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Autore: Gixi    24/10/2010    2 recensioni
La squadra è sottoposta a un interrogatorio.
No, non sono accusati di qualche crimine, sono solo studiati...
Riusciranno un gruppo di teen-agers a far crollare il mondo dei nostri profilers?
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Bene ragazzi, adesso siamo diretti alla BAU, l’unità che analizza i comportamenti criminali e fa dei profili, che serviranno successivamente a catturare il criminale.- Disse un uomo tarchiato sulla cinquantina.
-E’ una buona unità?- chiese un ragazzino a cui erano già spuntati un paio di baffi.
-Sì, è un’ottima unità che fino ad ora ha aiutato a risolvere decine di casi in tutto il paese. L’unità ha a disposizione diversi fondi governativi e con l’acquisire prestigio li ha incrementati. Attualmente ha a disposizione un jet privato che usa per spostarsi da una parte al’altra del paese quando un caso li chiama.
Adesso conosceremo gli agenti che compongono la squadra. Eccoci qui nel loro ufficio.-  replicò l’uomo tarchiato aprendo una porta di vetro con sopra disegnato il logo della BAU.

***
-Ma chi sono quelli?-  chiese un uomo altro e muscoloso.
-Morgan chi credi che siano? Alieni? – rispose un donna mora alzando gli occhi al cielo.
- Prentiss hai avuto un brutto week-and?-
-No, scusami... comunque sono i ragazzi del primo anno del liceo “F. Roosvelt “ di Washington. Oggi è giorno di gite.-
-Ah, certo, anche l’anno scorso c’è stata una cosa simile...- disse Morgan, ripensando all’anno prima, quando un mucchio di ragazzini invasero l’open space.
-C’è ogni anno, e ogni anno è sempre, terribilmente imbarazzante.- un voce proveniente dalle loro spalle li colse di sorpresa.
-Per me è la prima volta, ma sembrano ragazzi abbastanza calmi... e poi Read, tu, un agente federale, armato anche di pistola come puoi farti mettere paura da un gruppo di adolescenti?- chiese Emily un sorriso spontaneo le si disegnò sul volto.
-Read parla così perché l’anno scorso una ragazzina ci ha provato con lui ed è rimasto terrorizzato.- disse Morgan con uno strano sorriso sul volto.
- Morgan, non è molto divertente, e poi ti ricordo che mentre con me ci provava quella quattordicenne con te ci ha provato la guida,cinquantenne...- disse Reid ricordando come la guida aveva insistito per dare il proprio numero di telefono a Morgan.
-Avete proprio un successone con le donne!- replicò Emily con tono sarcastico e dando una rapida controllata alle e-mail.
-No Emily, direi che il nostro caro genio ha un certo successo con le ragazze in piena pubertà.-
-Già, e il nostro caro Morgan ha invece successo con le donne in piena menopausa...- replicò Reid.
-Ehi, ragazzi, eccovi! Scusatemi se non vi avevo avvertito, me ne ero completamente dimenticata, ma oggi è il gran giorno, quello delle visite scolastiche!-
-Si lo avevamo notato, ma dimmi che Rossi e Hotch, lo sanno, perché credo che se lo scoprissero ora probabilmente avrebbero un infarto...- disse Emily chiudendo la pagina delle e-mail con aria stanca. Erano tornati appena il giorno prima dall’Oregon e quindi lei non aveva potuto aprire il computer per giorni e si era ritrovata sommersa d e-mail per lo più di pubblicità.
-Oh, non preoccuparti sanno tutto... avanti ragazzi, non sarà così terribile, il giro nel nostro ufficio durerà si e no mezz’ora, il tempo di vedere le scrivanie, di conoscerci e poi se ne andranno....-
-Conoscerci? Non credevo che esistesse anche questa parte...- disse Emily.
-Certo che esiste, altrimenti come poteva quella ragazzina innamorarsi di Spence l’anno scorso? Mi ricordo che era così tenera... Ecco Hotch e Rossi, vado ad avvertirli che il giro sta per iniziare.-

