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Autore: nini superga    21/10/2010    2 recensioni
bene, il primo tentativo è andato a vuoto- anche con le istruzioni faccio fatica a capire tutte queste storie sull'HTML e così via...speriamo di farcela!!! ma questa storia non parla di questo,no no, parla di come sarebbe potauta andare se il mio personaggio preferito, Boromir, avesse trovato qualcuno sulla sua via in grado di farlo ragionare, di sviarlo dalla guerra e di curare i pensieri oscuri rivolti all'Anello...chi sarà mai questo personaggio così importante?ma io, ovviamente!!! leggete e recensite, qui c'è bisogno di consigli!!
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Boromir, Denethor, Faramir, Gandalf, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I Gioielli di Anna.'
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Appoggiai con cautela le spade alla base delle colonne e guardai di nascosto Boromir, al centro del cortile, sfoderare la propria arma e muoverla con agilità, quasi con grazia. Non avevo mai visto qualcuno impugnare una spada e credevo che per essere agili e veloci bisognasse essere esili e leggeri, ma Boromir ribaltava tutte le mie congetture teoriche: nonostante la sua stazza, riusciva a muoversi con micidiale grazia e eleganza. Una danza macabra, di cui non avrei voluto far parte.


<< E allora? >> La sua voce mi riscosse << Che stai aspettando? Prendi una spada e vieni qui! >>

“ E ora ? ” Mi chiesi guardando i foderi << Signore, che spada scelgo? >>

<< Prendine una che adesso vediamo. >>

Presi la prima a destra, dalla forma allungata e avvolta in un fodero così vecchio che sentiva di muffa. Mi avvicinai con la spada ancora nel fodero e mi piazzai davanti a lui sorridendo.

Per tutta risposta, lui emise un profondo sospiro. << Pensavo che ci arrivassi da sola... >>

Lo guardai senza capire << A cosa? >>

<< Cosa si fa davanti a un nemico? E' la prima PRIMA regola del combattimento con un nemico, Anna, ed è facile. >> Rimase in attesa << Allora? >>

Io ci pensai, poi dissi << Estrarre..la spada? >>

<< E perchè non lo fai, idiota? Avrei già potuto ucciderti 20 volte, e tu saresti ancora li a pensare cosa significa estrarre!!! >> Scosse la testa, mentre io ero ancora troppo stupita: una sfuriata per una cosa così piccola? Pazzesco!

<< In ogni caso. >> Continuò lui, calmandosi << Sfodera quella spada e prova a farmi vedere come è la posizione di guardia. Tutto secondo te. >>

“ Ma è ridicolo! Ma fammela vedere tu no? “ Pensai, ubbidendo e cercando di immaginare e trasporre in movimenti come era la posizione di guardia ( vista da me, che non apevo NIENTE, di posizioni di guardia ).

Lui mi guardò con aria scettica e anche un po' delusa. Si avvicinò.

<< Tieni le gambe più aperte; non così, ma così. Bene. Schiena dritta, braccia piegate e mani ben strette sull'elsa. Spada dritta, sguardo avanti. Testa incassata nelle spalle.>> Osservò il risultato e si mise a ridere << Sei ridicola ! >>

“ E tu mi stai sul cazzo! “ Avrei voluto gridargli esasperata, ma riuscii a zittirmi e dissi solo:

<< Smetta di parlare e veda di aiutarmi, piuttosto! >>

<< Dammi del tu, sembri una sguattera se usi i titoli. >> Mi girò attorno, e sospirò << Non hai il fisico, ma vedremo che fare. Matilde vuole assolutamente portarti con noi. >>

Mentre si metteva in posizione davanti a me, non potei fare a meno di odiarlo.

“ Se muoio, tu ne sarai il responsabile, stronzo! “


Tornai a casa un'ora e mezza dopo. Furiosa. Entrai sbattendo rumorosamente la porta, sbalordendo la mamma coi due bambini che stava davanti al focolare. La testa di Matilde sbucò dalla stanza sul retro.

<< Che diavolo succede qui? >>

<< Guarda. >> Alzai il braccio e le mostrai il grosso taglio sul polso. La donna emise un gridolino di spavento e prese per mano i due bambini che mi guardavano a occhi sgranati.

Matilde si pulì le mani nel grembiule, si avvicinò e osservò attentamente la ferita, toccandola con mani delicate. Mi guardò con aria seria << Che è successo, Anna? >>

<< Indovina? >> Ribadii sarcastica.

Matilde mi fulminò con lo sguardo, poi si rivolse alla mamma << Scusa Falaf, ma credo che tuo figlio dovrà attendere. Non ci metterò molto. >>

La donna annuì e prese in braccio il più piccolo dei due bambini quando vide Jadis.

<< Non vi farà del male. >> Le dissi mentre salivo le scale << Se vogliono, i bambini possono giocarci. Jad, fai la brava. >>


Nella mia stanza, seduta sul letto, attendevo che Matilde mi pulisse la ferita. Fissavo fuori dalle basse finestre, ma non guardavo niente di particolare. Pensavo.

