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Autore: reb    19/10/2010    4 recensioni
Prima non ci aveva fatto caso per via del buio, ma era carina. Con quella pelle chiara e le lentiggini sul naso. Poi occhi così non ne aveva mai visti.
-Perché non togli il cappello?- chiese curioso il bambino – Hai le orecchie a punta? O magari come un gatto?-
-Hai i capelli rossi!-
[... ...]
Perché quella bambina conosciuta tanti anni prima, che per i primi mesi si era aggirata curiosa per il castello con la sola compagnia di Mocciosus, adesso era diventata non solo bellissima, ma anche popolare. E tutti, tutti dannazione, non facevano che girarle intorno.
Eppure avrebbero dovuto saperlo che Lily Evans era territorio proibito!
-Eeevaans?- esclamò ancora vicino alla carrozza.
-Esci con me, Evans?-
Era talmente presa dai suoi pensieri che nemmeno l’aveva visto avvicinarsi. -Quante volte devo dirti di no, Potter, prima di farti capire la mia risposta?-
-Tante quante io ne impiegherò per convincerti a darmi una possibilità.- rispose serio lui.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, I Malandrini, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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Lily aveva raggiunto le sue amiche a Hogsmade subito dopo pranzo trovandole, come di consueto, comodamente sedute sui gradini di pietra del tempietto poco fuori il villaggio dove si recavano sempre verso quell’ora per poter chiacchierare in tutta tranquillità.
A metà tra lo stile gotico, con la sua ricchezza di particolari e alcune antiche vetrate colorate che costituivano il tetto che ancora resistevano, e quello classico delle colonnine che reggevano l’intera struttura, si trovava in aperta campagna e dimenticato da tutti.
La leggenda voleva, come aveva gentilmente spiegato loro il professor Vitius, nuovo insegnante di Incantesimi, che fosse stato eretto da un giovane del luogo per la sua innamorata e fosse stato la cornice del loro amore visto che lì aveva avuto luogo il loro matrimonio.
Anni prima, aveva commentato Vitius, quando lui era a sua volta uno studente quel piccolo tempio era molto frequentato da giovani coppie innamorate che vi si recavano con la manifesta speranza di una vita da sogno come quella che i due innamorati della leggenda avevano vissuto.
In quegli anni doveva essere stato un luogo molto romantico, con le rose rampicanti ad abbracciare le colonne esterne, la luce colorata filtrata dalla vetrata e coppiette ovunque.
Ma non era così che Lily e le sue amiche l’avevano trovato. Sempre il professore di Incantesimi, infatti, aveva spiegato loro che le vetrate mezzo distrutte e la parte più esterna miseramente crollata non era dovuta al passare del tempo, quando a un temporale particolarmente violento avvenuto non più di una decina di anni prima. Da allora nessuno si era più avvicinato al tempio con la speranza dell’amore eterno e nemmeno con l’intenzione di riportarlo all’antico splendore.
La rossa si guardò intorno malinconica, ripensando alle parole dell’uomo. Quel romanticismo da favola aveva lascito il posto a una malinconica decadenza che aveva scoraggiato gli abituali frequentatori dal tornare, ma non loro.
Anche così era bello.
Lily si sedette accanto a Virginia, che quel giorno si era unita a loro essendo finalmente riuscita a mettersi in pari con i compiti, e nascondendo  dietro la schiena il delizioso bottino che recava con sé. More selvatiche appena raccolte. Alice ne andava matta, lo sapeva, infatti le aveva raccolte per strada proprio pensando a lei dopo che aveva incontrato Franck da solo.
-Emmaline?- chiese curiosa.
La ragazza, una biondina tutto pepe di Corvonero, non mancava mai alle loro giornate per sole ragazze al tempietto.
-Con Loren. Sta cercando di impedirle di preparare dell’Amorentia per Robert. Sai che sono anni che ha una cotta per lui, no?- le rispose Virginia ridendo.
-Ma è contro le regole.- esclamò compita Lily, perfettamente calata nel suo ruolo di Caposcuola.
