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Autore: MartaMush    24/10/2010    1 recensioni
Harry posò un dito sulle labbra del Serpeverde per farlo smettere di parlare.
«Shh, Draco. Potrebbe essere così, sempre così, se solo tu volessi. Dimmi di sì Draco, ti prego. Io ho un terribile bisogno di te. Sei la cosa più importante della mia vita. Ti prego, torna con me…»
Harry e Draco.La loro storia potrà mai avere un futuro?
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo più di un anno, ritorno.
Mi sono sempre ripromessa di finire questa fanfiction (a cui sono particolarmente legata) ed eccomi qui.
In ritardo mostruoso, come sempre, ma ci sono.
Lascio a voi la lettura e le critiche, sperando che questo decimo capitolo sia all'altezza dei precedenti. (:



Capitolo 10. ~Non è facile come sembra.



Harry correva per i sotterranei verso la Torre di Grifondoro, tentando di scacciare le lacrime che gli scendevano imperterrite dagli occhi. Doveva trovare Ron e Hermione. Aveva bisogno di loro più di ogni altra cosa al mondo. Eccetto una, forse.
Mentre correva, andò a sbattere contro qualcosa. O meglio, qualcuno.
«Harry!» esclamò Hermione afferrando Harry per le spalle.
«Hermione ciao, ti stavo…»
«Cercando. – finì l’amica per lui – Sì lo so, anche io. Ho bisogno di parlarti Harry.»
«Ma…dov’è Ron?» chiese il Grifondoro guardandosi intorno.
«E’ tornato in Sala Grande per vedere i suoi genitori, gli ho detto che ti avrei trovato io. Harry, eri con Draco?»
«Io…sì, ero con Draco. C’è una cosa che devi sapere, Hermione…»
«Non preoccuparti Harry, lo so.»
«Sai cosa…?» domandò lui con aria interrogativa.
Hermione raccontò al ragazzo ciò che le aveva detto Piton e gli parlò anche dei suoi sospetti riguardo qualcosa che ancora le sfuggiva.
Poi Harry la interruppe.
«Non devi preoccuparti Hermione. Io e Draco abbiamo deciso di non vederci più fino a che la guerra non sarà finita. Così io sarò al sicuro, per quanto possa esserlo con Voldemort che mi vuole morto, e lui non correrà rischi con suo padre.»
Mentre parlava, la sua espressione si era fatta triste e sofferente e dovette lottare per impedire alle lacrime di nascere di nuovo: non voleva piangere ancora, non davanti a Hermione. Doveva essere forte.
«Oh Harry, mi dispiace tanto. – disse lei accarezzandogli i capelli -  Però credo che ci sia qualcosa che ancora non sappiamo. Sai – continuò, di fronte al viso corrucciato di Harry – Sono sempre più convinta che Silente non intendesse questo quando mi ha fatto dire da Piton di farti lasciare Draco.»
«Hermione, che altro avrebbe potuto intendere? – chiese il Grifondoro confuso – E poi, anche io ho parlato con Silente e mi è sembrato abbastanza chiaro quello che intendeva dire. Dovevamo lasciarci, altrimenti le nostre vite sarebbero state più in pericolo di quanto non lo siano già…»
«Non lo so, Harry, non ne sono convinta… - mormorò la strega dubbiosa – Ci ho pensato su tutta la notte, eppure sono sicura che il senso sia un altro. Forse farvi lasciare è stata una precauzione. Forse quello che sta tentando di farmi capire deve ancora accadere…»
«Hermione ti prego, non pensiamoci più. Abbiamo una guerra da combattere. Andiamo a cercare Ron.» disse Harry ed entrambi si avviarono giù per le scale diretti alla Sala Grande.

Nel frattempo Ron, dopo aver assicurato alla madre che sarebbe stato attento, uscì dalla Sala per cercare gli amici. Aveva lasciato i membri dell’Ordine intenti a dare istruzioni ai ragazzi, mentre Silente girovagava per il castello facendo Incantesimi protettivi.
Il ragazzo pensò di andare nei sotterranei.
‘Forse Harry è ancora con Draco – pensò – Chissà come sta…’
Giunto nei pressi dei dormitori di Serpeverde, si fermò.
Tutto era silenzio (la Casa di Piton era stata infatti la prima a lasciare la scuola in tutta fretta), eccetto per due voci che si udivano al di là di una porta.
«Draco, te lo proibisco! Non permetterò che il mio unico erede…»
Ron sobbalzò per poco non fece cadere a terra l’elmo di un’armatura.
Era la voce di Lucius Malfoy.
Si avvicinò silenziosamente alla porta per ascoltare meglio.
«Non puoi impedirmelo padre! Io non lo lascerò. Non mi importa più nulla, nulla! Me ne frego del Signore Oscuro, me ne frego di te!»
Ron udì un suono secco, seguito da un respiro affannato.
«Puoi picchiarmi quanto ti pare. Non lo abbandonerò al suo destino. Se deve morire, morirà fra le mie braccia o non morirà affatto.»
Ron si nascose nel buio nel momento in cui la porta della stanza si spalancò e Draco uscì a grandi passi diretto verso le scale.
«Maledizione!» sentì Lucius gridare.
Trattene il respiro e poi cominciò a correre più veloce che poteva per i Sotterranei bui.


