Salve a tutti,
sì, mi ero un po'
ripromesso di smetterla di stuprare bellamente i manga che hanno un bel pezzetto
del mio cuore, ma a quanto pare a parecchi di voi piacciono le violenze gratuite
alle belle storie che sarebbe più comodo restassero tali e non venissero
scarnificate da autori sadici e pazzoidi.
Peccato che io, oltre alla mia
seria dipendenza da manga, che presto o tardi mi costringerà a trasferirmi in
mansarda senza riscaldamento ma con impudenti spifferi che provengono da ogni
dove, perché minacciosamente mi cacceranno via dal mio bellissimo studiolo da
lettura, sono anche un insano pazzoide lunatico e piuttosto sadico.
Beh,
insomma se sono in questa sezione nuovamente la mia follia si abbatterà su forse
una delle migliori opere delle quattro pazzoidi —
perché qui in patto di
follia siamo a livelli allucinanti, eh— denominate CLAMP, e parla uno che ha
la prima edizione di X1999 in lingua originale e in italiano! —
sì, sono un
tipo un po' originale, non c'è che dire—
Beh, ovviamente parliamo di
Tsubasa Reservoir Chronicle, anche perché non credo mi vedrete mai stuprare
Wish o RGVeda, mi spiace, avete sbagliato persona!
Beh, comunque avrete
sicuramente notato dagli avvertimenti che la storia non è che sia molto ma molto
allegra e trotterellante, oserei piuttosto dire che non pensavo di accanirmi
così tanto su questi poveretti, che tra l'altro non ho neppure ben compreso chi
avrà più problemi... bah...
Ma comunque, gente, non disperate, se il mio
umore dovesse cambiare, allora anche l'esito potrebbe cambiare.
Neanche a dirlo, ovviamente, è una
Shaoran-Sakura! No un attimo, riponete quei forconi, stavo scherzando! È una
Kurogane/Fay, tranquilli!
Vi chiederete sicuramente che razza di elucubrazioni mentali volete
che ci siano dietro tutta questa mia introduzione? Soffriranno e pure parecchio,
temo.
Ah! Ultima cosa, poi vi lascio, stavolta è una storia a capitoli! La
mia prima storia a capitoli per l'esattezza in lingua italiana.
Mah, okay ho finito! Non mi resta che lasciarvi a briglia sciolta al primo capitolo e il titolo ve lo spiegherò con molta calma.
Disclaimer: Io non posseggo alcun personaggio di questa storia che invece appartiene interamente a quel gruppo (di pazze sclerotiche) denominato CLAMP.
Overleven
Capitolo Uno-Koude Dag
«Kuro-buh!» urlò il mago biondo con un vago intento suicida a prima mattina, nella minuscola stanzetta che divideva col giapponese, Mokona e Shaoran.
Teoricamente gli altri due erano abbastanza lontani e relativamente svegli per non essere colpiti dall'uragano biondo e urlante, ma non escluderei il fatto che tale grido non avesse svegliato il vicinato.
«Che diavolo ti salta in mente, idiota?!» ringhiò il ninja evidentemente scocciato e un po' troppo assonnato ma non abbastanza per non sguainare la sua adorata spada e agitarla contro il naso dell'altro.
«Ti sveglio! È una bella giornata, oggi potremmo uscire un po' a fare una passeggiata, no?» cinguettò Fay e ci mancò poco che piroettasse in giro, e lui era decisamente il tipo da farlo, detto tra noi.
Kurogane ovviamente digrignò i denti e brontolò qualcosa che, per non turbare nessuno, definirò solo piuttosto sconnesso e ben poco educato. Okay, va bene, se volete proprio saperlo lo riporterò! «Ma come diavolo fai ad essere così maledettamente pedante?».
«Anni di esercizio, mio caro Kuro-myu! Sono così petulante solo per te!» replicò l'altro zompettando qui e là intorno al letto del moro che non sembrava proprio granché propenso ad alzarsi.
«Ah, grazie quanta premura!» ringhiò il giapponese con tanto di smorfia di sufficienza.
Fay però non smise di girare attorno al letto. «Prego, mio adorato Kuro-po!».
«Ero sarcastico, idiota!» brontolò di nuovo.
«Accidenti! Tu sarcastico? Dove sono gli altri in momenti simili?!» ridacchiò il biondo sedendosi sul letto del ninja con le gambe accavallate.
