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Autore: Rik Bisini    10/11/2005    0 recensioni
La mia seconda fanfiction su Shadow Lady arriva nel giugno 2000. In questa storia proseguo ed approfondisco le vicende della precedente con l'ausilio di nuovi personaggi. Dedico inoltre ampio spazio al destino di un comprimario importante come Lime.
Genere: Commedia, Sovrannaturale, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il ritorno di Shadow Lady'
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Shadow Lady e la Protettrice di Greentown
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Identità svelate

"È Bright" disse Aimi con un sussurro "mi ha trovata."
"Andiamocene via." propose Demota.
"Non servirebbe" osservò Aimi "sa che qui c'è qualcuno che ha il mio nome. Il portiere gli avrà detto che siamo qui. Se non ci trova avrà la conferma di avermi individuato."
"D'altra parte non possiamo nemmeno farci trovare. Che facciamo?"
"Vorrei proprio saperlo." replicò Aimi.
"Se Aimi lo comanda" intervenne Vaar "credo di conoscere il modo per convincere l'umano che in questa stanza abita un'altra Aimi Komori."
"Puoi farlo davvero?" chiese Aimi.
"Non c'è tempo di spiegarlo alla mia Padrona, ma ella conosce che il suo umile servo non opera che per esaudire i suoi comandi. Aimi può nascondersi nel bagno."
Demota guardò verso Aimi che annuì.
Si udì bussare alla porta per la seconda volta.

Bright bussò per la terza volta alla porta dell'appartamento.
"Nessuno apre. Se il portiere non si è sbagliato vuol dire che finalmente l'ho trovata." pensò.
In quel momento udì un rumore di passi affrettati. La porta fu aperta ed un volto di ragazza si affacciò.
"Aimi?" pensò Bright.
Ma la ragazza bionda che aveva di fronte aveva appena una leggera somiglianza con la Aimi Komori che Bright cercava. I suoi occhi avevano un taglio più stretto ed il suo volto era più squadrato.
"Desidera, prego?" chiese la ragazza.
"La disturbo?" domandò Bright "Sto cercando una persona, c'è qualcuno con lei?" le mostro la tessera di poliziotto.
"Non credo che controllerà se c'è effettivamente un'indagine ufficiale o noterà che sono un agente di Gray City." riflettè Bright.
"Se vuole accomodarsi, agente..." lo invitò la ragazza "purtroppo è arrivato mentre ero sotto la doccia."
Aprì la porta completamente. L'accappatoio che la ragazza aveva indosso sottolineava un fisico meno formoso di quello che Aimi mostrava nelle vesti di Shadow Lady, ma altrettanto gradevole.
Un leggero rossore apparve sul volto di Bright.
La ragazza si voltò e si allontanò dimenando i fianchi.
"Ma che cosa sta facendo quella?!" pensò Aimi affacciata alla porta del bagno che aveva lasciato socchiusa.
"Vorrei offrirle qualcosa, agente, ma immagino che lei sia in servizio." disse la ragazza. Si sedette sul divano del soggiorno ed accavallò le gambe. La gamba più in alto rimase nuda fino al ginocchio.
"Si accomodi." lo invitò.
"Grazie" disse Bright chiudendo la porta "è lei Aimi Komori."
"Si, sono io."
"Ed è sola?"
"No, c'è mio fratello minore con me... è di là che dorme." indicò la stanza da letto che si trovava in direzione opposta al bagno.
La porta della stanza era aperta e Bright potè vedere che qualcosa sotto le lenzuola stava respirando lentamente.
"Lei è arrivata in città da due giorni, giusto? Vorrei conoscere i motivi del suo viaggio."
"Vuole sedersi?" chiese la ragazza.
"La ringrazio non sarà necessario."
"Io e mio fratello abbiamo due madri diverse. Nostro padre ha divorziato da entrambe. L'ho accompagnato a trovare sua madre."
"E non resta a dormire da lei?"
"La sua casa è molto piccola ed il suo secondo marito una persona poco accomodante... preferiamo così. Perchè le interessa agente?"
Bright si trovò fissato da due occhi penetranti che sembravano ignorare tutto il resto dell'Universo. Uno sguardo che era allo stesso tempo innocentemente incuriosito e dolcemente sensuale.
"Un..." Bright deglutì "un semplice controllo. Ci preoccupiamo della sicurezza dei cittadini."
"Siete molto... molto gentili." disse la ragazza con un sorriso franco e disarmante "Mi fa piacere sapere che lei mi protegge."
"Questo è troppo!" esclamò Aimi ricordandosi a malapena di sussurrare.
"Aimi? Che hai?" le chiese Demota, accanto a lei.
Bright distolse lo sguardo dalla ragazza, sentendosi arrossire. La presunta Aimi Komori abbassò lo sguardo sistemando i lembi del suo accappatoio e concedendosi un sorriso malizioso.
"Non vuole restare ancora, agente?" chiese "Io devo finire di asciugarmi, poi posso tornare da lei."
Bright tornò a guardare la ragazza.
"La ringrazio, penso di averla incomodata abbastanza." disse Bright. Si avvicinò alla porta. Appena toccò la maniglia la ragazza riprese.
"Nessun incomodo, l'assicuro. Conto di rivederla."
Bright fece un rapido cenno di saluto alla ragazza aprendo la porta. "Arrivederci." disse.

