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Autore: Nil_Yeol    19/10/2010    7 recensioni
porto il tuo palmo a contatto con la mia bocca e inizio a leccare avidamente i rivoli di sangue succhiando anche la punta fredda delle tue dita e chiudendo gli occhi per godere appieno di quel sapore inebriante. Sento un gemito strozzato provenire dalle tue labbra livide, così cesso la mia dolce tortura e poggio delicatamente il viso sulla tua spalla per sussurrarti parole di miele all’orecchio.
- Non tremare piccolo angelo, sono qui per aiutarti… - e con una mano sfioro la tua guancia pallida e fredda - …ma in cambio del mio aiuto…dovrai darmi le tue ali .-
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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HUMAN DEMON




Parlare con Miyavi è una delle cose più naturali e piacevoli che mi sia capitato di fare da quando sono qui. Di fronte a lui mi sento perfettamente a mio agio anche se qualche volta, inspiegabilmente, provo una sorta di tacito rispetto per lui.
Mi convinco che ciò, quasi sicuramente, è dovuto al fatto che il ragazzo merita davvero tutta la mia stima in quanto, come lui stesso mi ha raccontato, entra ed esce dagli ospedali sin da quando era molto piccolo, a causa di una particolare disfunzione cardiaca.
Mentre lo guardo però mi stupisco di come, nonostante la sua salute cagionevole e l’ambiente deprimente in cui è costretto a vivere, Miyavi appaia un ragazzo gioviale e pieno di energie:
durante tutta la nostra conversazione non ha fatto altro che sorridere radioso e fare battutine sconce sull’infermiera di turno, che prontamente se ne andava indignata.
In questo momento mi sono messo in un angolo per lasciare una parvenza di privacy a lui e Yutaka; devo ammettere che insieme creano un’armonia niente male e questo è un duro colpo per il mio ego dato che pensavo di avere il primato sul mio padrone.
Scrollo le spalle rassegnato: tanto alla fine dei conti sarà comunque mio.
Esco silenziosamente dalla camera mentre Miyavi, dopo mille moine, è riuscito a convincere Yutaka a farlo alzare ed ora lo abbraccia tenendolo stretto al petto.
Ripercorro il lungo corridoio senza guardare all’interno delle stanze per evitare di rimettere, purtroppo però i lamenti strazianti tornano a farsi sentire. Aumento il passo tenendomi la testa tra le mani quando improvvisamente avverto una sorta di calma apparente provenire da una delle camere.
Mi affaccio dalla porta per guardare all’interno e quello che appare ai miei occhi mi lascia sbalordito: Ryo è seduto su una sedia accanto al letto dove giace una donna molto anziana e con una mano stringe quella della paziente.
Non riesco a capire cosa stia dicendo perché è troppo lontano ma dal sorriso della donna immagino che siano parole molto rassicuranti.
Non avrei mai pensato di vedere quell’espressione, seria e dolce allo stesso tempo, sul viso del biondo: il nostro primo incontro non è stato di certo molto piacevole e quelli seguenti non hanno fatto altro che diminuire la poca considerazione che avevo di lui.
Ora però più lo osservo e più mi sento attratto da quel ragazzo biondo…
A quel pensiero mi irrigidisco immediatamente: io attratto da chi? No, non è proprio possibile, probabilmente l’emicrania deve aver portato al suicidio qualche povero neurone del mio cervello.
Faccio per andarmene ma come da copione il mio sguardo incontra il suo e il mondo mi cade addosso. Cavolo che imbarazzo…si sarà accorto che lo guardavo?
Inizio ad avviarmi verso l’uscita a grandi passi – o almeno tanto grandi quanto me lo permettono queste dannate gambe corte- e senza nemmeno accorgermene mi ritrovo a correre non appena sento la voce di Ryo alle mie spalle.
Se prima avevo anche una minima possibilità di cavarmela facendo finta di niente, ora sono destinato ad una colossale figura di merda.
<< Ehi dove scappi? >>
Proprio quando credo di avercela fatta un infermiere con un carrello pieno di provette mi si para davanti; tento di inchiodare e porre termine alla mia corsa folle finendo così con lo scivolare e gettandomi addosso quel maledetto aggeggio di ferro, con tanto di provette che si frantumano a terra.
Perfetto, ora ho una gamba dolorante e una mano che sanguina a causa dei vetri sparsi in giro, decisamente oggi è la mia giornata…
A coronare il tutto arriva il mio inseguitore, il quale però non fa stupide battutine ma si preoccupa di sollevare immediatamente il carrello dalla mia caviglia.
Alzo lo sguardo per osservarlo meglio e sul suo viso leggo un misto di rabbia e apprensione.
<< Ma insomma!!! Allora dillo che vuoi morire, così evito di salvarti la vita ogni volta.>>
Non so per quale motivo ma sembra davvero molto arrabbiato e stavolta non me la sento nemmeno di controbattere.
Si inginocchia accanto a me e prende la mia mano sanguinante tra le sue.
<< Cavolo…è profondo. Dovrai mettere qualche punto.>> Mi guarda come se si aspettasse di vedermi scoppiare in lacrime da un momento all’altro ma tutto ciò che vede è pura indifferenza – figuriamoci se mi metto a frignare per una cosa simile…che sarà mai? –


