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Autore: PsicoSoul    20/10/2010    2 recensioni
Sbattuta fuori casa con meno della metà delle mie cose. Ripudiata da un patrigno che ha preferito una ragzza più giovane. [...] Ciao, ho dicaissette anni e mi chiamo Brittany, lo so è un nome da star, mi piace. Ma non sono una diva.
Genere: Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Black On Black.

Capitolo Sei.

 

Apro gli occhi. Nessun tipo di luce entra dalla finestra. Inizialmente non capisco il perché.

“Ah sì, avevo tirato giù le tapparelle” penso. mi volto nel letto, e noto che riesco a stendermi tutta. Manca qualcosa, qualcuno per l’esattezza.

Mi alzo di scatto. Con gli occhi cerco per tutta la mia stanza, non lo vedo. Il panico inizia a farsi strada nel mio stomaco.

“Lo sapevo, cosa credevo? Che stesse qui tutta la notte? Stupida, stupida Britt. Di sicuro sarà da Sophie. O da qualche altra ragazza tra le centinaia che ha.” Penso arrabbiata, ma anche un po’ triste.

Vado in bagno a spazzolarmi quell’ammasso di capelli che mi ritrovo e mi dirigo in cucina.

Appena varco la soglia lo vedo. Vedo Ronnie intento a mandare imprecazioni alle uova, che ha fatto bruciare. Sul piccolo tavolo vedo dei muffins, hanno una bella faccia lì, vicino al succo di frutta.

Sorrido. Lo guardo di schiena. “Caspita però” penso “é.. Carino”.

Imprecazione. Si è bruciato.

“Tu non ci sai fare con le pentole, e poi a me piacciono bruciacchiate le uova” dico ad alta voce.

Si gira sorpreso.

“Già sveglia?” esclama con la padella a mezz’aria.

“Sì.. Attento a non bruciarti ancora Ron”.

“Mi hai chiamato Ron?”

N-non posso?” arrossisco.

“Certo che puoi Britt” sorride.

Mi dirigo verso il tavolo, addento un muffins ai mirtilli. Mi guarda divertito.

“Vai matta per quei cosi eh?” chiede.

“Li amo”

“Vedo vedo, ma fai spazio per le mie favolose uova”

“Come sei modesto” dico con la bocca piena.

Scoppia a ridere.

Tutto d’un tratto si fa serio.

“E’ venuto il biondino verso le nove” mi dice arrabbiato.

“Che voleva?”

“Non lo so, non ho risposto. Ho guardato dallo spioncino.”

“Ah..”

Mi serve la colazione, mangiamo in silenzio. Come se il suo buonumore fosse stato spazzato via.

Ogni tanto lo guardo di sottecchi ma sembra in un altro mondo.

Allora…” decido di rompere il ghiaccio “Che si fa oggi?”

“Devo provare con Maxi”

“Ok”

Alza lo sguardo. Una luce gli illumina il volto, come se gli si fosse accesa una lampadina in testa.

“Ho visto in camera tua una chitarra, ti va di venire?” chiede eccitato.

“Certamente” rispondo

“allora muoviti, preparati.”
mi catapulto in camera, socchiudendo la porta. Mi sfilo la tuta e metto un paio di leggings argentati con sopra una maglietta bianca, il giubbotto e una sciarpa nera.

Mi giro.

Appoggiato allo stipite della porta vedo Ronnie con un’espressione ebete sulla faccia.

“t-tu!” esclamo imbarazzatissima.

“io? TU! Con quel..” si ferma a metà. Con la mano sospesa ad indicare il mio corpo.

Lo sorpasso e vado a truccarmi in bagno, quando esco è ancora nella stessa identica posizione.

Gli do un pizzicotto sul braccio.

“Ahia ma sei scema?!” urla.

“Se non ti sbamboli come faccio a chiamarti scusa?”

“Eh?”

“Max ci aspetterà no?”

“Max?”

“Le prove.”

Mi fissa. Sembra davvero non capire. Poi gli si accende la solita lampadina. Lo sguardo diventa più profondo. Mi prende la mano.

“Ora ricordo… Ma non preferiresti restare qui?” mi sussurra maliziosamente all’orecchio.

I miei muscoli si sono momentaneamente bloccati. L’ossigeno non arriva più al cuore. Sento la mia manno diventare bollente, spero non se ne accorga.

Mi guarda con insistenza.

Suona il campanello. Ronnie sbuffa.

Briiiiiitt” urla la voce di Monte dietro alla porta.

