Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: __Di    21/10/2010    8 recensioni
Fu come se per un momento tutto ciò che stava succedendo fosse stato cancellato, come se sotto di lui non ci fosse più il pavimento, come se le pareti girassero lì. I suoi pensieri cominciarono a rimbombargli in testa e all’improvviso si fermarono di colpo, per poi ricominciare a girare, un’altra volta, senza avere un senso compiuto o una logica. E si ritrovò a sfiorare appena quelle labbra con le sue, senza nemmeno rendersene conto.
Si staccò da Kurogane con una lievissima tachicardia e con il volto in fiamme, coprendosi la bocca con le dita e quasi non si accorse che quegli occhi vermigli lo stavano scrutando.
«Cos'era quello?» biascicò una voce assonnata e stupefatta.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo Due-Een Beker Melk
















«Kuro-rii!».
Da un po’ di mattine, esattamente undici Mokona ne aveva tenuto il conto, Fay aveva preso a svegliare Kurogane urlandogli nell’orecchio un nomignolo per giorno, inventandone anche di nuovi e rivangando alcuni di quelli che, durante il viaggio, aveva coniato.
E ovviamente il ninja non è che ne fosse felice, insomma non poteva certo accettare di svegliarsi tutte le mattine con quell’altro pazzo che gli urlava nelle orecchie un nomignolo che gli faceva perdere credibilità, per non parlare della virilità...
«Kuro-rii!» stava urlando per la quinta volta il mago con tanto di megafono arrangiato con un foglio di carta che sarebbe servito a impacchettare il souvenir che Shaoran quel giorno sarebbe andato a cercare per il nuovo regno nel quale s’erano stabiliti la sera prima.
Il moro afferrò il guanciale e ci affondò la faccia, coprendosi completamente le orecchie e gli occhi, perché l‘altro, oltre ad urlare apriva pure le tende!
«Kuro-rii!» cinguettò per l’ultima volta Fay prima di sedersi di peso sopra il ventre del giapponese con tanto di gambe accavallate e tazza di tè in mano.
Ecco, quello fu l’esatto momento nel quale Kurogane impugnò la sua Ginryu e l’agitò alla cieca per aria, perché ancora aveva il cuscino a coprirgli il viso, in preda a un qualche raptus omicida. In effetti ci aveva messo anche troppo a svegliarsi male: normalmente, già alla seconda chiamata con un nomignolo a caso, si sarebbe alzato, brandendo la katana e rincorrendo Fay in giro per la stanza, come al solito. Tutto nella norma.
«Levati di mezzo!» ringhiò Kurogane spingendo via il biondo con una bella manata.
Inutile dire che, dal canto suo, il mago era riuscito a schivare l’affilato filo della spada, in maniera molto elegante, senza versare neppure una goccia di tè.
Il giapponese, soddisfatto di essersi meritato altri due minuti a letto, si sistemò su un fianco risistemando il guanciale sotto la testa, cercando di riprendere sonno.
Proprio per essere onesti, era proprio lì lì per riaddormentarsi quando qualcuno, gli afferrò le guance e le tirò come a volergli strappare via la pelle.
Il moro spalancò gli occhi nello stesso istante in cui le dita di Fay avevano raggiunto la sua faccia, il problema era che quell’idiota aveva aperto la finestra e c’era una luce talmente forte da abbacinarlo, e ci volle qualche secondo perché i suoi occhi si abituassero.
Ciò che vide fu la faccia del mago fin troppo giulivo e sveglio per essere normale. Ma chi aveva detto che Fay era normale? «Ben svegliato, Kuro-rii! Oggi ho deciso che ti chiamerò tutto il giorno così!».
Sarà stata la faccia, sarà stato il tono con cui gli aveva decisamente canticchiato quel buongiorno, sarà che non sopportava i giorni in cui Fay lo chiamava con un solo nomignolo, perché ciò implicava che l’avrebbe urlato per almeno dodici ore complessive, ma Kurogane pregò che un fulmine dall’alto dei cieli lo cogliesse proprio ora e lo facesse dormire per sempre. «Ma tu vivi solo per darmi fastidio?» biascicò afferrando nuovamente il cuscino e spiaccicandoselo letteralmente sulla faccia.