-Esatto. Emmaline se ne sta occupando, è lei la Caposcuola di Corvonero dopotutto, no? Che hai lì?- la distrasse abilmente Julie.
-Oh Lily! Che pensiero carino!- esclamò Alice estasiata quando mise gli occhi sul dolce regalo dell’amica.
-A proposito di te e di cose carine, rossa. Ho visto che sei finita in coppia con Potter.- Julie le si avvicinò maliziosa passandole un braccio intorno alle spalle per impedirle di scappare.
Per tutta risposta lei, sentì le guance andarle in fiamme. Di rabbia, ovviamente.
-Già, non stai facendo fuoco e fiamme, però. Accidenti Lily, adesso devo pagare dieci galeoni ad Alice.- esclamò mezza sorpresa e mezza indignata Virginia allungando nel contempo la somma pattuita all’altra ragazza.
-Che cosa? Scommettete su di me?- si indignò lei.
Ma tu guarda che razza di amiche.
-Sbagliato scommettiamo su te e Potter. Sono anni che questa storia va avanti, ci sono alcuni ragazzi del settimo di Corvonero che tengono le puntate più forti da una vita, ormai.-
-Ma…ma…- non riusciva nemmeno a esprimere bene la sua incredulità. E dire che il suo eloquio non era mai venuto meno.
Scommesse sulla sua vita privata, adesso le aveva sentite proprio tutte. Roba da pazzi.
Con un paio di respiri profondi riuscì a riprendersi abbastanza da iniziare a insultare le ragazze, come avrebbe voluta fare dall’inizio.
-Dai Lily non prendertela, era solo per gioco…- provò a blandirla Alice senza risultato.
A salvarle da una sicura sfuriata, perché è sempre giusto prendersela con i primi colpevoli su cui riesci a mettere le mani pensando solo poi a tutti gli altri, fu un sonoro POP da smaterializzazione che le fece zittire.
Lily guardò stupida le altre tre ragazze. Perché qualcuno avrebbe dovuto smaterializzarsi lì? I maghi erano notoriamente pigri per qualunque tipo di sport non contemplasse un manico di scopa e tre tipi di palle diverse, e camminare per venti minuti per arrivare al villaggio non entrava nella categoria degli sport potenzialmente mortali, ma comunque da praticare assolutamente.
Inoltre si trovavano nel mezzo del nulla, non c’erano case o altri edifici nelle immediate vicinanze e, in tanti anni che si recavano lì, le ragazze non avevano mai incrociata anima viva.
-Chi è? Riuscite a vederlo?- sussurrò pianissimo Alice.
Lily e Virginia si trovarono a scuotere contemporaneamente il capo. Dalla loro posizione non riuscivano a vedere quasi niente visto che una colonna ostruiva loro la visuale.
-Ha un mantello nero e il cappuccio tirato. Non si vede il viso.- rispose Julie con lo stesso tono preoccupato di Alice.
Tecnicamente, si ritrovò a pensare Lily, non c’era ragione di preoccuparsi, non realmente almeno.
Al corso di Smaterializzazione che avevano seguito l’anno prima per poter sostenere poi l’esame, la ragazza aveva capito quanto poco bastasse distrarsi per arrivare nel posto sbagliato o in un punto diverso da quello programmato. Rischiando addirittura di spaccarsi.
Eppure il senso d’allarme che lo sconosciuto aveva portato con sé, e che a quanto pareva anche le sue amiche condividevano, non accennava a placarsi. Anzi le aveva portate a nascondersi dietro dei cespugli vicini agli scalini dove fino a poco prima erano sedute.
Lily osò gettare un’occhiata all’incappucciato oltre le siepi pronta comunque a nascondersi o reagire alla prima mossa strana. Ma non successe niente.
La figura dava loro le spalle e si trovava a una ventina di metri da loro, dalla parte opposta rispetto alla strada che avrebbe ricondotto al villaggio. Stava immobile a fissare un punto di fronte a se, nelle campagne. Forse aspettava qualcuno.
