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Autore: Malitia    24/10/2010    1 recensioni
Vicky è una comune sedicenne americana, con i suoi lati bui e quelli allegri. La sua vita scorre lineare e monotona fin quando un giorno, l'arrivo di un nuovo compagno un po' particolare le stravolge la vita. Che cosa nasconderà il misterioso Andrew? Perché quelle orecchie a punta e quella perspicacia un po' troppo invadente? Soprattutto, perché è così dannatamente bello da sembrare stravolgere la mente di Vicky? E se ci fosse dietro qualcosa di.. soprannaturale?
- Andrew, glielo devi dire, stasera stessa. Hai aspettato anche troppo. E non cambia niente che tu sia innamorato di lei. Perché lo capirebbe anche un orbo che sei innamorato-. - Ma è pericoloso…- - Andrew, è il suo destino! Non ti saresti curato del pericolo se…-. A questo punto mi ero fermata ad ascoltare, se qualcuno parla di te è legittimo fermarsi a sentire. Non è origliare. Ma cosa stavano dicendo? Destino? Pericolo? - I Dokkalfar potrebbero cercare di rapirla! Ci hai mai pensato?- Rapire me? E perché? Ma sono matti? Sento Andrew sospirare. - Le parlerò-.
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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20 CAPITOLO 13 


Gonte 


Stormond è meno movimentata di Tugater, e, soprattutto, è popolata principalmente da nani che, al nostro passare, ci guardano sospettosi. Il più alto tra loro raggiunge a stento il metro e cinquanta, e bambini sono minuscoli. Andrew e Alex sono praticamente dei giganti, e io stessa li sovrasto dal mio metro e sessantacinque. Sono tutti barbuti e tozzi, alcuni inquietanti e, quasi tutti arcigni, fatta eccezione per le donne. Passando vedo fabbri che battono il ferro contro l’incudine, mercanti e artigiani nelle loro botteghe. 
- Cosa siamo venuti a fare qui?- chiedo,cercando di distogliere lo sguardo da una ne’annetta che mi fissa…ammirata? Mi dà proprio quella impressione. 
- Il Calice è stato fatto qui. Dovremo trovare un discendente dell’antico fornitore, che tiene il registro di ogni lavoro loro assegnato da più di mille anni. E non chiedermi cosa se ne fanno perché non riesco a capirlo- mi risponde Alex. 
Annuisco, anche se a parte cosa ci facciano con le commissioni di un millennio di anni fa, non riesco a capire neanche a cosa ci servirà sapere di cosa è fatto il Calice, e guardo la piccola nana con la coda dell’occhio. Sembra una bimba. 
- Ti trova molto bella- mi sussurra Andrew. 
- Povera…- rispondo- ha bisogno di un paio di occhiali!- 
- Ma non basto io a farti capire che sei bellissima? Devo metterci tutto questo impegno?- sorride e si china su di me. 
- Andrew, forse è meglio di…- niente. Come se non avessi detto niente. Mi prende tra le braccia e mi bacia, incurante di quello che volevo dirgli. Là, in mezzo ad una coltre di nani, alla piccola nanetta e, oddio…davanti ad Alex! 
- I piccioncini - ci rimprovera- sono pregati di rimandare le effusioni ad un tempo più propizio, e magari anche in un luogo più isolato, lontano dai miei occhi-. 
Andrew si stacca e ride. 
- Pensa che anche io sia molto bello. E che siamo una bella coppia-. Si avvicina al mio orecchio.- E anche che sono uno sfrontato. Stranamente non è scandalizzata-. 
Sorrido e mi sciolgo dal suo abbraccio. Mi giro e vedo la bimba accanto a me, così velocemente che, non essendomene accorta, sussulto. Lei mi fa cenno di avvicinarmi e io mi curvo. Mette una mano a coppa vicino il mio viso, per non farsi sentire da orecchie indiscrete, e mi dice: 
- Tu sei Victoria? Victoria Oliver?-. 
Come fa a conoscermi? come mai sa come mi chiamo? 
- Milawa?- aggiunge. Probabilmente fa tutto parte della missione. Ma cosa può volere da me questa piccola? mi alzo e le rispondo di sì. 
- E lui è il tuo principe azzurro?- gli occhi le si accendono di eccitazione. 
