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Autore: gryffindor91    10/11/2005    2 recensioni
Due mondi che si uniscono... DG-mon Tamers e DG-prescelti inspiegabilmente insieme contro un nemico che è più vicino a loro più di quanto possano immaginarsi. Henry, Rika, Ryo e Takato dovranno lottare contro loro stessi per far fronte alle nuove avversità... ce la faranno? E i DG-prescelti?Come possono esistere in questo nuovo mondo?
Genere: Romantico, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ryo Akiyama, Takato Matsuda | Coppie: Jianlinag Wong/Henry, Ruki Makino/Rika
Note: Alternate Universe (AU), Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ricordi dei quattro Punk

 

Henry si svegliò di soprassalto. Terriermon accanto a lui si mosse e riaprì gli occhi. Henry si guardò intorno. Aveva sentito uno strano rumore proveniente da quella strana foresta fitta.

Negli ultimi due giorni, lui e Yzzi avevano camminato fino a ritrovarsi in quello strano posto che si trovava oltre il bosco. Yzzi si mosse e grugni nel sonno. Henry si alzò.

Un ululato lo fece trasalire. Cadde a terra boccheggiando. Si massaggiò la schiena dolente e si rialzò. Sentì un altro ululato. Un fruscio tra i cespugli. Henry guardò attentamente il cespuglio. Quello gli ricambiò lo sguardo…

Indietreggiò e sbatté contro un albero centenario. La figura si mosse e sparì. Henry tirò un respiro di sollievo. Però non sembrava molto sicuro di sé. Continuava a guardarsi intorno come una volpe.

Terriermon drizzò le orecchie e si avvicinò al compagno.

“ C’è qualcosa che non va?” domandò.

Henry lo fisso:

“ No. é tutto a posto.” ma Terriermon poté notare una nota d’ansia nella sua voce.

Si accovacciò sull’albero. Afferrò il suo zaino blue. Lo aprì. Ne estrasse il suo digi-vice.

Lampeggiava. Quello non fu un buon segno per Henry.

Mise il digi-vice alla cintura. Chiuse lo zaino e se lo mise in spalla, prese lo skateboard, poi andò a svegliare Yzzi.

Yzzi ci mise molto per capire cosa stesse succedendo. Quando finalmente si rialzò, afferrò il computer portatile e si affrettò a seguire Henry.

Insieme si inoltrarono nella foresta.

I lunghi alberi di pino impedivano alla luce della luna di penetrare, e facevano si che la foresta risultasse completamente buia.

Henry faceva attenzione a non inciampare sopra le lunghe radici degli alberi. Sforzo la vista per vederci meglio.

Senti un rumore, e Yzzi dietro di lui grugni di dolore. Doveva essere inciampato su un sasso perché aveva una brutta ferita al ginocchio e si era spaccato un labbro.

Sputo il sangue che gli era entrato in bocca. Henry esaminò la sua ferita al ginocchio.

“ Dobbiamo medicarla.” disse “ sarà meglio cercare una sorgente con cui lavarti la ferita.”

Yzzi annuì.

Henry guardò Terriermon. Quest’ultimo alzò le orecchie.

“ Sento il rumore di un corso d’acqua non l’ontano da qui.” Disse.

Henry aiutò Yzzi a rialzarsi.

“ Non è grave, vero?” domandò Tentomon, che era stato zitto tutto il tempo.

“ Spero di no…”

Trovarono la sorgente d’acqua non lontano da lì. Yzzi si sedette e bagno con un po’ d’acqua la ferita, poi ne bevve qualche sorso.

Henry estrasse dalla tasca destra dello zaino blue una bottiglia d’acqua che riempì.

Entrambi si sedettero sopra una radice e appoggiarono la schiena su un albero per stare più comodi.

Terriermon si appoggiò a Henry e si addormentò. Ben presto anche Tentomon crollò dalla stanchezza.

Rimanevano soltanto Henry ed Yzzi.

“ Henry…” azzardò un attimo l’amico.

“ Si?”

“ Secondo te gli altri staranno bene?” domandò.

Henry non seppe rispondere, ma in cuor suo sperava che tutti si fossero salvati.

Potevano essere passati al massimo quattro o cinque giorni, eppure era come se fosse passato una vita da quando non vedeva i suoi amici. Avrebbe tanto voluto rincontrarli.

In quegli ultimi giorni non aveva fatto altro che pensare al rimorso che c’era dentro di se per non aver seguito il consigli di Ryo e andare a cercare gli altri. Non poteva neanche immaginare cosa fosse accaduto al suo amico, ma di certo se ne sarebbe pentito per tutta la vita.

“ Dovevamo seguire Ryo e gli altri…” continuò Yzzi “ Non so perché siamo qui, e non so nemmeno cosa abbia spinto voi Digimon-Tamers del futuro a venire in questo mondo…ma una cosa e certa; se siamo qui c’è un motivo, e gli unici che possono saperlo meglio degli altri siamo noi…”

“ Yzzi…”

Yzzi si volto

“ Che c’è?”

Henry esitò un attimo poi iniziò:

“ Nel nostro mondo, un giorno io e……

 

Takato sistemò i suoi occhiali da ciclista sulla testa e uscì dalla camera. Scese le scale, salutò i genitori e uscì dal negozio.

La neve scendeva lungo le strade, soffici e candidi fiocchi di neve che ricoprivano di un manto bianco la carreggiata.

Sistemò il suo giubbotto blu e si mise la sua sciarpa rossa. Iniziò a camminare lungo il viale.

 

Il parco aveva tutto un altro aspetto ricoperto di neve. Sembrava una distesa di bianco infinita.

Soffiò dentro i suoi guanti per riscaldarsi le mani. Poi si sedette su una panchina.

Osservò tutte le coppiette del parco; era bella l’atmosfera che si provava alla vigilia di Natale.

Qualcuno dietro di lui gli toccò una spalla. Si voltò.

“ Ciao Henry!” disse sorpreso.

“ Come va! E da un po’ che non ci si vede!” e si sedette accanto all’amico.

“ Beh sai con le vacanze di Natale abbiamo bisogno tutti di un po’ di tregua.” spiegò Takato.

“ Forse hai ragione, però…”

“ Però?”

“ No! Niente…Comunque cosa hai intenzione di fare durante questo ‘periodo di tregua’”

“ Ok, sarò sincero con te. E' da un po' che ci penso e ho deciso di mettere su un gruppo!” rivelò Takato.

Henry lo guardò stupito e allo stesso tempo incredulo.

“ Un gruppo? Cioè un gruppo musicale?”

Takato annuì ancora più eccitato di prima. Aveva una strana luce negli occhi...

“ Takato... hai la minima idea di cosa stai dicendo? Un gruppo?” balbettò Henry ancora più confuso di prima.

“ Un gruppo, cosa? Credi che non riesca a formare un gruppo?”

Henry non sapeva cosa dire, così cercò di far tornare all'amico il lume della ragione.

“ D'accordo, e chi sono i componenti del gruppo? Non dirmi che canti tu vero?” aggiunse preoccupato.

Takato lo guardò male, come per dire che non aveva mai avuto l'intenzione di cantare.

“ No, Idiota!Non sono io la voce del gruppo, io suono la chitarra elettrica!”rispose con voce gelida.

“ Be... allora chi è che canta?” chiese Henry iniziando forse a valutare l'idea di un gruppo come un modo per fare qualcosa di nuovo.

“ A dire il vero non ho ancora trovato nessuno, anche perché sei il primo a conoscere questa mia idea...” Henry lo guardò esterrefatto.

“ OH! Che bel gruppo! Non vedo l'ora di sentire suonare il gruppo con il chitarrista e gli altri membri invisibili!” concluse sarcastico.