Kurogane brontolò qualcos'altro, ma sibilandolo a denti stretti in maniera impercettibile.
«Su Kuro-koi, perché non ti alzi da quel letto e non andiamo a farci una passeggiata?» e, non contento di averlo svegliato urlandogli nell'orecchio quasi come a volergli far prendere un infarto, continuò. «Su, laviamo via questa faccia truce!» e cominciò a punzecchiargli le guance con le dita affusolate.
«No!» ringhiò. «E lasciami la faccia, dannato!».
«Nemmeno se prometto di essere una brava mogliettina?» cantilenò insieme a un altro mucchio di promesse che sarebbe troppo lungo mettersi ad enumerare.
Al ché il povero Kurogane, all'ennesima promessa allucinante, dovette desistere e recedere dai propri propositi. «Basta che la smetti di sciorinare tutte queste idiozie!».
«Ma non sono idiozie, Kuro-run!» continuò quello con un sorriso, sincero, a ottantanove denti.
«Maledizione io mi chiamo Kurogane.» brontolò di nuovo tirandosi su a sedere. «Ku-ro-ga-ne!».
Fay cominciò a battere le mani con una faccia onestamente fiera e divertita insieme. «Che bravo, il mio Kuro-fou, sa sillabare il suo nome! Così rendi fiera la mammina Fay!».
«Maledetto idiota, cosa dici?!» brontolò. «Se vogliamo andare a fare una passeggiata, tu devi decisamente smetterla con queste cavolate!».
«Uh, adesso siamo un noi! Che bello!» ridacchiò il biondo avvinghiandosi in stile polipo al braccio del povero giapponese ancora intontito e assonnato.
Appena Kurogane fu minimamente più presentabile per quella dimensione,
avendo quindi chiuso a chiave in bagno il mago che sicuramente, almeno secondo
lui, si sarebbe messo a fare commenti su questo e su quello, ovviamente minando
alla sanità del povero ninja, i due uscirono come due perfette persone normali
che, del tutto normalmente, non hanno una fissa dimora, anzi, viaggiano nelle
varie dimensioni!
Inutile dire che per Kurogane quella mezza giornata fuori, fu più che una
tortura, un martirio!
In primo luogo, l'abito che Fay aveva scelto per lui il
giorno prima aveva il colletto di pelo e a lui il colletto di pelo urtava il
sistema nervoso, e poi i guanti erano troppo spessi e pure quelli erano pieni di
pelo di qualche strano animale che puzzava di cane bagnato, per di più, visto
che alle volte lì il vento era molto forte bisognava indossare un cappello che
per lo meno prevenisse l'insorgere di un pesante mal di testa, e cosa aveva
scelto quel maledetto idiota? Giustamente un colbacco che gli faceva prudere la
cute.
Il tutto quindi sottoponeva il povero Kurogane —
per non parlare
della sua pazienza!—
a una specie di tortura cinese.
Quando quel martirio lo stancò del tutto, dissipandogli quel po' di pazienza
—
che già era mooolto poca—
che gli era rimasta e la venuzza pulsante sulla
sua fronte era arrivata ormai al sovraccarico, decise che era ora di
smetterla.
«Voglio andare a casa, questa giornata fa schifo, fa freddo e tra
un po' verrà pure a piovere!» brontolò.
«Sempre a lamentarti tu, eh,
Kuro-papà?» cinguettò Fay che, in tutto lo splendore del suo cappottone bianco e
blu sembrava uscito da una rivista di moda.
«Perché, mi daresti torto? Se qui
non c'è nemmeno una piuma perché non ripartiamo subito?» continuò quell'altro
lamentandosi.
«È la decima volta che me lo chiedi ed è la decima volta che rispondo!
Shaoran pretende di portare a Sakura dei souvenir da tutti i mondi che
visitiamo, inoltre noi non stiamo mica cercando le piume, ma stiamo semplicemente accompagnando Shaoran nel suo viaggio.» sussurrò il mago con calma, con lo stesso tono di voce giulivo che
continuava ad usare, anche se era effettivamente la decima volta che rispondeva
alla stessa domanda, con le stesse parole —oltre ovviamente al numero di
risposta—
e non sembrava dargli granché fastidio.
«E perché siamo usciti
anche noi? Francamente io stavo meglio sotto le coperte!» brontolò il moro
storcendo il naso all'ennesima folata di vento.
