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Autore: iosnio90    18/10/2010    2 recensioni
Questa è la terza parte della mia serie: il linguaggio della resa. Dopo tutti gli avvenimenti del Labirinto, quando tutto sembrava andare per il meglio, ecco che la magia sembra avere la meglio e Samuel e Samia rapiscono Bonnie lasciando Damon da solo. Cosa succederà? Per scoprirlo dovrete leggere, ma per chi non lo avesse ancora fatto, vi consiglio di leggere prima le prime due parti di questa serie altrimenti non si capisce nulla. Ovviamente è una Damon/Bonnie! BACIONI...IOSNIO90!
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il linguaggio della resa'
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Capitolo diciassettesimo

Mai, in tutta la sua vita, si era sentito tanto impotente come in quel momento.
Era stato accecato dalla rabbia per quell’atto ignobile che aveva causato la morte di Hugh e aveva fatto un passo falso finendo sotto un incantesimo dal quale non riusciva ad uscire.
Stefan si sentiva in colpa.
Forse se avesse mantenuto il sangue freddo avrebbe trovato un modo per lasciare la casa del Consigliere portando con se Bonnie e Katie e forse sarebbero anche riusciti a riprendesi Damon e a tornare a casa, ma così non era stato.
Due guardie lo tenevano sollevato da terra con il viso rivolto al soffitto e Stefan riusciva chiaramente a sentire le risatine sommesse che provenivano dal basso.
- Avevano finalmente preso i vampiri - pensavano gli stregoni e mai verità aveva fatto più male a Stefan.
Cercava di pensare, di ragionare, di vagliare tutte le possibilità che ancora gli restavano, ma niente! Il suo cervello non voleva saperne di collaborare, voleva solo viaggiare, tornare indietro nel passato a rivivere tutti i suoi momenti migliori, voleva correre libero all’esterno, voleva correre da Elena.
Appena quel nome gli si formò nella mente Stefan sentì una fitta dolorosa lì dove avrebbe dovuto battere il cuore.
Le aveva mentito: le aveva promesso che sarebbe tornato, ma non avrebbe mantenuto la parola.
Stava per morire e non le avrebbe neppure detto addio.
Un tonfo sonoro e improvviso lo fece tornare alla terribile realtà.
Si ritrovò a dover girare il viso di lato per non colpire quello che doveva essere l’arco di una porta.
Pochi istanti dopo lo misero giù: erano nella Sala delle Udienze dove li avevano condannati il primo giorno.
Ma questa volta non c’erano i troni, non c’era nulla, la stanza era completamente priva di ogni cosa fatta eccezione per il braciere enorme da cui divampava un fuoco alto e feroce e due colonne in legno. Ad una di queste era legato Damon e non riusciva a muoversi nonostante gli sforzi che Stefan gli vedeva fare.
“Ed ecco che finalmente la famiglia è al completo!” - Samuel accompagnò la frase con una di quelle risate maligne degne di un film horror di bassa lega.
Stefan non riuscì a parlare, ma lanciò al Consigliere un’occhiata piuttosto significatica e carica di tutto l’odio possibile.
“Legate anche l’altro!” - ordinò Samuel muovendo elegantemente una mano con noncuranza.
Stefan si sentì trascinare all’indietro, incapace di ribellarsi. Poco dopo era incatenato alla colonna esattamente come Damon, con una catena di legno, magica ed indistruttibile che lo teneva fermo sul posto.
Nello stesso istante in cui la catena si chiuse intorno alla sua caviglia destra, sentì i suoi muscoli tornare in vita e riuscì a muovere le braccia e la testa: l’incantesimo che lo teneva immobilizzato era stato sciolto.
Si chinò in fretta verso la catena, ma non appena la tocco dal legno comparve una scheggia lunga e appuntita che gli trafisse la mano costringendolo ad urlare.
“Non farlo! E’ inutile!” - il sussurro di Damon fu così sommesso che Stefan stesso faticò a sentirlo nonostante l’udito più sviluppato.