Takato cercò di divincolarsi da quella situazione e propose la questione sotto un altro aspetto:

“ Be... veramente avevo già pensato a qualcuno per il mio gruppo... ad esempio Rika... Rika ha un'intonazione perfetta e sa suonare il piano e la chitarra... anche Ryo suona la chitarra e ha una voce incredibile... mentre per i bassi andrebbe bene Kazu... e... tu saresti perfetto per il mixage e... e poi sai anche suonare la batteria!”

Henry iniziò a ridere, ma era una risata forzata, infatti smise subito e disse in tono serissimo:

“ Tu hai problemi!”

“Ma?” cercò di ribattere Takato ma non ci riuscì...

L'idea gli era sembrata buona, ma a quanto pare non era così... Fissò le sue scarpe demoralizzato.

“ scusa, e che mi era sembrata una buona idea per non pensare...”

“ Ai Digimon... si, lo so. E non lo dico per tirarti su di morale, ma l'idea del gruppo mi piace.” ammise l'amico.

Takato sorrise dicendo

“ anche se non sembrava così all'inizio.”

“ E' vero, ma mi hai colto di sorpresa e non sapevo che dire. Allora, è ancora disponibile quel posto di ‘mixatore’/ batterista?”

“ Certo!” rispose Takato, come se la risposta fosse già ovvia, e lui ed Henry si diedero un pugno a pugno con la mano in segno di complicità.

“ Però adesso dobbiamo convincere Rika e Ryo ...” fece notare Takato.

“ e Kazu?”

“ Lui sarà felicissimo di entrare nel nostro gruppo, lo so perché lo conosco...”

Henry annui sperando che anche Rika e Ryo avrebbero accettato ( senza loro due che avrebbero fatto le voci principali non c'era molta speranza di riuscire).

“ Hai già pensato ha un nome per il gruppo?”

“ No, ma mi verrà in mente... comunque deve essere qualcosa che esprima libertà.” affermò Takato stiracchiandosi sulla panchina.

“ Libertà, eh? Quindi saremmo una Band Rock?” chiese Henry, stavolta anche lui eccitato all'idea di una Band.

“ Più che rock and Roll mi piacerebbe un po il punk Rock. Che ne dici?”

“ Penso che da domani inizierò a incollarmi i capelli col Gel e ad indossare pantaloni strappati con disegni carini e tatuaggi come la morte e qualcosa di simile.” scherzo Henry

“ Ehi! Siamo Punk non metallari!” gli fece notare Takato “ Dico, ti sei fumato qualcosa per caso?”

“ Si, hai ragione! Penso che inizierò anche a farmi le canne!”

Entrambi si guardarono e scoppiarono a ridere.

“ A mio avviso sei troppo perfettino per farti qualcosa.” lo provocò Takato.

“ E a mio avviso tu sei peggio di me!” lo apostrofò l'amico.

“ Ehi! Ti piacerebbe farti fare dei piercing all'orecchio?” Propose Takato.

“ Si, è un buon inizio! Ci sto!”

“ Andiamo?”

“ Ooooookay! Vaaaa Beeenee!”

 

 

“ Rika scendi!”

Rika ignorò il richiamo della madre; si limitò a guardare fuori della finestra ed a osservare il paesaggio invernale: si era accorta che non nevicava più.

In quel momento un ombra attraversò il giardino; Rika la guardò di sfuggita.

Si alzò di corsa a aprì la porta scorrevole che dava sul giardino: fuori non c’era nessuno.

All’improvviso si sentì vuota, come se quello che aveva sperato fino a un attimo fa adesso era solo un insignificante illusione

Come aveva potuto sperare? Era solo un’illusa.

Ma lei lo sapeva benissimo: anche se non lo avrebbe ammesso mai, in quel momento si sentiva sola, indecisa e senza nessuno accanto.

Ma era così difficile ammettere tutto ciò? ...per lei si…

Avrebbe fatto di tutto per avere lo stesso umor di Takato e gli altri; Per loro essersi separati dai Digimon era soltanto una situazione momentanea.

Ma lei non era come loro; aveva imparato a guardare in faccia la realtà.

Ipocriti: ecco cos’erano i suoi amici.

La verità è che neanche loro volevano ammettere che quella era una separazione definitiva.

Anche se continuava a ripetersi queste parole, sapeva benissimo che la speranza non l’avrebbe mai abbandonata.

La porta scorrevole della sua stanza si aprì, ed entro la madre.

“ Sei ancora lì!” tuonò la madre “ Sbrigati! Ho faremo tardi alla cena con il tuo manager...”

“ Non vengo” disse con un filo di voce.

“ Cosa!” esclamò la madre sorpresa “ Che cosa vuoi dire, Rika?”

“ Vacci tu! Io ho altre cose più importanti da fare!” disse prendendo il suo giubbotto Punk/nero e avviandosi verso la porta.

“ …ma… “ cominciò la madre ma poi tacque.

 

Ryo, come al solito, si trovava coinvolto in una delle sue partite di carte contro ragazzi che neanche lui conosceva.

Sta volta era stata una ragazza a sfidarlo; aveva vinto senza non troppe difficoltà, e adesso osservava la carta vinta con molta indifferenza: una carta allenamento di nessun valore.

Si appoggiò all’angolo di un albero quando vide passare due ragazzi che riconobbe a stento per come si erano conciati.

Ryo fisso incredulo i tre piercing che avevano per orecchie Takato ed Henry; poi scrutò i loro vestiti in stile punk e sorrise ammirato.

Anche lui aveva diversi piercing per orecchio ( 4 nel destro e 5 nel sinistro) ed era da una vita che si vestiva in stile punk.

“ Che significa?” domandò esterrefatto ma allo stesso tempo colpito ai suoi due amici (che tra l'altro non vedeva da tempo).

“ E' una storia lunga e non chiedere di raccontartela. Comunque è una novità dell'ultimo minuto. Fino e un'ora fa avresti riconosciuto in noi le persone di sempre.” spiegò Henry.

“ Ah!” esclamò Ryo ancora più confuso.

“ Insomma. Vogliamo formare un gruppo Punk/Rock e ci piacerebbe avere uno come te in squadra.” si affrettò ad aggiungere Takato in modo sbrigativo.

“ Che ne dite di andarci a fare quattro passi e poi discutiamo delle vostre... idee dell'ultimo momento?” propose Ryo ancora incredulo.

“ D'accordo ma in cambio vogliamo una risposta” disse Takato in tono fermo.

“ O.K.” e si avviarono tutti e tre insieme.

 

 

Rika aveva continuato a camminare senza sapere dove andare. Camminava per le strade affollate di Tokyo stringendosi nel suo giubbotto punk e coprendosi la faccia con la sciarpa e il cappello della Nike per il freddo, continuando a strisciare i suoi pantaloni neri con cerniere e catene sulla neve lasciando le impronte dei suoi scarponcini neri ( sempre da punk ovviamente).

Si fermò davanti a una bigiotteria e decise di comprare altri piercing per i suoi 8 buchi ( quatto a destra e quattro a sinistra) alle orecchie.

Ne uscì con un quinto piercing all'orecchio destro e molti altri nuovi da scambiarsi ogni giorno con quelli che già aveva a casa.

Si strinse ancora di più su se stessa per via del freddo e per i fiocchi di neve candida che iniziarono a cadere piano piano ricoprendo, in poco tempo, la città di bianco.

Si fermò un attimo a fissare la neve che cadeva; guardò su, e a un certo punto il suo sguardo si fermò su una figura alta sopra un palazzo... una volpe che si mimetizzava con il bianco della neve.

Rika ebbe un tuffo al cuore:

“ Renamon!” gridò, facendo girare la gente che la presero per pazza.

La figura sul grattacielo si mosse e scomparve.

Rika afferrò il suo DG-vice: lo vedeva! Vedeva il puntino che indicava Renamon! Si mise a correre seguendo la luce lampeggiante, con uno strano calore che le riempiva il cuore... i Digimon erano tornati!