«Dai, Kuro-rii, non vuoi fare colazione?» sussurrò Fay alzando la voce intenzionalmente di uno o due semitoni imitando una voce femminile. «Te l‘ha preparata amorevolmente la tua adorata mogliettina Fay!».
Kurogane, da dodici giorni a questa parte, aveva cominciato a capire come farlo smettere uscendone pressoché illeso, assecondarlo alle volte aiutava. «Va bene, ho capito, mi dai due minuti?» domandò sbadigliando.
«Bene! Kuro-rii! Ti aspetto in cucina.» annuì il biondo alzandosi in piedi, perché ovviamente era in ginocchio coi gomiti poggiati sul letto per punzecchiare le guance al povero ninja.
Una volta finalmente solo. Kurogane si rotolò tra le coperte a malincuore per un’ultima volta prima di alzarsi.
Si risistemò, indossò gli abiti idonei a quel luogo che avevano provveduto a sgraffignare da un’asta fallimentare, e raggiunse l’eccentrico biondo in cucina.
«Ti ho preparato una torta, Kuro-rii! Una bella torta! E una bella tazza di latte non fa mai male!» sorrise il biondo.
A una prima occhiata sembrava essersi impegnato molto, aveva ancora il grembiule, sì perché lo indossava, sporco di uova e farina.
Certo, Kurogane lo notò eh, però poi rielaborò le informazioni in altri termini, in fondo s’era appena svegliato e con orrore realizzò una cosa terribile: lo attendeva una tazza di latte.
Si sedette su una sedia e accolse il mento sul palmo della mano e incominciò a rimuginare quasi subito su come comportarsi. Se ipoteticamente avesse detto al biondo che non poteva bere latte perché gli suscitava leggeri spasmi addominali (sì okay, il ninja avrebbe detto, testualmente un bel “Mi vomiterei pure gli occhi”) quell’altro avrebbe indagato più a fondo, magari l’avrebbe riempito di scherzi e, timore dei timori, avrebbe fatto la figura del debole!
Fay era ancora accanto ai fornelli mentre Mokona e Shaoran presero posto.
Kurogane allungò la mano e afferrò la povera polpettina bianca per quella che per qualunque animale si potrebbe definire collottola.
«Di’ un po‘, mica hai detto all‘idiota che io non posso bere latte?» bisbigliò a voce talmente bassa che anche la stessa polpettina ci mise un po’ a capire cosa le si stesse dicendo.
«No, Kurogane non gli ho detto niente! Sarebbe ora che lo dicessi...» gli fece notare sbuffando.
La faccia del ninja si contorse in una smorfia truce. «E ammettere la mia debolezza?! MAI!» brontolò rimettendola sul tavolo.
«Kuro-rii ma dove vai?!» cinguettò Fay nel vedere il moro scattare in piedi e avviarsi verso la porta.
«Esco, non ho fame.» ringhiò di nuovo.
«Ma Kuro-rii! Non è giusto, ti ho preparato una colazione da vero gourmet, da brava mogliettina!» continuò fingendo un piagnucolamento degno di una squallida operetta teatrale. 
«Taci! Vado a farmi una passeggiata!» ringhiò mentre stava seduto ad infilarsi le scarpe.
Fay ovviamente, chiunque se lo sarebbe aspettato in effetti, l’aveva seguito armato di cucchiaio e fetta di torta. «Assaggiala, almeno!».
«No!» replicò.
«E se te lo chiedessi per favore?» domandò.
«Nemmeno! Ora fammi andare a fare una passeggiata!» brontolò di nuovo.
«Vengo con te!» cinguettò di nuovo Fay sorridendo.
Kurogane arricciò il naso e lo fulminò con un‘occhiataccia torva. «No».
«Oh.» l‘espressione del mago cambiò per un istante soltanto, divenne improvvisamente triste per poi diventare nuovamente radiosa. «Okay».
Inutile dire che Kurogane notò anche questo, ma se ne curò ben poco per una volta, voleva comunque evitare di fargli scoprire che non poteva digerire il latte, per cui appena il mago gli rivolse quel sorriso falso, si sentì anche abbastanza sollevato e decise che era bene fingere di non essersene accorto.
Uscì di casa tranquillamente, anche con un‘espressione più che serena, vittoriosa, con un sorrisetto strano a curvargli le labbra.