<< NON TOCCARMIIIIIIIIIII!!!! LASCIAMI SUBITO BRUTTO MICROCEFALO!! GIURO CHE SE NON MOLLI IMMEDIATAMENTE LA MIA MANO
TI CAVO GLI OCCHI DALLE ORBITE STUPIDO UOMO!!! TI TRASCINO ALL’INFERNO IN QUESTO ISTANTE HAI CAPITO???>>

Il dolore alla mano è allucinante e non so per quale strana pratica sadica un uomo in camice bianco tenta di passare ago e filo tra un lembo e l’altro della mia pelle tagliata.
Ryo è accanto a me e tenta di tenermi fermo e rassicurarmi con qualche frase che non ho nemmeno la forza di ascoltare, sono troppo impegnato a calibrare i miei calci in direzione della faccia del medico.
Dopo almeno cinquanta minuti di urla esco dalla stanza con una mano fasciata e il mio biondo salvatore che mi sorregge per la vita.
<< Accidenti se hai voce piccoletto!!! Stavo diventando sordo lo sai? Di solito fai tanto il figo e invece ora ti sei messo ad urlare come una donnetta.>>
Incasso il colpo senza fiatare – stavolta ha davvero ragione – e continuo a zoppicare fino alla sala d’attesa nell’atrio dell’edificio. Ryo mi fa accomodare su una di quelle scomodissime sedie in plastica e si siede accanto a me in maniera scomposta,
con il sedere sul bordo del sedile e il busto abbandonato sulla spalliera.
Lo guardo leggermente irritato ma ancora una volta trattengo la mia lingua biforcuta.
<< Che ci fai qui? Oltre a tentare il suicidio naturalmente…>> è lui a rompere il silenzio e nonostante la domanda chiaramente provocatoria, rispondo senza troppi problemi.
<< Ho accompagnato Yutaka, doveva far visita ad un amico.>>
A quelle parole vedo il suo sguardo incupirsi immediatamente.
<< Miyavi vero?>>
<< Si…perché quella faccia? Miyavi non ti piace? >> lo dico sotto forma di battuta ma Ryo non sembra particolarmente propenso allo scherzo.
<< No infatti, non mi piace.>>
Arriccio il naso un po’ sorpreso da quell’affermazione, poi lancio al biondo un sorriso sardonico e gli punzecchio la spalla con un dito.
<< Non sarai mica geloso vero!? Che c’è ti piace Yutaka? >>
Si volta verso di me per poi sorridermi gentilmente.
<< Non sono geloso, sono solo preoccupato per Yuta, non voglio che si affezioni ad una persona che potrebbe lasciarlo solo da un momento all’altro
e poi ti assicuro che non sono affatto innamorato di lui, preferisco i tipi piccoli e carini come te.>> e senza preavviso solleva una mano per sfiorare la mia guancia fredda.
Scosto il viso imbarazzato e guardo fisso il pavimento; cerco disperatamente qualcosa da dire per togliermi da quella brutta situazione e dopo qualche minuto di agghiacciante silenzio, arriva l’illuminazione:
<< Ryo, tu invece perché sei qui in ospedale? Sei venuto a trovare tua nonna? >> << No, semplicemente faccio il volontario; mi piace aiutare la gente in difficoltà quindi non c’è posto migliore dell’ospedale. >>
Alzo di nuovo gli occhi su di lui e mi concentro sulla sua espressione sicura e tenera allo stesso tempo.
<< Sei proprio fatto per aiutare gli altri; solo in una giornata mi hai salvato due volte,>> e per la prima volta dopo moltissimo tempo rido di gusto in compagnia di un’altra persona.