“Cosa avete intenzione di fare?” - chiese, rivolto a Samuel.
“Vi uccideremo, mi sembra ovvio! E non vi aspettate l’aiuto di nessuno perché abbiamo imprigionato anche le vostre due amiche streghe!” - rispose il Consigliere.
“E così ucciderai Bonnie nonostante tutto quello che hai fatto per portarla qui?” - intervenne Damon.
“Certo che no! Ucciderò Katie e poi cancellerò la memoria a Bonnie facendola tornare quella di prima, cioè…facendola tornare quella che era qui nel Regno! E senza te nei paraggi sarò sicuro che lei non ricorderà mai più la verità!”
“Sei uno sporco bastardo, lo sai vero?”
“Chiamami pure come vuoi, Damon! Tanto ormai tra poco morirai, ma prima….” - rispose i Consigliere facendo apparire, con un cenno della testa, un paletto di legno ed una fiaccola accesa nelle mani di ognuna della venti guardie presenti nella Stanza.
“Prima, cosa?” - chiese Stefan guardandosi intorno.
“Oh, avanti! Non penserete mica che dopo tutto quello che avete fatto e dopo tutto il tempo che ho aspettato, io vi uccida senza prima divertirmi un pò?”.
“Quindi cosa vuoi fare? Torturarci?” - chiese Damon.
“Ovviamente! E comincerò proprio da te!”.

“Katie, non possiamo restare qui senza fare nulla!” - la voce di Bonnie era rotta dal pianto.
Maddy e Sean le avevano arrestate  quando ancora erano nella casa del povero Consigliere Hugh e le avevano condotte nelle segrete del Palazzo del Consiglio rinchiudendole in una delle celle.
Bonnie sentiva i due stregoni lì fuori parlare tra loro e ridere come se nulla fosse.
Maddy sembrava essersi ripresa piuttosto in fretta dalla delusione per il tradimento di Katie.
Lei e Katie erano sole, quasi al buio, angosciate e dal piano di sopra Bonnie sentiva provenire le grida.
“Katie….”
“Lo so, Bonnie! Non preoccuparti, fammi pensare!”.
“Come faccio a non preoccuparmi! Li senti? Li stanno torturando!” - rispose Bonnie con una voce che rasentava l’isteria.
“Sì e forse per noi è un bene!”.
“Che li torturino? Come puoi dire una cosa del genere, Katie?”.
“Bonnie, acoltami! Se li avessero uccisi subito, noi non avremmo avuto il tempo di fare nulla! Ma dato che li stanno torturando, il tempo di agire ce lo abbiamo! Cioè…so che è una cosa brutta da dire, ma è così! Dobbiamo solo trovare il modo giusto per intervenire!” - Katie comiciò a camminare su e giù per la piccola cella con una mano sotto il mento.
Bonnie sapeva che l’amica aveva ragione, ma non riusciva a tranquillizzarsi: ogni urlo di dolore che le arrivava era un colpo al cuore.
All’ennesimo grido, Bonnie si voltò di scatto e battè una mano sulla parete alle sue spalle: “Accidenti! Può essere mai che questi stupidi muri di pietra non attutiscano un bel niente? Non ce la faccio più a sentirli urlare senza poterli aiutare!” - disse.
Katie si fermò di scatto e la voltò prenendola per le spalle.
“Bonnie, sei un genio!” - le disse.
“Come, scusa?”.
“La pietra! Capisci? La pietra che mi ha dato Hugh! Quella ci aiuterà!” - Katie sembrava sicura di se, ma Bonnie non riusciva proprio a capire.
“Katie, come può una pietra che l’unica cosa che è in grado di fare è aprire portali per il mondo umano, aiutarci a salvare Damon e Stefan che sono nel Regno Magico?” - chiese.
“Non parlo di quella pietra!”.
“E di quale allora?” - Bonnie era perplessa.
“Oddio, giusto! Tu eri fuori con Damon quando Hugh me l’ha data!” - disse Katie battendosi il palmo della mano sinistra sulla fronte.