 

Ryo, Takato ed Henry erano stati costretti dall' improvvisa ‘bufera di neve’ a rifugiarsi dentro un locale, e adesso discutevano dell'idea del gruppo davanti a un bellissimo piatto di Hamburger e patatine.

Anche Ryo, dopo la sorpresa iniziale, aveva trovato l'idea molto divertente ed aveva anche ammesso che era da un po' di tempo che era in cerca di qualcuno con cui fare una band.

“ Allora siamo: Tu chitarrista, Henry mixatore e batterista, Kazu bassi ed io e Rika cantanti/chitarristi, giusto?”

“ Si” rispose entusiasmato Takato, al settimo cielo perché stava vedendo il progetto della sua infanzia avverarsi.

Ryo non riuscì più a trattenersi.

“ Wow! Fico... è fantastico! Ho sempre sognato di far parte di una band!” era così felice che avrebbe baciato persino il suo cane ( ed il suo era un cane che sbavava molto).

“ Anch'io.” ammise Takato. Henry non disse niente ed addentò una patatina.

Ryo e Takato lo guardarono storto.

“ Che c'è?” chiese allora.

“ E tu?” disse Ryo

“ Io cosa?” domandò incerto Henry.

“ Vogliamo sapere la tua opinione a riguardo” spiegò Takato.

Henry li fissò un attimo:

“ Beh.. non è che far parte di una band e sempre stato il progetto della mia vita... diciamo che ho altre priorità! Insomma, e solo un gruppo...”

Takato e Ryo lo fulminarono.

“ Certo se sei riuscito a convincere lui, non mi meraviglia affatto che tu abbia convinto anche Rika...”

Takato ed Henry si guardarono come per dire ‘ ora si che è finita’.

“ Beh...”

Ryo, che intanto aveva iniziato a mangiare con gusto il suo Hamburger, li guardò sorridendo felicissimo:

“ Beh cosa?” chiese come se ormai nessuna cattiva notizia gli avrebbe fatto perdere la sua felicità di quel momento.

“ Non abbiamo proprio convinto nessuno, ne tanto meno Rika.”

Ryo lasciò cadere il suo Hamburger sul piatto stupito e fisso Takato ed Henry con sguardo esterrefatto.

“ Volete dirmi che ne Rika ne Kazu sanno ancora niente?”

Ryo sembrava aver cambiato stato d'animo in due secondi; il suo umore era sceso da settimo cielo a sotto terra, negli inferi, così Takato corse ai rimedi:

“ No! Kazu sarà felicissimo di entrare.. e poi pensavamo che potevi convincerla tu Rika... insomma siete buoni amici!”

“ Amici?! Ma se non la vedo da un anno e l'ultima volta che lo vista mi avrebbe voluto sbranare vivo.” e fissò demoralizzato il suo piatto “ peccato, era una buona idea...”

Ma ne Henry ne Takato si sarebbero arresi così facilmente.

“ Aspetta un attimo, non è detto che lei ti risponda di no e anche se fosse abbiamo già due chitarristi e te come cantante... ma dov'è stata l'ultima volta che l'hai vista?”

Ryo lo guardò sconcertato “ Alle finali del torneo di carte... lo battuta per un punto in più e sembra che ci sia rimasta male per questa seconda sconfitta... consecutiva.”

“ Beh... per forza si è arrabbiata... col carattere orgoglioso che si ritrova... vedrai che le sarà già passato e che non vede l'ora di rivederti.”

Henry in quel momento preferiva non parlare; se a Rika le ci era voluto un anno per dimenticarsi di una cosa senza senso, quanto tempo avrebbe impiegato per dimenticarsi di una cosa più seria? E un'altra domanda che gli sorgeva spontanea: lei aveva già dimenticato quell'episodio?

“ Eh? E perché non vedrebbe l'ora di rivedermi?” domandò incerto Ryo.

Henry e Takato scoppiarono a ridere.

“ Andiamo Ryo... questa non la beviamo!” schernì Henry.

“ Lo sanno tutti che tra te e Rika c'è più di una semplice amicizia!”affermò Takato.

Ryo si sentì avvampare da queste ultime affermazioni.

“ Che? Io e Rika siamo solo amici!Aspetta un momento, siete stati voi a mettere in giro questa voce? Questo è un altro motivo che l'ha fatta arrabbiare!

Takato ed Henry si guardarono tra di loro impauriti.

“ Ehm... noi dovremmo andare ma pensaci alla storia del gruppo O.K.?” e in men che non si dica si precipitarono fuori dal locale e Ryo non riuscì a raggiungerli perché perse tempo a pagare il conto...

 

 

Rika aveva continuato a correre senza fermarsi; il puntino si muoveva ad una velocità impressionante e lei dovette prendere la metro per stargli al passo.

Stava alzata fissando le fermate della metro impaziente... La metropolitana avanzava veloce lungo il tunnel e si fermava ogni cinque minuti ad una fermata. Solo dopo mezz'ora vide finalmente il puntino avvicinarsi e decise di scendere e raggiungerlo a piedi: si trovava ormai nella città di Yokohama.

La stazione della metro era grande e gremita di gente, per questo dovette farsi spazio tra le persone e correre per cercare di raggiungere l'uscita il prima possibile. Continuava a fissare il puntino blu sul suo digi-vice è aveva notato che si era fermato.

Finalmente salì le scale che la portarono all'uscita e si ritrovò nel centro della città. Si fece nuovamente spazio tra la gente fino ad arrivare ad un'incrocio; alzò lo sguardo e la vide. Un folto pelo giallo e bianco si confondeva con la neve che, intanto, aveva iniziato a cadere più velocemente.

La volpe girò il suo sguardo e Rika vide che i suoi occhi blu cobalto la fissavano.

“Renamon...” sussurrò quasi tra se...

Ma qualcosa accadde che le impedì di continuare... una scossa potente spaccò in due l'asfalto e al centro dell'incrocio nacque un improvvisa nube di fumo. Cadde a terra ferendosi un braccio e graffiandosi molte parti del corpo a causa delle in numerose schegge che volarono nella seconda scossa che seguì la prima...

 

Takato ed Henry si erano fermati di colpo; si guardarono tra di loro immobili.

Avevano continuato a correre cercando di non farsi raggiungere da Ryo ed avevano fatto molti isolati senza fermarsi e chiedere cosa fare. Ma una strana sensazione gli aveva fatto arrestare il passo; come se qualcuno avesse bisogno del loro aiuto...

“ Henry... hai sentito...”

Henry annuì senza parlare.

Takato estrasse il suo Digi-vice. Un'infinità di puntini di vari colori erano appena apparsi nel quartiere di Yokohama.

“ Sono tornati...”

 

Altre scosse avevano susseguito le prime due; il quartiere era ormai diventato un cumulo di macerie. Polveroni e detriti si sollevavano ormai dovunque e alla gente non rimaneva altro da fare che scappare di fronte a quei mostri che comparvero da quella nube di fumo.

Rika si era trovata davanti diversi Digimon di livello diverso, ma nessuno, in quel momento, sembrava accorgersi di lei. Non vedeva niente tra quella nube di fumo, perciò continuava a camminare senza sapere dove andare. Sentiva urla e grida dovunque. La voce di un bambino non molto lontano da lei imprecava aiuto gridando a squarcia gola e tendendo la manina sui passanti fuggenti.

Rika gli corse incontro e notò che una gamba era stata bloccata dai detriti.

“ Aiutami!” imprecò il bimbo piangendo.

“ Non preoccuparti... ora ti libero...” e iniziò e rimuovere le macerie in modo da poter sfilare la gamba.

Altre persone si fermarono e la aiutarono a togliere i detriti dalla gamba e, infine, con l'aiuto di un adulto sfilò il bambino dalle macerie. La gamba era gonfia e plurigraffiata. Rika sorresse il bambino che non riuscì a poggiare il piede a terra.

“ Mi fa male...” continuava a dire piangendo.