***
-Quindi ragazzi, il nostro compito è semplice, noi veniamo chiamati sulle scene degli omicidi più singolari, omicidi commessi in genere da serial killer. Studiamo le scene del crimine, la vittimologia, e alla fine elaboriamo un profilo.- disse l’agente Hotch.
-Come fate ad arrestare un criminale studiando il suo comportamento?- chiese un ragazzino piuttosto magro.
-Lui è quello di quest’anno.- sussurrò Morgan all’orecchio di Emily.
-Cosa?- chiese quest’ultima non capendo.
-Ogni anno un ragazzino si mette a fare domande scettiche a Hotch, che ne ha già fin sopra i capelli di questa roba, lui risponde sempre in modo gentile, perché in fondo questo serve per farci buona pubblicità, ma in verità odia tutto questo, la Strauss e quel ragazzino magrolino.-
-Capisco, e suppongo che metà di quei ragazzini stia pensando la stessa cosa.-
-Gli adolescenti, in particolare nella fascia d’età che va dai 14 ai 18 anni, tendono a non credere a nulla che non sia concreto, un esempio perfetto è la religione, in questa età si tende a staccarsi dalla religione e dalle sue imposizioni, come la messa e tutti i vari sacramenti,  e in genere ci si focalizza su... Ok, la smetto.- disse il genio cogliendo lo sguardo dei suoi colleghi.
-Grazie Read.-
-Non studiamo solo il comportamento  dell’assassino, ma anche la vittimologia, il modo di uccidere, il luogo in cui lo fa, cerchiamo di capire se tortura prima di uccidere e se trae piacere dal farlo. E’ un po’ come se per un attimo diventassimo come l’assassino, è come se pensassimo come lui, per riuscire ad arrestarlo.-
-Ma allora qual è la differenza tra voi e gli assassini, se tutti e due pensate allo stesso modo?- chiese sempre il ragazzo magrolino, che non sembrava per niente toccato dalla risposta che Hotch gli aveva dato.
-Questa domanda è buona, Hotch se mi permetti vorrei rispondere io. Salve, io sono l’agente Rossi. Beh, credo che la differenza sostanziale tra noi e gli SI, i soggetti ignoti, coloro che commettono il crimine, sia che noi non uccidiamo, e anche se pensiamo come loro, non ci comportiamo come loro, ma anzi li ostacoliamo.- disse Rossi, soddisfatto dalla sua risposta.
Appena Hoch vide riaprire la bocca del ragazzino stuzzica dente lo anticipò presentando la squadra.
-Bene, e adesso permettetevi di presentarvi la squadra: in tutto siamo sette, Io, l’agente Rossi, l’agente Prentiss, Morgan, l’agente Jerau, il dottor Read e il nostro tecnico informatico Garcia.-
-Adesso, secondo il programma farete un giro nei nostri uffici e se avete domande più specifiche noi ovviamente vi risponderemo. Potrete parlare ai vari membri della squadra, non siate timidi, noi siamo qui per rispondervi!- disse JJ sorridendo all’indirizzo dei ragazzi, che non sembravano per niente entusiasti.
-JJ, frena l’entusiasmo....-
-Oh, avanti Read, sorridi, non ti accadrà nulla, non sarà come l’anno scorso...-
-Oh, avanti zucchero, non avrai mica paura di incontrare un caffè caldo in cui scioglierti....-
-Garcia, che per caso oggi non hai fatto colazione? Comunque, si, ho proprio paura soprattutto se il caffè caldo è un adolescente a caccia.-

***
-Voi vedete tanto sangue?- a parlare era stata una ragazzina dalla faccia tonda e dai capelli biondicci.
-Si, ehi dimmi un po’ come ti chiami?- chiese l’agente Morgan.
-Mi chiamo Arita, ma vedete tanto sangue come quello che un’infermiera ti estrae quando fai un prelievo, oppure qualcosa di più, come il sangue che si vede in grey’s anatomy, quando il dottor Shepard sbagliò l’operazione nell’episodio....-
-No, ehi un attimo frena, ragazzina, non so dirti quanto sangue vediamo, ogni caso è diverso... a volte non lo vediamo per niente....-
-Ma se prima hai detto che lo vedete? Mio padre allora ha ragione, lui pensa che tutti quelli che fanno parte dell’ FBI o della CIA siano dei bugiardi, proprio come Bush, ma lui era anche un gran bast....-
-Ok, senti... forse è meglio se ti offro qualcosa da bere, ne vuoi?-
-No, non voglio avere il mio primo appuntamento con un quarantenne.- E la ragazzina si girò andandosene.
Quarantenne?!

***
-Quindi sei un genio. Ma genio, genio, della serie Einstain,oppure ragazzo che si finge di essere un genio?-
-No, sono un genio, genio della serie Einstain.-
-Ah si?! Io non sono un genio, ma comunque mi piacerebbe esserlo, almeno a quest’ora non sarei a scuola e tutto sarebbe pi facile. Ehi, se sei così intelligente, perché non costruisci una macchina per il teletrasporto, oppure una macchina del tempo? No aspetta... potresti inventare qualcosa del tipo.... un shuttle capace di viaggiare in tutto l’universo! Oppure un mantello dell’invisibilità come quello di Harry Potter!-
Reid poggiò la sua testa sulla mano chiedendosi quanto sarebbe andato avanti. Sapeva che quel ragazzino chiacchierone non avrebbe portato nulla di buono...