“Dato, cosa?”
“La pietra blu! Questa!” - rispose Katie tirando fuori dalla tasca una pietra che Bonnie non aveva mai visto.
“A cosa serve?” - chiese.
“Vedrai! Prima però…chiama Maddy e Sean!” - rispose Katie.
“Come sarebbe che devo….”
“Bonnie non c’è tempo! Fa come ti dico e chiamali!”.
Bonnie annuì e si avvicinò alle sbarre urlando il nome dei due stregoni.
Quando Maddy e Sean arrivarono erano il ritratto della felicità e ad ogni urlo proveniente dall’alto il loro stupido sorriso sembrava allargarsi sempre di più.
- Io mi angoscio, ma loro si stanno divertendo un mondo - pensò Bonnie con un astio mai provato prima.
Aveva sempre creduto che non sarebbe mai stata in grado di odiare nessuno, ma, in quel preciso istante, si rese conto di odiare quei due come mai aveva creduto possibile.
“Cosa vuoi?” - chiese Maddy con la sua vocina da finta innocente.
“Vogliamo che ci lasciate uscire!” - intervenne Katie.
“Certo che vi lasceremo uscire….quando i vampiri saranno morti e sarà giunto il vostro turno!” - ripose Maddy.
“Ma magari, se fate le brave, potremmo anche portarvi di sopra un po’ prima…per farvi assistere all’esecuzione!” - aggiuse Sean guardando Bonnie con occhi divertiti e crudeli.
“Va bene! Lo avete voluto voi!” - disse Katie e prima che i due stregoni capissero cosa stava succedendo, Bonnie vide l’amica farsi avanti e alzare la pietra blu dritto davanti agli occhi di Maddy e Sean dicendo : “Incanto e obbedianza”.
Un secondo dopo quattro piccoli fasci di luce blu si irradiarono dalla pietra e colpirono gli occhi degli stregoni riducendoli all’immobilità assoluta.
Quando tutto finì, Bonnie si avvicinò e ne studiò i volti: sia Maddy che Sean avevano lo sguardo fisso e vuoto con gli occhi ricoperti da una sottile patina di un azzurro brillante.
“Cosa è successo?” - chiese a Katie senza distogliere lo sguardo dagli occhi di Maddy.
“Li ho incantati e adesso saranno obbligati a fare qualsiasi cosa io gli chiederò!” - rispose Katie e dal tono di voce Bonnie capì che stava sorridendo.
Katie si fece avanti e, scostando gentilmete Bonnie, si parò di fronte alle due figure immobili e disse: “Maddy, Sean, aprite subito questa cella e lasciateci uscire!”.
Immediatamente, Bonnie vide le mani di Sean correre alla cintura e afferrare un mazzo enorme di chiavi dal quale ne tirò fuori una e la porse a Maddy che l’afferrò e la infilò subito nella serratura facendola scattare.
Katie afferrò le sbarre e spinse leggermente: la porta si aprì.
Maddy e Sean si scostarono di lato per lacirle uscire.
Una volta fuori, Katie si voltò di nuovo verso i due stregoni e disse: “Adesso entrate nella cella e addormentatevi!”.
Gli stregoni obbedirono subito, come in precendeza.
Katie si affretò a chiudere la cella e lanciò la chiave lontano lungo il corridoio buio alle loro spalle, poi afferrò Bonnie per il polso destro e disse: “Andiamo!”.
Bonnie annuì.

Damon si sentiva annegare, annegare nel suo stesso sangue.
Era disteso a terra, al centro della sala, tra le due colonne e in mezzo ad un capannello di guardie armate di legno e fuoco.
Voltando la testa verso destra riusciva a vedere suo fratello: Stafen lo guardava con uno sguardo carico di dolore, angoscia e quello che sembrava senso di colpa.
- Non è colpa tua, tu non hai mai avuto colpa di niente, tu sei un’anima pura e gentile, Stefan, l’unica cosa sbagliata della tua vita sono io, sono sempre stato io - erano queste le parole che avrebbe voluto dire, ma non ci riusciva.