Quando i passi di Bright nel corridoio divennero quasi inudibili, Vaar si sollevò dal letto scostando le coperte che lo coprivano e raggiunse la ragazza nel soggiorno.
Al vedere Vaar, la presunta Aimi fu avvolta da una tenue luce che divenne nel giro di pochi istanti un tappeto di fiammelle che sparirono rivelando una creatura che aveva la figura di una giovane donna. Non indossava abiti, ma il suo corpo era coperto di fiammelle rosa che non emettevano calore e che la coprivano come una pelliccia. Quell'insolita veste le lasciava nude le mani, le gambe da metà caviglia, il collo e la testa. Il suo viso, se non fosse stato per un paio di lunghe orecchie, sarebbe potuto appartenere ad una graziosa ragazza umana.
Aimi spalancò con forza la porta del bagno diretta verso la creatura che era rimasta seduta sul divano. In pochi rapidi passi se fu di fronte e sollevò una mano nell'intenzione di colpirla con uno schiaffo.
"Aimi" chiamò Demota dietro di lei.
La creatura si coprì la testa con le mani gemendo.
Il cuore di Aimi sussultò "Il gemito della creatura rinchiusa nelle segrete della Torre del Consiglio." riconobbe.
La sua mano restò sollevata.
La creatura scivolò dal divano e si accucciò ai piedi di Aimi.
"Perdona l'ingratitudine della tua serva, Padrona. Perdonale di avere dimenticato che ti deve la fine della sua prigionia e puniscila quanto ritieni giusto."
Aimi restò immobile. "Io..." cominciò interrompendosi senza sapere come continuare. Spostò lo sguardo su Vaar.
"Aimi lasci che sia io il bersaglio della sua collera. Io ho evocato Setna perchè il suo potere di mutare la sua forma ingannasse il poliziotto di nome Bright."
"Ecco io..." ricominciò Aimi interrompendosi di nuovo. Si voltò completamente cercando con gli occhi Demota.
"Non è facile per chi non ti conosce capire i tuoi sentimenti, Aimi." le disse Demota "Specie nei confronti di Bright. Però devi riconoscere che Vaar ha fatto quello che tu hai ordinato."
Aimi inspirò profondamente e si volse di nuovo verso Vaar.
"Vaar, la tua Padrona è un'umana. Come umana, desidera più di ogni altra cosa" arrossì "la compagnia dell'umano Bright Honda. Come Messaggero del Sovrano del Fuoco non desidera che egli sia a conoscenza del suo operato. Hai servito bene il Messaggero del Sovrano del Fuoco, anche se il tuo successo ha rattristato un'umana..." guardò Setna "che non vorrebbe che creature simili ad altre donne possano essere così vicine a Bright."
"Il suo servo ha capito, Aimi." disse Vaar "Egli, se possibile, obbedirà agli ordini del Messaggero del Sovrano del Fuoco ed ai desideri dell'umana Aimi Komori."
La mano di Aimi si abbassò ad accarezzare i lunghi capelli di Setna.
"Non ho rancore verso di te, Setna."
La demone sollevò il viso verso Aimi e sorrise.