“ Non ce la fai proprio a camminare?” chiese la ragazza. Il bimbo scosse la testa.

Quello era un problema, ma l'adulto che era con lei si propose di accompagnare il bimbo in un centro medico più vicino.

Rika lo ringraziò, e l'adulto prese in braccio il bambino iniziando a correre per evitare i Digimon e le macerie che continuavano a cadere.

Rika si stava dirigendo verso il centro della nube quando una scosse violenta fece crollare il palazzo vicino a lei; fu un attimo. Vide dei detriti cadere proprio sopra la sua testa ma, all'ultimo minuto, qualcuno la spinse indietro e le evitò di fare una brutta fine. Le macerie che caddero sollevarono moltissime schegge e detriti che graffiarono sia lei sia la persona che l'aveva salvata.

Aprì gli occhi; il ragazzo che l'aveva salvata era caduto sopra di lei cercando di proteggerla dai detriti che volarono in seguito alla caduta delle macerie. Sentiva il suo battito come lui sentiva il suo. Entrambi erano pieni di graffi e ferite un po ovunque ed entrambi respiravano affannosamente. Solo ora Rika riconobbe i suoi occhi cobalto che la fissavano da una distanza quasi inesistente.

“ Ryo!” esclamò metre quest'ultimo si toglieva sopra di lei e la aiutava a rialzarsi “ che ci fai qui?”

“ Si da il caso che io ci abiti qui.” rispose Ryo con la solita sfacciataggine di sempre “ tu stai bene?”

“ Si...”

Notò che la voce era diversa. Era diventato più alto di diversi centimetri, era magro come sempre. Aveva diversi piercing alle orecchie e il suo viso aveva assunto dei lineamenti più duri, non più da bambino... ed era diventato molto più carino di prima. Adesso Ryo si rese conto che anche Rika era... diversa. Anche lei era più alta ( non quanto lui ovviamente) e i suoi capelli erano più lunghi e lisci, finalmente lasciati sciolti, ma senza quell'odiosa frangia; infatti li teneva con una riga laterale. Anche lei era molto magra, ma il suo corpo aveva assunto delle forme più tonde, più femminili e il suo viso non era più rotondo come prima. Era sottile e con lineamenti leggermente più marcati. Ma aveva comunque due bellissimi occhi azzurri ed era più carina che mai.

“ ehm...” provò a dire Rika, che sembrava aver perso l'uso della parola, come d'altronde Ryo.

“ ehm... cosa” chiese il ragazzo.

“ grazie...” disse infine.

“ E di che?” domandò il ragazzo ancora in trance.

Rika lo guardò stupita:

“ Di avermi salvato, no?”

Ryo sembrò tornare finalmente alla realtà.

“ Ah, vero! ...figurati lo fatto con piacere...” disse sorridendo.

Solo in quel momento Rika si rese conto che Ryo le teneva ancora la mano.

“ Ah! Scusa...” e le lasciò la mano, anche se Rika avrebbe preferito che non l'avesse fatto...

Una scossa tremenda li fece tornare alla realtà.

“ Accidenti!” esclamò Ryo vedendo arrivare diversi Digimon nella loro direzione.

“ E ora?” domandò Rika.

In quell'attimo, tra il fumo, le macerie i detriti, le schegge e i fiocchi di neve comparvero due Digimon: uno era una volpe, l'altro era alto e con un'armatura nera.

Renamon e Cyberdramon erano tornati.

“ Renamon!”

“ Cyberdramon!”

Entrambi i Digimon si voltarono verso di loro.

“ Presto! Non c'è tempo!” li incitò Renamon.

I ragazzi annuirono ed entrambi Bio digievolsero con i loro Digimon Justimon e Sakuyamon.

In pochi secondi sconfissero una ventina di Digimon di livello campione ed evoluto.

Finalmente videro arrivare Takato ed Henry, i quali rimasero a bocca aperta vedendo Justimon e Sakuyamon.

“ Henry, sono tornati!” disse Takato come per dire ‘visto che avevo ragione?’.

“ si, ma guarda che disastro...” l'entusiasmo venne mozzato dalla visione sconvolgente del quartiere raso al suolo.

Le scosse erano finalmente finite ed il fumo si era dilagato mostrando i danni irreparabili che erano stati fatti. C'erano macerie ovunque, persone ferite ed altre che sembravano morte tra tutti quei detriti.

Takato ed Henry guardarono sconvolti tutto questo senza dire una parola. Gli unici rumori erano ormai quelli dei Digimon che combattevano sopra di loro; Justimon e Sakuyamon erano già riusciti a distruggere quasi tutti i Digimon virus contro cui avevano combattuto. Ne rimanevano solo due: Blackworeleomon e Darkserafimon, due Digimon di livello mega.

Justimon attaccò Darkserafimon senza pietà, ma quest'ultimo lo schivò e lo colpì con un raggio malefico che graffiò profondamente la sua spalla. Ryo ( che era ormai parte integrante del Digimon perché divenuti una cosa sola ) strinse i denti provando lo stesso dolore del suo Digimon.

Rika, con la quale poteva ormai parlare mentalmente visto che anche lei era Bio-digievoluta con Sakuyamon, chiese a Ryo se stesse bene e lui menti dicendo che era tutto ok.

Ma non era affatto tutto ok; Darkserafimon riattaccò Justimon mentre Blackworeleomon teneva occupata Sakuyamon. Tutto avvenne in pochi attimi: gli artigli di Blackworeleomon lasciarono tre enormi segni sul petto di Sakuyamon e Darkserafimon affondò la sua spada sul fianco di Justimon.

Ryo e Cyberdramon si divisero e tornarono come prima. Entrambi erano in aria quando ciò avvenne perciò precipitarono verso il suolo e solo all'ultimo momento Cyberdramon riprese i sensi e salvò Ryo, del tutto inerte, dallo spiaccicarsi sul terreno.

Il ragazzo aveva una profonda ferita alla spalla e un flusso ininterrotto di sangue continuava ad uscire dal fianco.

Rika, che intanto aveva subito un grosso colpo al petto, resisteva ancora ma non osava guardare le condizioni id Ryo, per paura di scoprire che fosse morto.

Henry e Takato si diressero di corsa verso Cyberdramon e Ryo. Quest'ultimo respirava affannosamente e non aveva neanche la forza di muoversi. Finalmente Rika ebbe il coraggio di guardare giù.

“ RYO!” imprecarono i tre amici sconvolti.

A queste parole i Digi-vice dei quattro Tamers si illuminarono e una luce blu ne uscì colpendo Ryo. Le ferite si rimarginarono e quando la luce scomparve il ragazzo era ancora privo di sensi.

Sia Takato che Henry si guardarono stupiti: che diavolo era successo?

“ Che cos'era?” domandò incerto Takato.

Fu una voce gracile dietro di lui a rispondere:

“ Il potere dell'unione”

Takato ed Henry si girarono di scatto: Guilmon avanzava verso di loro con Terriermon sopra la testa.

“ Guilmon!” urlò Takato sprizzando gioia da tutti i pori “ ma dove vi eravate cacciati voi due?”

Guilmon si fermò un attimo a pensare, poi rispose:

“ Abbiamo sbagliato strada; al posto di prendere il passaggio 3A abbiamo preso il passaggio 3 B e ci siamo ritrovati nello strato più profondo di DG-world! Ci abbiamo messo un po' a ritrovare la strada...”

Sbang! Takato ed Henry fecero finta di cadere a terra per la delusione.

Intanto Sakuyamon non aveva avuto un attimo di tregua e a stento riusciva a tener testa ai due Digimon di livello mega. Quando finalmente vide arrivare Megagardromon e Galactimon ( rispettivamente le Bio-digievoluzioni di Henry & Terriermon e Takato & Guilmon) Takato e Henry dissero a Rika di non preoccuparsi e che ci avrebbero pensato loro ai due Digimon. Così lei ne approfittò e scese separandosi da Renamon appena raggiunsero il suolo e dirigendosi subito verso Ryo, ancora svenuto. Contemporaneamente Galactimon e Megagardromon distruggevano con diverse combo i due Digimon di livello mega già indeboliti dagli attacchi di Rika e Ryo.