Evidentemente non si trattava di un viaggiatore sperduto vista la calma che ostentava e l’immobilità laddove in caso di sbagliata destinazione avrebbe potuto vedere irritazione e i movimenti preparatori per una nuova smaterializzazione.
Quindi non era lì per caso, si ritrovò a considerare Lily riabbassandosi.
Le ragazze le fecero rapidi gesti per intimarle di impugnare la bacchetta, che loro avevano già estratto. Di quei tempi nemmeno un paese di periferia e tranquillo come Hogsmade era sicuro.
I professori ricordavano sempre loro, prima di ogni uscita dal castello, di lanciare scintille rosse in aria al primo accenno di pericolo o di fronte a qualche fatto strano, in modo da avvertire la squadra di Auror di stanza al villaggio.
Ma farlo in quella determinata situazione avrebbe significato essere scoperte in pochi secondi. Il tempo che gli Auror avrebbero impiegato per trovarle, quello sconosciuto avrebbe potuto usarlo per scappare. Nel migliore dei casi, sussurrò all’orecchio di Lily una vocetta saccente che per qualche motivo aveva la voce di Black.
Incontrò gli occhi impauriti di Alice, paura che probabilmente si rifletteva nei suoi, che con gesti e segni della testa le chiese informazioni sull’uomo. Lei per tutta risposta si limitò a sillabare, con una morsa a stringerle la gola, “sta aspettando”.
Aveva paura. E le ragazze anche. Avrebbero potuto tentare la fuga se avessero avuto la certezza che lui non si sarebbe girato. Non avevano altro dietro cui nascondersi.
Julie si sporse leggermente dalla siepe quando sentirono il rumore di passi avvicinarsi. Lily sentì Virginia stringerle la mano terrorizzata e cercò di infonderle un po’ di coraggio ricambiando la stretta, per quanto possibile.
Virginia era, come lei, figlia di babbani e un mantello nero poteva significare morte. Ma se Lily una volta presa coscienza della cosa aveva deciso di combattere per non vivere nel continuo terrore, Virginia aveva chiaramente espresso il desiderio di non scendere in campo. Aveva già perso tanto.
I suoi nonni erano infatti stati uccisi l’anno prima da un gruppo di Mangiamorte durante uno dei loro psicotici attacchi. Sua madre era stata salvata solo dall’arrivo di una squadra Auror che aveva messo in fuga o catturato i Mangiamorte, ma non arrivati abbastanza in tempo per salvare anche i suoi nonni e il fratellino di otto anni.
Probabilmente vedeva loro in quell’uomo incappucciato…
-Sta arrivando qualcuno, ma…accidenti è uno studente.- sussurrò incredula Julie una volta tornata al suo posto per permettere anche alle altre di dare un’occhiata.
-Cosa?- chiese con lo stesso tono Alice.
Lily si fece coraggio, dopotutto se aspettava uno studente non poteva certo essere un pazzo maniaco, così anche lei si sporse per poter osservare la scena, sentendo sulla schiena il confortante calore della mano di Alice che sbirciava a sua volta.
-Serpeverde.- sospirò afflitta la rossa.
Che cosa stava combinando quel ragazzo? Anche lui cappuccio calato e mantello  a nascondere il corpo. Di lui, o lei, si poteva solo sapere la Casa di appartenenza, per via dello stemma che il mantello recava con sé. Stemma che mancava a quello dello sconosciuto, rendendolo così totalmente anonimo.
-Stanno parlando. Quell’uomo sta passando qualcosa al ragazzo, sembrerebbe una lettera. Ma cosa?- parlò piano Alice, tanto che faticarono a sentirla.
-L’ha bruciata subito dopo averla letta.- completò per lei Lily tirando l’amica dietro il loro fitto nascondiglio visto che i due si stavano voltando nella loro direzione. Dopo alcuni secondi di assoluta immobilità la calma tornò
Rumore si passi. Un POP.
-Se ne sono andati.- si tranquillizzò finalmente Virginia, il sollievo palesemente presente sul suo viso, come anche in quello delle altre.