Lime bevve un sorso dalla tazzina. Era seduta al tavolo di un caffè con Bright, esattamente come il giorno del loro addio, sei settimane prima.
"Non posso nasconderti di essere contenta di rivederti, Bribrì" disse "anche se ho lasciato Gray City proprio per non incontrarti più. Sei arrivato presto."
"Sono qui da ora di pranzo. Quando mi hai telefonato per dirmi che Shadow Lady si trova qui a Greentown ho chiesto un controllo alla polizia locale" sollevò la sua tazzina "una ragazza si era registrata l'altro ieri in un albergo con il nome di Aimi Komori. Così ho preso un aereo e sono andato subito lì."
Lime sussultò "L'hai trovata?"
Bright scosse la testa, sorseggiò il caffè e riprese.
"Sembra che si sia trattato solo di un'incredibile coincidenza, ma d'altra parte sarebbe stato anche strano trovare Aimi sotto il suo vero nome."
"Perchè pensi che sia venuta qui?"
"Questo lo chiedo io a te. Cosa c'era di particolare nell'ospedale dove dici che è stata vista."
Lime si accigliò.
"Mi hanno detto che a descriverla è stato un medico che curava una ragazza aggredita ieri notte."
"Aggredita da chi?" chiese Bright.
"Un personaggio misterioso che la polizia chiama 'Untore'."
"Capisco..." disse Bright "Questo Untore?" da una tasca del suo ampio soprabito uscì un quotidiano della mattina.
"La sfida di Spark Girl all'Untore. 'Difenderò le ragazze.' La Protettrice di Greentown annuncia la sua nuova impresa." dicevano i titoli.
"Proprio quello." confermò Lime con un fil di voce.
"È questo che sei venuta a fare a Greentown?" domando Bright.
"Ti avevo detto che avrei cercato come rendermi utile."
"È realmente questa la vita che vuoi fare? O stai lanciando una nuova sfida a Shadow Lady?"
"Senti Bribrì" disse Lime alzando il tono della voce "non sono stata io a chiedere a Shadow Lady, cioè ad Aimi a sentire quello che dici tu, di venire qui. Né ho chiamato te se non per aiutarti a cercarla. Se la pensi diversamente non abbiamo altro da dirci."
"D'accordo, Lime" disse dopo qualche istante Bright. Continuò lentamente "cerca comunque di stare attenta. Shadow Lady è qui per l'Untore, l'avrai capito anche tu... non è il caso di sottovalutare un avversario di Shadow Lady."
"l'Untore è a Greentown. Quindi è un avversario di Spark Girl, prima di tutto."
Bright sospirò.
"Cerca comunque di evitare che tu e Shadow Lady vi ostacoliate a vicenda."
"Certo" disse Lime. Poi con un sorriso ironico aggiunse "finchè mi sarà possibile."

"Uno scherzo di pessimo gusto o una risposta a Spark Girl?" diceva il titolo di un giornale del pomeriggio.
"L'Untore raccoglie la sfida" continuava "Spark Girl invitata a cercarlo nei luoghi delle aggressioni."
Shinichi piegò il giornale e si rivolse al capo della scientifica, l'ufficio era ancora illuminato dal sole che era ormai di color rosso fuoco.
"Rafforzeranno la sorveglianza nei luoghi delle aggressioni, immagino." L'uomo scosse la testa.
"L'ispettore Fox è di avviso diverso. Sapendo che quei luoghi saranno sorvegliati da Spark Girl, preferisce disporre più uomini in altre zone della città."
"Sempre che Spark Girl creda all'avviso mandato ai giornali."
"È nel pieno stile di criminali esibizionisti troppo fiduciosi nelle loro capacità l'uso di preavvisi. Spark Girl lo sa benissimo."
"Allora speriamo che l'Untore abbia sottovalutato Spark Girl."