<< Che stronzo. >> Dissi a bassa voce guardandomi il braccio. Ripetei quello che mi aveva detto mentre mi feriva il braccio, scimmiottando la sua voce << “ Ora sai che vuol dire” >> .

<< Ora sai che vuol dire cosa? >>

Alzai il capo e vidi Matilde sulla soglia della stanza con una bacinella colma di acqua e delle garze. Distolsi lo sguardo. << Boromir mi ha ferito con la spada. >>

<< Avrà sbagliato le distanze, o tu ti sarai mossa male. >>

<< L'ha fatto APPOSTA.>>

Lei sgranò gli occhi e rimase in silenzio. Si sedette accanto a me sul letto e iniziò a lavarmi la ferita.

<< Tanto sangue per niente. >> Commentò guardando la ferita poco profonda << Guarirai nel giro di una settimana, non preoccuparti. >>

Continuai nella mia arringa, imperterrita << L'ha fatto apposta, Matilde. Ma cosa gli hai insegnato a quel pazzo? >>

<< Portagli rispetto, Anna! E' comunque il tuo maestro. Ora spiegami cosa è successo. >>

Annuii << Ha iniziato col farmi mettere in posizione di guardia e poi si è messo davanti a me. Ha iniziato a spiegarmi gli affondi, mi ha fatto provare. E si è messo a ridere. Si è messo a ridere capito?? “ Non c'è niente da fare, niente da fare! “ continuava a dire, l'idiota...e non zittirmi di grazia! Beh, a un certo punto ho fatto una cosa che non avrei dovuto fare, lo riconosco... >>

<< Cioè? >>

Sapevo che avrei fatto arrabbiare Matilde, ma non potevo tenerlo nascosto << Ho buttato la spada a terra. >> Dissi veloce << E gli ho detto di andarsene a quel paese. >>

Matilde sbiancò dalla collera, ma si trattenne da dirmi quello che le si leggeva in faccia << E' stato un comportamento molto immaturo, non me l'aspettavo da parte tua. >> Disse solo, gelida, iniziando a fasciarmi il polso << Prosegui. >>

“ Meno infuriata di quanto pensassi “ Mi dissi tirando un sospiro di sollievo. << A quel punto, lui mi fa “ Ah! E così mandi a quel paese il tuo maestro? Forse sono stato troppo duro con te... ma in fondo sei solo una donna, no? Faresti bene ad andare a cucinare per i soldati, non a stare con essi! “ alchè gli ho risposto che fosse stato per me nemmeno ci sarei venuta a Minas Tirith, e gli dissi anche che non doveva parlare così male delle donne, perchè proprio grazie a una donna era nato, e che doveva stare zitto. >>

<< Hai nominato SUA madre? >> Mi interruppe Matilde sgranando gli occhi.

<< Si, ma non è che l'ho insultata: ho detto solo che... >>

<< Ma l'hai nominata: il principe non sopporta sentir parlare di sua madre. >>

Stavo per chiedere spiegazioni, ma lei mi invitò a continuare.

<< A quel punto, lui si è avvicinato con la spada sguainata, trapassandomi con lo sguardo. Io ho cercato di mettere in pratica quello che mi aveva insegnato, mi sono messa in posizione di guardia e ho cercato di fare un affondo, ma lui sai che ha fatto? Ha preso la lama della spada a mani nude, a MANI NUDE, Matilde! E me l'ha strappata di mano. Ero spaventata a morte: un uomo così grande e grosso, e per di più furioso! Capisco perchè faccia così tanta paura agli orchetti di Mordor! Comunque, ho cercato di reagire. >>

<< Che gli hai fatto? >> Chiese lei in un sussurro.

<< Ho... cercato di dargli un pugno. >> Risposi, accarezzando il polso fasciato << Ma lui mi ha fermato la mano, mi ha costretta a abbassare il braccio e ha posato la lama sul polso. Poi.. >>

<< Poi? >>

<< Ha detto queste parole “ Sai cos'è il dolore, Anna? “ Io ho detto di no, mentre cercavo di divincolarmi dalla presa ferrea, ma era forte, troppo! “ Bene “ Ha detto, incidendomi il polso

“ Dolore, ti presento Anna. “ Io ho gridato, Matilde, ho gridato...ho-ho g-grid-a-ato... >> Iniziai a singhiozzare sotto lo sguardo imperscrutabile di Matilde << E lui mi ha detto solo, dandomi le spalle “ Per oggi abbiamo finito”. Poi mi ha guardata come se fossi un insetto e ha sibilato “ Ora sai che vuol dire ”. MA CHE DIAVOLO VUOL DIRE?? >>

Tutta la paura che avevo accumulato si era trasformata in un pianto dirotto. Certo, non mi ero comportata bene con Boromir, ma che diritto aveva di spaventarmi a morte?

<< E Jadis non è intervenuta? >> Mi chiese Matilde passandomi un braccio attorno alle spalle.