Invece Fay, che da quella mattina si era premurato di preparare manicaretti davvero prelibati, ostentava un sorrisone finto quanto una bistecca di plastica, mentre versava nelle tazze dei presenti del latte.
Poi si sedette sulla sedia lasciata dal ninja e cominciò a tagliare la torta.
«Non te la prendere Fay, vedila così: c‘è più torta per noi!» sogghignò Mokona. «Noi sicuramente l‘apprezzeremo!».
Mugugnò Shaoran afferrando il piatto con la sua porzione di torta. «Su, evidentemente Kurogane s‘è svegliato male...».
Fay sfoderò un sorriso meno falso del previsto. «Ma certo! Kuro-rii è sempre così, ci ho fatto il callo, ormai! Piuttosto, Shaoran, che ne dici di andare a cercare un souvenir per Sakura oggi?».
«Così ripartiamo presto!» annuì il ragazzo trangugiando in tutta fretta la torta tra un sorso e l’altro di latte.
«Chissà che cose interessanti troveremo qui!» mugugnò Mokona vuotando il secondo piatto di torta.
«Uh, idea! Finito di mangiare, usciamo! Potremmo anche cenare fuori!» canticchiò Fay.
Ma quasi subito Shaoran lo riportò alla realtà con un tono lapidario. «Con quali soldi?».
«Ah, già... Abbiamo solo i soldi necessari per pagare questo posto e il regalo per Sakura...» bofonchiò Mokona aggredendo la sua quarta fetta di torta.
«Già, è vero! Beh vorrà dire che dovremo sfamarci col latte e le altre tre torte che ho preparato...» evinse il mago. «Su, intanto finiamo di mangiare!».

Nel contempo, Kurogane stava fieramente camminando per le stradottole battute a ciottoli bianchi del ridente paesino.
In effetti, non era proprio il tipo da farsi logorare dai sensi di colpa per aver bistrattato il biondino, però un pochino, giusto un po’, gli dispiaceva.
Fay si era impegnato molto per preparare la colazione a tutti, e l’aveva sempre fatto, di contro però c’era il fatto che aveva attentato alla sua vita con una tazza di latte e l’aveva pure svegliato! Beh, in realtà lo svegliava da un po’ di tempo così, quindi non era una cosa poi così gra....
Ma che diavolo andava a pensare?!
Sì che era grave! Non era mica tanto normale che uno si mettesse a urlare con un megafono in giro per la stanza un nomignolo del cavolo per svegliarlo!
Il suo stomaco si oppose a questo pensiero. In effetti l’odorino fragrante di torta gli aveva messo un po’ d’acquolina in bocca, però chissà quant’era dolce! Per carità!
Bah! Non era proprio ora di farsi prendere da questi ripensamenti! In fondo quello lì era un idiota, e sicuramente avrebbe attentato alla sua vita altre volte con quelle maledette tazze di latte, per non parlare del fatto che avrebbe cucinato sicuramente anche per cena.

