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Autore: dubious3    23/10/2010    3 recensioni
La Quarta Guerra Mondiale Ninja è ormai iniziata e le grandi potenze stanno per scendere in campo. Ma basta il minimo intervento esterno per sconquassare la precaria bilancia dell'equilibrio.....(Nota:Spoiler fino al capitolo 510)
Genere: Avventura, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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- Questa storia fa parte della serie 'Naruto Shippuden Renegade.'
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Cap. 15. L'orgoglio degli Uchiha

 

Madara Uchiha era appena giunto nell'atrio del covo, e stava ritto davanti a Monzaemon. I due si scrutarono attentamente.

"So perché sei venuto qui, Uchiha". Iniziò a parlare Monzaemon, per nulla turbato dall'irruzione.

"Allora dovresti mostrati leggermente più agitato". Continuò Madara. "Monzaemon Satou, o chiunque tu sia, non credere di poter giocare con me come fossi un burattino. Io sono Madara, grande capo del clan Uchiha, e sono venuto qui per ucciderti".

"Approfittando dell'Izanagi che hai usato per salvarti dall'attacco di Naruto, forse?" Gli chiese Monzaemon. "Ma la tua tecnica durerà si e no qualche minuto, e in quel lasso di tempo non ti lascerò nemmeno avvicinarti a me".

Madara allora si lanciò contro l'avversario, ma venne bloccato dalla mano di qualcuno.

"Voi Uchiha avete una predilezione per gli attacchi frontali senza risparmi, vero? Questa tattica mi piace, e renderà la vostra fine molto più divertente".

"Kenpachi!" Esclamò l'Uchiha dallo stupore. "Dove sei andato a fare il boia per conto del tuo padrone?"

"Questo non ti riguarda". Rispose Kenpachi, che aveva attivato la sua aura viola. Madara allora divenne intangibile per sfuggire alla presa del nemico e teletrasportarsi dietro Monzaemon. Ma anche questo suo attacco venne vanificato, sebbene non fu Kenpachi a difendere il suo padrone, ma Minato Namikaze.

"Dunque sei tornato, e sei diventato lo schiavetto di Monzaemon. Che destino ingrato. Comunque lo sai che tuo figlio è diventato una spina nel fianco grande quanto te?"

"Ne sono fiero!" Ribatté lo Yondaime Hokage, con una voce mista ad orgoglio, amarezza, rabbia e felicità. "L'unica cosa piacevole di questa condizione è che posso terminare quello che ha iniziato mio figlio: cioè ucciderti". E il quarto Hokage bloccò il nemico con una presa.

Intanto Kenpachi, che aveva esteso notevolmente la sua aura, era apparso alle spalle di Madara e formò una lama di chakra con il suo braccio.

"Cu cu, preso!" Gongolò Kenpachi mentre sferrò un fendente con la sua lama. Madara stranamente non diventò intangibile e la sua testa venne divelta.

Il cadavere però svanì come fumo, e subito l'Uchiha ricomparve poco distante usando la tecnica dell'Izanami su Monzaemon. Il vecchio però fece un cenno a Minato che si fece velocemente da scudo per il padrone, perdendo un braccio e una gamba.

Kenpachi poi sferrò un lariat di lato all'avversario, costringendo Madara ad interrompere la connessione con Izanami e a ritornare intangibile. Non riuscì a fare entrambe le cose in un lasso di tempo utile e venne travolto dalla furia del Tuono Purpero, e quest'ultimo lo inchiodòal muro.

Grazie ad Izanagi,anche questa mossa di Kenpachi venne vanificata, e Madara comparve dietro di lui per ucciderlo, ma venne intercettato da un Rasengan del Namikaze talmente veloce che non ebbe tempo di difendersi.

Il colpo fece crollare a terra il vecchio Uchiha per la seconda volta, e per la seconda esso dovette ricorrere ad Izanagi per salvarsi.

"La tua tecnica può alterare lo stato del tuo corpo come vuoi, ma solo se sei cosciente di ciò che ti accade". Commentò Monzaemon l'illusione di Madara ed indicò un punto sulla giacca dell'Uchiha, dove era posto un sigillo della Tecnica della Dislocazione Istantanea, che venne dissolto dall'Uchiha.

"Questo è un vero peccato, Madara. Avrei fatto a Naruto la stessa cosa che volevi fargli tu, cioè estrargli la volpe dal corpo. Solo l'avrei fatta meglio".

"Dunque tu volevi rubarmi il piano?" Domandò Madara tra l'attonito e l'adirato.

"Stando a quello che credi, non è la prima volta che i Senju rubano agli Uchiha quello che è loro, no? Io ho semplicemente continuato la tradizione di famiglia".

Madara davvero pensò che ormai i colpi di scena in questa torbida storia di intrighi, tradimenti e omicidi nell'Akatsuki fossero davvero troppi: quel maledetto era un Senju!

Kenpachi e Minato, approfittando di questo momento di stallo, come un sol uomo bloccarono l'Uchiha da ambo i lati. Monzaemon quindì iniziò a schernire il nemico.

"L'antenato del mio clan, il figlio minore di Rikoduo, ebbe ciò che spettava al maggiore per diritto di nascita. Hashirama e suo fratello con un colpo di mano "rubarono" l'autorità e le prerogative degli Uchiha, rendendogli i cani da guardia di Konoha. E adesso io ti ho rubato il Rin'negan, l'organizzazione, i cercoteri". E nel dire ciò Monzaemon evocò la statua del Re dell'Inferno. "E, per aggiungere beffa su beffa, anche il tuoi esercito di cloni. Se, come hai detto tu, la storia si ripete, voi siete destinati sempre ad essere i più grandi fregati al mondo".