Ogni volta che tentava di aprire bocca, da questa veniva fuori solo sangue, il suo sangue. E ogni volta che cerava di comunicare telepaticamente con Stefan non riusciva a spingere abbastanza, non riusciva a far uscire le parole dalla sua testa per arrivare a quella del fratello: la tortura gli aveva tolto troppa energia.
Sarebbe morto a breve e lo sapeva, nulla sarebbe arrivato a salvarlo misteriosamente perché per quelli come lui non esistevano i miracoli.
L’unica cosa che, in tutta la sua esistenza, era somigliata maggiormente a un miracolo, al suo miracolo, era stata Bonnie, ma non era riuscito a salvarla e adesso stava per perderla per sempre.
A consolarlo non c’era neppure il fatto che Bonnie lo avrebbe ricordato, perché sapeva con assoluta certezza che Samuel, ancora Samuel, avrebbe fatto in modo che lei non lo ricordasse mai più.
E, una volta morto, lei non avrebbe pensato a lui, non avrebbe parlato di lui, non avrebbe pianto per lui, non avrebbe pregato per lui.
Lui non avrebbe avuto nulla di tutto questo perché a persone come lui, che si lasciano portare via l’unica cosa bella della loro vita, non erano concessi pianti o preghiere….non era concesso nulla.
Un altro paletto gli affondò in una gamba e Damon sentì un urlo, ma questa volta non era stato lui a gridare e neppure Stefan.
Quando aprì gli occhi la vide.
Bonnie era lì, sull’entrata, aggrapata a Katie e stava piangendo, stava urlando il suo nome.
- Non piangere! Non devi, non me lo merito! - pensò Damon allo stremo delle forze.
Ma Bonnie non recepì la supplica nei suoi occhi e corse verso di lui.
In quel preciso istante Damon vide le guardie scomparire dalla sua vista e accerchire Bonnie e Katie.
- No! Prendete me! Continuate con me! Lasciatela! - Damon cercò di sforzarsi, ma le parole, così chiare nella sua mente, quando uscirono dalle sue labbra assunsero la forma di un rantolo soffocato e indistinto.
Un risata si fece largo tra le grida e il dolore.
“Lasciatele pure avvicinare! Tanto non possono fare nulla!” - era stato Samuel a ridere ed era stato lui a parlare.
Bonnie corse verso di lui, si inginocchiò al suo fianco e si chinò su di lui accarezzandogli la fronte.
“Damon, Damon che ti hanno fatto?” - disse intervallando le parole e i singhozzi.
Ma Bonnie non doveva stare lì, lui era un mostro, un mostro ferito, un mostro che aveva bisogno di sangue e il profumo di Bonnie era così invitante….
Bonnie doveva allontanarsi da lui.
Con uno sorzo enorme, Damon costrinse le parole a venire fuori: “Bonnie….d-devi allontarati da…m-me!” - disse.
La vide sgranare gli occhi e scuotere la testa.
“No! Damon io non ti lascio qui!” - la sentì dire.
“Bonnie, per favore, vattene!” - la supplicò.
“No! Damon io ti amo e resterò qui con te! Tu non vuoi che io resti? Non mi ami?” - chiese.
Che domanda assurda! Certo che l’amava ed era per questo che doveva andarsene, che doveva allontanarsi dal mostro.
“Non dire sciocchezze, Bonnie! Non è questo…il problema è che ho perso molto sangue ed io sono un vampiro e quando i vampiri perdono sangue ne vogliono dell’altro! E tu sei umana! Non voglio farti male!” - si sforzò a dirle.
Bonnie restò un attimo in silenzio.
Damon sperò che avesse capito e che si allontanasse, ma non lo fece, anzi.
Bonnie si scostò i capelli su una sola spalla e gli mise una mano sotto la nuca per avvicinarlo.
“Prendi il mio sangue!” - gli disse decisa a salvarlo.
“No, Bonnie, no! Non ti voglio fare del male!” - Damon cercava con tutto se stesso di liberarsi dalla presa delicata e decisa di lei, ma non aveva abbastanza forza.