Vedo gli occhi di Ron diventare di fuoco.

Vado ad aprire. Ronnie si siede sul letto nervoso.

“Ciao Monte” dico aprendo la porta.

“Ciao, tutto bene?” chiede apprensivo.

“Sì certo, grazie” sorrido un po’ imbarazzata di tante attenzioni.

Bhe stamattina dormivi?”

“Sì, scusa, ho sentito il campanello ma non avevo davvero voglia di alzarmi”

“Stai tranquilla. Dormito bene?”

Sorrido ripensando a Ronnie. “Sì, non ti preoccupare.”

“Ero venuto per una controllata, ci sono brutti tipi in giro”.

Rido sommessamente, sempre pensando a lui.

“Già”

“Allora a domani, ci si vede a scuola Brittany

Lo guardo trovo.

“Volevo solo pronunciare il tuo nome per esteso” ride lui.

Sorrido.

“Grazie Monte, sei davvero gentile” arrossisco.

“Figurati, ciao Britt

“Ciao Monte”. Chiudo la porta.

Dietro di me subito arriva Ronnie. Mi stringe con forza una spalla.

“Ronnie mi fai male” esclamo io.

Non risponde. Cerco di scansarmi, spaventata.

“Mollami” ora sto gridando.

Come risvegliato da un sonno mi guarda. Vede il mio viso spaventato. Scansa subito la mano. I miei occhi diventano lucidi.

Avanza di un passo, io indietreggio spaventata.

“Folletto non voglio farti male” si giustifica.

Una grossa lacrima cade a terra. Di scatto mi abbraccia. Sono ancora spaventata. Non so perché, ma per un attimo ho avuto paura. Mi stringe.

“Scusami Britt” mi sussurra la sua voce tremante all’orecchio.

“n-non fa nulla”

“Scusami..” mi stringe carezzandomi la schiena. Mi rilasso, rilasso i nervi, che erano tesi al massimo.

Mi lascio cullare da quell’abbraccio.

“Ci sono brutti tipi in giro” ripenso a quello che mi ha detto Bryan. Guardo la chioma di Ronnie.

Sento il suo respiro regolare sul collo. Cingo le mie braccia attorno alla sua vita. Mi stringe più dolcemente.

Lo spavento di poco prima passa velocemente. Ronnie sembra essersi tranquillizzato. Sciolgo quell’abbraccio.

Mi fissa dritto negli occhi, per vedere se in qualche modo sono arrabbiata, quando capisce che mi sono tranquillizzata sorride impacciato.

“Su andiamo, Max ci aspetta” esclamo io, cercando di sorridere.

Usciamo di casa. Prendiamo il Bus e arriviamo in una zona piuttosto… degradata.

Ci dirigiamo in un capannone abbastanza malridotto, con le tegole del tetto che cadono e l’intonaco scrostato. I vetri delle finestre sono rattoppati con della carta di vetro, e la porta sta su per miracolo.

“Attenta a dove metti i piedi” mi dice Ronnie mentre sto per appoggiare il sinistro su una siringa usata.

“Bel posto questo eh” rispondo spaventata.

Vedo Ronnie che cambia espressione, non ci bado troppo.

Appena entro inciampo. Il pavimento è tutto pieno di buchi.

“Attenta Folletto” esclama divertito Ronnie, afferrandomi per i fianchi. Rabbrividisco a quel contatto.

“Sei arrivato! E… Hai compagnia!” esclama la voce di Maxie.

Essì piccoletto, una chitarrista! Ma è solo di supporto!” risponde Ron.

“Ciao Max” mi aggiungo io.

“Ciao Britt, bei leggings” mi dice, additando le mie gambe.

“te lo taglio quel dito” gli ringhia Ronnie, subito dopo scoppia a ridere.

“Cominciamo va” propone Max.

Sistemiamo gli strumenti, io mi siedo su un pezzo di cemento staccato dal muro, prima di suonare voglio ascoltarli.

Max si mette al basso, mettono un Cd come accompagnamento, in mancanza di altri strumenti.

“Uno due, un due tre” esclama Max, prima di attaccare a suonare.

Vedo Ronnie che mi sorride.

Noto che non ha strumenti in mano, solo un microfono attaccato a un piccolo amplificatore.

Apre la bocca.

Un suono meraviglioso scaturisce dalla sua gola.

Ha una voce stupenda. Niente in confronto a quella che ha per parlare.

Sono ipnotizzata.

Mi lascio accarezzare da quella melodia.

 

 

  
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