Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: vert    25/10/2010    13 recensioni
"Credevi di poter lavare via il sangue che ti scorre nelle vene e invece sei qui a fartelo ghiacciare per –avevi giurato che non l’avresti mai più detto- tuo fratello."
classificatasi quarta al contest "Proud or Ashamed of Being a Black" di Vogue e vincitrice del premio "trama".
Genere: Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Regulus Black, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'Il Primo Ordine della Fenice'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Classificatasi quarta al contest “Proud or Ashamed of Being a Black” di Vogue, vincitrice premio trama.

 

 

POLVERE DI STELLE

È solo una notte come le altre, sospesa nei vicoli stretti di Nocturn Alley. Tu sei solo un’ombra come le altre, all’angolo di un trivio particolarmente buio. Hai freddo come tutti questa notte e per riscaldarti ti sei portato la sciarpa dei Cannoni di James –tanto lui non se la metterà più, l’ha sostituita con un esemplare bitorzoluto, opera di Lily.

Sono le undici passate e hai il diritto di pensare che Edgar Bones non verrà, oltre al dovere di sentirti un po’ più stupido: ahi, Sirius Black, questo pensiero fa male, credevi di poter lavare via il sangue che ti scorre nelle vene e invece sei qui a fartelo ghiacciare per –avevi giurato che non l’avresti mai più detto- tuo fratello.

“Black.”

Ti rianimi “Bones.” Vorresti aggiungere qualcosa –alla buon ora! È la formula più spontanea-, dovresti aggiungere qualcosa –grazie, per esempio- ma taci, confuso dalla sua espressione. 

Edgar Bones è immensamente più vecchio, esperto e saggio di te, di tutti, e riesce a farti sentire sempre un po’ inadeguato. In ogni sua ruga, in ogni cicatrice ha impressa la sua immensa conoscenza del genere umano, hai sempre l’impressione di non impressionarlo per niente: ha già visto, sentito e visto fare tutto. Sei solo una replica di un cliché, che gestirà così come ha gestito gli altri: lasciandoseli scivolare addosso. Sta valutando quanto possiate sopravvivere, tu e gli altri, quanto siate adeguati a questo compito. Tu lo sei? Lo sarai? Sarai abbastanza veloce e arguto per scansare ogni maledizione?

“Pensavi che non sarei venuto, vero?”

“L’ho sperato a dire il vero.”

“Ho avuto un contrattempo. Anzi, già che ci siamo, domani dovresti pattugliare la zona di Piccadilly.”

Ti raddrizzi, improvvisamente vigile: ogni giorno è buono adesso, per decretare la fine della vita di un uomo, il tempo è troppo poco per prendersi il lusso di perderne.

“Piccadilly, non è dove…”

“Si, vicino a casa mia. Credo mi tengano d’occhio.”

Ti senti improvvisamente in colpa: Edgar Bones ha una deliziosa famigliola là fuori e tu l’hai trascinato sempre più lontano, in un vicolo buio di Nocturn Alley.

“Io… non credo sia stata una buona idea.”

Bones ti soppesa accigliato “No, Black. Probabilmente è stata l’idea più stupida che tu abbia mai avuto. Ciò non toglie che ci siamo in mezzo, ormai.”

Incroci le braccia contrariato “Bene allora cerchiamo di abbreviare i tempi.”

“Prima facciamo due parole.” Questo è il turno di Edgar di incrociare le braccia “Le mie informazioni non ti piaceranno.”

“Lo so.”

“Sei ancora in tempo per non sentire.”

“Io voglio sentire. Sono qui per sentire. Non è mai stato mio fratello, nulla di quello che dirai mi stupirà più di tanto.”

Sembra sul punto di ribattere ma rimane in silenzio. Il suo sguardo accigliato e scostante ti dice che ti disprezza un po’, non che tu gli sia mai piaciuto, ad ogni modo, ti disprezza un po’ più di ieri.

A te non importa, ad ogni modo, ti senti crudelmente soddisfatto di te stesso: tuo fratello è morto e tu vorresti sentirti davvero così, beatamente incurante.

