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Autore: _Syn    22/10/2010    6 recensioni
JacobxBella - A OrangeLoLLipop. Auguri in ritardo ^^
“Posso fartela io a una domanda, Jake?”
Jacob alza lo sguardo e perde un po’ l’espressione pensierosa. Sono passati gli anni, ma non è cambiato granché: si lascia sempre crescere i capelli fino a un certo punto, qualche centimetro sopra le spalle, solo un po’, e poi li taglia, li rasa completamente. Bella calcola velocemente la lunghezza e capisce che ormai mancano meno di due settimane e li taglierà di nuovo. A lei sono sempre piaciuti lunghi.
“Chiedi.” concede. Prima era sempre lei quella che faceva domande, ma le cose sono cambiate. Cambiano sempre.
“Lo senti il tempo che passa?”
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Coppie: Bella/Jacob
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Teoricamente, questa è una shot ambientata dopo Breaking Dawn, visto che Bella è un vampiro. Ma voi non considerate niente di BD – niente battaglia finta, niente Nessie, niente imprinting. Bella è un vampiro, punto.


Dedicata a OrangeLoLLipop per il suo compleanno – in ritardo.

Spero che ti piacerà. Un abbraccione,

Alexiel.



Quando il tempo passa


“Come fai a non dormire mai, Bells?”

Qualche volta Jacob glielo chiede – fa un sacco di domande in realtà – e Bella risponde sempre:

“Sono un vampiro, Jake, noi non dormiamo mai. E’... la nostra natura.”

Allora Jacob si fa pensieroso; Bella lo vede affondare di più nella poltrona su cui è seduto e le sopracciglia aggrottarsi nello sforzo di afferrare qualche pensiero difficile, scivoloso. Non si accorge, probabilmente, che con la mano destra comincia ad aprire e chiudere un pugno, graffiando appena la superficie di pelle del bracciolo, mentre la sinistra rimane ferma, o alle volte tamburella con le dita sul jeans consunto. Bella li nota tutti questi particolari. Li notava anche prima, solo che ora esplodono davanti ai suoi occhi senza che debba sforzarsi o andarli a cercare uno per uno. Da quando è un vampiro, Jake è un quadro che non ha bisogno di studiare lentamente, parte per parte. I vantaggi di avere una vista super forte, direbbe Seth.

“Che c’è, Jake?” chiede lei, quando i suoi pensieri sembrano spingere contro le tempie. Bella non sente i suoi pensieri, non ha il potere di Edward; ma Jacob sa essere parecchio rumoroso quando pensa, anche se nell’aria non si sente neanche il suono di un fiocco di neve che cade. Sospetta che sia a causa del legame che hanno sempre avuto, che non c’entri niente il fatto che i suoi sensi si siano affilati.

“E’ solo strano.” risponde lui. Ha la stessa espressione che aveva quando si ritrovavano in garage a chiacchierare e, toccato un argomento qualunque, vi trovava un particolare spiacevole, che non riusciva a spiegarsi solo perché dal suo punto di vista era estremamente sbagliato. Deve essere egocentrismo lupesco, quello di non riuscire a capire certe cose e considerarle solo da un punto di vista. Anche se è strano, pensa Bella, visto che Jacob e gli altri licantropi vivono in costante collegamento. Eppure, quando si ritrova a osservarli, nei momenti di pace, scopre che sono tutti diversi, che quel collegamento non unisce ogni cosa di loro. Seth è vivace, capisce le cose e le accetta; Leah è arrabbiata, è solitaria, ma alla fine non può fare a meno di ritrovarsi intorno Seth, Quil e Jacob.

“E’ perché tu dormi tutte le notti e non riesci a immaginare come potrebbe essere... non farlo più.” spiega semplicemente Bella. Ma lui non sembra convinto.

“Non potete neanche... dormire per finta? Come la faccenda del respiro. Se volete potete respirare come tutti, no? Perché dormire no?” il pugno sul bracciolo si è chiuso, è fermo ora. Sembra che stringa un pensiero e che abbia paura di aprire le mano e farlo scappare. Teme di non poterlo riafferrare più. O forse è semplicemente concentrato sul suo viso, e quella che stringe è la vecchia Bella.