Poco più lontano da casa, in un piccolo negozietto sulla terza strada, ben nascosto nel mercato, Shaoran stava cercando un regalo per Sakura.
«Che ne dici di questo Mokona?» indicò il ragazzo con un libretto scritto fitto fitto, inutile dire che era in una lingua sconosciuta (ma questi sono dettagli) su certe dissertazioni in ambito di flora e fauna della regione nella quale si trovavano.
La polpettina bianca non ne sembrò molto convinta, si tuffò, piuttosto, in un cesto stracolmo di peluche. «Qui c'è qualcosa di carino!».
«Fay, tu che ne pensi del libro? È carino, no?» continuò Shaoran sfogliando con cura il volume.
Il mago si sporse oltre la spalla del ragazzo e cercò di informarsi meglio. «La biblioteca del regno di Clow è molto fornita... Io punterei su qualcosa di più divertente, inoltre... Tu ci capisci qualcosa di quello che c'è scritto qui?» sorrise.
«Ah, già, la lingua! È che mi pareva carino, ben impaginato e con i disegni... Però l'ostacolo della lingua non l'avevo nemmeno calcolato!1» mugugnò. «Forse Mokona ha ragione meglio un animaletto di stoffa!».
«Sì! Anche io ne voglio uno!» gioì Mokona sbucando fuori dal cesto perfettamente mimetizzata tra tutti gli orsetti e i cagnetti di pezza.
«Costano anche poco, magari ne prendo uno a Kuro-rii!» mugugnò Fay afferrando il pupazzo nero di un cane. «Ci somiglia! Ha anche il grugno truce!».
Mentre Fay era impegnato a rimirarsi il suo cagnone di peluche, e Shaoran era tutto preso a dallo scegliere un animaletto per Sakura, Mokona venne afferrata per le orecchie da una bambina.
«Mamma, voglio questo!».
«Ehi! Mokona è vera! È carina eh, ma è vera!» urlicchiò la polpettina dimenandosi.
Il che ovviamente provocò una reazione di sgomento misto a terrore, tra i presenti.
A quanto pare, quello non era proprio un paese dov'era permesso usare la magia o girare con strani pseudoanimali parlanti.
Ma fortunatamente Fay afferrò Mokona e sorrise largamente. «Oh, hai visto il mio trucchetto?» domandò facendo un occhiolino alla bambina. «Sono un bravo ventriloquo, eh?» sorrise lanciando uno sguardo d'intesa al ragazzo che impugnava ora una specie di orsetto giallo con tanto di ali2.
In tutta fretta pagarono e uscirono dal negozio.
«Valga per il futuro: dobbiamo prima controllare se sia permesso o meno usare la magia!» cinguettò Fay, divertito, ridendosela di gusto, mentre si fiondava letteralmente in mezzo alla gente che aggrediva il pescivendolo dall’altra parte della strada.

Intanto, altrove, sempre in quello stesso paese, Kurogane e la sua ombra nera, vagavano senza mèta in giro per le strade bianche.
Cercava di capire cosa si dicessero le persone e di leggere le insegne ma era alquanto inutile, lui lì non ci capiva niente, forse conveniva davvero andare in giro con quel mago, seppure ad una certa distanza da Mokona, da quando aveva vagamente ripreso ad usare i suoi poteri, si capivano(!), il che era anche abbastanza strano.
In effetti, l’idea di girare i tacchi e tornare sui propri passi non sarebbe stata proprio così pessima, insomma, aveva ancora la possibilità di tornare indietro senza che nessuno si accorgesse che s’era perso, anche perché ammettere una cosa del genere era quasi peggio di sbandierare ai quattro venti di non poter bere il latte.
Così decise di girarsi e tornare indietro, in fondo aveva camminato in linea retta per tutta la mattina, poteva tranquillamente raggiungere gli altri, che magari erano ancora fuori casa.

