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Autore: abby_morns    23/10/2010    4 recensioni
.Mi aveva rovinato la vita una volta,e quando sembrava che mi
stessi riprendendo,era tornata a creare scompiglio.Mi aveva fatta
dannare per anni.Mi aveva ferita,abbandonata.Eppure,la compativo.La
compativo,perchè era sola.(Tratto dal 22°
capitolo).
Abigail non ha più lacrime da piangere,ha eusarito tutto: la
speranza,la rabbia,la tristezza,la malinconia.E' diventata come un
guscio vuoto,senza emozioni.Dopo l'assassinio del padre,Gail ha
lentamente smesso di vivere,durante i suoi diciassette anni.
Le cose a lei e sua sorella Haley sono sempre andate male: come
potrebbe essere possibile che,dopo l'ennesima adozione che le porta a
Boston,tutto migliori?Eppure sarà così.In questa
città,Gail scoprirà cos'è
l'amicizia,la fedeltà,la lealtà,l'amore.
E,quando tutto sembra andare per il verso giusto,la medaglia
è pronta a rigirarsi.Perchè Gail non è
una ragazza comune,Gail ha un dono,un dono che la lega strettamente al
destino,e che mette a rischio la vita di chi più le
è caro.
Così,quanto le cose sembravano aver preso un'altra
piega,Gail sarà costretta a rimboccarsi le maniche e a
combattere,per ottenere la giustizia
che tanto le è stata promessa...
Ma sarà così semplice?
-Introduzione modificata; visto che sono riuscita a portare Justice
fino a questo punto,ho deciso di festeggiare con un rinnovo locali xD Per i nuovi
lettori,spero vi piaccia la mia storia-
Genere: Fantasy, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Justice*: la serie completa'
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Cap.19-Justice Non ricordo il giorno preciso in cui lo ricevetti.So solo che quando lo vidi,bianco e inquietante,sul pianerottolo di casa,dentro di me cominciai già a tremare.
L’ultimo biglietto di Ronnie diceva:
Tu e il tuo amico sembrate molto affiatati.
Lui è molto carino.Bella scelta,Abigail.
Era scritto in via confidenziale,come se stesse parlando con una vecchia amica.E questo mi terrorizzava ancora di più.
Cosa diavolo voleva dire con quel biglietto?Non ne avevo la più pallida idea.L’unica cosa di cui ero certa era che,in qualche modo,aveva preso di mira Daniel.E tutto questo era per me un tormento.
Non lo lasciavo solo un attimo,e quando non era con me,soffrivo.
Perchè?Perchè quella svitata di mia madre era tornata a tormentarmi?E soprattutto,perchè non si accontentava di uccidermi e basta?
Sarebbe stato tutto più semplice.
Ma invece no.Lei voleva sfruttarmi.Perchè ero "speciale".
Be'.Ero stanca di essere speciale.Volevo soltanto essere una ragazza normale.
Ma non potevo.Tutta colpa di questi fottutissimi poteri che mi ero ritrovata,senza che io avessi mai chiesto niente.
-Gail?Vuoi dirmi che hai?-mi chiese finalmente Daniel,dopo avermi osservata per più di dieci minuti.
Eravamo seduti sulle scale che dal cortile portavano alla mensa.Sapevo di avere uno sguardo vacuo e allucinato,ma non riuscivo a non pensare a quel biglietto.Biglietto che,in quel preciso momento,maturava tranquillo dentro la tasca dei miei jeans.L'inchiostro blu era sbiadito e il messaggio si leggeva male,ma ormai lo sapevo a memoria.
Stavamo pranzando con gli altri,quando avevano cominciato a parlare di un ragazzo che era sparito al sud,verso la Florida.Facevano supposizioni,e si scambiavano le informazioni ottenute dai giornali: si presupponeva che il ragazzo fosse stato rapito da un nemico della famiglia.Il pezzetto di carta nella mia tasca aveva cominciato a farsi pesante,così ero dovuta uscire,con la scusa che non mi sentivo bene.Daniel mi era venuto dietro.
Il sole splendeva cattivo,quel giorno.Era arrivato il caldo,lento,insiodoso.Tenevo la felpa grigia legata in vita,e per la prima volta non mi preoccupai di apparire invisibile.
Mi voltai verso di lui.Lui prese la mia mano,che tenevo appoggiata in mezzo a noi,e la strinse.Come a dirmi,ti me ti puoi fidare.
Sospirai,e pescai il pezzo di carta dalla tasca.Lo fissò.In fondo,per lui non aveva alcun significato;dopo avermi lanciato un'occhiata,lo prese tra le mani.Erano un paio di frasi,non c'era molto da leggere,ma mi sembrò di essere rimasta a guardarlo,a giudicare le sue reazioni per un tempo infinito.
Alla fine,sospirò.Alzò lo sguardo e,con un gesto,lo accartocciò e lo lanciò via.Osservai la palletta di carta grigiastra rotolare sull'asfalto,e poi tornai sul suo viso.
-Te l'ha scritto tua madre-.Non era una domanda,ma annuii ugualmente.
Seguì un lungo silenzio.
-Hai paura,Gail?-mi chiese.Deglutii.
-Certo che ho paura.
-Spero che tu abbia paura per la tua incolumità.
Spalancai la bocca,sorpresa.Qualcosa di caldo scivolò lungo la mia guancia.
-Sei il solito idiota-singhiozzai piano.-Non capisci,vero?Adesso ci sei dentro anche tu.Fino al collo.
-Oh,Gail-sospirò.Mi avvolse in un abbraccio,e io mi appoggiai al suo petto e scoppiai finalmente a piangere.
-La stai prendendo con troppa leggerezza; forse non capisci che rischi di morire!Come se stare vicino a me non fosse già un pericolo enorme...-blaterai.
-E tu la stai prendendo troppo sul serio-fece lui.Alzai lo sguardo sul suo viso,incredula.Oddio,ma allora era un pazzo masochista!
-Tu sei matto da legare-osservai,asciugandomi gli occhi con il dorso della mano.Non mi preoccupai del trucco,e ringraziai l'inventore dei cosmetici idrorepellenti.
-Be',è probabile-rise lui.Come se ci fosse qualcosa di divertente.-Ma,sinceramente,non definirei pazzia il volere star accanto a te.Io lo definirei...
Smise di parlare,fissandomi intensamente.Ci misi sì e no tre secondi a capire che entro meno di un minuto mi avrebbe baciato,e decisi di non aspettare così a lungo.Lo afferrai per un lembo della felpa con la zip che indossava e lo attirai a me,catturandogli le labbra con un bacio.
-Aspetta,aspetta-biascicò,sulle mie labbra.-Devo dirti una cosa.Sono giorni che ci provo,e c'è sempre qualcosa che mi interrompe.
Aprii gli occhi e mi allontanai di un po',per guardarlo negli occhi.-Ok,va bene.Magari potevi dirmelo prima.Non mi piace lasciare le cose a metà.
Ridacchiò,facendomi innervosire.Stavo ancora tenendo stretto quel pezzo di stoffa.Piano,sciolse la presa e intrecciò le dita alle mie.
-Va bene,adesso parla,così ricominciamo da dove eravamo rimasti-borbottai.
-Vedi,quello che sto cercando di dirti è...
La porta antincendio si spalancò con un colpo secco,e la testa riccioluta di Hillari vi fece capolino.
-Gail?Ah,sei qui!-esclamò,sorridendomi.Osservò suo fratello,poi le nostre mani strette.Aggrottò la fronte.-Ok,ok,voi direte anche che non state insieme,ma avete tutti i comportamente di una coppia.
-HILLARI!Dio santissimo!-fece Daniel esasperato.-Stavo dicendo una cosa importante a Gail.
-Be',gliela dirai un'altra volta!Facciamo tardi a lezione-mi informò la mia amica.Mi morsi il labbro: avevamo Letteratura.Fra il rimanere con Daniel e sorbirmi due ore di delirio della prof,era chiaro cosa avrei preferito fare.Ma lo sguardo di Hillari era così minaccioso che non ci misi molto ad alzarmi e a raccattare la borsa.
L'espressione di Daniel diceva chiaramente che avrebbe voluto far fuori sua sorella.
-Ehi,tranquillo,parleremo un'altra volta-cercai di rasserenarlo.-Era una cosa urgente?
-Mmm.No.Penso di no-mugugnò,imbronciato.
-Allora me lo dici la prossima volta,intesi?-dissi,dolce.Mi chinai per baciarlo.Lui mi offrì una guancia.-Ciao.Ti voglio bene.
-Anch'io te ne voglio,Gail.Molto più di quanto tu possa immaginare-fece,sorridendomi.Arrossii a quelle parole,ma prima che potessi chiedergli cosa significassero,sua sorella mi stava già trascinando via.