Tutto era oscuro. Le nubi rendevano ancora meno luminoso il nero cielo della notte. Spark Girl raggiunse il Parco dell'Aurora, uno dei luoghi ove l'Untore aveva lanciato i suoi malefici, con un salto prodigioso. La caduta fu rallentata da un freno che agì su uno dei cavi d'acciaio con i quali si spostava a velocità sorprendente.
Si rese conto di essere osservata nello stesso istante in cui udì la voce.
"Salve." disse.
Spark Girl si voltò verso quella voce, anche se non aveva alcun dubbio sull'identità di cui aveva parlato. Ciò che vide, l'acconciatura a punte ed il succinto abito di Shadow Lady, era esattamente quanto si aspettava di vedere.
"Non sono qui per te." disse Spark Girl.
"È proprio questo il problema" spiegò Shadow Lady "l'Untore è un mio avversario. Ho fatto un noioso viaggio per arrivare fin qui, solo per rubare la sua maschera."
"Un altro dei tuoi furti." commentò Lime.
"Già. Sappi che non mi riterrò soddisfatta finchè non porterò via la maschera dell'Untore."
"Alle ragazze sfigurate immagino che tu non stia pensando."
Lo sguardo di Shadow Lady si indurì.
"Mi dispiace per loro" disse severa "ma se porterò via la maschera all'Untore non ci saranno altre vittime."
"È quella maschera che contiene l'acido che sfigura i loro volti? E tu come lo sai?"
Shadow Lady rise. Una risatina divertita che le fece mutare per un istante l'espressione.
"Voglio avvertirti, Girl" riprese a guardare l'altra con severità "non pensare che l'Untore sia un criminale come gli altri. Non pensare di affrontarlo come un uomo normale. Io ti ho avvertito."
Si voltò per andarsene.
"Perchè mi dici questo, Aimi?" le chiese Spark Girl.
Shadow Lady stava già per darsi lo slancio e sparire nella notte con un salto. Si fermò e tornò a voltarsi verso Spark Girl. Il suo sguardo rivelava la confusione del suo animo.
"Chi ti ha detto quel nome?" chiese.
"Allora è vero. Tu sei Aimi." disse Spark Girl "Bright aveva ragione."
Tese un braccio verso un palo e utilizzò uno dei suoi cavi per saltare altrove.

"È andato tutto alla rovescia" pensò Shadow Lady "volevo distrarre Spark Girl, farmi rincorrere ed arrivare per prima dall'Untore. Non la posso raggiungere: conosco appena questa città."
Corse nella medesima direzione nella quale Spark Girl era svanita, saltò su un tetto e cominciò una veloce corsa da un palazzo all'altro.
"Ha detto: 'Bright aveva ragione.'" ricordò "Cosa voleva dire Spark Girl? Che legame c'è tra lei e Bright? Oggi viene da me in albergo e stasera sento Spark Girl nominarlo. Come ha fatto Bright a trovarmi Cosa nascondono in realtà i trucchi di Spark Girl?"

"Bribrì riuniva i bambini del nostro paese quando non era in servizio" le aveva confidato Lime "e li faceva divertire con le invenzioni che costruivamo insieme."

Shadow Lady si fermò improvvisamente. Demo svolazzò rapidamente al suo fianco.
"Tutto a posto, Aimi?"
"Lime!" esclamò Shadow Lady "è in pericolo!" riprese a correre da un tetto all'altro con velocità ancora maggiore. Demo, volando, restava pochi metri dietro di lei.