 

Quando Ryo aprì gli occhi era circondato da tutti i suoi amici e Digimon; ancora confuso si alzò a sedere chiedendosi cosa ci facesse ancora in questo mondo.

“ Come ti senti?” domandò Rika, stranamente preoccupata.

Ryo non rispose e rimase zitto per qualche minuto, poi si rialzo senza fatica sorridendo e dicendo: “ Mai stato meglio!”

“ Dici sul serio!” esclamò Takato.

“ Si! Mi sento stranamente carico! Un momento... ma non ero ferito o stavo già sognando?” chiese Ryo del tutto incerto.

“ Non ti preoccupare, non stavi sognando... anzi siamo noi che non crediamo ancora a quello che abbiamo visto!” ammise Henry.

Così raccontarono a Ryo cosa era successo e gli riferirono anche cosa gli avevano detto i loro Digimon mentre lui era privo di sensi. Infatti, dopo aver aiutato i feriti e i superstiti, i Digimon Tamers chiesero ai loro Digimon cosa fosse successo. Dissero che a DG-world trovarono il modo di passare la barriera e che alla prima occasione ne approfittarono e tornarono nel ‘mondo reale’. Ma alcuni Digimon Virus scoprirono i loro piani e li seguirono. I primi a Bio emergere furono Renamon e Cyberdramon, successivamente comparvero a Yokohama gli altri Digimon mentre Guilmon e Terriermon arrivarono in ritardo a causa del ‘traffico’, in poche parole si erano persi...

“ E cosa accadrà ora che i Digimon sanno come raggiungere il nostro mondo?” domandò allora Ryo.

“ Molto probabilmente arriveranno qui a decine e, ancora una volta toccherà a noi proteggere il mondo” rispose Renamon, forse l'unica dei Digimon a rendersi conto di ciò che stava accadendo realmente.

“ Allora siamo dinuovo i Digimon Tamers?” domandò Takato entusiasta.

“ Non avete mai smesso di esserlo” affermarono i Digimon.

Così i Digimon Tamers si misero in cerchio mettendo le mani uno sopra l'altro e giurando di proteggere il mondo come già avevano fatto in passato. Quello non era solo un patto reciproco, era anche il simbolo del loro potere, il potere dell'unione.

 

Decisero però di mantenere segreto il ritorno dei loro Digimon ( per quanto fosse ancora possibile dopo che alcuni di questi avevano raso al suolo un intero quartiere) ai loro genitori; così tornarono a casa, ma prima di lasciarsi Henry e Takato sollecitarono Ryo a chiedere a Rika di entrare nel gruppo:

“ Chiedile quella cosa” dissero prima di andarsene con i loro Digimon.

“ Chiedermi cosa?” domandò Rika mentre Takato ed Henry scendevano dalla metro per prendere un'altra coincidenza.

“ ah.. tu abiti lontano da qui, vero? “ chiese non sapendo che dire.

Rika lo guardò come per dire ‘ mi sembra ovvio’:

“ Diciamo che non abito a Yokohama bensì a Tokyo e questo dice tutto.”

“ Potrei accompagnarti io visto che abiti così lontano.” si propose Ryo.

“ Non ho bisogno di una balia. So cavarmela da sola” rispose Rika e Ryo notò che aveva mantenuto qualche lato del suo bel caratterino.

“ non intendevo questo. So benissimo che puoi cavartela da sola, solo che vorrei parlarti dell'idea di Takato...” spiegò con calma il ragazzo, per paura di una reazione della ragazza.

“ Da quando in qua Takato pensa?” domandò sfacciatamente Rika.

Ryo sospirò convinto che non ce l'avrebbe mai fatta. La metro si fermo e lui scese, solo che non si aspettava che Rika lo seguisse.

“ Che fai? Devi prendere questa metro per arrivare a casa prima.” disse Ryo sorpreso.

“ Sbaglio o dovevi accompagnarmi?”

Ryo lo guardò stupito: “ Sei davvero impossibile...”

“ Allora qual'è quest' idea?” chiese Rika impaziente.

La metro stava per partire così Ryo disse: “ Sbrigati o perderai la metro.”

“ Non mi importa.” affermò la ragazza.

“ Ma così arriverai in ritardo!” gli fece presente Ryo.

“ Bene... così avrai più tempo per parlarmi della vostra idea.”

La metro partì.

Ryo sorrise dicendo : “ la prossima metro arriva tra un quarto d'ora.”

“ Allora abbiamo un quarto d'ora per parlare.”disse Rika.

 

Così Ryo iniziò a parlarle dell'idea di Takato; all'inizio, come tutti quelli che l'avevano sentita per primi, sembrava disorientata ma poi anche lei iniziò a considerare l'idea. In quel momento arrivò la metro ed entrambi salirono.

Continuarono a parlare fino a quando non si trovarono vicino alla casa di Rika.

“ Si... ad essere sincero neanche io potevo crederci quando Takato me l'ha detto, solo che poi mi sono detto ‘ perché no?’” stava dicendo Ryo completamente immerso nella conversazione con Rika.

“ Solo Takato poteva avere un'idea simile” disse Rika.

“ Allora, che ne pensi?” chiese infine Ryo.

“ penso che... ci penserò” rispose la ragazza con un gioco di parole.

Proprio in quel momento voltarono l'angolo e si trovarono davanti alla casa di Rika, trovando la madre ad aspettarli.

“ Rika!” esclamò la madre sollevata nel rivederla “ Meno male, stai bene. Oggi ho visto cose terribili in TV!”

Rika e Ryo si guardarono l'un l'altro col timore di essere stati scoperti e che la televisione avesse mandato in onda il disastro di Yokohama.

“ Perché, cosa hai visto in TV?” domandò Rika temendo il peggio.

“ Oh! Un film tristissimo parlava di una ragazzina della tua età che scappa di casa... che poi viene catturata e le fanno del male... la picchiano... lei non sa dove andare... litiga col padre... si suicida... poi si uccide anche il padre... la moglie troppo angosciata si butta da un palazzo di 10 piani...”

Sbang!

Rika e Ryo si guadarono sollevati, ma allo stesso tempo divertiti.

E mentre la madre recitava una parte del film, Rika salutò Ryo dicendo:

“ Ci vediamo domani allora. Chiedi a Takato dove possiamo provare, ok?”

“ Si... ci penso io e poi ti chiamo...” e se ne andò.

Quando fu lontano Rika notò uno strano silenzio; sua madre doveva aver smesso di recitare la parte del film perché la guardò dicendo: “ però, e proprio carino... com'è che si chiama?”

Rika scosse la testa e rientro in casa con la madre che la tormentava ancora con il film e chiedendole anche alcune domande sul ‘ragazzo carino’.

 

Il giorno dopo i Tamers si svegliarono di buon'ora e ognuno di loro parlò con i propri Digimon; parlarono di tutto ciò che gli era successo negli ultimi mesi e ognuno di loro raccontò l'idea di Takato che venne presa con molto entusiasmo da Guilmon e Terriermon, un po' meno da Renamon e Cyberdramon.

Takato, la sera prima, aveva dovuto subire le sgridate dei genitori per il suo ritardo e per i piercing comparsi dal nulla in un giorno. I suoi genitori gli avevano praticamente proibito di uscire, ma per lui questa era solo una scusa per infrangere un po' le regole. Infatti verso le nove del mattino ricevette la telefonata di Kazu e Kenta; i ragazzi lo informarono che anche loro si erano ricongiunti con i loro Digimon la sera prima e anche loro avevano deciso di non dire niente ai genitori. Approfittando della telefonata, parlò a Kazu del gruppo, e lui accettò subito dicendo che avrebbero potuto iniziare a provare anche quel giorno dopo pranzo a casa sua in garage. Takato lo ringraziò e avvertì Ryo ed Henry che gli riferirono l'entrata del gruppo anche di Rika.

