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Autore: GT 18    10/11/2005    1 recensioni
Da piccole le bambine credono nel Principe azzurro. Questa convinzione,in realtà, serve a mascherare i dolori che si nascondono dietro certi eventi. 18,da piccola,per me rappresenta l'icona ideale: "Sin da quando ero una bimba piccola,i miei genitori mi raccontavano che se un giorno io fossi stata presa dall’orco cattivo, di sicuro il principe sarebbe giunto a salvarmi…"
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: 17, 18, Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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[…]…e così i fratelli fuggirono,aiutati dal servo dell’orco…

[…]…e così i fratelli fuggirono,aiutati dal servo dell’orco…

ma…[…]

 

 

“…di tutto sappiamo innamorarci/e di tutto abbiamo timore…[…]

…ma siamo fatti solo di attimi/quando muore un attimo/moriamo un po’ anche noi…

…ci addormentiamo ridendo forte/nell’ombra delle lacrime…”

 

 

Se ne stavano andando.

 

6 li aveva presi in spalla,e stavano correndo via.

 

Un’emozione unica.

Per la prima volta si stava per abbracciare la vera libertà.

 

Libertà.

 

Solo un uomo prigioniero può conoscere,capire,gustare il suo vero significato.

Solo chi provava sofferenza voleva conoscere la libertà.

 

Il laboratorio,quel buco scavato nel monte,si allontanava sempre di più.

La visione di questo faceva sorridere i bambini.

 

“Torniamo a casa!!!” esultò 17,mentre abbracciava la sorellina.

18 sorrideva,mentre carezzava i morbidi capelli di 6.



”Potrò rivedere la mamma…” mormorò a voce bassa.

 

 

Ma il volume di questa frase era alto abbastanza da venir udito

dall’androide numero 6.

 

Ogni singola parola gli bruciava come degli spilloni nella carne.

Gero aveva ucciso i suoi genitori.

Gli aveva anche mentito,rovinato la vita,trasformandolo in un automa.

 

E ora anche questi bimbi avevano innanzi un futuro difficile.

A soli 6 anni non avevano più la mamma e papà.

Lui stesso li aveva uccisi.

 

Ma la cosa più dura era proprio il fatto che loro non lo sapevano.

Per tutto quel tempo desideravano riveder i genitori.

Ignari della loro morte.

 

E 6 non aveva mai trovato il coraggio di dirlo.

E se ora glielo avessero chiesto?

Dove erano i loro genitori?

 

Non ci voleva nemmeno pensare.

 

Eppure sarebbe presto giunto il momento.

Il momento di rivelare tutto.

Perché sarebbe stato peggio farli scoprire tutto da soli.

Molto peggio…

 

 

Ormai,come 6,loro non avevano nessuno al mondo.

A parte lui.

 

“Che farò?” si domandava l’androide,mentre correva tra i boschi.

“Come potrò prendermi cura di loro,io che sono un mostro?”

 

La tristezza ormai la conosceva bene.

Ogni giorno.

 

 

E lui tra una settimana avrebbe compiuto 16 anni…

 

…Un ennesimo compleanno senza regali,feste…genitori…parenti…

 

Ora solo i piccoli gemelli stavano vicino a lui.

Ma questo era una consolazione dopotutto.

Perché non c’è cuore più triste di un cuore solo…

 

 

L’androide si fermò di colpo.

Erano giunti in uno spiazzo in mezzo al bosco:

Davanti a loro scorreva un ruscello dall’acqua limpida,che luccicava

come fosse di cristallo. Il verde dei pini e delle querce li circondava.

Ovunque odore d’aria fresca.

Quell’odore che ti entra nei polmoni,e che ti purifica…

Odore di libertà…

 

I gemelli ne approfittarono per abbeverarsi,mentre 6

si guardava attorno.

18 lo guardò perplessa.

“Che ti prende,6?Qualcosa non va?”

 

6 era fermo a pensare.

“Sai,18…” iniziò poi,con tono triste.

“Un altro passo…e io sarò più lontano dall’orco,di quanto non lo sia mai stato in tutta la mia vita…”

 

Ma non pensava solo a questo.

Nella sua mente stava lentamente apparendo l’immagine dei suoi genitori.

Di lui,bambino,legato a tubi e macchine.