-E’ meglio andarsene. Qualunque cosa quei due stessero facendo non voglio finirci in mezzo.- dichiarò con tono pratico Julie controllando che i due incappucciati avessero finalmente lasciato via libera.
L’odore di bruciato arrivava fino a loro e a terra ancora potevano vedere la pergamena bruciacchiata, non ancora completamente in cenere.
-Aspettate.-
Lily si mosse veloce per colmare quei venti metri che le separavano dalla lettera per raccoglierla senza pensare, per una volta.
Non c’era più molto di leggibile, a dire il vero quasi niente. Intere frasi erano state cancellate per sempre dal fuoco. Ma una in particolare attirò l’attenzione della ragazza.
C’erano delle bruciature qua e là che ne alteravano probabilmente il senso, ma la calligrafia in quel punto frettolosa nettamente contrastava con l’elegante raffinatezza che contraddistingueva tutto il resto.
“…la chiamata è giunta…onore alla famiglia…marchio…”
Bastarono quelle poche parole per far gelare il sangue nelle vene a Lily.
Uno studente di Hogwarts stava per essere marchiato.
 
 
 
 
 

***

 
 
 
 
 
I malandrini quella domenica pomeriggio avevano preso possesso della Sala Comune di Grifondoro cacciando fuori senza che se ne rendessero conto, questo grande obbiettivo grazie alle gentili maniere di Remus, tutti i ragazzini dei primi due anni ancora troppo piccoli per godersi le bellezze che Hogsmade poteva offrire a giovani maghi annoiati e altrimenti reclusi e che non avevano avuto altra scelta se non rintanarsi nei dormitori o girovagare senza meta, ma almeno liberi, per il castello e il parco.
Avevano impiegato tre quarti d’ora solo per far eseguire con successo a Peter un incantesimo scudo e quasi due ore piene per fargli imparare uno Schintesimo.
E ora all’alba delle sette di sera, quando tutti gli altri ritornavano sorridenti e infreddoliti da Hogsmade, carichi di dolci o di scherzi di Zonko, loro si dirigevano depressi verso il parco, ansiosi di sgranchirsi le gambe e prendere aria dopo quel pomeriggio da incubo.
Ma cosa non si fa per gli amici. Anche se c’era da dire che l’umore di Peter non era dei migliori, anzi era terribilmente depresso viste le sue scarse doti magiche, e si era rifugiato nelle cucine per poter affogare i dispiaceri in una massiccia dose di dolci ipercalorici.
-Non ha speranze.- commentò impietoso Sirius.
-Sirius non dire…- si indignò Remus interrotto però da James stranamente depresso.
-Ha ragione, Rem. Se Mocciosus decide di vendicarsi quando sono insieme non riuscirà a difendersi, purtroppo Peter è negato in Difesa lo sappiamo tutti.- sospirò.
-Faremo un discorsetto a Mocciosus, allora. Non gli conviene averci di nuovo continuamente contro, lo sa anche lui.- concluse dopo un attimo di meditabondo silenzio Sirius con una faccia talmente schifata e scura che ben esprimeva cosa provasse a dover scendere a patti con il Serpeverde.
La faccia scura di Remus invece faceva capire a distanza di chilometri quanto fosse contrario all’idea di minacciare un compagno, per quanto si trattasse di quel compagno, ma non potevano fare altrimenti. Come aveva ricordato loro Silente a pranzo, le coppie non erano sindacabili e loro non potevano trovarsi in due posti contemporaneamente. Quella era l’unica soluzione possibile. Sperando che Peter non lo scoprisse e Piton mantenesse la parola, i Serpeverde non erano famosi per la loro affidabilità.
I ragazzi avevano quasi raggiunto il portone quando Lupin li fermò indicando un gruppo di ragazze poco distanti. C’era Lily tra loro, constatò James ora decisamente più allegro. Era tutto il giorno che non la vedeva.
Stava per esplodere nel suo ormai consolidato “Eeevaans!”, quando l’amico biondo lo pietrificò con solo una frase.