Mentre Takato parlava con Ryo ( che intanto si incaricò di telefonare lui a Rika) alla televisione stavano mandando in diretta il disastro di Yokohama.

Ma c'era qualcosa di strano; la notizia venne data come delle terribili scosse che avevano raso al suolo un quartiere della città ma non faceva riferimento a strani mostri o creature comparse dal nulla. Takato non seppe spiegarsi come, ma immaginò che c'entrassero qualcosa i pionieri digitali, creatori e programmatori di DG- World.

Aveva appena chiuso il telefono, quando lo sentì squillare di nuovo.

“ Ma oggi ce l'hanno tutti con me?” si chiese ad alta voce mentre si apprestava a rispondere “ Pronto?” disse scocciato.

“ Takato? Sono Jeri! Come stai?” per poco a Takato non cadde il telefono di mano.

“ Jeri! Ciao!” disse cambiando immediatamente tono e sperando che Jeri non avesse notato il tono burbero con cui avevi risposto.

“ Che hai oggi? Giornata storta?” chiese.

“ Già... mi hai beccato. Ho avuto una discussione con i miei genitori ma è tutto ok.” avrebbe voluto aggiungere che la sua giornata era stata storta fino a quando non aveva chiamato lei ma non ci riuscì.

“ Comunque ti ho chiamato per dirti che Leomon è tornato ieri sera!” riferì eccitata lei.

“ Davvero, anche Leomon è Tornato?! Ma... non era...”

“ è rinato... infatti adesso non è proprio Leomon... è ancora al livello intermedio... dice che da quando e rinato non riesce a DG-evolvere senza l'aiuto del digi-vice... comunque è strano... sembra un cucciolo di gatto troppo cresciuto e non fa altro che giocare con il gomitolo di lana di mia nonna...” disse ancora un po' sconcertata.

Takato scoppiò a ridere:

“ Dici sul serio! Leomon che gioca con un gomitolo... non è più lui...”

Anche Jeri rideva. Quando finalmente finirono di ridere Takato gli raccontò la verità sul disastro di Yokohama e ciò che era successo il giorno prima; la ragazza parve un po' sconvolta così Takato si affrettò a cambiare argomento. Iniziò a parlargli dell'idea del gruppo e disse anche che quel giorno avrebbero avuto le prime prove. Jeri ne sembrò entusiasta e chiese se poteva assistere alle prove.

“ Si, certo. Più tardi ci vediamo a casa di Kazu, e dopo pranzo potremmo uscire insieme se vuoi...” Takato non sapeva come ma quelle ultime parole gli erano uscite spontanee, le aveva detto senza riflettere.

“ Volentieri...” rispose immediatamente Jeri. Takato non sapeva più che dire così si affrettò a salutarla.

“ Allora... a dopo!”

“ Si, a dopo. Ciao.” e chiuse.

Takato posò il telefono poi iniziò a saltare e a gridare di gioia facendo spaventare Guilmon che si affacciò dalle scale rischiando di essere scoperto dalla madre; così Takato si precipito al piano di sopra, afferrò il Digimon e si rinchiuse in camera al settimo cielo.

 

 

Rika si era appena alzata e stava guardando incredula la televisione, dove dicevano che il disastro di Yokohama era stata una tragica catastrofe naturale provocate da violente scosse che avevano fatto cedere le strutture antisismiche dei palazzi.

“ Come possono dire che le strutture antisismiche non anno retto, quando è da più di dieci anni non si vede crollare un edificio in Giappone!” stava dicendo incredula.

“ Come?” chiese la madre, che stava mangiando con lei, entrambe sedute in ginocchio sul zabuton ( cuscini usati a posta per sedersi) davanti al tipico tavolo basso giapponese.

“ Niente... stavo solo pensando mamma.” si affrettò a rispondere Rika, sicura che l'enorme graffio che aveva al petto, di cui la madre ancora non si era accorta, non era stato causato da un terremoto ma da tre affilatissimi artigli di un Digimon.

Proprio in quel momento il telefono squillò è andò a rispondere la nonna, che intanto stava cucinando un'invitante colazione.

Rika non si aspettava che qualcuno la chiamasse a quell'ora, così quando la nonna le disse che era per lei e che si trattava di un ragazzo, afferrò immediatamente il cordless, aprì il fusama ( tipiche pareti mobili giapponesi) e si precipitò in camera.

“ pronto?”

“ Ciao Rika, sono Ryo... e da un po' che non ci sentiamo...”

“ Si... è passato molto tempo... forse 7 ore?” chiese con finto interessamento.

Intanto sia la nonna che la mamma ascoltavano la conversazione da un altro telefono, facendo molta attenzione a non fiatare per non far scoprire che stavano origliando.

“ Può darsi...” stava dicendo Ryo quando la madre e la nonna avevano iniziato ad origliare “ comunque ti ho chiamata per dirti che Takato a chiamato Kazu, che ha accettato, e che oggi proviamo dopo pranzo a casa sua... tutto chiaro? Ah è poi anche i loro ‘amici’ sono tornati.

“ Davvero, quando?” chiese capendo al volo a cosa si riferisse.

“ Ieri sera...”

“ ... e mi hai chiamata solo per dirmi questo?” chiese la ragazza.

“ Veramente... avevo voglia di sentirti.” ammise “ e tu?”

“ Può darsi...” Rika si girò di scatto sentendo dei rumori provenienti dalla cucina “ ehm... ora devo proprio andare. Ci vediamo più tardi, ok?”

“ Ci conto... ah... è stato bello rivederti ieri.”

“ Anche per me... ciao...”

“ Ciao” e chiuse.

Rika riagganciò e si precipitò subito in cucina dove trovò la madre e la nonna ancora attaccate all'altro telefono.

“ Non è come sembra...” stava dicendo la madre in preda al panico totale.

Rika posò il cordless che teneva ancora in mano al suo posto e disse a denti stretti: “ Non fatelo mai più!” e se ne tornò in camera.

“ Ci è andata bene...” disse sollevata la madre.

 

Anche Henry aveva subito una sgridata per via dei piercing, però, a differenza di Takato, non era stato punito, anzi il padre si offrì di portare per lui la batteria ( piuttosto grande) a casa di Kazu. La verità è che erano ancora arrabbiati ma al posto di metterlo in punizione evitavano di parlargli; doveva essere una delle loro tattiche per farli sentire in colpa.

Intanto Terriermon era costretto a stare in camera.

Quando sentì la porta aprirsi si spaventò a morte credendo che fosse Suzi, quando scoprì che era semplicemente Henry con la colazione.

Uscì dall'armadio e iniziò a mangiare con gusto tutto quello che aveva davanti.

“ Avevi fame, eh?” chiese Henry sorridendo.

“ E' da due giorni che non mangio niente... non sembra, ma il viaggio per tornare sulla terra è stato molto faticoso...” ammise Terriermon ingoiando due polpette di riso.

“ Piuttosto, perché siete tornati?”

“ Ci mancavate... anche se adesso per colpa nostra i Digimon virus sanno come raggiungere il vostro mondo.”

Henry cercò di tirargli su il morale: “ non preoccuparti, ci mancavano le nostre battaglie... ci mancavate così tanto che per ammazzare il tempo abbiamo deciso di formare quel gruppo!”

“ Si, posso dirti una cosa?”

“ Certo...”

“ Sei cresciuto, ora sei più maturo di prima.”

“ Grazie” disse il ragazzo leggermente imbarazzato.