E anche l’immagine dei genitori dei bambini…

 

 

 

---….se solo io non fossi mai esistito…sia i miei che i loro genitori…sarebbero felici…se io non fossi mai nato…mamma e papà non sarebbero morti…---

 

 

 

Senza accorgersene,le lacrime iniziarono a scendere.

Scosse la testa per togliersele di dosso.

Piangere è da deboli?

Non sapeva…ma di certo non gli faceva un bell’effetto…

 

“Avanti,bambini…dobbiamo proseguire…”.

 

17 e 18 obbedirono ciecamente,e montarono di nuovo

sulle sue spalle.

 

Di nuovo a correre.

Andare ancora più lontano…

 

                            * * * * * * * * *

 

 

Nello stesso momento,l’orco cattivo faceva capolino

nel laboratorio. Lo trovò ovviamente deserto…

“Bambini?6?Dove siete andati?”

La sua domanda non ebbe risposta.

Notò poi la porta sfondata,crivellata dai colpi di proiettile.

Sul volto di Gero apparve una maschera di rabbia.

Corse veloce dentro la stanza,e vide il suo pc distrutto.

Stizzito,afferrò la tastiera e distrusse definitivamente il monitor,che iniziò a far

scintille.  Solo un grido pieno di rabbia uscì dalla sua bocca…

“FOTTUTO BASTARDO!!!!”

 

Lo avevano fregato.

6 lo aveva tradito,era fuggito con i gemelli.

I suoi preziosi gemelli…

I suoi giocattoli…

Tirò fuori il telecomando dalla sua tasca,e lo premette.

Senza alcun risultato.

 

“…’Fanculo!!!Il raggio d’azione è troppo corto!!!Non posso far saltare in aria

quel figlio di puttana…merda!!!”

 

Lo aveva fregato un'altra volta.

 

 

Il suo sfogo di rabbia venne all’improvviso interrotto dalla presenza

di Ghiller: si era seduto con comodo sul letto,mentre Gero,preso dalla rabbia,

non si accorgeva di lui…

 

“E così sono scappati,vero,dottore?”

 

La voce del ragazzo fece prendere un colpo a Gero,che sussultò per lo

spavento.

“Ghiller…quando sei arrivato qua??!”

Il ragazzo albino non rispose. Sul suo volto vi era ancora il suo classico

sorrisino sornione. Un sorriso sfacciato e provocatorio.

 

“Così…sono scappati…” continuò poi,alzandosi dal letto.

“Bene…vedo che 6 ha usato il mio chip…non è poi così vigliacco…”

 

La parte “Il mio chip” ebbe un effetto immediato su Gero,che senza

esitare,sfoderò una pistola dalla tasca e la puntò alla fronte del ragazzo.

 

“Brutto bastardo!Mi stai dicendo che li hai aiutati a fuggire??!”

 

Ghiller,nonostante avesse la pistola puntata,non sembrava preoccupato per nulla.

 

“Sa,Dottor Gero…prima di sparare,dovrebbe togliere la sicura!”

L’orco cattivo ,constatando la verità del suo consiglio,e gelato da quella freddezza

micidiale,abbassò l’arma,per poi buttarla a terra.

 

Ma continuò il suo dialogo rabbioso.

“Tu…amico mio…come hai potuto tradire me?Ora come potrò andare avanti?”

 

All’inizio,il ragazzo non accennò nulla,ma poi,sul suo volto,apparve un

sorriso maligno.

 

 

 

“Chi le ha detto che l’ho tradita,dottore?Anche se li ho fatti fuggire…

non significa che li lascerò andare via da qui…lo sa,vero??!”

 

                            * * * * * * * * *

 

Prati verdi. Fiori. Alberi.

 

Tutto così vivo…

6 stava vedendo una cosa che poche volte vedeva: la natura.

Prima del giorno della fiera,lui aveva guardato i fiori come

fossero inutili. Insignificanti.

Ma poi…quando era rotolato giù per quella collina…

 

Forse per il sorriso puro di 18…forse per la bellezza dei fiori…

 

 

Il suo cuore si era come scaldato…

 

La stessa sensazione che provava quando guardava lei…

 

18.