“Damon, io ti amo! Non mi farai male! Fallo, ti prego!” - disse Bonnie e si chinò ancora di più su di lui.
Damon cercò di resistere, di trattenere il respiro, di voltarsi dall’altro lato, ma Bonnie si chinò ancora di più e gli sussurrò all’orecchio: “Fallo!”.
Il mostro cedette.

Fu un flash improvviso.
Bonnie vide il sigillo rosso a forma di chiave ruotare e scomparire e, come un fiume luminoso, i suoi ricordi abbatterono il muro e inondarono la sua mente.
Bonnie ricordava tutto, ogni cosa.
E adesso, finalmente, riusciva davvero a capire la portata di ciò che le avevano fatto i Consiglieri.
Sì! Perché lei ricordava tutto, tutto della sua vera vita, dei suoi veri amici, della sua vera famiglia, del suo vero mondo, di Damon, ma ricordava anche tutto quello che le era successo nel Regno Magico.
Bonnie ricordava tutto.
Quando Damon ritrasse i canini e si staccò da lei, Bonnie si tirò su leggermente e, con gli occhi immersi in quelli del vampiro, sorrise.
Damon aveva uno sguardo meravigliato e sconcertato, sembrava confuso.
“Bonnie….cos’era quello?” - chiese.
“Il Sigillo..che si rompeva! Grazie Damon!” - rispose lei tranquilla.
“Aspetta! Vuoi dire che….”
“Mi hai liberata! Era come se fossi intrappolata dentro me stessa senza riuscire a capire cosa mi fosse successo o perché provassi questa sensazione di prigionia! Ma adesso che il Sigillo si è rotto ho capito! Tutti i miei veri ricordi sono tornati, io sono tornata!” - rispose.
“Sarai confusa! Non sai neppure dove ti trovi!” - le disse Damon.
“No! Ricordo anche tutto quello che è successo qui, tutto quello che tu hai fatto per me e tutto quello che mi hai detto!”.
“Bonnie è….è…non so come spiegarlo!”
“Lo so! Non preoccuparti, lo so! E’ fantastico!” - rispose sorridendo.
“Però non capisco….perché il morso! Io credevo che il ricordo-chiave dovesse essere il ricordo del momento più importante della tua vita!” - chiese Damon mentre Bonnie lo vedeva, piano piano, recuperare il colore e le forze grazie al sangue appena ingerito.
“Ma E’ il ricordo più importante della mia vita! Damon, la prima volta che mi hai morso, dopo l’incubo con Chen, è quello il momento più significativo della mia vita! Tu non lo avevi mai fatto prima! Mi aveva dato il tuo sangue, ma non mi avevi mai morso! Ma quando mi hai morso la prima volta quello è stato il momento in cui ci siamo fusi anima e corpo, il momento in cui tu sei diventato pare di me e io parte di te, il momento in cui ogni diferenza si è annullata, il momento in cui io ti ho dato la mia vita e il mio cuore e tu mi hai dato la tua vita e il tuo cuore, il momento in cui ci siamo conosciuti per davvero, il momento in cui ci siamo amati per davvero, il momento in cui ho avuto l’assoluta certezza che tu mi avresti sempre amata e protetta, il momento in cui io ho promesso che ti avrei sempre amato e protetto, il momento in cui ci siamo giurati l’universo, il mondo, il cielo, le stelle, la felicità e l’amore, il momento in cui ci siamo giurati l’eternità!” - rispose Bonnie con gli occhi strabordanti di lacrime di gioia.
Damon non rispose: a volte il silenzio è la cosa più adatta con cui rispondere.
Si tirò su a sedere, le prese il viso tra le mani e la baciò con un bacio lieve e carico d’amore.
“Allora? Abbiamo finito? Vi siete detti addio?” - la voce di Samuel giunse severa a risvegliarli dal loro sogno.
Bonnie e Damon si guardarono risoluti.