Finalmente esco all’aria aperta e mi godo il vento fresco di settembre stendendo le braccia verso l’alto e scoprendo gran parte del mio ventre piatto.
Ryo è seduto su una scintillante moto nera e mi guarda con la bocca leggermente aperta e lo sguardo che vaga frenetico su ogni centimetro del mio corpo; nonostante ami alla follia essere ammirato e desiderato, avere i suoi occhi addosso mi fa sentire vulnerabile, mi guarda con un’intensità tale da costringermi ad abbassare la testa intimidito come spesso fa Yutaka con me.
In questo momento mi chiedo seriamente chi tra me e Ryo sia il vero demone…
Arrotolo intorno al dito una ciocca fiammeggiante e fatto qualche passo mi porto di fronte a lui.
<< Takanori come fai ad essere così maledettamente sexy ad ogni tuo movimento?>> me lo chiede con voce bassa e suadente, a pochi centimetri dal mio viso, e stavolta anche volendo non potrei mai rispondergli con qualche battutina sferzante.
Prende un casco e lo allaccia con premura sotto il mio mento, poi mi fa cenno di salire in sella e ubbidisco silenzioso incrociando le braccia intorno alla sua vita.
È il mio primo viaggio in moto e trascorrerlo con la testa abbandonata sulla schiena di Ryo mi rilassa terribilmente; vedo alberi e case sfrecciarmi davanti come macchie confuse e quando la velocità aumenta, nonostante non abbia paura, istintivamente rafforzo la presa intorno ai fianchi del conducente che invece di rallentare dà un’ulteriore prova della potenza della sua moto.
<< Perché acceleri? >> glielo chiedo ingenuamente e con naturalezza lui si volta verso di me sorridendomi.
<< Perché così ti stringi ancora un po’ a me.>>
Sento le guance andarmi in fiamme ma senza indugio, per rendere felice lui - e in fondo anche un po’ me - mi avvinghio a Ryo fino a far aderire alla perfezione il mio petto alla sua schiena.
Dopo qualche minuto lo sento rallentare e sollevando lo sguardo vedo una graziosa casetta color albicocca stagliarmisi di fronte; sento il calore delle spalle di Ryo allontanarsi da me e con un borbottio infastidito do prova del mio disappunto.
<< Ti stavi abituando eh? >> mi sorride strafottente come al solito e senza lasciarmi parlare slaccia il mio casco tendendomi la mano per scendere dalla vettura;
l’afferro delicatamente poggiando a terra prima la gamba sana e poi quella su cui è caduto il carrello dell’ospedale.
Purtroppo quando il piede leso tocca il suolo, una fitta di dolore investe tutto il mio corpo e se non fosse stato per la prontezza di Ryo mi sarei afflosciato a terra come un budino.
<< Ti fa così male? Appena siamo dentro do un’occhiata alla caviglia, per ora appoggiati a me.>>
Si inginocchia dandomi le spalle e rimanendo fermo ad aspettare non so cosa. << Dai Takanori muoviti! >> mi riprende con fervore e io mi guardo intorno spaesato senza capire cosa diamine voglia da me.
<< Che dovrei fare scusa? >>
<< Ma come cosa!!? Devi salirmi in spalla! Appoggiati alla mia schiena e intreccia le braccia attorno al mio collo.>>
Mi volto a destra e a sinistra per controllare che non ci sia nessuno a godersi la scenetta poi mentre mi piego su di lui abbandonandomi sulla sua schiena, gli tiro un orecchio con due dita avvicinando le labbra.
<< Prega che non ci veda nessuno altrimenti questa figuraccia ti costerà cara.>> Trattiene a stento una risata mentre si tira su con un piccolo salto.