Per qualche giorno,non pensai più al biglietto.Essermene liberata,dovevo ammetterlo,era stato un gran sollievo.E dovevo ringraziare un'altra volta Daniel.
Mancavano pochi giorni alla fine della scuola: quelli dell'ultimo anno si affannavano dietro gli esami,ma per noi di terza l'aria era piena di allegria e di libertà.Be',per me la cosa era un po' diversa: per via di Ronnie non riuscivo a sentirmi "libera".
Daniel non era più riuscito a parlarmi: Hillari si metteva sempre in mezzo.
Era il terzultimo giorno,volantini del ballo di fine anno erano appiccicati dovunque.Hillari,Asia ed Andrea non parlavano d'altro.Anche Haley aveva cominciato a stressarmi,a casa.
-Non ne posso più-sbottò Daniel piano,a lezione.Ormai eravamo abituati a stare vicini,dopo quel terribile momento che aveva seguito la rivelazione di Celeste.
Lo guardai interrogativa,cercando di non sembrare distratta.Tentativo inutile,il prof stava delirando ad occhi chiusi.
Con un gesto della testa,indicò le ragazze di fronte a noi,che sfogliavano una rivista sussurrando:"sì,credo che comprerò questo,per il ballo..."
-Sono d'accordo-feci di rimando.
-Ti va di parlare,finalmente in santa pace?
Mi voltai un poco,scettica.
-Dopo.Fuori.Ti va?
Sorrisi dolcemente.-Certo che mi va.
Lui sorrise in risposta,e in quel momento la campanella suonò.
Daniel si alzò.Si abbassò al mio livello e mi sussurrò:-Ti aspetto nel parcheggio.
Annuii,guardandolo sparire oltre la porta.