Edgar distoglie improvvisamente lo sguardo “So com’è. Perdere un fratello.”

Ridi tetramente nella notte “Non sai niente di me.”

“So come ti senti.”

“Tu non sai niente. Noi non eravamo…”

“Taci, Black, taci un maledetto istante.”

Obbedisci, perché Edgar Bones è un uomo a cui non nemmeno Sirius Black può dire di no. È un pilastro di questa guerra, un obiettivo dei mangiamorte, un amorevole padre di famiglia. È un modello per tutti, mentre tu, Sirius, fuori da Hogwarts non sei nessuno: in questo preciso istante, sei solo il fratello di un Mangiamorte.

“Io ho perso parte della mia famiglia assassinata, so che potrei essere il prossimo e ti giuro, che ringrazio Dio ogni notte per essere ancora vivo. Ogni Mangiamorte a cui sopravvivo è una possibilità in più per i miei figli di crescere. Io voglio sopravvivere, Black.”

“Questo è naturale. Tutti vogliamo sopravvivere.”

“Ti sbagli, Black. Io voglio sopravvivere molto di più di quanto lo voglia tu, per esempio. Per te è uguale, guarda: ti aggiri in vicoli bui di notte e non te ne importa, perché non sai fondamentalmente quanto sia importante la tua vita. Non dirmi che morire è una cosa da niente, perché io, se mi concedi il gioco di parole, vivo per vivere.”

Edgar tace ha un sorriso divertito sulle labbra tirate, “Hai un ultimo ricordo di tuoi fratello? Io sì. Un disco che faceva suonare ininterrottamente in salotto. Sai, quando sono andato a casa sua quel giorno, ho capito che doveva essere successo qualcosa, perché il grammofono taceva. E tu, ce l’hai un ricordo?”

Distogli lo sguardo. Ce l’hai, in realtà.

Un discorso, in realtà piuttosto lungo, che ti ha sussurrato pochi giorni prima del tuo diploma, fermandoti in un corridoio. Sapeva di artefatto e malinconico. Tu ne avevi colta neanche la metà, ne avevi poi trascritto una frase particolare in un quaderno andato perso, una frase che ti aveva colpito per la sua solennità.

“Si, ne ho uno, in realtà. A volte è solo uscendo di scena che si può capire che ruolo si è svolto. Mi ha detto proprio così."Chiude gli occhi, cercando per un attimo la calma e poi riprende. Non ti dice cos’abbia capito da quelle parole, cosa avresti dovuto capire tu: probabilmente devi farlo da solo.

Il suo tono è controllato e professionale, sembra semplicemente che il suo sfogo non sia mai stato pronunciato.

“Regulus si è unito ai Mangiamorte intorno al giugno del 1976, ha militato nelle fila di Voldemort per tre anni. Sembra che svolgesse i compiti di un gregario, che non brillasse né per inventiva, né per crudeltà. Non si è mai distinto, non siamo in grado di definire a che missioni abbia partecipato, forse allo scontro a Brighton dello scorso maggio. Vittime accertate: nessuna, ferimenti accertati: nessuno.”

È una litania senza senso, che Edgar conclude appena prima di guardarti in faccia “Abbiamo appreso da fonti abbastanza attendibili, che la morte è avvenuta almeno due settimane fa, intorno al 5.”

Due settimane fa, più o meno in corrispondenza del compleanno di tua madre, ti sforzi di grattare via questo pensiero, ma dovresti sapere che la memoria non si cancella così facilmente.

“Perché?” Hai voglia di disgustarti, di riconoscere la grettezza di tuo fratello in un atto di insensata spavalderia o di aspra inclemenza. Ma no. Questo sei tu.

“Sembra sia stato assassinato da Voldemort. Pare abbia avuto qualche ripensamento.”

Difatti. Ti concedi una risata liberatoria “Lo sapevo” rispondi allo sguardo accigliato di Edgar “Lo sapevo. È sempre stato un maledetto inconcludente.”