L'essere era alto almeno due metri, chiaramente illuminato dalla luce di un lampione, alla quale si intravedeva anche un fumo rossastro che circondava i suoi piedi e si stendeva nel raggio di un metro e mezzo da lui.
"L'incrocio tra la Decima Orientale e la strada Centrale." pensò Spark Girl "eccolo qui. Non può che essere lui."
La creatura aveva folti e lunghissimi capelli bianchi che in quel momento nascondevano quasi del tutto il viso, rivolto verso il muro di un palazzo. Spark Girl atterrò pochi passi distante da lui.
"Untore, arrenditi." gli intimò.
La creatura, senza voltarsi allargò le gambe e tese le braccia contro il muro. Spark Girl attivò il suo electric rod prima di avvicinarsi con circospezione e studiata lentezza.
"È finita. Non sfregerai altre ragazze." dichiarò.
L'Untore ridacchiò. "Io non ho sfregiato nessuno" disse "quelle ragazze erano tutte orribili, solo che la loro bruttezza era nascosta nel loro animo ed io non ho fatto che mostrarla sul loro viso."
Spark Girl era ormai a due passi dalla creatura.
"Cerchi di farmi credere di non averle colpite con un acido?"
"Saprai molto presto come ho fatto."
Si voltò di scatto e si lanciò su Spark Girl. La ragazza fu più veloce. L'electric rod centrò l'Untore alla base del collo, sulla sinistra.
L'essere gridò di dolore, ma continuò ad avanzare. Il suo viso, coperto da una maschera priva di espressione incombeva ormai su Spark Girl. Le sue mani l'afferrarono per le spalle.
Spark Girl sollevò il braccio con l'electric rod per colpire l'Untore nuovamente con più forza. Invece la creatura serrò le sue potenti mani sulla ragazza. Un urlo di dolore uscì, questa volta, dalla gola di Spark Girl.
Spark Girl era ormai appena conscia della maschera rugosa che incombeva su di lei e di un vago vapore rossastro che le era giunto negli occhi.
Cadde a terra quando improvvisamente l'Untore allentò la presa. Poi udì i veloci passi della creatura lungo la Decima Orientale. Un paio di braccia le vennero in soccorso sostenendola mentre tentava di rialzarsi.
Shadow Lady la stava abbracciando. Piangeva.
"Lime!" chiamò "Lime, scusami, non ho fatto in tempo."
Poi Spark Girl perse i sensi.

"Sono solo una buona a nulla." disse Lime appena incrociò lo sguardo di Bright.
Il lettino in cui giaceva era in una linda stanza del pronto soccorso dell'ospedale. Bright era in piedi accanto a lei, avvolto nel suo inseparabile soprabito.
"Stai calma, ora." disse Bright.
"È un mostro Bribrì" insistè Lime "come la creatura apparsa a Gray City. Non ha una forza umana. Non usa armi create dagli uomini. Tu e Shadow Lady avevate ragione. Non dovevo sottovalutarlo."
"Hai visto Shadow Lady?" chiese Bright.
"Ho visto Aimi" rispose Lime "due volte. La prima volta quando mi ha messo in guardia. Io l'ho chiamata Aimi e dalla sua reazione ho capito che tu avevi ragione. Poi mi ha seguito e mi ha soccorso. Devo aver detto qualcosa che le ha fatto capire chi è Spark Girl."
"Davvero?"
"Quando mi ha soccorso diceva il mio nome... e piangeva... sai a cosa ho pensato? Al suo ombretto che rischiava di sciogliersi. Buffo vero come ti vengono in mente le cose."
Si toccò le garze che le coprivano il viso, in più punti sfregiato dal maleficio.
"A lei non sarebbe successo" riprese "una volta le chiesi che scopi avesse e mi rispose che non ne aveva. Forse invece non può parlarne. Non vuole che noi sappiamo da cosa deve proteggere tutti quanti."
Si concesse un sorriso.
"Una ragazza timida come Aimi. Forse..." si interruppe.
"Non riesco a crederci!" pensò "È la prima volta che immagino Bribrì assieme ad un'altra e ne sono felice."
"...te lo dirò un'altra volta." concluse.