 

Certo…era una bambina,non poteva essersi preso una cotta

per una bimba…ma…

 

Grazie a lei…per la prima volta…

aveva capito cosa significa “Voler bene a qualcuno”.

 

 

Scendeva la sera.

I tre si erano avvicinati ad una grande città.

Da lontano si scorgevano tantissime luci sfuocate.

Ancora poco,e si sarebbero potuti mischiare alla folla.

Ancora poco,e l’orco, qualsiasi mezzo avesse provato,non avrebbe potuto

trovarli…mai più.

 

 

Ci stava pensando,lui,al loro futuro.

Alla loro nuova vita,lontano da Gero:

Lui avrebbe iniziato a lavorare…-non sarebbe stato difficile,poiché il suo aspetto era almeno 10 anni più vecchio della sua età-

Avrebbe mandato i bambini a scuola,con gli altri bambini.

Insieme avrebbero superato il trauma della morte dei genitori di entrambi.

Perché,ovviamente,una volta salvi,lo avrebbe detto ai due.

Bastava solo trovare il momento giusto…

 

“6…sono stanca…”mormorò 18,sull’orlo della stanchezza.

17 pareva già dormire-o se no,era sul punto di farlo…-

“Perché non ci riposiamo?Vorrei tanto dormire.”

 

I lamenti della piccola ebbero un effetto immediato su 6,che senza fare storie

la posò a terra.

Si fermarono su una radura,ad un paio di chilometri dalla città.

Le piante e l’erba si fermavano di colpo,non crescevano più in quel posto.

C’era solo terra asciutta e un tronco abbattuto nel mezzo.

Un posto discreto per accamparsi.

 

Allora,tenendo per mano 18,e in un braccio 17,intirizzito,

si mise a sedere sul tronco.

Togliendo la sua giacca,la posò sul fratellino,a mo’ di coperta.

Tanto,un automa non sente il freddo,più di tanto…

 

Ma 18 non voleva saperne di dormire.

Era li,seduta al suo fianco,leggermente avvolta nella giacca.

I suoi occhi lucenti lo scrutavano a fondo.

6 si accorse dello sguardo insistente della piccola,e  incrociò il suo sguardo.

 

“Cosa c’è,18?Non riesci a dormire?”

 

La piccola scosse la testa.

“No…è solo che volevo chiederti una cosa,6…”

L’androide pensò il peggio,temendo la fatidica domanda.

Ma fortunatamente,non era quella…

 

“Tu hai dei genitori?”

 

“No.” la risposta dell’androide fu secca e triste.

Sapeva da tempo di non averne…ma era da poco venuto a sapere della loro morte.

18 si rattristò in volto.

Poi,però,sul suo viso apparve un dolcissimo sorriso.

 

Fu allora che il cuore di 6 venne pugnalato come mai prima d’ora…

 

 

“Allora,vorrei che tu stessi con noi,e vivessi con i nostri genitori…

Lo so…non è molto grande la casa,ma papà e mamma capiranno…sono così buoni!

Che ne dici,6?Ci andremo domattina!!!”

 

Il tono convinto,ingenuo della bimba fece soffrire l’androide.

Pareva che qualcuno di immensamente forte gli prendesse il cuore e lo stritolasse

tra le mani .Un dolore acuto e penetrante.

 

Era il momento?

Doveva dirglielo adesso,ciò che era vero?

 

6 cercava in ogni modo di raccogliere il coraggio per dirlo.

Poteva farcela.

Anche se dopo lei avrebbe pianto,glielo avrebbe detto…

 

---NO!!!---

---NON POSSO!!!---

 

Non ce la faceva. Non riusciva a tradire quella bambina.

Il suo sole. La prima persona cui aveva provato…amore…

Le parole erano bloccate nella gola.

Le parole vere,non passavano.

 

“C…certo…18…domani vi porterò a casa dai vostri genitori…”

 

Un'altra bugia.

Solo le parole false e ipocrite erano passate.

 

E come sempre,18 sorrise.

 

 

Ma fu quello che lei fece dopo,a far morir dentro 6.

Con i suoi piedini delicati,si alzò sulle punte.

Le sue sottili braccia si cinsero attorno al suo collo,e strinsero delicatamente.

Le labbra calde e candide lo baciarono sull’occhio,chiusosi istintivamente.