***
-Quindi lei è una schiappa.- disse una ragazzina vestita di fucsia mandandosi indietro i capelli biondi.
-Come scusa? Io non sono una schiappa.- replicò stupita Emily. 
-Ma se l’ha detto lei stessa che è l’ultima arrivata....-
-Si, ma essere l’ultima arrivata non vuol dire necessariamente essere quella meno brava del gruppo...-
-Invece sì, è proprio come ad educazione fisica, se ti scelgono per ultima è perché sei quella che non sa tirare nemmeno la palla, per esempio, a me capita sempre di essere scelta per prima, ma d’altronde io sono una cheerleader.... se non fossi brava io chi altro potrebbe esserlo?-
-Io so tirare la palla.... cioè, so fare un profilo, e comunque qui siamo nell’FBI e non in una lezione di educazione fisica.- replicò Emily, esibendo un sorriso palesemente finto.
-Si certo. Comunque ha un pezzo di insalata sui denti.- disse la ragazzina con aria altezzosa prima di andare via.
Emily nel fra tempo si era precipitata in bagno....

***
-Dave! Che ci fai nel bagno... delle donne?- chiese Emily scandalizzata quando, aprendo la porta, si era ritrovata davanti Rossi, seduto sulla tazza chiusa a leggere un giornale.
-Scusami, mi sto nascondendo da quei ragazzini. Sai all’inizio per me era divertente, ma adesso mi sono stancato, sempre le solite domande, le solite cose... perciò aspetto un po’ qui e poi verso la fine esco saluto e arrivederci.- rispose l’agente Rossi senza distogliere lo sguardo dal suo giornale fresco di stampa.
-Certo... e perché non ti sei nascosto nel bagno degli uomini?- chiese Emily imbarazzata dalla situazione.
-Era occupato, beh Emily, se non ti dispiace sono molto preso da questo articolo, perciò potresti tornare di là e non dire nulla su dove mi trovo? Grazie.-
La ragazza, cacciata fuori dal bagno delle donne, si diresse riluttante verso l’open space...

***
Quando Gracia entrò nella sua tana le prese un infarto. Vedere un gruppo di adolescenti che giocavano al solitario sul suo computer, nel suo ufficio, toccando tutto ciò che vedevano e cambiando l’altezza della sua sedia girevole, era da sempre stato il suo più grande incubo.
Dopo aver aperto la bocca, colorata da un rossetto blu quel giorno, si ritrovò a ordinare in modo lapidario di uscire.
-Fuori.-
Non venne minimante ascoltata, ma anzi un ragazzino per sbaglio fece cadere un barattolino che conteneva un mucchietto di perline colorate, spargendole dappertutto.-
-FUORI!-
Sta volta, i ragazzini sentirono.

***
-E qua dentro cosa c’è?- chiese una ragazzina con i capelli a caschetto.
-Niente che ti riguardi!- rispose allegra JJ mentre strappava dalle mani della ragazza una cartella contente l’omicidio di un’intera famiglia nell’Indiana.
-C’è un bel po’ di disordine qua dentro. Sai non devi essere una ragazza molto ordinata... mi chiedo come farai a trovare marito.- disse un’altra ragazza.
-Già, per me non sa neppure cucinare.- annuì la ragazza con i capelli a caschetto.
-Confermo, non so cucinare, vuol dire che mio marito mangerà da McDonald ogni sera, o al limite al ristorante cinese, ed ora se non vi dispiace, potreste uscire? Ho un lavoro da fare.- replicò JJ buttando fuori le due ragazzine.
-Va bene, ce ne andiamo, ma ricorda che se ti comporti così con tuo marito, quello si trova un’altra...-
E così JJ prese il telefono, intenta a chiamare Will....

***
-Ma ha lei è stata data la capacità di sorridere?- chiese il ragazzo magrolino che poco prima faceva domande scettiche a Hotch sul loro metodo di lavoro.
-Si.- replicò pacato Hotch, mentre firmava qualche scartoffia.
-Non le credo. Certo, non mi stupirebbe, con le cose che vede deve essere molto difficile poter sorridere.- disse il ragazzo.
Hotch alzò lo sguardo. Per un attimo pensò di cacciarlo, ma poi fece per ignorarlo.
-Insomma, lei è il capo dell’unità. Deve essere difficile, tenere a bada tutti quegli agenti, i poliziotti, i familiari delle vittime, coordinare le indagini... per non parlare della fatica degli spostamenti, i lunghi viaggi, non si ha di certo una vita molto normale, quindi per voi deve essere difficile anche la vita a casa, sa con la famiglia...-
-Ragazzo, sto lavorando, puoi dirmi semplicemente cosa vuoi?- chiese il profiler, intento ad accorciare quella conversazione.
-Diventare come lei, signor Hotcher. Voglio diventare come lei. Mi dia tempo 15/ 20 anni e ci sarò io al suo posto.- disse con aria determinata, un aria che gli ricordava tanto lui da adolescente. - Arrivederci.-
Hotch guardò il quattordicenne uscire, e poi sorrise.
Doveva farlo più spesso notò, i muscoli delle guance gli fecero quasi male, era decisamente fuori allenamento.

Allora, è proprio una cavolata che non so nemmeno io come mi sia venuta. E' da un po' che l'avevo nel computer e la volevo davvero pubblicare, perciò eccola qui!
Spero che vi sia piaciuta e non vi abbia fatto vomitare! Comunque che vi sia piacita o meno i commenti sono ben accetti.
Alla prossima!

  
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