“Katie, libera Stefan!” - ma la richiesta di Bonnie arrivò in ritardo, perché Katie ci aveva già pensato e proprio in quell’istante aveva lanciato un incantesimo contro le catene di Stefan e lo stava liberando.
“Fatto!” - le rispose Katie avvicinandosi a lei con uno Stefan zoppicante.
“Bene! Adesso dobbiamo solo andarcene di qui!” - disse Bonnie.
Ma Katie la stava guardando in modo strano e anche Stefan.
“Cosa c’è?” - chiese alzandosi insieme a Damon.
“Sei diversa! Hai una strana luce negli occhi!” - disse Stefan.
“Già!….Aspetta! Non avrai mica….?” - Katie lasciò la frase in sospeso.
“Recuperato la memoria? Distrutto il Sigillo? Si! E’ esattamente quello che ho fatto!” - terminò Bonnie.
Stefan si aprì in un sorriso felice e Katie la guardava con ammirazione e sincera approvazione, ma quel momento non durò a lungo.
“Cosa credete di fare? Liberare i vampiri non vi servirà perché non avete via di scampo, comunque!” - li interruppe Samuel.
“Questo lo dici tu, Samuel! Ma noi combatteremo e ti assicuro che la pagherai per quello che mi hai fatto!” - ribattè Bonnie.
“E cosa ti avrei fatto? Sono tutte bugie del vampiro, Bonnie!” - rispose Samuel.
“Non credo proprio visto che ricordo tutto alla perfezione!”
“Cosa? Il Sigillo….”
“E’ andato!” - intervenne Damon.
Samuel rimase in silenzio a fissarli per diversi minuti, poi sollevò un braccio nella loro direzione e disse, rivolgendosi alle guardie: “Prendeteli tutti! E uccideteli!”.
Un secondo dopo una schiera di quasi venti guardie magiche correva verso il loro piccolo gruppo.
“Cosa facciamo?” - chiese Stefan.
“Lasciate fare a me!” - rispose Katie e Bonnie la vide impugnare di nuovo la pietra blu di Hugh.
Katie avanzò velocemente di qualche passo, poi si fermò, alzò in alto la pietra e disse: “Incanto e obbedienza”.
Bonnie rivide i fasci di luce blu colpire gli occhi di tutte le guardie e rivide ogni singola guardia magica entrare nello stesso stato catatonico in cui Maddy e Sean si trovavano ancora, al piano di sotto.
“Ora imbracciate le armi e rivoltatevi contro i Consiglieri!” - ordinò Katie e le guardie partirono subito all’attacco.
“Impressionate!” - commentò Damon.
“La magia è affasciante…a volte!” - disse Stefan.
Ma le cose non potevano filare così lisce e loro non avevano tenuto conto della perfidia di Samuel.
Bonnie lo vide sorridere crudelmente e poi invocare un incantesimo di magia nera che poi scagliò contro le guardie disintegrandole completamente, per poi colpire la pietra di blu di Katie che esplose lasciando la strega con la mano destra ustionata.
“Credevate davvero di spaventarmi lanciandomi contro le mie stesse guardie?” - disse Samuel.
“Li hai uccisi tutti come se niente fosse! E’ un crimine!” - intervenne Katie.
“Invece no! Visto che, per tutti, sarete stati voi ad ucciderli!” - rispose il Consigliere.
Bonnie sentì le guancie bagnarsi di lacrime e si strinse a Damon.
Non aveva idea di cosa fare per uscire da quella situazione. Samuel era stato un Cacciatore e per lui sarebbe stato facile uccidere Damon e Stefan considerando anche che non erano in gran forma, e sia lei che Katie erano troppo deboli per poter anche solo sperare di fargli un graffio.
“Dite addio al mondo! Perché ho deciso che vi ucciderò tutti quanti, non risparmierò nessuno!” - tuonò Samuel lanciandole un’occhiata sul finire della frase.
Bonnie sentì Damon irrigidirsi e vide Samuel prepararsi ad attaccare.