E poi,sempre da quelle labbra…quelle parole…

 

 

“Ti voglio bene…6…”

 

 

Ti voglio bene.

 

Le parole della bimba lo fecero piangere.

 

Mi vuole bene?Ho sentito bene?

Ad…un mostro…come me?

 

Le lacrime non si fermavano.

6 iniziò a singhiozzare,nascondendo la faccia tra le mani.

Non riusciva a guardare negli occhi quella bimba…

 

Quell’angelo biondo…

Quell’essenza della purezza…

Quell’anima innocente…

 

18 lo guardò perplessa,e carezzò i suoi capelli con la manina.

 

“6?Che ti succede?Ho detto qualcosa che non va?”

 

L’androide alzò la faccia ,e con le lacrime che cadevano,

accennò un tristissimo sorriso alla piccola.

 

“No…non è niente…”

 

 

 

 

Quasi istantaneamente,quella calma e felicità nei cuori dei due,

venne squarciata,con la stessa facilità con cui si straccia un foglio di carta.

 

Un rumore venne dall’alto.

 

Parve la tromba dell’inferno.

 

Ma invece,erano le pale di un elicottero.

 

Un velivolo era sopra di loro,e li stava accecando con il riflettore.

 

 

E…subito dopo…dopo che 17 si svegliò di colpo…quella voce.

 

 

“17…18…che birichini…volevate svignarvela?”.

 

 

Sangue gelido.

Un brivido lungo la schiena,mentre l’elicottero atterrava e spegneva i motori…

E da quel “Mostro di ferro”…uscì un empio demonio.

 

 

L’orco cattivo.

 

17 e 18 si paralizzarono dal terrore alla sua vista.

 

Gero stava davanti a loro.

 

Li aveva trovati.

 

Non erano riusciti a scappare!!!

 

“Temevo di avervi perso…mi avete fatto preoccupare,sapete?”

 

Queste parole non avevano la minima gentilezza.

Sembravano un’insipida gettata di veleno.

 

6 guardò il creatore negli occhi.

 

Tutta la cattiveria di quegli occhi lo gelò.

 

Mentre i tre erano paralizzati,dall’elicottero,su cui ora si poteva notare

il marchio “Red Ribbon”sulla fiancata,

uscì una seconda persona.

 

 

Un altro demonio. Ghiller.

 

Gli occhi rossi del ragazzo non poterono non scontrarsi con quello di 6.

 

“Tu…”

 

Il mormorio sommesso dell’androide non riuscì a proseguire.

 

Ghiller si avvicinò a lui,e sorrise.

 

 

 

“Sai…io ti ho aiutato…ma ti avevo detto di non fidarti troppo,vero?”

 

Una pugnalata alla schiena.

 

Ghiller li aveva ingannati.

Non gli aveva dato quel chip perché voleva la loro libertà.

 

Ma perché voleva farli fuggire…per poi acchiapparli di nuovo.

 

Come un bimbo che gioca con un topo impaurito,ma senza liberarlo.

 

 

---TRADITORE!!!---

 

Senza aver il tempo di dir nulla,Ghiller anticipò l’androide.

 

“Immagino la tua rabbia,numero 6…”

 

 

“Tuttavia,dovresti ringraziarmi…anche se per poco,vi ho fatto respirare la libertà…magari avreste anche potuto sfiorarla…ma…”

 

la frase che seguì…fece cader l’ultima goccia del vaso,per 6.

 

“Se avreste toccato la libertà,voi non sareste mica dei topi!”

 

 

Un tonfo sordo.

 

Era il cuore di Roku.

 

Tachicardia.

 

Aumento smisurato del battito.

 

6 stava chino,iniziando ad ansimare. Il suo cuore aveva iniziato a

battere furiosamente,come se volesse schizzar fuori.

Il suo labbro,morso dai suoi denti,perdeva sangue.

Piano piano,iniziò a scandire ,come un canone, una parola.

 

“Bastardo…

Bastardo…

Bastardo…

Bastardo…

Bastardo…

Bastardo…

BASTARDO!!!!”

 

Tutto accadde in pochi attimi.

Ghiller era ignaro di ciò che stava per succedergli.

6 si alzò in piedi di scatto.

Posò il suo braccio all’altezza del suo fegato.