«Perché ingrigirai a forza di
startene chiuso a casa a dormire.» replicò l'altro fischiettando un motivetto
che aveva tutta l'aria di essere natalizio.
«Ma rischierò di congelare così!»
brontolò ancora.
Il mago sorrise interrompendo quella fastidiosa musichetta.
«Ah, ma stamattina ci siamo svegliati maluccio?».
«Sei un idiota!» replicò
Kurogane urlando, facendo girare parecchia gente che camminava per strada. E ora
anche l'arteria giugulare cominciava a pulsare insistentemente. «Vorrei vedere
te se domattina ti sveglio urlandoti nell'orecchio un nomignolo idiota!».
«A
me farebbe molto piacere, Kuro-sama!» canticchiò il biondo ridendosela.
Il
ninja digrignò i denti e storse di nuovo il naso. «Solo perché tu sei strano non
vuol dire che a me una cosa del genere dovrebbe piacere, eh!» replicò.
«Pensavo... Ti va di cucinare con me una bella zuppa per stasera?! Andiamo a
fare spese al mercato!» decise Fay tirando su l’indice della mano destra e poi
avvinghiandosi di nuovo al braccio del povero giapponese trascinandolo per una
viuzza, mentre quello ovviamente continuava a lamentarsi.
«Non mi hai
ascoltato per niente, eh?!» ringhiò il moro.
Fay si sistemò meglio il ridicolo cappello bianco di pelo coi paraorecchie e, sopra la testa, degli inserti a forma di orecchie da gatto, legato sotto il mento da un nodo che terminava in due pon-pon. Quando Kurogane l‘aveva visto, aveva pregato che non avesse trovato un maledetto cappello con le orecchie da cane, erano finite le scorte nel magazzino, per sua fortuna!
«Una bella zuppa calda così almeno il mio caro Kuro-bau non si lamenterà per
il freddo!» disse cominciando a miagolare e a strofinare la testa contro il
braccio del compagno di viaggio.
La venuzza pulsante sulla fronte era di
nuovo gonfia. «Quando dai nell‘occhio da uno a dieci?!».
«Ti è mai passato
per la testa che potresti essere tu con la tua faccia truce a dare nell‘occhio,
Kuro-pon?» sorrise. «Guardati intorno, la gente ride, no? Se anche tu sorridessi
non faresti un soldo di danno, lo sai?».
Prima ancora che il moro potesse rispondere, si trovò davanti al groviglio di
genti e bancarelle che popolavano la piazza del mercato.
«Uh! Ho proprio
voglia di una zuppa!» cantilenò il mago trascinando il povero ninja da un banco
all’altro.
«Senti, idiota...» lo chiamò Kurogane tirandolo indietro in mezzo
a quella gente proprio mentre il biondo era tutto preso ad agguantare un’enorme
zucca.
«Che c‘è Kuro-pin?!» mugugnò Fay tuffandosi a pioggia nuovamente sulla
bancarella.
«Ma possiamo pagarla questa roba?» ringhiò.
Il biondo aveva
già passato due banconote al mercante ricevendo in cambio due buste piene di
ortaggi. «Certo, Kuro-un! Ovviamente!» sorrise appioppando letteralmente le
buste di carta in braccio al giapponese. «Grazie, Cagnone!».
«Tsk, chi ti ha
detto che le porterò io?» ruggì l’altro.
«Beh, perché sei una persona
gentile!» miagolò di nuovo Fay. «Inoltre, perché io devo scegliere la carne per
lo stufato!».
«Secondo te non ne sarei capace?» brontolò il ninja punto nel
vivo da tale commento.
«Ma no! Certo che no! Io credo nelle capacità del mio
adorato Kuro-wan nello scegliere la carne, che dici?! Il mio Kuro-pu è
bravissimo!» cominciò a canzonare camminando sulle punte dei piedi e le mani
giunte al petto e gl’occhietti trasognati rivolti verso un nuvolone nero e
minaccioso che si stava per abbattere sulla piccola cittadina montana. «Vuoi
aiutarmi a scegliere la carne?».
«No, lascio che la scelga tu se la smetti di
chiamarmi in modi assurdi e di fare così tanto baccano!» brontolò il moro.