Tenevo un libro stretto al petto,e cercavo di affrettare il passo.
L'inquietudine mi aveva attanagliato lo stomaco.
Maledii quelle due curiose che mi avevano fermato in mezzo al corridoio,chiedendomi senza fine cosa ci fosse tra me e il fratello di Hillari Healt.
Quando ero riuscita a togliermele di mezzo,era passato un quarto d'ora.
E quando ero arrivata nel parcheggio,lo avevo girato in lungo e il largo,ma Daniel non c'era.
Strano.Aveva detto che mi avrebbe aspettato.Non era da lui sparire così.
Lo cercai ancora per un po',in tutti i posti che avevano,per così dire,segnato la nostra relazione: la mensa,il corridoio principale dove ci eravamo "scontrati" per la prima volta,persino nello sgabuzzino dove avevo rischiato di finire violentata...
Niente.Non c'era,non c'era da nessuna parte.
Ok,calmati.Respirai a fondo.Potrebbe essere a casa.
Sì,mi dissi,sì.Sicuramente,era andato a casa.

-Non è a casa,Gail.E' per questo che ti ho chiamata.Sono tornata da quattro ore,e nessuno ha più visto mio fratello da stamattina.
La voce di Hillari era agitata,inquieta,sull'orlo del pianto.
Le sue parole cominciavano a bloccarmi il respiro.Mi riempii i polmoni,ma quando aprii bocca ero di nuovo senza fiato,e mi uscì un tono stridulo.
-Sei sicura,Hill?Hai controllato dappertutto?Lo hai chiamato al cellulare?
-Cazzo,Gail,ma chi pensa che sia?SONO SUA SORELLA!-esplose.Mi passai una mano sul viso,deglutendo.
-Ok,calmati,Hill-respirai.-Probabilmente,aveva bisogno di restare da solo.Vedrai che domattina...
-Lo spero proprio,Gail-fece lei,secca.-Lo spero per te.
Poi riattaccò.

La mattina dopo,non sapevamo ancora niente di Daniel.
Hillari era disperata e arrabbiata.
Io ero assolutamente terrorizzata.
Sapevo,speravo che non fosse così,ma...sentivo che Ronnie c'entrava qualcosa.
Quando uscimmo da scuola,Hillari decise,sotto indicazioni dei suoi genitori,di andare al commissariato.La mia migliore amica rimase nel silenzio più assoluto per tutto il tragitto,frustata.Spostai lo sguardo sulla foto che tenevo il grembo,una foto di un distratto Daniel,che serviva per il volantino che ci avevano promesso di stampare.
-Ho paura,Gail-esclamò a un certo punto.
Alzai gli occhi su di lei,e la fissai in silenzio.Mi strinsi al petto la foto,e tornai a guardare il cruscotto.
-Daniel si è sempre preso cura di me-aggiunse,la voce rotta e gli occhi nocciola,identici a quelli del fratello,fissi sulla strada.
-Potrei dire la stessa cosa-commentai.Lei buttò la testa all'indietro e rise,ma era una risata amara.
-Hillari-dissi,voltandomi nuovamente verso di lei .Appoggiai una mano su una sua gamba.-Lo troveremo.Non può essere sparito nel nulla.
-Okay-disse semplicemente.Spostò una mano dal volante e asciugò una lacrima che le era sfuggita.