 

Gero urlò “Fermo!!!”.

 

Ma era troppo tardi.

 

Una veloce trasformazione del braccio.

In una pistola.

 

Uno sparo ovattato.

 

Davanti agli occhi terrorizzati dei bambini,Roku

infilò uno dei suoi proiettili nello stomaco del traditore.

Questi vomitò sangue,e iniziò a barcollare.

Il suo fianco aveva un foro.

Il proiettile era entrato ed uscito.

Sangue.

 

Sangue ovunque.

 

 

“D…dottor Gero!!!!

 

Il lamento sofferente di Ghiller seguì un tonfo,causato dal

suo crollo a terra.

 

L’orco cattivo aveva osservato inerte la scena.

 

6 aveva ancora il braccio a forma di pistola.

 

E…

Lo stava puntando contro di lui!!!!!!

 

Aveva preso il controllo di se!!!

Poteva far ciò che voleva!!!

 

Lo avrebbe ucciso…

 

 

Gli occhi di 6,ora in fiamme,fissarono l’orco,furenti.

Delle semplici parole uscirono dalla sua bocca.

 

“Ora ti ammazzo…figlio di puttana!!!”

 

Tutti trattennero il fiato.

 

Pochi attimi potevano bastare.

 

Infilare un proiettile nel cranio di un uomo era così facile…

 

 

Ma…

anche stavolta…

6 non riuscì…

 

Poco prima che sparasse,Gero frugò celermente la tasca,

e tirò fuori un telecomando.

 

Un nuovo tipo di telecomando.

 

Una volta premuto il pulsante,il braccio di 6 ebbe una scossa.

E subito dopo,il suo intero corpo si immobilizzò.

“Il…il mio corpo…?”

 

Una risata.

Proveniva dall’orco.

 

“Questo telecomando me l’ha costruito prima Ghiller…un solo tocco,e il tuo corpo si immobilizza…grazioso,vero?”

 

Ghiller era ancora vivo.

Con il fegato bucato,ma vivo.

Tremava a terra,cercando di alzarsi.

Gero lo guardò e fece un cenno di ringraziamento.

 

6,immobile,tratteneva a stento la rabbia.

 

---Maledetto sadico bastardo!!!!Stai lontano dai bambini!!!---

---TI AMMAZZO!!!!TI AMMAZZOOOOOOO!!!!!!!!!!!!---

 

17 e 18 erano stretti tra loro,terrorizzati.

L’orco si stava avvicinando a loro.

Avevano una paura tremenda.

17 aveva persino bagnato i pantaloni…

 

Questo fece ridere Gero.

“Ma guarda…sei un maschietto,e ti fai la pipì addosso?!”

 

Quanto voleva muoversi,6.

Voleva saltare addosso a quel bastardo.

Tagliargli la gola.

Sparare al suo volto di merda.

Strangolarlo…

 

Ucciderlo in qualche modo!!!!

Ma il suo corpo non si muoveva.

Per quella volta che poteva ucciderlo senza problemi,non poteva…

NON POTEVA!!!!

 

L’orco,frattanto,si era avvicinato ai bambini.

Con le sue luride mani aveva carezzato la guancia della piccola,in lacrime.

 

 

E fu allora,davanti a 6,con tutta la crudeltà possibile,che pensò lui ,al posto suo,a dire la verità ai bambini…

 

 

 

“Vi devo dare una cattiva notizia,bambini…

i vostri genitori…

sono morti…”

 

 

La mente del numero 6,in quegli attimi,parve strillare con tutta la sua forza.

---No!!!---

---Non puoi averlo detto,brutto bastardo!!!---

 

Non riusciva a credere che l’avesse detto.

 

Eppure era tutto vero…

 

 

Era finita?

Tutto quel tempo a far l’ipocrita,e l’orco in meno di nulla…

aveva rovinato la loro vita?

 

I gemelli stettero in silenzio di tomba.

Ma poi la bambina avanzò qualche parola incerta.

 

“C…Come sarebbe a dire?La mamma…?”

 

Non riusciva a capire,la bimba.

 

“Eppure,6 mi ha detto che domani l’avremmo trovata!!!C…come sarebbe a dire…”

 

Non capiva.

Mamma e papà sono cosa…?