Anche da queste parti raccontano la storiella del principe azzurro? O intende in senso letterale? Guardo brevemente Andrew. 
- Sì. E’ lui-, rispondo sinceramente. 
- Allora venite con me-. 
Chiamiamo Alex e ci allontaniamo seguendo la nana. 
- Tu chi saresti?- le domando. 
- Dotty. Dotty Raisteros- 
- Certo che avete nomi strani…- 
- Anche il tuo nome, Oliver, è strano. Mi chiedo cosa significhi- 
- Il tuo cosa significa?-. 
Dotty ci pensa su. 
- Dovrebbe significare martello. Sai, siamo una famiglia di fabbri-. 
- E come fai a conoscermi? A sapere chi sono?- 
- Non sono un elfo, ma ho le orecchie lunghe. So tutto di te e del tuo principe. E anche del mezz’elfo. Mio padre mi ha incaricato di venirti a prendere-.


Dotty ci porta in una casetta dalle pareti di mattoni. Noto con sollievo che il tetto è alto circa due metri. All’interno, sopra il camino spento, c’è un’ esposizione di spade e coltelli dai manici d’oro. Hanno l’aria di essere molto taglienti. Seduto ad un tavolo, vicino al camino, trovo un anno dalla lunga barba bianca e le mani segnate dal lavoro di una vita. 
- Benvenuti! Sono lieto di offrirle la mia ospitalità, principe! E sono felice di constatare che, nonostante i contrasti che qualche volta hanno afflitto i nostri popoli, i Raisteros e la dinastia dei Beyle abbiano mantenuto ottimi rapporti. Anche in questo periodo critico per il regno di Ghengos, non sottraggo i miei favori al sovrano dei Liosalfar-. 
Wow. Ma l’ha imparato a memoria? 
- La ringrazio, Gonte, le siamo eterni debitori –risponde formale il mio principe.-Purtroppo non siamo a conoscenza di quasi niente riguardi il Calice e la sua creatrice. Ci è sembrato fosse utile sapere di cosa sia fatto, visto che…- Andrew mi rivolge una breve occhiata-…Milawa l’ha legato indissolubilmente a sé. Forse , se sapessimo di cosa è fatto, o che materiali ha usato, potremmo individuarlo, considerato che…- 
- Sì, so tutto di Victoria. Il re mi ha spiegato ogni cosa-. 
Gonte sia alza, con un po’ di fatica, e si appoggia ad un bastone. Viene verso di me ma io,per evitargli la fatica, gli vado incontro. Il nano mi guarda con il naso all’insù. Mi abbasso e mi metto in ginocchio, in modo da poterlo vedere faccia a faccia. Il vecchio mi mette una mano sulla spalla. 
- Tu, cara ragazza, sei destinata a cose grandi. Tu sei Milawa. E capirai col tempo cosa significa-. 
Uffa, ancora con questa storia…Ma cosa vogliono da me? Fino a un mese e mezzo fa non sapevo nemmeno che esistessero gli elfi! Mi sembra tutta una grande presa in giro…E Milawa è la parte più assurda! Io non sono altro che una ragazzina al primo amore che prima che la disturbassero viveva in pace la sua vita! Ma Andrew non poteva essere un ragazzo normale? Perché è capitato tutto questo a me? Cosa ho fatto di male? E’ tutto troppo grande, troppo illogico, troppo reale… 
- Victoria è la vostra chiave, indispensabile per trovare il Calice, ma dubito che presso di me troverete una risposta valida. Ma è pure sempre un punto di inzio, perciò…- 
Gonte prende un pesante libro dal tavolo e lo apre. 
- Dunque. Anno mille e sette. Il prodotto, un calice in oro giallo e bianco, costernato di diamanti, di fattura finissima, assolutamente il miglior prodotto uscito dalle nostre oreficerie e officine di tutti i tempi, fu inviato nella città di Angusta, la capitale, naturalmente presso la reggia Beyle-. 
Beyle? Reggia? 
- Naturalmente? Milawa era una…- mi insospettisco.
- Una principessa! E non una principessa qualsiasi…Era Milawa, Lulliand, Flaris, Gimmal Beyle, principessa dei Liosalfar . Almeno da come c’è scritto sul registro. Non lo sapevate?- risponde Gonte. 
