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Autore: Herm735    21/10/2010    3 recensioni
Aveva avuto una giornata molto dura. Ma avere giornate molto dure era entrato a far parte della sua routine. Ormai i metodi magici non erano più sicuri. Potevano essere quelli a farti beccare.
Era paranoica, ecco la verità.
Certo, se loro non avessero continuamente tentato di uccidere la sua gente, forse non lo sarebbe stata.
Genere: Azione, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Ginny, Harry/Hermione, Luna/Ron
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Da Epilogo alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'WANTED'
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Ragazzi, scusate ancora il ritardo, ma la scuola mi sta davvero facendo impazzire. Spero di riuscire a tenere questo ritmo (ogni 5 giorni) ma più in fretta proprio non riesco...
Spero comunque che il capitolo vi piaccia!




La prigione – Posizione geografica sconosciuta – Il giorno della notizia

Da quanto erano lì?
Giorni.
Mesi.
Anni.
Non lo sapevano.
Non gli importava!
Niente importava.
Volevano solo che qualcuno entrasse e si degnasse finalmente di mostrargli il rispetto minimo di ogni essere umano verso un altro essere umano e li uccidesse con un colpo di pistola.
Almeno sarebbe stato indolore.
Volevano andarsene da quel posto.
Vivi o morti, era uguale per loro.
Sapevano entrambi che non sarebbero mai potuti sopravvivere ad un altro interrogatorio.
La prigione non era niente.
La mancanza di acqua, di cibo e di riposo, non era niente.
Niente in confronto a quello che sarebbe successo se fossero sopravvissuti un giorno in più.
Prima di vederlo lo avrebbero sentito.
Avrebbero sentito i suoi passi, o i loro passi, lungo il corridoio deserto.
Rimbombavano in modo tetro. Cupo. Erano il rumore che per loro preannunciava morte.
C'era un piccolo pezzo di vetro, dentro la loro cella.
Non avevano idea di come ci fosse finito.
Probabilmente qualcuno che era stato lì prima di loro era stato trattato un po' meglio.
Comunque dello specchio che un tempo era stato adesso non rimaneva che una piccola scheggia.
Ci si avvicinò fino a potercisi specchiare.
Solo per ricordarsi quale fosse la sua faccia.
Si riconobbe a malapena.
Aveva gli occhi scavati da profonde occhiaie, era sanguinante e nei punti in cui non lo era aveva comunque delle macchie di sangue rappreso.

Si risvegliò tempo dopo.
Quanto era stato privo di sensi?
Non avrebbe mai saputo dirlo.
Un soldato entrò.
Bisbigliando qualcosa al soldato di guardia all'interno.
Gettò ai due quasi sdraiati a terra una foto, facendola cadere sul pavimento.
Ritraeva una giovane donna, i capelli e gli occhi scuri, l'uniforme di Hogwarts.
“Hermione Granger è morta questo pomeriggio.”
Non disse altro. Non li torturò.
Semplicemente tornò sui suoi passi ed uscì dalla stanza.
Hermione Granger era morta.
Perché glielo avevano detto?
Cortesia?
Non importava.
Adesso lo sapevano.
Hermione era morta.
Seamus si accasciò a terra appoggiandosi su un fianco ed iniziò a piangere silenziosamente, incurante della forza di gravità, che trascinava tutte le sue lacrime sulla parte destra del suo volto.
Dean rimase seduto.
Non pianse. Non aveva più lacrime, lui.
Si era prosciugato.
Erano morti anche loro.
Non ancora, eppure di già.

Ancora una volta era svenuto.
Forse per la fame, per la sete.
Forse perché il suo corpo non riusciva più a rimanere sveglio.
Era alla fine.
Non ne poteva più.
La notizia su Hermione era stata l'ultima goccia.
Adesso anche lui, come il suo compagno di cella, era prosciugato.
Anche lui era vuoto.
Era una bambola di pezza nelle mani di gente più forte e spietata di lui.
Era invisibile, in un mondo di gente invisibile.
Si confondeva tra l'invisibilità degli altri.
Anche la sua fede era crollata.
Sapeva che i suoi compagni non li avrebbero mai salvati.
Non avrebbero mai capito che erano ancora vivi.
Ma, anche se lo avessero saputo, non sarebbero comunque entrati in un carcere di massima sicurezza come quello rischiando le loro vite.
Sia Seamus che Dean lo sapevano.
Oggettivamente, le vite di loro tre erano più importanti delle loro.
Sarebbero morti in quella prigione fredda ed umida, lontano da casa.
Ma con una magra consolazione.
Che un giorno la guerra sarebbe finita.
Un giorno il mondo sarebbe stato libero.
Un giorno.
Ma loro non avrebbero mai visto quel giorno.

