Serie TV > Criminal Minds
Segui la storia  |       
Autore: Unsub    25/10/2010    1 recensioni
Lui la abbraccia e lei sposta lo sguardo verso i cespugli vicini. Rimane un attimo interdetta… non può essere.
Un urlo le esce dalla bocca e gli uccelli volano via dai rami degli alberi.
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Sarah Collins '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
capitolo 13 Capitolo XIII. As nothing happans

Albergo, Biloxi
Sarah è vicina alla porta della camera di Hotch e lo osserva. Lui non riesce a contraccambiare lo sguardo, mentre finisce di disfare i bagagli. E’ come se la questione fra loro non si fosse risolta, come se ci fosse ancora molto da dire. Si rimprovera mentalmente da solo. Ora deve concentrarsi sul caso, non sui suoi sentimenti. Si sente un idiota. Amava molto Haley, eppure non ha mai permesso al suo matrimonio mettersi fra lui e il suo lavoro. Non sa cosa prova esattamente per Collins, ma permette comunque ai suoi sentimenti per lei di offuscare le sue capacità mentali. Si è comportato da vero idiota davanti a tutta la squadra e voleva addirittura andare via. Come potrà giustificarsi?
Sarah capisce la lotta interiore di Hotch, anche lei vive qualcosa del genere ogni giorno. Quando si trovano sul campo si impone di mantenere il distacco e di concentrarsi sul caso. Eppure molte volte tutto quello che vorrebbe è rifugiarsi fra le braccia di Spencer e dimenticare il mondo intero. Quando fuggì di Miami non era per Hotch, anche se Rossi è convinto del contrario. Tranne che Spencer nessuno cosa la spinse a fuggire, forse ora era in caso di affrontare l’argomento per aiutare il suo capo.
-    Hotch, so come ti senti.
-    Ah si? Perché tu ti sei comportata da idiota davanti a tutta l’unità?
-    Ho fatto di peggio. Vi ho mollati durante un caso senza dire niente a nessuno.
-    Tu eri giustificata, dopo quello che io…
-    Tu non c’entravi niente. Sarei stata in grado di affrontarti anche in quel momento. Quello che non riuscivo ad affrontare era… – sospira cercando le parole per spiegarsi – Io ho sempre avuto solo il lavoro nella mia vita, non ho mai avuto amici o relazioni veramente importanti per me. Anche in Francia, non l’ho mai considerata una cosa seria. Non facevo progetti, non desideravo avere un futuro con lui.
Si interrompe cercando lo sguardo di Hotch. Vuole assolutamente che lui percepisca la sua comprensione in quel frangente cosi difficile.
-    Se non ero io la causa, perché andasti via?
-    Ero spaventata. Durante quel caso avevo altro per la testa. Per la prima volta in vita mia qualcosa, o meglio qualcuno, mi impediva di focalizzare tutta la mia attenzione sul caso. Mi sentivo inutile e superflua, avevo paura che rimanendo con voi avrei combinato un disastro. Io riuscivo a pensare solo a lui. Quindi so esattamente come ti senti. Non preoccuparti, se c’è qualcosa che ho imparato in un anno insieme è che abbiamo tutti dei momenti di cedimento. Ma la forza della nostra squadra è che non abbandoniamo mai un collega in difficoltà, per nessun motivo. Quindi ora finisci qui e torna alla centrale di polizia. Io devo raggiungere gli altri.
Lei si volta pronta ad uscire. Lui la guarda ancora un momento, riconoscente per quelle parole.
-    Sarah?
-    Si Hotch?
-    Grazie di tutto e… scusami ancora.
Un sorriso le illumina il volto.
-    Ehi non è da tutte potersi vantare di aver fatto letteralmente perdere la testa all’agente supervisore Hotchner.
-    Non te ne vantare troppo in giro – lui le sorride, tutto sembra tornato normale.