Non poteva essere vero…

 

17 stette in assoluto silenzio.

Poi,come la sorella,i suoi occhi si velarono di lacrime.

Dei singhiozzi sommessi,e la testa bassa.

 

 

“Papà e mamma…sono morti…?”

 

 

L’orco li guardava con aria quasi pietosa.

Ora aveva detto la verità.

Secca e cruda,come doveva essere.

 

Restava solo dire loro che il loro amico,il loro amato numero 6…

…era stato lui a uccidere mamma e papà.

 

Una sola frase da parte sua,e probabilmente,

nel cuore dei piccoli sarebbe nato l’odio nei suoi confronti.

Nei confronti della persona verso cui nutrivano più affetto.

 

Ma non lo fece.

Voleva,forse a causa del suo sadismo,farli soffrire ancora…

 

 

“I vostri genitori,mentre stavano per venirvi a prendere…

hanno avuto un incidente,e sono morti sul colpo. Mi dispiace davvero molto,

piccoli…ma non potete rivederli mai più…”

 

 

Alle parole “mi dispiace”,il dottore si voltò verso 6.

Il suo volto lasciava trasparire un sorriso maligno.

Chiaro come il sole che non gliene fregasse nulla,del loro stato d’animo…

 

Frattanto,i due piccoli erano ancora in silenzio.

Di sicuro,stavolta,le parole gentili del loro amico non sarebbero certo bastate.

 

18 aveva lo sguardo fisso a terra.

 

Per quanto possa esser stata ingenua,le parole

“morti”,e “mai più” tuonavano nella sua mente di bambina.

 

La mamma è morta?

Anche papà?

Non…non potremo mai più vederli…?

 

Di colpo,la piccola cacciò un urlo.

L’urlo nero che accompagna sempre le notizie tragiche.

Quell’urlo che una volta sentito,non si scorda facilmente facilmente.

L’urlo che ti penetra le orecchie,e che mette le radici nel cuore,

fino a sgretolarlo…

 

Era in ginocchio,lei.

La notizia le aveva fatto crollare le gambe.

Anche il fratello stava in piedi a malapena…

 

“La prego,dottore!!!Mi dica che è solo uno scherzo!!!

Voglio la mia mamma!!!!Voglio la mamma!!!!!!!!!”

 

Il lamento disperato della piccola fece l’effetto dell’acqua pura

all’orco. Questi la guardò a malapena,e si limitò a dire

 

“Ora non avrete più pretesti per fuggire!”

 

 

Con questa frase,liquidò i fratelli,

traumatizzati da quella notizia tanto tragica.

 

Quel che era peggio,ora stavano per tornare ancora prigionieri.

 

Ancora…

 

6 era immobile.

In lui ogni pensiero girava vorticosamente.

Voleva uccider quel essere immondo.


Voleva fare tante altre cose…

 

 

Ma ancora…di nuovo non poteva…

 

 

Ghiller si era piano piano alzato,reggendosi al braccio del

dottore. Il colore della pelle era uguale ai capelli,ormai.

 

“Non ti preoccupare,amico mio…ora ti porto a curare…”

lo rassicurò Gero,caricandolo sull’elicottero.

 

 

 

La bambina aveva posato il volto tra la polvere.

Aveva gli occhi sommersi dalle lacrime,non riusciva ad aprirli.

Troppa,troppa paura alzare lo sguardo.

Non avrebbe più rivisto i suoi genitori.

 

Ed ora che era un passo dalla libertà,l’orco l’aveva in pugno.

Sia lei,sia 17,sia 6…

 

 

Il principe non si era nemmeno fatto vedere.

Non lo aveva fatto.

Eppure era l’ultima cosa che le aveva raccontato sua mamma…

 

Era l’ultima cosa che aveva sentito da lei.

 

 

 

E ora,l’orco era davanti a loro.

 

Li avrebbe ancora fatti prigionieri.

 

Ancora…sarebbero tornati ancora in quella prigione…

 

 

 

E le luci di quella città brillavano…

quasi a sbeffeggiarli…

 

 

Mancavano pochi attimi alla libertà…

 

Ma l’attimo era morto poco prima…

 

 

 

Si stava per ritornare all’inferno…

 

Stavolta…molto probabilmente…un inferno senza ritorno…

 

  
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