“ Oh! Anche Lopmon e tornata! Ho detto a Suzi di non dire niente ai tuoi genitori, ma è troppo tardi, sanno già tutto. Ma non preoccuparti, non diranno niente agli altri genitori.” disse il Digimon con tono di poca importanza.

Henry lo guardò sbalordito; si precipitò in camera di Suzi e la trovò a fare la manicure a Lopmon.

“ Ciao fratellone! Anche Lopmon e tornata” disse la ragazzina, che adesso aveva 5 anni.

Henry si mise una mano sulla testa: ora si che erano fregati.

 

 

Ryo si trovava nuovamente di fronte a un'altra discussione familiare.

“ Cosa ti importa di quello che faccio?! Non sei neanche mia madre!” rinfacciò il ragazzo alla matrigna.

Fu il padre di Ryo ad intervenire: “ Chiedile subito scusa!” ordinò al figlio.

“ Mai! Che le importa se faccio parte di un gruppo!”

“ Tu farai ciò che dice lei! Non perderai il tuo tempo in un' inutile gruppo musicale! Parola mia! Tu studierai per farti ammettere in quella famosa scuola superiore!” tuonò il padre

“ E lo farò! Ho ancora due anni prima di andare alle superiori! Che succede se nel tempo libero suono un po'?” lo rinfacciò il figlio.

“ Non voglio che tu suoni, voglio che tu studi!”

“ Suonare è la mia passione, papà, e tu lo sai!” e lasciò la sala dove si trovavano il padre e la matrigna per tornare in camera sua, al piano di sopra.

Sentì dei lamenti provenire dalla stanza di sotto; i gemelli dovevano essersi svegliati e gridavano a squarciagola dalla loro culla.

Ryo chiuse la porta alle sue spalle stufo di sentire tutto il giorno suo padre e quella donna rimproverarlo e parlare in continuazione dei loro due gemellini!

Cosa importava a quella donna cosa faceva? La verità e che non vedeva l'ora di levarselo ti torno così da poter avere la sua famiglia perfetta, con un maritino perfetto e due figli perfetti; non c'era spazio per uno come lui in quella famiglia.

Senza pensarci, accese lo stereo a tutto volume, prese la chitarra elettrica e iniziò a cantare un pezzo dei Simple Plane che si intitolava ‘ shut up ‘.

So shut up shut up shut up
Don't wanna hear it !!
Get out get out get out
Get out of my way !!
Step up step up step up
You'll never stop me
Nothing you say today
Is gonna bring me down
...

Ryo aveva un'intonazione perfetta, ma alla sua ‘ famiglia’ non importava se lui possedeva o meno un talento naturale per la musica. Loro volevano soltanto vederlo laureare e per poi stare seduto in un ufficio di direttore a non fare niente tutto il giorno, guadagnando lo stesso miliardi senza muovere un dito se non quello di alzare le sue azioni.

Era questo ciò che volevano i suoi genitori, e Ryo era d'accordo solo in parte; avrebbe preso un diploma, si, e anche la laurea volendo, ma non sarebbe stato seduto in un ufficio senza fare niente. Avrebbe aiutato le persone facendo il poliziotto e avrebbe anche inciso qualche CD che avrebbero girato il mondo intero. Di vendere azioni non se ne parlava proprio.

Continuava a saltare per la stanza suonando a tutto volume la chitarra elettrica isolandosi dal resto del mondo e provando una bellissima sensazione di libertà: la musica era il suo sfogo, la sua vita...

 

 

Verso le due Takato si trovava già a casa di Kazu. Era stato il primo ad arrivare, così aiutò l'amico a sistemare i loro strumenti nel garage. Appena furono dentro il garage Kazu raccontò all'amico che Andromon, il suo Digimon, era nascosto in giardino per evitare che i genitori lo scoprissero e che quindi non avrebbe potuto assistere alle prove. Anche Takato non aveva portato con se Guilmon, perché troppo vistoso e conosciuto da tutti per non essere scoperto facilmente.

Poco dopo arrivò Henry con suo padre e, insieme al suo aiuto, montarono anche la batteria. Neanche Henry aveva portato Terriermon, e riferì agli amici che i suoi genitori sapevano tutto dei Digimon a causa di Suzi, ma che non avrebbero comunque detto niente a nessuno ( in fondo il padre di Henry era un pioniere digitale, come non poteva sapere del ritorno dei Digimon?). Subito dopo il padre se ne andò lasciandoli soli ad aspettare gli altri. Takato e Kazu si sedettero mentre Henry collegava gli amplificatori agli strumenti e al suo computer, dove, grazie ad un programma musicale, apparve un grafico che stabiliva la frequenza di ogni singolo suono.

Intanto Takato e Kazu stavano parlando del disastro di Yokohama. Kazu si era stupito anche lui del fatto che la notizia fosse stata data come un terribile terremoto, ma a questo proposito intervenne Henry, che spiegò ciò che il padre gli aveva proprio quella mattina.

“ Sono stati i pionieri a cancellare le traccie dei Digimon, così i giornalisti non hanno potuto fare altro che dare la notizia come un terribile terremoto.”

Ne Takato e ne Kazu furono sorpresi da questa notizia: ognuno di loro si aspettava che centrassero qualcosa i pionieri digitali.

Proprio in quel momento videro spuntare Ryo con il suo Skateboard e chitarra davanti il garage.

“ Ciao” disse salutando tutti “ sbaglio ho manca qualcuno?”

“ Se ti riferisci a Rika, sta arrivando. “ rispose senza neanche riflettere Takato. Henry lo guardò subito con occhi sbarrati.

“Takato!” sibilò l'amico, in modo che solo lui potesse sentire. Takato stava per correre ai ripari, ma era troppo tardi.

“ a proposito di Rika, ho un conto in sospeso con voi due!” gli ricordò Ryo.

“ Se ti riferisci a quella storia, ormai e acqua passata... insomma avete fatto pace, no?” fece presente Henry, anche se non del tutto convinto di ciò che stava dicendo.

Ryo lo guardò un attimo perplesso: “ Sai, non lo so neanch'io...” rispose.

“ Che vuoi dire” chiese Kazu incuriosito dalla conversazione.

“ Non lo so! Non ne abbiamo ancora parlato e non di certo sarò io a farglielo ricordare” si girò verso Henry e Takato “ e neanche voi...”

Henry e Takato annuirono impauriti facendogli capire di aver capito la lezione. Così anche Ryo sistemò la chitarra elettrica al suo posto e si sedette con gli altri aspettando le ritardatarie.

Avevano appena iniziato un'accesa discussione sulla scelta del nome del gruppo, quando finalmente arrivarono sia Jeri che Rika, quest'ultima aveva portato sia la chitarra elettrica che lo Skateboard.

Henry si affrettò a collegare anche questa chitarra agli amplificatori; intanto anche Rika e Jeri avevano iniziato a suggerire nomi per il gruppo.

Ne spararono così tanti, che ci sarebbe stata una vasta scelta, ma nessuno di questi andava bene; solo su una cosa i Digimon – Tamers erano d'accordo. Doveva essere qualcosa che esprimesse libertà.

“ Che ne dite di ‘I Digimon – Tamers?” suggerì Jeri.

Ma Takato scartò subito l'idea “ Così faremmo come Matt nella serie di Digimon che a denominato il suo gruppo i DG-prescelti...”

“ E' troppo scontato” disse Ryo.

“ Si. E poi ci sarà già qualcun altro che avrà avuto questa idea. Non sarebbe originale.” fece presente Henry.

“ Che ne dite di ‘ Gli spiriti liberi’? Esprime libertà, no?” suggerì allora Kazu.

A quel punto Takato ebbe un'idea “ L'idea è buona, ma risulterebbe più suggestiva la versione inglese! Che ne dite di ‘ Sk8er Boy’? “

“ Guarda che ci sono anch'io” gli fece notare Rika “ forse sarebbe meglio ‘ Sk8er Guys’, che ne dite?”