“Non farlo, Samuel! Hugh aveva ragione: è una follia!” - la voce di Samia arrivò del tutto inaspettata.
“Mi ero completamente dimenticata di lei!” - disse Katie.
“Io pensavo che non avesse l’uso della parola!” - comentò Damon.
“Aspettate! Voglio sentire cosa dicono!” - li richiamò Stefan.
Bonnie era troppo spaventata e sorpresa per parlare.
Samuel girò il capo in direzione della sorella, che per tutto il tempo era rimasta in disparte e in silenzio, e la guardò per un lungo istante prima di parlare.
“Samia! Non farti sopraffare, adesso, dai tuoi ridicoli sensi di colpa e lasciami fare! Piuttosto, se non vuoi guardare, togliti di mezzo! In queste situazione sei solo una palla al piede!” - disse Samuel sprezzante.
Poi lanciò l’incantesimo, ma non li colpì mai.
Samia si era sposata di lato e aveva eretto davanti a loro una barriera difensiva che aveva annullato l’incantesimo del fratello.
“Si può sapere cosa fai, stupida idiota?” - urlò Samuel.
Ma Samia non rispose. Si voltò verso Bonnie e le disse: “Andate via di qui! Ci penso io a lui! Mi dispiace immensamente, Bonnie!”.
Bonnie non seppe cosa rispondere e si limitò ad annuire con il capo.
Poi sentì la presa di Damon sul suo polso e cominciarono a correre verso l’uscita, seguiti da Stefan sorretto da Katie.
“Non andrete da nessuna parte!” - urlò impazzito Samuel che continuava a lanciare incantesimi che lo scudo di Samia respingeva.
Poi Bonnie sentì l’attacco finire seguito dalle parole di Samuel: “Adesso basta!” - disse e fu il primo a cominciare la battaglia magica contro la sorella.
Bonnie vide di sottecchi Samia contrattaccare il fratello e avvertì un’esplosione immensa di Potere seguito da un lampo accecante di luce.
Con una mano davanti agli occhi si aggrappò a Damon e una volta messo piede fuori dalla Sala delle Udienze, vide Katie avvicinarsi a loro ed estrarre, in tutta fretta, la pietra dorata dalla tasca.
“Stringetevi tutti e ditemi dove dobbiamo andare!” - ordinò la strega.
Damon, Bonnie e Stefan si strinsero intorno a lei e Stefan suggerì il nome del luogo in cui far aprire  il portale.
Katie lanciò verso il cielo la pietra e urlò: “Old Wood, Fell’s Church!”.
Immediatamente la pietra esplose aprendosi in un varco cicolare attraverso il quale Bonnie distingueva il paesaggio familiare dell’Old Wood e dal quale scese un fascio di luce dorata che li avvolse tutti.
Bonnie sentì una forza che la sollevava dal pavimento insieme a tutti gli altri guidandola verso il portale.
L’ultima cosa che sentì prima di lasciare il Regno Magico fu il grido di dolore straziante di Samia, uccisa dal suo stesso fratello.






NOTE:
Ciao a tutti! Stasera sono un pò in ritardo, ma ho finito il capitolo giusto qualche minuto fa...mi ci è voluto un pò per scriverlo e lo stesso non mi convince del tutto, soprattutto l'ultima parte.
Comunque...finalmente si è scoperto il ricordo-chiave di Bonnie! Ve lo immaginavate? Se no, a cosa avevate pensato? Vi è piaciuta come scelta?
Come avete letto, Samuel è un grandissimo bastardo, Maddy e Sean sono due idioti totali, e Samia è morta dopo aver fatto l'unica cosa decente da quando l'ho messa nella storia.
I quattro sono tornati a Fell's Church e nel prossimo capitolo, che sarà l'epilogo di questa terza parte della storia, ritroveranno tutti gli altri dopo quasi due mesi ( vi ricordo che il tempo nel Regno Magico è differente).
Vi aspetto giovedì con l'epilogo!
Grazie a tutti i mei lettori!... BACIONI...IOSNIO90!

   
 
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