“Non si può dormire per finta, Jake. Non è come respirare. Posso chiudere gli occhi e rilassarmi anche per ore, ma resterei sveglia. Penso sia a causa dei sensi sempre all’erta. Oppure è l’eternità... o la vivi senza perderne un attimo, oppure...” si ferma e non dice più nulla, sapendo che Jacob ha capito perfettamente. Ma il pugno resta chiuso.

Non è l’unica domanda che le fa quando si ritrovano da soli, ne fa tante altre. Vuole spiegarsi come vive un vampiro, dice, quando Bella gli domanda da cosa derivi tutta questa curiosità. Ma lei è abbastanza sicura che il motivo sia un altro; anche se sono passati anni dalla trasformazione, Jacob continua a chiedersi per quale motivo abbia rinunciato all’umanità. A lui.

“Ti ricordi com’era?”

Bella solleva le sopracciglia, l’espressione congelata nel tempo, e cerca di tornare qualche anno indietro. Jacob la vede sorridere un po’, ma è uno di quei sorrisi che valgono solo per il passato e che nel presente non sono altro che spettri di polvere già spazzata via dal vento.

“Era stancante, qualche volta.” confessa lei. Jacob ride, ma anche la sua risata sembra cristallizzata nel passato.

“Dormire dovrebbe avere un effetto ristoratore, non stancante.” replica.

“Lo so. Ma certi giorni mi sembrava di svegliarmi più stanca della notte prima. Non mi piaceva granché dormire.” forse sta ricordando gli incubi, riflette lui, o forse non sta ricordando niente. Non le piaceva dormire, è tutto lì. Perché sforzarsi ancora? A un sacco di persone potrebbe non piacere dormire: perdi tempo, si pensa. Però lui non ha mai smesso di immaginare loro due stretti in un letto, addormentati e sereni nel calore delle coperte. Sarebbe stato naturale e vero, semplice. E’ quello che non gli permette di smettere di fare domande. Spera che un giorno troverà la domanda giusta, quella che potrebbe portare a una sua piccola vittoria, ma al tempo stesso Jacob sente la paura assalirlo quando pensa che potrebbe davvero trovarla. Non servirebbe, anzi, porterebbe solo altro dolore. Ormai il passo è fatto, da tanto tempo, e lui non potrà avere niente indietro. Bella non è un elettrodomestico che lui ha venduto, nessuno verrà a dirgli: scusa, funziona male, sai... le è venuta voglia di dormire, te la restituisco. E poi, anche se fosse, dubita che a Cullen darebbe fastidio. L’ha sempre detto che Bella è diversa da qualunque altro vampiro, a partire dal momento in cui è nata. E’ stato tutto più semplice per lei, in un certo senso.

“Posso fartela io a una domanda, Jake?”

Jacob alza lo sguardo e perde un po’ l’espressione pensierosa. Sono passati gli anni, ma non è cambiato granché: si lascia sempre crescere i capelli fino a un certo punto, qualche centimetro sopra le spalle, solo un po’, e poi li taglia, li rasa completamente. Bella calcola velocemente la lunghezza e capisce che ormai mancano meno di due settimane e li taglierà di nuovo. A lei sono sempre piaciuti lunghi.

“Chiedi.” concede. Prima era sempre lei quella che faceva domande, ma le cose sono cambiate. Cambiano sempre.

“Lo senti il tempo che passa?”

Lei l’aveva sentito perfettamente anni prima: le scorreva sulla pelle con la forza e la violenza di un tempesta, graffiando e correndo pazzamente, come per fare a gara con una forza più forte di lui. Cosa c’è più forte di lui, il Tempo? Bella se le stringeva intorno al torace le braccia graffiate e sperava sempre che quella forza immane arrivasse e la strappasse via da quel tormento. Era come sentire il tic tac dell’orologio mille volte più intensamente degli altri, non lo sopportava, perché ogni tic la allontanava nel tempo da Edward. Sentiva di perdere istanti preziosi.

Ora le cose erano diverse. Nessun rimpianto, mai, solo che...