Dopo una rapida incursione al mercato, rapida soprattutto perché lasciare a briglia sciolta Fay con un po’ di soldi sarebbe stato decisamente deleterio per le finanze del gruppo, stavano già tornando a casa.
«Uh, chissà se Kuro-rii è tornato a casa!» mugugnò Fay, tradendo una mezza angoscia nella voce, soprattutto per il fatto che, oltre ad essere decisamente maldestro, in certi momenti, il ninja poteva non capire quello che la gente diceva, il che contribuiva ad annerire ancora di più il suo umore, rendendolo particolarmente scortese.
«Ma sicuramente sarà lì ad aspettarci!» farfugliò Shaoran.
Mokona annuì da dentro la busta di carta che il biondo teneva in braccio, stava lì dentro insieme ai pupazzi che avevano comprato poco prima. «Con la sua solita faccia truce e la venuzza pulsante!».
«Già! Oppure nella migliore delle ipotesi potrebbe essersi perso, questa città è un groviglio di strade!» congetturò il ragazzo mentre continuava a guardarsi intorno per orientarsi un minimo anche lui.
«Nah, non preoccuparti per il paparino, tutti i ninja hanno un buon senso dell'orientamento, lui è il miglior ninja del Giappone, quindi il suo senso dell'orientamento è pressoché ottimo!» sorrise il mago esprimendo un perfetto sillogismo. «Quando arriviamo a casa chi mi dà una mano a cucinare?».
Proprio mentre diceva così notarono un’ombra enorme e nera camminare strascinando i piedi, con le mani in tasca e mezzo gobbo, okay, sì era decisamente il giapponese.

«Dove diavolo sono?!» imprecò Kurogane nel suo dialetto, seriamente irritato nel vedere una statua di un uomo a cavallo, che in mattinata, quand'era uscito, non aveva mica incontrato! Eppure era strano, aveva percorso la strada all’indietro senza mai svoltare, seguendo i profili delle casupole di pietra come aveva fatto la mattina. Che strano!
Mentre rimuginava anche su questo sentì qualcuno parlare e capì cosa stessero dicendo.
Se ora capiva le persone intorno a lui, se riusciva ad intendere cosa dicevano, ciò implicava, quindi, che la polpettina era nelle vicinanze, e quindi, in fondo, era sulla strada giusta!
Poi sentì una risatina fastidiosa, il che implicava che oltre alla polpettina, c'era pure quell'idiota lì da qualche parte.
Argh! I suoi piani stavano andando in fumo, era necessario che lui, l’idiota, per intenderci, fosse lontano per fare in modo di eliminare tutto il latte che c'era in giro in quell'alloggio in subaffitto che avevano trovato.