*

Hogwarts era in subbuglio: gli insegnanti erano intenti a fare sortilegi e incantesimi di ogni tipo in giro per la scuola, con lo scopo di proteggerla al momento dell’attacco, gli ultimi studenti si affrettavano a lasciare il grande castello tra grida e pianti sotto il controllo dell’Ordine, che dirigeva le operazioni di evacuazione.
Nel caos generale Ron gridava il nome di Harry e Hermione, con la speranza, seppur vana visto il vocio insistente, di trovarli. Gli atri due Grifondoro stavano facendo la stessa cosa, preoccupati per l’amico.
«Dove diavolo si sarà cacciato?» gridò Hermione a Harry tentando di sovrastare le voci degli altri.
«Non ne ho idea! – rispose lui – Ma lì c’è Ginny, guarda! Forse l’ha visto!»
«Che diavolo ci fa Ginny ancora qui, ci ha promesso che avrebbe lasciato la scuola!» gridò Hermione mentre correvano per raggiungere la ragazza.
«GINNY!» dissero in coro e la rossa si voltò nell’udire il suo nome.
«Harry! Hermione! – strillò – Siete riusciti a trovare Ron?»
«No! – le disse Hermione in un orecchio – Tu piuttosto perché non sei uscita con quelli del tuo anno?»
«Ho deciso di restare!»
«Non esiste Ginny! – la ammonì Harry – Se ti succedesse qualcosa non ce lo perdoneremmo mai! Abbiamo promesso ai tuoi genitori che ti avremmo fatto lasciare la scuola!»
«Ma io non voglio andarmene, voglio combattere come gli altri!»
«No Ginny, sei troppo piccola! Adesso vai! Lì c’è la McGranitt, fatti accompagnare verso una delle uscite e guai a te se ti rivedo qui!»
«Non è giusto!» gridò la ragazzina prima di scappare via in lacrime.
«Spero che si metta in salvo – disse Hermione – E’ così testarda…»
Ma Harry non le prestò attenzione, perché in quel momento udì qualcuno gridare il suo nome dietro di loro.
«Ron!» esclamò Harry e Hermione si girò verso il rosso.
«Eccovi finalmente! – gridò spintonando qualcuno per andare verso di loro – Vi ho cercati dappertutto!»
«Anche noi! Dove sei stato?»
«Devo dirti una cosa Harry! Cerchiamo un posto tranquillo!»
«E’ una parola!»
I tre ragazzi si fecero strada tra gli studenti per uscire dal caos della Sala Grande e trovare un posto meno affollato e rumoroso dove parlare.
Arrivarono in cima alle scale che portavano alla Torre di Astronomia e poi uscirono.
L’aria pungente li fece rabbrividire e si strinsero le sciarpe al collo. Hogwarts vista dall’alto aveva tutto un altro aspetto quella sera. Tutte le luci erano accese e ogni tanto balenava un lampo rosso o verde, segno di un altro incantesimo fatto a protezione della scuola. Nessuno dormiva e fuori c’era un silenzio strano, innaturale, come a preannunciare una tempesta.
«Cosa c’è Ron?» disse Harry appena si fu ripreso dai suoi pensieri.
«Si tratta di Draco. Lui…»
Harry si irrigidì al suono del nome del Serpeverde. Si voltò verso il lago, le mani appoggiate sul bordo della torre.
«Lui cosa?»
Ron guardò Hermione, che gli rivolse uno sguardo preoccupato, poi deglutì.
«Credo che voglia combattere al tuo fianco e tentare di salvarti la vita»
Harry emise un suono strozzato e strinse i pugni. Hermione singhiozzò.
Il Prescelto si voltò di scatto, poi guardò gli amici con gli occhi lucidi.
«Non sono bravo con le parole, lo sapete. Però sapete anche che siete i migliori amici che abbia mai avuto. Gli unici amici.»
Il viso di Hermione si rigò di lacrime mentre tentava di dire no. A Ron si seccò la bocca.
«Devo andare da Draco. Devo impedirgli di fare quello che ha intenzione di fare. Ma se qualcosa va storto…»
«Harry ti prego!» disse Hermione tra le lacrime.
«Vi voglio bene»
Harry abbracciò la ragazza scossa dai singhiozzi, che continuava a pregarlo di non andare, poi si volse verso Ron: anche lui piangeva.
«Ci rivedremo Harry, ne sono sicuro»
Si abbracciarono, un abbraccio che valeva più di mille parole, e poi Harry scese le scale della torre senza voltarsi.


  
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