-Deve essere successo qualcosa.-
Potter si scambiò un’occhiata preoccupata con Sirius prima di avvicinarsi alle ragazze e accertarsi della cosa. Evans aveva il viso pallido, come le sue amiche, ma sembrava decisamente più preoccupata di loro. E tra le mani teneva qualcosa che non riusciva a distinguere.
-Evans tutto bene?- chiese.
-Noi andiamo in Sala Comune, Lily vieni con noi?- parlò contemporaneamente Alice con il volto tirato.
-No devo parlare di una cosa con Remus, cose da Caposcuola sai, ci vediamo dopo.- le congedò con un sorriso lieve.
-Allora, Evans?- chiese di nuovo James. Non avrebbe mollato quell’osso. Se era successo qualcosa al villaggio voleva saperlo. Se le era successo qualcosa, voleva saperlo.
Se le avevano fatto del male…
-Potter conosci la parole d’ordine per l’ufficio del preside?- gli domandò ignorando completamente la sua domanda.
-Cosa ti fa pensare che la conosca? Sono o non sono uno studente modello?- replicò tentando di alleggerire l’atomesfera.
-Smettila di fare il buffone. Allora, la conosci?- chiese la ragazza in tono irritato.
Il suo tentativo di farla sorridere era miseramente fallito.
-Dipende.-
Ma accidenti se l’avrebbe accompagnata senza sapere che cosa le era successo.
-Non ho tempo, Potter. Remus…- alzò la voce scocciata per attirare l’attenzione di Remus, rimasto con Sirius qualche metro più lontano.
-Vieni dai. Loro hanno da fare.- la spinse via intercettando lo sguardo di scuse di Remus verso la ragazza.
Peter era tornato dalla sua incursione nelle cucine e dalla faccia non doveva stare molto bene. Quanto era stupido a volte? Era stato così tante volte in infermeria per indigestione che quasi batteva la frequenza con cui la frequentavano lui e Sir.
Poteva sempre chiederle spiegazioni per strada, dopotutto,no? Continuò la sua discussione silenziosa mentre si voltava di nuovo verso di lei.
E poi voleva stare insieme a Evans. Il commento questa volta era inopportuno e assolutamente involontario. Quella sua maledetta coscienza, a volta assumeva addirittura il tono ironico di Sirius, non le bastava metterlo di fronte a verità scomode? E poco nobili? Infatti scendeva in campo solo quando non avrebbe voluto ammettere qualcosa a se stesso, oltre che agli altri.
Come in quel momento.
Ma pensandoci bene stare con Evans, dopo una giornata dedicata a Peter, insomma la sua buona azione quotidiana, non era affatto qualcosa di scomodo o poco nobile.
Era solo giusto, come ogni volta che l’aveva accanto e lei sorrideva. Era giusto perché lei era quella giusta e non c’era niente altro da dire.
Aveva ancora la mano sulla schiena di lei che gli stava un passo avanti e a dispetto delle aspettative, maturate in anni e anni di litigi furiosi e battutine acide, oltre un paio di fatture parecchio pesanti quando l’aveva spinta al limite dell’esasperazione, lei non gli stava staccando la testa e non aveva evocato un mastino infernale perché fosse lui a farlo. Dopotutto il sangue viene così male via dai vestiti!
James sentiva il suo calore anche attraverso la stoffa. Conquistarla non gli era mai sembrato così importante come in quel momento, attorniato dal suo profumo dolce.
-Evans che cosa…- iniziò a chiedere.
Doveva sapere cosa era successo, perché era evidente il suo turbamento.
-Non chiedermelo, Potter.- gli rispose lei in un soffio.
La sentiva tremare leggermente e le vide irrigidire le spalle. Ma non riuscì mai a capire se quell’ultimo movimento, impercettibile se non le fosse stato così vicino, se non la stesse toccando, fosse dettato dal brutto ricordo che lui aveva riportato a galla o dal realizzare che la sua mano non si fosse ancora mossa dalla sua schiena.
