.
 
 
 
***
 
 
 
‘Diiiinnn doooonnn’
Le note riecheggiarono sorde all’interno del modesto appartamento, distraendo il piccolo giapponese dalla sua quotidiana meditazione mattutina. Innervosito si recò davanti l’uscio, spiando dal piccolo oblò, trovandosi davanti la figura sorridente di Feliciano salutarlo con la mano. Senza fiatare si allontanò di qualche passo, deciso a non aprirgli.
“Heyyy Kikuuu so che sei in casa, ti ho sentito camminare!!!Daii aprimiiii, ho una proposta da farti!!!”
Il giapponese sospirò, andando ad aprire la porta.
“Ohayo Italia-kun!”
“Ohayo Nihon!!!” e di slanciò lo abbracciò, facendo arrossire il giovane orientale che lo spintonò via in modo brusco. “q-quante volte ti devo dire di non farlo, insomma!”
“eeeehhh?” gemette incredulo il castano.
“comunque ero intento a meditare, puoi dirmi di che si tratta velocemente così posso continuare?”
“oh si si certo certo! Ecco qua!” e frugando nella tasca posteriore dei jeans estrasse un piccolo fogliettino di quaderno con sopra disegnata una mappa. Kiku perse il foglio, scrutandolo confuso.
“e questo?”
“ecco, sabato sera io e Romano siamo stati invitati da dei nostri amici all’apertura di quella nuova discoteca davanti alla nostra pizzeria, e mi chiedevo se magari volevi unirti a noi!” disse indicando il punto segnato con una ‘x’. Il moretto sembrò pensarci su, avendo poi un’illuminazione.
“Oh accidenti no, sabato non posso proprio, ho promesso a un amico che lo avrei accompagnato alla stazione dei treni a prendere delle cose”.
L’italiano lo fissò poco convinto. “Al sabato sera?”chiese dubbioso.
Ed effettivamente anche Kiku si sorprese di questo. “In effetti è strano, ma sono sicuro che mi abbia detto così, ‘sabato sera tieniti libero che ci sarebbe una certa commissione da sbrigare alla stazione, non darmi buca ti supplico, sei l ‘unico di cui possa fidarmi’…” e un po’ parve preoccupato.
Il veneziano sospirò dispiaciuto, abbassando il capo. “che disdetta avrei tanto voluto venirci con te.. beh sarà per la prossima volta, vero???” e osservò con occhi luccicanti il povero orientale che a stento annuì.
“FANTASTICO! Ok ok allora ora vado, non voglio rubarti altro tempo!!! Buona giornata Kikuuuu!!! Ciao!!!!” e velocemente scese la lunga scalinata, saltellando, come suo solito. Quando Kiku lo sentì entrare nell’ appartamento chiuse anch’egli la porta, appoggiandovisi sopra con fare pensieroso.
“Sabato sera… che diamine avrà in mente quell’olandese???”
 
 
 
Continua…




   
 
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