Appoggiai con cautela le spade alla base delle colonne e guardai di nascosto Boromir, al centro del cortile, sfoderare la propria arma e muoverla con agilità, quasi con grazia. Non avevo mai visto qualcuno impugnare una spada e credevo che per essere agili e veloci bisognasse essere esili e leggeri, ma Boromir ribaltava tutte le mie congetture teoriche: nonostante la sua stazza, riusciva a muoversi con micidiale grazia e eleganza. Una danza macabra, di cui non avrei voluto far parte.
<< E allora? >> La sua voce mi riscosse << Che stai aspettando? Prendi una spada e vieni qui! >>
“ E ora ? ” Mi chiesi guardando i foderi << Signore, che spada scelgo? >>
<< Prendine una che adesso vediamo. >>
Presi la prima a destra, dalla forma allungata e avvolta in un fodero così vecchio che sentiva di muffa. Mi avvicinai con la spada ancora nel fodero e mi piazzai davanti a lui sorridendo.
Per tutta risposta, lui emise un profondo sospiro. << Pensavo che ci arrivassi da sola... >>
Lo guardai senza capire << A cosa? >>
<< Cosa si fa davanti a un nemico? E' la prima PRIMA regola del combattimento con un nemico, Anna, ed è facile. >> Rimase in attesa << Allora? >>
Io ci pensai, poi dissi << Estrarre..la spada? >>
<< E perchè non lo fai, idiota? Avrei già potuto ucciderti 20 volte, e tu saresti ancora li a pensare cosa significa estrarre!!! >> Scosse la testa, mentre io ero ancora troppo stupita: una sfuriata per una cosa così piccola? Pazzesco!
<< In ogni caso. >> Continuò lui, calmandosi << Sfodera quella spada e prova a farmi vedere come è la posizione di guardia. Tutto secondo te. >>
“ Ma è ridicolo! Ma fammela vedere tu no? “ Pensai, ubbidendo e cercando di immaginare e trasporre in movimenti come era la posizione di guardia ( vista da me, che non apevo NIENTE, di posizioni di guardia ).
Lui mi guardò con aria scettica e anche un po' delusa. Si avvicinò.
<< Tieni le gambe più aperte; non così, ma così. Bene. Schiena dritta, braccia piegate e mani ben strette sull'elsa. Spada dritta, sguardo avanti. Testa incassata nelle spalle.>> Osservò il risultato e si mise a ridere << Sei ridicola ! >>
“ E tu mi stai sul cazzo! “ Avrei voluto gridargli esasperata, ma riuscii a zittirmi e dissi solo:
<< Smetta di parlare e veda di aiutarmi, piuttosto! >>
<< Dammi del tu, sembri una sguattera se usi i titoli. >> Mi girò attorno, e sospirò << Non hai il fisico, ma vedremo che fare. Matilde vuole assolutamente portarti con noi. >>
Mentre si metteva in posizione davanti a me, non potei fare a meno di odiarlo.
“ Se muoio, tu ne sarai il responsabile, stronzo! “
Tornai a casa un'ora e mezza dopo. Furiosa. Entrai sbattendo rumorosamente la porta, sbalordendo la mamma coi due bambini che stava davanti al focolare. La testa di Matilde sbucò dalla stanza sul retro.
<< Che diavolo succede qui? >>
<< Guarda. >> Alzai il braccio e le mostrai il grosso taglio sul polso. La donna emise un gridolino di spavento e prese per mano i due bambini che mi guardavano a occhi sgranati.
Matilde si pulì le mani nel grembiule, si avvicinò e osservò attentamente la ferita, toccandola con mani delicate. Mi guardò con aria seria << Che è successo, Anna? >>
<< Indovina? >> Ribadii sarcastica.
Matilde mi fulminò con lo sguardo, poi si rivolse alla mamma << Scusa Falaf, ma credo che tuo figlio dovrà attendere. Non ci metterò molto. >>
La donna annuì e prese in braccio il più piccolo dei due bambini quando vide Jadis.
<< Non vi farà del male. >> Le dissi mentre salivo le scale << Se vogliono, i bambini possono giocarci. Jad, fai la brava. >>
Nella mia stanza, seduta sul letto, attendevo che Matilde mi pulisse la ferita. Fissavo fuori dalle basse finestre, ma non guardavo niente di particolare. Pensavo.
<< Che stronzo. >> Dissi a bassa voce guardandomi il braccio. Ripetei quello che mi aveva detto mentre mi feriva il braccio, scimmiottando la sua voce << “ Ora sai che vuol dire” >> .