Poche cose permettono l'accesso a luoghi riservati come un tesserino della polizia. Quando il massiccio infermiere, probabilmente un fanatico di palestra, vide il giovane esibirne discretamente uno recante il nome di Shinichi Sado, si fece mansueto come un agnello.
La stanza in cui l'omone lo condusse era decisamente più piccola delle altre, ma ospitava una sola coppia di letti, di cui il primo era vuoto.
Su quello accanto alla finestra era seduta Lime, avvolta in una vestaglia sopra al pigiama. Il suo volto era fasciato da candide bende.
"Shinichi?" chiese la ragazza voltandosi verso di lui.
"Come stai, Lime?" la salutò l'altro "appena l'ho saputo io... sono corso qui."
"È mattina presto..." osservò Lime.
"Non volevo che tu stessi sola."
"Non sono sola, io..."
"Buongiorno." disse la voce di Bright. Il giovane era comparso sulla soglia alle spalle di Shinichi, che si voltò verso il nuovo venuto.
"Shinichi" spiegò Lime "lui è Bribrì, voglio dire Bright Honda, un mio amico di infanzia. È poliziotto a Gray City ed ha fatto in modo che mi sistemassero in questa camera."
Si aggiustò i lembi della vestaglia.
"Shinichi lavora alla polizia scientifica ed è un mio vicino." disse a Bright.
"Molto lieto." disse Bright "Visto che ci sei tu ora a farle compagnia, magari ne approfitto per uno spuntino."
"Si" confermò Shinichi "ho un po' di tempo. In effetti stamane volevo parlare con il capo di una teoria, ma ormai non c'è più fretta."
"Perchè?" chiese Lime.
"Ecco... conosci un certo Hisashi Kondo, un tizio sui quarantacinque che fa il fotografo?"
"No."
"Sospettavo che fosse l'Untore. Aveva un legame con tutte le vittime. Ma è evidente che mi sbagliavo. Ma non credo che ora tu..."
"Invece voglio proprio parlarne." lo anticipò Lime.
Shinichi si interruppe.
"Vorrei riuscire ad indovinare di cosa vuol parlare Lime, una volta tanto..." pensò.
"La terza vittima è una sua vicina di casa." cominciò "sembra che Kondo le abbia proposto di uscire con lui, insistendo di fronte ai suoi rifiuti per quasi un anno. Questo in sè non vuol dire nulla, ma ero certo di aver già sentito quel nome. Così ho riguardato i fascicoli del caso, che abbiamo ritrovato al loro posto come se non fossero mai stati rubati."
Si schiarì la voce.
"La seconda vittima, una modella, posò di recente per una pubblicità. Il fotografo era proprio Kondo. Così abbiamo approfondito le indagini ed abbiamo scoperto che la prima vittima era una sua compagna di classe alle scuole medie, mentre la quarta è un'attrice che ha recitato in una produzione in cui lavorava anche il nostro uomo."
"Mi sembra un'ottima teoria." intervenne Bright.
"Ero d'accordo con i colleghi con cui ho fatto le ricerche di formularla nel caso non potesse essere smentita da nuovi elementi, ma ora..."
"Io ti consiglio di insistere" disse Bright "forse in quest'ultimo caso si è trattato di un errore dell'Untore."
"La cosa importante è che il programma di protezione continui. Per questo ho chiesto" fece una pausa imbarazzata "di non divulgare ancora la notizia di una nuova aggressione. C'è il rischio di creare il panico se la gente pensa che la polizia sia impotente. Purtroppo Lime è stata aggredita proprio in uno di quei posti in cui la polizia contava sulla protezione di Spark Girl... a proposito che ci facevi da quelle parti?" "Io veramente..." cominciò Lime.
"Non dirmi che non lo hai ancora capito?" domandò Bright.
"Capito cosa?" si chiese dentro di sè Lime.
"Capito cosa?" le fece quasi da eco Shinichi.
"Di avere per vicina la più fedele fan di Spark Girl. Farebbe di tutto per incontrarla."
"Ora capisco alcune cose." commentò Shinichi.
Lime trasse un sospirone di sollievo.

"Aimi vorrei che tu ci ripensassi." disse Demota.
Nel loro lussuoso appartamento, Demota ed Aimi sedevano sulle poltrone. Vaar volteggiava tra di loro.
"Sappiamo come annullare il maleficio della maschera." replicò Aimi "E sappiamo anche che può essere usato una sola volta per notte. Quando l'Untore avrà usato il suo potere su di me, sarà facilmente catturato."
"Resterai colpita dal maleficio..."
"Solo se chiederò aiuto alla persona sbagliata. E poi voglio dare una dimostrazione del modo in cui guarire Lime."
Aimi si alzò.
"Vaar" continuò "grazie per quello che hai scoperto. Andrò da sola."
Si diresse verso la sua stanza. "Vaar" disse Demota "prova a sconsigliarla anche tu."
"La mia Padrona ha già compiuto una scelta. Non è un consiglio che cerca adesso."
"Ma ci sono altri modi per affrontare l'Untore. Parlale dei poteri degli altri demoni che la servono."
Vaar non mutò espressione.
"Non voglio mancarle di rispetto, nobile Demo, ma non lo farò. Il Messaggero del mio Signore ha molte maniere per affrontare e sconfiggere il suo avversario. Ma solo questa, io credo, è quella che sceglierebbe la creatura umana di nome Aimi."

   
 
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