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Autore: blackpearl_    25/10/2010    10 recensioni
Storia partecipante al 'Proud or Ashamed of being a Black' indetto da vogue91, classificatasi 12 nella classifica generale, 3 nella classifica del singolo personaggio.
Fammi rimanere qui, Kreacher. Le gocce di pioggia racconteranno la mia storia. Il vento sussurrerà del mio coraggio. Non rinnego le mie colpe. Sono pronto a pagarle. E mi rendo conto di essermi costruito un mondo di carta attorno per respingere quello esterno, nella vana speranza infantile di poter gestire una vita come si gestisce una partita a carte.
Ma questo non è un gioco.
Ti rincontrerò nel mio campo di fiori di carta, Sirius. Dove il cielo color porpora volerà sopra le nostre teste. Non ho paura. Non ne ho più.
Genere: Dark, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Regulus Black, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Non ho paura.
Non ho paura di affrontare ciò che un tempo ho osannato e a cui mi sono inchinato. A ripensarci il disgusto mi deforma i tratti, increspandomi le labbra pallide in una smorfia amara. E qui, mentre con Kreacher mi dirigo verso il centro di questo lago maledetto per porre la mia firma su di un foglio invisibile, appartenente ai Ribelli, sento che il mio mondo inizia a sbriciolarsi.
Eppure non ho paura.
E’ stato un bel giro, dopotutto.

-Cosa stai facendo?!-
Il tuo urlo blocca la sagoma scura, che stringe una valigia, nell’atto di avvicinarsi alla porta d’ingresso. Non si volta neppure.
-Me ne vado, fratello. Mi lavo le mani da questa merda-
Il suo tono è freddo, distaccato. Come parlasse del tempo meteorologico. Tu non credi alle tue orecchie. Certo, i litigi di tuo fratello con i tuoi genitori sono memorabili, parte della routine, ma il pensiero che Sirius se ne vada..
-Non puoi farlo! Noi.. noi siamo la tua famiglia!-
-Avete smesso di esserlo tanto tempo fa-

Un tempo ti ho maledetto, fratello. Adesso ti stimo.
Se solo avessi imparato prima ad aprire gli occhi, a combattere a braccia aperte senza paura, come invece tu avevi fatto sin da piccolissimo, probabilmente adesso non sarei qui. Sarei a casa, nel caldo abbraccio di una moglie, lontano da intrighi, omicidi e torture.
Il vento mi sferza violentemente il viso, mentre il gelo fa rabbrividire Kreacher e mi fa contrarre i muscoli. Non mi lascerò far vedere debole. Non più.

-Ho intenzione di unirmi al Signore Oscuro, madre-
La tua voce blocca i futili discorsi della cena, mentre tutti si girano verso di te. La tua schiena è dritta, il portamento regale, il mento alzato, gli occhi a sfidare qualunque espressione scettica. Tua madre ti si avvicina e ti prende il viso fra le mani gelide.
-Sono fiera di te, Regulus-

Forse ti chiederai come, cosa, mi ha fatto rinsavire, Sirius. Vedi, c’era un momento, durante il crepuscolo, in cui la mia vita si spezzava in due. Un momento in cui il mio corpo stanco si piegava sul materasso coperto dalle lenzuola nere (come tutto intorno a me), e il mio cervello prendeva una strana, anomala, strada.
C’era un momento.. in cui tutto il pandemonio, la follia, che aveva permeato la mia giornata, svaniva nell’aria come le volute di fumo dell’incenso che nostro padre amava mettere per casa. Te le ricordi?
Certo che te le ricordi. Erano l’unica cosa che amavi quando eri con noi.

-Ho un compito per te, Regulus..-
Ti irrigidisci. Urla di donna ti raggiungono dai sotterranei, e allora capisci. Non vuoi. Non vuoi!
-..mio signore?-

Venivo inghiottito dall’oscurità. Dura ed impenetrabile.
E allora soffocavo. Avevo paura. In quegli istanti, anche se non lo avrei mai ammesso, pensavo a te, Sirius. Ed il mio corpo veniva pervaso di una nuova forza. L’odio intenso che provavo per te mi dava una carica non indifferente, mio caro fratello.
Tu eri nato per essere il migliore, il primogenito, la stella più brillante della famiglia. Ma ti sei ridotto a niente più che polvere di stelle, rispetto a me. Io ho lasciato aperta la porta, invece di chiuderla, tendendo una mano verso la luce che sprigionava. Se ho avuto coraggio? No. Sono stato solo capace di scegliere la via più semplice.