-Compili questa scheda,signorina-disse l'agente di polizia a Hillari,mentre lei se ne stava abbandonata sulla sedia,la testa appoggiata ad una mano.-Ci servirà per eventuali riconoscimenti.
Hillari annuì,ingoiando a fatica,e si mise a riempire con la sua scrittura minuta i vari spazi.Io,seduta accanto a lei,mi tormentavo le mani,persa nei miei pensieri.
-Lei è un'altra sorella?-mi chiese all'improvviso l'uomo.Lo fissai,la fronte aggrottata.-Come,scusi?
-Dicevo...lei è un'altra sorella dello scomparso?-ebbe la pazienza di chiedermi l'agente.
-Oh.No,no...io sono soltanto...
-E' la sua ragazza-intervenne Hillari,alzando per un attimo lo sguardo dal foglio.Arrossii di botto.
Volevo negare,ma le parole mi si erano bloccate in gola.
-Ah-esclamò l'uomo.Mi guardò per un secondo,poi disse:-Quel ragazzo è davvero fortunato.Lei è davvero molto bella,signorina.
Deglutii a fatica,e senza guardarlo,lo ringraziai.Hillari consegnò la scheda,scambiò altre due o tre parole con l'agente e poi fu pronta per andarsene.
-Perchè hai detto in quel modo?Mi hai fatta morire d'imbarazzo-la rimproverai,appena fummo vicino alla sua auto,una piccola 500 nera.
-Perchè?Non è la verità?-disse lei,salendo sull'auto.Sembrava più tranquilla,adesso che aveva fatto la denuncia.
Aggirai il piccolo mezzo e aprii l'altra portiera.-No.
-E allora perchè vi stavate baciando,quella volta sulle scale?Naah,non me la raccontate giusta.Secondo me state insieme.
-Pensala come vuoi-borbottai,allacciandomi la cintura con calma.Non volevo farle vedere quanto fossi arrossita.
-Ok,ok,va bene!Stavo scherzando,non arrabbiarti!-si difese,mettendo in moto.-Ascolta,forse non starete insieme...Ma sono convinta che l'amore che provi per mio fratello non è nemmeno paragonabile a quello che lui prova per te.
-Ok,va bene.Senti,non sono proprio in vena di scherzare-conclusi,voltandomi verso il finestrino e infilandomi le cuffie del mio antiquato Mp3 nelle orecchie.
Viaggiamo in silenzio sulla statale,entrambe perse nei loro pensieri.Accanto a noi,dopo venti minuti di viaggio verso la periferia,sfilò un McDonald's.Guardai l'orologio sul cruscotto.Erano da poco passate le sei.
-Ti va di fermarti a mangiare?-mi anticipò Hillari.Annuii,e lei svoltò nella traversa laterale.
Entrammo nel fast-food a passo svelto,e ci mettemmo in coda dietro a una famiglia numerosa.
-Credo che prenderò un semplice cheeseburger-mi arresi,dopo aver sfilato tutti i vari pasti che offrivano.-Con una Cola Light.
-Salve-disse educatamente alla ragazza alla cassa,quando fu il nostro turno.-Allora,la mia amica qui vorrebbe un cheeseburger e una Cola Light,mentre per me...Due Crispy McBacon,un Happy Meal con McToast e patatine e un cola maxi,grazie.
Guardai con scetticismo la mia amica che,con il suo vassoio carico di cibo,si dirigeva a un tavolo vuoto da due.Guardai il mio,quasi vuoto,e compatii il povero cheeseburger.Doveva sentirsi molto solo.
Hillari cominciò a mangiare con voracità,e in mezzo minuto era già al secondo hamburger.Sbocconcellai il mio,distratta.Dopo un po',ci rinunciai e lo scartai.Presi a bere la mia coca rumorosamente.
Hill stava mangiando intere manciate di patatine.La fissavo,e fissavo il mio panino mezzo smangiucchiato.
Lei si accorse delle mie occhiate.-Che c'è?Sono due giorni che non mangio.
-Se è per questo,nemmeno io sono riuscita a ingoiare niente.
-E ancora non ci riesci,a quanto vedo-osservò lei.
Cambiai argomento:-Sei così...tranquilla.Come diavolo fai?
Scrollò le spalle.-Adesso...adesso mi sento più sicura.La polizia qui è brava,lo troveranno.
Annuii,scettica.Giocherellai con la cannuccia,mentre Hillari rosicchiava con aria annoiata una patatina.
-Tu sei vergine,Gail?
Arrossii di botto,e alzai lo sguardo verso di lei.-Diamine,sì!Mi sembrava di averti raccontato che le mie...esperienze amorose erano molto ridotte.Perchè,tu non sei vergine?
-Certo!Non ho ancora trovato l'uomo giusto-affermò.
Lasciò seguitare il silenzio per qualche minuto,strappando a piccoli pezzetti il pacco dell'Happy Meal.
-Celeste non è più vergine-buttò lì.-Ah,davvero?Interessante-finsi di interessarmi.Avevo aperto il mio bicchiere di coca e stavo cercando di spaccare un piccolo cubetto di ghiaccio,senza successo.
-Quindi...ne deduco che neanche mio fratello lo è più.
Bum.Aveva sganciato la bomba.
Spalancai la bocca e sgranai gli occhi.Lasciai cadere bicchiere e cannuccia.
-Cosa?!
-Ehi,calma!-si difese lei.-Daniel è stato il primo e ultimo ragazzo di Celeste.Non è che i candidati siano molti!
-Ne sei sicura?Hai le prove?-la provocai,afferrando un fazzoletto e pulendo il disastro che avevo combinato sul tavolo.
-Be',no.Celeste non vuole dirmi chi è.E Daniel...be',non è che abbia mai parlato di queste cose con lui.
-E questo ti sembra un buon pretesto per farlo con me-sottolinai.Scrollò le spalle e fece un sorriso timido.
-Dai,non è il caso di prendersela così.Ci speravi così tanto di essere la sua prima volta?-mi domandò,allungando una mano a sfiorare la mia.Le guance mi si tinsero di rosso.
-Be',no...cioè sì...cioè forse!Dio mio,Hillari!Non ci ho mai pensato.Cioè,un po' ci ho pensato,insomma,col fatto che lui ha già diciannove anni e tutto il resto...Ma insomma!Abbiamo appena limonato una mezza volta,non è che mi metto subito a pensare a quando andremo a letto insieme!-mi spiegai,rossa d'imbarazzo.
-Avere diciannove anni non vuol dire necessariamente non essere già più vergine.Be',almeno io la penso così.Diciamo che credo nel sesso dopo il matrimonio-disse,infilando tovagliolini e scatolette di carta nel pacchetto rosso dell'Happy Meal.
-Sei tu che hai tirato fuori l'argomento,ricordi?-sbottai.-E poi,il sesso dopo il matrimonio...che idiozia.Be',insomma,un po' ci credo anch'io,ma penso che una buona parte degli adolescenti americani pensi tutto il contrario.
-Quindi,tu andresti con Daniel adesso,se ne avessi l'occasione?-mi domandò.
-Oh,Hillari...non lo so!Cavolo,non ho mai parlato di queste cose con nessuna delle mie madri,e mi ritrovo a parlarne con la mia migliore amica,che per altro è la sorella del ragazzo che amo!E' così ridicolo!-esclamai.Mi alzai e presi il vassoio,decisa a svuotarlo.Hilly mi raggiunse,e lo svuotò per prima.
-Mai parlare male degli assenti-borbottò.
-Cosa?Sei tu che mi hai provocato!-mi difesi.Raccogliemmo velocemente la nostra roba e ci inoltrammo nella brezza primaverile.
-Quindi,conclusione?-domandò,avvicinandosi alla 500 e aprendo la portiera.
Aggrottai la fronte,fissandola mentre entrava in macchina.La imitai,e mentre metteva in moto le chiesi:-Conclusione di cosa,scusa?
-Allora,tu sei vergine,Daniel probabilmente non lo è più da un bel po'.Conclusione: andresti a letto con lui,nonostante lui sia esperto,tu no,e nonostante non siate nemmeno una coppia?
-In questi casi,di solito,si dice: ma che cazzo te ne frega?!
-
Guarda che non lo dico a nessuno.Eddai,sono al tua migliore amica-mi pregò,guardando indietro per fare retromarcia.
-Ti preferivo disperata e depressa-la informai.
-Ahah.Divertente.E adesso spara-disse,senza ironia.
-Mmm...e va bene,probabilmente sì.Molto probabilmente-borbottai,imbarazzata e con le guance infiammate.
-E perchè?-continuò lei,immettendosi nella statale.
-Ci vuoi dare un taglio?!-feci,esasperata,ma decisi di accontentarla per zittirla.-Be'...perchè lo amo.Con tutto il mio cuore.E perchè non ho mai amato e mai amerò nessuno come adesso io sto amando lui.
-Bella motivazione-assentì.-E visto che anche lui ama te,l'affare è fatto!Appena lo ritrovano,vi rinchiudo in camera insieme.
-Provaci soltanto-la minacciai.-E poi lui non mi ama...
Schioccò la lingua in segno di disappunto.-Naaaah-si limitò a dire.
Alzai gli occhi al cielo e infilai le mani nella borsa,alla ricerca dell'Mp3.Lo trovai e mi ficcai le cuffie nelle orecchie.Il discorso era chiuso.