“Passa diversamente, ma... sì, lo sento, passa.” risponde Jake. Quando guarda fuori dalla finestra e vede il sole nascondersi e sfuggire alle nuvole e poi lo rialza, incontrando la volta scura della notte, riesce a capire quanto tempo sia passato. Quando se ne stupisce si dice solo che era distratto, che stava pensando a qualcosa e che non si era accorto delle lancette dell’orologio. Altre volta invece passa lentamente, ma è lui che vuole avere quella sensazione. Forse vuole che passi così piano da andare all’indietro.

“A me sembra sempre fermo e contemporaneamente così veloce, Jake, così veloce. Però non mi fa male, perché io ne sono quasi fuori, anche se non del tutto. Non deve preoccuparmi perché io sarò sempre identica e perché ho quello che voglio.” il pugno diventa la presa ferrea sul niente a cui si attribuisce più valore di quanto in realtà abbia. Sarà sempre uguale a com’era o sempre uguale a com’è?

“Perché dici quasi?”

“Perché ci sei tu.”

Bella consolazione, pensa per un secondo Jacob, ma subito dopo eccolo il sorriso di Bella. Non vuole dirgli che le dispiace, perché sarebbe vero solo a metà. Non vuole dirgli che lo ama, perché è una donna sposata, un vampiro, e una che ha fatto delle scelte. Non vuole dirgli che tornerebbe indietro, perché non lo farebbe e perché dall’eternità non si scappa. Non vuole dirgli che sarà più facile, perché non dipende da lei.

‘Non dirmi che sono importante, perché non lo sarò mai abbastanza.’

Dirglielo sarebbe come tornare indietro, ma solo alle cose spiacevoli. Alle scelte già prese. Lui sarebbe rimasto per sempre la scelta non presa, e quando tutte le volte riapriva il pugno si domandava se essere lì con lei fosse patetico. Bella l’aveva scartato, lui le era rimasto accanto, anche nel suo stato di “scelta non presa”. C’era da chiedersi se fosse lui il cretino masochista o lei l’egoista sadica.

Ma forse è solo quella porzione di Tempo da cui nessuno dei due riesce a fuggire, quella in cui sono ancora umani e anime gemelle, a tenere insieme le loro vite e le loro esistenze. E’ da lì che provengono le domande di Jacob. Ma non c’è abbastanza spazio per le risposte che desidera... Dopotutto, non può avere ogni cosa.

“E forse ci sarai anche quando avrai l’imprinting, anche se di meno. Ma... ci sei, Jacob.”

Imprinting. Buffo che sia ancora lì, solo, senza un legame che lo stringa completamente. Ma sono passati solo otto anni, una bazzecola per quelli come loro.

“Ti avevo detto che non l’avrei mai avuto...”

Bella sorride e le sembra diversa. Con gli anni ha assunto un’espressione diversa; sembra meno ingenua, solo un po’, e più saggia. Non è quella saggezza da rughe sul viso e mani intrecciate in grembo, è quella saggezza che riceve leggendogli dentro.

“Dormirai, Jake, e le cose saranno diverse.” ribatte piano, con dolcezza. Gli sta dicendo che lei non potrà mai dormire, che per lei niente cambierà. Lui ha ancora l’occasione di scappare dal castello sempre uguale dentro cui si è rifugiato, per tornare sempre da lei.

Il pugno si rilassa piano piano, ancora timoroso di lasciare andare, ma lo sguardo di lei, dorato – può ancora vederla quella sfumatura color cioccolata – lo rasserena e al tempo stesso gli fa paura. E’ nuovo, è come andare avanti. Da quanto tempo non vai avanti, Jake?

Ferisci te stesso, ferisci lei. Ferisci te stesso, ma Bella non potrà mai lenire il dolore.

Eppure sa di doverlo accogliere, di accettarlo.

“Almeno offrimi la colazione, quando mi sveglierò.” risponde, cercando di allentare la tensione. Non gli sono mai piaciute le cose troppo serie. Serie troppo a lungo.

“Insomma... colazione normale.”

“Certamente. So ancora cucinare.”

Jacob ridacchia e il pugno si rilassa completamente. Il rimpianto lo sente solo un po’, va già meglio, e poi, sempre ridendo, dice:

“Accidenti... questo non te l’avevo ancora chiesto.”

E anche lei ride.

  
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