Inutile dire che ovviamente Fay continuò a comportarsi così tutto il
tempo, anzi rincarò la dose di idiozie, come le chiamava il giapponese, finché
poi, dopo averlo trascinato in sei macellerie e in quattro forni, alla fine, non
tornarono in quella stanza in cui alloggiavano.
Shaoran e Mokona erano ovviamente tornati e stavano giocando a carte in tranquillità sul letto del mago, anche perché se avessero osato sedersi sul letto di Kurogane probabilmente, per l’umore che aveva in quel momento, avrebbe fatto ingoiare a loro tutte le centootto carte che erano sparse ovunque.
«Uh, Kuroppi perché non giochi con loro? Fai il bravo paparino!» fischiettò
il biondo mentre controllava la cottura dello stufato, girando e rimestando le
verdure e la carne nel pentolone.
«Tu cucina e zitto!» ringhiò il ninja ben
poco amichevolmente, con di nuovo la venuzza pulsante sulla fronte, presto o
tardi avrebbe rischiato un aneurisma, altrochè! In fondo Kurogane stava sul suo
letto a cercare di farsi passare il prurito dato dal pelo dei guanti, del
colletto della giacca e del colbacco, per non parlare del fischio nelle orecchie
che aveva dalla mattina visto che quell’idiota gli aveva trapanato un timpano
con la sua vocina troppo esuberante.
Però Fay, si avvinghiò nuovamente al
braccio del moro sfregandovi contro la guancia. «Oh, perché tratti così la tua
mogliettina?!».
Alché, com‘era piuttosto presumibile dati gli avvenimenti
della giornata, Kurogane grugnì un qualcosa davvero molto simile a un “crepa
dannato” e sguainò la sua adorata Ginryu, e prese a rincorrere Fay per tutta la
stanza.
«Ma Kuro-pii! Non si fa così!» continuava a cinguettare il biondo
che piroettava agilmente intorno, schivando bellamente gli affondi del
ninja.
Intanto in tutto questo Shaoran e Mokona avevano cominciato una nuova
partita curandosi ben poco del giapponese che minacciava di morte il mago che
invece se la rideva, erano troppo abituati a scene simili,
presumibilmente.
«Crepa, idiota!» urlò definitivamente Kurogane agitando la
sua adorata spada per aria con tanto di smorfia agghiacciante sul viso, insomma
sì, più truce del solito.
Fay continuava a ridere invece, incurante del
pericolo che stava affrontando. «Kuroppi, capisco che ti piace giocare con me,
però fammi un attimo finire di cucinare! Riprendiamo dopo, intesi?» cinguettò
tranquillo fermandosi accanto ai fornelli.
Però il ninja non ripose l’arma,
anzi restò in posizione col braccio alzato e la lama puntata minacciosamente
sopra la testa del biondino.
«Shaoran, cosa hai preso poi a Sakura?» domandò
Fay mentre fischiettava allegramente di nuovo il suo motivetto in stile
natalizio, cosa che, in appena un minuto avrebbe fatto scattare al massimo l’ira
omicida di Kurogane.
Il ninja agitò nuovamente la spada, con aria decisamente
minacciosa sopra la testa.
«Una di quelle palle con la neve dentro... C‘è il
campanile di questa città... È carino.» annuì il ragazzo calando un tris di
donne.
«Bene, sicuramente le piacerà!» continuò a dire il mago girando su se
stesso con tra le mani la pentola piena di stufato bollente.
Qualcosa non
andò come previsto, Kurogane in effetti era a meno di mezzo passo dal mago, e
per poco non rischiò di restare ustionato dallo stufato.
«Dai, Kuroppi,
spostati... Che è pronto...» canticchiò Fay.
«Uh! La cena!» zompettò Mokona
lanciando in aria le carte e ovviamente finendo sulla testa del ninja.
Inutile dire che, ovviamente, questo non poteva che essere l‘ennesimo
affondo alla pazienza del giapponese. «Polpettina!» ruggì digrignando i
denti.
«Su, riponi la tua Ginryu, e siediti a tavola...» continuò a dire la
polpettina bianca mentre gli tirava i capelli, visto e considerato che il moro
era lì che, giustamente, si agitava.
Grugnendo ancora, a denti stretti,
Kurogane poggiò con cura la sua spada sul letto e si sedette lì, perché sì,
pretendere che ci fosse anche un tavolo lì dentro con delle sedie, magari, era
davvero esagerato.