«Oh, ma quello non è Kuro-rii?» cantilenò il solito idiota alle sue spalle. «Kuro-rii? Kuro-rii!» urlava.
La venuzza pulsante sulla fronte di Kurogane cominciò a pulsare minacciando di esplodere da un momento all'altro.
Allora decise di non rispondere, per calmare la vena che sembrava scoppiare avrebbe fatto bene ad evitare l'inutile idiota biondo per almeno le due ore successive. Anche perché su, diamine, era davvero fuori luogo urlare uno dei tanti nomignoli che gli affibbiava in mezzo alla strada a squarciagola!
Ma Fay era di tutt'altro avviso e lo raggiunse con poche ampie gambate -ben diverse dai suoi normali passettini misurati- e si aggrappò al suo collo come un koala, badando bene a stringere le gambe snelle ai fianchi, strappando al povero ninja un sospiro soffocato.
«Dannato idiota!» brontolò il moro cercando di scrollarselo di dosso, ma con scarso successo.
«Uh, visto Shaoran? Kuro-rii ha un ottimo senso dell'orientamento!» cinguettò il mago ridendosela, reggendosi, ora con un solo braccio, il sinistro, attorno al collo di Kurogane, mentre la mano destra, aperta, picchiettava amichevolmente tra i capelli neri. «Te l'avevo detto! Che bravo, Kuro-rii!».
Inutile dire che Kurogane e la sua venuzza pulsante non sopportarono granché quello che si può definire un pat-pat fa parte dell'idiota biondo. Anzi a dirla tutta il ninja era pronto a buttarsi a terra di schiena pur di allontanarlo, ma, considerando i riflessi dell'idiota, così schifosamente pronti, si sarebbe solamente preso uno strappo muscolare, per non parlare di qualche livido.
«Sai, Kuro-rii, ti ho preso una cosetta! Però te la regalo solo se fai il bravo!» continuò quell'altro senza valutare il pericolo che stava correndo.
«Tienitela!» ringhiò.
«Uh, Kuro-rii, come siamo scontrosi!» commentò il mago continuando a sorridere e canticchiare tranquillo.
Da un po' di tempo, anche se non gli piaceva farlo, il ninja aveva capito che, per scrollarselo di dosso e togliere definitivamente il problema koala o in generale il problema mago biondo idiota, bastava essere gentile e chiedere le cose per favore.
«Saresti così gentile da scendere dalle mie spalle e smettere di farmi questi strani agguati, idiota?» certo, poteva evitarsi l'ultimo epiteto ma, giuro, l'aveva detto in modo gentile eh!
Ed evidentemente Fay l'aveva inteso, tanto che lo sciolse da quella specie di abbraccio indesiderato e poco condiviso, e zompò giù.
Gli rivolse uno strano sorriso divertito e alquanto fastidioso e poi recuperò la busta di carta che aveva preventivamente lasciato a Shaoran, quella piena di pupazzi. Ci rovistò un momento dentro e ne tirò fuori un cagnone nero di stoffa.
L'espressione che il ninja gli rivolse non fu proprio una delle migliori. «Che diavolo è questo?».
«Un peluche di un cagnone nero! Ti somiglia! Ha pure i sopracciglioni!» certo è anche vero che pure Fay non è che si impegnasse così tanto a fargli piacere il suo regalo. Il paragone con le sopracciglia poteva anche evitarlo.
Kurogane digrignò i denti. «E che dovrei farci con questo coso?».
«Ci si dorme insieme!» urlicchiò Mokona zompando fuori dalla busta.
Shaoran non disse niente, ma stava decisamente pensando un "Ma ti pare che un uomo fatto come Kurogane dorma con un peluche?!", ma se lo tenne per sé, soprattutto per vedere la reazione del ninja, che sarebbe stata una bella esperienza da raccontare a Sakura.
Ma Kurogane reagì complessivamente bene. «Che diavolo ti salta in mente, idiota?!» ruggì ma almeno non prese a rincorrerlo in giro con la sua adorata katana sguainata, agitandola minacciosamente per aria.
«Ma guardalo, è carino!» replicò Fay sfoderando l'occhiatina sbrilluccicosa, e anche abbastanza abbacinante, prima di descrivere le mirabolanti qualità che il ninja e il peluche avevano presumibilmente in comune.
Ma prima ancora che quello cominciasse ad enumerare qualunque cosa, il ninja lo zittì. «Se ti piace tanto tienitelo tu!».
Queste parole stizzirono alquanto il mago che s'incupì di botto. «Okay, allora lo tengo io! Così mi ricorderò di te quando questo viaggio sarà finito.» borbottò sfoderando un sorriso falso, anzi, più falso di tutti altri sorrisi falsi sommati insieme.
In effetti il giapponese aveva usato ben poco tatto, sebbene si fosse prefisso di trattare bene il mago solo per farlo smettere in fretta, e ora aveva colto l’espressione cupa e la falsità di quel sorriso che contribuivano a renderlo terribilmente infastidito. Afferrò il peluche dalle mani del biondo e sbuffò. «Sì, è carino.» mugugnò a mezza bocca.
«Uh? Ti piace! Ero sicuro ti sarebbe piaciuto! Ti somiglia!» cantilenò di nuovo il mago con un risolino smagliante meno finto del solito a incurvargli le labbra. «Devi avere fame, Kuro-rii...» rimuginò con una faccia falsamente corrucciata. «Non hai mangiato stamattina, mi aiuti a cucinare?».
«Tsk...» sospirò. «Se poi mi lasci in pace sì».
«Uh, così ci metteremo meno tempo del previsto! Fantastico!» fischiettò di nuovo Fay. «Ah! A proposito, sapete una cosa? Stasera ci sarà una gara di fuochi d‘artificio! Aiutandomi ceniamo presto e andiamo a vedere i fuochi!».
«Davvero?!» bofonchiò Mokona sbucando fuori da dietro il collo della giacca di Kurogane, senza che lui si fosse accorto di niente.
«Ma non sarebbe meglio partire il prima possibile?» borbottò Kurogane.
«Ma sono bellissimi i fuochi!» chiosò Shaoran.
«Su, Kuro-rii! Fa‘ contenti i tuoi bambini!» cinguettò di nuovo Fay.
«Sììì! Paparino, facci contenti!» replicò anche la polpettina urlando letteralmente con la sua vocina nelle orecchie del ninja che scattò ad afferrarla in fretta. «Mettimi giù! Mettimi giùùùù!».
Il giapponese ringhiò digrignando i denti e fiammeggiando d’ira, fulminando la piccola palletta bianca.
«Dai, che sarà divertente, partiremo alla fine dello spettacolo» decise il mago.
«Prima!» ringhiò il moro.
«A metà?» provò mediare la polpettina.
Anche Shaoran cercò di convincerlo. «Dai, in fondo piacciono anche a te, Kurogane».
«Tsk!» sibilò di nuovo. «Però dobbiamo partire a metà dello gara».
«Va bene!» assentì Fay.
Mokona riuscì a liberarsi dalle grinfie del ninja e si posò sulla sua testa. «Dì un po‘, Kurogane,» cominciò a dire a voce bassa. «Questa è tutto un piano per evitare il latte?».
Il volto del giapponese divenne decisamente scarlatto, quella dannata polpettina leggeva la mente! Era proprio nei suoi piani, dovendo ripartire in serata, non potevano fare colazione e tutto quel latte sarebbe rimasto lì a marcire. Era decisamente perfetto! Ma Kurogane, il suo progetto lo tenne per sé, di certo non poteva andare a declamarlo ai quattro venti, no?
Però mica sapeva che comunque quell’idiota aveva già predisposto per la cena delle tazze di latte razionate a testa perché buttarlo è un peccato, e Mokona non glielo disse.
Per niente scema la polpettina.


