-Evans voglio solo sapere se…- …stai bene.
Quelle parole rimasero tra loro come un fantasma, ma James non le pronunciò mai. In tanti anni non le aveva mai dato retta una sola volta, forse quello era il momento giusto per cominciare a farlo.
Anche se gli costava tantissimo. Anche se tutto, il corpo la mente e il cuore, gli urlava di parlare, di farla parlare. Perché quel peso sembrava schiacciarla. Perché voleva che lo condividesse con lui, così da farlo diventare più leggero. Perché voleva davvero aiutarla. Perché temeva che qualcuno le avesse fatto del male. Perché voleva che lei si fidasse. Perché…c’erano miriadi di motivi per cui voleva sentirla parlare. Ma nessuno di questi era quello che davvero lo muoveva, che faceva urlare il corpo la mente e il cuore contemporaneamente, quando mai l’avevano fatto prima.
Solo lei, solo per lei.
Perché l’amava e aveva una fottutissima paura.
Solo lei, solo per lei.
Ma capiva, stranamente capiva.
Solo lei, solo per lei.
Gli faceva male sapere che lei non si fidasse abbastanza per aprirsi e farsi aiutare, ma non voleva costringerla a fare niente.
Solo lei, solo per lei.
Perché l’amava e niente era più importante di lei. Dei suoi desideri.
Ci sarebbe stato al momento giusto, ci sarebbe stato quando lei avesse voluto dargli una possibilità concreta. Ci sarebbe stato. Forse sarebbe bastato.
Così in silenzio, senza muovere la mano, perché a lei non sembrava dispiacere e perché aveva aspettato anni per averla così vicina, la seguì per i corridoi fin davanti al mostro di pietra che gli studenti gentilmente appellavano come gargoyle.
-Pignatta caramellata.-
Lily si voltò a guardarlo stupita –Cosa?-
-Gli piacciono i dolci, al preside intendo. Stavolta è pignatta caramellata, il mese scorso era mousse alle fragoline di bosco.- le spiegò James.
Ormai la statua aveva lasciato il posto alle scale e Lily con un ultimo sguardo al ragazzo e un grazie appena sussurrato si avviò verso l’antro del preside.
James si appoggiò al muro tranquillo. Ci sarebbe stato.
Solo lei, solo per lei.
 
 
 
 
 



 
SPAZIO AUTRICE.
Ciao a tutte, ragazze!! Dopo una settimana di occupazione, in cui non ho fatto altro che poltrire a letto come un orso in letargo il rientro a scuola è stato traumatico, ma almeno ho avuto il tempo di buttare giù qualche cosa. Questo infatti era l’ultimo capitolo che avevo da parte fin dal giorno della prima pubblicazione. Forse gli aggiornamenti si diraderanno anche per questo, tutto dipenderà dall’ispirazione che mi coglie sempre nei momenti meno opportuni e della scuola.
Ma se dio vuole questo è l’ultimo anno!!
Comunque come di consueto due parole su questo capitolo.
Le cose iniziano a muoversi come potete vedere e Lily poverina c’è finita involontariamente in mezzo. Proprio come succedeva sempre al caro Harry. James invece sta crescendo che dite?
Non so voi ma questo capitolo mi piace un sacco, eppure non succede niente di eclatante. Come avete potuto vedere sto cercando di dare un po’ di carattere anche alle amiche di Lily, fatemi sapere se ci sono riuscita. Il caro incappucciato, notiziona delle notizie, non ha ancora un volto né un nome preciso. Diciamo che ho due opzioni alternative che sto portando avanti contemporaneamente, ma che ancora non mi convincono del tutto. Ma tanto per almeno due capitoli non lo rivedremo quindi…ho tutto il tempo per frugarmi nel cervello e prendere la decisione definitiva.
Ma ora vi lascio in pace anche perché scrivo sempre dei monologhi degni di Amleto e non sono proprio al massimo.
Grazie a chi ha letto.