-Portami lì, Kreacher-
Ribadisce la tua voce ferma. La voce di chi ha fatto una scelta.
-Io..-
Gli occhi grandi e lucidi dell’Elfo tremano.
-Kreacher, è un ordine-

Vedo che ti giri a fissarmi con sguardo spaventato, mio piccolo Elfo Domestico. Ma sono troppo in alto per scendere ora.
Sono stufo di vedere le persone avvizzire e cadere intorno a me come foglie secche. Sono finalmente riuscito a spezzare i catenacci dorati che mi legavano ad una gabbia antica come la famiglia Black. Mi sono liberato dei miei demoni.
La barca scivola dolcemente sull’acqua, aprendo come un sipario davanti a noi, mentre il bacile di pietra si avvicina sempre di più. La fine si avvicina sempre di più.
Il respiro regolare, il battito calmo del cuore, i nervi scattanti delle braccia e la sensazione di fresco sulla pelle. Perché mi sembra di dire addio a tutto questo?

Spesso s'incontra il proprio destino sulla strada che s'era presa per evitarlo.

Tu sia dannato, Voldemort! Sai cosa ho fatto per te?
Ho urlato, ingannato, sanguinato e perso per te. Ucciso, torturato, spezzato. E cosa mi è rimasto?
Niente.

-E’ sbagliato!-
Urli forte, sgolandoti, fissando i tuoi occhi in quelli gelidi di Lucius Malfoy.
-Con questo mi vuoi dire che dubiti dell’Oscuro Signore?-
Scandisce lui, osservandoti quasi curioso.
Si. Si. Mille volte si.
Ma non lo dici.

Sto cadendo per sempre, fratello. Ho bisogno di fermare tutto. Oscurando, mescolando, verità e bugie, respirando la benedetta aria di libertà. Morendo pur di farlo. Facendolo con coraggio!
Respiro! Finalmente respiro!

Ombra ovunque. Fuori e dentro di te.
Cacciala via, cacciala!

Forse mi sveglierò di nuovo, scoprendoti ancora accanto a me. Forse mi sveglierò e vedrò che tutto è rimasto immutato, che le giornate proseguono con una sorta di quotidianità che mi riscalda il cuore. Forse sarà così.
Forse no.
In ogni caso mi sembrerebbe fottutamente falso.

Combatti.
Contro chi?
Luce o ombra?
Ti sembra che entrambe vogliano sopraffarti, in questo momento.
Allora decidi.
Combatterai per te stesso.

E’ stata una decisione mia, quella di ripulirmi. L’ho fatto per me stesso. Era ora di rimettere assieme i pezzi del puzzle della mia vita.
Non spero in un tuo aiuto, stavolta, Sirius. So di potermi sorreggere senza aiuto, so di poter affrontare i miei nemici senza la consapevolezza di aver qualcuno a pararmi le spalle. So che non uscirò da questa grotta.

La morte. Ha senso morire per qualcosa di onorevole?
Una volta avresti risposto di no. Adesso sei quasi tentato di dire si.

Per tutto questo tempo non ci ho potuto credere, non riuscivo a vedere, chiuso nell’oscurità, che tu eri lì, di fronte a me. Mi sembra di aver dormito per un migliaio d’anni. Devo aprire i miei occhi di fronte a tutto.

Senza un pensiero.
Senza una voce.
Senza un’anima.

Fammi rimanere qui, Kreacher. Le gocce di pioggia racconteranno la mia storia. Il vento sussurrerà del mio coraggio. Non rinnego le mie colpe. Sono pronto a pagarle. E mi rendo conto di essermi costruito un mondo di carta attorno per respingere quello esterno, nella vana speranza infantile di poter gestire una vita come si gestisce una partita a carte.

Ma questo non è un gioco.

Ti rincontrerò nel mio campo di fiori di carta, Sirius. Dove il cielo color porpora volerà sopra le nostre teste. Non ho paura. Non ne ho più.

Affronta le tue paure. Sconfiggile.

-Kreacher! Fuggi!- urlo con quanto fiato ho, allungando una mano verso il mio Elfo Domestico.

Quello mi guarda con terrore. Riesco ad intravedere il riflesso dei corpi morti che mi stringono nei suoi occhi. Ma continuo a non avere paura. Il buio non riesce a tenere la sua presa sulla mia anima.

Non posso liberarmene se non mi lasci andare.

L’Elfo si volta e fugge. Il medaglione è via, pronto per essere distrutto.
Ce l’ho fatta.
Una sensazione strana si allarga alla bocca del mio stomaco, mentre la schiena viene improvvisamente a contatto con le gelide acque del lago. Ho avuto successo. Successo in una cosa buona. Sorrido, mentre abiti e capelli si inzuppano. Sento la presa strangolante degli Inferi attorno al mio corpo, ma la mia mente è altrove. I miei occhi sono rivolti a quel cielo che, oltre la roccia della caverna, splende di mille e mille stelle.