Forse quel freddo che avevo sentito addosso era una premonizione.O forse,in fondo lo sapevo.
Quando Hillari mi scaricò davanti al vialetto,la salutai con un gesto.Parlammo qualche secondo di un certo compito,l'ultimo dell'anno,e poi lei tornò a casa.Traballai fino alla porta,che aprii con le chiavi.
-Eccoti-fecero in coro Kath e Haley.Erano sedute in sala da pranzo,in vestaglia.Avevano una faccia strana,tesa.
-Mi sono fermata a mangiare qualcosa per strada-le rassicurai.Fu allora che notai una busta al centro del tavolo.Sentii un caldo nello stomaco,come un avvertimento.-Che succede?
Si guardarono,timorose.Fu mia sorella a parlare:-E' arrivata questa per te-.E mi passò la busta.
La fissai,e alternai uno sguardo a lei e uno sguardo a mia madre,abbracciata a mia sorella.Loro capirono,e sloggiarono.
Buttai la borsa per terra e mi lasciai cadere sul divano di pelle arancio.Scalciai via le Converse,rigirandomi la busta tra le mani.Non vi era mittente,solo il mio nome,Abigail.
Ebbi il coraggio di aprirla.Lo feci con cautela,spaventata.
Dentro vi era un semplice post-it.