- Mio padre non mi ha informato- ammette Andrew. 
- E sapete qualcos’altro su Milawa?- chiede Alex, intromettendosi nella discussione. 
- No – Gonte sembra desolato.- Cosa volete che ne sappia un vecchio nano, di una principessa elfa vissuta mille anni fa?-. 
Alex è sospettoso. 
- Ma siete in stretti rapporti con re Kyle- 
- Sì, ma questi sono segreti di stato. E se il re non vi ha detto nulla su Milawa, forse c’è un motivo-. 
“ Il motivo è farci saltare le cervella dallo stress psichico” penso. 
Sento Andrew sospirare. 
- Possiamo sapere di quali materiali è fatto il Calice?- 
- Certo-. Gli occhi di Gonte corrono sul libro.- Sotto espressa richiesta della cliente, chiamiamola così, in realtà la commissione fu tenuta segreta e considerata della massima importanza, il Calice fu fatto, oltre che con l’oro e i diamanti, di linfa di Liosalfar, linfa di Dokkalfar, piume di Gardion, lacrime di fata, polvere di corno di unicorno, polline di giglio d’argento, orecchio di folletto, sangue umano, barba di gnomo, centimetri di nano, potere di strega, canini di vampiro, scaglia di drago, il coltello di un Cacciatore, un raggio di sole e, infine, amore puro-. 
- Ma come avete fatto a procurarvi tutto questo? – chiede Alex esterrefatto. 
- Non ce li siamo procurati noi, è stata Milawa a fornirli. Solo un essere superiore può raccogliere tutto questo e restare indenne. Orecchio di folletto… non so proprio come abbia fatto. E l’amore puro! La polvere del corno, il potere di una strega! E i centimetri di nano!- Gonte rabbrividisce- non ci voglio neanche pensare! Comunque deve aver messo qualcos' altro nel Calice, dicono che vi abbia messo la propria essenza. Deve essere stata una creatura straordinaria!- mi rivolge uno sguardo sorridente.- Ma perché non restate qui, stanotte? Sarei curioso di approfondire la conoscenza di Victoria-. 
Secondo me Gonte mi dà troppa importanza. Cosa vorrebbe conoscere di me? Che inseguo i piccioni al Golden Gate Park e sbafo il cioccolato quando sono depressa? 
- Vedere te che insegui i piccioni è divertente…- bisbiglia Andrew. 
- La ringraziamo , Gonte, ma il viaggio è lungo e questa è solo la prima tappa- gli risponde Alex. 
- Dove andrete, ora?- 
- Saremo costretti a infiltrarci nelle comunità dei Dokkalfar per cercare informazioni-.
- Che dobbiamo fare?- protesto io. Ho già avuto contatti con un solo Dokkalfar e mi sono bastati! Quell’essere infido metteva i brividi solo a guardarlo ...figuriamoci cosa poteva fare! 
- Non starete scherzando?- dice Gonte stupito.- Ma è pericolosissimo! E come farete a infiltrarvi senza correre il rischio di essere riconosciuti? Andrew, tu sei l’erede! Non puoi mettere a rischio la tua vita, né quella di Victoria , che è fondamentale per ritrovare il Calice!-. E’ passato dal “lei” al “tu” ad una velocità impressionante. 
- Né la mia, che ho il compito di proteggere sia il principe che la reincarnazione!- si accoda Alex, un po’ sarcasticamente. 
- Sì, anche la tua…- gli concede Gonte. 
- Prima andremo a Cascius- lo rassicura Andrew. 
- Il rischio è lo stesso-. 
- No, chiederemo aiuto a Layla- .
- E perché credete che Layla aiuterà proprio voi?-. 
- Perché sono il principe ereditario dei Liosalfar-.

Avete presente quei grandi meravigliosi castelli raffigurati nei cartoni animati, magari rosa, con un arcobaleno che va da una torre all’altra? Questa è più o meno la stessa cosa. Non rosa, e senza arcobaleno, ma giù di lì. Mi fa pensare a sotterranei intricati, paesaggi segreti e a meravigliosi cavalli chiusi in stalle tirate a lucido. Forse vedo uscire un cavaliere o una principessa… 
Bussiamo alla pesante porta in legno massiccio e sentiamo l’eco dei tonfi riecheggiare dentro. 