Grazie a chi ha inserito la mia storia tra le preferite, le seguite e le ricordate.
Grazie a chi ha inserito me tra gli autori preferiti.
Siete adorabili e io gongolo in modo osceno e mi vengono i lucciconi agli occhi, è sempre bello vedere quello che si scrive apprezzato anche da altri!!
Grazie a chi, stupendi tesori, ha inserito un commento…
IloveJP tesora sei stata la prima ad aggiornare!! La donna misteriosa, quella almeno, ha già un’identità e se non cambio idea all’ultimo momento sarà la causa di tutti i guai dei ragazzi. Sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo e spero questo sia all’altezza del precedente, anche perché mi ci sono affezionata in modo particolare. Spero di sentirti ancora, è sempre un piacere per me. Baci.
sissi181 allora intanto scusa davvero per come era scritto il precedente capitolo, hanno cambiato leggermente i comandi per pubblicare e io, da brava impedita nella tecnologia di qualunque tipo (fai conto che è stavo per chiamare un’amica ad aiutarmi), sono andata nel panico e nemmeno ho riguardato come era venuto scritto. Mi sono resa conto della scrittura microscopica solo dopo aver letto il tuo commento, due giorni fa quindi. Scusa. Comunque sono contenta di avere una nuova lettrice e che ti piacciano James e Lily. Io li adoro. Ti dirò ancora non c’è odore di accoppiamento nell’aria, ma c’è odore di…qualcosa di bello comunque. Rispetto e stima da parte di una rossa a caso nella fatti specie. Fammi sapere cosa ne pensi si hai tempo, baci.
DarkMoon86, Aly, credimi i vostri commenti non possono che farmi un immenso piacere, soprattutto se scritti da persone così gentili come te! Carina l’idea della vacanza studio vero? Ho pensato che serviva qualcosa di alternativo e diverso dalle solite quattro mura per far avvicinare quei due, visto che in sette anni a scuola non hanno fatto altro che infamarsi. Sperando davvero di non liberarmi di te spero proprio che ti sia piaciuto anche questo capitolo. Baci baci.
gufetta_95 ciao piacere di conoscerti! Sono contenta che Sirius ti piaccia, piace anche a me, infatti contavo a parte la parentesi stupida dei primi capitoli di farlo comparire più spesso e cercando di andare un po’ oltre la superficie. Insomma non è solo il belloccio scemo. magari poi mi farai sapere. Per quanto riguarda i capitoli non sai quanto mi ci fisso e che paranoie ho prima di pubblicare, mi sembrano sempre troppo corti, ecco. Alla fine oscillo sempre tra le cinque e sette pagine, un ottimo compromesso. Grazie mille per i complimenti sei carinissima. Baciotto anche a te!
mousse, ciao tesoro! Le tue recensioni sono sempre così frizzanti che riportano il buon umore (e fai conto che oggi ho avuto tre interrogazioni di fila quindi potrei costruirti una statua solo per questo). Come è andato il compito sul ‘600? Quel periodo non mi è mai piaciuto, ma almeno la mia prof riusciva a renderlo interessante nonostante tutte le cavolate di Marino e compagnia bella. Felice che tu abbia apprezzato Garfield-gatto-obeso, anche perché ho intenzione di inserirlo di nuovo. Solo pochi accenni ma già lo adoro (e l’accenno alla pubblicità mi ha fatto morire!!). per sapere cosa è successo nelle cucine dovrai aspettare il prossimo capitolo, o quello dopo ancora. Mi piacciono troppo i flash back e tendo a dilungarmi su certe cose (infatti il prossimo sarà il continuo di questa giornata e sembrerà non finire mai). Ti faccio un piccolo spoiler, se mi concedi l’ardire di chiamarlo così, durante la settimana studio Lily darà di matto e James rischierà la vita. Ma mammaEvans e papàPotter almeno si faranno quattro risate. 
 
Ora vi lascio davvero. Lasciate tanti commentini eh? Scherzo, spero davvero però che abbiate apprezzato!
Baci e abbracci Rebecca. 

   
 
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