<< Ora sai che vuol dire cosa? >>
Alzai il capo e vidi Matilde sulla soglia della stanza con una bacinella colma di acqua e delle garze. Distolsi lo sguardo. << Boromir mi ha ferito con la spada. >>
<< Avrà sbagliato le distanze, o tu ti sarai mossa male. >>
<< L'ha fatto APPOSTA.>>
Lei sgranò gli occhi e rimase in silenzio. Si sedette accanto a me sul letto e iniziò a lavarmi la ferita.
<< Tanto sangue per niente. >> Commentò guardando la ferita poco profonda << Guarirai nel giro di una settimana, non preoccuparti. >>
Continuai nella mia arringa, imperterrita << L'ha fatto apposta, Matilde. Ma cosa gli hai insegnato a quel pazzo? >>
<< Portagli rispetto, Anna! E' comunque il tuo maestro. Ora spiegami cosa è successo. >>
Annuii << Ha iniziato col farmi mettere in posizione di guardia e poi si è messo davanti a me. Ha iniziato a spiegarmi gli affondi, mi ha fatto provare. E si è messo a ridere. Si è messo a ridere capito?? “ Non c'è niente da fare, niente da fare! “ continuava a dire, l'idiota...e non zittirmi di grazia! Beh, a un certo punto ho fatto una cosa che non avrei dovuto fare, lo riconosco... >>
<< Cioè? >>
Sapevo che avrei fatto arrabbiare Matilde, ma non potevo tenerlo nascosto << Ho buttato la spada a terra. >> Dissi veloce << E gli ho detto di andarsene a quel paese. >>
Matilde sbiancò dalla collera, ma si trattenne da dirmi quello che le si leggeva in faccia << E' stato un comportamento molto immaturo, non me l'aspettavo da parte tua. >> Disse solo, gelida, iniziando a fasciarmi il polso << Prosegui. >>
“ Meno infuriata di quanto pensassi “ Mi dissi tirando un sospiro di sollievo. << A quel punto, lui mi fa “ Ah! E così mandi a quel paese il tuo maestro? Forse sono stato troppo duro con te... ma in fondo sei solo una donna, no? Faresti bene ad andare a cucinare per i soldati, non a stare con essi! “ alchè gli ho risposto che fosse stato per me nemmeno ci sarei venuta a Minas Tirith, e gli dissi anche che non doveva parlare così male delle donne, perchè proprio grazie a una donna era nato, e che doveva stare zitto. >>
<< Hai nominato SUA madre? >> Mi interruppe Matilde sgranando gli occhi.
<< Si, ma non è che l'ho insultata: ho detto solo che... >>
<< Ma l'hai nominata: il principe non sopporta sentir parlare di sua madre. >>
Stavo per chiedere spiegazioni, ma lei mi invitò a continuare.
<< A quel punto, lui si è avvicinato con la spada sguainata, trapassandomi con lo sguardo. Io ho cercato di mettere in pratica quello che mi aveva insegnato, mi sono messa in posizione di guardia e ho cercato di fare un affondo, ma lui sai che ha fatto? Ha preso la lama della spada a mani nude, a MANI NUDE, Matilde! E me l'ha strappata di mano. Ero spaventata a morte: un uomo così grande e grosso, e per di più furioso! Capisco perchè faccia così tanta paura agli orchetti di Mordor! Comunque, ho cercato di reagire. >>
<< Che gli hai fatto? >> Chiese lei in un sussurro.
<< Ho... cercato di dargli un pugno. >> Risposi, accarezzando il polso fasciato << Ma lui mi ha fermato la mano, mi ha costretta a abbassare il braccio e ha posato la lama sul polso. Poi.. >>
<< Poi? >>
<< Ha detto queste parole “ Sai cos'è il dolore, Anna? “ Io ho detto di no, mentre cercavo di divincolarmi dalla presa ferrea, ma era forte, troppo! “ Bene “ Ha detto, incidendomi il polso
“ Dolore, ti presento Anna. “ Io ho gridato, Matilde, ho gridato...ho-ho g-grid-a-ato... >> Iniziai a singhiozzare sotto lo sguardo imperscrutabile di Matilde << E lui mi ha detto solo, dandomi le spalle “ Per oggi abbiamo finito”. Poi mi ha guardata come se fossi un insetto e ha sibilato “ Ora sai che vuol dire ”. MA CHE DIAVOLO VUOL DIRE?? >>
Tutta la paura che avevo accumulato si era trasformata in un pianto dirotto. Certo, non mi ero comportata bene con Boromir, ma che diritto aveva di spaventarmi a morte?
<< E Jadis non è intervenuta? >> Mi chiese Matilde passandomi un braccio attorno alle spalle.