Riprese conoscenza ed urlò.
Un dolore lancinante proveniva dal suo braccio sinistro, quello semi-paralizzato.
Dopo qualche minuto che urlava il soldato aprì la porta, scambiando qualche parola con il soldato di guardia all'esterno.
Quest'ultimo annuì, sparendo quando la porta si richiuse.
Dopo pochi istanti la porta si aprì di nuovo, lasciando entrare un medico.
Gli fece un'iniezione.
E Seamus dovette riconoscere di non essere mai stato così felice di perdere i sensi.

Lo svegliarono dei passi lungo il corridoio.
Pregò che non fosse vero.
Non avrebbe mai sopportato un'altra volta le loro torture.
Ascoltò i passi.
Lungo il corridoio camminavano almeno tre persone.
Si sentì morire.
Tutto quel dolore, tutta quella disperazione, non era umana.
Erano ormai solo animali.
Degli animali in gabbia, non partecipi della loro vita, ma solo spettatori delle loro stesse orribili condizioni.
Tentò di mettersi a sedere ed appoggiò la schiena contro il muro.
Sentì delle voci all'esterno, voci che parlavano con il soldato che faceva la guardia fuori dalla loro cella.
Ma non erano le solite voci, i soliti sussurri.
All'improvviso una sparo riecheggiò.
Qualcuno sfondò la porta.
Un altro sparo.
Seamus non aveva neanche la forza per vedere chi era che faceva irruzione in quella tetra prigione dove erano rinchiusi.
Dopo qualche secondo un allarme iniziò a risuonare assordante in tutto l'edificio.
Una luce rossa lampeggiava in lontananza.
Si sentì sollevare, qualcuno lo aveva appoggiato sulle proprie spalle.
Sentì l'impulso di vomitare, allora chiuse gli occhi.
Quando li riaprì vide qualcuno correre dietro l'uomo che lo portava in spalla.
Era un ragazzo biondo. Ed anche lui portava in spalla qualcuno.
“Ron, parti, parti!”
In qualche modo, neanche capì bene come, si ritrovò gettato su una superficie dura.
Erano su una specie di carro o carrozza, perché il mezzo su cui erano si muoveva senza magia, lo sentiva dai continui sballottamenti.
Doveva essere trainato da qualcosa.

Quando si svegliò per l'ennesima volta quel giorno, era su un letto.
E alla sua sinistra anche Dean era finalmente steso su un letto.
“Seamus, ascoltami, tra poco saremo fuori pericolo. Neville ti sistemerà. Aggiusterà tutto. Te lo prometto. Però devi restare sveglio.”
Seamus annuì vagamente.
Ma i suoi occhi ancora si chiusero.
A niente servirono le suppliche di Harry.

C'era qualcosa che doveva assolutamente dire.
Questo il primo pensiero cosciente.
Eppure non riusciva a ricordare cosa.
Harry apparve sopra di lui e lo chiamò più di una volta.
Seamus non proferì parola.
Doveva ricordarsi quella cosa.
Era sicuro che fosse di vitale importanza.
Ma quando stava per ricordare, il buio lo prese di nuovo con se.

“Mancano solo cinque minuti, resisti Seamus. Resisti.”

Ormai perdeva e riprendeva conoscenza sempre più frequentemente.

C'era qualcosa che doveva dire.
Qualcosa di molto importante.
Qualcosa che doveva dire prima di andarsene.
Se solo avesse saputo cosa.

Il carro si fermò. Harry stava per scendere quando si sentì afferrare una manica del mantello che indossava.
Seamus lo guardò intensamente con i suoi occhi.
E poi un sussurro, prima che svenisse ancora.
“Hanno detto che Hermione Granger è morta oggi pomeriggio.”
E di nuovo cadde nel buio.
In attesa che Neville lo aggiustasse.





Bene, adesso sapete quale è la notizia a cui si fa riferimento.
Nei prossimi quattro capitoli avrete qualche risposta, quindi non mollatemi adesso!
Un ringraziamento speciale a Roxy_xyz, Lights e Namy_love che recensiscono ogni mio capitolo.

Un grazie di cuore a tutti voi che leggete...e fatemi sapere che ne pensate! :)





  
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