Scusa,Gail.E' tutta colpa mia.
Non venire,non sei obbligata.Ti metteresti solo in pericolo.
Ti voglio bene,sappilo sempre.
Di' a Hillari che la adoro.

Daniel
Anche se non vi fosse stata la firma,avrei riconosciuto subito la sua scrittura.Mi coprii la bocca con una mano,per non urlare.Cosa diamine significava?Era in pericolo?
Ma il messaggio non era finito:

Non era proprio questo che gli avevo detto di scrivere,ma tranquilla,pagherà la sua disobbedienza.
Sì,ce l'ho io.Ce l'ho io,il tuo amato Daniel.
Se vuoi riprendertelo,ti consiglio di venire nell'indirizzo riportato dietro.
Sennò non lo rivedrai,il tuo innamorato.
Mai più.
Aspetto impaziemente di vederti.
Ronnie.


Non ressi il colpo.
Lo sapevo,dentro di me l'avevo sempre saputo.
Ronnie aveva Daniel.
Era tutto finito.
Tutto.
Il post-it mi scivolò dalle mani,e io svenni,accasciandomi sul divano.

L'angolo "Lalala" xD
Eccomi qua!Scusate,ci ho messo davvero molto a scrivere questo capitolo!Spero che la mia fatica sia premiata ;)
Recensioni:
Jo_96: amore ** è vero,è vero,non ci riesce mai xD be' Hillari è fatta così u.u e la campanella rompe sempre,io ne so qualcosa :P Grazie dei tuo complimentoni ** addirittura "D'effetto"? Grazie amore mio.
Ti amo anch'io ;D
Dreaming_Archer: ciao tesoro ** sono felice che ti sia piaciuto ^^
Un po' più di azione?  Ci vuole pazienza!Non potevo mica scaricare tutta l'azione qui,eh!U_U
Come ho detto a Jo_96,anch'io compatisco Daniel.Poveretto xD
Aspetto una tua recensione **
Lovers_Twilight 96: honey! è tanto che non ti facevi vedere xD vabbè,ti perdono.
Già,le campanelle.Le odio -_- quando eravamo alle medie,mi impedivano di parlare con chi sai tu!
Vabbè,spero ti piaccia il capitolo!
Ti amo.

Amo anche voi Fan.Un bacio ;D

Mizz



  
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