-Non avere paura..- mormoro, ben conscio che Kreacher non può sentirmi.

Ti vedo.
Avanzi verso di me con un sorriso, il sorriso di un fratello orgoglioso. E’ la tua stretta che sento nella mano destra? O è il calore della morte che inizia ad afferrarmi?
Ho affogato la mia voglia di volare, ma adesso non lo faccio più. Qui, nell’oscurità estranea delle acque del lago, riconosco me stesso e lo saluto come un vecchio amico. Ho trovato il mio posto fra le ceneri.

Durante la caduta.

Ero in alto, ora non lo sono più.

Ora sono giù.

Immagino che alla fine dovessi cadere. Ma non è male come avrei pensato. Sono tranquillo, nonostante tutto. Perché non ho paura.
Non ho più paura.

Non più.















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Storia partecipante al 'Proud or Ashamed of being a Black' indetto da vogue91, classificatasi 12 nella classifica generale, 3 nella classifica del singolo personaggio, in questo caso Regulus.
Prima di riportare il giudizio di vogue, un paio di righe. Si può dedicare una fiction ad una persona? Credo proprio di si. Se si può fare, allora, dedico questa con tutto il cuore a Lenobia <3 Una persona che, fino ad una settimana fa, era una perfetta sconosciuta, ma che ho scoperto essere una ragazza eccezionale, come ce ne sono poche. Per quello che si può capire tramite mail, naturalmente.
Scrivendola ho pensato a lei, giuro! Mi sono improvvisamente ricordata che lei esce pazza per questo personaggio, lo ama profondamente, allora ho cercato di dare il meglio di me per potergliela dedicare. Non ci sono riuscita, ma spero comunque che un pezzettino di emozione le sia arrivato comunque <3
Tesoro, questa è per te <3

Di seguito, il giudizio:

-Grammatica: 9.5/10
-Stile e Lessico: 10/10
-Originalità: 13.5/15
-IC: 14/15
-Attinenza alla citazione: 9.5/10
-Giudizio personale: 9/10

Totale: 65.5/70

Dal punto di vista grammaticale, l’unico errore che ti faccio notare è l’uso iterato del ‘sì’ affermativo scritto senz’accento, ossia come particella riflessiva. Per il resto, la storia è abbastanza corretta.
Davvero buoni stile e lessico, quest’ultimo perché denota un’ottima proprietà di linguaggio e la capacità di utilizzare termini ‘alternativi’, evitando qualsiasi ripetizione, e lo stile poiché la struttura che hai impostato, ossia di brevissimi flashback che s’intrecciano alla narrazione, rendono la lettura ancora più scorrevole.
Il punteggio per l’originalità non è altissimo, in quanto la situazione in cui hai calato Regulus è abbastanza sfruttata nel fandom. Tuttavia aggiungono originalità proprio quegli inserimenti di cui ti parlavo, che se non altro danno un’idea complessiva sul rapportarsi del ragazzo con il fratello, la madre e Lucius (o comunque con i Mangiamorte).
L’IC è una questione spinosa. Perché se è vero che l’ho trovato assolutamente ben caratterizzato nel momento in cui si ritrova con Kreacher nella caverna, vero è anche che non mi convince affatto il suo scambio di battute con Sirius. I due fratelli non hanno mai avuto un buon rapporto, e il fatto che Sirius se ne andasse di casa avrebbe dovuto lasciare Regulus indifferente. Mentre invece è giusto che nel momento in cui sta per morire si renda conto che probabilmente le scelte compiute da suo fratello non fossero poi così sbagliate, e che arrivi persino ad invidiarlo ad un certo punto, o comunque a desiderare che venga a sapere che lui è morto da eroe e non da codardo.
Il senso della citazione è presente nella storia, certo, tuttavia non salta subito all’occhio per il punto in cui l’hai inserita, e ho dovuto rileggere più di una volta quel passaggio perché mi fosse chiaro. Solo questo è stato invalidante, perché per il resto si può considerare un buon utilizzo della frase, specialmente per i rimandi al contesto generale della storia.
Insomma, la storia mi è piaciuta, anche se non mi ha colpita in modo particolare. Sicuramente è scritta benissimo, e riesce a trasmettere delle emozioni forti, ma ci sono quelle piccole sfumature che hanno smorzato il mio entusiasmo. Ma resta comunque oggettivamente buona, quindi ti faccio i miei complimenti.
   
 
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