Alla fine si apre la porta e si affaccia una ragazza con i capelli raccolti in una cuffietta e il grembiulino lindo attorno la vita. 
- Cosa desiderate?- ci chiede educatamente. Ha un visino scipito e due bei occhi azzurri. Noto che non ha orecchie da elfo, né nessuna caratteristica anormale. Non sarà un essere umano? 
- Cerchiamo Layla- le risponde Alex. 
- Chi devo annunciare?- 
- Ehm… non si potrebbe semplicemente vederla?- fa Andrew. 
- E se foste dei malintenzionati?-. 
Io avrei la faccia da malintenzionata? 
- Se fossimo dei malintenzionati non perderemmo tempo a spiegarle come ci chiamiamo- ribatto acida. 
- Dica che c’è Milawa e due compagni di viaggio- suggerisce Alex. 
“ Uno dei quali è l’erede al trono di Ghengos” penso. 
- Aspettate qua-. La ragazza sembra dubitare e ci chiude il portone in faccia, provocando un gran frastuono. Era così gentile all’inizio… 
- Chi sarebbe Layla?- chiedo, quando sento i passi allontanarsi. Quella ragazza mi ha messo proprio di cattivo umore…malintenzionati…evidentemente non ha mai incontrato un Dokkalfar. Stringo i pugni a quel ricordo e mi volto verso i miei “compagni di viaggio”. 
- Allora?- dico seccamente. Devo essere veramente irritata, perché Alex si affretta a rispondere: 
- E’ la strega più potente di Ghengos. Potrebbe aiutarci e metterci sulla strada giusta. Tu farai il resto-. 
- Davvero? E come? Cosa devo fare?- dico con tono ancora più duro. Questa storia sta cominciando a scocciarmi. 
- Non lo sappiamo- Andrew alza le spalle.- Lo scopriremo strada facendo-. 
- Quindi- deduco- stiamo brancolando nel buio-. 
Sto per mettermi ad urlare. 
- Vicky, sei diventata tutta rossa…- mi fa notare Andrew, un poco intimorito. Serro ancora di più i pugni. 
- Rispondete- sibilo. Alex si è fatto da parte, lasciando solo Andrew. Mi rivolgo a lui. 
- Non sappiamo da che parte cominciare. Prima andiamo a nanolandia dove scopriamo che il Calice è fatto di materiali inimmaginabili. Peccato che questa informazione non ci sia di alcuna utilità. Poi arriviamo in un castello dove la cameriera ci accusa di essere dei malintenzionati…dico io…dei malintenzionati! E ci sbatte la porta in faccia. Inoltre arriviamo qua con la sola speranza che questa strega ci possa “aiutare a metterci sulla strada giusta”. Perché il resto dovrei farlo io! Io! Io non ho altro che sedici anni, porca miseria, e mi trovo a salvare il vostro mondo, che conoscevo solo nei libri di favole, non sapendo come fare, e senza ricevere nulla in cambio! Un Dokkalfar ha cercato di rapirmi, sono passata attraverso uno specchio e ho abbandonato tutto, per compiere una missione che metterà a rischio la mia vita, quella del mio ragazzo, e tutto ciò che ho costruito intorno a me da quando sono nata! E per cosa?-. 
Okay, sto urlando. Ma sono avvilita. La situazione sta diventando sempre più assurda. 
- Vicky, questo non è un regno a te estraneo. Un tempo lo governavi- cerca di calmarmi Andrew. 
- Un tempo vuol dire un’altra vita! Ti rendi conto? Allora sarò stata quello che sarò stata! Ma al tempo presente io sono solo Vicky! Che per altro non si ricorda niente di Milawa!- 
- Vicky, non sei costretta a…- 
- E invece sì! Ormai ho cominciato e andrò avanti fino alla fine! Mi verrebbero i rimorsi…Ma tieni ben in mente che faccio tutto questo per te! Riporterò il Calice e tu ti metterai quella cavolo di corona in testa! E’ chiaro?- 
- Chiarissimo- mugugna Andrew. 
- Bene!-. 
Mi volto e incrocio le braccia aspettando la ragazza. 
- Sarebbe un’ottima regina- sento bisbigliare ad Alex, prima che si apra la porta. La cameriera di prima si affaccia. 
- Layla è pronta ad accogliervi-.
  
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