<< Tranquillo se ti dovessero vedere semplicemente si renderebbero conto di quanto sei tenero, non credi piccolino? >>
Senza nemmeno lasciargli il tempo di scoppiare in un’altra delle sue risatine, gli tiro una ciocca facendogli tendere la testa all’indietro per incrociare i miei occhi con i suoi.
<< Mi pare di averti già detto che odio quel nomignolo >> mollo la presa per non fargli troppo male –starò diventando troppo premuroso?- poi appoggio il mento sulla sua testa, tra la marea di capelli dorati che mi solleticano il viso.
<< Dove stiamo andando? >> gli chiedo mentre inspiro profondamente l’odore fruttato del suo shampoo.
<< A casa mia.>>
Apro gli occhi che avevo socchiuso poco prima e sporgo la testa al lato della sua.
<< È il primo appuntamento e già mi porti a casa tua? Sei audace Suzuki-san…>>
Mi lascio andare ad una risata cristallina e subito sento Ryo seguirmi a ruota mentre prende dalla tasca le chiavi di casa e apre la porta d’ingresso.
Appena entrati avverto delle urla provenire dal piano superiore e dei passi che attraversano di corsa una rampa di scale, Ryo stringe di più la presa attorno alle mie gambe spostandosi leggermente indietro.
<< Arriva…>> Sento la sua voce tremare e senza sapere come mai avverto un brivido percorrermi la schiena: quale essere immondo sta per presentarmisi di fronte?
Nemmeno una decina di secondi ed ecco un fulmine nero fiondarsi sul mio traghettatore con la grazia di un elefante e rischiando per giunta di buttar giu anche me.
<< Fratellone bentornato! >> la voce del moccioso, pur essendo calda e profonda – cosa strana vista la sua giovane età- mi irrita da morire: odio la gente che urla come fosse al mercato.
E questo piccoletto dovrebbe causare problemi?
Ma figurati… Ryo scompiglia affettuosamente i capelli del moretto e quello subito inizia a gongolare come un idiota poi però sposta lo sguardo su di me e la sua espressione, da soave e radiosa qual’era, muta in una maschera di ghiaccio.
<< Fratellone, cos’è quella cosa che hai sulle spalle? >>
Cosa ha detto!!!? Come ha osato chiamarmi!!!? Scatto con la testa nella sua direzione e riducendo gli occhi a due fessure fiammeggianti digrigno i denti inferocito.
<< Che hai detto bamboccio? >>
Ryo deve aver avvertito la mia ira perché si allontana subito dal fratello dirigendosi verso le scale.
<< Yuu non fare il maleducato; lui è Takanori e non è una cosa ma un mio amico, quindi ora chiedi scusa.>>
Il ragazzino incrocia le braccia al petto e mette il broncio: bambini…mi domando perché esistano, dovrebbero nascere già adulti così da togliersi subito dai piedi, questo poi non fa altro che alimentare la mia teoria.
<< Ti prego di scusarlo Takanori, Yuu ha solo dodici anni…>>
Faccio per controbattere ma improvvisamente ho un’illuminazione, così invece di imprecare contro quello sgorbio in miniatura, avvolgo le braccia intorno al collo di Ryo e sorrido mellifluo al bambino.
<< Ma figurati Ryo, non c’è problema.>> e schiocco un bacio sulla sua guancia; il biondo inizia a salire le scale sbandando leggermente e nel frattempo mi volto verso il piccoletto facendogli la linguaccia.
I profondi occhi neri di Yuu si infiammano all’istante ma non fa in tempo ad aprire bocca che siamo già spariti al piano di sopra.