<< L'ha chiusa fuori, quello stronzo! >> Tirai su col naso << Ma non ho intenzione di mollare. Oh no. >>
Matilde sospirò << Non devi biasimarlo: alle reclute sovversive fanno anche peggio! >>
<< Ma non ho fatto nulla di male! >>
<< Ah, scusa: l'hai solo mandato a quel paese, l'hai offeso come maestro e hai parlato di sua madre. Anna... >>
Annuii, restando per un attimo in silenzio.
<< In ogni caso, non aveva alcun diritto di spaventarti così. >> Fremette di rabbia << Una ragazzina poi...per non parlare di quel taglio! >>
Si alzò dal letto e si mise davanti a me, ancora seduta.
<< Credo tu abbia capito un po' meglio il carattere del principe, ora. Che questo ti serva di lezione, Anna: non provocare mai più Boromir. Non in modo così sovversivo. >>
Sorrisi alla parola sovversivo e la sussurrai piano.
<< Ora hai tutto il tempo per ragionare, ma dopo desidero che tu scenda a darmi una mano con gli unguenti: se il tuo primo giorno di addestramento con lui è andato male, vedrai che con me andrà meglio. >> Mi sorrise << Almeno, io non cercherò di tagliarti la mano! >>
L'ombra di un sorriso mi attraversò il volto e annuii.
Rimasi sola.
La vicenda aveva un suo senso: avevo fatto arrabbiare Boromir, mandandolo a quel paese ( giustamente, a parer mio ) e mancandogli di rispetto, e lui aveva deciso di punirmi. Ma qualcosa non mi tornava: perchè si era arrabbiato quando avevo accennato alla madre? Certo, sapevo che era morta, ma non l'avevo nemmeno nominata, sua madre, Finduillas: avevo solo parlato della
“ madre ”in generale,e guarda come si era inalberato.
Ripensai alla sua espressione: la stessa furia di quando avevo parlato al Palazzo, nel nostro primo incontro. Lo stesso furore.
“ E' un pazzo... “ pensai, stringendomi nella coperta in cui mi ero avvolta. Ma perchè se l'era presa così tanto? E con quale malvagità mi aveva tagliato il polso poi!
“ Ora sai che vuol dire...” Ebbi l'impressione che quelle parole non fossero riferite al polso, ma a qualcos'altro, di ben più profondo. Un dolore incalcolabile e lancinante, che pulsava esattamente come aveva iniziato a pulsarmi il polso.
“ Chissà cosa penserà vedendomi arrivare domani mattina. “ Pensai fra me e me. Non avevo intenzione di mollare, oh no. Ero spaventata a morte, ma quella non era un'esperienza uguale alle altre che stavo vivendo in quei giorni: dovevo imparare a sopravvivere, combattere per la mia vita e magari proteggere quella altrui. E l'unico che poteva insegnarmelo era lui. Lo sapevo.
“ Cosa gli dirò? Scusa? “ Lo esclusi. E impedii al mio cervello di continuare a pensare a quella storia perchè scesi di corsa le scale- accorgendomi solo all'ultimo gradino di essere puzzolente e sporca di sudore- per andare a aiutare Matilde
Con mio grande piacere, avevo scoperto che Matilde si occupava di curare le persone nei periodi in cui risiedeva a Minas Tirith, togliendo un po' di lavoro alle guaritrici delle Case di Guarigione- lavoro di cui non sentivano la mancanza, dato che c'erano sempre soldati da curare o in convalescenza- mentre quando andava con l'esercito si occupava di dirigere il reparto di guaritori di Osghilliart. Per questo dovevo imparare le basi della medicina: avrei dovuto guarire, curare e fasciare almeno in maniera superficiale. Da me dipendevano dell vite.
Quella mattina e quel pomeriggio imparai a fare le mie prime fasciature e le mie prime pomate per liberare le vie respiratorie, tutte a base di menta e salvia, cose non molto utili in guerra, ma che Matilde riteneva buone per prendere confidenza. Ero un asso nelle fasciature al polso!
La sera giunse presto e con essa la stanchezza. Dopo cena, salutai Matilde e le dissi che mi sarei svegliata prima dell'alba. Pensavo a qualche reazione di stupore, e invece lei mi rispose << Be, è proprio quello che mi aspetto, figliola! >>
Io sorrisi e le augurai buonanotte, ma mentre salivo le scale le sentii dire una cosa che non mi aspettavo: << Mettilo sotto, quello stronzo! >>
Risi di quel commento tutta la notte, mentre Jadis russava piano ai piedi del mio letto.
Per ragazzapsicolabile91: si, B. si sente un po' attratto da A. ma diciamo che riesce a sopportarla solo quando lei non parla :) mi piace molto il divario che si sta creando fra i due- un divario che si colmerà d'ammore!!! non vedo l'ora di arrivare a quando quel divario si colmerà!!!
bacissimi, pace e ammore!!!