Prima delle note dell'autore due note a margine inerenti al testo:

1. Io continuo a sostenere che Sakura guardi solo le figure dei libri, quindi in realtà Shaoran rispecchia questa mia mentalità *occribbio dimenticativene!!!*
2. Sì, è proprio lui, Kero-chan!


Ora ecco le note a margine dell'autore xD (e già sono un uomo xD)

Vi ringrazio di aver commentato il primo capitolo, sono molto lieto vi sia piaciuto.

Vitani, grazie xD stai cominciando a seguirmi assiduamente, caspita! *si sente osservato* soprattutto perché vivi vicino Pisa, eh, mi sono trasferito proprio da poco a Pisa nel quartiere San Martino che forza! Ci sei pure tu! Che studi di bello? Grazie ancora della recensione!

Shyray, come ho detto nella mia mail che ti ho mandato, grazie mille di avermi mostrato l'errore, l'ho corretto subito! E poi ti ringrazio ovviamente di aver letto e recensito!

Julia_Urahara, grazie di aver recensito xD mi dispiace fartelo presente xD ma sono un ometto in tutto e per tutto eh xD fa niente non me la prendo v__v (forse) xD, comunque grazie mille di aver letto e recensito.

yua, beh ovviamente le tue recensioni sono enormi anche per capitoli come il primo, ben poco utile al fine della storia in sé e per sé, ma sono comunque ben lieto che tu abbia letto e recensito (come hai fatto con le altre storie insomma xD) Grazie mille.

Beh, vi è piaciuto il capitolo? Tranquilli smetterò di fare capitoli così tranquilli (anche voi lettori che non recensite) dal prossimo, mi scuso soprattutto per il ritardo, e spero di aggiornare presto.

Altra cosa, non so se avete notato ma la storia fa riferimento a un "capitolo" extra di Tsubasa che le CLAMP, o meglio la Star Comics, ha inserito nella "guida ai personaggi nr. 2" beh, se non ce l'avete ancora, filate a comprarla è___é è un ordine v___v.

Arrivederci e se volete commentate, sennò mi basta anche che vi siate fermati a leggere.

D.


   
 
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