Ryo mi fa accomodare sul suo letto e si inginocchia a terra di fronte a me prendendo tra le mani la mia caviglia dolorante.
<< Si è gonfiata parecchio, è meglio se ci mettiamo un altro po’ di ghiaccio.>>
Si allontana un minuto per poi tornare con un sacchetto pieno di cubetti congelati che pone con premura sulla mia gamba nuda; ho un leggero brivido ma il freddo sulla caviglia mi dona un po’ di ristoro.
Abbasso lo sguardo su Ryo e mi stupisco di quanto sia bello in questo momento, mentre qualche ciuffo biondo copre leggermente il suo piccolo viso dall’espressione attenta, con le labbra rosee lievemente tese e gli occhi color nocciola fissi sulla mia pelle candida.
<< Tuo fratello non ti somiglia proprio sai? >> lo dico tanto per rompere il silenzio ma anche perché effettivamente la bellezza acerba e femminea di Yuu non ha niente a che vedere con quella matura e prorompente di Ryo.
<< Yuu non è mio fratello biologico, vive qui con me da cinque anni…da quando i suoi genitori sono morti.>>
Sono abituato alla morte e ai casi tragici, tanto che ormai non mi fanno più effetto ma il tono mesto con cui Ryo ha parlato dei genitori di Yuu ha scalfito la mia corazza di indifferenza.
Preferisco comunque non dire nulla e mi limito a continuare a fissarlo rapito dai suoi gesti mentre massaggia la mia caviglia.
Improvvisamente senza riuscire a controllarmi affondo una mano tra i suoi morbidi capelli e arrivo alla sua guancia accarezzandola; lui solleva subito lo sguardo e con la sua mano grande e calda prende la mia portandola alle labbra per deporvi un bacio.
Inizio ad avere il respiro corto così schiudo leggermente le labbra per inspirare più aria possibile ma questa condizione mi è subito negata dalle labbra di Ryo che prepotenti chiudono ermeticamente le mie.
Mi sento catturato da un vortice di emozioni mai provate prima: timore, insicurezza, ansia, felicità, euforia, eccitazione. Non è di certo il mio primo bacio, ma è il primo a sconvolgermi così nel profondo.
Ryo è a cavalcioni su di me e mentre la sua lingua si muove lasciva nella mia bocca, mi faccio indietro stendendomi completamente sul materasso e attirandolo a me nel desiderio spasmodico di averlo accanto e assorbire tutto il suo calore.
Le sue labbra si spostano sul mio collo lambendo desiderose ogni centimetro della pelle diafana mentre la sua lingua calda raggiunge la clavicola e la lecca come se fosse cosparsa di caramello fuso.
Stringo ancora un po’ la presa sui suoi capelli e con delicatezza lo invito a continuare il suo percorso scendendo sempre più giu fino a quando non sento qualche ciocca sfiorarmi l’addome e la sua mano giocherellare con il bottone dei miei pantaloni, improvvisamente troppo stretti.
Ryo sembra, come al solito, accorgersi dei miei bisogni e si premura di abbassare in fretta la cerniera e farli scendere fino alle mie ginocchia; sfiora con dolcezza la mia coscia perfettamente liscia per poi morderla vicino l’inguine, dove sono più sensibile.
Mugolo di piacere gettando la testa all’indietro e addentandomi con forza il labbro inferiore che inizia a sanguinare.
<< Sei tremendo, riesci a farti male anche in un momento simile.>>
La voce di Ryo, roca ed eccitata, mi arriva alle orecchie ovattata, quasi distorta e non riesco a fare nulla se non sorridere estasiato dal momento; il biondo si piega sul mio viso e succhia le mie labbra scarlatte, coinvolgendomi in un bacio che sa di sangue e passione.
Lo guardo negli occhi, ora lucidi e luminosi come non mai, e con una mano accarezzo la sua guancia con un gesto tanto dolce che mai avrei immaginato di saper compiere:
mai avrei pensato di poter provare un tale affetto, attaccamento e coinvolgimento per qualcuno che non fossi io stesso ma con Ryo è tutto inspiegabilmente diverso…io sono diverso.
Sollevo la testa e unisco ancora una volta le nostre labbra ma stavolta il nostro bacio è molto più tenero e morbido, senza quella foga e quel desiderio che ci divoravano poco prima.
<< Scusami Taka, stavo per lasciarmi andare senza nemmeno chiederti se…>>
Metto un dito sulle sua labbra per farlo tacere e gli sorrido di nuovo angelico.
<< È colpa mia Ryo, ho una brutta influenza su di te.>> Lui fa un risolino divertito ma non sa quanto le mie parole siano vicine alla verità: essere un demone mi rende speciale agli occhi di un uomo e probabilmente questo suo volermi così intensamente è semplicemente dovuto alla mia natura.
Volto la testa da un lato rattristato dai miei stessi pensieri e avverto un fastidioso pizzicore al lato dell’occhio, poi una lacrima attraversa la mia guancia e scende giu lungo la linea del collo: è questo il dolore?