“ Dico che è perfetto” ammise Jeri.

“ A me piace. Alzi la mano per chi è d'accordo su questo nome.” disse infine Henry.

Tutti alzarono la mano ad eccezione di Kazu; Rika lo guardò con sguardo gelido, così anche lui si convinse ad alzare la sua:

“ Si, è perfetto! Mi piace da morire!” mentì Kazu, mentre il resto del gruppo se la rideva sotto i baffi.

Trascorsero un movimentato pomeriggio a scherzare e a provare canzoni di qualche artista famoso. La parte più divertente fu quando Takato ed Henry rielaborarono completamente il testo di una canzone a modo loro facendo morire dalle risate il resto del gruppo con le frasi assurde che ne vennero fuori. Ma anche Rika e Ryo, con i loro finti litigi, facevano morire dalle risate.

“ Lo sai che sei proprio un bastardo! “ stava dicendo Rika, facendo finta di recitare un'attrice tradita dal marito.

“ Perché? Che avrei fatto?” chiese Ryo, falsamente sorpreso, mentre si divertiva a strimpellare la sua chitarra elettrica disteso sopra il divano insieme a Rika.

“ E me lo chiedi? Sei andato a letto con tutte le segretarie del tuo ufficio, ‘Caro’!” continuava a recitare la ragazza, riuscendo a stento a non ridere. Takato e gli altri fischiarono, aspettando con ansia la risposta di Ryo.

“ Ma io ho solo una segretaria, ‘Tesoro’!” rispose Ryo in tono innocente “ E non è nemmeno un granché”

“ Ma se ne cambi una ogni giorno da due anni, ‘Amore’!”

“ Allora secondo te me ne sarei fatte 730 in due anni, ‘Zuccherino’. Francamente impossibile, perché me ne sono fatte 728 in due anni!” rispose in tono provocatorio Ryo.

“ E quei due giorni che hai saltato?” domandò Rika, mentre il resto del gruppo aspettava con ansia la risposta di Ryo.

“ AH! Giornate terribili... era il nostro anniversario.” tutti scoppiarono a ridere, così Rika prese ridendo un cuscino e glielo tiro in faccia, facendolo cadere giù dal divano, ma anche lui rideva.

“ Visto che sei solo un fottutissimo bastardo” stava dicendo mentre gli tirava un altro cuscino non riuscendo a trattenere le risate.

Così il resto del gruppo, incoraggiati dalla battaglia intrapresa da Ryo e Rika, presero anche loro un cuscino iniziando a colpirsi a vicenda.

Al termine della battaglia diverse piume d'oca stavano ancora volando in aria mentre gli Sk8er Guys erano tutti distesi sopra i due divani del garage distrutti.

Ryo stava ancora strimpellando con la sua chitarra un pezzo davvero molto carino, così Rika inizio a cantarci qualcosa sopra senza neanche pensarci.

 

You held my hand and walked me home, I know

Why you gave me that kiss

It was something like this and made me go oh oh

You wiped my tears got rid of all my fears

Why did you have to go?

Guess it wasn't enough to take up of some of my love

Guys are so hard to trust

 

A Tutti piacque molto quel pezzo reso ancora più bello dalla bellissima voce di Rika; nessuno di loro si aspettava che fosse così brava...

“ E' fantastico!” disse allora Henry “ perché non lo scrivete così iniziamo a comporre anche la musica?”

Sia Ryo che Rika furono subito d'accordo, così lo scrissero e successivamente riuscirono a comporre il ritornello, cantato insieme, che faceva:

 

Did I not tell you that I'm not like that girl

The one who gives it all away- yeah!

Did you Think that I was going to give it up to you -

this time

Did you think that it was something I was going to do -

and cry

Don't try to tell me what to do

Don't try to tell me what to say

You're better off that way...”

Tutti furono contenti del lavoro ben riuscito, così iniziarono a comporre anche la musica.

Quando finalmente finirono festeggiarono il lavoro ben compiuto con un film Horror tutto per loro (i genitori di Kazu erano usciti per andare a cenare fuori) poc-corn ( che volarono un po' ovunque) coca -cola ed aranciata.

Takato e Jeri decisero di rimanere e considerarono questa festa con gli amici come primo appuntamento.

Kazu apri il divano che si trasformò in un letto dove tutti e sei si buttarono per guardarsi il film e continuando a tirarsi poc- corn tra di loro; a un certo punto si scatenò la guerra e anche chi cercava inutilmente si seguire il film si trovava a vedere poc- corn volanti davanti ai suoi occhi.

Così tutti furono coinvolti in questa guerra volenti o non volenti... Quando finalmente finirono i poc – corn guardarono il film, ma non passava minuto in cui uno di loro non facesse delle battute che trasformassero le scene più terrificanti in un autentico spasso, come, ad esempio, quando Ryo disse che quella bambina dovesse aver pagato 30.000 milioni di interurbane per riuscire a contattare tutte le persone che avevano visto la cassetta nel mondo o quando Kazu consigliò una cura estetica per la pelle di Samantha ( se non l'avete capito stavano guardando The Ring versione americana ).

Quando finì il film erano già le 11:00 di sera; i ragazzi decisero di rimanere a dormire lì, mentre Rika e Jeri vennero accompagnati a casa dalla solita scorta.

Takato si offrì di accompagnare Jeri, mentre Ryo chiese a Rika se avesse bisogno dinuovo di una balia.

“ D'accordo” rispose “ ma non faci l'abitudine.”

 

Per quanto Henry ricordasse quello fu l'unico giorno tranquillo da lì ai tre mesi successivi. Il giorno dopo, infatti, gli Ske8er Guys si erano dati appuntamento con lo Skateboard nel parco per provare a fare acrobazie nelle rampe che erano state costruite apposta per gli Skater. Stavano passando un pomeriggio molto divertente, tra cadute salti e acrobazie, quando diversi Digimon virus comparvero lì vicino e in altre zone della città. Riuscirono a sconfiggerli ma nei mesi seguenti si trovarono di fronte Digimon sempre più forti e in numero sempre maggiore.

A un certo punto non riuscirono più a incontrarsi nemmeno per provare e con la riapertura delle scuole dopo le vacanze natalizie divenne quasi impossibile riuscire a sostenere quella situazione.

Molto spesso i Digimon -Tames tornarono a casa tardi e molto spesso vennero puniti dai loro genitori per questo; furono costretti ad uscire di nascosto per fermare i Digimon che continuavano a Bio – emergere e in più i pionieri Digitali trovarono sempre più difficile riuscire a cancellare le tracce delle battaglie digitali.

La situazione divenne insostenibile per tutti loro e per motivi ancora ignoti non riuscirono a trovare un varco che li riportasse a DG – world per molto tempo. Quando finalmente a Marzo Ryo riuscì a trovare il varco nessuno di loro si sarebbe mai aspettato di trovare a Dg-world tutto quel caos. Sembrava che tutti i mondi e tutti gli strati di DG-world si fossero uniti per formare quello strano luogo così approssimativo e surreale che non di certo poteva chiamarsi DG-world.

C'era molto di più in quel mondo e il loro compito era scoprire cosa ci fosse e chi avesse provveduto a trasformarlo in quel luogo.

 

Henry finì di raccontare la sua storia. Naturalmente aveva tralasciato troppi dettagli; in realtà tutto questo era stato solo il ricordo dei quattro Tamers che, contemporaneamente, diversi in settori lontani e differenti tra loro erano ancora uniti dai loro ricordi e dalla loro indissolubile amicizia e che in un modo o nell'altro si sarebbero rincontrati un giorno e insieme avrebbero sconfitto questa nuova minaccia: ‘Together Forever’ era questo ciò che si erano giurati al loro incontro con i Digimon mesi prima e così sarebbe stato, perché il loro potere superava il limite dell'insuperabile. Insieme ce l'avrebbero fatta.

 

 

 

 

 

 

 

  
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