<< L'ha chiusa fuori, quello stronzo! >> Tirai su col naso << Ma non ho intenzione di mollare. Oh no. >>

Matilde sospirò << Non devi biasimarlo: alle reclute sovversive fanno anche peggio! >>

<< Ma non ho fatto nulla di male! >>

<< Ah, scusa: l'hai solo mandato a quel paese, l'hai offeso come maestro e hai parlato di sua madre. Anna... >>

Annuii, restando per un attimo in silenzio.

<< In ogni caso, non aveva alcun diritto di spaventarti così. >> Fremette di rabbia << Una ragazzina poi...per non parlare di quel taglio! >>

Si alzò dal letto e si mise davanti a me, ancora seduta.

<< Credo tu abbia capito un po' meglio il carattere del principe, ora. Che questo ti serva di lezione, Anna: non provocare mai più Boromir. Non in modo così sovversivo. >>

Sorrisi alla parola sovversivo e la sussurrai piano.

<< Ora hai tutto il tempo per ragionare, ma dopo desidero che tu scenda a darmi una mano con gli unguenti: se il tuo primo giorno di addestramento con lui è andato male, vedrai che con me andrà meglio. >> Mi sorrise << Almeno, io non cercherò di tagliarti la mano! >>

L'ombra di un sorriso mi attraversò il volto e annuii.


Rimasi sola.

La vicenda aveva un suo senso: avevo fatto arrabbiare Boromir, mandandolo a quel paese ( giustamente, a parer mio ) e mancandogli di rispetto, e lui aveva deciso di punirmi. Ma qualcosa non mi tornava: perchè si era arrabbiato quando avevo accennato alla madre? Certo, sapevo che era morta, ma non l'avevo nemmeno nominata, sua madre, Finduillas: avevo solo parlato della

“ madre ”in generale,e guarda come si era inalberato.

Ripensai alla sua espressione: la stessa furia di quando avevo parlato al Palazzo, nel nostro primo incontro. Lo stesso furore.

“ E' un pazzo... “ pensai, stringendomi nella coperta in cui mi ero avvolta. Ma perchè se l'era presa così tanto? E con quale malvagità mi aveva tagliato il polso poi!

“ Ora sai che vuol dire...” Ebbi l'impressione che quelle parole non fossero riferite al polso, ma a qualcos'altro, di ben più profondo. Un dolore incalcolabile e lancinante, che pulsava esattamente come aveva iniziato a pulsarmi il polso.

“ Chissà cosa penserà vedendomi arrivare domani mattina. “ Pensai fra me e me. Non avevo intenzione di mollare, oh no. Ero spaventata a morte, ma quella non era un'esperienza uguale alle altre che stavo vivendo in quei giorni: dovevo imparare a sopravvivere, combattere per la mia vita e magari proteggere quella altrui. E l'unico che poteva insegnarmelo era lui. Lo sapevo.

“ Cosa gli dirò? Scusa? “ Lo esclusi. E impedii al mio cervello di continuare a pensare a quella storia perchè scesi di corsa le scale- accorgendomi solo all'ultimo gradino di essere puzzolente e sporca di sudore- per andare a aiutare Matilde


Con mio grande piacere, avevo scoperto che Matilde si occupava di curare le persone nei periodi in cui risiedeva a Minas Tirith, togliendo un po' di lavoro alle guaritrici delle Case di Guarigione- lavoro di cui non sentivano la mancanza, dato che c'erano sempre soldati da curare o in convalescenza- mentre quando andava con l'esercito si occupava di dirigere il reparto di guaritori di Osghilliart. Per questo dovevo imparare le basi della medicina: avrei dovuto guarire, curare e fasciare almeno in maniera superficiale. Da me dipendevano dell vite.

Quella mattina e quel pomeriggio imparai a fare le mie prime fasciature e le mie prime pomate per liberare le vie respiratorie, tutte a base di menta e salvia, cose non molto utili in guerra, ma che Matilde riteneva buone per prendere confidenza. Ero un asso nelle fasciature al polso!

La sera giunse presto e con essa la stanchezza. Dopo cena, salutai Matilde e le dissi che mi sarei svegliata prima dell'alba. Pensavo a qualche reazione di stupore, e invece lei mi rispose << Be, è proprio quello che mi aspetto, figliola! >>

Io sorrisi e le augurai buonanotte, ma mentre salivo le scale le sentii dire una cosa che non mi aspettavo: << Mettilo sotto, quello stronzo! >>


Risi di quel commento tutta la notte, mentre Jadis russava piano ai piedi del mio letto.



Per ragazzapsicolabile91: si, B. si sente un po' attratto da A. ma diciamo che riesce a sopportarla solo quando lei non parla :) mi piace molto il divario che si sta creando fra i due- un divario che si colmerà d'ammore!!! non vedo l'ora di arrivare a quando quel divario si colmerà!!!

bacissimi, pace e ammore!!!

  
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