"NO!" Gridò Madara con tutta la forza che aveva in corpo, quindi si teletrasportò lontano da loro.

"Dove è andato? Madara è penetrato nel laboratorio a rubare il Rin'negan?" Si chiese Kenpachi.

"No, è andato semplicemente a dare al suo orgoglio un'ultima soddisfazione". Rispose Monzaemon.

Madara Uchiha penetrò nell'antro di Monzaemon, e si mise proprio davanti al sarcofago di Pain.

L'effetto di Izanagi era sparito, e Madara sentì tutte le ferite fargli un male tremendo. Il Rasenshuriken di Naruto, sebbene fosse piuttosto piccolo, lo aveva danneggiato pesantemente, e tutto quell'uso di chakra aveva martoriato le sue cellule ancora di più.

Oltretutto sicuramente Minato gli aveva piazzato un sigillo addosso, quindi non Monzaemon e i suoi tirapiedi non ci avrebbero molto a rintracciarlo e a finirlo.

Stava morendo, e sapeva che il tempo che gli rimaneva era poco.

Ma voleva avere una piccola rivincita dal fato. Spaccato il vetro vide il corpo di Nagato,e nell'osservare gli occhi del cadavere, ebbe un moto di rabbia.

"La sorte non si è mai rivelata tanto beffarda con me come in questi ultimi tempi". Pensò l'Uchiha. "Ho trovato proprio gli occhi di Pain proprio quando non posso usufruirne. Che sfortuna".

Madara all'inizio pensò di distruggere gli occhi, ma poi ebbe un'altra idea.

Non avrebbe mai creduto possibile che avrebbe anche solo potuto pensare una cosa simile, ma tutto era preferibile al pensiero di quello stronzo che gli sottraeva tutto ciò che aveva creato e che usufruiva dei frutti di tutte quelle fatiche.

"Non è nel mio stile, ma visto che questa cosa ti romperà le uova nel paniere, la farò con piacere". Disse l'Uchiha poggiando la mano sulla fronte di Nagato.

 

 

Kenpachi e Minato rimasero esterrefatti al sentire gli ordini di Monzaemon.

"Non dobbiamo fare nulla? E cosa può darti la certezza che Madara non prenderà gli occhi di Nagato?" Domandò Kenpachi.

Monzaemon sfoggiò uno dei suoi proverbiali sorrisi.

"Perché non saprebbe che farsene: é a un passo dalla morte, e non avrebbe il tempo di trapiantarsi il Rin'negan".

"Allora in che modo dovrebbe soddisfare il suo orgoglio?" Domandò ancora Kenpachi, irritato da questo fare del suo padrone sempre misterioso e vago.

"Facendo qualcosa che non avrebbe mai pensato di fare in tutta la sua vita. Gli Uchiha sono sempre stati intelligentissimi, e Madara era in particolare un vero genio, ma la loro hubris smisurata ha sempre fatto loro grave danno. Pur di evitare l'umiliazione di un mio trionfo grazie ai suoi piani, il leader dell'Akatsuki venderebbe la sua anima al diavolo. O a Rikoduo".

"Io dubito fortemente che quel lurido pezzo di merda ce l'abbia, l'anima". Continuò Kenpachi. "Comunque, ora che ci siamo liberati di quel vecchiaccio, l'Akatsuki è ormai tua. Con quale paese vogliamo iniziare l'offensiva?"

" Cominceremo dal luogo da cui è iniziato il conflitto, da cui è partita ogni cosa: Konoha".

Kenpachi sorrise di una felicità perversa e Minato sbiancò dal terrore.

"E sarai proprio tu, Minato,a dirigerne l'attacco".

Lo Yodaime Hokage quindi si accasciò come lo avessero trafitto al cuore.

"Non puoi chiedermi di fare una cosa simile, non puoi". Biascicò Minato.

"Non posso? Si che posso. Io posso farti fare ogni cosa che desidero". L'Occhio di Mar che Monzaemon aveva sulla fronte si illuminò sinistramente, e una fortissima scarica di dolore pervase il corpo di Minato, come se ogni cellula del suo organismo subisse gli spasmi del parto.

Mentre Minato urlava e si contorceva dal dolore, Monzaemon guardò il defunto Hokage dall'alto al basso.

"Finché avrò l'Occhio di Mar tu sarai alla mia mercé. Qualunque cosa tu faccia, dica o pensi, io la saprò. Non puoi ribellarti a me in nessun modo. E poi dovresti essere riconoscente a chi ti ha liberato dal ventre dello Shinigami". Detto questo, l'Occhio ritornò normale e Minato riuscì a rialzarsi.

Minato si alzò e guardò Monzaemon con tutto il disprezzo di cui era capace e strinse i pugni, ma non poté fare nient'altro.  

 " Ora che ti ho ridimostrato chi è il padrone, inizia a preparare un piano di invasione. Le truppe che ho richiesto da Haven City sono già arrivate, e devo solo terminare gli ultimi preparativi. Il conflitto sta per entrare nell'occhio del ciclone".



  Angolo dell'autore:. Dopo aver fatto i giusti onori alla tomba di quel grandissimo bastrado di Madara, vediamo che il martello dell'Akatsuki sta per scagliarsi contro le terre ninja.

Ringrazio come sempre chi segue la mia storia, ed invito a recensire il più possibile  


  

  
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