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Autore: _layls    20/10/2010    0 recensioni
One shot triste e malinconica. Basata su un fatto reale
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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One shot basata su un fatto vero. Scusatemi per gli errori che troverete, l'ho scritta di getto e non l'ho ricontrollata.   

MEMORIES ARE THE BEST PHOTOS

Malinconia, tristezza e tanto dolore.

Forse parole ancora troppo futili, che non rendevano bene l’idea di ciò che la ragazza provava.

Avvicinò ancora di più le gambe al petto, circondandole con le braccia. Una lacrima lasciò una scia sul suo giovane volto.

Nemmeno l’odore del sale ben percepibile nell’aria e quell’enorme distesa di acqua di fronte ai suoi occhi riusciva a calmarla.

Qualsiasi persona avrebbe pagato oro per sentire la sabbia tra le dita dei piedi o vedere l’acqua cristallina di prima mattina ancora indisturbata. La pace in quel luogo si poteva quasi toccare, per quanto fosse evidente. Le persone non avrebberò però aspettato molto ad invadere quella spiaggia isolata con strilli, chiacchiere e gioia.

L’unico rumore, a quell’ora, sembrava provenire dai singhiozzi dell’adolescente, intenta a piangere fino a non riuscire a respirare.

Aveva tentato con tutto il suo cuore di cercare di non sentire il suono del dolore che la invadeva. Aveva provato a correre, ad ascoltare il suo iPod, compagno di mille ricordi. Mai come in quel momento però, quella piccola scatolina rossa multifunzionale le sembrava tanto inutile.

Sentì dei passi lievi ed incerti avvicinarsi a lei. Non si girò;  anche se si sentiva terribilmente sola, era certa di non volere nessuno al suo fianco.

L’unica persona che le serviva in quel momento non avrebbe potuto essere lì con lei, nemmeno se avesse voluto. Non sarebbe mai tornato.

Un’ombra le tolse i pochi raggi di sole che fino a quel momento lievemente le avevano baciato il viso. Lentamente il ragazzo si sedette accanto a lei.

“Come ha fatto a trovarmi?” gli chiese, la voce spezzata dal pianto ancora in corso.

“Ti rifugi sempre qui, quando vuoi stare sola” un braccio le circondò le spalle e si ritrovò appoggiata al suo petto del coetaneo.

“Come stai?” le chiese, la voce intrisa da una nota di evidente tristezza.

“Mi manca” ammise, lei. Voleva solo stare sola, in quel momento. Ma non aveva la forza di mandarlo via; capì che anche lui, come lei, si trovava nella sua stessa situazione.

“Manca anche a me”

Il fatto è che nessuno dei due riusciva a capire come un adolescente di soli sedici anni potesse smettere di vivere con un incidente in motorino. 

Bastava davvero una manciata di secondi per porre fine ad una vita piena di mille sogni, speranze ed un futuro ancora tutto da vivere?

Bastava davvero così poco per portarti via una persona, quasi come il vento fa con una foglia?

“Che facciamo ora?”

“Dobbiamo andare avanti”

Lei si voltò per un momento ad osservare il profilo dell’amico che, come lei, non riusciva a trattenere le lacrime.

“Anche senza di lui?”

“Non ci avrebbe mai permesso di star qui a consumarci; dobbiamo continuare a vivere… anche per lui”

Si sentirono dei rumori in lontananza. I primi bambini iniziarono a correre per la spiaggia, buttandosi a capofitto nell’enorme distesa d’acqua. Tutte quelle risate stonavano così tanto, in quel momento.

Eppure davano l’idea di una vita che andava avanti, tra difficoltà, problemi, ma anche tante soddisfazioni.

La ragazza aveva la strana sensazione di non aver sfruttato abbastanza il tempo che aveva avuto a disposizione con lui. Il brutto rimorso di non aver utilizzato adeguatamente quella reflex da più di mille euro che, come sempre, era rimasta sulla sua scrivania. In effetti non avevano nemmeno mai fatto molte foto. 

Forse era meglio così. 

Dopotutto le migliori fotografie sono i ricordi.

 

  
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