Non sono innamorato di Ryo…è impossibile…allora perché sapere che in realtà gli sono del tutto indifferente mi strugge così tanto?
Il peso di Ryo si fa improvvisamente più leggero: si è sollevato facendosi forza sulle braccia e ora mi guarda preoccupato.
<< Perché piangi? >>
Volto il viso nella sua direzione e invece di cercare di nascondere quell’unica goccia salata, lascio che altre seguano la loro compagna lungo il tratto morbido della mia gota; questa volta Ryo si alza completamente trascinandomi con sé e facendomi tornare a sedere.
Riprende la sua posizione, inginocchiato ai miei piedi, stringendo però ancora la mia mano tra le sue.
<< Ti prego Takanori dimmi che hai; è colpa mia vero? Per favore perdonami, non so che mi sia preso però ti assicuro che non ti avrei fatto nulla che tu non volessi…io…>>
<< So io cosa ti è preso e non è colpa tua Ryo, davvero…>> mi alzo in fretta dal letto e con un gesto brusco sfuggo dalla sua stretta:
sistemo alla ben e meglio i pantaloni e, dopo aver raccattato tutte le mie cose, esco dalla stanza ignorando il dolore alla gamba.
Scendere la lunga rampa di scale è una tortura soprattutto perché la voce di Ryo continua a chiamarmi, quando arrivo alla porta d’ingresso mi volto un istante per vedere Yuu allegro e sorridente mentre mi guarda andar via;
vorrei andar lì e cavargli entrambi gli occhi dalle orbite ma i passi del biondo al piano di sopra mi convincono ad andar via senza troppi complimenti.
Inizio a correre con gli occhi che bruciano e la vista annebbiata dalle lacrime, causate anche dall’ insostenibile dolore alla caviglia: come dovevo immaginare, fatto qualche metro cado rovinosamente a terra urtando la mano fasciata.
Impreco dal dolore a denti stretti ma mi rialzo immediatamente. Ryo potrebbe raggiungermi da un momento all’altro.
La mia corsa contro il tempo però viene interrotta da una voce fin troppo familiare.
<< Ma guarda che coincidenza, parlavamo giusto di te frocetto! >>
Hideki Kaiba mi riporta subito alla mente la sua indiscutibile volgarità e rozzezza e quando quell’idiota del suo amico Seguchi si unisce a lui in una risata sguaiata è davvero il coronamento di un sogno.
Chiudo le mani a pugno mentre avverto chiaramente il mio corpo tremare.
<< Il sasso dell’altra volta ti ha rincoglionito del tutto? Che c’è, ti fa male la testa? >>
Li sento avvicinarsi e quando Hideki si piega per guardarmi direttamente negli occhi, il suo alito fetido investe le mie narici e ho la sensazione di avere un’epistassi dal naso.
Mi spintona verso Seguchi che risponde al lancio dell’amico con un’altra spinta quasi fossi una palla e di nuovo le loro risate riempiono l’aria.
È un attimo: troppa rabbia repressa, troppa angoscia…la mia mente si annebbia e cedo completamente ai miei istinti primordiali.
Gli occhi limpidi come il cielo primaverile si tingono del colore del sangue e anche i tratti del viso, prima teneri ed infantili, assumono un aspetto duro e freddo come quelli di una statua di pietra;
senza indugiare afferro la mandibola di Hideki mentre le mie lunghe unghie laccate di nero penetrano nella carne del suo viso.
Lo sento urlare mentre la morsa si fa sempre più stretta ma l’unica risposta che riceva da me è un sorriso diabolico che taglia perfettamente a metà il mio volto sfigurato dall’odio.
<< Che c’è Hideki, ti fa male la testa? >> stavolta è la mia voce a tremare per il piacere e il divertimento che derivano da quello splendido spettacolo, a cui pongo fine con un unico gesto,
mentre la mia mano si riscalda con il fluido vermiglio e viscoso che sgorga copioso dal cranio di quell’inetto.
Il suo corpo cade a terra in un tonfo sordo e all’improvviso il silenzio torna sovrano di questo luogo.
Una serie di singhiozzi strozzati attirano la mia attenzione e ricordo finalmente la presenza di Seguchi alle mie spalle: ha una mano sulla bocca per trattenere i conati di vomito e mi guarda inorridito con gli occhi spalancati.
<< Ah è vero, ci sei anche tu.>> Mi avvicino a lui e subito inizia a correre ed urlare; povero illuso, pensa davvero di sfuggirmi?
Mi porto di fronte al fuggitivo ad una velocità disumana e con un calcio ben assestato nello stomaco lo faccio stendere a terra.
Afferro il ramo di un albero strappandolo con un gesto secco e sovrasto Seguchi mettendomi perfettamente sopra di lui.
<< Tu e il tuo amichetto avete fatto male i conti, nessuno può dar fastidio a Yutaka e a me.>>
Porto in alto il ramo e sorrido sadico nella sua direzione. << Ci vediamo all’inferno.>>
Un solo colpo e prendo la seconda anima della giornata.