“Black, qualcuno potrebbe pensare che tu sia, passami il termine, deluso.”

“Oh, certo che lo sono. Mi aspettavo qualcosa di tragico e incondizionato.”

Edgar Bones dall’alto della sua intolleranza, sembra frustrato.

“Mi spiace, Bones, non so se tu sia una specie di voyeur del dolore, ma spero di non aver deluso le tue aspettative: non avrai piagnistei e rimpianti. Io semplicemente non provo nulla a riguardo.”

 

Non sai capire tutt’oggi, se quel giorno hai mentito o meno. Ma allora Bones era ancora vivo, così come la sua famiglia, ricordi chiaramente: sarebbero stati presi solo nel 1980 alla fine di un maggio biecamente profumato e rigoglioso. Ora che ci pensi, avevi letto i nomi dei suoi figli in un articolo della Gazzetta, ma ormai li hai dimenticati, così come la data esatta delle loro esecuzioni. L’unica che riesci ancora a ricordare distintamente è quella di tuo fratello -5 gennaio 1979- e non sai dartene una ragione.

L’ultimo ricordo di Edgar Bones –l’hai appuntato sotto le ultime parole di tuo fratello (hai ritrovato quel quaderno qualche giorno fa, è stato un rinvenimento mistico, a dir poco)- sono tre battute di dialogo:

 

“Se davvero non provi mestizia, dovresti essermi assolutamente grato.”

“Per avermi mostrato la codardia di mio fratello, Bones?”

“No. Per averti dimostrato che non lo conoscevi affatto.”

 

 

 

Giudizio:

-Grammatica: 9/10
-Stile e Lessico: 9.5/10
-Originalità: 15/15
-IC: 15/15
-Attinenza alla citazione: 9/10
-Giudizio personale: 9.5/10

Totale: 67/70

Due soli errori (peraltro nella stessa frase) hanno penalizzato una grammatica che altrimenti sarebbe stata perfetta: ‘Si né ho uno’ anziché ‘Sì, ne ho uno’. E, piccolo inciso, si scrive ‘Piccadilly’, ma ovviamente essendo un nome proprio, peraltro non italiano, non l’ho considerato ai fini della valutazione.
A tratti la narrazione mi è parsa rallentata da un rado utilizzo delle virgole, ma ciò non toglie che lo stile adottato sia abbastanza buono e che il lessico risulti assolutamente perfetto per il tipo di situazione da te descritta.
Storia assolutamente originale ed interessante, in quanto raramente ho letto di Sirius che viene a sapere della morte di Regulus, e le conseguenti reazioni. È un episodio assolutamente ben costruito dall’inizio alla fine, che lascia trasparire un’ottima caratterizzazione di Sirius, specialmente nel momento in cui rimane quasi illeso dalla notizia datagli da Bones. Una gran buona introspezione, utile per comprendere meglio i processi mentali del ragazzo, anche perché quale che fosse il loro rapporto, ci si sarebbe aspettati almeno una minima reazione di fronte alla morte di quello che era pur sempre suo fratello. Invece hai reso perfettamente plausibile la sua impassibilità, cosa che ti fa decisamente onore.
L’inserimento della citazione non è male, perché comunque ha un senso se rapportato alla storia, tuttavia trovo che avrebbe potuto essere sviluppata un po’ meglio, dato che così com’è resta statica nel punto in cui è scritta, senza nessun risvolto particolare.
È una storia che ho particolarmente apprezzato, sia per l’originalità che per la caratterizzazione di Sirius, ma la cosa migliore fra tutte a parer mio è proprio come quest’ultimo venga smontato, proprio nelle ultime tre frasi: Bones ha più ragione di quanta lui stesso non credesse, Sirius non conosceva affatto Regulus, sebbene avesse le sue ragioni per pensarla in un determinato modo su di lui. I miei complimenti per aver dimostrato come si sbagliasse.

 

 

 

  
Leggi le 13 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: vert