Mangiarono in silenzio, in effetti non era così pessima
quella sbobba che aveva preparato il mago.
A una cert’ora Shaoran e Mokona s’addormentarono subito, mentre Fay
lavava le ultime scodelle e la pentola.
Kurogane, come di consueto, aveva
lucidato la spada e l’aveva riposta con cura nel fodero, e ora fissava il biondo
asciugare i piatti con un enorme punto interrogativo al posto della
faccia.
«Che c‘è, Kuro-myu?» bisbigliò Fay chinando la testa di lato.
«Io
e te dovremmo fare un discorsetto...» sibilò l’altro tornando nella sua
espressione impassibile.
«Oh, ma io sono stanco, Kuro-fou... Non so te,
ma...» replicò il biondo sempre a voce bassa. «E poi loro due
dormono...».
«Ci sediamo qui fuori e parliamo.» brontolò.
Fay poggiò sul
lavandino tutte le stoviglie e recuperò la sua giacca. «Va bene, così lasciamo
dormire loro due. Copriti bene, Kuro-bo, non vorrei che ti prendessi un brutto
raffreddore!».
«Tsk!» ringhiò il giapponese prendendo quella dannata giacca
col colletto di pelo.
Uscirono nel giro di pochi minuti, il tempo di lasciare la stanza in ordine e
di coprirsi in maniera decente per il clima rigido che avrebbe fatto gelare i
peli del naso a chiunque.
Camminarono in silenzio per un po’, percorrendo la
strada che avevano percorso in mattinata.
«Che dovevi dirmi, Kuro-pon?»
domandò Fay rompendo il silenzio.
Kurogane, che in realtà aveva rimuginato un
po‘ su queste parole, cercò di usare il tono più freddo e serio che potesse
trovare. «Ho notato che hai un atteggiamento strano tutte le volte che finiamo
in un posto simile a questo...».
«Mh, e con questo?» anche il tono del mago
divenne decisamente diverso, gelido, quanto l’aria che pungeva loro il viso,
inoltre, la sua espressione si contrasse per un momento, ma le sue labbra,
quasi subito, si curvarono in un sorriso.
«Pensavo... Ti ricordano quel
posto, vero?» domandò.
«Non capisco dove tu voglia andare a parare,
Kuro-pin.» replicò fermandosi e girando i tacchi. «Ho sonno, vorrei andare a
letto, ora».
Kurogane lo afferrò per il cinto scapolare e lo trattenne.
«Gradirei parlarne».
«Guarda che non è necessario, Kuro-wanko, e poi...
Domani ripartiamo, magari faremmo bene a riposare... Chissà dove ci troveremo!»
gli rivolse il peggior sorriso falso che potesse ostentare.
«Quanto mi può
dare sui nervi, secondo te?» brontolò ancora il moro.
«Beh, ti ho sempre dato
sui nervi, no?» sorrise l’altro.
Il giapponese lo guardò torvo. «Questa
dannata situazione! E anche tu mi dai fastidio, ovviamente, ma soprattutto la
situazione! Tu non puoi avere questa faccia quando ci troviamo in posti simili a
questo».
«Ma che dici, Kuro-mui? Io sto sorridendo, anche tu dovresti
sorridere!» canzonò il mago sfoderando un altro sorriso falso quanto una
banconota da sette dollari.
Kurogane grugnì di nuovo, ma stavolta non disse
niente di comprensibile.
Lasciò semplicemente il braccio del biondo e
ripresero a camminare verso casa.
Una piccola nota a piè pagina: due o tre precisazioni, non me ne vogliate.
I generi: ho un canovaccio molto vago che mi indica come si svolgerà la storia, possibile anche che cambino;
Per quanto riguarda invece gli avvertimenti: ho inserito sia Shounen-ai che Yaoi, ma mi spiace se volete una storia a luci rosse non la troverete qui, potete tranquillamente leggere e chiudere la storia senza commentare, mica me la prendo xD! E ovviamente non mi sentivo di mettere qualcosa di più per ora perché come ho detto due righe fa, vi avvertirò sicuramente se le cose dovessero cambiare!
Per il rating: suppongo che resterà arancione, come ho detto non prevedo scene a luci rosse o troppo cruente, tranquilli.
Vi ringrazio di aver prestato attenzione, e ovviamente di aver letto fin qui.
Non mi resta che augurarvi buonanotte.
D.