Le soffici labbra della figura nascosta tra i rami della quercia si tesero in una smorfia di sofferenza; dover assistere a quello spettacolo senza poter muovere un dito era davvero frustrante.
Con un balzo leggero ed elegante atterrò ai piedi dell’enorme albero ed iniziò ad allontanarsi con ampie falcate da quel luogo di morte.
Quando finalmente giunse di fronte l’abitazione color albicocca si fermò per bussare delicatamente all’uscio in legno.
La porta si aprì quasi immediatamente per lasciar intravedere il viso snello e delicato di un moretto, il quale rimase incantato dalla figura angelica che gli si era presentata.
<< Ciao Yuu, tuo fratello Ryo è in casa? >> la voce vellutata della creatura la rese ancora più eterea ed impalpabile agli occhi del ragazzo, che senza nemmeno aprire bocca si fece indietro per lasciarla entrare.
<< Grazie Yuu.>>
Donò un sorriso serafico al moro e senza chiedere indicazioni si diresse verso la camera di Ryo; sapeva già dove trovarlo.
“ Hai già macchiato un’anima innocente demone, non ti permetterò di prendere anche lui.”
Era necessario arrestare quella serie di catastrofi che stavano per portare l’umanità sull’orlo dell’abisso: non si trattava di quell’unico demone, una creatura di gran lunga più feroce si nascondeva tra gli uomini in attesa del momento propizio. Era giunto il momento della contro-mossa.