Roosevelt High School, Biloxi
Reid è appoggiato al muro con le braccia conserte mentre osserva il parcheggio. Prentiss e Morgan sono dentro a torchiare per bene i ragazzi, lui si è estraniato. Non riesce a non essere in pensiero per Sarah, ricorda ancora Miami. Il pensiero che lei possa di nuovo scappare senza dire niente a nessuno lo terrorizza. Stavolta sente di avere molto più da perdere nel lasciarla andare via. Vorrebbe chiamarla, ma il cellulare di lei è spento.
Vede il SUV nero entrare nel parcheggio. Trattiene il respiro fino a che non la vede scendere e non è sicuro che sia lei. Le va incontro, mentre lei chiude la portiera e resta ferma ad aspettarlo. Si ferma ad un passo da lei, lo sguardo arrabbiato. Lei invece ha l’innocenza dipinta sul volto, come se non fosse successo niente, come se non li avesse mollati lì senza dare spiegazioni.
-    Allora? – il tono di lui è agguerrito.
-    Allora, cosa?
-    Dove sei stata?
-    Dovevo risolvere un problema.
Dicendo cosi si sposta e fa per superarlo. Lui l’afferra saldamente per il braccio e la fa voltare a forza per tornare a fronteggiarla.
-    Dove sei stata?
-    Ma si può sapere che ti prende? – Sarah non capisce, lui non si comporta mai cosi.
-    Te ne vai senza dire dove e poi vuoi sapere cosa prende a ME?
-    Si, voglio sapere che ti prende. C’era un problema e non potevo stare qui a spiegarvi, dovevo andare. Cosa c’è di strano?
-    L’ultima volta che hai agito cosi…
Lui allenta la presa e lei finalmente capisce. Si libera dalla presa di lui e si guarda in giro. Il parcheggio è deserto e fra loro e la scuola c’è il SUV. Gli poggia le mani sul petto e avvicina il proprio viso.
-    Non vado da nessuna parte. Non ho più paura. Abbiamo già affrontato questo argomento, no?
Lui le prende il viso fra le mani e la fissa insistentemente. Poi le labbra si stendono in un sorriso mentre si china a baciarla.
-    Devi smetterla di spaventarmi cosi…
Lei non risponde mentre si lascia baciare e si stringe a lui. Si staccano da quell’abbraccio controvoglia e si guardano sorridenti.
-    Credo che sia ora di fare il nostro lavoro – dice lei mentre gli sfiora una mano.
Lui annuisce e si incammina seguito da Sarah. Quasi all’entrata dalla scuola vengono raggiunti da Emily e Derek. Le facce dei loro colleghi fanno chiaramente capire come sono andati gli interrogatori.
-    Niente? – chiede Spencer.
-    Niente di niente – conferma Derek con un moto di rabbia.
-    Eppure sono convinta che Dawn conoscesse i suoi assassini… - interviene Sarah.
-    Ma i primi omicidi sono avvenuti in un’altra scuola – le fa notare Emily.
-    Già, una costosa scuola privata… mi chiedo se… - Sarah si perde nei propri processi mentali mentre si incamminano di nuovo verso il parcheggio.
-    Mi ha chiamato Garcia – annuncia Morgan – Hotch se ne è andato.
-    No, non è andato da nessuna parte – dice Sarah alle sue spalle.
-    Era questa l’emergenza? – chiede Spencer alzando un sopracciglio.
-    Un piccolo malinteso niente di più – lei continua a guardare di fronte a se – Cerchiamo di non tornare sull’argomento. Ci sono cose più importanti ora.
-    Tipo? – chiede Emily – Il nostro capo stava per lasciare la squadra, cosa c’è di più importante?
-    Salvare la prossima vittima degli “Arcangeli” – dice Sarah senza mutare espressione – Per il resto ci sarà tempo.

Stazione di polizia di Biloxi
I quattro rientrano. Nella sala Rossi, JJ e Garcia fissano Hotch senza proferire parola. Il capo alza lo sguardo a incontrare quello di Sarah.
-    Novità?
-    A quanto pare abbiamo fatto un buco nell’acqua – Derek si siede e comincia a giocherellare con una penna.
-    Forse o forse no – dice Collins posizionandosi davanti al tabellone.
-    Cosa vuoi dire? – chiede Hotch.
Il resto della squadra si guarda. Sembra che fra Collins e Hotch sia tornato tutto normale. Come avranno fatto a chiarirsi cosi velocemente? Spencer sembra contrariato da questa svolta.
-    Sappiamo che le prime due vittime frequentavano la Catholic High School. Le successive frequentavano tre licei diversi. Per ultima Dawn Miller che frequentava la Roosevelt High School, nessuna delle altre vittime la frequentava. Ma Miller non rientra nel quadro vittimologico. Era una ragazza a posto, niente atti di bullismo, non era sessualmente promiscua. Sul blog viene addirittura lodata per la sua condotta, mentre sappiamo benissimo che gli altri ragazzi popolari vengono fatti a pezzi.
-    Allora? Dove ci porta tutto questo? – chiede ancora Hotch.
-    Dawn è stata uccisa perché conosceva almeno uno dei nostri S.I., di questo sono convinta. Abbiamo dato per scontato che qualcuno dei suoi compagni sapesse qualcosa, ma se non fosse uno dei suoi compagni?
-    Non ti seguo più – Rossi scuote la testa.
-    La Catholic High School, a differenza delle altre scuole colpite, non è un liceo pubblico. E’ un costoso liceo privato. I ragazzi che lo frequentano abitano in quartieri diversi di Biloxi. E se il nostro S.I. fosse un compagno di infanzia della Miller? – Sarah osserva la cartina della città.
-    Allora lei è rimasta in contatto con questa persona, che però ora frequenta una scuola diversa. Ha senso – Spencer si avvicina e comincia a sua volta a guardare la cartina.
-    Quindi il nostro S.I. dovrebbe provenire dallo stesso quartiere della Miller, giusto? – chiede Hotch in modo retorico – Garcia.
-    Consideralo come fatto – dice l’informatica cominciando la sua ricerca.

Continua…

Per Francyna: grazie dei complimenti e non ti preoccupare ;) Finchè almeno una di voi mi commenterà continuerò a scrivere fino a consumarmi le dita XD
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Criminal Minds / Vai alla pagina dell'autore: Unsub