Le porte del paradiso si erano aperte sulla Terra…



Salve a tutti!!! In questo preciso momento sono in uno stato emotivo un po’ particolare quindi non mi prendo la responsabilità di quello che sto per scrivere;
in pratica sto dicendo che butto giu le prime cose che mi passano per la mente perché non ho la forza di pensare a qualcosa di sensato e significativo da dire ( tanto per cambiare..-_-)
ma mi sembrava davvero brutto non fare nemmeno un commentino di questo terzo capitolo.
Allora, purtroppo non posso permettermi aggiornamenti lampo –causa: la scuola e un po’ di casini personali, che non mancano mai- comunque ce l’ho messa tutta per aggiornare il prima possibile e questo è il risultato^^
In questo chap sono successe un po’ di cose…Ruki si sta svelando pian piano ( e lui stesso scopre cose che prima non sapeva riguardo i suoi sentimenti^^);
Miyavi…beh che dire…Miyavi avrà un ruolo molto importante ai fini della fiction ma bisogna aspettare un pochino per vederlo all’opera, comunque più in là la sua presenza sarà molto più assidua;
poi c’è l’argomento Yuu…ebbene si, qui il caro Aoi ha dodici anni ù_ù sembrerà un po’ piccolino e magari la mia scelta non sarà condivisa da tutti
ma vi assicuro che la sua giovane età non gli impedirà di rimanere intricato in affari di cuore, lui è un tipino maturo e avrà modo di dimostrarlo^^
Ultima cosa: il personaggio misterioso a fine capitolo! Secondo voi chi è? Ammesso e non concesso che lo conosciate XD
Ok ora i ringraziamenti

Ren: quanto mi fa piacere sentirti dire queste cose^^ Anche a me piace tanto Ruki che tratta male Reita perché nella sua versione un po’ cattiva acquista fascino non credi?
Beh magari in questo chap alla fine ha leggermente esagerato che dici? Comunque so quanto tieni a Miya quindi tranquilla te lo tratterò bene.
Grazie ancora per i tuoi splendidi complimenti e per aver consigliato a Yume la fic, sei un angelo^^


Lion of Darkness: allora la comparsa di Miya ti è piaciuta!!! Meno male^^ ora devi dirmi che pensi della svolta di questo chap e mi raccomando sii super sincera
, comunque grazie infinite per il tuo sostegno, mi dà molta carica!
Un bacio cara!


MakiChan: la tua nee-chan è di sicuro la recensione più divertente che abbia mai letto XD mi sono venute le lacrime agli occhi davvero!
Comunque prima di tutto devo ringraziarti perché so che per te è una palla al piede leggere ma questo mi rende ancora più orgogliosa perché se la fic ti piace tanto da spingerti a leggere sul pc
( tralasciando il fatto che io ti rompo XD) vuol dire che vale davvero qualcosa.
Bene per quanto riguarda Miyavi e Kai come coppia…umm…si lo so che non ti gustano mucho ma per loro ho grandi piani quindi stai a guardare e stupisciti!!^^
Yutaka invece avrà la sua evoluzione quindi vedrai che non ti sembrerà più cosi prete…muahahah!!! Grazie ancora per il sacrificio.
Ps. Anche questo chap non è lungo visto?? .


Chiyo: una nuova lettrice!!! Wow sono contenta^^ Assolutamente ringrazio Ren per averti consigliato la mia fic e ringrazio te per i bei complimenti;
sono addirittura un genio!!? Mi fai arrossire, comunque mi fa piacere che ti sembri tutto interessante.
Per quanto riguarda le tue previsioni su Ryo e Takanori come puoi vedere erano esatte ma non può filare tutto liscio quindi come hai visto già da questo chap nasce un gran problema e vedrai che macello nel prossimo!!!
Miyavi…beh non ti posso dire che ne sarà di lui ma tu continua a tenerlo d’occhio
;) Un bacio anche a te, spero di vederti nel prossimo capitolo^^

Ci sentiamo presto Bacio

Misa

  
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